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La variazione diacronica
• Variazione nel tempo
La variazione diatopica
• Variazione nello spazio
La variazione diafasica
• Variazione di registri, generi e sottocodici
La variazione diastratica
• Variazione a seconda dell’istruzione, età, genere, classe sociale
La variazione diamesica
• Variazione secondo il mezzo: scritto / parlato
Variazione diafasica
• Coseriu [1973] sono dette diafasiche
,
dalla funzione del messaggio e dal contesto globale o
particolare (socioculturale, comunicativo, ecc.) in cui si
verifica l'interazione linguistica. Più in particolare, le varietà
diafasiche sono soggette ai diversi → della
situazione comunicativa, al mezzo impiegato
(principalmente oralità o scrittura (→ diamesia),
• ma anche, più in particolare, stampa di informazione o di
propaganda, telefono, telegramma, ecc.), agli
, all'intenzione
comunicativa, all'argomento, alla scelta espressiva e
stilistica ecc.
• (bagna, corda, fum, gaffa, giulia, giusta, giustina, madama, mamma, muffa, polenta, puglia,
pula, sita, vasellina),
il grimaldello
• (cani, caróba, espansùri, ganzo, gariba, gnich, grima, lapis, passi, penne, piscatúri, scritta,
spada, spiantíno, tirabosson, toni, zaffi}, o
• (cóciri, consumár, fari 'a varva i stuppa, incerare, 'ncapucié, sarafá, smatuciari), ecc.
inequivocità
• i termini non possono essere ambigui ovvero polisemici.
• Si evita, inoltre, la sinonimia
sistematicità
• la produzione di nuovi termini segue spesso regole sistematiche (si pensi al linguaggio della chimica)
densità informativa
neutralità emotiva
• i termini non sono connotati emotivamente;
• i commenti dell’autore sono esclusi (a meno che si tratti di osservazioni scientifiche);
• sono frequenti formule impersonali come ‘si osserva che’
condivisione
frequente rielaborazione
ellissi di preannuncio
forme stereotipe, neologismi, anglismi adattati o non adattati, metafore e metonimie, sigle,
derivati e composti, termini settoriali.
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