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REGIONE VENETO PROVINCIA DI BELLUNO

COMUNI DI
LA VALLE AGORDINA
GOSALDO
RIVAMONTE AGORDINO

PIANO ASSETTO TERRITORIO


INTERCOMUNALE (P.A.T.I.)
“CONCA AGORDINA”

Relazione per la Valutazione di Incidenza


Valutazioni per la verifica di incidenze significative sui Siti di Importanza
Comunitaria (SIC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi dei
commi 3 e 4 dell’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”)

“Screening”

DOTTORI FORESTALI ASSOCIATI


CASSOL E SCARIOT
Dott. Michele Cassol

Dott. Alberto Scariot

Collaboratore
Dott. Paolo Scarzello

DOTTORI FORESTALI ASSOCIATI CASSOL E SCARIOT


Via Stadio, 18 32036 Sedico (BL) Sedico
Tel/Fax 0437-852760 Gennaio 2012
C.F./P.IVA 01094400254
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

INDICE
PREMESSA ................................................................................................................................. 1
1 FASE 1 - VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ................................................................ 3
2 FASE 2 - DESCRIZIONE DEL PIANO.............................................................................. 3
2.1 AREE INTERESSATE E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI.............................................................. 7
2.2 DURATA DELL’ATTUAZIONE E CRONOPROGRAMMA (ADOZIONE, APPROVAZIONE, COSTRUZIONE,
FUNZIONAMENTO, DISMISSIONE, RECUPERO) ......................................................................................... 7
2.3 DISTANZA DAI SITI DELLA RETE NATURA 2000 E DAGLI ELEMENTI CHIAVE DI QUESTI .................... 7
2.4 INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ...................................................... 7
2.4.1. PTRC .................................................................................................................................................... 7
2.4.2 PIANO REGIONALE NEVE ............................................................................................................... 13
2.4.3 PTCP.................................................................................................................................................. 14
2.5 DESCRIZIONE DELLE PREVISIONI DEL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO ................................ 19
2.6 PREVISIONE DEL GRADO DI POTENZIALE INTERFERENZA DIRETTA E/O INDIRETTA CON LA RETE
NATURA 2000, DELLE AZIONI PREVISTE DAGLI ARTICOLI DELLE NTA CHE INCIDONO SUL TERRITORIO ..... 25
2.7 FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI, DELLA VIABILITÀ E DELLE RETE INFRASTRUTTURALE .. 31
2.8 FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI, DELLA VIABILITÀ E DELLE RETI INFRASTRUTTURALI ..... 34
2.9 EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO............................................ 36
2.10 ALTERAZIONI DIRETTE E INDIRETTE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI ARIA, ACQUA, SUOLO
(ESCAVAZIONI, DEPOSITO MATERIALI, DRAGAGGIO, ECC.) ..................................................................... 39
2.11 IDENTIFICAZIONE DI TUTTI I PIANI, PROGETTI E INTERVENTI CHE POSSONO INTERAGIRE
CONGIUNTAMENTE .............................................................................................................................. 42
3 FASE 3 - VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE ................... 42
3.1 DEFINIZIONE DEI LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELL’ANALISI...................................................... 42
3.2 IDENTIFICAZIONE DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000 INTERESSATI ........................................... 53
3.2.1 SIC/ZPS IT 3230083 “DOLOMITI FELTRINE E BELLUNESI” .......................................................... 53
3.2.2 SIC/ZPS IT3230084 “CIVETTA – CIME DI SAN SEBASTIANO” ...................................................... 58
3.2.3 SIC/ZPS IT 3230043 “PALE DI SAN MARTINO: FOCOBON, PAPE-SAN LUCANO, AGNER-CRODA
GRANDA”........................................................................................................................................... 60
3.2.4 SIC IT 3230063”TORBIERE DI LAC TOROND”................................................................................ 63
3.3 DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO ................................................................................. 65
3.3.1. Aspetti generali ................................................................................................................................... 65
3.3.2. Habitat e specie floristiche nei limiti spaziali dell’analisi .................................................................... 67
3.3.3 Specie interne ai limiti spaziali dell’analisi ......................................................................................... 82
3.4 IDENTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI VULNERABILI DEI SITI CONSIDERATI ......................................... 92
3.5 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI CON RIFERIMENTO AGLI HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE NEI
CONFRONTI DEI QUALI SI PRODUCONO GLI EFFETTI ................................................................... 98
3.6 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI SINERGICI E CUMULATIVI ......................................................... 99
3.7 IDENTIFICAZIONE DEI PERCORSI E DEI VETTORI ATTRAVERSO I QUALI SI PRODUCONO GLI EFFETTI99
3.8 PREVISIONE E VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI, CON RIFERIMENTO AGLI
HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE .................................................................................... 100
4 FASE 4 ESITO DELLA PROCEDURA DI SCREENING .............................................. 100

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ALLEGATO 1:SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE......... 101


ALLEGATO 2: BIBLIOGRAFIA CONSULTATA ................................................................................ 107
ALLEGATO 3: ATTESTAZIONE DI PROFESSIONALITÀ................................................................... 108
ALLEGATO 4: COPIA DEI DOCUMENTI DI IDENTITÀ ..................................................................... 109

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PREMESSA
Il presente elaborato è stato predisposto al fine di valutare e individuare gli effetti
diretti e indiretti su habitat e specie presenti nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC)
istituiti sulla base della Direttiva Habitat, o nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS),
realizzate in esecuzione della Direttiva Uccelli.
La Direttiva Habitat impone, infatti, la verifica di compatibilità degli interventi da
realizzarsi all’interno delle aree inserite nella ”RETE NATURA 2000”.
Sembra opportuno ricordare, a questo proposito, che tale Direttiva si pone come
obiettivo prioritario la conservazione della biodiversità in Europa. Negli allegati a
questa Direttiva si riportano habitat naturali, specie animali e specie vegetali che per
l’Unione Europea devono essere sottoposti a particolare protezione. La Direttiva
prevede a tal fine la creazione di una rete ecologica di siti ed aree protette.
La Direttiva Uccelli invece, persegue la protezione a lungo termine di tutti gli uccelli
selvatici e dei loro habitat. Le aree di particolare importanza per la protezione degli
uccelli sono classificate come Zone di Protezione Speciale (ZPS).
È importante sottolineare che le aree individuate ai sensi della Direttiva Uccelli e
della Direttiva Habitat formano la Rete ecologica Natura 2000.
Al fine di dare attuazione a piani o progetti all’interno delle zone facenti parte della
Rete Natura 2000, la Direttiva Habitat prevede la necessità di accertare che i diversi
interventi non compromettano lo stato e/o la qualità delle specie e/o degli ambienti
per i quali l’area è stata definita meritevole di conservazione.

Direttiva Uccelli: scopo della direttiva è la conservazione di tutte le specie di uccelli


viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio dei paesi membri dell’Unione
Europea; essa si prefigge la protezione, la gestione e la regolazione di tali specie e ne
disciplina lo sfruttamento. L’Allegato I indica le specie di uccelli che necessitano di misure
di conservazione degli habitat e i cui siti di presenza richiedono l’istituzione di “zone di
protezione speciale”.

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Direttiva Habitat: scopo della direttiva è salvaguardare la biodiversità mediante la


conservazione degli habitat naturali nonché della fauna e flora selvatiche presenti nel
territorio dei paesi membri dell’Unione Europea. L’allegato I indica gli habitat naturali o
seminaturali e, tra questi, quelli da considerarsi prioritari; l’allegato II elenca le specie
animali e vegetali i cui siti di presenza richiedono l’istituzione di “zone speciali di
conservazione”. L’allegato IV elenca le specie animali e vegetali che necessitano di una
protezione rigorosa.

Al fine di valutare gli impatti sugli habitat e sulle specie presenti nei Siti di Importanza
Comunitaria (SIC) o nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS), in rapporto al piano in
esame, è stato effettuato un approfondimento specifico sulla base di una conoscenza
attenta sia delle caratteristiche dei siti interessati, con particolare riferimento alla loro
collocazione geografica rispetto ad aree naturalistiche di importanza europea, sia agli
elementi del piano, in tutte le specifiche ripercussioni e sfaccettature.
L’approccio metodologico seguito fa riferimento alle “Nuove disposizioni relative
all’attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida
metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative”
della Regione Veneto, di cui alla Delibera di Giunta n. 3173 del 10 ottobre 2006.

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1 FASE 1 - VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ


Gli esiti della Fase 1 hanno consentito di verificare che il Piano in esame non
presenta le caratteristiche elencate al paragrafo 3 dell’Allegato A della Dgr n. 3173
del 10.10.2006: “Criteri e indirizzi per l’individuazione dei piani, progetti e interventi
per i quali non è necessaria la procedura di Valutazione di Incidenza”.
Si rende quindi necessario procedere con le ulteriori fasi della valutazione previste
dalla normativa.

2 FASE 2 - DESCRIZIONE DEL PIANO


L’art. 2 delle NTA “Definizione e finalità del P.A.T.I.” recita:
Il P.A.T.I., ai sensi della l.r. 11/2004, delinea le scelte strategiche di assetto e di
sviluppo del territorio perseguendone la tutela dell’integrità fisica e ambientale,
nonché l’identità culturale e paesaggistica.
Il P.A.T.I. definisce norme generali, obiettivi, indirizzi e azioni progettuali strategiche
per la programmazione del governo del territorio tali da favorirne uno sviluppo
sostenibile, in coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati e cogliendo
le aspettative di sviluppo espresse dalle comunità locali.
Il P.A.T.I. riconosce come finalità fondamentali da perseguire in fase sia
pianificatoria che gestionale:
a) la tutela dai rischi naturali o provocati per degrado ambientale ed intervento
antropico;
b) la tutela dei valori paesaggistici e ambientali con particolare attenzione agli
equilibri storicamente rilevabili tra ambiente “naturale” ed attività umane, in
particolare silvo-pastorali;
c) il mantenimento della presenza umana stabile, della qualità della vita e dello
sviluppo territoriale sostenibile in particolare nei centri minori e nelle aree
maggiormente penalizzate;
d) la salvaguardia e valorizzazione dei centri storici e dei nuclei minori di
interesse storico-culturale;
e) gli ulteriori obiettivi previsti dal Documento Preliminare del PATI.

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Il P.A.T.I. prevede, nei confronti del Piano degli Interventi, da ora in avanti P.I., e
della pianificazione di settore sott’ordinata provvedimenti immediatamente efficaci
suddivisi in:
f) Direttive che rappresentano orientamenti ed azioni da disciplinare in sede di
strumento sott’ordinato e pertanto non immediatamente vincolanti prevalenti
sulla disciplina comunale vigente. Sono puntualmente individuate come
“direttive” in ciascun articolo di “interesse”.
g) Prescrizioni, intese come disposizioni vincolanti prevalenti sulla disciplina
comunale vigente e oggetto di puntuale recepimento da parte del P.I.. Le
disposizioni di cui alla presente normativa, quando non esplicitamente definite
come “direttive” o “vincoli”, assumono il carattere di “prescrizione”, fatto salvo
quanto previsto alle “norme transitorie” di cui all’art.44;
h) Vincoli, evidenziati nelle cartografie di progetto e nella presente normativa,
anche in recepimento delle normative sovraordinate esistenti; in funzione
delle loro caratteristiche sono di tipo ricognitivo o conformativo.
Sono da intendersi come immediatamente vincolanti le disposizioni relative
agli elementi presenti alle Tav 1a-1b-1c “Vincoli e Pianificazione Territoriale”,
nonché le disposizioni relative alle fragilità da rischio sismico, geologico ed
idrogeologico di cui ai successivi artt. 11, 12, 13 e 37 qualora non in contrasto
con le disposizioni normative del P.A.I..
Il P.A.T.I., in accordo con quanto previsto dalla L.R. 11/2004, provvede a:
a) Verificare e acquisire i dati e le informazioni necessari alla costituzione del
quadro conoscitivo del territorio comunale;
b) Disciplinare, attribuendo una specifica normativa di tutela, le invarianti di
natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale,
storico-monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi
espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore;
c) Individuare gli ambiti cui attribuire i corrispondenti obiettivi di tutela,
riqualificazione e valorizzazione, nonché le aree idonee per interventi diretti al
miglioramento della qualità urbana e territoriale;

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d) Recepire i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario e definire


le misure idonee ad evitare o ridurre gli effetti negativi sugli habitat e sulle
specie floristiche e faunistiche;
e) Individuare gli ambiti per la formazione dei Parchi e delle Riserve naturali di
interesse comunale;
f) Determinare il limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in
zone con destinazione diversa da quella agricola;
g) Dettare una specifica disciplina di regolamentazione, tutela e salvaguardia
con riferimento ai contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale (PTCP);
h) dettare una specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle zone di
tutela e alle fasce di rispetto e alle zone agricole in conformità a quanto
previsto dalla L.R. 11/2004;
i) Assicurare il rispetto alle dotazioni minime complessive di servizi;
j) Individuare le infrastrutture e le attrezzature di maggiore rilevanza e dettare i
criteri per l’eventuale localizzazione delle grandi strutture di vendita e
assimilate;
k) Determinare, per ambiti territoriali omogenei (ATO), i parametri teorici di
dimensionamento, i limiti quantitativi e fisici per lo sviluppo degli insediamenti
residenziali, industriali, commerciali, direzionali, turistico-ricettivi e i parametri
per i cambi di destinazione d’uso, perseguendo l’integrazione delle funzioni
compatibili;
l) Definire le linee preferenziali di sviluppo insediativo e le aree di
riqualificazione e riconversione;
m) Precisare le modalità di applicazione della perequazione e della
compensazione di cui alla L.R. 11/2004;
n) Dettare i criteri per gli interventi di miglioramento, di ampliamento o per la
dismissione delle attività produttive in zona impropria e per l’applicazione
della procedura dello sportello unico per le attività produttive;
o) Individuare le aree di urbanizzazione consolidata in cui sono sempre possibili
interventi di nuova costruzione o di ampliamento di edifici esistenti;

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p) Individuare contesti territoriali destinati alla realizzazione di Programmi


Complessi;
q) Stabilire i criteri per l’individuazione dei siti per la localizzazione di reti e
servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico;
r) Elaborare la normativa di carattere strutturale in applicazione di leggi regionali
di altri settori.
Le disposizioni del P.A.T.I., nel rispetto della normativa sovraordinata, sono
finalizzate inoltre al raggiungimento degli obiettivi strategici locali riassumibili in:
- Attivazione di politiche ed interventi finalizzati alla stabilizzazione demografica
ed all’offerta di adeguati livelli di qualità della vita dei residenti;
- Allargamento della base produttiva attraverso la creazione di una maglia
territoriale diffusa di ricettività e nuove offerte ed opportunità turistiche fondate
sui valori ambientali e sulla tradizione locale;
- Creazione di una rete avanzata di infrastrutture di collegamento digitali idonea
al servizio alla popolazione residente ed alla creazione delle necessarie
opportunità di sviluppo socio-culturale ed economico del territorio.

Tutte le norme del P.A.T.I. sono riportate e valutate di seguito.

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2.1 Aree interessate e caratteristiche dimensionali


Il PATI comprende integralmente il territorio dei comuni di Gosaldo, La Valle
Agordina e Rivamonte.

2.2 Durata dell’attuazione e cronoprogramma (adozione,


approvazione, costruzione, funzionamento, dismissione,
recupero)
La previsione di durata del PATI è di 10 anni.

2.3 Distanza dai Siti della Rete Natura 2000 e dagli elementi
chiave di questi
Il Comune di Gosaldo è interessato dall’area SIC/ZPS IT3230043 “Pale di San
Martino: Focobon, Pape – San Lucano, Agner – Croda Granda”; dall’area SIC/ZPS
IT3230083 “Dolomiti Feltrine e Bellunesi” e dall’area SIC IT3230063 “Torbiere di Lac
Torond”.
Il Comune di Rivamonte è interessato dall’area SIC/ZPS IT3230083 “Dolomiti
Feltrine e Bellunesi”.
Il Comune di La Valle Agordina è interessato dall’area SIC/ZPS IT3230083 “Dolomiti
Feltrine e Bellunesi” e dall’area SIC/ZPS IT 3230084 “Civetta – Cime di San
Sebastiano”.

2.4 Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione

2.4.1. PTRC

Il PTRC, Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, rappresenta lo strumento


regionale di governo del territorio.
Ai sensi dell'art. 24, c.1 della L.R. 11/04, in coerenza con il programma regionale di
sviluppo (PRS) di cui alla legge regionale 29 novembre 2001, n.35 "Nuove norme
sulla programmazione", il PTRC indica gli “obiettivi e le linee principali di

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organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni


volte alla loro realizzazione".
Il PTRC rappresenta il documento di riferimento per la tematica paesaggistica,
stante quanto disposto dalla Legge Regionale 10 agosto 2006 n. 18, che gli
attribuisce valenza di "piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei
valori paesaggistici", già attribuita dalla Legge Regionale 11 marzo 1986 n. 9 e
successivamente confermata dalla Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11.
Tale attribuzione fa sì che nell'ambito del PTRC siano assunti i contenuti e
ottemperati gli adempimenti di pianificazione paesaggistica previsti dall'articolo 135
del Decreto Legislativo 42/04 e successive modifiche e integrazioni.
Con deliberazione n. 2587 del 7 agosto 2007 la Giunta Regionale del Veneto ha
adottato il Documento Preliminare del PTRC come previsto dall'art. 25, comma 1,
della L.R. 11/2004.
Il Documento Preliminare, “Questioni e lineamenti del Progetto”, contiene gli obiettivi
generali che s'intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del
territorio, nonché le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio
(art.3 c.5 della L.R. 11/04).
Si tratta degli obiettivi del PRS (Piano Regionale di Sviluppo), che in base all’art. 9
della L.R. 35/2001 deve farsi carico di indicare gli indirizzi e gli obiettivi del PTRC.
Questi gli obiettivi indicati dal PRS:
• Razionalizzare l’utilizzo della risorsa suolo, eliminando i fenomeni di diffusione
insediativa e uscita spontanea;
• Ridurre la congestione stradale che caratterizza gran parte del territorio;
• Aumentare l’accessibilità delle diverse aree del territorio regionale;
• Impedire una autorevole erosione del paesaggio storico e delle risorse
naturalistiche;
• Valorizzare il patrimonio architettonico e paesaggistico.
Per l’elaborazione del nuovo PTRC, agli obiettivi sopra riportati, vengono fatti
corrispondere dalla Regione i seguenti indirizzi:
• Riordino della pianificazione del territorio e della pianificazione dei trasporti;
• Riassetto delle localizzazioni insediative;
• Razionalizzazione delle funzioni nei pressi dei nodi infrastrutturali;

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• Riorganizzazione e riequilibrio territoriale;


• Razionalizzazione delle aree produttive;
• Recupero delle funzioni commerciali e residenziali dei centri storici e delle aree
urbane;
• Tutela del territorio agricolo, del paesaggio e dell’ambiente.
Secondo quanto stabilito dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 372 del
17.02.2009 “Adozione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. Legge
regionale 23 aprile 2004, n.11 (articoli 25 e 4)” l’area in esame è classificata come
riportato negli estratti della cartografia riportati in seguito.
Dalla Tavola 01 A – Uso del suolo – Terra si evince come la gran parte del territorio
sia interessato da foreste ad alto valore naturalistico. Queste separano i prati stabili
di fondovalle che circondano i centri abitati dalle aree a pascolo naturale che
delimitano le cime rocciose.
Nella Tavola 01 B – Uso del suolo – Acque si nota la numerosità di sorgenti a
servizio di pubblico acquedotto e alcune, limitate, zone segnalate come a maggiore
pericolosità idraulica.
Nella Tavola 02 – Biodiversità sono evidenziate le aree nucleo della rete ecologica
costituite dalle aree Natura 2000 e dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. La
restante parte del territorio è quasi integralmente inclusa in un corridoio ecologico.
Sono presenti anche alcune grotte.

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Estratto della Tavola 01 A – Uso del suolo – Terra del PTRC della Regione Veneto

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Estratto della Tavola 01 B – Uso del suolo - Acque del PTRC della Regione Veneto.

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Estratto della Tavola 02 – Biodiversità del PTRC


della Regione Veneto.

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Piani d’area applicabili


Non ci sono piani d’area applicati a quest’area.

2.4.2 PIANO REGIONALE NEVE

Il Piano Neve è lo strumento di pianificazione del sistema impiantistico funiviario e


sciistico regionale, come a suo tempo previsto dall’art. 2 della L.R. n. 18 del 6 marzo
1990 e nel rispetto delle direttive, delle prescrizioni e dei vincoli del PTRC e nel
quadro degli indirizzi e delle scelte del piano regionale dei trasporti, così come recita
ora l’art. 7 della legge regionale n. 21 del 21 novembre 2008, stabilisce:
• una razionale realizzazione di impianti e piste;
• la qualifica degli impianti in relazione alla funzione di pubblico servizio;
• l’ottimizzazione del rapporto impianti-piste.
Viene qui riportato un estratto della cartografia dove sono riportati le aree sciistiche
presenti nella Conca Agordina.

Estratto della tavola G Corografia Belluno


Sono presenti delle piste di sci alpino nella zona di Forcella Aurine e una pista di sci
nordico nei pressi di La Valle Agordina.

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2.4.3 PTCP

Il PTCP costituisce l’ambito nel quale i Comuni e la Provincia possono definire le


regole, utilizzando la funzione di coordinamento territoriale assegnata alla Provincia.
Regole che saranno poi applicate nei tavoli di collaborazione interistituzionale e nelle
istruttorie di compatibilità.
Il PTCP fa proprie le finalità dello Schema di sviluppo dello spazio europeo:
- lo sviluppo territoriale sostenibile, equilibrato e policentrico, con particolare
riferimento alle aree rurali;nuovo rapporto di partenariato fra città e campagna;
- la parità di accesso alle infrastrutture e alle conoscenze, migliorando i collegamenti
alle reti di trasporto per una migliore accessibilità, condizione irrinunciabile per lo
sviluppo policentrico; la diffusione della innovazione e della conoscenza;
- l’uso attento dei beni naturali e culturali, intesi come potenziali fattori di sviluppo,
con particolare riferimento ad un’efficiente gestione delle risorse idriche e alla
“gestione creativa” del patrimonio culturale e del paesaggio.
I principi del P.T.C.P., sono la sostenibilità ambientale e la solidarietà territoriale, ove
per sostenibilità ambientale si intende il complesso delle scelte, perseguite a mezzo
di norme di tutela ambientale e di valorizzazione paesistico-naturale, storico-culturale
e di salvaguardia degli ambiti di pericolosità morfologica-idrogeologica, sismica e
derivante da attività industriali; mentre per solidarietà territoriale si intende il
responsabile impegno che ogni soggetto deve assumere nei confronti degli altri
soggetti istituzionali per raggiungere intese finalizzate e per ottimizzare l’azione
pubblica sul territorio.
I principali elementi, riguardanti l’area in oggetto, riscontrati nelle tavole del PTCP i
cui estratti sono di seguito riportati sono:
TAV 1 VINCOLI E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE:
Rete Natura 2000
- Aree SIC e ZPS (D.G.R. 11/12/2007)
Aree tutelate
- Vincolo idrogeologico forestale R.D. 3267 1923
- Ambiti montani per la parte eccedente i 1600 m. s.l.m. (D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.
art.142, lett.d)

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Pianificazione territoriale di settore


- Centri storici (L.R. 80/80, art. 35 NdA del PTRC)
Aree a rischio idraulico e idrogeologico
- Pericolosità geologica

TAV 2 CARTA DELLE FRAGILITA’


Aree soggette a dissesto idrogeologico (art 6, 7)
- Aree di frana
- Aree di conoide
Altre fragilità
- Siti contaminati (art. 10)
- Depuratori
- Opere di presa
TAV 3 CARTA DEL SISTEMA AMBIENTALE
- Parco istituito (D. Lgs 42/04 art.142), art. 25
- Aree SIC ZPS (D.G.R. 11/12/2007 n.4059), art.25
- Biotopi di interesse provinciale artt. 18,19,21

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Estratto dalla TAV 1 Carta dei vincoli e della Pianificazione territoriale del PTCP
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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Estratto dalla TAV 2 Carta delle Fragilità del PTCP


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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Estratto della TAV 3 Sistema ambientale del PTCP


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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

2.5 Descrizione delle previsioni del Piano di Assetto del


Territorio
Viene qui riportata una tabella che contiene tutti gli articoli delle Norme tecniche di
attuazione, un sunto delle indicazioni provenienti da essi, e le relative azioni previste
che possano incidere sul territorio.

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Azioni previste che, potenzialmente, incidono sul


Articoli NTA Sunto Indicazioni
territorio
Art 1
Ambito del Piano di Assetto del Indica i Comuni interessati dal PATI Nessuna
Territorio Intercomunale

Art 2
Definisce il PATI e ne riassume le finalità Nessuna
Definizione e finalità del PATI

Art. 3 Indica il processo di lettura delle componenti strutturali del


Nessuna
Articolazione del PATI territorio e propone direttive, azioni progettuali e salvaguardie

Art 4
Indica gli elaborati che costituiscono il PATI Nessuna
Elaborati del PATI
Indica:
- I vincoli relativi a beni ambientali, paesaggistici, culturali,
Art. 5 storico-architettonici e archeologici
Rispetto dei vincoli indicati
Vincoli ambientali e pianificatori - I vincoli relativi alla tutela e alla sicurezza del territorio
- I vincoli di pianificazione vigente
- Usi civici
Individua le invarianti strutturali in:
- Invarianti di natura geologica
Art 6
- Invarianti di natura paesaggistica Rispetto delle invarianti
Invarianti strutturali
- Invarianti di natura ambientale
- Invarianti di natura storico monumentale
Art 7
Individua le invarianti di natura geologica Rispetto delle invarianti
Invarianti di natura geologica

Art 8
Invarianti di natura ambientale e Individua le invarianti di natura ambientale e paesaggistica Rispetto delle invarianti
paesaggistica
Art 9
Invarianti di natura storico- Individua le invarianti di natura storico-monumentale Rispetto delle invarianti
monumentale

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Azioni previste che, potenzialmente, incidono sul


Articoli NTA Sunto Indicazioni
territorio

Art 10 Rispetto delle indicazioni dettate alla presenza di


Individua le fragilità territoriali e le relative zone di tutela
Fragilità fragilità
Considera le condizioni di rischio sismico in relazione alla vigente
Art 11 disciplina nazionale e provvede alla tutela e sicurezza del territorio Rispetto delle indicazioni dettate alla presenza di
Fragilità da rischio sismico in relazione alle specifiche caratteristiche geologiche e fragilità
geotecniche locali-
Precisa le fragilità degli insediamenti nei confronti degli aspetti
Art 12 Rispetto delle indicazioni dettate alla presenza di
geologici, idrogeologici e idraulici e riporta le condizioni di idoneità
Fragilità geologiche e idrogeologiche fragilità
dei terreni alla trasformazione edilizia
Indica la rete idrografica principale e individua tra le aree e gli
Art 13 elementi soggetti a rischio idraulico, le aree storicamente allagate Rispetto delle indicazioni dettate alla presenza di
Fragilità idrauliche o a ristagno idrico, con l’obiettivo di garantire la sicurezza di cose fragilità
e persone, assicurando la stabilità dell’ambiente fisico e naturale.
Art 14
Indica le possibili fonti di rischio per gli insediamenti e le attività Interventi di tutela e bonifica nei siti che producono
Rischi di origine antropica e
umane provocate da attività, infrastrutture ed impianti tecnologici. rischio per gli insediamenti
conflittualità insediative

Art 15 Identifica gli obiettivi fondamentali della trasformabilità di progetto Utilizzo di suolo, disturbo in fase di cantiere e di
Trasformabilità del territorio del territorio utilizzo, aumento della pressione antropica

Divide il territorio in ambiti che possono essere considerati


Art 16 Interventi compatibili con l’ambito nel quale essi
omogenei per gli aspetti geografico-naturalistici e paesaggistici,
Armatura ambientale ricadono
definiti come “unità paesaggistiche”
Riconosce all’interno del proprio territorio le aree a Parco previste
dalla normativa nazionale e regionale identificate in:
Art 17 - Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutela di Parchi e Aree protette
Parchi e aree protette - Parco-riserva naturale regionale “Monte Civetta”
- Area di tutela paesaggistica di interesse regionale di
competenza degli enti locali “Valli di Gares e San Lucano”
Individua le aree governate a bosco da almeno 25 anni, che il
Art 18 piano intende tutelare a prescindere dalla composizione tipologica
Tutela dei boschi di antico impianto
Il bosco di antico impianto e dalla forma di governo, riconoscendone le funzioni ecologica,
paesaggistica, produttiva e socio economica.
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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Azioni previste che, potenzialmente, incidono sul


Articoli NTA Sunto Indicazioni
territorio
Art 19 Individua le aree di neoformazione, permettendone il Tutela dei prati dalle neoformazioni e delle
Neoformazioni e condizioni di non contenimento quando esse si ampliano a scapito di superfici neoformazioni quando queste non danneggiano altri
boscosità agrarie e abitative. contesti ambientali e antropici
Sottolinea l’importanza di queste aree dal punto di vista
Art 20
ambientale, paesaggistico e produttivo e da indicazioni per un loro Tutela delle superfici agricole, prative, pascolive
Superfici agricole, prative, pascolive
corretto utilizzo.
Regolamenta l’edificabilità in zona agricola in modo che essa sia
Art 21 Interventi edilizi permessi solo se migliorano
permessa solo quando va a favore di un miglioramento delle
Edificabilità in zona agricola l’agricoltura
condizioni per condurre un’agricoltura sostenibile.
Art 22
Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004, definisce i criteri e
Indirizzi e criteri per l’applicazione Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
le modalità per la perequazione urbanistica.
della perequazione urbanistica
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di interesse comune
Indirizzi e criteri per l’applicazione del viene riconosciuta una quota volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
credito edilizio l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la compensazione
Indirizzi e criteri per l’applicazione urbanistica per i proprietari di beni immobili oggetto di vincolo Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
della compensazione urbanistica preordinato all’esproprio.
Art 25
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i luoghi
Standard urbanistici e criteri generali Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
destinati a funzioni di interesse pubblico
di dimensionamento
Individua la perimetrazione dei centri storici, e li tutela assieme a: i
Art 26 grandi alberi e la vegetazione tipica; le pertinenze degli edifici e
Tutela dei centri storici e dei loro contesti anche
Centri storici e nuclei di antica complessi di valore monumentale e testimoniale; i muri a secco, le
vegetazionali
formazione fontane, i capitelli, le immagini sacre, le scalinate e gli spazi
comuni in pietra, i muri a secco, ecc.
Art 27
Incentiva la creazione di servizi alla residenza, nei centri minori, Nessuna in quanto l’obiettivo è solo quello di
Incentivazione alla dotazione di servizi
col fine di mantenere la residenzialità mantenere la residenzialità.
nei piccoli centri

Art 28 Vedi articolo 34 Progetti di valenza strategica e programmi Vedi articolo 34 Progetti di valenza strategica e
Ricettività complessi programmi complessi

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Azioni previste che, potenzialmente, incidono sul


Articoli NTA Sunto Indicazioni
territorio
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove sono
Art 29 permessi sia nuove costruzioni che interventi sui fabbricati
Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
Aree ad urbanizzazione consolidata esistenti. Permette la ridefinizione del margine del consolidato
entro il limite di 30 m (50 m per i servizi standard)
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove sono
Art 30
ammessi interventi di riordino, valorizzazione e riqualificazione. Il
Aree di edificazione consolidata Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
margine di queste aree può essere ridefinito entro il limite di 25 m
minore
(40 m per i servizi standard)
Art 31
Linee preferenziali di sviluppo Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del produttivo. Utilizzo di suolo; disturbo antropico in fase di cantiere
insediativo

Art 32 Fissa i limiti alla nuova edificazione in base alle caratteristiche


Tutela del territorio dall’edificazione
Limiti fisici alla nuova edificazione geomorfologiche e alla salvaguardia dei valori ambientali

Art 33 Individua le principali attrezzature ed impianti. Per i nuovi impianti Vedi valutazioni relative al programma complesso
Demanio sciabile fa riferimento al “Piano Neve” e all’ art. 53 del vigente PTCP Forcella Aurine
I progetti di valenza strategica sono:
- Il Parco
- Ricettività diffusa
- Val Cordevole In linea di massima i progetti possono essere
Art 34
- Rete digitale considerati positivi per il territorio anche se vanno
Progetti di valenza strategica e
I programmi complessi sono: considerati singolarmente, come nelle parti
Programmi Complessi
- Forcella Aurine successive del presente elaborato.
- Energie rinnovabili
- Polo dell’innovazione e dell’impresa
- Polo sportivo e del biathlon
Art 35
Disciplina la variazione degli strumenti urbanistici e individua le
Sportello unico per le attività
attività produttive fuori zona e ne permette l’eventuale Miglioramento nell’utilizzo del territorio
produttive e per le attività produttive
trasferimento
fuori zona
Art 36
Detta le disposizioni attuative per il PI Da valutare a seguito della realizzazione del PI
Disposizioni attuative per il PI
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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Azioni previste che, potenzialmente, incidono sul


Articoli NTA Sunto Indicazioni
territorio
Art 37
Persegue ogni forma di contenimento dell’inquinamento acustico e Tutela del territorio dall’inquinamento acustico e
Tutela dall’inquinamento acustico e
luminoso luminoso
luminoso
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi di
Art 38 Utilizzo di suolo, disturbo in fase di cantiere e di
adeguamento; disciplina la viabilità di progetto; individua i percorsi
Viabilità e reti di trasporto utilizzo, aumento della pressione antropica.
ciclabili, individua i percorsi di uso turistico ed escursionistico
Art 39
Individua e disciplina le infrastrutture di comunicazione elettronica
Localizzazione reti e servizi di Da valutare a seguito della realizzazione del PI.
ad uso pubblico
comunicazione ad uso pubblico
Azioni con effetto positivo sul territorio, salvo
Art 40 Prevede un regolamento tecnico finalizzato al risparmio energetico costruzioni di impianti di produzione di energia
Energie rinnovabili e alla sostenibilità ambientale elettrica da valutare in fase di PI e progetto per
progetto.
Art 41
Criteri per la definizione di varianti al Individua la competenza secondo i tipi di variante Nessuna
PATI

Art 42
Indica come il PI attui il PATI Nessuna
Attuazione del PATI

Art 43 Indica la necessità di eseguire dei monitoraggio sulla base degli Controllo delle conseguenze delle azioni previste dal
Monitoraggio indici riportati nella VAS PATI sul territorio

Art 44
Indica le norme finali e transitorie Nessuna
Norme finali e transitorie

Le successive valutazioni riguarderanno soltanto gli articoli delle NTA che hanno potenzialmente degli effetti sul territorio e
che non vengono demandati ad altre valutazioni.

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

2.6 Previsione del grado di potenziale interferenza diretta e/o


indiretta con la rete Natura 2000, delle azioni previste dagli
articoli delle NTA che incidono sul territorio
Viene qui riportata una tabella nella quale, per ogni articolo delle NTA le cui azioni
incidono sul territorio, viene riportata una previsione del grado di interferenza con la
rete Natura 2000.

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Potenziali fonti di Potenziale interferenza


Articoli NTA Sunto Indicazioni
pressione con la rete Natura 2000
Indica:
- I vincoli relativi a beni ambientali, paesaggistici,
Art. 5 culturali, storico-architettonici e archeologici
Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Vincoli ambientali e pianificatori - I vincoli relativi alla tutela e alla sicurezza del territorio
- I vincoli di pianificazione vigente
- Usi civici
Individua le invarianti strutturali in:
- Invarianti di natura geologica
Art 6
- Invarianti di natura paesaggistica Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Invarianti strutturali
- Invarianti di natura ambientale
- Invarianti di natura storico monumentale
Art 7
Individua le invarianti di natura geologica Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Invarianti di natura geologica

Art 8
Invarianti di natura ambientale e Individua le invarianti di natura ambientale e paesaggistica Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
paesaggistica
Art 9
Invarianti di natura storico- Individua le invarianti di natura storico-monumentale Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
monumentale

Art 10
Individua le fragilità territoriali e le relative zone di tutela Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Fragilità
Considera le condizioni di rischio sismico in relazione alla
Art 11 vigente disciplina nazionale e provvede alla tutela e sicurezza
Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Fragilità da rischio sismico del territorio in relazione alle specifiche caratteristiche
geologiche e geotecniche locali-
Precisa le fragilità degli insediamenti nei confronti degli aspetti
Art 12
geologici, idrogeologici e idraulici e riporta le condizioni di Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Fragilità geologiche e idrogeologiche
idoneità dei terreni alla trasformazione edilizia
Indica la rete idrografica principale e individua tra le aree e gli
Art 13
elementi soggetti a rischio idraulico, le aree storicamente Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Fragilità idrauliche
allagate o a ristagno idrico, con l’obiettivo di garantire la
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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Potenziali fonti di Potenziale interferenza


Articoli NTA Sunto Indicazioni
pressione con la rete Natura 2000
sicurezza di cose e persone, assicurando la stabilità
dell’ambiente fisico e naturale.

Art 14 Indica le possibili fonti di rischio per gli insediamenti e le attività


Rischi di origine antropica e umane provocate da attività, infrastrutture ed impianti Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
conflittualità insediative tecnologici.

Art 15 Identifica gli obiettivi fondamentali della trasformabilità di


Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Trasformabilità del territorio progetto del territorio

Divide il territorio in ambiti che possono essere considerati


Art 16
omogenei per gli aspetti geografico-naturalistici e paesaggistici, Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Armatura ambientale
definiti come “unità paesaggistiche”
Riconosce all’interno del proprio territorio le aree a parco
previste dalla normativa nazionale e regionale identificate in:
- Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Art 17
- Parco-riserva naturale regionale “Monte Civetta” Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Parchi e aree protette
- Area di tutela paesaggistica di interesse regionale di
competenza degli enti locali “Valli di Gares e San
Lucano”
Individua le aree governate a bosco da almeno 25 anni, che il
Art 18 piano intende tutelare a prescindere dalla composizione
Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Il bosco di antico impianto tipologica e dalla forma di governo, riconoscendone le funzioni
ecologica, paesaggistica, produttiva e socio economica.
Art 19 Individua le aree di neoformazione, permettendone il
Neoformazioni e condizioni di non contenimento quando esse si ampliano a scapito di superfici Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
boscosità agrarie e abitative.
Sottolinea l’importanza di queste aree dal punto di vista
Art 20
ambientale, paesaggistico e produttivo e da indicazioni per un Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Superfici agricole, prative, pascolive
loro corretto utilizzo.
Regolamenta l’edificabilità in zona agricola in modo che essa
Art 21
sia permessa solo quando va a favore di un miglioramento Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Edificabilità in zona agricola
delle condizioni per condurre un’agricoltura sostenibile.

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Potenziali fonti di Potenziale interferenza


Articoli NTA Sunto Indicazioni
pressione con la rete Natura 2000
Art 22 Utilizzo di suolo; disturbo
Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004, definisce i
Indirizzi e criteri per l’applicazione antropico in fase di SI
criteri e le modalità per la perequazione urbanistica.
della perequazione urbanistica cantiere
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di interesse Utilizzo di suolo; disturbo
Indirizzi e criteri per l’applicazione del comune viene riconosciuta una quota volumetrica, ai sensi antropico in fase di SI
credito edilizio dell’art. 36 della l.r. 11/2004 cantiere
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la Utilizzo di suolo; disturbo
Indirizzi e criteri per l’applicazione compensazione urbanistica per i proprietari di beni immobili antropico in fase di SI
della compensazione urbanistica oggetto di vincolo preordinato all’esproprio. cantiere
Art 25 Utilizzo di suolo; disturbo
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i luoghi
Standard urbanistici e criteri generali antropico in fase di SI
destinati a funzioni di interesse pubblico
di dimensionamento cantiere
Individua la perimetrazione dei centri storici, e li tutela assieme
Art 26 a: i grandi alberi e la vegetazione tipica; le pertinenze degli
Centri storici e nuclei di antica edifici e complessi di valore monumentale e testimoniale; i muri Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
formazione a secco, le fontane, i capitelli, le immagini sacre, le scalinate e
gli spazi comuni in pietra, i muri a secco, ecc.
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove sono
Utilizzo di suolo; disturbo
Art 29 permessi sia nuove costruzioni che interventi sui fabbricati
antropico in fase di SI
Aree ad urbanizzazione consolidata esistenti. Permette la ridefinizione del margine del consolidato
cantiere
entro il limite di 30 m (50 m per i servizi standard)
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove sono
Art 30 Utilizzo di suolo; disturbo
ammessi interventi di riordino, valorizzazione e riqualificazione.
Aree di edificazione consolidata antropico in fase di SI
Il margine di queste aree può essere ridefinito entro il limite di
minore cantiere
25 m (40 m per i servizi standard)
Art 31 Utilizzo di suolo; disturbo
Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del
Linee preferenziali di sviluppo antropico in fase di SI
produttivo.
insediativo cantiere

Art 32 Fissa i limiti alla nuova edificazione in base alle caratteristiche


Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Limiti fisici alla nuova edificazione geomorfologiche e alla salvaguardia dei valori ambientali

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Potenziali fonti di Potenziale interferenza


Articoli NTA Sunto Indicazioni
pressione con la rete Natura 2000
- Per quanto riguarda il Parco, considerato che gli
interventi saranno minimali e volti ad una
valorizzazione dello stesso, peraltro in aree
interne al Parco individuate nel Piano del Parco
o esterne ad esso e quindi alla rete Natura
2000, si possono ritenere queste azioni
escludibili dalla presente valutazione.
- La ricettività diffusa porterà un lieve aumento
della pressione antropica con delle potenziali
interferenze con la rete Natura 2000.
- Il progetto relativo alla Val Cordevole consiste in
una riqualificazione ambientale che pertanto
I progetti di valenza strategica sono:
avrà effetti positivi sulla rete Natura 2000.
- Il Parco
- Per la rete digitale potrebbero esserci dei
- Ricettività diffusa
problemi relativi al posizionamento degli
- Val Cordevole
Art 34 impianti che verranno però valutati a seguito
- Rete digitale
Progetti di valenza strategica e della redazione del PI mediante il quale
I programmi complessi sono:
Programmi Complessi verranno localizzati.
- Forcella Aurine
- Gli interventi a Forcella Aurine potrebbero
- Energie rinnovabili
comportare delle interferenze con la rete Natura
- Polo dell’innovazione e dell’impresa
2000.
- Polo sportivo e del biathlon
- Le energie rinnovabili comportano sicuramente
degli effetti benefici sul territorio, andrà valutata
l’incidenza di eventuali impianti a seguito della
redazione del PI.
- Il polo dell’innovazione e dell’impresa sarà
situato nell’area .di espansione produttiva e
pertanto valutato con essa, vedi art. 31.
- Il polo sportivo del biathlon comporterà un certo
uso del territorio, piccoli cantieri e un aumento
della pressione antropica nell’area, pertanto
verranno valutate le potenziali interferenze con
la rete Natura 2000.

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Potenziali fonti di Potenziale interferenza


Articoli NTA Sunto Indicazioni
pressione con la rete Natura 2000
Art 35
Disciplina la variazione degli strumenti urbanistici e individua
Sportello unico per le attività Azioni con effetto positivo sul territorio, da valutare in
le attività produttive fuori zona e ne permette l’eventuale
produttive e per le attività produttive fase di PI e progetto per progetto.
trasferimento
fuori zona
Art 37
Persegue ogni forma di contenimento dell’inquinamento
Tutela dall’inquinamento acustico e Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
acustico e luminoso
luminoso
Utilizzo di suolo, disturbo
in fase di cantiere e di
utilizzo, aumento della
pressione antropica. I
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi di percorsi ciclabili,
Art 38 adeguamento; disciplina la viabilità di progetto; individua i utilizzando sempre
SI
Viabilità e reti di trasporto percorsi ciclabili, individua i percorsi di uso turistico ed percorsi già esistenti
escursionistico richiederanno interventi
minimi e pertanto, per essi,
si può escludere la
possibilità di eventuali
impatti.
Azioni con effetto positivo sul territorio, salvo costruzioni
Art 40 Prevede un regolamento tecnico finalizzato al risparmio
di impianti di produzione di energia elettrica da valutare
Energie rinnovabili energetico e alla sostenibilità ambientale
in fase di PI e progetto per progetto.

Art 43 Indica la necessità di eseguire dei monitoraggio sulla base


Azioni con effetti positivi sulla rete Natura 2000
Monitoraggio degli indici riportati nella VAS

Nelle seguenti valutazioni verranno considerati solo gli articoli delle NTA che possono avere interferenze, non positive, con
la rete Natura 2000.

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

2.7 Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle rete
infrastrutturale
Nella seguente tabella verrà riportato, per ogni articolo del NTA, l’utilizzo delle risorse
inteso come occupazione di suolo con delle indicazioni sulle tecniche costruttive
utilizzate.

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

UTILIZZO DELLE RISORSE


Articoli NTA Sunto Indicazioni
Occupazione di superficie Tecniche costruttive utilizzate
Art 22 Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004,
Indirizzi e criteri per l’applicazione definisce i criteri e le modalità per la perequazione Vedi articoli successivi
della perequazione urbanistica urbanistica.
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di
Indirizzi e criteri per l’applicazione del interesse comune viene riconosciuta una quota Vedi articoli successivi
credito edilizio volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la
Indirizzi e criteri per l’applicazione compensazione urbanistica per i proprietari di beni Vedi articoli successivi
della compensazione urbanistica immobili oggetto di vincolo preordinato all’esproprio.
I servizi di interesse comune
Art 25
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i occuperanno Utilizzo di tecniche di
Standard urbanistici e criteri generali
luoghi destinati a funzioni di interesse pubblico complessivamente una nuova sostenibilità ambientale
di dimensionamento
superficie di circa 145.371 mq
Individua le aree con urbanizzazione consolidata
La nuova superficie occupata Utilizzo di materiali tradizionali
dove sono permessi sia nuove costruzioni che
Art 29 nelle zone di urbanizzazione e tecniche di risparmio
interventi sui fabbricati esistenti. Permette la
Aree ad urbanizzazione consolidata consolidata è pari a circa energetico e sostenibilità
ridefinizione del margine del consolidato entro il limite
212.716 mq ambientale
di 30 m (50 m per i servizi standard)
Individua le aree di edificazione consolidata minore
La nuova superficie occupata Utilizzo di materiali tradizionali
Art 30 dove sono ammessi interventi di riordino,
nelle zone di urbanizzazione e tecniche di risparmio
Aree di edificazione consolidata valorizzazione e riqualificazione. Il margine di queste
consolidata è pari a circa energetico e sostenibilità
minore aree può essere ridefinito entro il limite di 25 m (40 m
191.206 mq ambientale
per i servizi standard)
Le aree di espansione
residenziale occuperanno una
nuova superficie pari a 15.655 Utilizzo di materiali tradizionali
Art 31
Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del mq. e tecniche di risparmio
Linee preferenziali di sviluppo
produttivo. Le aree di espansione energetico e sostenibilità
insediativo ambientale
produttiva occuperanno una
nuova superficie pari a circa
47.521 mq

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

UTILIZZO DELLE RISORSE


Articoli NTA Sunto Indicazioni
Occupazione di superficie Tecniche costruttive utilizzate
Per la ricettività diffusa
verranno utilizzate perlopiù
strutture già esistenti
Il progetto di valenza strategica del quale verrà A Forcella Aurine per
valutata la potenziale incidenza ambientale è: l’adeguamento dell’area alle
Art 34 - Ricettività diffusa esigenze turistico-invernali Utilizzo di materiali tradizionali
e tecniche di risparmio
Progetti di valenza strategica e I programmi complessi dei quali verrà valutata la potranno essere necessarie
energetico e sostenibilità
Programmi Complessi potenziale incidenza ambientale sono: piccole occupazioni di ambientale
- Forcella Aurine superficie.
- Polo sportivo e del biathlon La realizzazione del polo
sportivo richiederà l’utilizzo di
superficie anche se in ambito
prossimo a quello urbano.
Individua gli assi stradali principali ed i relativi Occupazione di superficie
Art 38 interventi di adeguamento; disciplina la viabilità di limitata in quanto la maggior Utilizzo di tecniche di
Viabilità e reti di trasporto progetto; individua i percorsi ciclabili, individua i parte degli interventi consiste sostenibilità ambientale
percorsi di uso turistico ed escursionistico nel sistemare strade esistenti

______________________________________________________________________________ 33
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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

2.8 Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti
infrastrutturali
Nella seguente tabella verrà riportato, per ogni articolo del NTA, il fabbisogno nel
campo dei trasporti, della viabilità e delle reti infrastrutturali.

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Articoli NTA Sunto Indicazioni FABBISOGNO INFRASTRUTTURALE

Art 22
Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004, definisce i criteri e
Indirizzi e criteri per l’applicazione Vedi articoli successivi
le modalità per la perequazione urbanistica.
della perequazione urbanistica
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di interesse comune
Indirizzi e criteri per l’applicazione del viene riconosciuta una quota volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della Vedi articoli successivi
credito edilizio l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la compensazione
Indirizzi e criteri per l’applicazione urbanistica per i proprietari di beni immobili oggetto di vincolo Vedi articoli successivi
della compensazione urbanistica preordinato all’esproprio.
Art 25
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i luoghi SI: nelle nuove aree di espansione verrà realizzata
Standard urbanistici e criteri generali
destinati a funzioni di interesse pubblico della viabilità secondaria
di dimensionamento
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove sono
Art 29 permessi sia nuove costruzioni che interventi sui fabbricati SI: nelle nuove aree di espansione verrà realizzata
Aree ad urbanizzazione consolidata esistenti. Permette la ridefinizione del margine del consolidato della viabilità secondaria
entro il limite di 30 m (50 m per i servizi standard)
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove sono
Art 30
ammessi interventi di riordino, valorizzazione e riqualificazione. Il SI: nelle nuove aree di espansione verrà realizzata
Aree di edificazione consolidata
margine di queste aree può essere ridefinito entro il limite di 25 m della viabilità secondaria
minore
(40 m per i servizi standard)
Art 31
SI: nelle nuove aree di espansione verrà realizzata
Linee preferenziali di sviluppo Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del produttivo.
della viabilità secondaria
insediativo
Il progetto di valenza strategica del quale verrà valutata la
potenziale incidenza ambientale è:
Art 34 - Ricettività diffusa
SI: nelle nuove aree di espansione verrà realizzata
Progetti di valenza strategica e I programmi complessi dei quali verrà valutata la potenziale
della viabilità secondaria
Programmi Complessi incidenza ambientale sono:
- Forcella Aurine
- Polo sportivo e del biathlon
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi di
Art 38
adeguamento; disciplina la viabilità di progetto; individua i percorsi SI: è insito nell’articolo
Viabilità e reti di trasporto
ciclabili, individua i percorsi di uso turistico ed escursionistico
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2.9 Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso


Nella seguente tabella verranno riportate, per ogni articolo del NTA, le emissioni, gli
scarichi, i rifiuti, i rumori, sia durante la fase di cantiere che durante la fase di
esercizio.

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EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI,


Articoli NTA Sunto Indicazioni INQUINAMENTO LUMINOSO
Fase di cantiere Fase di esercizio
Art 22
Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004, definisce i criteri e
Indirizzi e criteri per l’applicazione Vedi articoli successivi
le modalità per la perequazione urbanistica.
della perequazione urbanistica
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di interesse comune
Indirizzi e criteri per l’applicazione del viene riconosciuta una quota volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della Vedi articoli successivi
credito edilizio l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la compensazione
Indirizzi e criteri per l’applicazione urbanistica per i proprietari di beni immobili oggetto di vincolo Vedi articoli successivi
della compensazione urbanistica preordinato all’esproprio.
Produzione di emissioni,
Emissione di polveri,
Art 25 rifiuti, rumori e
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i luoghi destinati rumori, fumi, scarico di
Standard urbanistici e criteri generali inquinamento luminoso
a funzioni di interesse pubblico materiale non utilizzabile
di dimensionamento dovuti alla presenza
in apposite discariche
antropica
Produzione di emissioni,
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove sono Emissione di polveri,
rifiuti, rumori e
Art 29 permessi sia nuove costruzioni che interventi sui fabbricati esistenti. rumori, fumi, scarico di
inquinamento luminoso
Aree ad urbanizzazione consolidata Permette la ridefinizione del margine del consolidato entro il limite di materiale non utilizzabile
dovuti alla presenza
30 m (50 m per i servizi standard) in apposite discariche
antropica
Produzione di emissioni,
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove sono Emissione di polveri,
Art 30 rifiuti, rumori e
ammessi interventi di riordino, valorizzazione e riqualificazione. Il rumori, fumi, scarico di
Aree di edificazione consolidata inquinamento luminoso
margine di queste aree può essere ridefinito entro il limite di 25 m materiale non utilizzabile
minore dovuti alla presenza
(40 m per i servizi standard) in apposite discariche
antropica
Produzione di emissioni,
Emissione di polveri,
Art 31 rifiuti, rumori e
rumori, fumi, scarico di
Linee preferenziali di sviluppo Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del produttivo. inquinamento luminoso
materiale non utilizzabile
insediativo dovuti alla presenza
in apposite discariche
antropica
Il progetto di valenza strategica del quale verrà valutata la Emissione di polveri, Leggero aumento di
Art 34
potenziale incidenza ambientale è: rumori, fumi, scarico di produzione di emissioni,
Progetti di valenza strategica e
- Ricettività diffusa materiale non utilizzabile rifiuti, rumori e
Programmi Complessi
I programmi complessi dei quali verrà valutata la potenziale in apposite discariche inquinamento luminoso
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EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI,


Articoli NTA Sunto Indicazioni INQUINAMENTO LUMINOSO
Fase di cantiere Fase di esercizio
incidenza ambientale sono: dovuti alla presenza
- Forcella Aurine antropica
- Polo sportivo e del biathlon
Emissione di polveri,
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi di Rumori e emissioni
Art 38 rumori, fumi, scarico di
adeguamento; disciplina la viabilità di progetto; individua i percorsi dovuti al transito dei
Viabilità e reti di trasporto materiale non utilizzabile
ciclabili, individua i percorsi di uso turistico ed escursionistico veicoli
in apposite discariche

___________________________________________________________________________________________________________________ 38
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2.10 Alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali


aria, acqua, suolo (escavazioni, deposito materiali,
dragaggio, ecc.)
Nella seguente tabella verranno riportate, per ogni articolo del NTA, le possibili
alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali aria, acqua e suolo.

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Articoli NTA Sunto Indicazioni ARIA ACQUA SUOLO

Art 22 Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004,


Vedi articoli Vedi articoli Vedi articoli
Indirizzi e criteri per l’applicazione definisce i criteri e le modalità per la perequazione
successivi successivi successivi
della perequazione urbanistica urbanistica.
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di
Vedi articoli Vedi articoli Vedi articoli
Indirizzi e criteri per l’applicazione del interesse comune viene riconosciuta una quota
successivi successivi successivi
credito edilizio volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la
Vedi articoli Vedi articoli Vedi articoli
Indirizzi e criteri per l’applicazione compensazione urbanistica per i proprietari di beni
successivi successivi successivi
della compensazione urbanistica immobili oggetto di vincolo preordinato all’esproprio.
Art 25 Emissioni di gas di Occupazione suoli e
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i
Standard urbanistici e criteri generali scarico e polveri in NO impermeabilizzazione
luoghi destinati a funzioni di interesse pubblico
di dimensionamento fase di cantiere; degli stessi
Emissioni di gas di
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove scarico e polveri in
sono permessi sia nuove costruzioni che interventi sui fase di cantiere; Occupazione suoli e
Art 29
fabbricati esistenti. Permette la ridefinizione del margine emissioni dovute al NO impermeabilizzazione
Aree ad urbanizzazione consolidata
del consolidato entro il limite di 30 m (50 m per i servizi riscaldamento degli stessi
standard) degli edifici in fase
di esercizio
Emissioni di gas di
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove scarico e polveri in
Art 30 sono ammessi interventi di riordino, valorizzazione e fase di cantiere; Occupazione suoli e
Aree di edificazione consolidata riqualificazione. Il margine di queste aree può essere emissioni dovute al NO impermeabilizzazione
minore ridefinito entro il limite di 25 m (40 m per i servizi riscaldamento degli stessi
standard) degli edifici in fase
di esercizio
Emissioni di gas di
scarico e polveri in
Art 31 fase di cantiere; Occupazione suoli e
Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del
Linee preferenziali di sviluppo emissioni dovute al NO impermeabilizzazione
produttivo.
insediativo riscaldamento degli stessi
degli edifici in fase
di esercizio

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Articoli NTA Sunto Indicazioni ARIA ACQUA SUOLO

Il progetto di valenza strategica del quale verrà valutata Emissioni di gas di


la potenziale incidenza ambientale è: scarico e polveri in
Art 34 - Ricettività diffusa fase di cantiere; Occupazione suoli e
Progetti di valenza strategica e I programmi complessi dei quali verrà valutata la emissioni dovute al NO impermeabilizzazione
Programmi Complessi potenziale incidenza ambientale sono: riscaldamento degli stessi
- Forcella Aurine degli edifici in fase
- Polo sportivo e del biathlon di esercizio
Emissioni di gas di
scarico e polveri in
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi
fase di cantiere, Occupazione suoli e
Art 38 di adeguamento; disciplina la viabilità di progetto;
emissione dei gas NO impermeabilizzazione
Viabilità e reti di trasporto individua i percorsi ciclabili, individua i percorsi di uso
di scarico degli degli stessi
turistico ed escursionistico
autoveicoli in fase
di esercizio

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2.11 Identificazione di tutti i piani, progetti e interventi che


possono interagire congiuntamente
Al momento, per quanto concerne la Rete Natura 2000 esiste il Piano del Parco
Dolomiti Bellunesi; inoltre, in futuro, si attiveranno le politiche di tutela che
prevedranno il Piano di gestione dei Siti Natura 2000 e quelle di salvaguardia del
P.T.R.C..

3 FASE 3 - VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE


INCIDENZE

3.1 Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi


Al fine di individuare l’area di incidenza potenziale sono stati considerati,
principalmente, i seguenti fattori:
• localizzazione degli interventi rispetto ai siti Natura 2000 presi in
considerazione nella presente relazione;
• tipologia degli impatti;
• tipologia ambientale dei luoghi direttamente interessati dalle opere;
• caratteristiche geomorfologiche ed orografiche del territorio analizzato.
L’obiettivo che ci si propone è quello di individuare una fascia entro la quale si
potranno propagare i fenomeni di incidenza a carico degli elementi della rete
ecologica Natura 2000, nella consapevolezza che, allontanandosi dalle aree
direttamente interessate dai lavori, si assisterà ad una attenuazione dei meccanismi
di alterazione provocati dagli interventi.
Alcune incidenze, quali la riduzione di superficie di habitat, si esaurirebbero (il PAT in
oggetto non ne prevede) nell’area di effettiva presenza dell’opera, mentre i fenomeni
perturbativi a carico di habitat o specie si possono manifestare anche a distanza.
Per la definizione dell’area di impatto potenziale (ovvero del limite spaziale
dell’analisi) è stato preso in considerazione il fattore che incide maggiormente,
costituito dal rumore dei mezzi di cantiere.

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Rumore
Per quanto riguarda le emissioni sonore, in considerazione dei mezzi che saranno
impiegati in cantiere, è stata valutata la distanza entro la quale il rumore prodotto dai
macchinari decade al disotto della soglia di disturbo per la fauna che, secondo uno
studio del 1986 di Reijnen e Thissen (Dinetti, 2000), si attesta sul valore di 50 dB(A).
L’attenuazione dovuta alla distanza (Att dist) tra la sorgente sonora e il ricettore
(dBA), considerando una propagazione di tipo semisferico in campo libero, è data
dalla formula:
Att dist = 20 * log (r/ro) – 3
Dove:
Att dist = attenuazione dovuta alla distanza (dBA);
r = distanza tra sorgente e recettore (m);
ro = distanza di riferimento, in genere 10 m.
Nella seguente tabella sono riportati i dati di attenuazione del rumore all’aumentare
della distanza in campo libero. Sono stati considerati alcuni dei mezzi che saranno
presumibilmente utilizzati negli interventi previsti con l’emissione sonora alla fonte più
elevata.
Rumore Rumore attenuato a distanza dalla sorgente
alla
Macchina
fonte 50 100 200 300 400 500 750
(dBA)
Attenuazione 11 17 24 27 30 31 35
Autocarro 80 69 63 56 53 50 49 45
Escavatore 84 73 67 60 57 54 53 49
Pala meccanica 75 64 58 51 48 45 44 40
Ruspa mini 81 70 64 57 54 51 50 46

E’ opportuno sottolineare che i dati riportati in tabella si riferiscono ad una


propagazione sonora in campo libero, nella realtà, invece, il livello sonoro decade col
crescere della distanza più rapidamente di quanto previsto dalle relazioni
matematiche. Le cause principali di questo fenomeno sono:
presenza di vegetazione tra sorgente e ricevente;
effetti di natura meteorologica;
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barriere artificiali o naturali.


Come riportato da Agostoni e Marinoni (1987), la presenza di ampie masse di
vegetazione tra la sorgente sonora e il ricettore permette l’attenuazione di 5-6 dBA
per ogni 100 m di massa vegetale densa. Nel contesto in esame, dove l’area natura
2000 vede estese formazioni boscate a contatto con le aree di intervento i dati di
attenuazione del rumore all’aumentare della distanza dalla fonte assumono i valori
riportati nella seguente tabella.

Rumore Rumore attenuato a distanza dalla sorgente


Macchina alla fonte
50 100 200 300 400 500 750 1000
(dBA)
Attenuazione 13,5 22 34 42 50 56 72,5 87
Autocarro 80 66.5 58 46 38 30 24 7.5 -7
Escavatore 90 76,5 68 56 48 40 34 17.5 3
Pala meccanica 75 61,5 53 41 33 25 19 2,5 -12
Ruspa mini 81 67.5 59 47 39 31 25 8.5 -6

Alla luce di quanto detto e in riferimento ai dati riportati nella tabella sopra riportata,
per la definizione del limite spaziale si è scelto di considerare una distanza di
riferimento pari a 300 metri dal punto di generazione delle incidenze. A questa
distanza, il livello sonoro del rumore prodotto dai cantieri per la realizzazione degli
interventi previsti decade al di sotto della soglia dei 50 dB(A).
Questo valore di riferimento è stato variato in alcuni casi per tenere conto del diverso
impatto che possono avere alcuni interventi.
Nella seguente tabella vengono riportati i vari articoli delle NTA e la definizione del
limite spaziale di analisi considerato per i relativi interventi.

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Ampiezza area di
Articoli NTA Sunto Indicazioni Motivazioni
indagine

Art 22 Il PATI in sintonia con l’art. 37 della l.r. 11/2004,


Considerato nei punti
Indirizzi e criteri per l’applicazione definisce i criteri e le modalità per la perequazione
successivi
della perequazione urbanistica urbanistica.
Art 23 Identifica i casi in cui ai proprietari di immobili di
Considerato nei punti
Indirizzi e criteri per l’applicazione del interesse comune viene riconosciuta una quota
successivi
credito edilizio volumetrica, ai sensi dell’art. 36 della l.r. 11/2004
Art 24 Ai sensi dell’art 37 della l.r. 11/2004 disciplina la
Considerato nei punti
Indirizzi e criteri per l’applicazione compensazione urbanistica per i proprietari di beni
successivi
della compensazione urbanistica immobili oggetto di vincolo preordinato all’esproprio.
Art 25
Stabilisce gli standard urbanistici minimi e individua i
Standard urbanistici e criteri generali 300 m Ampiezza di riferimento
luoghi destinati a funzioni di interesse pubblico
di dimensionamento
Ampiezza di riferimento
- 300 m per gli
per gli interventi
Individua le aree con urbanizzazione consolidata dove interventi
sull’esistente
sono permessi sia nuove costruzioni che interventi sui sull’edificato
Art 29 aumentata di 100 m
fabbricati esistenti. Permette la ridefinizione del margine consolidato
Aree ad urbanizzazione consolidata per la ridefinizione del
del consolidato entro il limite di 30 m (50 m per i servizi - 400 m per la
margine che prevede
standard) ridefinizione del
interventi di nuova
margine
costruzione
Ampiezza di riferimento
- 300 m per gli
per gli interventi
Individua le aree di edificazione consolidata minore dove interventi
sull’esistente
Art 30 sono ammessi interventi di riordino, valorizzazione e sull’edificato
aumentata di 100 m
Aree di edificazione consolidata riqualificazione. Il margine di queste aree può essere consolidato
per la ridefinizione del
minore ridefinito entro il limite di 25 m (40 m per i servizi - 400 m per la
margine che prevede
standard) ridefinizione del
interventi di nuova
margine
costruzione
Ampiezza di riferimento
Art 31
Individua le linee di espansione dell’urbanizzato e del aumentata di 100 m
Linee preferenziali di sviluppo 400 m
produttivo. perché si tratta di
insediativo
interventi ex novo

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Ampiezza area di
Articoli NTA Sunto Indicazioni Motivazioni
indagine
Il progetto di valenza strategica del quale verrà valutata
la potenziale incidenza ambientale è:
Art 34 - Ricettività diffusa
Progetti di valenza strategica e I programmi complessi dei quali verrà valutata la 300 m Ampiezza di riferimento
Programmi Complessi potenziale incidenza ambientale sono:
- Forcella Aurine
- Polo sportivo e del biathlon
Individua gli assi stradali principali ed i relativi interventi
Art 38 di adeguamento; disciplina la viabilità di progetto;
300 m Ampiezza di riferimento
Viabilità e reti di trasporto individua i percorsi ciclabili, individua i percorsi di uso
turistico ed escursionistico

Vengono qui riportate le cartografie nelle quali sono indicate la localizzazione delle azioni strategiche e le relative aree di
indagine.

___________________________________________________________________________________________________________________ 46
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SERVIZI DI INTERESSE COMUNE


ART 25 NTA

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AREE AD URBANIZZAZIONE CONSOLIDATA


ART 29 NTA

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AREE DI EDIFICAZIONE CONSOLIDATA MINORE


ART. 30 NTA

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SVILUPPO INSEDIATIVO
ART. 31 NTA

___________________________________________________________________________________________________________________ 50
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PROGETTI DI VALENZA STRATEGICA E PROGRAMMI COMPLESSI


ART. 34 NTA

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VIABILITA’ E RETI DI TRASPORTO


ART. 38 NTA

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3.2 Identificazione dei siti della Rete Natura 2000 interessati


In fase di verifica cartografica è risultato che le aree potenzialmente soggette a
impatti derivanti dagli interventi previsti dal PATI si sovrappongono con le aree
appartenenti alla Rete Natura 2000:
• SIC/ZPS IT3230083 “DOLOMITI FELTRINE E BELLUNESI”;
• SIC/ZPS IT3230084 “CIVETTA CIME DI SAN SEBASTIANO”
• SIC/ZPS IT3230043 “PALE DI SAN MARTINO: FOCOBON, PAPE-SAN
LUCANO, AGNER-CRODA GRANDA”
• SIC IT3230063”TORBIERE DI LAC TOROND”

3.2.1 SIC/ZPS IT 3230083 “DOLOMITI FELTRINE E BELLUNESI”

Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è identificato a livello comunitario nell’elenco


dei SIC e delle ZPS, con il codice IT3230083 “Dolomiti Feltrine e Bellunesi”. Tale
area di importanza comunitaria presenta una superficie complessiva di 31.384 ettari
e ricade nella Regione Biogeografia Alpina.
La scheda descrittiva della Banca Dati della Regione Veneto, la identifica come “un
territorio coincidente, sostanzialmente, con i confini del Parco Nazionale Dolomiti
Bellunesi. Espressione di biodiversità complessiva tra le più alte del continente.
Estrema diversificazione di Habitat”.
Gli habitat presenti nel Sito in relazione anche alla cartografia habitat sono i seguenti:

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o
3150
Hydrocharition
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
4060 Lande alpine e boreali
4070 *Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-
Rhododendretum hirsuti)
4080 Boscaglie subartiche di Salix spp.
5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee
6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine

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CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su
substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* stupenda fioritura di orchidee)
6230 *Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo
delle zone montane (e delle zone sub-montane dell’Europa
continentale)
6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi e argilloso-limosi (Molinion
caeruleae)
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,
Sanguisorba officinalis)
6520 Praterie montane da fieno
7220 *Sorgenti pietrificanti con formazioni di travertino (Cratoneurion)
7230 Torbiere basse alcaline
8120 Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini
8130 Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
8240 *Pavimenti calcarei
9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum
9140 Faggeti subalpini dell’Europa centrale con Acer e Rumex arifolius
9150 Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion
9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
91H0 *Boschi pannonici di Quercus pubescens
91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)
91L0 Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)
9260 Foreste di Castanea sativa
9530 *Pinete (sub-) mediterranee di Pini neri endemici

Tra questi habitat sette sono considerati prioritari:


4070 *Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-
Rhododendretum hirsuti)
6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli s
substrato calcareo (Festuco-Brometalia) in presenza di una *stupenda fioritura di
orchidee
6230 *Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle
zone montane (e delle zone sub-montane dell’Europa continentale)
7220 *Sorgenti pietrificanti con formazioni di travertino (Cratoneurion)
8240 *Pavimenti calcarei
9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
9530 *Pinete (sub-) mediterranee di Pini neri endemici

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Non sono invece stati rilevati nella cartografia habitat e perciò si considerano assenti
rispetto alla scheda del Formulario Standard i seguenti Habitat:
8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-scleranthion o del Sedo
albi-Veronicion dillenii
9110 Faggeti di Luzulo-Fagetum

Dal punto di vista floristico, le specie riportate nella scheda identificativa del sito sono
Cypripedium calceolus per l’Allegato II della Direttiva Habitat e Physoplesix comosa
e Campanula morettiana per l’Allegato IV.
Altre specie dell’Allegato II, non riportate nella scheda descrittiva, ma presenti nel
Sito sono Gladiolus palustris (presente in pendii con scorrimenti idrici) e Adenophora
liliifolia, tipica di ambienti di forra.

Altre specie notevoli segnalate sono: Aconitum anthora, Alyssum ovirense,


Androsace villosa, Arabis nova, Astragalus frigidus, Astragalus sempervirens,
Cortusa matthioli, Dactylorhiza traunsteineri, Daphne alpina, Delphinum dubium,
Galium margaritaceum, Gentiana pumila, Geranium argenteum, Hypochoeris
facchiniana, Iris cengialti, Knautia ressmannii, Lilium carniolicum, Microstylis
monophyllos, Minuartia graminifolia, Nymphaea alba, Pedicularis hacquetii,
Polygonum amphibium, Primula tyrolensis, Pulmonaria vallarsae, Rhaponticum
scariosum, Rhizobotrya alpina, Saxifraga hostii, Saxifraga mutata, Sempervivum
dolomiticum, Silene veselskyi, Sisymbrium austriacum, Spiraea decumbens, Thlaspi
minimum, Tofieldia pusilla, Trifolium noricum, Urticularia australis, Woodsia pulchella,
Adenophora liliifolia, Campanula thyrsoides, Cytisus pseudoprocumbens, Scorzonera
austriaca, Seseli gouanii, Centaurea haynaldii, Cladium mariscus, Salix pentandra,
Leontopodium alpinum, Salix mielichhoferi.

Per la componente faunistica la situazione è schematizzabile nel seguente elenco:

ANFIBI
Ululone dal ventre giallo Bombina variegata (Allegati II, IV Dir. Habitat)
Salamandra alpina Salamandra atra (Allegato IV Dir. Habitat)

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Rana agile Rana dalmatina (Allegato IV Dir. Habitat)

RETTILI
Vipera dal corno Vipera ammodytes (Allegato IV Dir. Habitat)
Colubro liscio Coronella austriaca (Allegato IV Dir. Habitat)

INVERTEBRATI
Cervo volante Lucanus cervus (Allegato II Dir. Habitat)
Rosalia alpina (Allegati II, IV Dir. Habitat)
Vertigo angustior (Allegato II Dir. Habitat)

PESCI
Trota marmorata Salmo marmoratus (Allegato II Dir. Habitat)

MAMMIFERI
Lince Lynx lynx (Allegati II,IV Dir. Habitat)
Lepre bianca Lepus timidus (Allegato V Dir. Habitat)
Martora Martes martes (Allegato V Dir. Habitat)
Camoscio Rupicapra rupicapra (Allegato V Dir. Habitat)

UCCELLI
Aquila reale Aquila chrysaetos (Allegato I Dir. Uccelli)
Francolino di monte Bonasa bonasia (Allegato I Dir. Uccelli)
Coturnice Alectoris graeca (Allegato I Dir. Uccelli)
Nibbio bruno Milvus migrans (Allegato I Dir. Uccelli)
Averla piccola Lanius collurio (Allegato I Dir. Uccelli)
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (Allegato I Dir. Uccelli)
Succiacapre Caprimulgus europaeus (Allegato I Dir. Uccelli)
Gufo reale Bubo bubo (Allegato I Dir. Uccelli)
Pellegrino Falco peregrinus (Allegato I Dir. Uccelli)
Albanella reale Circus cyaneus (Allegato I Dir. Uccelli)
Biancone Circaetus gallicus (Allegato I Dir. Uccelli)

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Civetta capogrosso Aegolius funereus (Allegato I Dir. Uccelli)


Civetta nana Glaucidium passerinum (Allegato I Dir. Uccelli)
Fagiano di monte Tetrao tetrix (Allegato I Dir. Uccelli)
Gallo cedrone Tetrao urogallus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio nero Dryocopus martius (Allegato I Dir. Uccelli)
Grifone Gyps fulvus (Allegato I Dir. Uccelli)
Piviere tortolino Charadrius morinellus (Allegato I Dir. Uccelli)
Re di quaglie Crex crex (Allegato I Dir. Uccelli)
Nibbio reale Milvus milvus (Allegato I Dir. Uccelli)
Cicogna nera Ciconia nigra (Allegato I Dir. Uccelli)
Avvoltoio degli Agnelli Gypaetus barbatus (Allegato I Dir. Uccelli)
Falco cuculo Falco vespertinus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio cenerino Picus canus (Allegato I Dir. Uccelli)
Pernice bianca Lagopus mutus (Allegato I Dir. Uccelli)

Altre specie presenti ma non inserite in Allegato I della Direttiva Uccelli sono:
Sparviere (Accipiter nisus), Picchio muraiolo (Thicodroma muraria), Allocco (Strix
aluco), Lodaiolo (Falco subbuteo), Beccofrusone (Bombycilla garrulus), Gufo comune
(Asio otus), Merlo dal collare (Turdus torquatus), Nocciolaia (Nucifraga
caryocatactes), Airone cenerino (Ardea cinerea), Astore (Accipiter gentilis),
Beccaccia (Scolopax rusticola), Crociere (Loxia curvirostra), Cincia dal ciuffo (Parus
cristatus), Cincia bigia alpestre (Parus montanus), Spioncello (Anthus spinoletta),
Picchio verde (Picus viridis), Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), Rondone
maggiore (Apus melba), Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), Frosone (Coccothraustes
coccothraustes), Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), Averla capirossa
(Lanius senator), Codirossone (Monticola saxatilis), Lui bianco (Phylloscopus
bonelli), Lui verde (Phylloscopus sibilatrix), Rondine montana (Ptyonoprogne
rupestris), Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), Stiaccino (Saxicola rubetra),
Beccafico (Sylvia borin).
Tra le specie importanti di anfibi si ritrova anche la Raganella italiana (Hyla
intermedia) e, tra i mammiferi, l’Ermellino (Mustela erminea) e il Toporagno d’acqua
(Neomys anomalus).

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

3.2.2 SIC/ZPS IT3230084 “CIVETTA – CIME DI SAN SEBASTIANO”

L’area è identificata a livello comunitario nell’elenco dei SIC e delle ZPS con il codice
IT3230084 “Civetta – Cime di San Sebastiano”; occupa una vasta area nella parte
centrale della Provincia di Belluno, ed interessa i Comuni di Alleghe, Taibon
Agordino, Zoldo Alto, Agordo, La Valle Agordina e Forno di Zoldo. Questo Sito, come
riportato nella specifica scheda descrittiva, rientra nella regione biogeografica alpina
e si caratterizza per “cime dolomitiche classiche con pareti verticali, sfasciumi, detriti
di falda, ripidi pendii erbosi. Brughiere e foreste di conifere o miste con latifoglie.
Sorgenti e pendii soggetti a ruscellamento. Residui lembi di praterie o pascolo
subalpino”.

Gli habitat presenti nel sito, fra quelli indicati nell’Allegato I della Direttiva Habitat
riportati nel Piano di gestione in corso di approvazione (in grassetto quelli prioritari)
sono i seguenti:

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
4060 Lande alpine e boreali
*Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-
4070
Rhododendretum hirsuti)
4080 Boscaglie subartiche di Salix spp.
6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee
6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine
*Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo
6230 delle zone montane (e delle zone sub-montane dell’Europa
continentale)
6430 Bordure planiziali, montane alpine di megaforbie igrofile
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine
7140 Torbiere di transizione e instabili
7230 Torbiere basse alcaline
Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea
8120
rotundifolii)
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
8240 *Pavimenti calcarei
8340 Ghiacciai permanenti
9130 Faggeti dell'Asperulo-Fagetum
9150 Faggeti calcicoli dell'Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion
9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
91E0 *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)
9420 Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra

Dal punto di vista floristico, tra le specie di piante incluse nell’allegato II della
Direttiva Habitat si indica la presenza di Cypripedium calceolus (Scarpetta o Pianella
della Madonna), tra quelle di Allegato IV (Campanula morettiana e Physoplexis
comosa) mentre tra quelle di All. V (Arnica montana, Lycopodium annotinum e
Sphagnum spp.).

Per la componente faunistica la situazione è schematizzabile nel seguente elenco:

ANFIBI
Ululone dal ventre giallo Bombina variegata (Allegati II, IV Dir. Habitat)
Salamandra alpina Salamandra atra (Allegato IV Dir. Hbaitat)
Rana temporaria Rana temporaria (Allegato V Dir. Habitat)

RETTILI
Biacco Hierophis viridiflavus (Allegato IV Dir. Habitat)
Colubro liscio Coronella austriaca (Allegato IV Dir. Habitat)
Lucertola muraiola Podarcis muralis (Allegato IV Dir. Habitat)
Ramarro Lacerta bilineata (Allegato IV Dir. Habitat)

UCCELLI
Aquila reale Aquila chrysaetos (Allegato I Dir. Uccelli)
Averla piccola Lanius collurio (Allegato I Dir. Uccelli)
Civetta capogrosso Aegolius funereus (Allegato I Dir. Uccelli)
Civetta nana Glaucidium passerinum (Allegato I Dir. Uccelli)
Coturnice delle Alpi Alectoris graeca saxatilis (Allegato I Dir. Uccelli)
Fagiano di monte Lyrurus tetrix (Allegato I Dir. Uccelli)
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (Allegato I Dir. Uccelli)
Falco pellegrino Falco peregrinus (Allegato I Dir. Uccelli)
Francolino di monte Tetrastes bonasia (Allegato I Dir. Uccelli)
Gallo cedrone Tetrao urogallus (Allegato I Dir. Uccelli)

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Gufo reale Bubo bubo (Allegato I Dir. Uccelli)


Pernice bianca Lagopus mutua (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio cenerino Picus canus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio nero Dryocopus martius (Allegato I Dir. Uccelli)
Succiacapre Caprimulgus europaeus (Allegato I Dir. Uccelli)

MAMMIFERI
Lince eurasiatica Lynx lynx (Allegati II, IV Dir. Habitat)
Orso Ursus arctos* (Allegati II, IV Dir. Habitat)
Driomio Dryomis nitedula (Allegato IV Dir. Habitat)
Moscardino Muscardinus avellanarius (Allegato IV Dir. Habitat)
Camoscio alpino Rupicapra rupicapra (Allegato V Dir. Habitat)
Lepre alpina Lepus timidus (Allegato V Dir. Habitat)
Martora Martes martes (Allegato V Dir. Habitat)
Sciacallo dorato Canis aureus (Allegato V Dir. Habitat)

Altre specie floristiche importanti per il Sito sono: Anemone baldensis, Carex diandra,
Carex dioica, Carex vesicaria, Chamorchis alpina, Dactylorhiza incarnata subsp.
cruenta, Dactylorhiza traunsteineri subsp. traunsteineri, Doronicum columnae, Draba
stylaris, Drosera rotundifolia, Epipactis palustris, Equisetum fluviatile, Euphorbia
triflora subsp. kerneri, Festuca spectabilis subsp. spectabilis, Festuca trichophylla,
Galium margaritaceum, Hymenolobus pauciflorus, Leontopodium alpinum, Listera
cordata, Malaxis monophyllos, Menyanthes trifoliata, Nigritella rubra, Nigritella
widderi, Primula tyrolensis, Rorippa islandica, Salix mielichhoferi, Saxifraga
burseriana, Scheuchzeria palustris, Scorzonera humilis, Spiraea decumbens subsp.
tomentosa, Triglochin palustre, Utricularia minor, Viola palustris, Woodsia glabella
subsp. pulchella, Salix pentandra.

3.2.3 SIC/ZPS IT 3230043 “PALE DI SAN MARTINO: FOCOBON, PAPE-SAN


LUCANO, AGNER-CRODA GRANDA”

L’area è identificata a livello comunitario nell’elenco dei SIC e delle ZPS con il
codice IT3230043 “Pale di San Martino: Focobon, Pape -San Lucano, Agner -
Croda Granda”. Il sito rientra completamente all’interno della Provincia di Belluno, ed

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

interessa i Comuni di Gosaldo, Voltago agordino, Taibon agordino, Cencenighe


agordino, Canale d’Agordo e Falcade. Il Sito ricade nella regione biogeografica
alpina e si estende per una superficie di circa 10.910 ha al cui interno sono ben
rappresentate numerose tipologie ambientali proprie della montagna dolomitica. Più
in particolare l’ambito si caratterizza, forse più di altri, per l’estensione, bellezza e
livello di naturalità degli ambienti d’alta quota, posti al di sopra del limite del bosco.
Siamo in presenza, infatti, nel complesso, di una vastissima area del tutto priva dei
tipici elementi dell’antropizzazione moderna (strade, piste da sci e impianti di risalita,
villaggi turistici, ecc.) che invece connotano molti altri comprensori della montagna
dolomitica. Come riportato nella specifica scheda descrittiva della Banca Dati della
Regione Veneto, l’area è caratterizzata da “Versanti calcarei alpini; lariceti; foreste
subalpine e alpine di abete rosso; faggete; prati alpini di Carex, prati alpini di crinale
e di versante, prati pionieri su cime rocciose; fiumi alpini e vegetazione riparia.
Include anche il gruppo siliceo di Cima Pape con relativa varietà di ambienti”.

Gli habitat presenti nel Sito, fra quelli indicati nell’allegato I della Direttiva Habitat (in
grassetto quelli prioritari) sono i seguenti:

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos
4060 Lande alpine e boreali
*Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-
4070
Rhododendretum hirsuti)
6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee
6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine
*Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo
6230 delle zone montane (e delle zone sub-montane dell’Europa
continentale)
Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,
6510
Sanguisorba officinalis)
6520 Praterie montane da fieno
Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e
8110
Galeopsietalia ladani)
Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea
8120
rotundifolii)
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofita
8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica
8240 *Pavimenti calcarei

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum
9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum
9140 Faggeti subalpini dell’Europa centrale con Acer e Rumex arifolius
9180 *Foreste di versanti, ghiaioni, e valloni del Tilio-Acerion
*Foreste alluvionali residue di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior
91E0
(Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)
9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)
9420 Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra

Dal punto di vista floristico, tra le specie di piante incluse nell’Allegato II della
Direttiva Habitat si segnala la presenza della rara Orchidea Cypripedium calceolus
(Scarpetta o Pianella della Madonna), inserita in un contesto dove la conservazione
degli elementi degli habitat importanti per la specie è definita eccellente, mentre la
Campanula morettiana e la Physoplexis comosa sono inserite in Allegato IV, sempre
della suddetta Direttiva.
Nella scheda di riferimento per quest’area SIC/ZPS si riportano, inoltre, tra le specie
vegetali più interessanti le seguenti: Cortusa matthioli, Erigeron atticus, Eritrichium
nanum, Gentiana pumila, Leontopodium alpinum, Poa chaixi, Potentilla nitida,
Primula tyrolensis, Rhizobotrya alpina, Saxifraga cernua, Saxifraga depressa,
Saxifraga facchinii, Saxifraga mutata, Sempervivum dolomiticum e Viola pinnata.

Per la componente faunistica la situazione è schematizzabile nel seguente elenco:

MAMMIFERI
Martora Martes martes (Allegato V Dir. Habitat)

UCCELLI
Aquila reale Aquila chrysaetos (Allegato I Dir. Uccelli)
Civetta capogrosso Aegolius funereus (Allegato I Dir. Uccelli)
Civetta nana Glaucidium passerinum (Allegato I Dir. Uccelli)
Gallo cedrone Tetrao urogallus (Allegato I Dir. Uccelli)
Fagiano di monte Tetrao tetrix (Allegato I Dir. Uccelli)
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (Allegato I Dir. Uccelli)

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

Francolino di monte Bonasa bonasia (Allegato I Dir. Uccelli)


Gufo reale Bubo bubo (Allegato I Dir. Uccelli)
Nibbio bruno Milvus migrans (Allegato I Dir. Uccelli)
Nibbio reale Milvus milvus (Allegato I Dir. Uccelli)
Pernice bianca Lagopus mutus helveticus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio cenerino Picus canus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio nero Dryocopus martius (Allegato I Dir. Uccelli)

Tra le specie di uccelli non elencati nell’Allegato I della sopra citata Direttiva sono
presenti Astore (Accipiter gentilis), Sparviere (Accipiter nisus), Fringuello alpino
(Montifringilla nivalis) mentre, tra i mammiferi non elencati in Direttiva Habitat, è
presente l’ Ermellino (Mustela erminea).

3.2.4 SIC IT 3230063”TORBIERE DI LAC TOROND”

L’area protetta “Torbiere di Lac Torond” è identificata a livello comunitario nell’elenco


dei SIC con il codice IT3230063, rientra in Provincia di Belluno e si divide tra i
Comuni di Voltago Agordino e Gosaldo. E’ composta da 5 biotopi riuniti in un unico
SIC in base a una delibera della Giunta Regionale del Veneto; i biotopi sono
rappresentati da torbiere acide a sfagni, di varia estensione e localizzate nella fascia
montana sui versanti del Monte Armarolo. L’ambiente circostante è caratterizzato da
pascoli abbandonati alternati a boschi di Abete rosso (Picea abies) più o meno
degradati che insistono su un potenziale Luzulo-Fagetum.
Nel complesso le torbiere offrono una preziosa testimonianza delle vicende post-
glaciali su un tipo di affioramento siliceo poco frequente nella Provincia di Belluno.
Questo SIC rientra nella regione biogeografica alpina, ha un’estensione di 38 ha e,
come riportato nella specifica scheda descrittiva della Regione Veneto, è
caratterizzato da un “sistema di torbiere oligotrofiche e acide di elevato valore
biogeografico”.
Gli habitat presenti nel sito, fra quelli indicati nell’allegato I della Direttiva Habitat (in
grassetto quelli prioritari) sono i seguenti:

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

CODICE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT


Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi e argillo-limosi (Molinion
6410
caeruleae)
7140 Torbiere di transizione e instabili
7150 Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum
9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)

Dal punto di vista floristico, si segnala la presenza di Drosera rotundifolia,


Rhynchospora alba, Eriophorum vaginatum, Tricophorum alpinum, Menyanthes
trifoliata e Triglochin palustre.

Per la componente faunistica la situazione è schematizzabile nel seguente elenco:

UCCELLI
Fagiano di monte Tetrao tetrix (Allegato I Dir. Uccelli)
Francolino di monte Bonasa bonasia (Allegato I Dir. Uccelli)
Civetta capogrosso Aegolius funereus (Allegato I Dir. Uccelli)
Picchio nero Dryocopus martius (Allegato I Dir. Uccelli)
Re di Quaglie Crex crex (Allegato I Dir. Uccelli)

ANFIBI
Tritone crestato Triturus carnifex (Allegato II, IV Dir. Habitat)
Rana montana Rana temporaria (Allegato V Dir. Habitat)

Sono presenti poi altre specie di anfibi e rettili non elencate in Direttiva Habitat, tra
cui il Rospo comune (Bufo bufo), l’Orbettino (Anguis fragilis) e il Tritone alpino
(Mesotriton alpestris).

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

3.3 Descrizione dell’area di intervento

3.3.1. Aspetti generali

La Conca Agordina rientra nella regione mesalpica ed è una zona prettamente


montuosa, avente un tipo di paesaggio alpino, caratterizzato da cime rocciose e da
versanti boscati. Il bosco presenta un elevato grado di copertura.
La rete idrografica è formata principalmente dai torrenti Mis e Cordevole ai quali si
collegano diversi torrenti minori.
Il clima è temperato freddo e le precipitazioni presentano una distribuzione
equinoziale, con massimi in primavera ed autunno (maggio e novembre).

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

L’area è caratterizzata da un indubbio valore naturalistico, basti pensare che tutti e


tre i Comuni sono interessati dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ma il territorio
in esame è interessato anche da 4 aree appartenenti alla rete Natura 2000 e da due

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Dottori forestali Cassol e Scariot – via Stadio 18 – 32036 SEDICO (BL)
Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

biotopi di interesse provinciale, che concorrono, assieme ai corridoi ecologici dei


torrenti Cordevole, Bordina e Missiaga, alla composizione della rete ecologica.
Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è la più estesa area “selvaggia” del nord –est
italiano. Un territorio in cui la conformazione orografica e la lontananza dai grandi
centri urbani della bassa pianura veneta hanno favorito il permanere di grandi
elementi di naturalità paesaggistica, condizione per una biodiversità di altissimo
livello. Un autentico scrigno “wilderness” cui fanno da contorno antiche testimonianze
dell’agricoltura di montagna, inserite in un contesto forestale di straordinaria bellezza.
Uno dei principali motivi che ha portato all’istituzione del Parco è stata la ricchezza
floristica dell’area, nota agli studiosi sin dal 1400, cui si associa la presenza di tutte le
specie più note e significative della fauna alpina (si attende di poter reintrodurre lo
stambecco e ci si augura che le sporadiche segnalazioni di orso e lince possano
preludere ad un vero e proprio insediamento, quanto meno in termini di corridoio
ecologico), un’ottima conservazione degli ecosistemi e la presenza di numerose
singolarità geologiche e geomorfologiche che hanno portato le Dolomiti
all’inserimento nella World Heritage list dell’Unesco.
I biotopi di interesse provinciale inclusi nel territorio di indagine sono:
- Biotopo “Torbiera di Passo Duran” incluso nell’area appartenete alla rete
Natura 2000 SIC IT 3230084 “Civetta – Cime di San Sebastiano” sopra
descritta.
- Biotopo “Torbiere di Lac Torond”, incluso nell’omonima area appartenente
alla rete Natura 2000 sopra descritta.

3.3.2. Habitat e specie floristiche nei limiti spaziali dell’analisi

SERVIZI DI INTERESSE COMUNE ART. 25 (NTA)


Gli habitat inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento, e riportati
nella seguente cartografia, sono:

3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea


Habitat che comprende la vegetazione erbacea pioniera che si sviluppa sulle
alluvioni torrentizie. Si caratterizza per condizioni ecologiche molto variabili in
relazione soprattutto alle variazioni del livello dell’acqua. Condizione indispensabile

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alla perpetuazione di questa cenosi è il continuo ringiovanimento dei suoli per effetto
di fenomeni alluvionali più o meno intensi. Tra le specie più caratteristiche dell’habitat
si ricorda in particolare Calamagrostis pseudophragmites che è presente però
solamente in alcuni tratti fluviali.

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos


Questo habitat include la vegetazione dei greti fluviali con sabbie grossolane, ghiaie
e ciottoli, in cui i salici di ripa sono sempre dominanti su ontani e altre latifoglie o
conifere. Il regime idrico è di tipo torrentizio, con fenomeni alluvionali eccezionali
solo nell’arco dei decenni e sensibili variazioni del livello della falda nel corso della
stagione (con possibili fenomeni di aridità tardo-estiva). Salix eleagnos, con Salix
purpurea e, più raramente, anche Salix daphnoides, sono le specie dominanti. Nel
caso in esame è presente lungo il Cordevole.

4070 *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododrendetum


hirsuti)
Un classico esempio di habitat prioritario molto diffuso su gran parte delle Alpi
Orientali, ed allo stato attuale certamente escluso dall’incombente pericolo di perdita
dello stesso, è quello delle mughete. Questo habitat è diffuso soprattutto nella fascia
subalpina (1700-2100 m) ma si può spingere anche più in basso sui versanti delle
valli fresche e incassate, come nel caso in esame.

8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica


È inclusa in questo habitat una vasta gamma di contesti rocciosi facilmente
identificabili ed eccezionalmente estesi nella regione biogeografia alpina, questo
perché gran parte del territorio si trova ad alta quota e, fra l’altro, senza apprezzabili
differenze di substrato geologico. Le pareti ospitano numerose entità floristiche
casmofite tipiche e spesso endemiche, tra cui si può citare il famoso raponzolo di
roccia (Physoplexis comosa). Nel caso in esame si tratta di spuntoni rocciosi in
mosaico con le mughete.

9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum


Si tratta di boschi che potenzialmente possono trovare ospitalità dalla fascia
submontana a quella altimontana (dai 600 ai 1600 m circa) e che sono costituiti per
lo più da faggio, eventualmente, a quote maggiori, in mescolanza con l’abete rosso o

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con l’abete bianco. Si trovano in ambienti fertili dove il substrato di base ha reazione
pressoché neutra, provvisti di humus di tipo mull. Il corredo floristico del sottobosco
risulta quindi piuttosto ricco di specie tra cui si annoverano felci, dentarie, anemoni,
ecc.. Sono generalmente foreste con buona produttività e di rilevante valore
paesaggistico soprattutto quando sono governate a fustaia.

9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion


Questi popolamenti sono stati considerati prioritari dalla Direttiva Habitat perché
estremamente limitati e localizzati, per la valenza paesaggistica che possono
assumere e perché fungono da ottimi indicatori stazionali di un luogo (espressioni
molto naturali). Essi s’insediano lungo forre, canali o versanti detritici in cui l’umidità
atmosferica sia comunque elevata. In questi ambiti riescono a trovare la nicchia
ideale di sopravvivenza alcune latifoglie nobili nel caso in esame prevalentemente
acero e frassino. Pur essendo formazioni pioniere, quindi le prime a insediarsi in un
determinato contesto dovuto alla sussistenza di particolari fattori microclimatici ed
orografici, esse presentano basse prospettive di evoluzione verso altri tipi forestali.

91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)


Questo habitat comprende le foreste di faggio dei Balcani e delle Alpi sud–orientali
che appartengono all’alleanza Aremonio – Fagion. Non sempre è facile distinguere
queste formazioni da quelle attribuite al codice 9130, con le quali entrano spesso in
contatto, ma in linea generale esse sono rappresentate dalle formazioni più
esalpiche che possiedono un corredo floristico più prossimo alle faggete illiriche,
mentre verso nord la componente sud–orientale si attenua. A questo codice vanno
attribuite tutte le formazioni dominate da faggio anche in mescolanza con l’abete
rosso.

Dal punto di vista floristico nell’area di analisi si ritengono presenti Phyoplexis


comosa (All-IV) e Lycopodium annotinum (All. V).

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AREE AD URBANIZZAZIONE CONSOLIDATA (ART. 29 NTA)


Gli habitat inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento e riportati
nelle seguenti cartografie, sono:

3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea: vedi descrizione sopra
riportata.

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos: vedi
descrizione sopra riportata. Per motivi di scala piccole frazioni dell’habitat sono
erroneamente comprese nell’area urbanizzata consolidata.

4070 *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum: vedi descrizione


sopra riportata.

6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,


Sanguisorba officinalis)
La direttiva europea non contempla solamente gli habitat di origine naturale ma
prende in considerazione anche degli ambiti definiti seminaturali ovvero in cui è
l’uomo, seppur attraverso una gestione assolutamente razionale del territorio, a
determinare l’instaurarsi di una determinata tipologia vegetazionale.
Un esempio sono le praterie magre da fieno a bassa altitudine, prati sottoposti
regolarmente a due tagli all’anno e moderatamente concimati, presupposti questi
essenziali affinché si possa assistere ad una presenza quantitativamente importante
di specie floristiche che formano spettacolari fioriture e degne perciò di essere
incluse in questo codice. L’habitat è dominato dalla graminacea Arrhenaterum elatius
che si spinge fino alla fascia montana a seconda delle condizioni orografiche e
climatiche. Contrariamente alla maggior parte degli altri habitat, il mantenimento degli
arrenatereti è possibile, come già è stato detto, solo attraverso l’intervento antropico
e quindi praticando lo sfalcio.
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica: vedi descrizione
sopra riportata.

9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum: vedi descrizione sopra riportata.

9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion: vedi descrizione


sopra riportata.

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91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion): vedi descrizione


sopra riportata. Per motivi di scala piccole frazioni dell’habitat sono erroneamente
comprese nell’area urbanizzata consolidata.

Dal punto di vista floristico nell’area di analisi si ritengono presenti Phyoplexis


comosa (All-IV) e Lycopodium annotinum (All. V).

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AREE DI EDIFICAZIONE CONSOLIDATA MINORE (ART. 30 NTA)

Gli habitat inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento, e riportati
nelle seguenti cartografie, sono:

3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea: vedi descrizione sopra
riportata.

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos: vedi
descrizione sopra riportata.

4070 *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum: vedi descrizione


sopra riportata.

6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile:habitat


costituito da stadi abbandonati dei molinieti, espressioni prenemorali ai margini di
boschetti umidi fino alla fascia montana; esso è anche un elemento caratterizzante
del paesaggio alpino, sulle radure lungamente innevate e con accumulo di nutrienti.
Nel caso specifico si tratta di Petasiteti a Petasites hybridus. Per motivi di scala
piccole frazioni dell’habitat sono erroneamente comprese nell’area urbanizzata
consolidata.

6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,


Sanguisorba officinalis): vedi descrizione sopra riportata. Nell’habitat è incluso
anche l’abitato e Pattine e di Mori che devono essere considerate aree urbanizzate.

8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica: vedi descrizione


sopra riportata.

9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum: vedi descrizione sopra riportata.

9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion: vedi descrizione


sopra riportata.

91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion): vedi descrizione


sopra riportata.

91E0 *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior: habitat


prioritario che include diversi tipi di bosco ripariale o di depressioni umide, dal

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fondovalle fino ai torrenti montani. Nel caso specifico si tratta di alnete di ontano
bianco (Alnus incana) con partecipazione di frassino maggiore e acero di monte.

Dal punto di vista floristico nell’area di analisi si ritiene presente Phyoplexis comosa
(All-IV) e Lycopodium annotinum (All. V).

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VIABILITÀ E RETI DI TRASPORTO (ART. 38 NTA)

Gli habitat inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento, e riportati
nella seguente cartografia, sono:

3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea: vedi descrizione sopra
riportata.

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos: vedi
descrizione sopra riportata.

9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum: vedi descrizione sopra riportata.

9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion: vedi descrizione


sopra riportata.

91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion): vedi descrizione


sopra riportata.

Dal punto di vista floristico nell’area di analisi si ritengono presenti Phyoplexis


comosa (All-IV) e Lycopodium annotinum (All. V).

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La situazione complessiva è riassunta nella tabella che segue

Aree di
Servizi di Aree ad
edificazione Viabilità e reti
interesse urbanizzazione
HABITAT consolidata di trasporto
comune consolidata
minore (art. 38 NTA)
(art. 25 NTA) (art. 29 NTA)
(art. 30 NTA)
3220 Fiumi alpini con
vegetazione riparia X X X X
erbacea
3240 Fiumi alpini con
vegetazione riparia
X X X X
legnosa a Salix
eleagnos
4070 *Boscaglie di
Pinus mugo e
X X X
Rhododendron
hirsutum
6430 Bordure planiziali,
montane e alpine di X
megaforbie igrofile
6510 Praterie magre da
fieno a bassa altitudine
X X
(Alopecurus pratensis,
Sanguisorba officinalis
8210 Pareti rocciose
calcaree con
X X X
vegetazione
casmofitica
9130 “Faggeti
X X X X
dell’Asperulo-Fagetum”
9180 *Foreste di
versanti, ghiaioni e X X X X
valloni del Tilio-Acerion
91E0 *Foreste
alluvionali di Alnus
X
glutinosa e Fraxinus
excelsior
91K0 Foreste illiriche di
Fagus sylvatica X X X X
(Aremonio-Fagion)
Physoplexis comosa
X X X X
(All. IV)
Lycopodium annotinum
X X X X
(All. V)

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3.3.3 Specie interne ai limiti spaziali dell’analisi

SERVIZI DI INTERESSE COMUNE ART. 25 (NTA)


Gli habitat di specie inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento
sono:

Salmo trutta marmoratus: trota di taglia grande che frequenta i fondali sassosi,
soprattutto i tratti con nascondigli e buche profonde. Preferisce il tratto medio e
medio-superiore dei corsi d’acqua con acque limpide, fresche e con corrente
sostenuta o moderata. Nelle cartografie sotto riportate l’areale, per limiti di scala, è
molto più ampio e sembra apparentemente coinvolgere anche i versanti sulle
sponde del Cordevole e del Mis. E’ da intendersi, ovviamente, presente
limitatamente ai solo corsi d’acqua.

Cottus gobio: pesce di taglia piccola, legato al fondo, attivo prevalentemente nelle
ore crepuscolari e notturne; durante il giorno rimane nascosto fra i sassi o la
vegetazione acquatica. Le considerazioni sulla rappresentazione cartografica fatte
sopra valgono anche per lo scozzone.

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AREE AD URBANIZZAZIONE CONSOLIDATA (ART. 29 NTA)

Gli habitat di specie inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento
sono:

Alcedo atthis: piccolo uccello che predilige le aree cespugliose e boscate ai margini
dei corsi d’acqua.

Tetrao tetrix: galliforme con accentuato dimorfismo sessuale, con caratteristica


coda forcuta. Vive in boschi radi o in zone cespugliate soprattutto se frammiste a
aree aperte.

Salmo trutta marmoratus: vedi descrizione sopra riportata.

Cottus gobio: vedi descrizione sopra riportata.

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AREE DI EDIFICAZIONE CONSOLIDATA MINORE (ART. 30 NTA)

Gli habitat di specie inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento
sono:

Alcedo atthis: vedi descrizione sopra riportata.

Tetrao tetrix: vedi descrizione sopra riportata.

Salmo trutta marmoratus: vedi descrizione sopra riportata.

Cottus gobio: vedi descrizione sopra riportata.

Crex crex: rallide di medie dimensioni che si insedia nei prati delle zone collinari e
montuose (arrenatereti, triseteti), con elevata altezza dell’erba e ridotta densità di
vegetazione al suolo.

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VIABILITÀ E RETI DI TRASPORTO (ART. 38 NTA)

Gli habitat di specie inclusi nell’area di indagine relativa a questo tipo di intervento
sono:

Alcedo atthis: vedi descrizione sopra riportata.

Salmo trutta marmoratus: vedi descrizione sopra riportata.

Cottus gobio: vedi descrizione sopra riportata.

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3.4 Identificazione degli aspetti vulnerabili dei Siti considerati


In riferimento a quanto già descritto nel capitolo precedente si evidenziano habitat e
specie rientranti nelle Direttive europee che, trovandosi all’interno dell’area di
indagine, verranno successivamente sottoposti a valutazione di incidenza. Per ogni
habitat citato si potrà attribuire un diverso grado di vulnerabilità, che varia dalla
localizzazione e dalla distanza dall’area di intervento; verranno pertanto riportate
alcune considerazioni che ci permetteranno di valutare il grado di vulnerabilità di
ognuno di essi. Nella seconda parte del paragrafo verranno poi trattate, allo stesso
modo degli habitat, le specie floristiche e faunistiche rientranti negli allegati delle
Direttive e ritenute presenti nell’area.

VULNERABILITA’ DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI


NEI LIMITI SPAZIALI DI ANALISI
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea: habitat poco vulnerabile in
quanto capace di autorigenerarsi. Le minacce ad esso provengono dalla perdita di
naturalità degli assi fluviali. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di
Piano si ritiene non vulnerabile.

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos: anche
questo habitat è poco vulnerabile perché capace di autorigenerarsi e le minacce ad
esso provengono dalla perdita di naturalità degli assi fluviali. Non essendo
direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene non vulnerabile.

4070 *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum: comunità vegetale


capace di sopportare disturbi, dotata di grande vitalità e capacità di colonizzazione;
pertanto poco vulnerabile. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di
Piano si ritiene non vulnerabile.

6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile: habitat poco


vulnerabile, legato al dinamismo delle serie vegetazionali. Non essendo
direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene non vulnerabile.

6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecuros pratensis,


Sanguisorba officinalis): l’abbandono colturale da un lato e l’intensivizzazione
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dall’altro concorrono a ridurre l’estensione di questo habitat. Anche l’espansione


urbanistica nei fondovalle e nella fascia collinare incide. Va tuttavia ricordato che
esso possiede un’elevata capacità di recupero anche a seguito di interventi con
movimenti terra. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene
non vulnerabile.

8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica: le pareti rocciose,


ove si escluda la distruzione diretta per attività di cava o per improbabile
sbancamento derivante dalla necessità di migliorare la viabilità, sono poco
vulnerabili e non necessitano interventi gestionali per il mantenimento delle
comunità vegetali che le colonizzano. Non essendo direttamente coinvolto da
previsioni di Piano si ritiene non vulnerabile.

9150 Faggeti calcicoli dell’Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion: anche


questo habitat è diffuso e caratterizzato da una notevole capacità di ripristino anche
quando degradato. Viene da sempre utilizzato dall’uomo per produrre legna da
ardere. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene non
vulnerabile.

9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum: habitat molto diffuso, di elevata valenza


paesaggistica, comunque da sempre soggetto all’azione antropica e quindi da
considerarsi poco vulnerabile. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di
Piano si ritiene non vulnerabile.

9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion: la vulnerabilità


principale di questo habitat è la possibilità che a seguito di utilizzazioni troppo
intense venga colonizzato da robinia o, a quote più elevate, da abete rosso. Non
essendo direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene non vulnerabile.

91E0 *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion,


Alnion incanae, Salicion albae): in ambiti montani questo habitat è stato alterato
dagli interventi di regimazione idraulica, ma qui esso è caratterizzato da un’elevata
capacità di recupero, se si assicura una certa stabilità e si evita una frammentazione
eccessiva. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni di Piano si ritiene non
vulnerabile.

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91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion): la vulnerabilità di


questi ambienti, da sempre utilizzati dall’uomo, consiste nella possibilità che entrino
specie alloctone come la robinia. Non essendo direttamente coinvolto da previsioni
di Piano si ritiene non vulnerabile.

La situazione complessiva è riassunta nella tabella che segue

Vulnerabilità Vulnerabilità rispetto


HABITAT
intrinseca agli interventi previsti
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea Poco vulnerabile Non vulnerabile
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa
Poco vulnerabile Non vulnerabile
a Salix eleagnos
4070 *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron
Poco vulnerabile Non vulnerabile
hirsutum
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di
Poco vulnerabile Non vulnerabile
megaforbie igrofile
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine
Poco vulnerabile Non vulnerabile
(Alopecuros pratensis, Sanguisorba officinalis
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione
Poco vulnerabile Non vulnerabile
casmofitica
9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum Poco vulnerabile Non vulnerabile
9180 *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del
Poco vulnerabile Non vulnerabile
Tilio-Acerion
91E0 *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e
Poco vulnerabile Non vulnerabile
Fraxinus excelsior
91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica
Poco vulnerabile Non vulnerabile
(Aremonio-Fagion)

VULNERABILITA’ DELLE SPECIE FLORISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO


PRESENTI NEI LIMITI SPAZIALI DI ANALISI
Viene qui riportato l’elenco delle specie presenti con un breve commento relativo
alla loro vulnerabilità:
Physoplexis comosa: la specie vive su pareti rocciose calcaree anche a bassa
quota. Non essendo direttamente coinvolta dalle previsioni di Piano non si ritiene
vulnerabile.
Lycopodium annotinum: specie abbastanza comune in boschi o arbusteti
acidificati. Non presenta vulnerabilità grazie alla sua ampia diffusione.

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VULNERABILITA’ DELLE SPECIE FAUNISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO


PRESENTI NEI LIMITI SPAZIALI DI ANALISI
Viene qui riportata l’elenco delle specie presenti con un breve commento relativo
alla vulnerabilità.
Alcedo atthis: specie poco vulnerabile in generale ed in particolare per gli interventi
previsti dal PATI in oggetto che non andranno a incidere direttamente sugli assi
fluviali se non in senso positivo con dei recuperi ambientali.

Tetrao tetrix: specie che risente particolarmente dell’abbandono delle attività


agrosilvopastorali che determina la diminuzione del suo habitat. Anche le attività
ricreative e sportive sono un fattore di disturbo. Complessivamente si può ritenere la
specie poco vulnerabile alle azioni previste da questo piano.

Salmo trutta marmoratus: specie molto vulnerabile, in particolare per le immissioni


nei corsi d’acqua di esemplari di trota fario e per l’alterazione dei corsi d’acqua. Per
quanto riguarda le azioni previste da questo Piano essa è da considerarsi poco
vulnerabile.

Cottus gobio: anche questa specie è vulnerabile a causa dell’immissione di trote e


delle alterazioni dei corsi d’acqua. Rispetto agli interventi previsti dal piano la
vulnerabilità risulta invece bassa.

Crex crex: rispetto alle previsioni di Piano e alla localizzazione della specie si ritiene
non vulnerabile.

Per la definizione della vulnerabilità delle specie è stato calcolato l’indice di


vulnerabilità (VuS) di Storie (Storie R. E., 1976; Koreleski K., 1988, in Arillo, s.d.).

Il metodo di Storie consente il calcolo di vari indicatori tra i quali, ai fini del presente
studio, è stato calcolato l’indicatore Vulnerabilità della specie (VuS). Tale indicatore
stima il rischio che una specie possa slittare verso uno status di conservazione
peggiore dell’attuale. Valori elevati di VuS indicano specie che, in presenza di
inidonei modelli gestionali del territorio, vanno incontro a pericolose perdite di areale,
o a gravi danni allo status di conservazione delle popolazioni.

Pertanto, secondo Arillo (s.d.), l’indicatore può essere calcolato sulla base dei
seguenti parametri:

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Valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva“Habitat”)

A2, fattore categoria diffusione - frequenza/abbondanza della specie;

A5, fattore tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) - fragilità della specie.

La vulnerabilità di una specie (VuS) è funzione della sua frequenza e della sua
fragilità; una specie è tanto più vulnerabile quanto più è rara e fragile.

L'indicatore è calcolato come distanza dall'origine in uno spazio euclideo individuato


da assi che rappresentano i parametri individuati. Dato che i parametri variano tra i
valori 1-5 e volendo riportare tale misura di distanza in un campo 1-5, la formula da
utilizzare è la seguente:

Criteri per l’attribuzione del punteggio al fattore A2, categoria diffusione

Fattore categoria diffusione punteggio


diffuso e comune 1
diffuso in tutto il territorio regionale, ma raro
2
oppure comune nella Regione considerata, ma ivi diffuso solo in areali ristretti
noto per non più di 10 località della regione considerata;
3
oppure raro in Italia per numero/consistenza di popolazioni
noto per non più di 10 località italiane;
oppure le popolazioni presenti nella Regione considerata sono le uniche popolazioni 4
italiane
noto per non più di 10 località europee;
5
oppure raro in assoluto a livello globale

Criteri per l’attribuzione del punteggio al fattore A5, tipologia di sensibilità e di rischio
(fragilità)
Fattore tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) punteggio
nessuno o sconosciuta 1
sensibile a processi di evoluzione naturale 2
sensibile a pressioni antropiche 3
sensibile a alterazioni ambientali a causa di: isolamento genetico;
oppure a rischio per eccessivo prelievo a scopi collezionistici,
4
oppure minacciato di estinzione perché sensibile a modificazioni ambientali che sono
in costante espansione a livello regionale

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Fattore tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) punteggio


minacciato di estinzione in Italia perché sensibile a modificazioni ambientali che sono
in costante espansione 5

La vulnerabilità specifica VuS, calcolata secondo il metodo esposto in precedenza,


può assumere valori compresi tra 1 e 5, secondo la seguente codifica:

Vulnerabilità delle specie


Punteggio Dato qualitativo Scala cromatica
1,00 <= VuS < 2,00 Bassa
2,00 <= VuS < 3,00 Media
3,00 <= VuS < 4,00 Alta
4,00 <= VuS <= 5,00 Molto Alta

Vulnerabilità delle specie animali potenzialmente presenti all’interno dei limiti spaziali
d’analisi

Nome latino Nome italiano VuS

Crex crex Re di quaglie 3,00 Alta


Tetrao tetrix Fagiano di monte 2,58 Media
Alcedo atthis Martin pescatore 2,58 Media
Salmo trutta marmoratus Trota marmorata 3,00 Alta
Cottus gobio Scazzone 3,00 Alta

Vulnerabilità rispetto agli interventi previsti e alla localizzazione degli habitat di


specie rispetto ad essi:

Nome latino Nome italiano VuS

Crex crex Re di quaglie Bassa


Tetrao tetrix Fagiano di monte Bassa
Alcedo atthis Martin pescatore Bassa
Salmo trutta marmoratus Trota marmorata Bassa
Cottus gobio Scazzone Bassa

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3.5 Identificazione degli effetti con riferimento agli habitat, habitat


di specie e specie nei confronti dei quali si producono gli effetti
In questa sede si affrontano gli eventuali effetti che il Piano potrebbe avere nei
confronti delle aree SIC/ZPS in esame, relativamente ad habitat o specie ritenute
vulnerabili, secondo quanto descritto nel paragrafo precedente.

Si descriveranno quindi eventuali impatti diretti, indiretti o secondari considerando,


nello specifico, i seguenti aspetti:

Perdita di superficie di habitat


Le previsioni di Piano non comporteranno perdita di superficie di habitat.

Perdita di superficie di habitat di specie


Le previsioni di Piano non comporteranno perdita di habitat di specie.

Frammentazione degli habitat


Le azioni previste nei territori ricadenti all’interno dei siti della Rete Natura 2000 sono
tali da non far sorgere l’ipotesi della frammentazione degli habitat.

Frammentazione degli habitat di specie


Valgono le considerazioni del punto precedente: si ritiene di escludere la possibilità
che avvenga una frammentazione di habitat di specie.

Perdita di specie animali di interesse conservazionistico


Si può escludere la possibilità che vengano perse specie animali, in quanto non vi
sono destinazioni previste tali da pregiudicare la sopravvivenza di specie rare e in
pericolo.

Perdita di specie vegetali di interesse conservazionistico


Anche questo effetto può essere escluso in quanto le specie vegetali di interesse
comunitario non corrono il rischio di essere influenzate dai lavori e dalle azioni
connesse al Piano.

Perturbazione alle specie della flora e della fauna


Questo effetto può verificarsi, ma si presume che la sua entità sia poco significativa.

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Diminuzione delle densità di popolazione


Il problema non sussiste per le piante. Anche per quanto concerne gli animali, le
dimensioni e le caratteristiche dei lavori previsti all’interno o nelle vicinanze dei Siti
non sono tali da lasciar presupporre l’insorgere di alcun problema di questo genere.

Alterazione della qualità delle acque, dell’aria e dei suoli


L’interferenza sull’aria e sul suolo dovuti ai lavori all’interno o nelle vicinanze dei Siti
è limitata nella consistenza. Per quanto concerne i corsi d’acqua, non sono previste
azioni tali che possano pregiudicare in modo diretto o indiretto la qualità dell’acqua
dei corpi idrici ricadenti all’interno dei siti della Rete Natura 2000.

Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la


struttura e la funzionalità dei Siti
In base alla tipologia d’intervento dei lavori previsti all’interno o nelle vicinanze dei
Siti, alla natura dei luoghi e alla composizione floristica presente, si esclude la perdita
di taxa o specie chiave.

Rifiuti generati
Non sono prevedibili impatti significativi di questo tipo è comunque d’obbligo
rimuovere dopo qualsiasi intervento tutti gli scarti di materiale, di qualsiasi natura, e
convogliarli opportunamente verso operazioni di smaltimento o di recupero degli
stessi.

Aumento del carico antropico


L’effetto è insito in alcune strategie del Piano, si ritiene comunque che queste non
possano avere un effetto significativo in un’area già in parte antropizzata.

3.6 Identificazione degli effetti sinergici e cumulativi


Non sono stati riscontrati effetti sinergici e cumulativi.

3.7 Identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si


producono gli effetti
I vettori che sono stati considerati nel corso della valutazione sono l’aria e l’acqua.

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3.8 Previsione e valutazione della significatività degli effetti, con


riferimento agli habitat, habitat di specie e specie
In merito alla significatività, con gli elementi in possesso si può affermare che non
sussistono elementi tali da lasciar supporre l’insorgere di effetti negativi significativi,
anche tenendo conto del principio di precauzione.

4 FASE 4 ESITO DELLA PROCEDURA DI SCREENING


Con riferimento al piano “P.A.T.I. della Conca Agordina”, si può affermare che gli
effetti del Piano possono ritenersi non significativi. In relazione alla procedura
indicata nella guida metodologica per la Valutazione di Incidenza ai sensi della
Direttiva 92/43/CEE della Regione Veneto, di cui alla Delibera di Giunta n. 3173 del
10 ottobre 2006, in considerazione dell’esame del Piano, con le precisazioni sopra
riportate, si ritiene quindi di poter a ragione affermare che:
con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi
di effetti significativi negativi sui Siti della Rete Natura 2000.

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ALLEGATO 1: SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E


DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE

Dati identificativi del Piano

Descrizione del Piano Oggetto di questo elaborato è il P.A.T.I. della Conca Agordina che
coinvolge i Comuni di Gosaldo, La Valle Agordina e Rivamonte Agordino.
Il P.A.T.I., ai sensi della l.r. 11/2004, delinea le scelte strategiche di
assetto e di sviluppo del territorio perseguendone la tutela dell’integrità
fisica e ambientale, nonché l’identità culturale e paesaggistica.
Il P.A.T.I. definisce norme generali, obiettivi, indirizzi e azioni progettuali
strategiche per la programmazione del governo del territorio tali da
favorirne uno sviluppo sostenibile, in coerenza con gli strumenti di
pianificazione sovraordinati e cogliendo le aspettative di sviluppo
espresse dalle comunità locali.
I Siti per cui sono state effettuate le valutazioni sono:
Codice, denominazione
dei Siti Natura 2000 Area SIC IT3230063 Torbiere Lac Torond
interessati Area SIC/ZPS IT 3230084 Civetta – Cime di San Sebastiano
Area SIC/ZPS IT 3230043 Pale di San Martino: Focobon, Pape –
San Lucano, Agner – Croda Granda
Area SIC/ZPS IT3230083 Dolomiti Feltrine e Bellunesi

Indicazione di altri
piani, progetti o Si può escludere l’esistenza di effetti combinati, derivanti da altri piani,
interventi che possano progetti e/o interventi.
dare effetti combinati

Valutazione della significatività degli effetti

Descrizione di come il
piano, progetto o
intervento (da solo e per
azione combinata) incida Il P.A.T. non incide in modo significativo sulle aree appartenenti alla rete
o non incida Natura 2000 analizzata.
negativamente sui siti
della Rete Natura 2000

Consultazione con gli Il P.A.T., in tutti i suoi aspetti, è condiviso dall’amministrazione comunali
Organi ed Enti di Gosaldo, La Valle Agordina e Rivamonte Agordino. In relazione alla
competenti e risultati tipologia del Piano non sono da coinvolgere organi o enti direttamente
della consultazione responsabili della gestione delle aree della Rete Natura 2000 presenti
nel territorio ad esclusione del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi per
quanto riguarda la gestione dell’area SIC/ZPS IT 3230083 “Dolomiti
Feltrine e Bellunesi”.

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Dati raccolti per l'elaborazione dell’idonea valutazione

Responsabili della Livello di completezza Luogo dove possono essere


Fonte dei dati
verifica delle informazioni reperiti e visionati i dati utilizzati
- Banca dati
Dottori forestali Regione Veneto.
Michele Cassol - Banche dati Banca Dati Regione Veneto
personali. Adeguato
Alberto Scariot Regione Veneto
- Bibliografia sotto
riportata

Tabella di valutazione riassuntiva rispetto alle specie e agli Habitat presenti nei
“limiti spaziali d’analisi”
Habitat/Specie Significatività Significatività
Presenza Presenza
(sia tutti quelli riportati nei formulari, negativa negativa
nell’area di effetti
sia gli ulteriori habitat e specie delle delle
oggetto di sinergici e
rilevati) incidenze incidenze
valutazione cumulativi
Cod. Nome dirette indirette
HABITAT NATURA 2000
Laghi eutrofici naturali con
vegetazione del
3150 No
Magnopotamion o
Hydrocharition
Fiumi alpini con vegetazione Non Non
3220 Si No
riparia erbacea significativa significativa
Fiumi alpini con vegetazione
Non Non
3240 riparia legnosa a Salix Si No
significativa significativa
elaeagnos
4060 Lande alpine e boreali No - - -
Boscaglie di Pinus mugo e
di Rhododendron hirsutum Non Non
4070 Si No
(Mugo-Rhododendretum significativa significativa
hirsuti)
Boscaglie subartiche di Salix
4080 No - - -
spp.
Formazioni a Juniperus
5130 communis su lande o prati No - - -
calcicoli
Formazioni erbose boreo-
6150 No - - -
alpine silicee
Formazioni erbose calcicole
6170 No - - -
alpine e subalpine
Formazioni erbose secche
seminaturali e facies coperte
da cespugli su substrato
6210 No - - -
calcareo (Festuco-Brometalia)
(* stupenda fioritura di
orchidee)

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Tabella di valutazione riassuntiva rispetto alle specie e agli Habitat presenti nei
“limiti spaziali d’analisi”
Habitat/Specie Significatività Significatività
Presenza Presenza
(sia tutti quelli riportati nei formulari, negativa negativa
nell’area di effetti
sia gli ulteriori habitat e specie delle delle
oggetto di sinergici e
rilevati) incidenze incidenze
valutazione cumulativi
Cod. Nome dirette indirette
Formazioni erbose a Nardus,
ricche di specie, su
substrato siliceo delle zone
6230 No - - -
montane (e delle zone sub-
montane dell’Europa
continentale)
Praterie con Molinia su terreni
6410 calcarei, torbosi e argilloso- No - - -
limosi (Molinion caeruleae)
Bordure planiziali, montane e Non Non
6430 Si No
alpine di megaforbie igrofile significativa significativa
Praterie magre da fieno a
bassa altitudine (Alopecurus Non Non
6510 Si No
pratensis, Sanguisorba significativa significativa
officinalis)
6520 Praterie montane da fieno No - - -
Torbiere di transizione e
7140 No - - -
instabili
Depressioni su substrati
7150 No - - -
torbosi del Rhynchosporion
Sorgenti petrificanti con
7220 formazione di travertino No - - -
(Cratoneurion)
7230 Torbiere basse alcaline No - - -
Ghiaioni silicei dei piani
montano fino a nivale
8110 No - - -
(Androsacetalia alpina e
Galeopsietalia ladani)
Ghiaioni calcarei e scisto-
8120 calcarei montani e alpini No - - -
(Thlaspietea rotundifolii)
Ghiaioni del Mediterraneo
8130 No - - -
occidentale e termofili
Pareti rocciose calcaree con Non Non
8210 Si No
vegetazione casmofitica significativa significativa
Pareti rocciose silicee con
8220 No - - -
vegetazione casmofitica
8240 Pavimenti calcarei No - - -
8340 Ghiaccia permanenti No
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum No - - -
Non Non
9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum Si No
significativa significativa
Faggeti subalpini dell’Europa
9140 centrale con Acer e Rumex No - - -
arifolius
Faggeti calcicoli dell’Europa
9150 centrale del Cephalanthero- No - - -
Fagion

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Tabella di valutazione riassuntiva rispetto alle specie e agli Habitat presenti nei
“limiti spaziali d’analisi”
Habitat/Specie Significatività Significatività
Presenza Presenza
(sia tutti quelli riportati nei formulari, negativa negativa
nell’area di effetti
sia gli ulteriori habitat e specie delle delle
oggetto di sinergici e
rilevati) incidenze incidenze
valutazione cumulativi
Cod. Nome dirette indirette
Foreste di versanti, ghiaioni Non Non
9180 Si No
e valloni del Tilio-Acerion significativa significativa
Foreste acidofile montane e
9410 alpine di Picea (Vaccinio- No - - -
Piceetea)
Foreste alpine di Larix decidua
9420 No - - -
e/o Pinus cembra
Pinete (sub-) mediterranee
9530 No - - -
di Pini neri endemici
Foreste alluvionali di Alnus
glutinosa e Fraxinus
Non Non
91E0 excelsior (Alno-Padion, Si No
significativa significativa
Alnion incanae, Salicion
albae)
Boschi pannonici di
91H0 No - - -
Quercus pubescens
Foreste illiriche di Fagus Non Non
91K0 Si No
sylvatica (Aremonio-Fagion) significativa significativa
Querceti di rovere illirici
91L0 No
(Erythronio-Carpinion)
9260 Foreste di Castanea sativa No

SPECIE FLORISTICHE
1902 Cypripedium calceolus No - - -
Gladiolus palustris No - - -
Adenophora liliifolia No - - -
Campanula morettiana No - - -
Non Non
Physoplexis comosa Si No
significativa significativa
Artemisia genipi No - - -
Arnica montana No - - -
Sphagnum sp No - - -
Non Non
Lycopodium annotinum Si No
significativa significativa
SPECIE FAUNISTICHE
Callimoprha (Euplagia)
1078 No - - -
quadripunctata
1067 Lopinga achine No - - -
1057 Parnassius apollo No - - -
1056 Parnassius mnemosyne No - - -
1177 Salamandra atra No - - -
1193 Bombina variegata No - - -
1283 Coronella austriaca No - - -
1284 Hierophis viridiflavus No - - -
1262 Iberolacerta horvathi No - - -
1292 Natrix tessellata No - - -
1263 Lacerta bilineata No - - -
1281 Zamenis longissimus No - - -
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Tabella di valutazione riassuntiva rispetto alle specie e agli Habitat presenti nei
“limiti spaziali d’analisi”
Habitat/Specie Significatività Significatività
Presenza Presenza
(sia tutti quelli riportati nei formulari, negativa negativa
nell’area di effetti
sia gli ulteriori habitat e specie delle delle
oggetto di sinergici e
rilevati) incidenze incidenze
valutazione cumulativi
Cod. Nome dirette indirette
1295 Vipera ammodytes No - - -
A027 Egretta alba No - - -
A091 Aquila chrysaetos No - - -
A338 Lanius collurio No - - -
A031 Ciconia ciconia No - - -
A030 Ciconia nigra No - - -
A223 Aegolius funereus No - - -
A217 Glaucidium passerinum No - - -
A412 Alectoris graeca saxatilis No - - -
Non Non
A409 Lyrurus tetrix Si No
significativa significativa
A072 Pernis apivorus No - - -
A104 Tetrastes bonasia No - - -
A108 Tetrao urogallus No - - -
A078 Gyps fulvus No - - -
A215 Bubo bubo No - - -
Non Non
A229 Alcedo atthis Si No
significativa significativa
A073 Milvus migrans No - - -
A074 Milvus milvus No
A103 Falco peregrinus No
A097 Falco vespertinus No
A076 Gypaetus barbatus No
A080 Circaetus gallicus No
A408 Lagopus muta No - - -
A234 Picus canus No - - -
A236 Dryocopus martius No - - -
A241 Picoides tridactylus No - - -
A139 Charadrius morinellus No - - -
A082 Circus cyaneus No
Non Non
A122 Crex crex Si No
significativa significativa
A224 Caprimulgus europaeus No - - -
Non Non
1107 Salmo trutta marmoratus Si No
significativa significativa
Non Non
1163 Cottus gobio Si No
significativa significativa
1342 Dryomys nitedula No - - -
1334 Lepus timidus varronis No - - -
1361 Lynx lynx No - - -
1357 Martes martes No - - -
1341 Muscardinus avellanarius No - - -
1354 Ursus arctos No - - -
1309 Pipistrellus pipistrellus No - - -

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Esito della procedura di Screening

L’esame degli effetti del P.A.T.I. e la valutazione della significatività degli impatti hanno messo in
evidenza che non si produrranno effetti significativi negativi a carico di Habitat Natura 2000. I lavori
connessi non coinvolgeranno habitat prioritari né produrranno effetti negativi su specie animali e
vegetali di importanza comunitaria.

Dichiarazione firmata del professionista

In relazione alla procedura indicata nella guida metodologica per la Valutazione di Incidenza
ai sensi della Direttiva 92/43/CEE della Regione Veneto, di cui alla Delibera di Giunta n.
3173 del 10 ottobre 2006;
in considerazione delle indagini effettuate;
con specifico riferimento ai contenuti della variante di Piano in questione,
si ritiene quindi di poter a ragione affermare che:

con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi


di effetti significativi negativi sui Siti della Rete Natura 2000.

Dottore forestale
Michele Cassol

Dottore forestale
Alberto Scariot

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ALLEGATO 2: BIBLIOGRAFIA CONSULTATA


AA. VV., 1998. Atti Convegno, Aspetti Naturalistici della Provincia di Belluno, Gruppo Natura
Bellunese, Belluno, 372 pp.
AA.VV; 1999. Interpretation Manual of European Union Habitats - European Commission,
DG Environment, 121 pp.
ARGENTI C. & LASEN C., 2004. Lista rossa della flora vascolare della Provincia di Belluno.
ARPAV, 151 pp.
BONATO L.; FRACASSO G.; POLLO R.; RICHARD J.; SEMENZATO M. (eds), 2007 -
Atlante degli anfibi e rettili del Veneto. Associazione faunisti Veneti. Nuovadimensione Ed.
BON M., DE BATTISTI R., MEZZAVILLA F., PAOLUCCI P. & VERNIER E. (curatori), 1996.
Atlante dei Mammiferi del Veneto (1970-1995). Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., Venezia.
BUFFA G., LASEN C., 2010. Atlante dei Siti Natura 2000 del Veneto. Regione del Veneto –
Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi. Venezia. Pp. 394
DEL FAVERO R. e altri; 2000. Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto - Regione
Veneto, Dipartimento per le Foreste e l’Economia Montana, Mestre-Venezia, 335 pp.
LASEN C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Pag. 206.
LASEN C. (a cura di), 2008. Tesori naturalistici. Viaggio alla scoperta dei paesaggi e della
biodiversità, dalla montagna al mare, nelle province di Belluno, Vicenza, Verona, Mantova,
Ancona. 504 pag. Fondazione Cariverona.
MASUTTI L., BATTISTI A., (a cura di), 2007. La gestione forestale per la conservazione
degli habitat della Rete Natura 2000. Regione del Veneto. Accademia Italiana di Scienze
Forestali, Venezia.
PROVINCIA DI BELLUNO. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. CD.
PROVINCIA DI BELLUNO – ASSESORATO TUTELA E GESTIONE DELLA FAUNA E
DELLE RISORSE IDRICHE, 2005. “Carta Ittica della Provincia di Belluno 2005 - 2009”.
REGIONE DEL VENETO. DIREZIONE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI. 2007.
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – Documento Preliminare. CD.
REGIONE DEL VENETO. ASSESSORATO ALLE POLITICHE PER IL TERRITORIO.
AUTORITÀ RETE NATURA 2000. DIREZIONE URBANISTICA E BENI AMBIENTALI, 2003.
Rete Natura 2000. Normativa e cartografia di riferimento. CD-rom.
REGIONE DEL VENETO. Nuove disposizioni relative all’attuazione della direttiva
comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di
incidenza. Procedure e modalità operative. Delibera della Giunta n. 3173 del 10 ottobre
2006.
SPAGNESI M., ZAMBOTTI L., 2001. Raccolta delle norme nazionali e internazionali per la
conservazione della fauna e degli habitat – Quad. Cons. Natura, 1 – Ministero dell’Ambiente
- Istituto Nazionale Fauna Selvatica, Modena, 375 pp.
ZILIOTTO U. (COORD.), ANDRICH O., LASEN C., RAMANZIN M., 2004. Tratti essenziali
della tipologia veneta dei pascoli di monte e dintorni. Regione del Veneto, Accademia
Italiana di Scienze forestali, (Venezia) 208 pp. e 264 pp. (secondo volume).
Sito internet Regione Veneto:
www.regione.veneto.it/territorio+ed+ambiente/territorio/rete+natura+2000/
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ALLEGATO 3: ATTESTAZIONE DI PROFESSIONALITÀ


Secondo quanto disposto dalla D.G.R. n. 3173 del 10 ottobre 2006, ai sensi e per gli
effetti del D.P.R. n. 445/2000, il sottoscritto MICHELE CASSOL nato il 28 febbraio
1960 a Belluno, residente in Sedico (BL), Via Fornaci 25/A dottore forestale libero
professionista iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della
Provincia di Belluno al numero 73, incaricato della redazione della relazione di
incidenza ambientale del Piano “P.A.T.I. della Conca Agordina”,

dichiara

di essere in possesso della esperienza specifica e delle competenze in campo


biologico, naturalistico ed ambientale necessarie per la corretta ed esaustiva
redazione di valutazione di incidenza, in relazione al Piano trattato.

Sedico, gennaio 2012


Dottore forestale
Michele Cassol

Secondo quanto disposto dalla D.G.R. n. 3173 del 10 ottobre 2006, ai sensi e per gli
effetti del D.P.R. n. 445/2000, Scariot Alberto nato a Feltre il 20 dicembre 1972 e
residente a Cesiomaggiore in via Busette di Fianema, 1 Dottore Forestale
Ambientale, libero professionista iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori
Forestali della Provincia di Belluno al numero 140, incaricato della redazione della
relazione di incidenza ambientale del Piano “P.A.T.I. della Conca Agordina”,

dichiara

di essere in possesso della esperienza specifica e delle competenze in campo


biologico, naturalistico ed ambientale necessarie per la corretta ed esaustiva
redazione di valutazione di incidenza, in relazione al piano trattato.

Sedico, gennaio 2012


Dottore forestale
Alberto Scariot

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ALLEGATO 4: COPIA DEI DOCUMENTI DI IDENTITÀ

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