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Unacanzone
GUIDO MARIANI
Ancheuncanzonepuò ac-
compagnare la giornata
dellamemoria.Iltemadell’Olo-
causto non compare spesso
nei testi dei brani musicali del
dopoguerra, neppure in quelli
degli artisti più impegnati. Un
misto di pudore e di inadegua-
tezza ha forse frenato molti au-
tori nell’affrontare un dramma
troppograndeperi limitiimpo-
sti dalla struttura di un pezzo
musicale cantato. Tuttavia le
eccezioni esistono. Alcuni in-
terpreti hanno provato a occu-
parsi del tema, spesso in modo
originalee,in alcuni casi,l’han-
nofattoperché guidatidaespe-
rienzepersonali cheli avvicina-
vano alla più grande tragedia
del XX secolo.
«ILSA KOCH»
(WOODY GUTHRIE)
Scritta dal cantastorie Usa nel
1948, il brano Ilsa Koch è forse
laprimaveracanzonedeldopo-
guerra a parlare dell’Olocau-
sto. La composizione rimase
tuttaviainedita ed èstata ripor-
tatasolodirecenteallaluceein-
cisa, su iniziativa della figlia di
Guthrie, Nora, dai Klezmatics
diNewYork,folkbandcherileg-
ge la tradizione della musica
ebraica kletzmer.
Il brano è un crudo resocon-
to degliorrori dei campi di ster-
minio con al centro la figura
spaventosa di Ilse Koch, la stre-
ga di Buchenwald. Moglie del
comandante delle SS Karl Otto
Koch, responsabile dei campi
di Buchenwald e Sachsenhau-
sen,Ilse Kochsi reseprotagoni-
sta di torture e atti di crudeltà
controgliinternati.Divennetri-
stemente nota per l’atroce col-
lezione di paralumi realizzati
con i tatuaggi prelevati dalla
pelle degli internati uccisi. Nel-
lostilediGuthrielacanzonena-
sce,però,non solodalla tristez-
za ma anche dalla rabbia. Nel
1948, infatti, Koch fu scarcera-
ta. Il cantante temeva che
l’oblio cancellasse i crimini dei
nazisti. «Vedo il fumo delle ci-
miniere,vedoleceneriammas-
sate, vedo le ossa ammucchia-
te (…) Ilsa Koch è stata impri-
gionata. Ilsa Koch è ora libera.
Devozittirelamiacanzone. Ve-
do tornare il super-uomo». La
rabbia di Guthrie non fu la sola
voce di sdegno. Koch venne ar-
restatanuovamente,ri-proces-
«Senti i colpi
di fucile
ai cancelli.
Sono arrivati
a liberarci?
Ma cosa spero
o di cosa ho
paura?
Siamo
gli unici
esseri umani
rimasti vivi?»
sabato 27 gennaio 2018
per non dimenticare
MEMORIA/1 » ARTISTI CHE HANNO MESSO IN MUSICA L’ORRORE
DEL GENOCIDIO ATTINGENDO A VOLTE ANCHE DA STORIE FAMIGLIARI
sata e condannata all’ergasto- spontanea questa canzone. La del 1969, questo brano è un di- sen. Con la sconfitta dei nazi- masti vivi? Siamo gli unici esse-
lo. Si impiccò in cella nel 1967. scrissi su un fogliettino di carta sperato blues, convulso e ato- sti entrambi vennero tenuti ri umani sopravvissuti?». Nel
Woody Guthrie dopo la guerra da quaderno. È stata poi canta- nale che vuole, più che lancia- per qualche tempo a Ber- 1995, Lee ha riaccompagnato
scrisse diversi brani ispirati alla ta dall’Equipe84 perché io ai re un messaggio, tentare di co- gen-Belsen che venne trasfor- la madre a Bergen-Belsen per
cultura ebraica, in parte frutto tempi non avevo nessuna in- municare l’orrore del genoci- mato temporaneamente in un commemorarei50anni dallali-
del matrimonio con Marjorie tenzione di fare da grande il dio e della seconda guerra campo profughi. berazione del campo. «Per lei
Greenblatt, ebrea newyorkese, cantautore. Non ero iscritto al- mondiale. Su tutto domina il L’aspettounicodiquestasto- fu il completamento di qualco-
e dell’influenza della madre di la Siae e quindi la prima versio- clarino basso di Captain Bee- riaècheManyaeMorris,prove- sa- ha ricordatoil cantante - es-
lei,AlizaGreenblatt,celebrepo- ne del brano, che si chiamava fheart e la sua voce cavernosa nienti dalla stessa cittadina po- sere in quel luogo con i suoi fi-
etessa Yiddish. Canzone del bambino nel ven- che anticipa il cantato sofferto laccanon si conoscevano, siin- gli per lei è stata una rivincita.
to,èstatafirmatadaduepresta- che farà suo Tom Waits. Visto contrarono nelle baracche de- Sièsentitaperlaprimavoltavit-
«WITH GOD ON OUR nome.Anchemiopadreerasta- il tono - in genere provocato- gliexinternatiedeciserodispo- toriosa, come se pensasse: «Io
SIDE» (BOB DYLAN) to in un campo di concentra- rio dell’album - il pezzo si pre- sarsi. Il matrimonio fu celebra- sono ancora qui e voi no!»
Il rapporto del cantante-pre- mento, non un campo di ster- stava però a fraintendimenti e to proprio a Bergen-Belsen. Un
mio Nobel con le sue radici minio, ma un campo militare. ad accuse di cattivo gusto. For- luogo di sterminio divenne «DANCE ME
ebraiche è stato sempre, a dir Manon miaveva mairacconta- se anche per questo non fu l’inizio di una nuova vita. L’an- TO THE END OF LOVE»
poco, controverso. Nato da to niente. Forse anche per que- mai suonato dal vivo. no dopo migrarono in Canada. (LEONARD COHEN)
una famiglia ebraica di Duluth sto motivo ho voluto scrivere Il testo di Red Sector A è stato Discendente di una generazio-
nel Minnesota, l’allora Robert una canzone». «RED SECTOR A» (RUSH) scritto dal batterista e paroliere nediebrei dell’Europaorienta-
Allen Zimmerman celebrò re- Il brano, del 1966, è una nar- Red Sector A è forse una delle della band Neil Peart e si basa le emigrati in Canada prima
golarmente il suo bar mitzvah. razione a due voci: un bambi- canzoni rock più significative sui ricordi diretti della madre dellepersecuzioninaziste, Leo-
Ma non accettò mai di identifi- nomortoe«passatoper ilcami- dedicateall’Olocausto, pubbli- diGeddyLee.«Sentiicolpidifu- nardCohenhaspessofatto rife-
carsi nettamente e pubblica- no» e l’autore che si interroga cata dai canadesi Rush nel cileaicancelli. Sonoarrivatiali- rimento nelle sue canzoni alla
mente con la religione ebrai- sulla crudeltà dell’uomo: «Io 1984 nell’album Grace under berarci? Ma cosa spero o di co- suaeducazioneortodossa.Tut-
ca. Al contrario sposò aperta- chiedo quando sarà che l' uo- Pressure. La storia del brano è sa ho paura? Per mio padre e tavia un suo brano ispirato al
mente il cristianesimo con mopotràimparareaviveresen- strettamente connessa alla vi- mio fratello è troppo tardi. Ma dramma della Shoah è spesso
una conversione immortalata zaammazzareeilventosipose- cenda personale del leader del- devo aiutare mia madre a stare stato interpretato solo come
in una serie di tre album. Salvo rà». 50 anni dopo quella canzo- la band Geddy Lee. Il suo no- in piedi (…). Siamo gli unici ri- una malinconica canzone
poi tornare, a quanto pare, ne, Francesco Guccini, che alla me di nascita è Gary Lee Wein-
all’ebraismo. Ma la sua identi- fine «da grande» è diventato rib, nato a Toronto nel 1953 da
tà traspare assai spesso nella cantautore, è andato in visita a Manya Rubenstein e Morris
suaopera. Dalle citazioni bibli- Auschwitz, un’esperienza rac- Weinrib, due ebrei polacchi di
che all’odio nei confronti del contata nel documentario Son Staracohwiceche furono inter-
razzismo alla denuncia dei mo- morto che ero bambino. nati da ragazzi prima in un
vimenti di estrema destra. campo di lavoro poi nei campi
Nel 1983 Dylan fu anche au- «DACHAU BLUES» di sterminio. La loro prima tap-
tore di una difesa dello stato di (CAPTAIN BEEFHEART) pa fu Auschwitz da cui venne-
Israele con il brano Neiborho- Tratto dal capolavoro di dadai- ro poismistati. Morrisfinì a Da-
odBully,diventatopoi neglian- smo rock Trout Mask Replica chau e Manya a Bergen-Bel-
ni un inno sionista. La tragedia
dell’Olocausto compare nel
brano pacifista del 1964 With
GodonOurSide:Unadurapole-
mica sull’idea americana di es-
sere sempre dalla parte del giu-
sto e di avere «Dio dalla propria
parte» (proprio come rivendi-
cavano i nazisti con il motto
«Gott mit Uns»). Canta Dylan:
«Quando la seconda guerra
mondiale si concluse/Noi per-
donammoitedeschiepoinedi-
ventammo amici/Anche se ne
hanno ammazzati 6 milioni/Li
hanno bruciati nei forni/An-
che i tedeschi adesso hanno
Dio dalla loro parte».
«AUSCHWITZ»
(FRANCESCO GUCCINI)
«Non so ancora perché quella
canzone mi sia venuta in men-
te-haricordatoFrancescoGuc-
cini di una delle sue canzoni
più celebri e una delle prime
che compose - stavo preparan-
do un esame di latino, e presi la
chitarra. Avevo appena letto Francesco Guccini
due libri , Tu passerai per il ca- a Auschwitz, accanto
mino di Vincenzo Pappalettera
(ex deportato di Mauthausen,
le Indigo Girls
e sopra i Rush
ndr) e Il flagello della svastica
di Lord Russel e mi è venuta
 sabato 27 gennaio 2018
d’amore. L’amatissimo brano
del 1984 Dance Me to the End of
Love, incluso nell’album Va-
riousPositionsèispiratoaicam-
pi di sterminio.
Ha ricordato l’artista in
un’intervista: «La canzone è
nata sentendo i racconti dei so-
pravvissuti sui campi della
morte. Accanto ai forni crema-
tori, in alcuni lager, un quartet-
to d’archi era costretto a suo-
nare quando si stava consu-
mando questo orrore. Un orro-
re che era il destino anche del-
le stesse persone che suonava-
no. Suonavano quando i loro
compagni morivano e veniva-
no bruciati».
Ma nei versi della canzone
il dramma sembra scompari-
re nella missione salvifica e
pacifica delle musica, capace
di essere più forte di ogni cru-
deltà. «Guidami - recita il bra-
no - oltre la paura finché non
sarò al sicuro. Sollevami co-
me un ramoscello d’ulivo e di-
venta la colomba che mi ri-
porta a casa. Guidami fin do-
ve finisce l’amore».
«HATACHANA
HAKTANA TREBLINKA»
(YEHUDA POLIKER)
Yehuda Poliker è uno degli arti-
sti che ha plasmato la musica
popolareisraelianaapartireda-
glianni’80.Hainiziatolacarrie-
ra come leader del gruppo
rock Benzin per poi continua-
re da solista, ma collaborando
semprecon Ya'ackov Gilad, au-
tore di testi e anch’egli mem-
bro dei Benzin. Poliker e Gilad
sono rappresentanti della pri-
ma generazione di israeliani fi-
glidei sopravvissuti all’Olocau-
sto. Il padre di Poliker, un
ebreo greco di Salonnicco fu
deportato, ma cinquanta
membri della sua famiglia mo-
rirono nei campi nazisti.
LamadrediGilad,HalynaBi-
renbaum, venne deportata a
15anniesopravvisseperunpu-
ro caso alle camere a gas. Nel
1988 i due lavorarono insieme
all’album Efer VeAvak (Cenere
e polvere), che oggi è conside-
rato uno dei più importanti e
influentidischi della scena mu-
sicale israeliana. La raccolta è
una riflessione sulla Shoah e di
chi è cresciuto all’ombra del
trauma vissuto dai propri geni-
tori. Il brano Hatachana Hak-
tana Treblinka (La piccola sta-
zione stazione Treblinka) è
l’unico brano della raccolta a
nominare un campo di stermi-
nio ed è forse la più celebre
canzone popolare israeliana
dedicata all’Olocausto. Il te-
sto, oggi cantato anche in for-
ma quasi rituale durante le
commemorazioni, èun adatta-
mentodi una poesia dello scrit-
tore ebreo polacco Vladislav
Shlengel ucciso durante la ri-
volta del ghetto di Varsavia.
«THIS TRAIN REVISED»
(THE INDIGO GIRLS)
«This Train is bound for glory”
(Questo treno è diretto verso la
gloria) è una canzone gospel
chefapartedellatradizionedel-
lamusicaUsa;lesueversionidi-
scografiche più celebri sono
forse quelle di Johnny Cash e
WoodyGuthrie.Ilduo folkfem-
minile statunitense, paladino
delle lotte per i diritti di gay e le-
sbiche, nel 1994 decise di rive-
dere questo brano.
Il trenocantato qui non èpiù
quello dell’inno religioso che
trasporta i virtuosi e i convertiti
verso la salvezza, ma diventa il
treno della morte diretto ai
campidisterminio chetraspor-
ta «zingari, omosessuali e la
stella di Davide». Anche questo
però, a suo modo, è un viaggio
verso la gloria. Le vittime viag-
giano verso l’eternità, gli assas-
sini verso l’ignominia della sto-
ria: «Questo treno porta mia
madre. Questo treno porta mio
padre. Questo treno porta mia
sorella. Questo treno porta mio
fratello. Questo treno è diretto
verso la gloria».
BillGraham,l’anima
visionariadelpromoter
MEMORIA/2 » È STATO TRA I PIÙ INFLUENTI IMPRESARI DI TUTTI
I TEMPI. CON LUI NASCE L’IDEA DI RADUNO E CONCERTO ROCK
G. M.
Rolling Stones, Jimi Hen-
drix,TheWho, Bob Dylan,
Led Zeppelin, The Doors, Janis
Joplin,TheBand,JeffersonStar-
ship, Grateful Dead… Tra la fi-
ne degli anni ’60 e l’inizio degli
anni ’70, tutti questi artisti ave-
vano un solo grande promoter.
Il suo nome era Bill Graham. Il
suo locale, il Fillmore Audito-
rium a San Francisco fu l’epi-
centro del terremoto che cam-
biòiconnotatidelrockneglian-
ni’60. MaGraham potrebbees-
sere indicato anche come l’in-
ventore del moderno concerto
rock perché dal locale di San
Francisco divenne l’architetto
di eventi musicali capaci di ra-
dunare decine di migliaia di
persone.
Ma la storia di Bill Graham
non poteva avere delle origini
più lontane dai fasti e dai suc-
cessi del mondo del pop e del-
lo star system. Il futuro impre-
sario delle rockstar, nacque co-
me Wulf Wolodia Grajonca a
Berlino nel 1931 da Frida e
Yankel, due ebrei emigrati dal-
la Russia. Il padre di Bill morì
in un incidente due giorni do-
po la sua nascita.
L’INIZIO
Conl’iniziodellacampagnaan-
ti-ebraica di Hitler la madre fu
costretta ad affidare il figlio, ai
tempi soprannominato Wolf-
gang, e una sorella più piccola,
Tolla, a un orfanotrofio. Il 4 lu-
glio1939,Grahamealtri39bim-
bi ebrei di quell’orfanotrofio
vennero portati in Francia co-
me parte di un’operazione di
salvataggio dei bambini ebrei
chiamata Kindertransport. Ma
la guerra era in agguato e la
Francia fu sconfitta dall’eserci-
to hitleriano. Parigi non era più
un porto sicuro per gli ebrei.
Billelasorellafuronotrasporta-
ti in segreto nella Francia libera
aChateaudeChaumont.Nellu-
glio 1941 alcune organizzazio-
ni umanitarie che operavano
nella clandestinità cercarono
di farli scappare dall’Europa. Il
progetto era di raggiungere il
Portogallo e prendere una na-
vepergliStatiUniti.Tuttiibam-
binidiquelgruppoeranograve-
mente malnutriti e la sorella di
BillsiammalòaLionedipolmo-
nite. Bill proseguì il viaggio e
non seppe mai più nulla di Tol-
la. RaggiunseMarsiglia, poi en-
trò in Spagna e arrivò in Porto-
gallo.Il9settembre1941conal-
tri 55 bambini ebrei profughi
salpòarrivando a New York do-
ve trovò una nuova patria. Di-
venne così parte di quella co-
munità di bambini chiamata
oggi «One Thousand Chil-
dren». Un gruppo di circa 1.400
minori ebrei figli di genitori de-
portati che scapparono senza
famigliariuscendoaraggiunge-
re le coste degli Usa durante la
seconda guerra mondiale.
MentreGrahamvenivaman-
dato in un orfanotrofio a Plea-
santville nel New Jersey, la ma-
dre moriva nelle camere a gas
di Auschwitz. Venne dato in af-
fidamento e crebbe per le stra-
de del Bronx, spesso venendo
preso in giro dai coetanei per il
suo forte accento tedesco e
chiamato “nazi”. Un insulto
che non poteva accettare e a
cui rispondeva con i pugni. Nel
1949 varcò la soglia della mag-
giore età e divenne un cittadi-
no americano con il nome di
Bill Graham. Ma le sue sfide
non erano finite. Nel 1951 fu
chiamato alla leva obbligato-
ria.PrestòservizioinCorea, do-
ve venne decorato con la Bron-
ze Star e la Purple Heart. Nel
1955 le sue guerre erano finite.
Si trasferì a San Francisco dove
nel 1965 organizzò il suo primo
concerto, un evento benefico a
cuiparteciparonoJefferson Air-
plane, Lawrence Ferlinghetti,
The Fugs, Allen Ginsberg e altri
esponenti della controcultura
californiana dell’epoca. Decise
così di fondare una compa-
gnia, la Bill Graham Presents,
che debuttò il 4 febbraio 1966
con un’esibizione dei Jefferson
Airplane al Fillmore Audito-
Nato
a Berlino,
era giunto
negli Usa
con altri 55
bambini
ebrei
profughi.
Gestì
lo storico
locale
Fillmore
13
Bill Graham
al Fillmore East
( NY, ’71), accanto
Leonard Cohen
rium, una vecchia sala da con-
certi che Graham trasformò in
una mecca della nuova scena
della West Coast.
SU QUEL PALCO
Su quel palco nacque una nuo-
va era musicale con nomi quali
Janis Joplin, i Cream di Eric
Clapton, Grateful Dead. «Era la
chiesa del rock 'n' roll e Bill era
il pastore», ha detto Mickey
Hart batterista dei Dead. Il Fill-
more traslocò diventando nel
1968 il Fillmore West, mentre a
New York si apriva il Fillmore
East. Graham stava però già
guardando oltre e decise di di-
ventare anche un promoter di
tour. Il business dei concerti
rock cambiò per sempre.
Daeventi spesso raffazzona-
ti,disorganizzatieimprevedibi-
li, grazie al lavoro di Graham e
alla sua capacità (imparata ne-
gliannidell’infanzia)dinonfar-
si mai prevaricare da nessuno,
divennero degli show moder-
ni, con staff professionali, sce-
nografiecurate,suoniconfezio-
nati ad arte, orari prefissati.
Portò ordine a un mondo
cheeraspessodominatoda im-
provvisazione e precarietà. Fu
una rivoluzione artistica, ma
nacque soprattutto un merca-
to milionario. Lavorò con tutte
lepiùgrandi stardell’epoca,ar-
chitettando tour da tutto esau-
rito e creando la magia degli
eventi live come li conosciamo
oggi,proseguendopoi neglian-
ni ’80 anche con star come Da-
vid Bowie e Madonna. Ma le
persecuzionisubitenonvenne-
ro dimenticate e Graham si im-
pegnòspessopereventiumani-
tari come il grande happening
Live Aid del 1985 e i tour orga-
nizzatiperAmnesty Internatio-
nal Conspiracy of Hope e Hu-
man Rights Now!
Graham è morto nel 1992,
ucciso in un incidente aereo
causato dal maltempo. Nel
2016 una mostra a lui dedicata
è stata allestita presso il museo
dell’Olocausto a Chicago. Ha
detto Billy Corgan (Smashing
Pumpkins) presentando la mo-
stra: «Raccontiamo la storia di
un sopravvissuto e di quello
che ha fatto. Ma così raccontia-
mo anche la storia di quello
che non è successo. Guardia-
mo alla devastazione dell’Olo-
causto e abbiamo il dovere di
chiederci, ’Quanti
Graham abbiamo perso?
Bill
Quanti Einstein o Mozart ab-
biamo perso?’».