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Ciao Clo'

ecco la prima versione come promesso.

baci

Andrea

FUORI STANZA

"Dobbiamo costruire un altro mondo come progetto concreto e non soltanto come sogno, dobbiamo ripensare il
significato della rivoluzione."
J. Holloway

Giulio, un insegnante di scuola elementare, telefona da giorni al Ministero delle Riforme. Ha bisogno di un documento,
ma la risposta è sempre la stessa: "La responsabile è fuori stanza". Giulio decide di recarsi di persona al Ministero per
risolvere il suo problema burocratico e si ritrova in un palazzo immenso, una sorta di labirinto kafkiano, migliaia di
stanze e corridoi dove nessuno è in grado di rispondere alle sue richieste.
Finalmente trova la stanza della persona che ha tante volte cercato, inutilmente, di raggiungere.
La stanza è vuota e lui, incuriosito, scopre pian piano dettagli sulla sua misteriosa impiegata assente.
Si chiama Elena, è giovane, ha i capelli ricci e neri. Giulio decide di cercarla. Attraversando il Ministero, Giulio arriva
finalmente nei sotterranei dove viene catturato da un gruppo di persone incappucciate.

[non è meglio se, come mi raccontasti o come capii la prima volta, G. trova il locale per caso? La
faccenda degli incapucciati fa pensare a un sequestro e male si sposa con il grande locale
illuminato, colorato, quindi "festoso" o perlomeno gioiosamente operoso]

Viene portato all'interno di un grande locale sotterraneo, molto illuminato e colorato, pieno di
persone, un ambiente che contrasta nettamente con il grigiore del Ministero soprastante. In questa
stanza incontra Elena.

Giulio scopre di essere finito nella sede segreta di un gruppo di ribelli del Ministero, i Fuori Stanza.

Tra Elena e Giulio ha inizio un rapporto conflittuale. Giulio non capisce, ha bisogno del suo
documento, attacca duramente Giulia e il suo gruppo perché si sono allontanati dalla realtà, con cui
rifiutano di confrontarsi.
Elena difende la sua scelta di ribellione, una scelta che ha portato lei e i suoi compagni a isolarsi e a
vivere una realtà distaccata [ma parallela, o no?] in cui è possibile immaginare e realizzare la
rivoluzione.
Tra una discussione e l'altra, Giulio scopre il piccolo mondo ribelle di Elena e dei suoi compagni.
Nei sotterranei del palazzo è stata aperta una scuola dove i figli dei Fuori Stanza imparano senza
programmi e senza schemi a capire la realtà che è fuori e a immaginarne una diversa. [pensare che
anche i ragazzini conducono una doppia vita]

Nella piccola scuola "rivoluzionaria" Giulio incontra Maria, una giovanissima insegnante che
coordina il lavoro dei bambini e dei ragazzi. Giulio è affascinato e allo stesso tempo sconcertato dal
progetto della piccola comunità ribelle. Entra ed esce dai sotterranei, torna alla sua scuola e ne
comprende i limiti, ma non riesce ad accettare che un progetto come quello dei Fuori Stanza
rimanga segreto, senza possibilità di modificare la realtà.
Per Elena, la comunità ribelle è invece un laboratorio, un esperimento che non può vivere se non
fuori dalla realtà a cui si oppone. Elena e Giulio si innamorano. Elena vorrebbe che Giulio venisse a
insegnare nella scuola della comunità, Giulio spera di convincere Elena e Maria a uscire fuori, a
portare il loro progetto nella realtà.

Un giorno, tornando nei sotterranei, Giulio scopre che c'è stato un violento blitz della polizia: i
sotterranei sono sottosopra e molti dei ribelli sono stati arrestati, alcuni feriti. Giulio cerca Elena e
Maria, prova nel carcere, negli ospedali, ma di loro si è persa ogni traccia. [e i ragazzini?]

Giulio torna al suo lavoro e decide di richiedere ancora una volta il documento di cui ha bisogno al
Ministero. Una impiegata che sostituisce Elena lo manda da un ufficio all'altro, finché viene
mandato al Ministero dell'Istruzione, dove apparentemente possono risolvere il suo problema.
Giunto al Ministero, Giulio scopre che anche l'impiegata a cui è stato indirizzato, Camilla, è
assente. La trova nei sotterranei dove scopre un'altra comunità di Fuori Stanza.

Nella comunità Giulio ritrova Elena e Maria che sono riuscite a sfuggire all'arresto e si sono
rifugiate qui.
Giulio ritrova le stesse speranze, lo stesso progetto pedagogico, lo stesso spirito ribelle della prima
comunità e continua a esortare Elena a uscire allo scoperto.

Un giorno si sentono fuori per la strada le voci, i canti, gli slogan di una grande manifestazione. I
Fuori Stanza decidono di uscire, insieme con i bambini e i ragazzi della comunità. Fuori, in una
giornata luminosa, si uniscono a un enorme corteo, dove scoprono di essere in compagnia di
centinaia di altre comunità come la loro.

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