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Capitolo quindicesimo

L'ESPRESSIONISMO E CORRENTI AFFINI

L'insieme dei fenomeni verificatisi in pittura,letteratura e teatro per i quali si accetta la definizione di
espressionismo(letteratura a partire dal 1911) hanno origine in un preciso contesto storico.

Questa nuova estetica nasce in pittura con i quadri dei fauves parigini e dei loro contemporanei tedeschi,i cui
intenti artistici apparivano nell'almanacco Die Blauer Reiter.Da queste pagine il pittore Franz Marc spiega il
principio cardine di questa corrente,ovvero la libertà d'espressione dell'arte dai vincoli delle accademie e
dell'empirismo.

Il termine abbraccia tendenze differenti e contrapposte; in letteratura vi sono visioni poetiche di universi fuori
dal consueto e l'evocazione di un profondo desiderio di vita legata a un passato mitico o le satire grottesche sulla
civiltà moderna e sulla vita meccanizzata. Gli espressionisti si opposero decisamente all'universo borghese e i
contrasti presenti nella società,riflettevano nella vita familiare e nei gruppi più ristretti.

La poetica dell'espressionismo non mira a rispettare le strutture e i segni di riconoscimento del mondo empirico;
infatti la sensibilità si concentra sul principio della completa autonomia del linguaggio senza la sua funzione
mimetica. Molti autori in questo caso hanno rifiutato la funzione comunicativa del linguaggio componendo testi
con segni privi di qualsiasi significato di senso tradizionale. I poeti impressionisti misurano l'intensività
espressiva del testo in base a una estetica del brutto riconducibile nelle zone più trascurate delle città e dove si
accumulano i segni più contraddittori della civiltà moderna. Tutto ciò che prima veniva considerato disgustoso e
proibito adesso entra a far parte nell'immediatezza con cui la realtà deve essere dimostrata. L'uomo della
metropoli e in particolare le sue sofferenze sono necessari all'arte dell'impressionismo per costruire il suo volto
urbano.

Il linguaggio poetico diviene il mezzo con il quale esprimere libertà,protesta,emozionalità sfrenata attraverso uno
stile che tende al pathos esclusivo e sentimenti forti ed improvvisi.

Il fine ultimo dell'espressionismo è l'estasi ,raggiungibile solo attraverso l'intera fantasia del poeta e che non ha
limiti dettati dall'empirismo.

Tra gli autori più coerenti con l'espressionismo vi è Gottfried Benn,medico e poeta.La sua visione del mondo era
fortemente condizionata dalla sua attività professionale,infatti la sua ossessione poetica è la realtà presente negli
ospedali,nei ricoveri per poveri,negli obitori. E' una realtà brutale e non filtrata da nessuna riflessione estetica
tradizionale. Benn non disdegnò però gli aspetti primordiali della vita,al riparo dalla realtà storica del presente.

La prima fase poetica è resa acre dai concetti scientifici,parole esotiche,gergalismi della metropoli.La seconda è
molto più pacata e ritorna ad adoperare modelli metrici più tradizionali.La sua visione della storia è fortemente
negativa,concepita come luogo della violenza e dell'insesatezza e descritta nella sua ultima produzione con
"Poesie statiche" e "Distillazioni". L'arte risiede nei versi perfetti,nella bellezza della musica e in um marmo
scolpito dove è racchiusa l'eternità.

Il dramma espressionista

Il dramma espressionista è anticonvenzionale soprattutto dell'opposizione al naturalismo. Il determinismo


biologico e sociale viene sostituito dal volontarismo mettendo in scena vicende simboliche. In questo modo gli
impressionisti intendevano affermare l'esistenza della libertà; il palcoscenico era quindi la sede
dell'immaginazione poetica illimitata e svincolata dall'esperienza concreta. In generale la caratteristica principale
del teatro impressionista è l'astrattezza e il mito dell'uomo eterno e della natura umana,che resta sempre la stessa
nonostante i mutamenti storici. L'anima è l'enigma più inestricabile inspiegabile dal punto di vista della
psicologia tradizionale. La credibilità artistica del discorso drammatico non è contemplata dagli espressionisti;la
scelta linguistica ricorda l'impostazione dell'opera lirica. Tutto ciò che accade sulla scena non è gioco ma realtà
simbolica e richiede l'immedesimazione del pubblico con ciò che viene rappresentato.

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