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MOTO DI FLUIDI ALLA BINGHAM Figura 1

I. Equazione costitutiva del fluido alla Bingham dove σ è lo sforzo tangenziale. Inserendo la legge di Newton nella (2):
Il fluido alla Bingham rappresenta idealmente un materiale che si dv
comporta come un solido o come un liquido a seconda che il livello di σ =η (3)
dy
sforzo tangenziale sviluppato cada rispettivamente al di sotto o al di
sopra di un valore limite, detto sforzo di soglia o yield stress. e integrando si giunge alla nota espressione del profilo di velocità:
L'equazione costitutiva di un fluido alla Bingham può essere scritta come: F
v= y (4)
γ! = 0 se σ <σ 0 Aη
(1) o anche:
σ = σ 0 + ηbγ! se σ ≥ σ 0
y
Nella (1) σ0 è lo yield stress e ηb un parametro con le dimensioni di una v = v0 (5)
viscosità che, nel caso più semplice, è costante, ma che può assumere una h
dipendenza dalla shear rate (pseudoplastica o dilatante) proprio come nel dove h è la distanza dai piatti e v0 la velocità del piatto superiore:
caso dei fluidi puramente viscosi. F
Nei prossimi paragrafi analizzeremo la risposta di un fluido alla v0 = h (6)

Bingham in alcune condizioni di flusso semplici, ma che allo stesso tempo
rivestono particolare interesse dal punto di vista delle ricadute
Nel caso di fluido alla Bingham la (2) è ancora valida, in quanto derivata
tecnologiche.
da un bilancio di forze. Va tuttavia applicata la (1), che fornisce i seguenti
risultati:
II. Moto rettilineo tra piatti paralleli
- se
Il moto tra piatti paralleli è schematizzato in Fig.1. In questo condizioni,
come è noto, un bilancio di forze su una lamina di fluido di spessore dy e F
<σ0 (7)
di area A, pari alla superficie dei piatti, fornisce: A

F lo sforzo nel fluido è sempre inferiore a quello di soglia. In questo caso la


σ = costante = (2) prima delle (1) e la (2) forniscono:
A
dv
=0 (8)
y dy
v Siccome, per la condizione di aderenza, v=0 per y=0, l'integrazione della
(8) fornisce come risultato che la velocità è zero dappertutto.
F Al contrario, se
F
≥σ0 (9)
h A
lo sforzo nel fluido è sempre superiore a quello di soglia. In questo caso
quindi va utilizzata la seconda delle (1):
x
F dv σ = ρ g sin α ( h − y ) (0.16)
= σ 0 + ηb (10)
A dy
che può essere anche riscritta come:
1⎛F ⎞ dv
⎜ −σ0⎟ = (11)
ηb ⎝ A ⎠ dy
La (11) si può leggere nel seguente modo: il profilo di velocità è uguale a
quello di un fluido Newtoniano, ma determinato da uno “sforzo utile” pari
a:
F
σu = −σ0 (12)
A

che agisce su un fluido di viscosità ηb. Integrando la (11) e applicando la


solita condizione al contorno (v=0 per y=0) otteniamo: Figura 2
1⎛F ⎞ Nel caso di fluido Newtoniano, l'uso della legge di Newton nella (0.16)
v= ⎜ −σ0⎟ y (13)
ηb ⎝ A ⎠ fornisce:
cioè il profilo di velocità è sempre lineare. dv
σ = ρ g sin α ( h − y ) = η (0.17)
dy
III. Moto su piano inclinato
L’integrazione della (0.17) determina il profilo di velocità, che risulta
Il caso del moto su un piano inclinato è schematizzato in Figura 2: il
essere parabolico:
liquido scorre su un piano di lunghezza L e profondità W (perpendicolare
ρ g sin α h2 y ⎛ 1 y ⎞
al piano del disegno) inclinato di un angolo α rispetto all’orizzontale. Il v( y) = 1− (0.18)
pelo libero del liquido si trova ad una distanza h rispetto al piano η h ⎜⎝ 2 h ⎟⎠
inclinato. Il moto avviene a causa della forza peso, e in questo caso il con valore nullo alla parete e valore massimo al pelo libero.
bilancio di forze lungo la direzione del flusso fornisce: Inoltre, l'integrazione della (0.18) lungo la sezione trasversale al flusso
− LW σ y + LW σ y+dy
+ ρ g sin α LWdy = 0 (14) fornisce la portata:
L’ultimo termine della (14) è appunto il contributo della forza peso. h h
Dividendo la (14) per LWdy e facendo tendere dy a zero si ottiene la W ρ g sin α h2 y ⎛ 1 y ⎞ W ρ g sin α h3
Q = ∫ vW dy = ∫0 h ⎜⎝ 2 h ⎟⎠
1− dy = (0.19)
seguente equazione differenziale: 0
η 3η
Nel caso di fluido alla Bingham, dobbiamo come al solito distinguere tra
dσ due casi. Il primo caso si ha quando:
+ ρ g sin α = 0 (0.15)
dy ρ g sin α h < σ 0 (0.20)
In questo caso lo sforzo tangenziale è minore della sforzo di soglia in tutto
la cui integrazione, tenendo conto della condizione che lo sforzo è nullo al il fluido. Ciò significa che va usata la prima delle (1). Quindi, come nel
pelo libero (cioè per y=h) fornisce: caso dei piatti paralleli, l'uso della condizione di aderenza sul piano
inclinato (v=0 per y=0) indica che la velocità del fluido è nulla ρ g sin α h2 y ⎛ 1 y ⎞ σ 0 σ0
dappertutto. v= ⎜ 1− ⎟ − y per y <
ηb h ⎝ 2 h ⎠ ηb ρ g sin α
Nel caso invece in cui: (0.27)
ρ g sin α h ≥ σ 0 (0.21) σ ⎡ 3σ 0 ⎤ σ0
v = 0 ⎢h − ⎥ per y ≥
lo sforzo lungo lo spessore del fluido assumerà valori sia minori che ηb ⎣ 2 ρ g sin α ⎦ ρ g sin α
maggiori dello sforzo di soglia. In particolare, esiste un valore della
coordinata y tale che lo sforzo sia proprio pari a quello di soglia: Dalla (0.27), espressione dalla quale si può anche calcolare con ulteriore
σ0 integrazione la portata di fluido, si evince che il profilo di velocità è
y* = (0.22)
caratterizzato da un andamento parabolico fino al valore y*, per poi
ρ g sin α
assumere profilo piatto a pistone per y>y*.
Potremo quindi scrivere il problema come:
dv σ0
= 0 per y * >
dy ρ g sin α IV. Moto in condotti
(0.23)
dv σ0 La situazione nel moto in condotto è analoga a quella del moto lungo il
ρ g sin α (δ − y ) = σ 0 + ηb per y * ≤ piano inclinato. In un tubo a sezione circolare (Figura 3) di lunghezza L e
dy ρ g sin α raggio R il fluido si muove da sinistra verso destra a causa della
La seconda delle (0.23) si può scrivere come: differenza di pressione Δp=p0-pL agli estremi del condotto.
1 1 dv
⎡ ρ g sin α (δ − y ) − σ 0 ⎤ = σ u = (0.24)
ηb ⎣ ⎦ ηb dy
cioè anche in questo caso nella zona in cui lo sforzo è maggiore dello yield
stress (y<y*), il flusso è equivalente a quello di un fluido Newtoniano di
viscosità ηb sottoposto ad un profilo linearte di sforzo utile dato da:
σ u = ρ g sin α (δ − y ) − σ 0 (0.25)
L'integrazione della (0.24) con la condizione di aderenza alla parete (v=0
per y=0) porta a: Figura 3
ρ g sin α h2 y ⎛ 1 y ⎞ σ 0
v= 1− − y (0.26)
ηb h ⎜⎝ 2 h ⎟⎠ ηb Se r è il raggio variabile del condotto, un bilancio di forze su un guscio
cilindrico di spessore dr e lunghezza L fornisce il seguente profilo di
Si noti che il profilo di velocità per y<y*è sempre parabolico, ma che
sforzo e, di conseguenza:
compare un termine correttivo di tipo lineare che dipende dallo yield
stress e che diventa zero quando quest’ultimo è nullo. La prima delle ΔP r dv
σ =− =η (0.28)
(0.23), invece, fornisce il risultato che la velocità è costante per y>y*. Ciò L 2 dr
significa che essa assume proprio il valore pari a quello assunto a y=y*. Procedendo nel solito modo dalla (0.28) si giunge al classico profilo
Avremo quindi: parabolico di velocità:
ΔP 2 ⎛ r2 ⎞
v= R ⎜ 1− 2 ⎟ (0.29)
4η L ⎝ R ⎠

dove si è sfruttata la condizione di aderenza (v=0 per r=R). Una


successiva integrazione della (0.29) permette di ricavare la portata
volumetrica:
π R 4 ΔP
Q= (0.30)
8L η

La (0.30) è la ben nota legge di Poiseuille.


Nel caso di fluido alla Bingham, come al solito, bisogna distinguere tra
due condizioni. Infatti, se:
ΔP R
=σw <σ0 (0.31)
L 2
lo sforzo è dappertutto inferiore a quello di soglia, il gradiente di velocità
è nullo e di conseguenza anche la velocità. Al contrario, se:
ΔP R
=σw ≥σ0 (0.32)
L 2
una parte del fluido (quella più vicina al centro) si troverà al disotto di σ0
e un'altra, più vicina alla parete, al di sopra del valore di soglia. Il valore
di raggio che marca tale differenza è:
2Lσ 0
r* = (0.33)
ΔP

Anche in questo caso, quindi, così come per il piano inclinato, il problema
è risolto da due equazioni diverse:
dv 2Lσ 0
= 0 per r * <
dy ΔP
(0.34)
ΔP r dv 2Lσ 0
= σ 0 − ηb per r * ≥
L 2 dy ΔP
Anche in questo caso l'integrazione, i cui passaggi matematici sono
lasciati al lettore, fornisce un profilo di velocità parabolico in prossimità
della parete, dove vale la condizione r>r* e un profilo a pistone per r<r*.

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