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3030
3031 Geometria
3032
3033 Descrivere, per mezzo di equazioni, la retta dello spazio per i punti
3034 Q(1, 0, 1) e R(0, 2, 3)
3035 Richiami. 1) Dati in uno spazio vettoriale VK un vettore v0 e un
3036 sottospazio U , tali che dim U = d, l’insieme v0 + U = {v + u | u ∈ U }
3037 si chiama varietà lineare di dimensione d.
3038 2) Un riferimento cartesiano RC(Oijk) per lo spazio è dato da un
3039 punto O (origine) e da tre vettori i, j, k di lunghezza 1, a due a due
3040 perpendicolari (fig. 14.2).
3041 3) Un riferimento cartesiano individua una corrispondenza biunivoca
3042 tra punti dello spazio e vettori in R3 : precisamente, al punto P si
−→
3043 associa quella terna x, y, z tale che OP = xi + yj + zk. In simboli:
3044 P (x, y, z).
3045 4) Notazione per i vettori: v(l, m, n) significa v = li + mj + nk.
3046 5) Il vettore congiungente P1 (x1 , y1 , z1 ) e P2 (x2 , y2 , z2 ) è
−−→
P1 P2 (x2 − x1 , y2 − y1 , z2 − z1 ).
237
3047 Prenderemo il seguente come presupposto per la geometria affine.
3048 Teorema 29.1. Nella corrispondenza biunivoca tra punti dello spazio e
3049 vettori di R3 , sopra descritta, le rette corrispondono precisamente alle
3050 varietà lineari di dimensione 1 e i piani corrispondono precisamente
3051 alle varietà lineari di dimensione 2.
3052 Equazioni parametriche della retta nello spazio. Dal teorema 29.1
3053 una retta corrisponde a una varietà lineare (x0 , y0 , z0 ) + �(l, m, n)�
3054 ((l, m, n) �= 0) e quindi è l’insieme dei punti di coordinate
3074 (i) v0 ∈ v0 + U .
239
3081 Prima inclusione: v1 + U ⊆ v0 + U . Consideriamo un vettore w ∈
3082 v1 + U , quindi
∃u� ∈ U : w = v1 + u� . (29.4)
3083 Combinando (29.3), (29.4), si ha w = v0 +(u+u� ). Essendo u+u� ∈ U
3084 in quanto somma di due vettori in U , risulta w ∈ v0 + U .
3085 Seconda inclusione: v0 + U ⊆ v1 + U . Consideriamo un vettore w� ∈
3086 v0 + U , quindi
∃u�� ∈ U : w� = v0 + u�� . (29.5)
3087 Dalla (29.3) si ha v0 = v1 − u e combinando con la (29.5) otteniamo
3088 w� = v1 + (u�� − u). Vale u�� − u ∈ U in quanto differenza di due vettori
3089 in U e ciò implica w� ∈ v1 + U .
3090 (iii) Per ipotesi esistono u1 , u2 ∈ U tali che
v1 = v0 + u1 , v2 = v0 + u2 .
3091 Ne segue v2 − v1 = u2 − u1 ∈ U .
3092 Interpretiamo geometricamente la prop. 29.2 con riferimento ad una
3093 retta r associata alla varietà lineare (x0 , y0 , z0 ) + �(l, m, n)�.
3094 (i) (x0 , y0 , z0 ) ∈ (x0 , y0 , z0 ) + �(l, m, n)�, quindi x0 , y0 , z0 sono le coor-
3095 dinate di un punto della retta stessa.
3096 (ii) Se (x1 , y1 , z1 ) ∈ (x0 , y0 , z0 ) + �(l, m, n)�, allora
3100 Da questo si deduce che �(l, m, n)� è l’insieme di tutti i vettori paralleli
3101 alla retta r.
240
Figura 29.1: l, m, n sono le coordinate di un vettore non nullo parallelo
ad r.
241
3114 sono due qualsiasi vettori paralleli al piano, linearmente indipenden-
−→ −→
3115 ti; ad esempio P Q(0, −1, 3), QR(−1, 2, 1). Ottengo la varietà lineare
3116 (1, 1, −1) + �(0, −1, 3), (−1, 2, 1)� e le equazioni
x = 1 − t�
y = 1 − t + 2t� t, t� ∈ R.
z = −1 + 3t + t� ,
3117 Definizione 29.5. Le equazioni cartesiane di una retta o un piano
3118 sono quelle di un sistema lineare le cui soluzioni formino la varietà
3119 lineare corrispondente.
3120 Proposizione 29.6. Data una varietà lineare v0 + U in Rn è sempre
3121 possibile trovare un sistema lineare il cui insieme delle soluzioni sia
3122 proprio v0 + U .
Esempio 29.7. Cerchiamo equazioni cartesiane della retta r della
domanda iniziale; abbiamo visto che corrisponde alla varietà lineare
(1, 0, 1) + �(−1, 2, 2)�. Ricaviamo il sistema lineare usando le seguenti
equivalenze:
(x, y, z) ∈ (1, 0, 1) + �(−1, 2, 2)� ⇔
(x, y, z) − (1, 0, 1) ∈ �(−1, 2, 2)� ⇔
(x − 1, y, z − 1) ∈ �(−1, 2, 2)�. (29.6)
3123 Facciamo il test di appartenenza descritto a pag. 168:
−1 x − 1 −1 x−1
H21 (2)
2 y −→ 0 2x − 2 + y .
H31 (2)
2 z−1 0 2x − 2 + z − 1
3124 Quindi la condizione (29.6) equivale a
�
2x + y − 2 = 0
(29.7)
2x + z − 3 = 0.
242
3125 L’insieme delle soluzioni di tale sistema lineare è la varietà lineare di
3126 partenza. Quindi (29.7) sono le equazioni cartesiane della retta.
ax + by + cz + d = 0, (a, b, c) �= 0. (29.9)
Ora
243
Il test di appartenenza dà
0 −1 x − 1 −1 2 y − 1
−1 2 y − 1 −→ H12
0 −1 x − 1 H−→31 (3)
3 1 z+1 3 1 z+1
−1 2 y−1 −1 2 y−1
0 −1 x−1 H−→32 (7)
0 −1 x−1 .
0 7 3y − 3 + z + 1 0 0 7x + 3y + z − 9
244
3141 Lezione 30
3142
x = 1
3145 La retta r : y = 2t (t ∈ R) è parallela al piano π di equazione
z = t−1
3146 x − y + 2z + 7 = 0?
245
3155 parallele se, e solo se, lo spazio direttore della varietà lineare più piccola
3156 è contenuto nello spazio direttore della varietà lineare più grande.
3157
246
3174 Proposizione 30.3. Condizione necessaria e sufficiente affinché i pia-
3175 ni π : ax + by + cz + d = 0 e π � : a� x + b� y + c� z + d� = 0 siano paralleli
3176 è
� �
a b c
rk � � � = 1. (30.2)
a b c
247
3196 30.2 Forme bilineari simmetriche
3197 Definizione 30.5. Una forma bilineare in uno spazio vettoriale VK è
3198 una funzione
b : V × V → K : (u1 , u2 ) �→ u1 | u2 b
∀u1 , u2 ∈ V : u1 | u2 b = u2 | u1 b . (30.5)
(AB)T = B T AT . (30.6)
248
3209 In altre parole, la trasposta del prodotto di due matrici è il prodotto
3210 delle trasposte, prese in ordine contrario.
aij = vi | vj b , i, j = 1, 2, . . . , n. (30.8)
249
3226 Risulta
n
� n
� n
� n
�
(30.3) (30.4)
u1 | u2 b = bi v i | cj v j b = bi v i | cj v j b =
i=1 j=1 i=1 j=1
n
� n
� � n �
n
(30.8)
= bi cj v i | vj b = bi cj aij .
i=1 j=1 i=1 j=1
3227
�n
c1 a
j=1 1j jc
c2 �n a c
XuT1 AXu2 = (b1 b2 . . . bn )A . = (b1 b2 . . . bn )
j=1 2j j
. =
.. � ..
n
cn j=1 anj cj
n
� n
� n
�
= b1 a1j cj + b2 a2j cj + · · · + bn anj cj =
j=1 j=1 j=1
n
� � n �n �
n
= bi aij cj = bi cj aij = u1 | u2 b .
i=1 j=1 i=1 j=1
250
3231 La (30.4) si prova analogamente.
3232 Verifichiamo che b è simmetrica. Siccome la matrice a destra in
3233 (30.7) è una matrice 1 × 1, essa è uguale alla propria trasposta. Ne
3234 segue:
� �T
u1 | u2 b = XuT1 AXu2 = XuT2 AT (XuT1 )T =
(30.7)
= XuT2 AXu1 = u2 | u1 b .
3235 Nella penultima equazione abbiamo usato il fatto che A è simmetrica
3236 (AT = A) e che per ogni matrice M vale (M T )T = M .
3237 Da ultimo, resta da dimostrare che vale la (30.8). Indicati con
3238 e1 , e2 , . . . , en i vettori della base naturale di K n (quindi ej è una
3239 colonna con tutti zeri e un “1” in j-esima posizione, per ogni j) si
3240 ha
a1j
a2j
vi | vj b = XvTi AXvj = eTi Aej = eTi
... = aij .
anj
3241
3252 Ortogonalità
3253
3256 Definizioni 31.1. 1) Una fbs b in uno spazio vettoriale reale VR si dice
3257 definita positiva se per ogni u ∈ V \ {0} vale u | u b > 0.
3258 2) Un prodotto scalare in uno spazio vettoriale reale è una forma
3259 bilineare simmetrica definita positiva.
253
3260 Esercizio 31.2. Stabilire se la fbs dell’esercizio precedente è un pro-
3261 dotto scalare.
3262 Svolgimento. Devo stabilire se per ogni (x1 , x2 ) ∈ R2 \{0}, vale (x1 , x2 ) |
3263 (x1 , x2 ) b > 0, cioè (vedi (31.1)) se
x21 + 2x1 x2 + 2x2 x1 + 3x22 = x21 + 4x1 x2 + 3x22 > 0.
3264 Se x2 = 0 allora x1 �= 0 e (x1 , x2 ) | (x1 , x2 ) b = x21 > 0.
3265 Se x2 �= 0, allora
� 2 �
x 1 x 1
(x1 , x2 ) | (x1 , x2 ) b = x22 +4 +3
x22 x2
3266 e, sostituendo t = x1 /x2 ,
(x1 , x2 ) | (x1 , x2 ) b = x22 (t2 + 4t + 3).
3267 Siccome Δ = 4 > 0, esistono valori di t tali che t2 +4t+3 < 0 e ponendo
3268 corrispondentemente x2 = 1, x1 = t si ottiene (t, 1) | (t, 1) b < 0.
3269 Concludendo, b non è un prodotto scalare.
� �
2 1
3270 Esercizio 31.3. Dimostrare che la fbs associata ad A = ri-
1 3
3271 spetto alla base naturale di R2 è un prodotto scalare.
3272 Per risolvere problemi di questo tipo può essere utile il seguente:
3273 Teorema 31.4. Una fbs in uno spazio vettoriale reale è definita posi-
3274 tiva se, e solo se, tutti gli autovalori della matrice associata, rispetto
3275 a una base qualsiasi, sono positivi.
3276 Secondo svolgimento dell’esercizio 31.2. Trovo gli autovalori di A:
� �
�1 − t 2 �
pA (t) = �� � = t2 − 4t − 1.
2 3 − t�
√
3277 Gli autovalori sono 2 ± 5. Siccome un autovalore è negativo, b non è
3278 un prodotto scalare.
254
3279 Notazione 31.5. D’ora in avanti, quando possibile, se b è un prodotto
3280 scalare, esso verrà sottinteso e scriveremo:
u1 · u2 = u1 | u2 b .
3285 Osservazione 31.7. L’equazione (31.2) definisce una fbs perché (31.2)
3286 equivale alla (30.9) ponendovi A = In , che è una matrice simmetrica.
3287 Inoltre tale fbs è un prodotto scalare perché tutti gli autovalori di A
3288 sono uguali a 1, quindi positivi.
3289 Definizioni 31.8. 1) Uno spazio vettoriale euclideo è uno spazio vet-
3290 toriale in cui è fissato un prodotto scalare.
3291 2) Il modulo (o√ la norma) di un vettore v in uno spazio vettoriale eu-
3292 clideo è �v� = v · v.
3293 3) Un versore è un vettore u tale che �u� = 1.
255
3299 Svolgimento. (a)
� (30.3) � (30.4) �
�hv� = (hv) · (hv) = h[v · (hv)] = h2 (v · v) = |h| �v�.
3300 (b) Per l’equazione precedente �hv� = 1 se, e solo se, |h| �v� = 1.
3304 Osservazioni 31.12. La (31.3) definisce una fbs perché equivale alla
3305 (30.7) dove B = i, j, k e A = I3 ed è un prodotto scalare perché I3 ha
3306 autovalori tutti positivi.
3307 2) Dato v = xi + yj + zk, il suo modulo è
√ (31.3) �
�v� = v·v = x2 + y 2 + z 2 ,
256
3316 Sfida 31.14. Nello spazio vettoriale C 0 ([a, b]) (1 ) si ponga:
� b
f |g b= f (x)g(x)dx.
a
3317 (a) Dimostrare che b è una fbs; (b) dimostrare che b è un prodotto
3318 scalare.
1
Spazio vettoriale in cui i vettori sono le funzioni continue su [a, b].
257
3325 Proposizione 31.17 (Disuguaglianza triangolare). Se u1 e u2 sono
3326 vettori in uno spazio vettoriale euclideo, allora
Dimostrazione.
3327
3328 Definizione 31.18. Dati due vettori non nulli u1 e u2 in uno spazio
3329 vettoriale euclideo, l’angolo da essi formato è
u1 · u2
�
u1 u2 = arccos .
�u1 � �u2 �
258
3337
3338 Risposta alla domanda iniziale. La risposta dipende dallo spazio vet-
3339 toriale euclideo. In C 0 ([a, b]), con il prodotto scalare definito sopra, f
�b
3340 e g sono ortogonali se, e solo se, a f (x)g(x)dx = 0.
x1 v1 + x2 v2 + · · · + xr vr = 0. (31.7)
(x1 v1 + x2 v2 + · · · + xr vr ) · vj = 0 · vj ⇒
✘ ✘
x v1 ✘
✘1✘✘
✘
·v j +✘x2✘v✘2 ✘
·v✘
j + · · · + xj vj · vj + · · · + ✘ · v✘✘j = 0 ⇒
xr✘v✘r ✘
xj �vj �2 = 0 ⇒ xj = 0,
3349 dove l’ultima implicazione segue dal fatto che �vj � �= 0. Quindi la
3350 (31.7) implica xj = 0, ∀j = 1, 2, . . . , r.
259
260
3351 Lezione 32
3352
3353 Procedimento di
3354 Gram-Schmidt
3355
3358 Definizioni 32.1. Una base ortogonale di uno spazio vettoriale eu-
3359 clideo VR è una base B = v1 , v2 , . . . , vn soddisfacente la condizione
3360 ∀i, j = 1, 2, . . . , r : i �= j ⇒ vi · vj = 0.
3361 Una base B = v1 , v2 , . . . , vn di uno spazio vettoriale euclideo VR è
3362 ortonormale se
�
1 se i = j
∀i, j = 1, 2, . . . , s : vi · vj = (32.1)
0 se i �= j.
3363
261
3364 Esempio 32.2. N = e1 , e2 , . . . , en è una base ortonormale di Rn ,
3365 rispetto al prodotto scalare ordinario, infatti
0
.. �
.
T 1 se i = j
ei · ej = ei ej = (0 . . . 1 . . . 0) 1 =
.. 0 se i �= j.
.
0
3373 Poi aij = vi · vj (30.8), quindi vale la (32.2) se, e solo se,
�
1 se i = j
∀i, j = 1, 2, . . . , s : vi · vj =
0 se i �= j,
3374 cioè se e solo se B è ortonormale.
3375 Affrontiamo il problema generale, dato uno spazio vettoriale eucli-
3376 deo, di trovarne una base ortonormale.
262
3377 Osservazione 32.4. Se v1 , v2 , . . . , vr è una base ortogonale, allora
v1 v2 vr
, , ...,
�v1 � �v2 � �vr �
3378 è una base ortonormale (cfr. eserc. 31.10). Quindi la parte difficile del
3379 problema è trovare una base ortogonale, visto che poi una base ortonor-
3380 male si ottiene semplicemente dividendo i vettori per i propri moduli.
3381 Quest’ultima parte del procedimento si chiama normalizzazione dei
3382 vettori.
�
�v� �w� cos vw
c(v, w)w = w
�w�2
3390 �
• ha modulo �v� | cos vw|;
3392 Abbiamo dimostrato in generale (anche nel caso di vettori non geo-
3393 metrici) che w e v − c(v, w)w sono ortogonali. Il vettore c(v, w)w si
3394 chiama proiezione di v nella direzione di w.
1
Il denominatore è positivo, cfr. def. 31.1.
263
3395 Teorema 32.5 (Procedimento di Gram-Schmidt). Sia B = v1 , v2 , . . . ,
3396 vn una base di uno spazio vettoriale euclideo VR . Allora, ponendo
3397 w1 = v 1 e
j−1
� v j · wi
wj = v j − wi , j = 2, 3, . . . , n, (32.3)
i=1
w i · w i
264
3409 2a) Dimostriamo che Fj+1 è una famiglia ortogonale di vettori. Per
3410 ipotesi induttiva, Fj è una famiglia ortogonale, quindi
∀i, h = 1, 2, . . . , j : (i �= h ⇒ wi · wh = 0).
265
3419 Ne segue
3423
(x1 , x2 , x3 , x4 ) · (y1 , y2 , y3 , y4 ) = x1 y1 + x2 y2 + x3 y3 + x4 y4 .
266
3431
w1 = v1 = (−1, 1, 0, 0).
(32.3) v 2 · w1
w2 = v2 − w1 =
w1 · w1
(−1, 0, 1, 0) · (−1, 1, 0, 0)
= (−1, 0, 1, 0) − (−1, 1, 0, 0) =
(−1, 1, 0, 0) · (−1, 1, 0, 0)
1 1 1
= (−1, 0, 1, 0) − (−1, 1, 0, 0) = (− , − , 1, 0).
2 2 2
(32.3) v 3 · w1 v 3 · w2
w3 = v3 − w1 w2 =
w1 · w1 w2 · w2
(−1, 0, 0, 1) · (−1, 1, 0, 0)
= (−1, 0, 0, 1) − (−1, 1, 0, 0) +
(−1, 1, 0, 0) · (−1, 1, 0, 0)
(−1, 0, 0, 1) · (− 12 , − 12 , 1, 0) 1 1
− 1 1 1 1 (− , − , 1, 0) =
(− 2 , − 2 , 1, 0) · (− 2 , − 2 , 1, 0) 2 2
1
1 1 1
= (−1, 0, 0, 1) − (−1, 1, 0, 0) − ✁23 (− , − , 1, 0) =
2 2✁
2 2
1 1
= (−2, −2, −2, 6) = (−1, −1, −1, 3).
6 3
3432 Una base ortogonale di W è
1 1 1
B = (−1, 1, 0, 0), (− , − , 1, 0), (−1, −1, −1, 3).
2 2 3
3433 Lasciamo al lettore di verificare il fatto che tutti i vettori trovati ap-
3434 partengono a W e che i tre possibili prodotti scalari tra due vettori
3435 distinti sono uguali a zero. Osservando che �hv� = |h| �v� calcolo:
√ √
�w1 � = w1 · w1 = 2,
√
1 6
�w2 � = �(−1, −1, 2, 0)� = ,
2 2√ √
1 12 2 3
�w3 � = �(−1, −1, −1, 3)� = = .
3 3 3
267
3436 Una base ortonormale è B � = u1 , u2 , u3 dove
w1 1
u1 = = √ (−1, 1, 0, 0),
�w1 � 2
w2 2 1 1
u2 = = √ (−1, −1, 2, 0) = √ (−1, −1, 2, 0),
�w2 � 62 6
w3 3 1 1
u3 = = √ (−1, −1, −1, 3) = √ (−1, −1, −1, 3).
�w3 � 2 3 3 2 3
3439 Esempio 32.8. Nel caso dei vettori geometrici e dim W = 2, i vettori
3440 di W sono tutti i vettori paralleli ad un piano, in blu in fig. 32.1,
3441 e quindi W ⊥ è l’insieme di quei vettori che sono ortogonali a tutti i
3442 vettori “blu”; ovvero W ⊥ è l’insieme dei multipli scalari del vettore n.
3443 Allora W ⊥ è un sottospazio di dimensione 1.
268
Figura 32.1: Ortogonale di un sottospazio.
269
270
3450 Lezione 33
3451
3452 Distanza
3453
271
3463 2) Se dim V è finita, in conseguenza del teorema vale dim V = dim W +
3464 dim W ⊥ .
3465 Dimostrazione. 1) Dimostriamo che W + W ⊥ è diretta. Consideriamo
3466 un vettore v ∈ W ∩ W ⊥ . Da v ∈ W ⊥ segue per definizione ∀w ∈ W :
3467 w · v = 0. Siccome v ∈ W , risulta v · v = 0 e questo implica v = 0.
3468 Resta dimostrato che W ∩ W ⊥ = {0} e per il teorema 10.7 la somma
3469 è diretta.
3470 2) Dimostriamo che W + W ⊥ = V , che è conseguenza, con riferimento
3471 a (33.1), della validità delle seguenti proprietà per ogni v ∈ V : (a) w ∈
3472 W , (b) w� ∈ W ⊥ , (c) v = w + w� .
3473 (a) La prima equazione in (33.1) esprime w come combinazione lineare
3474 di w1 , w2 , . . . , wr , quindi w ∈ �w1 , w2 , . . . , wr � = W .
3475 (c) Tale asserzione è immediata conseguenza della seconda equazione
3476 in (33.1).
3477 (b) In virtù della prop. 32.9, è sufficiente dimostrare che
∀h = 1, 2, . . . , r : w� · wh = 0.
3478 Vale
� r
�
(33.1) �
w � · wh = v− c(v, wi )wi · wh
i=1
r
�
= v · wh − c(v, wi )wi · wh .
i=1
w� · wh = v · wh − c(v, wh )wh · wh =
v · wh
= v · wh − wh · wh = 0.
wh · wh
3480
272
3481 Definizione 33.3. I vettori w e w� definiti in (33.1) si dicono proie-
3482 zioni ortogonali di v su, rispettivamente, W e W ⊥ .
3483 Esercizio 33.4. Esprimere v = (2, −2, −3) come somma di un vettore
3484 nel sottospazio W = �(1, 0, 1), (0, 1, 1)� di R3 e di un vettore in W ⊥ .
3485 (1 )
3486 Svolgimento. Userò la (33.1) nella quale serve una base ortogonale di
3487 W . La base B = v1 , v2 = (1, 0, 1), (0, 1, 1) non è ortogonale perché
3488 (1, 0, 1) · (0, 1, 1) = 1 �= 0. Applico il procedimento di Gram-Schmidt
3489 per trovare una base ortogonale w1 , w2 :
w1 = v1 = (1, 0, 1);
v 2 · w1 (0, 1, 1) · (1, 0, 1)
w2 = v 2 − w1 = (0, 1, 1) − (1, 0, 1) =
w1 · w1 (1, 0, 1) · (1, 0, 1)
1 1
= (0, 1, 1) − (1, 0, 1) = (−1, 2, 1).
2 2
3490 Una base ortogonale di W è (1, 0, 1), 12 (−1, 2, 1), o anche, visto che
3491 moltiplicare i singoli vettori per scalari non nulli non influisce sull’or-
3492 togonalità,
w1 = (1, 0, 1), w2� = (−1, 2, 1).
3493 Applico la (33.1) con v = (2, −2, −3):
v · w1 v · w�
w = w1 + � 2� w2� =
w1 · w1 w2 · w2
(2, −2, −3) · (1, 0, 1) (2, −2, −3) · (−1, 2, 1)
= (1, 0, 1) + (−1, 2, 1)
(1, 0, 1) · (1, 0, 1) (−1, 2, 1) · (−1, 2, 1)
−1 −9 1 3
= (1, 0, 1) + (−1, 2, 1) = − (1, 0, 1) − (−1, 2, 1) =
2 6 2 2
1
= (2, −6, −4) = (1, −3, −2).
2
w� = v − w = (2, −2, −3) − (1, −3, −2) = (1, 1, −1).
1
Se il prodotto scalare non è specificato, si intende il prodotto scalare ordinario.
273
3494 Concludendo, v = w + w� , dove w = (1, −3, −2) ∈ W e w� =
3495 (1, 1, −1) ∈ W ⊥ .
3496 Verifica, usando le equazioni (32.5):
w� · w1 = (1, 1, −1) · (1, 0, 1) = 0;
w� · w2� = (1, 1, −1) · (−1, 2, 1) = 0.
3497
274
3514
275
Figura 33.1: Angolo tra due rette
276
3543 Dalla (33.2) si ottiene la seguente condizione necessaria e sufficiente
3544 per l’ortogonalità tra due rette: ll� + mm� + nn� = 0.
3547 Nel caso di un piano o una retta, il vettore n di cui sopra è ortogo-
3548 nale a tutti i vettori paralleli al piano o alla retta.
w ∈ W ⇔ al + bm + cn = 0 ⇔ n · w = 0.
3561
277
3562 Definizione 33.14. L’angolo formato da due piani è l’angolo acuto
3563 formato da due rette ortogonali ai piani stessi.
Ne segue che i due piani sono ortogonali se, e solo se, aa� +bb +cc� = 0.
278
Due rette Due piani Piano-retta
Paral � � � �
l m n a b c
leli rk � =1 rk � � � = 1 al + bm + cn = 0
l m� n� a b c
3569 smo
Orto � �
a b c
gona ll� + mm� + nn� = 0 aa� + bb� + cc� = 0 rk =1
l m n
lità
279
280
3570 Lezione 34
3571
281
3583 Nella proposizione seguente verrà applicata la formula (32.1) che
3584 definisce le famiglie ortonormali.
3585 Proposizione 34.3. Una matrice H ∈ M(n × n, R) risulta ortogo-
3586 nale se e solo se le sue colonne formano una base ortonormale di Rn ,
3587 rispetto al prodotto scalare ordinario.
3595 Teorema 34.4 (Teorema spettrale reale). Per ogni matrice reale sim-
3596 metrica A d’ordine n, esiste una base ortogonale di Rn composta da
3597 autovettori di A.
3598 Corollario 34.5. Per ogni matrice reale simmetrica A d’ordine n, esi-
3599 ste H ∈ M(n × n, R), ortogonale, le cui colonne sono tutte autovettori
3600 di A. (Vedi anche la prop. 34.3.)
3601 Corollario 34.6. (Cfr. prop. 27.4.) Per ogni matrice reale simme-
3602 trica A d’ordine n, esiste H ∈ M(n × n, R) ortogonale, tale che
3603 H T AH = H −1 AH sia diagonale. Quindi ogni matrice reale simmetrica
3604 è diagonalizzabile su R.
282
3605 Esercizio 34.7. È data la seguente matrice reale:
0 1 1 0
1 0 0 1
A= 1 0 0 1 .
0 1 1 0
283
3612 Gli autovalori sono λ1 = 0, λ2 = −2, λ3 = 2. Trovo EA (0) con
3613 l’equazione AX = O1×4 :
�
x 2 + x3 = 0
x 1 + x4 = 0
3614 da cui
EA (0) = {(−x4 , −x3 , x3 , x4 ) | x3 , x4 ∈ R} = �(−1, 0, 0, 1), (0, −1, 1, 0)�.
3615 EA (−2) si ottiene dall’equazione (A + 2I4 )X = O1×4 ,
2 1 1 0 x1
1 2 0 1 x 2
1 0 2 1 x3 = O1×4 .
0 1 1 2 x4
3616 Si ottiene EA (−2) = �(1, −1, −1, 1)�. Analogamente EA (2) si ottiene
3617 dall’equazione (A − 2I4 )X = O1×4 ,
−2 1 1 0 x1
1 −2 0 1 x2
1 0 −2 1 x3 = O1×4 .
0 1 1 −2 x4
3618 Si ottiene EA (2) = �(1, 1, 1, 1)�. I quattro vettori ottenuti:
(−1, 0, 0, 1), (0, −1, 1, 0), (1, −1, −1, 1), (1, 1, 1, 1),
3619 formano già una base ortogonale di R4 . Normalizzandoli e disponendoli
3620 in colonne si ottiene una matrice con le proprietà richieste:
√
−1/ 2 0√ 1/2 1/2
0 −1/√ 2 −1/2 1/2
H= 0
.
√ 1/ 2 −1/2 1/2
1/ 2 0 1/2 1/2
284
3621 Esercizio 34.8. È data la seguente matrice reale, dipendente dal pa-
3622 rametro reale h:
h 2 1
Mh = 2 2 2 .
1 2 −1
3623 (a) Trovare, se esiste, un valore di h tale che (1, 2, 1) sia un autovet-
3624 tore di Mh . (b) In relazione al valore trovato, calcolare una matrice
3625 ortogonale H tale che H T Mh H sia diagonale.
3626 Svolgimento. (a) Imponendo che (1, 2, 1) sia un autovettore,
1 1 h+5 1
Mh 2 = λ 2 ⇔ 8 = λ 2 ,
1 1 4 1
3627 da cui λ = 4 e h = −1.
3628 (b) Calcolo il polinomio caratteristico della matrice M = M−1 :
� �
�−1 − t 2 1 �
� �
pM (t) = �� 2 2−t 2 �� = −t3 + 12t + 16.
� 1 2 −1 − t�
3629 Siccome λ = 4 è un autovalore, si può dividere tale polinomio per t − 4:
−10 12 16
4 −4 −16 −16
−1 −4 −4 //
3630 Quindi pM (t) = (t − 4)(−t2 − 4t − 4) = −(t − 4)(t + 2)2 .
3631 Determino gli autospazi. Siccome dim EM (4) = 1 e (1, 2, 1) è un
3632 autovettore relativo all’autovalore 4, vale EM (4) = �(1, 2, 1)�.
3633 L’autospazio EM (−2) si ricava dall’equazione (M + 2I3 )X = O3×1 ,
3634 ovvero
1 2 1 x 0
2 4 2 y = 0 ,
1 2 1 z 0
285
3635 equivalente a x + 2y + z = 0. Ne segue EM (−2) = {(−2y − z, y, z) |
3636 y, z ∈ R} = �(−2, 1, 0), (−1, 0, 1)�. Serve una base ortogonale di tale
3637 autospazio, quindi applico il procedimento di Gram-Schmidt partendo
3638 dai vettori v1 = (−2, 1, 0), v2 = (−1, 0, 1). Ottengo
w1 = v1 = (−2, 1, 0),
v 2 · w1 (−1, 0, 1) · (−2, 1, 0)
w2 = v 2 − w1 = (−1, 0, 1) − (−2, 1, 0) =
w1 · w1 (−2, 1, 0) · (−2, 1, 0)
2 1
= (−1, 0, 1) − (−2, 1, 0) = (−1, −2, 5).
5 5
3639 Una base di ortogonale di autovettori di M è:
286
3642 Lezione 35
3643
287
� = cos α.
Figura 35.1: Angolo tra una retta e un piano. Vale sin(εr)
3656 Il prodotto scalare tra due colonne qualsiasi di tale matrice soddisfa
(32.2)
Xwi · Xwj = XwT i Xwj = wi · wj .
�
3659 Resta dimostrato che le colonne di Aid B B formano una base ortonor-
3660 male di Rn , quindi tale matrice è ortogonale (prop. 34.3).
288
3661 35.1 Cambiamenti di riferimento cartesia-
3662 no
3663 Dati due RC(Oijk), RC(O� i� j� k� ), indichiamo con (α, β, γ) la terna del-
3664 le coordinate di O� rispetto a RC(Oijk); poi indichiamo con (x, y, z)
3665 e (x� , y � , z � ) le coordinate di un medesimo punto P rispeto ai due
−→ −−→ −−→
3666 RC. Intendiamo rappresentare l’equazione OP = O� P + OO� tramite
3667 coordinate.
−→
3668 • OP ha coordinate (x, y, z) rispetto a B = i, j, k;
−−→
3669 • OO� ha coordinate (α, β, γ) rispetto a B;
−−→
3670 • O� P hacoordinate
(x� , y � , z � ) rispetto a B � = i� , j� , k� e coordinate
x�
�
3671 Aid B B y � rispetto a B.
z�
�
3672 Concludendo, posto H = Aid B B , le equazioni di cambiamento di coor-
3673 dinate sono:
�
x x α
y = H y � + β , H ortogonale. (35.1)
�
z z γ
1 1 −1 1 0 H31 (−1) 0 1 −2 0 0
1 0 1 1 0
0 1 2 3 0 .
0 0 −4 −3 0
3718 Risolvo dal basso il sistema
a + c = −d
b + 2c = −3d
−4c = 3d
3719 in termini del parametro d, ottenendo c = −3d/4, b = −3d/2, a =
3720 −d/4. I piani soddisfacenti le condizioni date sono quindi
d 3 3
− x − dy − dz + d = 0.
4 2 4
3721 Moltiplicando per 4/d si ottiene un unico piano: −x − 6y − 3z + 4 = 0.
3722 (d) Ogni retta ortogonale a π ha parametri direttori l = a = 1,
3723 m = b = −2, n = c = 1. Posso quindi direttamente scriverne le
3724 equazioni cartesiane:
x−1 y z−1
= = .
1 −2 1
292
3725 (e) I coefficienti a, b e c nell’equazione del piano possono essere
3726 presi uguali ai parametri direttori di r. Questi ultimi si ottengono
3727 risolvendo il sistema lineare omogeneo associato a quello di r:
� �
x − 2y − z = 0 x = −z
⇔
x+z = 0 y = −z.
−dy − dz + d = 0 ⇔ −y − z + 1 = 0.
3751 � �
a b c
3752 Per poter applicare la condizione di ortogonalità, rk =
l m n
3753 1, conviene ordinare l’equazione precedente,
296