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10 Dicembre 2009
Dalle proprietà del prodotto scalare risulta che E ⊥ è chiuso rispetto alla somma e al prodotto
per uno scalare, dunque è un sottospazio di Rn .
v × w = a1 (v × v1 ) + · · · + ah (v × vk ) = 0,
Esempio Determinareuna ⊥ 4
base di
E , complemento ortogonale del sottospazio E di R gen-
1 1
1 0
erato dai vettori v1 =
1 , v2 = 1.
1 0
1
Soluzione. Imponiamo al vettore generico v = (x, y, z, w)t ∈ R4 l’ortogonalità ai vettori della
base (v1 , v2 ) di E, ottenendo il sistema omogeneo:
(
x+y+z+w =0
.
x+z =0
1 0
0 1
Risolvendo il sistema, otteniamo la base di E ⊥ :
−1 , 0 .
0 −1
Rn = E ⊕ E ⊥ .
v = w + w⊥ .
Ora è evidente che w ∈ E; inoltre, poichè ogni zi è ortogonale a tutti i vettori uj , si ha che
zi ∈ E ⊥ per ogni i, dunque w⊥ ∈ E ⊥ . Quindi,
Rn = E + E ⊥ .
2
2 Proiezione ortogonale su un sottospazio
Dal teorema precedente, abbiamo visto che un vettore v ∈ Rn si spezza, in modo unico, come
somma di un vettore w ∈ E e di un vettore w⊥ ∈ E ⊥ :
v = w + w⊥ .
Dimostrazione. a) Dalla dimostrazione del teorema della sezione precedente abbiamo che:
w = PE (v) = a1 u1 + · · · + ak uk .
E ⊆ ImPE .
3
Supponiamo ora che dim E = k. Dalla c) abbiamo KerPE = E ⊥ , che ha dimensione n − k.
Dunque:
• 0 è un autovalore di PE con molteplicità geometrica n − k.
Osserviamo poi che v ∈ E se e solo se PE (v) = v. Quindi:
• 1 è un autovalore di PE con molteplicità geometrica k.
Non ci sono altri autovalori (altrimenti la somma delle molteplicità geometriche sarebbe
maggiore di n, il che è impossibile). Poiché PE è diagonalizzabile (in effetti, è simmetrico) la
molteplicità algebrica di ogni autovalore deve uguagliare la sua molteplicità geometrica. Dunque
il polinomio caratteristico di una proiezione ortogonale è:
p(x) = (−1)n xn−k (x − 1)k ,
dove k è la dimensione del sottospazio.
3 Esempi
4
Ci proponiamo di calcolare:
a) Una base di E e una base di E ⊥ .
b) Una base ortonormale di E.
1
c) La proiezione ortogonale del vettore 2 su E.
3
x
d) La proiezione ortogonale PE (v) del generico vettore v = y ∈ R3 su E.
z
e) Gli autovalori e gli autospazi dell’endomorfismo PE .
0 2
Soluzione. a) Una base di E è, ad esempio, v1 = 1 , v2 = 0 . Quindi dim E = 2
1 −1
e dim E ⊥ = 1. Per trovare unabase ⊥
di E , è sufficiente individuare un vettore non
nullo
1 1
ortogonale a v1 , v2 , ad esempio −2. Del resto, bastava osservare che il vettore −2 è
2 2
ortogonale a tutti i vettori di E dalla definizione stessa di E.
b) Applichiamo l’algoritmo di Gram-Schmidt alla base (v1 , v2 ) di a) . Otteniamo la base
ortonormale
0 4
1 1
u1 = √ 1 , u2 = √ 1 .
2 1 18 −1
c) Per ogni v ∈ R3 :
PE (v) = (v × u1 )u1 + (v × u2 )u2 .
5 3
Nel nostro caso v × u1 = √ e v × u2 = √ . Dunque, con facili calcoli:
2 18
1 2
1
PE 2 = 8 .
3
3 7
5
La matrice canonica di PE è dunque
8 2 −2
1
BB t = 2 5 4 .
9
−2 4 5
e si ha:
x 8x + 2y − 2z
1
PE y = 2x + 5y + 4z .
9
z −2x + 4y + 5z
e) Non occorre fare molti calcoli. Sappiamo che PE è simmetrico, dunque diagonalizzabile; gli
autovalori sono 0, di molteplicità geometrica 1 (infatti E(0) = KerPE = E ⊥ ), e 1, di molteplicità
geometrica 2 (poichè E(1) = E). Il polinomio caratteristico è dunque −x(x − 1)2 .
4 Esercizi
6
x 1 4x − 2y
Soluzione. b) P = .
y 5 −2x + y
2 2
Esercizio 2. Sia E il sottospazio di R3 generato dai vettori v1 = 2 , v2 = −1.
1 −2
a) Trovare una base di E ⊥ .
b) Trovare una base ortonormale di E, ed estendere tale base a una base ortonormale di R3 .
1
c) Decomporre il vettore v = 0 nella somma w + w⊥ , con w ∈ E e w⊥ ∈ E ⊥ .
0
d) Trovare la matrice canonica dell’endomorfismo PW dato dalla proiezione ortogonale sul
sottospazio W = E ⊥ .