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Primo teorema sull'angolo

esterno
Enunciato:
In ogni triangolo un angolo esterno è maggiore di
ogni angolo interno non adiacente

Consideriamo come angolo interno l'angolo 𝐵𝐴̂𝐶


e come angolo esterno l'angolo 𝐴𝐶̂ 𝐷

ipotesi tesi

Se 𝐴𝐶̂ 𝐷 è esterno Allora 𝐴𝐶̂ 𝐷 > 𝐵𝐴̂𝐶


Per dimostrare che un angolo e' maggiore di un'altro basta prenderne una parte e
mostrare che la parte e' uguale all'altro angolo, quindi dovremo costruire due triangoli,
uno con l'angolo interno e l'altro con la parte dell'angolo esterno

ti faccio la costruzione passo-passo.

Considero il punto medio M del lato AC


Ora considero il segmento BM
e riporto un segmento uguale sul
prolungamento di BM oltre M,
ottengo il segmento MN

congiungo N con C e considero


i triangoli ABM ed MNC

essi hanno
AM = MC per costruzione
BM = MN sempre per costruzione
gli angoli AMB^ = NMC^ perche' opposti al vertice
Per il primo criterio di congruenza i due triangoli sono congruenti, in particolare
BAM^= MCN^ ed essendo MCN^ una parte dell'angolo ACD^ si avra' la tesi

Primo teorema sull'angolo esterno


Il primo teorema sull'angolo esterno è uno dei principali teoremi della geometria euclidea.

Enunciato
In qualsiasi triangolo, ogni angolo esterno è maggiore di ciascuno degli angoli interni non adiacenti.

Dimostrazione
Dato un triangolo qualsiasi, di base , si prolunga il lato ad un punto appartenente alla stessa retta.
Detto il punto medio del lato , si prolunga , dalla parte di , di un segmento congruente a e si
congiunge con . Poiché è interno all'angolo AĈK, si può affermare che AĈK > AĈN. Per
dimostrare la tesi basta allora dimostrare che BÂC è congruente a AĈN. Si considerano i due
triangoli e ; essi hanno:

Dimostrazione del teorema dell'angolo esterno


 congruente a per costruzione;
 congruente a per costruzione;
 congruente a perché angoli opposti al vertice.

Dunque, e sono congruenti per il primo criterio; in particolare è congruente a e quindi è congruente
a Per quanto osservato all'inizio, ciò conclude la dimostrazione.

Il Secondo teorema dell'angolo esterno, anche detto Teorema dell'angolo esterno (somma), spiega con
una semplice dimostrazione che in un triangolo qualsiasi l'angolo esterno corrispondente ad uno degli
angoli interni è congruente alla somma degli altri due angoli interni. In formula, α=β+γ.

Dimostrazione

Sia dato un triangolo ABC. Prolunghiamo il lato AC di un segmento qualsiasi. Tracciamo la retta
"r" parallela ad AB. Abbiamo:

 AC e BC trasversali alle due parallele;


 AB parallelo ad "r" per costruzione.

Perciò:

 α=α' perché angoli corrispondenti di due rette parallele tagliate da una trasversale;
 β=β' perché angoli alterni interni di due rette parallele tagliate da una trasversale.

Inoltre, sappiamo che la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre di 180°, cioè un angolo
piatto, che è anche congruente alla somma di un angolo interno con il suo corrispettivo angolo
esterno
Teorema delle rette parallele
Enunciato
Date due rette tagliate da una trasversale, se gli angoli alterni interni sono congruenti, le rette sono
parallele.

Dimostrazione
La dimostrazione di questo teorema è detta per assurdo, in quanto si
dovrà negare la tesi. Infatti, si parte affermando che le due rette non sono
parallele. Se fosse così, esse si incontrerebbero in un punto, formando un
triangolo. Secondo il primo teorema sull'angolo esterno, in ogni triangolo
ogni angolo esterno è maggiore di ogni angolo interno ad esso non
adiacente. Ma l'enunciato affermava che i due angoli devono essere
congruenti, quindi si è arrivati a una contraddizione, perciò l'assunzione
che le due rette si incontrino è falsa e le due rette sono parallele.

Rette tagliate da una trasversale


Consideriamo due rette complanari r ed s, che intersecano un’altra retta t, detta trasversale;
l’intersezione di queste rette da luogo a otto angoli

che vengono chiamati, a due a due, con dei nomi specifici; indichiamo questi angoli con i numeri da
1 a 8:
 gli angoli 2 e 8, oppure 3 e 5 si dicono alterni interni;
 gli angoli 4 e 6, oppure 1 e 7 si dicono alterni esterni;
 gli angoli 1 e 5, 2 e 6, 4 e 8, 3 e 7 si dicono corrispondenti;
 gli angoli 2 e 5, oppure 3 e 8 si dicono coniugati interni;
 gli angoli 1 e 6, oppure 4 e 7 si dicono coniugati esterni.

Si può dimostrare che sono congruenti, tra loro, gli angoli alterni interni, alterni esterni,
corrispondenti; gli angoli coniugati, invece, sono supplementari.

Vediamo ora alcuni teoremi che si applicano considerando gli angoli sopra descritti.

Teorema sulle rette parallele

Se due rette, tagliate da una trasversale, formano una coppia di angoli alterni interni congruenti,
allora gli angoli alterni esterni sono congruenti, gli angoli corrispondenti sono congruenti, gli angoli
coniugati sono supplementari.

Esistenza delle rette parallele

Due rette di uno stesso piano che non hanno nessun punto in comune si dicono parallele. Il seguente
teorema ci assicura l’esistenza delle rette parallele.

Postulato di Euclide

La parallela ad una retta data, condotta per un punto esterno ad essa, è unica.

Vediamo ora alcuni criteri che ci permetteranno di stabilire se due rette sono parallele.

Criteri di parallelismo

Se due rette di un piano formano con una trasversale

 due angoli alterni interni (o esterni) congruenti, oppure


 due angoli corrispondenti congruenti, oppure
 due angoli coniugati supplementari

allora le due rette sono parallele.


Il seguente teorema può essere considerato l’inverso del precedente:

Teorema inverso sulle parallele

Se due rette di un piano sono parallele, esse, tagliate da una trasversale, formano:

 angoli alterni interni ( o esterni ) congruenti,


 angoli corrispondenti congruenti,
 angoli coniugati supplementari.

Nel caso in cui valga sia un teorema che il suo inverso, gli enunciati dei due teoremi si possono
esprimere mediante un’unica proposizione:

Teorema

La condizione necessaria e sufficiente affinché due rette siano parallele è che esse formino con una
trasversale una coppia di angoli alterni interni (o esterni) congruenti, oppure due angoli
corrispondenti congruenti, oppure due angoli coniugati supplementari.

Per le rette parallele vale la proprietà transitiva: se due rette sono parallele ad una terza rette, allora
esse sono parallele tra loro.

Il parallelismo può essere considerato come relazione di equivalenza, poiché gode delle tre
proprietà:

 riflessività: una retta è parallela a se stessa;


 simmetria: se una retta s è parallela ad una retta t, anche la retta t è parallela alla retta s;
 transitività: se una retta r è parallela ad una retta t, e la retta t è parallela ad una retta s allora
anche le rette r ed s sono parallele.T

Teoremi sul parallelismo

 Se due rette sono parallele, ogni retta che giace sullo stesso piano che incontra una retta
deve incontrare anche l’altra;
 Se due rette sono parallele, ogni perpendicolare a una delle due rette è perpendicolare anche
all’altra.

Geometria euclidea

Il teorema di Talete e le rette parallele


di Michele Ferrari

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Consideriamo due rette a

e b tagliate da una retta trasversale c (“trasversale” indica che c interseca sia a che b). Come si può
vedere in figura, in entrambi i punti di intersezione di c

con le altre due rette vengono a formarsi naturalmente 4 angoli.

Definizione

Facendo riferimento all'immagine precedente diamo le seguenti definizioni:

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 gli angoli delle coppie (γ,ε),(ζ,δ)

 vengono detti alterni interni;


 gli angoli delle coppie (α,η),(β,θ)
 vengono detti alterni esterni;
 gli angoli delle coppie (γ,ζ),(δ,ε)
 vengono detti coniugati interni;
 gli angoli delle coppie (β,η),(α,θ)
 vengono detti coniugati esterni;
 gli angoli delle coppie (α,ε),(β,ζ),(γ,η),(δ,θ)

 vengono detti corrispondenti.

Sappiamo che gli angoli opposti al vertice sono congruenti (come ad esempio α
e γ) ma in generale le coppie di angoli prese in considerazione nella definizione precedente non
hanno particolari proprietà. Ma cosa succede quando le rette a e b

sono parallele?

TEOREMA: Se due rette parallele parallele a

e b vengono tagliate da una trasversale c

, allora:

 gli angoli alterni (interni o esterni) sono congruenti;


 gli angoli coniugati (interni o esterni) sono supplementari;
 gli angoli corrispondenti sono congruenti.

Nell’immagine che segue, abbiamo quindi le relazioni:

 γ=ε,δ=ζ,β=θ,α=η

 ;
 δ+ε=γ+ζ=α+θ=β+η=
 angolo piatto;
 α=ε,β=ζ,γ=η,δ=θ

 .

In particolare, possiamo riassumere le prima e l’ultima affermazione in questo modo:

αβ=γ=ε=η;=δ=ζ=θ.
In realtà, vale anche una sorta di “inverso” del teorema precedente: ovvero, se anche solo due angoli
alterni (interni o esterni) o corrispondenti sono congruenti, o se due angoli coniugati sono
supplementari, allora le rette tagliate dalla trasversale sono automaticamente parallele.
Riassumiamo questa situazione nel seguente:

CRITERIO DEL PARALLELISMO: Condizione necessaria e sufficiente affinché due rette siano
parallele è che esse formino con una trasversale una coppia di angoli alterni (interni o esterni)
congruenti, oppure due angoli corrispondenti congruenti, oppure due angoli coniugati
supplementari.

Citiamo ora un teorema particolarmente interessante che riguarda le rette parallele, che permette di
definire senza ambiguità il concetto di distanza tra due rette parallele:

TEOREMA: Segmenti paralleli compresi fra rette parallele sono congruenti fra loro. In particolare,
tutti i punti di una retta sono equidistanti dall’altra.

Se tutti i segmenti paralleli sono congruenti tra loro, in particolare, tutti i segmenti perpendicolari
sono congruenti. Di conseguenza la distanza di tutti i punti di una retta dall’altra è sempre la stessa.
Questa distanza, quindi, può essere considerata come la distanza tra le due rette.

Il teorema di Talete e alcune sue conseguenze

Consideriamo un fascio improprio di rette (cioè, un insieme di rette parallele tra loro) e due
trasversali del fascio.

TEOREMA: Un fascio di rette parallele determina sopra due trasversali due insiemi di segmenti
direttamente proporzionali. Facendo riferimento al disegno qui sotto, abbiamo, ad esempio:

AB¯¯¯¯¯¯¯¯:AC¯¯¯¯¯¯¯¯=A1B1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯:A1C1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯;BC¯¯¯¯¯¯¯¯:CD¯¯¯¯¯¯¯¯=B1C1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
:C1D1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯;AB¯¯¯¯¯¯¯¯:CD¯¯¯¯¯¯¯¯=A1B1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯:C1D1¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯.

In particolare, abbiamo che a coppie di segmenti congruenti su una trasversale corrispondono


coppie di segmenti congruenti sull’altra.
Tra le conseguenze di questo teorema, ricordiamo alcune applicazioni ai triangoli.

TEOREMA: Condizione necessaria e sufficiente affinché una retta divida in parti proporzionali
due lati di un triangolo (o i suoi prolungamenti) è che sia parallela al lato rimanente.
In particolare, il segmento congiungente i punti medi di due lati di un triangolo è parallelo al terzo
lato, e congruente alla sua metà.
TEOREMA: La bisettrice di un angolo interno di un triangolo divide il lato opposto in parti
proporzionali agli altri due.

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