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È a contatto con la placca euroasiatica, la placca africana e la placca egea, tramite una zona
di subduzione nello Ionio settentrionale, zone di collisione continentale e faglie nelle Alpi
dinariche, negli Appennini e nelle Alpi (Linea Insubrica).
Si ritiene che la placca adriatica si stia tuttora muovendo in modo indipendente dalla placca
euroasiatica in direzione NNE, con una piccola componente di rotazione antioraria.
La crosta oceanica della placca africana è in subduzione al di sotto della placca adriatica al
largo delle coste meridionali ed occidentali della penisola italiana, creando un prisma
sedimentario che si innalza dal fondale marino e prosegue sulla terraferma. Insolitamente,
pare che anche la crosta oceanica eurasiatica sia stata subdotta in qualche modo al di sotto
della placca adriatica, oltre ad aver subito deformazione.
Per saperne di più: Placca Adriatica, more: Evoluzione tettonica della penisola Italiana.
La sezione schematica di fig. 12.7 che attraversa il Mar Ligure, l’Appennino settentrionale,
la Pianura Padana e le Dolomiti, mostra la differenza di stile tettonico tra Appennini e Alpi
meridionali. Le Alpi meridionali si sono formate in seguito al sollevamento verticale,
mentre negli Appennini l’accrezione si sviluppò in un’area subsidente(fig. 12.8). Nelle Alpi
meridionali le rocce di basamento sono coinvolte nella deformazione fino a notevole
profondità (fig. 12.9). Negli Appennini le rocce di basamento sono soltanto relitti dalle
prime fasi alpine. Manca nella catena Alpina un fase di distensione e la formazione di un
bacino che invece è presente nel sistema Tirreno-Appenninico. La Moho è relativamente
più profonda al di sotto delle Alpi meridionali (rispetto all’avampaese); è invece più
superficiale e più recente al di sotto della Catena Appenninica (figg. 12.10 e 12.11).