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MECCANICA

COMPUTAZIONALE
Esercitazione strutturisti
Anno accademico 2012-2013

Gaetano Passaro

In[1]:=

Caso della trave omogenea


1) Per la trave omogenea (sezione costante) mostrata in figura e vincolata da un incastro e da un
estremo libero, determinare, utilizzando il metodo analitico, i primi sei modi di vibrazione e le
relative pulsazioni proprie, assumendo i seguenti parametri strutturali:
modulo elastico E=206 *10^9 Pascal
densità =7800 Kg/m^3
S=b * h0
b=0.05 m
h0=0.15 m
L=5m.

Inquadramento del problema


Ricavare l’equazione che descrive le oscillazioni trasversali della trave
Si trascurano le deformazioni longitudinali della trave. Per ricavare l’equazione che descrive le
oscillazioni libere (libere significa che non ci sono forze esterne che agiscono sulla struttura in
esame) trasversali della trave si comincia scrivendo l’equazione di bilancio delle forze in direzione
trasversale riferita ad un concetto infinitesimo di trave. Poichè i momenti non intervengono nel
2 gaetanofinale.nb

bilancio delle forze, l’equazione da esplicitare in direzione trasversale (e quindi lungo z preso posi-
tivo verso l’alto) è:
dma = F
   ()=dm

2 zx,t
   · = T-(T+T)
t 2

2 zx,t T
· =-
t 2 

e sapendo che sussistono le seguenti relazioni:

T  2 M 2 zx,t
= , M = EJ
 2 x 2

otteniamo l’equazione differenziale alle derivate parziali del quarto ordine:

2 zx,t EJ 4 zx,t
+ = 0
t 2  x 4

EJ
pongo = a2 in quanto il rapporto è sempre positivo


2 zx,t 4 zx,t
2
+a2 =0
t x 4

Tutti i punti devono vibrare alla stessa fequenza, quindi pongo

z(x,t)= zf (x)·cos(t)

2 zx,t 4 zx,t
che inserite nella 2
+a2 = 0 forniscono:
t x 4

 4 zf x
- 2 zf (x)·cos(t) +a2 ·cos(t) = 0
x 4

 4 zf x
- 2 zf (x) +a2 =0
x 4

 4 zf x 2
4
-zf (x) = 0 avendo posto =
x a2

Abbiamo così ottenuto l’equazione differenziale ordinaria del quarto ordine


 4 zf x
-zf (x) = 0
x 4

la quale assieme alle condizoni al contorno dettate dalla geometria del sistema, costituiscono un
problema agli autovalori del quarto ordine.

Le condizioni al contorno saranno:

per via dell’incastro in x = 0


gaetanofinale.nb 3

Abbassamento nullo  z(0,t) = 0

z0,t
Rotazione nulla  = 0
x

nell’estremo libero in x = L

2 zL,t
Momento nullo  =0
x 2
3 zL,t
Taglio nullo  =0
x 3

 4 zf x
Si procede quindi trovando la soluzione generale dell’equazione -zf (x) = 0
x 4

La soluzione generale del problema agli autovalori è:


Z[x] = A Sinh[ x] + B Cosh[ x] + C Sin[ x] + D Cos[ x]

4
dove   

Dati del problema


In[2]:= Print"Dati del problema:"
EE  206  10^9;
Print"Modulo elastico: " , EE "Pascal"
b  0.05;
Print"Larghezza trave: ", b "Metri"
h0  0.15;
Print"Altezza trave: ", h0 "Metri"
b  h0^3
J ;
12
Print"Momento di inerzia rispetto alla fibra neutro: ", J "Metri4 "
 : 7800;
Kilogrammi
Print"Densità volumetrica: ",  " "
Metri3
L : 5.;
Print"Lunghezza della trave: ", L "Metri"

EE  J
a ;
  b  h0
4 gaetanofinale.nb

Dati del problema:

Modulo elastico: 206 000 000 000 Pascal

Larghezza trave: 0.05 Metri

Altezza trave: 0.15 Metri

Momento di inerzia rispetto alla fibra neutro: 0.0000140625 Metri4


Kilogrammi
Densità volumetrica: 7800
Metri3
Lunghezza della trave: 5. Metri

Impostazione matrice del sistema omogeneo


A questo punto vanno determinate le 4 costanti A, B, C, D ed il termine  che conseguentemente ci fornirà l’autoval-
ore  e quindi la rispettiva pulsazione.

Si può procedere quindi in 2 modi:

o si ricavano le prime 2 costanti che verificano le condizioni al contorno in x=0 e poi si risolve il sitema 2x2 sfruttando le
restanti 2 condizioni per l’estremo libero,

oppure si imposta direttamente un sistema 4x4 comprensivo di tutte le condizioni al contorno.

Metodo 1
Nel caso si volesse impostare il sistema 2x2 si procede così:

Sfruttando le condizioni al contorno:

Abbassamento nullo  z(0,t) = 0

ricaviamo che D -B

In[16]:= zf x_ : A Sinhx   B Coshx   C Sinx   D Cosx ;


Solvezf 0  0, D
Out[17]= D   B

z0,t
Rotazione nulla  = 0 ricaviamo che C-A
x

In[18]:= Clear zf ;
zf x_ : B Cosx   B Coshx   C Sinx   A Sinhx ;
Solvezf '0  0, C
Out[20]= C   A

Abbiamo quindi trovato la funzione che verifica le condizioni per l’estremo X=0
In[21]:= Clear zf ;
zf x_ : B Cosx   B Coshx   A Sinx   A Sinhx ;

A questo punto la matrice 2x2 i cui elementi rappresentano i termini che moltiplicano il vettore dei
coefficienti A e B incognite del problema è:
A zf ''l B zf ''l
In[23]:= M ;
A zf '''l B zf '''l
gaetanofinale.nb 5

In[24]:= Print"Matrice dei termini che moltiplicano i coefficienti:"


MatrixFormM

Print"Determinante della matrice:"


m  SimplifyDetM
Matrice dei termini che moltiplicano i coefficienti:
Out[25]//MatrixForm=

2 Sinl   2 Sinhl  2 Cosl   2 Coshl 


3 Cosl   3 Coshl  3 Sinl   3 Sinhl 

Determinante della matrice:

Out[27]=  2 5 1  Cosl  Coshl 

poichè la soluzione con il vettore dei coefficienti A e B nullo non è di nostro interesse, si studia il
caso in cui è il determinante della matrice M ad essere nullo
Pongo l=
gli autovalori si ottengono annullando il determinante m,
ossia trovando gli zeri della funzione f=1+Cos[]Cosh[]
si è diviso tutto per 1+Sinh[] per far sì che il grafico fosse meglio leggibile
1 Cos Cosh
In[28]:= f_   ;
1  Sinh 1  Sinh
df_   f;
Plotf, , 0, 30, AxesLabel  "", "DetM"
DetM
2.0

1.5

1.0

Out[30]=
0.5


5 10 15 20 25 30

0.5

1.0

Metodo 2
Cosa sarebbe successo se avessi impostato il sistema 4 x 4 ?
In[31]:= Clear zf ;
zf x_ : A Sinhx   B Coshx   C Sinx   D Cosx ;

A zf 0 B zf 0 C zf 0 D zf 0


A zf '0 B zf '0 C zf '0 D zf '0
In[33]:= M ;
A zf ''l B zf ''l C zf ''l D zf ''l
A zf '''l B zf '''l C zf '''l D zf '''l
6 gaetanofinale.nb

In[34]:= Print"Matrice dei termini che moltiplicano i coefficienti:"


MatrixFormM
Print"Determinante della matrice:"
m  SimplifyDetM
Matrice dei termini che moltiplicano i coefficienti:
Out[35]//MatrixForm=
0 1 0 1
 0  0
2 Sinhl  2 Coshl  2 Sinl  2 Cosl 
3 Coshl  3 Sinhl  3 Cosl  3 Sinl 

Determinante della matrice:

Out[37]= 2 6 1  Cosl  Coshl 

Pongo l=
gli autovalori si ottengono annullando il determinante m,
ossia trovando gli zeri della funzione f=1+Cos[]Cosh[]
si è diviso tutto per 1+Sinh[] per far sì che il grafico fosse meglio leggibile
In[38]:= Clearf, df

1 Cos Cosh
In[39]:= f_   ;
1  Sinh 1  Sinh
df_   f;
Plotf, , 0, 30, AxesLabel  "", "DetM"
DetM
2.0

1.5

1.0

Out[41]=
0.5


5 10 15 20 25 30

0.5

1.0

Applicazione del metodo di Newton per il calcolo approssimato degli autovalori


A questo punto gli autovalori vengono ricavati in maniera approssimata utilizzando il metodo delle
tangenti di Newton.(utilizzo metodo 1 infatti in zf tolgo le variabili C e D)
( Ricordo C-A e D -B )
In[42]:= Clear zf ;
zf x_ : B Cosx   B Coshx   A Sinx   A Sinhx ;
gaetanofinale.nb 7

In[44]:= 0  valore di prima approssimazione


0  2.;

00  Variabile di appoggio


00  0;

valore fittizio di per rendere


falso il test di while alla prima iterazione
1  0  1;

Iterazione e stampa delle approssimazioni successive


Print"Autovalore"
f0
WhileAbs1  00  106 , 1  0  ; Print1; 00  0; 0  1;
df0
Autovalore

1.87347

1.8751

1.8751

Stampo il MODO DI VIBRAZIONE corrispondente all’Autovalore


Si pone A=-1 e si ricava B dalla condizione z’’[L]0
(potevo utilizzare anche la condizione z’’’[L]0 )
0
In[49]:= Bsol  Solve zf ''L .   , A   1  0, B
L
Out[49]= B  1.36222

Sostituisco A e B e l’autovalore trovato col metodo di Newton dentro z[x]


0
In[50]:= zvibrx_  zf x . Bsol1 .   , A  1;
L
In[51]:= Print"Modo di vibrazione corrispondente all'Autovalore"
Plotzvibrx . L  5, x, 0, 5
Modo di vibrazione corrispondente all'Autovalore

2.5

2.0

1.5
Out[52]=

1.0

0.5

1 2 3 4 5

Assegnazione dei primi sei modi di vibrazione


(necessari per le successive simulazioni)
8 gaetanofinale.nb

zf [x_]= A(Sinh[ x]-Sin[ x]) + B(Cosh[ x]-Cos[ x])

0
  L
A  -1
Sinh0Sin0
B Cosh0Cos0
(l’ho determinato facendo il minore della matrice M nel METODO 1)

PRIMO MODO DI VIBRAZIONE


In[53]:= 1  1.8751040687119593`;
0  1;
z1, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
1 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz1, x . L  5, x, 0, 5

2.5

2.0

1.5
Out[56]=

1.0

0.5

1 2 3 4 5

SECONDO MODO DI VIBRAZIONE


In[57]:= 2  4.694091132974175`;
0  2;
z2, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz2, x . L  5, x, 0, 5

1.0

0.5

1 2 3 4 5
Out[60]=
0.5

1.0

1.5

2.0

TERZO MODO DI VIBRAZIONE


gaetanofinale.nb 9

In[61]:= 3  7.854757438237613`;


0  3;
z3, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz3, x . L  5, x, 0, 5
2.0

1.5

1.0

0.5
Out[64]=

1 2 3 4 5

0.5

1.0

QUARTO MODO DI VIBRAZIONE


In[65]:= 4  10.995540734875467`;
0  4;
z4, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz4, x . L  5, x, 0, 5
1.5

1.0

0.5

Out[68]= 1 2 3 4 5

0.5

1.0

1.5

2.0

QUINTO MODO DI VIBRAZIONE


10 gaetanofinale.nb

In[69]:= 5  14.13716839104647`;


0  5;
z5, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz5, x . L  5, x, 0, 5
2.0

1.5

1.0

0.5
Out[72]=

1 2 3 4 5

0.5

1.0

SESTO MODO DI VIBRAZIONE


In[73]:= 6  17.278759532088237`;
0  6;
z6, x_ 
0 0 Sinh0  Sin0 0 0
 Sinh x  Sin x  Cosh x  Cos x ;
L L Cosh0  Cos0 L L
Plotz6, x . L  5, x, 0, 5
1.5

1.0

0.5

Out[76]= 1 2 3 4 5

0.5

1.0

1.5

2.0

Pulsazioni proprie dell’ i-esimo MODO DI VIBRAZIONE


Avendo quindi trovato gli autovalori 
2
e sapendo che 4 =  =
a2
possiamo ricavare le relative pulsazioni proprie per ogni modo di vibrazione
2 = a2

=  a2
gaetanofinale.nb 11

= 4 a2

In[77]:= 1  1  L^ 4  a ^2 ;


Print"Pulsazione propria del primo modo di vibrazione 1  ", 1

2  2  L^ 4  a^ 2 ;
Print"Pulsazione propria del secondo modo di vibrazione 2  ", 2

3  3  L^ 4  a^ 2 ;
Print"Pulsazione propria del terzo modo di vibrazione 3  ", 3

4  4  L^ 4  a^ 2 ;
Print"Pulsazione propria del quarto modo di vibrazione 4  ", 4

5  5  L^ 4  a^ 2 ;
Print"Pulsazione propria del quinto modo di vibrazione 5  ", 5

6  6  L^ 4  a^ 2 ;
Print"Pulsazione propria del sesto modo di vibrazione 6  ", 6
Pulsazione propria del primo modo di vibrazione 1  31.2966

Pulsazione propria del secondo modo di vibrazione 2  196.133

Pulsazione propria del terzo modo di vibrazione 3  549.177

Pulsazione propria del quarto modo di vibrazione 4  1076.17

Pulsazione propria del quinto modo di vibrazione 5  1778.98

Pulsazione propria del sesto modo di vibrazione 6  2657.49

Caso della trave non omogenea


2) Per il caso della trave non omogenea e a sezione variabile, calcolare e “animare” con Mathemat-
ica le vibrazioni forzate indotte dal movimento verticale sinusoidale dell’incastro (vibrazione sussulto-
ria). ( Vt= V0 2 sen(t))
A tale scopo è necessario ricavare l’espressione analitica da inserire nell’equazione della trave
come forzante e le equazioni “modali” per i coefficienti Ak t.
La presenza di una sezione variabile rende il metodo analitico per determinare i modi propri di
vibrazione molto complicato.
Si utilizzi allora il metodo di Ritz-Rayleigh per approssimare i primi sei modi di vibrazione e le
relative pulsazioni di risonanza.
Si utilizzino i sei modi di vibrazione trovati analiticamente per il caso omogeneo come base per
costruire un approssimante per tale problema non omogeneo.

Inquadramento del problema


Ricavare l’equazione che descrive le oscillazioni trasversali della trave
Si trascurano le deformazioni longitudinali della trave.
Per ricavare l’equazione che descrive le oscillazioni forzate trasversali della trave si comincia
scrivendo l’equazione di bilancio delle forze in direzione trasversale riferita ad un concetto infinites-
12 gaetanofinale.nb

imo di trave.
Poichè i momenti non intervengono nel bilancio delle forze, l’equazione da esplicitare in direzione
trasversale (e quindi lungo z preso positivo verso l’alto) è:
dma = F
   ()=dm
2 zx,t
   ()· = T-(T+T ) -  () g + FORZANTE
t 2

Dove:

  () g è il peso proprio

2 V 2 V0 sent
FORZANTE = - dm 2
= - dm , con V0 spostamento iniziale dato.
t t 2

L’equazione da risolvere per le oscillazioni forzate della trave quindi è:

2 zx,t
   ()· = T-(T+T ) -   () g -    () V0 2 sen(t) = 0
t 2

2 zx,t T
()· =- - () g -  () V0 2 sen(t)
t 2 

e sapendo che sussistono le seguenti relazioni:

T  2 M 2 zx,t
= , M = EJ
 2 x 2

2 zx,t 4 zx,t
()· 2
= EJx - () g -  () V0 2 sen(t)
t x 4

dividendo tutto per ()

2 zx,t EJx 4 zx,t


2
=- - g - V0 2 sen(t)
t  x 4

per studiare le autovibrazioni della trave (modi di vibrazione) si procede annullando la forzante V0
2 sen(t) ed il peso proprio g ottenendo l’equazione

2 zx,t EJx 4 zx,t


2
+ =0
t  x 4

cercheremo delle soluzioni del tipo z(x,t)= zf (x)·cos(t)

2 zx,t EJx 4 zx,t


che inserite in 2
+ =0 forniscono
t  x 4

EJx  4 zf x
- 2 zf (x)·cos(t) + ·cos(t) =0
 x 4

 4 zf x 
= 2 EJx zf (x)
x 4
gaetanofinale.nb 13

 4 zf x 
=  R(x) zf (x) avendo posto =2 , R(x)=
x 4 EJx

In questo caso la risoluzione dell’equazione agli autovalori con le condizioni al contorno (problema
agli autovalori) è complicata, pertanto

si procede applicando il metodo di Raylegh-Ritz cercando gli estremali del funzionale che costru-
iremo nel seguente modo:

 4 zf x
dall’equazione agli autovalori =  R(x) zf (x) moltiplicando entrambe i membri per un gener-
x 4
ico modo di vibrazione si ottiene:

 4 zf i
zf j = i R(x) zf i zf j
x 4

ed integrando sul dominio:

L  4 zf i L
0 zf j  x 0 i Rx zf i zf j  x
x 4

Effettuando due integrazioni per parti il primo membro diventa

L  4 zf i 3 i L  3 zf i zf j 2 i zf j L  2 zf i  2 zf j L  2 zf i  2 zf j
0 zf j  x [ xzf3 zf j-0  x -[ xzf2 - 0  x  0 x
x 4 x 3 x x x 2 x 2 x 2  x2

e quindi:

L  2 zf i  2 zf j L
0  x = 0 i Rx zf i zf j  x
x 2  x2

da cui esplicitando i

2 i
L  zf  2 zf j
0 x
i = L
x2 x2
i j
0 Rx zf zf x

Ulteriori dati per il calcolo dei modi di vibrazione con il quoziente di Railegh
14 gaetanofinale.nb

In[89]:= Print"Dati del problema:"


  0.4;
 0.4 per trave a sezione variabile, mentre 0 per trave omogenea
Print"Coefficiente alpha per l'altezza variabile: ",  
hx_  h0  1    x  L;
Print"Altezza trave sezione variabile: variabile Metri"
b  hx^3
Jnx_  ;
12
Print"Momento di inerzia rispetto alla fibra neutro: Metri4 "
Snx_  b  hx;
Print"Area della sezione variabile: variabile Metri2 "
Nmod : 6;
Print"Numero dei modi considerati ", Nmod
Dati del problema:

Coefficiente alpha per l'altezza variabile: 0.4

Altezza trave sezione variabile: variabile Metri

Momento di inerzia rispetto alla fibra neutro: Metri4

Area della sezione variabile: variabile Metri2


Numero dei modi considerati 6

Costruzione del quoziente di Raylegh per il metodo di Ritz

L
0 '' '' x
Quoziente di Railegh: J L
0 Rx  x
Il quoziente di Railegh altro non è che un funzionale associato al problema (sistema) in esame.

Proprietà fondamentali del funzionale:


- se gli do in pasto una autofunzione restituisce l’autovalore corrispondente
- il minimo di questo funzionale tra le funzioni  che verificano le condizioni al contorno è uguale al
primo autovalore lamda 1.
- per i modi successivi i minimi del funzionale sono minimi vincolati.
- poichè il funzionale è omogeneo di grado 0 rispetto all’argomento possiamo cercare il minimo del
funzionale imponendo il vincolo che il denominatore sia pari ad 1.

1) Al posto delle funzioni  che compongono il funzionale inserisco le funzioni zf i trovate per il
caso omogeneo
(stiamo utilizzando i modi di vibrazione trovati per il caso omogeneo zf i come base per costruire
l’approssimante del caso non omogeneo poichè sono funzioni linearmente indipendenti tra loro e
che verificano le stesse condizioni del caso non omogeneo.)

2) Definisco le matrici in mathematica

3) Fatto questo consideriamo il problema agli autovalori A.X =  B.X

La matrice B può essere invertita in virtù del fatto che i modi di vibrazione utilizzati sono tra loro
gaetanofinale.nb 15

linearmente indipendenti: B1 .A.X= X

e troviamo le 6 coppie pulsazioni proprie della trave con sezione variabile e autovettori corrispon-
denti (i , xi ) i=1,...6

inserendo gli autovettori xi al posto dei ci nell’approssimante zN  6i1 cizf i troviamo i modi di
vibrazione approssimati (metodo di Ritz) della trave non omogenea.

In[100]:= OffNIntegrate::"precw"
OffNIntegrate::"ploss"
OffNIntegrate::"ncvb"
OffNIntegrate::"slwcon"
OffGeneral::"spell"

In[105]:= questo pacchetto di istruzioni serve ad evitare


che Mathematica dia commenti sull'integrazione numerica,
perchè so gia che i risultati dell'integraz numerica sono corretti
per cui non voglio vedere gli "Warning" di Mathematica

  Snx
In[106]:= Rx_  ;
EE  Jnx

In[107]:= j_ : 0j;

j j
In[108]:= zj_, x_ :  Sinh x  Sin x 
L L
Sinhj  Sinj j j
Cosh x  Cos x ;
Coshj  Cosj L L

In[109]:= j_ : zj, xx;

In[110]:=  sono le funzioni linearmente indipendenti che appartengono


allo spazio  e che quindi soddisfano le condizioni di vincolo
incastro per x0 ed estremo libero per xL.Utilizzo queste funzioni 
per costruire l'approssimante nel metodo del quoziente di RitzRaleigh 

In[111]:= d2xj_ : xx,xx j . xx  x;


In[112]:= Aj_, k_ : NIntegrated2xj  d2xk, x, 0, L

In[113]:= matA  TableChopNAj, k, j, 1, Nmod, k, 1, Nmod;

In[114]:= MatrixFormmatA;

In[115]:= Bj_, k_ : NIntegrateRxx  j  k, xx, 0, L;

In[116]:= matB  TableChopNBj, k, j, 1, Nmod, k, 1, Nmod;

In[117]:= Il problema agli autovalori generalizzato


A.XB.X viene tranformato nel B1 .A.XiX

In[118]:= mat  InversematB.matA;

In[119]:= lamda  ChopEigenvaluesmat;

In[120]:= autovalori del calcolo numerico


16 gaetanofinale.nb

In[121]:= Print"Primi", " ", Nmod, " ", "autovalori:"


Primi 6 autovalori:

In[122]:= a  Sortlamda, Re1  Re2 &


Out[122]= 438.999, 21 713.6, 181 274., 706 880., 1.94654  106 , 4.54094  106 

Le pulsazioni della trave non omogenea risultano minori


di quelle trovate precedentemente nella trave omogenea

In[123]:= a  a ;

In[124]:= ki_ : ai;

In[125]:= Print"1  ", k1


Print"2  ", k2
Print"3  ", k3
Print"4  ", k4
Print"5  ", k5
Print"6  ", k6
1  20.9523

2  147.355

3  425.763

4  840.762

5  1395.18

6  2130.95

In[131]:= Print"" Nmod, " ", "pulsazioni della trave omogenea"


6 pulsazioni della trave omogenea

In[132]:= Print"1  ", 1


Print"2  ", 2
Print"3  ", 3
Print"4  ", 4
Print"5  ", 5
Print"6  ", 6
1  31.2966

2  196.133

3  549.177

4  1076.17

5  1778.98

6  2657.49

Infatti una struttura più rigida, vibrerà con pulsazioni maggiori e frequenze maggiori
rispetto ad una struttura che è meno rigida
In[138]:= autoval, autovect  Eigensystemmat;
tabella il cui generico elemento è la coppia autovalore,autovettore

In[139]:= tabvalvect  Tableautovali , autovecti , i, 1, Nmod;


gaetanofinale.nb 17

In[140]:= La tabella viene ordinata in base agli autovalori crescenti


tabord  Sorttabvalvect, Re11   Re21  &;

In[141]:= Clearaut

In[142]:=  costruzione dell'autofunzione kmesima


km  primo,secondo,..., kmesimo modo
Primi Nmodi di vibrazione 

In[143]:= Do kmesimo autovettore:


estraggo il secondo elemento,
cioè i coefficienti delle funzioni di forma che vengono fuori dalle
batterie di coppie della tabella ordinata tabord X  tabordkm,2 ;

Nmod
autkm   Xj zj, x ;
j1

grkm  Plotautkm, x, 0, L, PlotLabel  Modo : km, km, 1, Nmod

In[144]:= Tablegrkm, km, 1, Nmod


Print" Modi di vibrazione della trave NON OMOGENEA"
Modo : 1 Modo : 2 Modo : 3
1.5 1.0
1 2 3 4 5
0.5 1.0
0.5
0.5
Out[144]= 1.0 , , ,
1 2 3 4 5
1.5 1 2 3 4 5 0.5
0.5
2.0 1.0
1.0
2.5 1.5
1.5

Modo : 4 Modo : 5 Modo : 6


1.5 1.5
1.5
1.0
1.0 1.0
0.5
0.5 0.5
, , 
1 2 3 4 5
1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 0.5
0.5 0.5 1.0
1.0 1.0 1.5
1.5 1.5 2.0

Modi di vibrazione della trave NON OMOGENEA


18 gaetanofinale.nb

In[146]:= ManipulatePlotautkm, x, 0, L, PlotLabel  Modo : km, km, 1, Nmod, 1

km

Modo : 1
1 2 3 4 5

0.5

Out[146]= 1.0

1.5

2.0

2.5

Vibrazioni Forzate della trave a


sezione variabile
Sfruttando l’ortogonalità dei modi di vibrazione rispetto al peso R[x]:
(R[x] zf[ii,x],zf[jj,x]) = 0 per iijj,
se ne deduce che gli automodi di vibrazione sono funzioni linearmente indipendenti, per cui posso
usare i primi sei modi di vibrare come basi di rappresentazione di una generica funzione z[x,t] che
deve soddisfare l’equazione di partenza non omogenea
(calcolata in precedenza)
2 zx,t EJx 4 zx,t
- = - g - V0 2 sen(t)
t 2  x 4

A tale scopo basta porre zx, t 6k1 Ak (t)zfk (x)


essendo Ak (t) dei coefficienti incogniti del tempo, c
he rappresentano l’ampiezza del k-esimo modo di oscillazione zf k(x).

2 zx,t EJx 4 zx,t


Inserendo zx, t 6k1 Ak (t)zf k (x) in -  = - g - V0 2 sen(t)
t 2 x 4

2 zx,t 4 zx,t 
poichè =6k1 Ak ’’(t)zfk (x) e =6k1 Ak (t) zfk (x) dx
t 2 x 4 x 4

EJx 
si ottiene 6k1 (Ak ’’(t)zf k (x) + Ak (t) zfk (x) dx ) = -g - V0 2 sen(t)
 x 4
gaetanofinale.nb 19

 4 zf x 
poichè dalla relazione =  R(x) zf (x) avendo posto =2 , R(x)=
x 4 EJx

EJx 
abbiamo 6k1 (Ak ’’(t)zfk (x) + 
Ak (t)  EJx
zf (x) = -g - V0 2 sen(t)

e quindi 6k 1 (Ak ’’(t)zfk (x) + 2 Ak (t) zf (x) = -g - V0 2 sen(t)

6k1 [Ak ’’(t) + 2 Ak (t)] zf k(x) = -g - V0 2 sen(t)

per togliere la sommatoria moltiplico per un generico R(x) zf j(x)


(ottengo 2 prodotti scalari)

(A j ’’(t) + 2 A j (t)) (zf j x , Rx zf j x) = (g  V0 2 sent , Rx zf j x)

di tutti i possibili valori che può assumere k,l’unico che mi da valore non nullo è per k=j
quindi ottengo:

gV0 2 sent ,Rx zf j x


A j ’’(t) + 2 A j (t) =
zf j x , Rx zf j x

In[147]:= g  9.81;ms2 , accelerazione gravitazionale


V0  .01;m, ampiezza del moto sussultorio 
k  Input"assegna quale modo mandare in risonanza:1,2,3...";
  0.98 kk;
 pulsazione della forzante,
la scelgo pari al 98 della pulsazione k di risonanza,
che manda in risonanza il modo di vibrazione scelto: k1,2,..
diciamo che sono io che impongo una forzante di pulsazione
molto prossima 98 a quella di risonanza del modo prescelto
più  e  saranno simili .9999nris più saranno radi i Battimenti,
per nris il battimento scompare proprio
2
tfin  100  ; tempo finale della simulazione

In[152]:= Per l'identificazione del termine noto dell'equazione: Ak ''t2k Ak tfk t
si pone
,Rxzk zk k
Fx,t
fk t f  f ,Rxzf  ,
Sx

dove Fx,t è la somma algebrica di due forze


dovute rispettivamente al peso proprio della trave
F1 e alle forze apparenti concentrate sull'incastro F2

In[153]:= Modi di vibrazione


zzkm_, x_  autkm;

In[154]:= Termine a denominatore


DoDenomkm  NIntegratezzkm, x2  Rx, x, 0, L, km, 1, Nmod;
20 gaetanofinale.nb

In[155]:= Carico dovuto al peso Proprio


pp   g;
Dof1km  NIntegratepp  Rx  zzkm, x, x, 0, L  Denomkm, km, 1, Nmod;

In[157]:= Carico dovuto alle forze apparenti


fappx   2  V0;
Dof2km, t  NIntegratefappx  Rx  zzkm, x, x, 0, L  Denomkm,
km, 1, Nmod;

Ora si può risolvere : Ak '' t  2k Ak t  fk t

ponendo come condizioni iniziali

A’[0]0,

F1
A0 
g2
(cioè la deformata della trave dovuta al peso proprio)

F1
In[159]:= A0 è la condizione iniziale, la deformata iniziale è
g2

pari alla deformata statica della trave sotto il proprio peso,


A'00 invece ci dice che la trave è inizialmente ferma.

In[160]:= ClearA, sol

In[161]:= sol  FullSimplify


F1
DSolveA ''t  g2 At  F1  F2 Sing t, A0  , A '0  0, At, t
g2
F1 g2  F1 g2  F2 g g Sint g  F2 g2 Sint g
Out[161]= At  
g4  g2 g2

In[162]:= At_  At . sol1


F1 g2  F1 g2  F2 g g Sint g  F2 g2 Sint g
Out[162]=
g4  g2 g2

In[163]:= DoAkm, t_  At . g  kkm, g  , F1  f1km, F2  f2km, t,


km, 1, Nmod

In[164]:= TablePlotAkm, t, t, 0, tfin, km, 1, Nmod

0.00025 0.000016
0.2
0.000014
0.1 0.00020
Out[164]=  , , 0.000012 ,
5 10 15 20 25 30 0.00015 0.00001
0.1
8.  106
0.2
5 10 15 20 25 30 0 5 10 15 20 25 30

1.5  106 4.  107 3.5  107


5.  107 3.  107
2.  106
6.  107
, , 2.5  107 
2.5  106 7.  107
2.  107
8.  107

5 10 15 20 25 30 5 10 15 20 25 30 5 10 15 20 25 30

Il Battimento è un fenomeno che avviene per somma di due vibrazioni di pari ampiezza, che dif-
feriscono l’una dall’altra per una lieve differenza di frequenza le quali periodicamente si sommano o
gaetanofinale.nb 21

si annullano andando a formare una unica forza che ha un andamento che può essere racchiuso tra
due onde sinusoidali identiche e sfasate di 180 gradi

ANIMAZIONE DELLE
VIBRAZIONI FORZATE
In[165]:= Scala grafica verticale
yg  1.;

In[166]:= numero di grafici da animare


ngraf  20 000;

In[167]:= Scala vettore all'incastro e all'appoggio


lu0  0.8 yg;

In[168]:= Vettore all'incastro 


VectInct_ :
ArrowheadsLarge, Arrow0, f0, t, 0, f0, t  lu0  Sin  t;

In[169]:= Deformata della trave


Nmod
fx_, t_   Ai, t  zzi, x;
i1

In[170]:= Costruzione dell'animazione


AnimateShowPlotfx, t, x, 0, L, Axes  False,
PlotRange  0, L,  yg, yg, PlotStyle  Thickness0.01,
t, 0, tfin, 1  ngraf  tfin, AnimationRate  .1

Out[170]=
22 gaetanofinale.nb

Distacco della Massa


Il distacco della massa si avrà quando la reazione vincolare che sorregge la massa stessa sarà minore od uguale a zero.

Dalla seconda legge di Newton: m·a = R - m g - m v’’

2 zx,t
m = R - m g - m v’’
t 2

2 zx,t
R= + g + v’’
t 2

In[171]:= xm  1.;
Rvinc  t,t fxm, t  g  fappx  Sin  t;
PlotRvinc, t, 0, tfin,
AxesLabel  "t", "accelerazione trave", PlotRange  All
accelerazione trave

30

20

Out[173]=
10

t
5 10 15 20 25 30

10

Quando Rvinc è minore di 0 ho il distacco della massa dalla trave.


Posso variare il punto dove posizionare la massa, al variare di xm

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