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Riassunt o di Elisabetta Carpi nelli

❖ Una mappa è il risultato di diverse interpretazioni e riflette le differenti


visioni di chi l’ha realizzata.
❖ Tuttavia negli ultimi due secoli, sulla scia del progresso tecnologico, si è
cercato di ottenere una mappa vera, scientificamente attendibile e che
fosse un’univoca e fedele riproduzione della realtà.
❖ La rappresentazione poteva considerarsi fedele se rispettava due
criteri:
▪ Attendibilità della riproduzione: ossia la sua precisione
geometrica (indicazione di punti, scale, proiezioni etc..)

▪ La verosimiglianza rispetto a un riconoscibile spazio geografico

❖ Si può affermare dunque che la produzione cartografica, sviluppata in


linea con il progresso tecnologico, seguiva un approccio “darwiniano”
con una > precisione e attendibilità delle carte.
❖ Soltanto dalla seconda metà del 900 sono emerse voci critiche contro
la convinzione della scientificità della cartografia.
❖ Di conseguenza la carta non è più concepita come specchio fedele ma
riproduzione ridotta, approssimata e simbolica della superficie
terrestre.
❖ Siccome i due criteri di attendibilità e verosimiglianza non vengono più
presi in considerazione il numero di documenti che possono essere
considerati rappresentazioni cartografiche aumenta.
LA CARTA COME TESTO
Alcuni geografi hanno cominciato a concepire la carta come
espressione di un contesto della cultura e della società che l’ha
prodotta.
❖ Questo riconoscimento di un valore sociale della cartografia coincide
con un’attenzione particolare sull’uso all’interno di un contesto sociale
della mappa come strumento di governo, o di oppressione, di
regolazione e politico.
❖ Insomma i geografi iniziano a chiedersi: con quale scopo il cartografo
ha realizzato questa mappa? Cosa ha sacrificato per realizzarla?
❖ Si passa dunque, come sostiene Christian Jacob, da una visione
trasparente della mappa come neutrale trasferimento di informazioni
esterne nello spazio cartografico a una visione opaca che tenga in
conto di selezioni, omissioni, aggiunte e inevitabili influenze del
contesto.
❖ Nasce un filone di lettura critica del ruolo simbolico delle carte e che
riflette sul rapporto delle carte con il potere della società
contemporanea.
Personaggio fondamentale di questo filone è John Brian Harley il quale
prese in considerazione le relazioni sociali che stanno dietro la
produzione cartografica.
RIASSUNTO DELL’ APPROFONDIMENTO DEL LIBRO SU HARLEY, IL GEOGRAFO
Harley fu un geografo che decostruì il concetto di mappa.
Iniziò a concepirla come sistema culturale, a osservarla come discorso all’interno del contesto
che l’ha prodotta.
Nel suo libro “The History of Cartography”, come in una vera e propria enciclopedia, descrive
le carte prodotte da ogni cultura e in ogni tempo nel contesto della società che le hanno
costruite.
❖ Le mappe sono diventate oggetti della quotidianità.
❖ Hanno dunque subito un processo di “naturalizzazione” come lo
definisce Denis Cosgrove. Di conseguenza le riflessioni sulle intenzioni
della carta sono ignorante dal semplice “consumatore”.
❖ Infatti, alle carte del presente si chiede di essere strumenti chiari, di
uso immediato e di divulgazione.
❖ Quindi se la riflessione sull’intenzione delle carte viene ignorata, le
carte che vengono comunamente usate oggi sono il frutto del modello
cartografico di derivazione illuminista improntato sulla veridicità e sulla
verosimiglianza.
❖ Ma se queste carte in realtà non sono affatto lineari, né neutrali ma
sono mappe con forti portati ideologi diventa necessario conoscere la
storia della cartografia, indagandone soprattutto le intenzioni.

❖ ISCRIZIONI RUPESTRI: Primi modelli di carte. Prendiamo come esempio quella di


Pescarzo in Val Camonica dell’età del bronzo (3000 a.c.)
Il suo scopo era quello di raccogliere informazioni sul territorio, oltre che a scopo
sacrale e religioso.
❖ Dunque fino al Seicento la mappa è un mezzo per comprendere il
mondo.
❖ Poi accade ciò che è già stato descritto ossia le carte vengono
concepite come strumento tecnico di una precisione scientifica dietro
alla quale vengono celati gli aspetti sociali, culturali e politici.

❖ Nel corso della storia molte sono state le speculazioni sulla forma del
pianeta terra (dalla terra come quadrato in Cina alla terra come albero
nella tradizione scandinava).
❖ Queste speculazioni si proponevano di spiegare e diffondere i miti.
❖ Accanto ai miti c’erano anche le misurazioni metriche e
rappresentazioni del territorio per usi pratici già nell’antico Egitto.
❖ La situazione era diversa per quanto riguarda lo spazio sacro il quale
era preposto alla spiegazione del mondo e del potere del faraone.
❖ Il faraone si colloca nello spazio mitico, spazio che, secondo gli egizi,
non era sottoponibile a misurazione.
❖ Dunque la geografia che spiegava il mondo era il mito mentre le carte
erano misurazioni a fine esclusivamente pratico.
❖ La forma sferica della terra fu ipotizzata dai greci intorno al 550 a.c.
❖ Posto la foto della slide perché scrive le stesse cose del libro

❖ Le mappae mundi, ossia le mappe medievali, raccoglievano


informazioni su località lontane, riportavano le rotte e i possibili
approdi lungo le coste del Mediterraneo e infine riflettevano i
commerci, gli scambi e i contatti diplomatici. Costruivano dunque un
racconto a tema storico.
❖ Nella cartografia medievale la terra era concepita come un disco
circondato da oceani.
❖ Le mappe prodotte su questa base sono state chiamate mappe in T e O
perché i fiumi Don, Nilo formavano la barra orizzontale della lettera T e
il mare mediterraneo quella verticale, mentre i tre continenti (Europa,
Asia, Africa) assumevano la forma di una O. I continenti rappresentati
erano tre come le stirpi dei figli di Noè.
Gerusalemme era il centro della mappa.
❖ A partire dal Settecento si hanno mappe più accurate delle mappae
mundi ma di ancora più esplicita influenza religiosa. Erano mappe
disegnate nei monasteri che indicavano il percorso per i pellegrinaggi,
le planimetrie di Gerusalemme etc..
❖ La cartografia tra il 1300 e il 1450 inizia a basarsi su elementi più laici e
si assiste a un incremento di informazioni geografiche come si può
osservare nei prodotti di Fra Mauro.

❖ Se si parla di utopie geografiche è necessario prendere come


riferimento due opere che segnano il passaggio tra geografica antica e
moderna:
• L’Utopia di Tommaso Moro (1516)
• La città del Sole di Tommaso Campanella (1602)
❖ Le utopie geografiche sono rappresentazioni geografiche di mondi
possibili, possiamo osservarle come modelli che rappresentano i tipi di
territorio adeguati a certe organizzazioni politiche e sociali.
❖ L’utopia affronta dunque il problema del rapporto tra società e
territorio, e volendo cambiare la società propone un’anti geografia per
il territorio.
❖ La geografia diventa di conseguenza il tentativo di ricondurre le cose
terrestri a un ordine razionale e produttivo.
L’ETA’ DELLE GRANDI SCOPERTE
❖ In linea con il desiderio di colonizzazione, che necessita di carte precise
e aggiornate, nasce la geografia cartografico-matematica la quale pone
attenzione nel riportare le rotte più veloci da percorrere.
❖ Queste carte nautiche nascono dallo sviluppo dei portolani del
tredicesimo secolo.
❖ I portolani erano stati costruiti basandosi sull’ osservazione diretta dei
navigatori.
❖ La loro accuratezza era elevata nel determinare rotte e porti ma il
resto dei dettagli era minimo.
❖ I principali centri di produzione di portolani sono situati in Italia, a
Venezia e in Catalogna.
❖ I dettagli erano minimi ma i portolani riportavano i toponimi, bandiere
e stemmi araldici utili per comprendere la geografia dell’epoca.
❖ Tra i secoli diciassettesimo e diciottesimo la geografia diventa scienza
cartesiana riferita ai principi della geometrica, della matematica e della
meccanica e guadagna un ruolo strategico per le grandi navigazioni e i
commerci.
❖ Questa geografia nasce in Portogallo (esattamente nell’osservatorio di
Enrico il navigatore) per poi diffondersi nelle Fiandre e nei Paesi Bassi.
❖ A seguito della traduzione dal greco al latino della “Geographia” di
Tolomeo, nella quale lo spazio era stato approcciato con la geometrica
euclidea, si cominciò a sommare le esplorazioni in una sintesi coerente
compresa nel sistema cartesiano.
❖ Le colonizzazioni trovarono in questo il loro riferimento scientifico.

❖ Il primo mappamondo realizzato da Martin Behaim nel 1492


❖ Waldseemüller nel 1507, il primo a riportare il contenente Americano
❖ Schöner del 1515
Questi ultimi due mappamondi sono rilevanti per la loro accuratezza e
per la loro facile riproduzione.

❖ Questa produzione diffusa di mappamondi rispondeva alle crescenti


rivendicazioni di autorità imperiali sulle terre nuove.
❖ Nel 1500 si contrapponevano le corone di Portogallo e Spagna. In
questo conflitto il globo terrestre divenne un oggetto necessario per
spartire i territori.
❖ Infatti, la rappresentazione tridimensionale si rese utile per la
risoluzione di una controversia diplomatica riguardo le isole Molucche,
o isole delle spezie.
Con il trattato di Tordesillas si stabilì di tracciare una linea nell’oceano
Atlantico per dividere le zone d’influenza. Questa linea tracciata su
mappa piana attribuì le isole Molucche ai portoghesi. Magellano per
convincere il re di Spagna che le isole fossero spagnole illustrò la sua
tesi con un mappamondo.
Magellano partì poi alla conquista delle isole.
❖ Nel Seicento nacque una nuova cartografia francese introdotta da
Nicolas Sanson.
❖ Il geografo riformò il linguaggio cartografico e si concentrò, non sui
reportage dei viaggiatori, ma sugli esiti di misurazioni e calcoli.
❖ Questo nuovo approccio rispondeva alle esigenze dello Stato
nazionale.
❖ La cartografia divenne strumento della costruzione dello Stato
Nazionale, che doveva conoscere le sue dimensioni reali, la sua
forma fisica e doveva poter contare sul rigore scientifico.

❖ Per trasferire le relazioni significative da un mondo tridimensionale


a un foglio piatto, una mappa si trova necessariamente a dover
distorcere la realtà.
❖ Infatti, il linguaggio cartografico è costellato da limiti e ambiguità,
molto spesso sottovalutati poiché considerati transitori in attesa di
un ulteriore progresso tecnologico.

❖ Per trasformare la terra in una superficie piana dobbiamo fare uso


di proiezioni cartografiche.
❖ Una proiezione è il risultato di trasformazioni geometriche,
matematiche o empiriche di punti geografici espressi in coordinate
geografiche in punti espressi in coordinate cartesiane.
❖ Le proiezioni vengono scelte sulla base delle loro caratteristiche:
A seconda delle caratteristiche le carte possono essere:
❖ Carte equivalenti, se viene mantenuto il rapporto tra le
superfici.
❖ Carte equidistanti, se viene mantenuto il rapporto tra le
distanza.
❖ Carte equiangole o isogoniche o conformi, se vengono
conservati gli angoli.
❖ A pagina 74,5,6,7 il libro elenca tutte le tipologie di proiezioni
esistenti. Sono consultabili anche su Wikipedia. Per il professore non
è necessario saperle.
❖ Qualsiasi sia la proiezione scelta durante il passaggio sfera-carta
piana saranno inevitabili le deformazioni.
❖ Le proiezioni equidistanti possono mantenere il rapporto solo in una
direzione.
❖ Le proiezioni in cui le distanze sono restituite come appaiono nel
mondo reale sono dette conformi: la proiezione di Mercatore è una
di queste. Esse sono importanti per la navigazione.
Per mappe a piccola scale le proiezioni conformi non sono adatte.
❖ Mappe che riproducono aree sulla superficie terrestre nelle loro
proporzioni reali usano una proiezione equivalente, per esempio le
mappe statistiche.
❖ Le proiezioni cartografiche creano una nuova serie di coordinate, x e
y, e definiscono la forma del reticolo e la posizione sulla sfera a
partire dai punti reali del mondo definiti da latitudine e longitudine.
❖ Gerhard Kremer creò la proiezione di mercatore che ricavò dallo
svolgimento del cilindro sul quale era stata proiettata la sfera
terrestre. È una carta conforme perché presenta le linee
lossodromiche le quali permettono di tracciare con una retta delle
rotte che tagliano i meridiani con angolo (della bussola) costante.
Seguendo le linee lossodromiche si effettuavano viaggi nautici
lunghi ma sicuri. Invece le linee ortodromiche essendo curve come
la sfera terrestre erano veloci ma meno sicure.
La proiezione non è equivalente. Infatti, la scala aumenta verso i poli
(che però non vengono rappresentati) e si può notare come i paesi
del nord abbiano dimensioni raddoppiate.
La carta venne perciò definita “mappa dei colonizzatori”.
❖ Il reticolo formato dalle linee di latitudine, i paralleli, e da quelle di
longitudine, i meridiani, dipende dalla proiezione usata.
❖ Siamo abituati ad immaginare una forma rettangolare, come
proiezione in cui meridiani e paralleli corrispondo agli assi x e y.
❖ Tale proiezione mostra i paralleli e i meridiani come linee rette
quando in realtà essi sono circonferenze. Inoltre le latitudini
sarebbero più corte dell’equatore.
❖ Anche la nostra immagine del mondo centrano sul meridiano di
Greenwich a 0° di longitudine, con l’Europa al centro del foglio e
l’emisfero nord più grande di quello sud è falsata.
❖ E’ perciò fondamentale, quando usiamo una carta, chiederci sempre
che proiezione abbia usato il cartografo per la realizzazione la carta.
Scala, simboli, generalizzazione
❖ Una volta scelta la proiezione, il cartografo seleziona una scala.
❖ La scala è una riduzione delle dimensioni reali degli elementi
terrestri attraverso una proporzione matematica.
❖ Le mappe a grande scala rappresentano una piccola proporzione
della superficie terrestre, con un gran numero di dettagli.
❖ Una mappa a piccola scala rappresenta grandi superfici con un
minor numero di dettagli. (esempio: la mappa del globo terrestre)
❖ Una volta scelta la scala, il cartografo compie un’altra operazione,
quella di generalizzazione.
❖ Un’operazione che consiste nel selezionare le informazioni da
rappresentare.
❖ E’ un’operazione estremamente soggettiva. La selezione degli
elementi, il mondo in cui rappresentarli e semplificarli.
❖ La visione del cartografo risentirà dei suoi eventuali pregiudizi e
della sua ignoranza, delle sue opinioni politiche e provenienza
sociale.
❖ Nonostante il progresso tecnologico, non si è riusciti ad
automatizzare questa operazione.
❖ E’ necessario generalizzare quando gli elementi da riprodurre
cominciano a fondersi, sovrapporsi, ed entrano in conflitto l’uno con
l’altro.
❖ La risoluzione di tali confitti coinvolge le seguenti operazioni:
semplificazione e selezione od omissione di dettagli, esagerazione
delle dimensioni, combinazione di elementi simili etc…
❖ L’utilizzo di carte geografiche a scopo di propaganda è un fenomeno
analizzato nel libro “How to lie with Maps” di Mark Monmonier.
❖ Le mappe propagandistiche sono solitamente a piccola scala.
Iniziano perciò a manipolare già dalla scelta della scala.
❖ Sono famose le mappe della guerra fredda, che mostrano le diverse
aree di influenza ampliando l’estensione di una o dell’altra a
seconda dei destinatari.
❖ Il testo di Monmonier si occupa di rintracciare i segni che
consentano all’osservatore di riconoscere quando si trova di fronte
a un prodotto di propaganda.
❖ La produzione più alta di mappe propagandiste si verificò dopo il
secondo conflitto mondiale e durante il periodo di proclamazione
d’indipendenza di molti Stati colonizzati.
❖ Emblematico il caso di quelle porzioni del mondo ancora contese
che trovano, in atlanti diversi, differenti denominazione; come le
isole Falkland/Malvine, ma anche per le aree dell’Est Europa.

❖ Il 5 febbraio 2003 Colin Powell, segretario di Stato degli Stati Uniti


d’America, di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
presenta le ragioni del suo governo per attaccare l’Iraq.
❖ Realizza una proiezione PowerPoint chiamata: “Iraq. Failing to
Disarm”.
❖ Le diapositive contengono traduzioni di conversazioni tra ufficiali
iracheni, foto satellitari, mappe topografiche che mostrano quanto
si estende il raggio di copertura dei missili iracheni, dove sono
situati i siti contenenti le armi chimiche e biologiche e le basi di
addestramento.
Inoltre mostra i volti di alcuni terroristi.
❖ Un servizio della BBC ha dimostrato come l’ipotetico magazzino di
armi in realtà fosse un pollaio. Le carte erano perciò false.
Nord-Sud
❖ Nel 1980 usciva un volume intitolato Nord-Sud: un programma per
la sopravvivenza, meglio noto come Rapporto Brandt,
❖ Era un’indagine indipendente, condotta da un gruppo di uomini
politici, guidati dall’ex cancelliere tedesco Willy Brandt, sul quadro
d’ineguaglianza di condizioni e relazioni tra il Nord industrializzato e
il Sud, quindi i paesi del Terzo Mondo, sottosviluppato.
❖ La copertina del volume è illustrata con la proiezione di Peters
(1974) la quale ha una resa accurata delle proporzioni dei
continenti, rappresenta graficamente l’intera superficie del globo,
comprese le regioni polari; l’Equatore risulta al centro della mappa.
Presenta un reticolo in gradi decimali che divide la Terra a est e a
ovest, come a nord e a sud, in zone di 100 settori ciascuna.
Le distorsioni sono distribuite all’Equatore e ai Poli.
La linea nera divide il “Nord”, cioè i paesi industrializzati, dal “Sud”, i
paesi del Terzo Mondo.
❖ E’ un volume importante perché prende una posizione esplicita nel
dibattito sulle proiezioni cartografiche e ci mostra quanto fosse
forte il portato ideologico che connotava il dibattito di quegli anni.

❖ In “Rhumb Lines and Map Wars”, Monmonier ricostruisce le


controversie che da secoli accompagnano l’eredità di Mercatore.
❖ Ci ricorda che la proiezione di Mercatore era stata realizzata con
uno specifico scopo, quello della navigazione. Poi, essendo stata
popolare tra i navigatori, ha avuto un uso diffuso che l’ha portata ad
essere l’immagine collettiva del globo.
❖ La proiezione di Peters del 1974 è stata vista come l’unica
alternativa alla discriminazione cartografica della proiezione di
Mercatore, quest’ultima infatti raddoppiava le dimensioni
dell’Europa e del Nord America.
❖ Gli attivisti che avevano a cuore la situazione del Terzo Mondo
usarono come riferimento la proiezione di Peters durante le
campagne, ma produssero un uso della proiezione distorto
paragonabile all’uso incauto della proiezione di Mercatore.
❖ È importante dunque non restringere il dibattito a una mera
controversia Mercatore-Peters. Si tratta invece di riflettere sugli
scopi della realizzazione di queste mappe, su come correggerne gli
usi distorti, comprendere le distorsioni delle proiezioni cartografiche
etc..

❖ Nel 1924 Mussolini organizzò una visita in Sicilia, fra le tappe incluse
la città di Caltagirone.
❖ I fascisti catalini, con l’obiettivo di accogliere dignitosamente il duce,
decisero di fondare la colonia di Mussolinia su un terreno boschivo.
❖ La cerimonia di posa della prima pietra ebbe luogo nel bosco di
Santo Pietro, ma i catalini non edificarono mai la colonia.
❖ Mussolini, all’oscuro della vicenda, nel 1928 volle inserire in un
volume sulle città del fascismo la colonia di Caltagirone.
❖ I catalini, presi dalla disperazione, costruirono un set
cinematografico nel luogo in cui avrebbe dovuto trovarsi la colonia.
❖ Inviarono delle foto con pesati ritocchi al duce.
❖ La conclusione della storia ha due versioni.
❖ Nella prima versione secondo l’autore Camilleri, il duce ricevette da
un anonimo un fotomontaggio in cui appariva il mare. Mussolini
allora capì di essere stato preso in giro.
❖ Nella seconda versione secondo i catalini, alcuni abitanti che
avevano in odio i federali, fecero pubblicare sul “Giornale di Sicilia”
un fotomontaggio in cui appariva Mussolini in primo piano su uno
yacht.
❖ In entrambe le versioni il fotomontaggio riportava la didascalia:
“Abbiamo portato il mare a Mussolinia”.
❖ È certo comunque che Benito Mussolini destituì tutti (no, scherzavo
solo i responsabili).
CAPITOLO 8
❖ Che significato assume oggi la scoperta geografica se ogni cm di
globo è sotto osservazione satellitare?
❖ Secondo Dematteis nel suo libro “Le metafore della terra” la
rappresentazione geografica non solo riflette i rapporti della società
con l’ambiente ma contribuisce a determinarli. Dunque la
rappresentazione geografica produce anche essa territorio.
❖ Nel corso della storia, le esplorazioni geografiche si sono verificate
poiché potevano risultare utili per lo sviluppo mercatile e industriale
europeo. Dunque non sono mai state vere e proprie scoperte.
❖ Infatti moltissime carte narravano di territori altrui come se già
appartenessero ai paesi europei.
❖ Proseguendo con il discorso di Dematteis oggi possiamo quindi
concentrarci, non più sulla scoperta di nuove terre, ma sulla
scoperta dei mutamenti e delle innovazioni territoriali.
❖ Oggi la carta ha perso il suo valore di mezzo di persuasione e
consolidamento del potere poiché è impossibile descrivere la
complessità delle attuali relazioni economiche, culturali, politiche
che percorrono il pianeta.
❖ Le categorie di spazio e tempo, che per tutta la modernità hanno
regolato la comprensione degli avvenimenti, vengono oggi ridefinite
soprattutto in relazione alle trasformazioni economiche e
tecnologiche che attraversano la società.
❖ Manuel Castells nel suo libro “L’età dell’informazione”, parla di una
inversione delle relazioni tra spazio e tempo.
❖ David Harvey in “La crisi della modernità” si riferisce a una
compressione spazio-temporale.
❖ Comunque non c’è dubbio che sia necessario sperimentare nuove
efficaci rappresentazioni del territorio essendo la domanda stessa di
rappresentazione ad essere cambiata.
❖ Lo stesso Stato nazionale è un’istituzione in crisi.
❖ Negli ultimi anni, si è verificato uno sviluppo tecnologico a cui non è
però corrisposta un altrettanto innovativa produzione cartografica.
❖ Non esiste una domanda di rappresentazione innovativa del mondo
né da parte della gente comune che è abituata al linguaggio
topografico in scala, né da parte dell’élite che approfitta solo della
flessibilità delle carte per manipolarle.
LINGUAGGI INNOVATIVI
❖ O meglio l’innovazione cartografica esiste ma si esplica in decine di
prodotti user friendly (facili da utilizzare): GPS, GIS, siti internet etc..
❖ Può darsi che non si è ancora creato un prodotto talmente
innovativo da vincere le resistenze diffuse e sostuire il linguaggio
cartografico dominante.
DESCRIZIONI PROGETTUALI
❖ Il linguaggio cartografico moderno sopravvivrà solo fino a quando
non se ne diffonderà uno migliore.
❖ Sembrano quindi maturi i tempi per un salto evolutivo del
linguaggio cartografico.
❖ Diventeremo sempre più tutti cartografi, presto non si potranno più
distinguere i ruoli tra produttore attivo di carte e utilizzatore
passivo.
❖ Siamo già abituati a estrarre dai GIS sole le informazioni che ci
servono.
❖ E’ facile immaginare che a breve emergeranno altri modi per
rappresentare i dati geografici, saranno video, audio etc..

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