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Clinca
Si manifesta sostanzialmente con dolore e sviluppo di alterazioni croniche a carico della cuta e del
muscolo e particolarmente a livello dell'estremo distale (piede). La scala di leriche-Fontaine consente
la classificazione-stadiazione: classe 1 (asintomatico); 2a e 2b (la gravità della claudicatio
intermittens, che caratterizza questo stadio, consente di suddividerla ulteriormente: il cut off fra i due
livelli è la possibilità di percorrere a piede senza dolore una distanza di 300 metri); 3 (dolore a riposo);
4 (ulcerazioni o gangrena): ischemia critica cronica è la dicitura comuna alle classi 3 e 4 con decorso
lungo, doloroso, complesso nel quale l'evoluzione della patologia, non solo per l'arto, che rischia di
essere perso, ma anche per la vita del paziente stesso perché questa evoluzione ha altissima mortalità.
Claudicatio intermittens. Si tratta della risposta dolorosa del muscolo striato all'ischemia e da questo
punto di vista si avvicina al doloro anginoso da sforzo, fatte salve le dovute differenze che
contraddistinguono il muscolo striato da quello cardiaco 1. La localizzazione della stenosi, ma anche
dell'occlusione, è individuata dalla sede del dolore (stenosi ed occlusione sono elementi diversi e una
stenosi lenta consente l'instaurazione di circoli collaterale che garantiscono la perfusione a valle della
lesione). Per cui avremo dolore:
alla natica per lesione a livello dell'aorta o dell'iliaca;
alla coscia per lesione a livello della femorale;
a livello della gamba e del piede per coinvolgimento del settore a carico della poplitea.
Sindrome di Lerische. Rara ma non impossibile: occlusione dell'aorta al di sopra della biforcazione
dell'iliaca caratterizzata da una triade sintomatologica:
claudicatio bilaterale;
impotenza per ridotta perfusione del pene;
assenza di polso bilateralmente.
Diagnosi
La diagnosi si fa mediante esame obiettivo con valutazione dei polsi dell’arto inferiore. La palpazione
della poplitea non è facilissima da palpare in quanto sottesa ad uno strato muscolare di spessore
consistente: occorre porre il paziente in posizione prona con flessione della gamba sulla coscia. Tuttavia
riuscendo a palpare la tibiale anteriore o la pedidia siamo autorizzati a pensare che tutto l’albero sia
libero. Riuscire a palpare i polsi è già una buona indicazione di massima, i diagnosti più esperti riescono
anche a dare una valutazione si una eventuale riduzione dei polsi periferici.
1Vi segnalo che durante tutta la lezione il prof ha usato l’espressione “muscolo striato” in opposizione a
“muscolo cardiaco” evidentemente per riferirsi al muscolo striato scheletrico. Inizialmente ho corretto in
automatico pensando ad un lapsus, ma vista l’insistenza ho preferito trascriverlo alla lettera e segnalarlo.
Particolarmente importante in questo quadro è l’indice caviglia – braccio o ABI ankle-brachial index
misurato, per quanto concerne l’arto inferiore, a livello della tibiale posteriore o della pedidia:
valori normali 0,9-1,3;
se > 1,3 arteria fortemente arterioscleretica ovvero irrigidita: l’abnorme pulsatilità che si riscontra
in questi casi è la risposta arteriosa tipica all’arteriosclerosi ovvero la tipica malattia dell’anziano a
carico delle arterie di grosso calibro per perdita di fibre elastiche: un valore di questo tipo costituisce
un fattore di rischio sistemico e deve farci sospettare il coinvolgimento di altri distretti e
massimamente del cerebrale e coronarico;
se <0,9 stenosi significativa.
Un ABI patologico è indicatore di una patologia avanzata a carico dell’arto inferiore e che come tale
manifesta un rischio di patologia sistemica. Quando l'ABI scende sotto 0,9 o sale sopra 1,3 la mortalità
aumenta per associazione con patologie analoghe in altra sede: embricazione della patologia cerebrale,
coronarica e periferica.
L’ecocolordoppler arterioso si può fare:
per conferma definitiva, in presenza di sospetto dedotto dalla non palpazione dei polsi e confermato
da ABI positivo;
per il follow-up;
in fase di pre-rivascolarizzazione, anche se di solito il chirurgo preferisce angiografia, tomografia e
risonanza. A questo proposito ricordarsi sempre che il paziente che deve essere rivascolarizzato,
deve essere considerato ad alto rischio per le complicanze perioperatore (= dall'intervendo ad un
mese dopo) quindi sono pazienti che devono essere osservati con grande attenzione. Per questo si
parla di equivalente coronarico ovvero il paziente con patologia periferica è equiparato aduno che
ha subito infarto miocardico e deve essere seguito molto attentamente alle stessa stregua di un
paziente coronarico (statine e antiaggreganti).