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SISTEMA TERMODINAMICO

Un sistema termodinamico è la quantità di materia o la regione di spazio che si


prende in considerazione. La massa al di fuori del sistema è detta ambiente mentre
la superficie reale o immaginaria che separa sistema e ambiente è detta contorno
del sistema. Il contorno può essere fisso o mobile.
Un sistema è detto chiuso o massa di controllo se il suo controllo non permette il
passaggio di materia ma ne permette il passaggio di energia, sotto forma ad
esempio di calore o lavoro. Se il contorno non permette nemmeno il passaggio di
energia il sistema è detto isolato.
Un sistema aperto, detto anche volume di controllo, è una regione dello spazio
delimitato da un contorno detto superficie di controllo che permette almeno
parzialmente il passaggio di materia.

PROPRIETA’ TERMODINAMICHE
Le proprietà intensive sono quelle che non dipendono dalle dimensioni del sistema
come ad esempio temperatura, pressione e densità. Le proprietà estensive, invece,
dipendono dalle dimensioni del sistema come ad esempio la massa, il volume e
l’energia totale.

STATO ED EQUILIBRIO
Per stato si intende l’insieme di tutte le proprietà di un sistema. In uno stato ben
preciso tutte le proprietà del sistema assumono valori ben determinati. Se il valore
di anche una solo proprietà cambia. Varia lo stato del sistema. La termodinamica
tratta dei sistemi in stato di equilibrio: un sistema è in equilibrio termodinamico
quando sono soddisfatte le condizioni di tutti i tipi equilibri

TRASFORMAZIONI E CICLI
Ogni cambiamento che un sistema subisce passando da uno stato ad un altro è
detto trasformazione. Una trasformazione quasi-statica è un tipo di trasformazione
che consente al sistema di rimanere infinitesimamente vicino al precedente stato di
equilibrio.
PRINCIPIO ZERO
Quando un corpo è messo a contatto con un altro corpo a diversa temperatura, si ha
un trasferimento di calore dal corpo a temperatura maggiore a quello a temperatura
minore fino a che i due corpi non raggiungono la stessa temperatura. Raggiunta tale
condizione si dice che i due corpi sono in equilibrio termico. Il principio zero della
termodinamica afferma che se due corpi sono ciascuno in equilibrio termico con un
terzo corpo allora sono in equilibrio termico tra loro. Sostituendo il terzo corpo con
un termometro, il principio zero può anche essere riformulato dicendo che due
corpi sono in equilibrio se hanno la stessa temperatura letta.

SCALE TERMOMETRICHE
Tutte le scale termometriche si basano sulla scelta di alcuni stati facilmente
riproducibili come i punti di fusione ed ebollizione dell’acqua. La scala termometrica
attualmente utilizzata nel sistema internazionale è quella Celsius, detta anche
centigrada. Essa assegna al punto di fusione il valore 0 e a quello di ebollizione il
valore 100. In termodinamica invece è utilizzata maggiormente la scala della
temperatura termodinamica o scala kelvin.

CAMBIAMENTO DI FASE DELLE SOSTANZE PURE


Consideriamo un sistema cilindro-pistone contenente acqua (T=20°C, P=1 atm). In
queste condizioni l’acqua si trova in fase liquida e poiché non è in procinto di
evaporare si parla di liquido sottoraffreddato. Se si trasferisce una certa quantità di
calore, la temperatura aumenta e si ha un piccolo aumento del volume specifico. Il
pistone si solleva leggermente per consentire tale espansione che avviene a
pressione costante. Se si fornisce calore in quantità tale da far raggiungere all’acqua
la temperatura di 100°C, si può constatare che essa si trova ancora in fase liquida,
ma qualsiasi ulteriore somministrazione di calore determinerà la vaporizzazione di
una parte di acqua. Quindi il liquido che è in procinto di evaporare prende il nome di
liquido saturo. Una volta iniziata l’ebollizione, pur continuando a somministrare
calore, la temperatura rimarrà costante (se la pressione viene mantenuta costante)
fino a quando il liquido sarà completamente evaporato. Quando il liquido sarà
completamente evaporato, il cilindro conterrà esclusivamente vapore e qualunque
sottrazione di calore determinerà l’inizio della condensazione di una parte di vapore.
Il vapore in questo stato è detto vapore saturo. Una sostanza compresa tra uno
stato di liquido saturo e uno stato di vapore saturo è detto miscela di liquido-vapore.
Completato il processo di vaporizzazione, qualsiasi ulteriore somministrazione di
calore determinerà un aumento sia della temperatura sia del volume specifico. Al
vapore che non è in procinto di condensare è dato il nome di vapore surriscaldato.

ENTALPIA
L’entalpia è una funzione di stato di un sistema ed esprime l’energia che esso può
scambiare con l’ambiente.

H = U + PV (J) h = u + PV (J/KG)

MISCELA SATURA LIQUIDA-VAPORE


Durante un processo di vaporizzazione , una sostanza esiste in parte come liquido e
in parte come vapore saturo. Per analizzare correttamente questa miscela, è
necessario conoscere le proporzioni tra fase liquida e vapore. A tal fine si definisce
una nuova proprietà chiamata titolo, pari al rapporto tra massa di vapore e massa
totale:

Il titolo assume significato solo nelle zone delle miscele sature ed assume valori
compresi tra 0 e 1: il valore 0 (0%) è assegnato quando il sistema è costituito
solamente da liquido saturo mentre il valore 1 (100%) quando il sistema è costituito
solamente da vapore saturo.

.
LAVORO
Il lavoro, come il calore, è un’interazione di energia tra un sistema e l’ambiente. Il lavoro è il trasferimento di energia
associato all’effetto combinato di una forza e di uno spostamento. Un tipo di lavoro meccanico che si incontra
frequentemente nella pratica è quello associato all’espansione o compressione di un gas in un sistema cilindro-
pistone. Nella pratica tale tipo di lavoro non può essere determinato con esattezza dalla sola analisi termodinamica
perché, a causa della velocità del pistone non è possibile determinare gli stati attraverso cui passa il sistema durante la
trasformazione. Se consideriamo un pistone che si muove a basse velocità, allora la trasformazione si può
approssimare di tipo quasi-statico. Consideriamo quindi il gas contenuto nel dispositivo cilindro-pistone: Sia P la
pressione iniziale, V il volume e A l’area della sezione trasversale del pistone. Il lavoro di un pistone che si sposta di
una certa quantità ds è dato dalla relazione:

Se dV è negativo si tratta di un processo di compressione, se è positivo di un’espansione.

1° PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Il primo principio della termodinamica è considerato come un’affermazione del principio di conservazione
dell’energia: L’energia non può essere né creata né distrutta ma può solo cambiare forma. Per un sistema chiuso si
esprime dicendo che lo scambio netto di energia tra sistema e ambiente sotto forma di lavoro e calore è uguale alla
variazione dell’energia totale del sistema.
I CALORI SPECIFICI
Il calore specifico è definito come l’energia richiesta per innalzare di un grado la temperatura della massa unitaria di
una sostanza. In termodinamica interessano principalmente due tipi di calore specifico: Il calore specifico a volume
costante e il calore specifico a pressione costante. Possono essere visti come il calore necessario per innalzare di un
grado la temperatura della massa unitaria di una sostanza mantenendone costante rispettivamente il volume e la
pressione.
VOLUMI DI CONTROLLO
Molti dispositivi tecnici comportano flusso di massa tra ingresso e uscita del sistema, per cui possono essere assimilati
a volumi di controllo. Il controllo del volume è detta superficie di controllo e può essere reale o immaginaria. Per
esempio nel caso di un ugello, la superficie reale è la sua superficie interna, mentre le sezioni di ingresso e di uscita
rappresentano la sua superficie immaginaria. Il principio di conservazione della massa per un volume di controllo si
esprime dicendo che la differenza tra la massa totale entrante e la massa totale uscente è uguale alla variazione netta
di massa nel volume di controllo.

PORTATE MASSICHE E VOLUMETRICHE


La massa che scorre attraverso una sezione nell’unità di tempo è detta portata massica. La portata massica di un fluido
che scorre in una tubazione o in un condotto è proporzionale all’area A della sezione traversale della tubazione o del
condotto, alla densità, e alla velocità del fluido w:

Il volume del fluido che scorre attraverso una sezione traversale riferita all’unità di tempo è detto portata volumetrica
ed è dato dalla relazione:

Le portate massiche e volumetriche sono correlate dalla relazione:

IL PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA


Per un sistema chiuso l’energia può modificarsi solo attraversi scambi di lavoro e/o calore per cui la variazione di
energia durante un processo è uguale allo scambio netto di calore e lavoro attraverso il contorno del sistema:

Per i volumi di controllo, invece, l’energia di un sistema può variare a causa del flusso di massa attraverso il volume di
controllo. L’equazione della conservazione dell’energia per un volume di controllo sottoposto ad una trasformazione
può essere espressa dalla relazione:
ENERGIA TOTALE DI UN FLUIDO CHE SCORRE
L’energia totale di un sistema che compressibile semplice è data dalla relazione:

Se al fluido che attraversa un volume di controllo si aggiunge il lavoro di pulsione, l’energia totale del fluido che scorre
riferita nell’unità di tempo è fornita dalla relazione:

LA CONSERVAZIONE DELLA MASSA


Durante un processo a flusso stazionario, la massa totale contenuta nel volume di controllo non varia nel tempo con la
conseguenza che per il principio di conservazione della massa, la massa totale entrante nel volume di controllo deve
eguagliare quella uscente:

Per i dispositivi che hanno un flusso singolo (un solo ingresso e una sola uscita) si ha che:
LA CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
Durante un processo a flusso stazionario, poiché l’energia totale di un volume di controllo rimane costante, la sua
variazione di energia totale è nulla. Il primo principio della termodinamica per un generico sistema a flusso stazionario
si esprime dicendo che la potenza totale che attraverso il contorno sotto forma di calore e lavoro, è uguale alla
differenza tra potenza totale della massa uscente e entrante, dal volume di controllo.

UGELLI E DIFFUSORI
Un ugello è un dispositivo che incrementa la velocità di un fluido a spese della pressione, mentre un diffusore è un
dispositivo che incrementa la pressione di un fluido a spesa della velocità.

TURBINE, TURBOCOMPRESSORI, TURBOPOMPE


Le turbine, ad esempio negli impianti a vapore e a gas, sono dispositivi atti a far ruotare il generatore elettrico. Il fluido
entra nella turbina ad alte temperature e pressione e il suo passaggio attraverso le pale collegate all’asse, ne provoca
la rotazione di quest’ultimo con conseguente produzione di lavoro e diminuzione della pressione. Il tipo di lavoro
compiuto è positivo in quanto è compiuto dal fluido. I turbocompressori e le turbopompe sono dispositivi usati per
aumentare la pressione di un fluido. Il lavoro fornito e di tipo negativo perché compiuto sul fluido. Pur funzionando in
maniera simile differiscono in quanto un turbocompressore aumenta la pressione di un gas, mentre una turbopompa
aumenta la pressione di un liquido. Come conseguenza dell’aumento della pressione si ha un notevole aumento della
temperatura del fluido.
VALVOLE DI LAMINAZIONE
Le valvole di laminazione sono dispositivi che attraverso il brusco restringimento della sezione di passaggio del fluido
provocano una significativa riduzione della pressione del fluido. A differenza delle turbine, si ha una riduzione della
pressione senza alcuna produzione di lavoro. Poiché la diminuzione della pressione è accompagnata da una notevole
diminuzione della temperatura, queste valvole sono comunemente utilizzate nei processi di refrigerazione.

GLI SCAMBIATORI DI CALORE


Essi sono dispositivi in cui due fluidi in movimento scambiano calore senza mescolarsi.

SERBATOI DI ENERGIA TERMICA


Esso è un corpo di capacità termica relativamente grande in grado di fornire o assorbire una qualsiasi quantità finita di
calore senza subire alcuna variazione di temperatura. I serbatoi di calore che forniscono energia sono dette sorgenti
mentre quelli che l’assorbono sono detti pozzi.

MOTORI TERMICI
Il lavoro può essere facilmente convertito in altre forme di energia, ma al contrario la conversione di altre forme di
energia in lavoro non è spontanea né semplice: il lavoro può essere trasformato completamente in calore mentre per
convertire il calore il lavoro c’è bisogno di dispositivi appositamente progettati detti motori termici. Tutti i motori
termici sono caratterizzati dal fatto che:

1) Ricevono calore da una sorgente ad alta temperatura.


2) Convertono parte di questo calore in lavoro.
3) Cedono la parte rimanente di calore ricevuto ad un pozzo a bassa temperatura
4) Funzionano secondo un ciclo

Questi motori sfruttano un fluido detto fluido evolvente.

RENDIMENTO TERMICO
Il lavoro netto fornito da un motore termico è sempre inferiore alla quantità di calore fornita al sistema. Si può quindi
qualificare l’efficienza di un motore termico attraverso il rendimento termico, definito come il rapporto tra il lavoro
netto ottenuto e la quantità di calore assorbita.
IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Enunciato di Kelvin-Planck:

Questo enunciato si esprime dicendo che per qualsiasi apparecchiatura che operi secondo un ciclo, è impossibile
ricevere calore da una sola sorgente e produrre una quantità di lavoro utile, cioè un motore termico per funzionare ha
bisogno di cedere parte di calore verso un pozzo oltre che riceverlo da una sorgente. Si può anche esprimere dicendo
che nessun motore termico può avere un rendimento del 100%.

Enunciato di Clausius:

Esso si esprime dicendo che è impossibile realizzare una macchina termica con funzionamento ciclico il cui unico
effetto sia il trasferimento di una quantità di calore da un corpo a bassa temperatura ad uno ad alta temperatura. Il
trasferimento di calore da un corpo più freddo ad uno più caldo, che non avviene spontaneamente, può realizzarsi
tramite una macchina frigorifera o una pompa di calore. Questa macchina però oltre al trasferimento di calore ha
anche altri effetti come ad esempio l’assorbimento di energia (fornita al compressore) che lascia tracce nell’ambiente.

I due enunciati sono equivalenti nelle loro conseguenze. Ogni macchina che dovesse violare l’enunciato di Kelvin-
Planck, violerebbe anche quello di Clausius e viceversa. L’equivalenza si può dimostrare per assurdo:

Consideriamo la combinazione di una macchina termica e di un a pompa di calore, che funzionano con scambi
energetici tra gli stessi serbatoi. Assumiamo che il motore termico abbia un rendimento del 100% (in contrasto
all’enunciato di Kelvin-Planck) e che quindi converta tutto il calore assorbito dalla sorgente Qs in lavoro utile. Si
fornisca tale lavoro alla macchina frigorifera che assorbe la quantità di calore Qi dal serbatoio a bassa temperatura e
scarica la quantità Qs + Qi al serbatoio ad alta temperatura. Durante questo processo, il serbatoio riceve una quantità
netta di calore pari a Qi. La combinazione delle due macchine è è una macchina frigorifera che riesce a trasferire
calore da un corpo più freddo ad uno più caldo (in contrasto all’enunciato di Clausius).

MACCHINE FRIGORIFERE E POMPE DI CALORE


E’ noto che il calore fluisce spontaneamente nel verso delle temperature decrescenti. Poiché il processo contrario non
avviene spontaneamente, lo scambio di calore da corpi a bassa temperatura verso altri a temperatura maggiore,
necessita di apparecchiature speciali dette macchine frigorifere. Le macchine frigorifere, come i motori termici,
operano secondo un ciclo, impiegando un fluido detto refrigerante. Il ciclo maggiormente utilizzato è quello frigorifero
a compressione di vapore.

TRASFORMAZIONE 1-2

Il refrigerante, inizialmente allo stato di vapore saturo viene compresso adiabaticamente per mezzo di un
compressore, che necessita di lavoro esterno per funzionare. Come conseguenza della compressione si ha un aumento
della temperatura del refrigerante.

TRASFORMAZIONE 2-3

Nello stato 2 il refrigerante è un vapore surriscaldato. La temperatura viene abbassata isobaricamente tramite il
passaggio in un condensatore che può essere ad esempio una serpentina di raffreddamento. Essendo la temperatura
del refrigerante maggiore della temperatura dell’ambiente, il calore viene ceduto spontaneamente. Infine, il
refrigerante esce dal condensatore sotto forma di Liquido saturo.
TRASFORMAZIONE 3-4

Il refrigerante passa successivamente in una valvola di laminazione che ne abbassa la pressione e quindi la
temperatura. Durante la trasformazione il refrigerante passa dallo stato liquido ad una miscela bifase.

TRASFORMAZIONE 4-1

Il refrigerante passa poi nell’evaporatore dove evapora assorbendo calore dall’ambiente refrigerato. Alla fine del
processo di evaporazione il refrigerante si trova nuovamente sotto forma di vapore saturo e rientra nel compressore
per ricominciare un nuovo ciclo.

Le macchine frigorifere e le pompe di calore lavorano secondo lo stesso ciclo ma hanno obiettivi differenti.
L’obbiettivo di una macchina frigorifera è di conservare la temperatura bassa nell’ambiente da refrigerare asportando
da esso calore, scaricandolo in un pozzo ad alta temperatura. L’obiettivo di una pompa di calore è invece quello di
mantenere caldo l’ambiente ad alta temperatura fornendogli il calore assorbito da una sorgente a bassa temperatura.
Le prestazioni delle due macchine si esprimono in termini di coefficiente di prestazione, definiti dalla relazione:
TRASFORMAZIONI REVERSIBILI E IRREVERSIBILI
Le trasformazioni che avvengono in modo tale che non si possa tornare spontaneamente a ritroso per stabilire le
condizioni iniziali, sono dette trasformazioni irreversibili. Ad esempio, un corpo a temperatura maggiore dell’ambiente
si raffredderà cedendo calore all’ambiente stesso, ma non accadrà mai spontaneamente che tale corpo ricominci a
scaldarsi spontaneamente assorbendo calore dall’ambiente. Se fosse possibile si parlerebbe di trasformazione
reversibile. Per trasformazione reversibile si intende quindi una trasformazione che può essere ripercorsa in senso
inverso riportando il sistema e l’ambiente nelle condizioni iniziali, senza lasciare traccia nel sistema stesso e
nell’ambiente. Poiché tutte le trasformazioni che avvengono in natura son irreversibili, le trasformazioni reversibili
sono semplicemente idealizzazioni dei processi reali, e sono interessanti in quanto semplici da analizzare, dal
momento che, durante una trasformazione reversibile, il sistema passa attraverso una serie di stati di equilibrio. Una
trasformazione è detta internamente reversibile se durante il suo svolgimento, nessuna irreversibilità si verifica
all’interno del suo contorno. Una trasformazione è detta esternamente reversibile se durante il suo svolgimento,
nessuna irreversibilità si verifica all’esterno del suo contorno. Una trasformazione è detta totalmente reversibile o
semplicemente reversibile se nessuna irreversibilità è presente sia fuori sia dentro il suo contorno.

IL CICLO DI CARNOT
I cicli più efficienti sono quelli reversibili, cioè quelli composti per intero da trasformazioni reversibili, che però in
pratica sono irrealizzabili in quanto non è possibile eliminare del tutto le irreversibilità. Tuttavia i motori termici e le
macchine frigorifere ideali sono i modelli con il quale confrontare i dispositivi reali, in quanto le prestazioni dei cicli
reversibili costituiscono il limite per le prestazioni dei cicli reali. Il ciclo di Carnot è il ciclo reversibile più semplice che si
può realizzare utilizzando due sorgenti termiche. Il ciclo è costituito da 4 trasformazioni reversibili: due isoterme e due
adiabatiche. Consideriamo un dispositivo cilindro-pistone chiuso con le pareti isolate adiabaticamente, contenente del
gas che può scambiare calore attraverso il fondo del cilindro:

TRASFORMAZIONE 1-2: ESPANSIONE ISOTERMA REVERSIBILE

Il sistema si trova inizialmente nella posizione 1, alla temperatura TS. La testa del cilindro è in contatto con una
sorgente a temperatura TS. Al gas è permesso di espandersi lentamente compiendo lavoro sull’ambiente. Con
l’espansione, la temperatura tende a diminuire. Non appena la temperatura si abbassa di una certa quantità dT, una
quantità di calore (QS) fluisce dalla sorgente verso il gas, facendo risalire la temperatura al valore TS, e consentendo
quindi che essa resti costante. La trasformazione finisce quando il pistone raggiunge la posizione 2.

TRASFORMAZIONE 2-3: ESPANSIONE ADIABATICA REVERSIBILE

Al punto 2, la sorgente a TS, viene sostituita con una guaina termicamente isolante tale da rendere adiabatico il
sistema. Il gas continua ad espandersi lentamente compiendo ancora lavoro utile finché la sua temperatura
diminuisce da TS a TI

TRASFORMAZIONE 3-4: COMPRESSIONE ISOTERMA REVERSIBILE

Al punto 3, rimossa la guaina isolante, la testa del cilindro viene portata a stretto contatto con il pozzo a temperatura
TI. Il pistone viene spinto all’interno del cilindro da una forza esterna compiendo lavoro sul gas. Con la compressione,
la temperatura tende a salire, ma non appena aumenta di una quantità dT, il calore (QI) che fluisce dal gas verso il
pozzo, riporta la temperatura al valore TI, che viene quindi mantenuta costante. La trasformazione continua finché il
pistone non raggiunge la posizione 4.

TRASFORMAZIONE 4-1: COMPRESSIONE ADIABATICA REVERSIBILE

Al punto 4 del ciclo, eliminato il contatto con la sorgente e riposizionata la guaina isolante sulla testa del cilindro, il gas
può essere compresso adiabaticamente per tornare al suo stato iniziale.
I TEOREMI DI CARNOT
I teoremi di Carnot, che si riferiscono al rendimento dei motori termici reversibili e irreversibili, si possono esprimere
nella seguente forma:

1. Il rendimento di un motore termico irreversibile è sempre inferiore a quello di un motore reversibile che
lavoro tra le stesse riserve di calore.
2. I rendimenti di tutti i motori termici reversibili che operino tra le due stesse riserve di calore sono gli stessi.

Per il secondo teorema si ha quindi che il rendimento dipende solo dalle caratteristiche dei serbatoi e poiché i serbatoi
sono caratterizzati dalla loro temperatura, si ha che il rendimento dei motori termici reversibili dipende solamente
dalle temperature dei serbatoi tra i quali essi funzionano:

La scala di temperatura in questo caso è la scala Kelvin:

IL MOTORE TERMICO DI CARNOT


Il rendimento dei motori termici, qualsiasi essi siano, è dato dall’equazione:

Per un motore di Carnot, o di un qualsiasi altro motore termico reversibile, il rendimento è dato dalla relazione:

Esso rappresenta il più alto rendimento possibile per un motore termico che compie il suo ciclo tra due serbatoi di
calore alle temperature TS e TI.
DILATAZIONE TERMICA
La dilatazione termica è un fenomeno che si realizza quando un corpo (liquido, gassoso o solido) aumenta di volume
all’aumentare della temperatura. Tale aumento è causato dalla variazione dell’oscillazione degli atomi attorno al
punto di equilibrio, che normalmente viene indicato con lunghezza di legame. Nei corpi solidi avvengono tre tipi di
dilatazione: volumetrica, superficiale e lineare.

CUBICA:

L’aumento di volume DV è direttamente proporzionale al volume iniziale V1 e all’incremento di temperatura DT.

SUPERFICIALE

L’aumento della superficie DV è direttamente proporzionale alla superficie iniziale S1 e all’incremento di temperatura
DT.

LINEARE

L’aumento della lunghezza del corpo Dl è direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale l1 e all’incremento di
temperatura DT.

Per materiali isotropi si ha che i 3 coefficienti sono legati dalle relazioni:

CAMBIAMENTO DI STATO FISICO


La materia può esistere in tre differenti stati di aggregazione: solido, liquido e gassoso.

Una materia allo stato solido ha un volume e una forma propria, una materia allo stato liquido ha un volume proprio,
ma acquisisce la forma del recipiente in cui è contenuto. Una materia allo stato aeriforme non ha né volume né forma
propria ma si espande fino ad occupare tutto lo spazio disponibile. Il passaggio da una fase all’altra è detto
cambiamento di fase e si realizza quando si verifica un aumento o una diminuzione dell’energia di legame molecolare,
la quale a sua volta si manifesta con un aumento o una diminuzione della temperatura del corpo. La quantità di
energia scambiata sotto forma di calore durante una transizione di fase è detto calore latente.
ENTROPIA
L’entropia è una grandezza termodinamica atta a misurare il disordine molecolare: più un sistema è disordinato, più è
difficile prevedere la posizione delle molecole che lo compongono e più è alta l’entropia. Pertanto, l’entropia di una
sostanza allo stato solido è minore rispetto a quella allo stato gassoso, riuscendo quindi a prevedere con una certa
precisione la posizione delle molecole all’interno del reticolo di cui fanno parte. Anche nello stato solido le molecole
oscillano continuamente nelle loro posizione di equilibrio. Queste oscillazioni si riducono al diminuire della
temperatura, e si annullano a 0 K, quando si raggiunge uno stato di perfetto ordine molecolare. Durante una
trasformazione reale, la quantità di energia si conserva per il primo principio della termodinamica, mentre la qualità
diminuisce, con conseguente aumento dell’entropia. Il lavoro è un tipo di energia organizzata, priva di disordine, per cui
non c’è alcuna variazione di entropia associato al trasferimento di energia sotto forma di lavoro. Il calore invece è una
forma disorganizzata di energia: l’entropia del corpo caldo diminuisce mentre quella del corpo freddo aumenta. La
definizione di entropia si basa sull’eguaglianza di Clausius:

Per un sistema isolato, essendo Q nullo, si ha che:

Da questa equazione si ricava il principio dell’aumento dell’entropia, secondo il quale durante una trasformazione,
l’entropia di un sistema isolato non diminuisce mai, al più rimane costante se la trasformazione è reversibile. Il bilancio
dell’entropia è data dall’entropia scambiata e dall’entropia generata:

In forma differenziale, il principio di conservazione dell’energia per un sistema chiuso e stazionario si esprime con la
relazione:

E si ha la relazione nota come prima equazione del Tds:

Adoperando l’entalpia si ha la seconda equazione del Tds:


Poiché le sostanze solide e liquide, possono essere considerate incompressibili si ha che:

Una trasformazione isoentropica avviene quando:

La variazione di entropia per un gas perfetto, è invece dato dalla relazione:

Una trasformazione isoentropica avviene quando:

CICLO RANKINE
Il ciclo Rankine, definito anche come il ciclo ideale dei motori a vapore, è un ciclo termodinamico che impiega come
fluido evolvente l’acqua e ha lo scopo di trasformare il calore in lavoro. Tale ciclo p composto da 4 trasformazioni, due
adiabatiche e due isobare:

TRASFORMAZIONE 1-2: Compressione isoentropica in una pompa.

L’acqua entra inizialmente sotto forma di liquido saturo in una pompa e viene compressa isoentropicamente fino alla
pressione di funzionamento della caldaia. La temperatura aumenta leggermente durante questo processo.

TRASFORMAZIONE 2-3: Somministrazione di calore a pressione costante in una caldaia.

Nello stato 2, l’acqua entra nella caldaia come liquido sottoraffreddato, ed esce come vapore surriscaldato nello stato 3.
La caldaia è uno scambiatore di calore dove il calore che deriva dai gas combusti o altre sorgenti viene trasferito
all’acqua a pressione costante.
TRASFORMAZIONE 3-4: Espansione isoentropica in una turbina.

Nello stato 3 entra nella turbina e si espande isoentropicamente producendo lavoro utile con la messa in rotazione di
un albero, che è spesso collegato ad un generatore elettrico. In seguito all’espansione si ha una notevole diminuzione
della temperatura. Nello stato 4 l’acqua è un fluido bifase ad elevato titolo.

TRASFORMAZIONE 4-1: Sottrazione di calore a pressione costante in un condensatore.

Nello stato 4 l’acqua entra nel condensatore. Viene condensata a pressione costante cedendo calore ad un pozzo,
solitamente un fiume o l’atmosfera stessa. Infine l’acqua ritorna nello stato 1 come liquido saturo ed entra nella pompa
per iniziare un nuovo ciclo.
ARIA UMIDA
L’aria è una miscela di azoto, ossigeno e altri piccoli quantitativi di altri gas, mentre l’aria atmosferica, detta anche aria
umida contiene anche vapore d’acqua. Se non contiene vapore, l’acqua è detta aria secca. La temperatura dell’aria
nelle condizioni di condizionamento dell’aria varia tra circa -10 e 50 gradi centigradi. In questo campo di variazione,
l’aria può considerarsi un gas ideale. Poiché anche il vapore d’acqua può considerarsi un gas perfetto, l’aria umida si
può considerare come una miscela di gas perfetti la cui pressione è la somma delle pressioni parziali dell’aria secca e di
quella del vapore:

P = Pa + Pv

L’umidità specifica indica quanti grammi di vapore acqueo sono presenti in ogni kg di aria secca, ed è definita come il
rapporto tra la massa del vapore e la massa dell’aria secca:

L’umidità relativa è la percentuale di vapore d’acqua contenuto nell’aria in rapporto alla massa quantità in esso
contenibile ad una data temperatura.

La temperatura a bulbo secco è la temperatura misurata da un normale termometro ed è indipendente dall’umidità


relativa.

La temperatura a bulbo umido è invece la temperatura dell’aria ambiente misurata dal termometro il cui bulbo è
mantenuto umido dall’acqua di una garza: in questo caso la temperatura è strettamente legata all’umidità relativa.
Quando il bulbo viene investito da una corrente d’aria, parte dell’acqua contenuta nella garza evapora sottraendo
calore al mercurio. La temperatura indicata sarà quindi inferiore a quella che si avrebbe con un termometro a bulbo
asciutto. Nel caso in cui l’aria ambientale si trovi in condizioni di umidità relativa pari al 100%, dalla garza bagnata non
può evaporare neanche una particella d’acqua, pertanto le temperature lette sui due termometri saranno le medesime.

La temperatura di rugiada è definita come la temperatura alla quale l’aria raggiunge le condizioni di saturazione (UR =
100%). A parità di temperatura a bulbo secco, la temperatura di rugiada è maggiore al crescere dell’umidità relativa.

L’entalpia è la grandezza che misura il contenuto energetico di una sostanza alla date condizioni di temperatura e
pressione. Nel caso di una miscela ideale di aria e vapore, essa è data dalle somme delle entalpie parziali di aria secca e
vapore d’acqua:
I diagrammi che forniscono le condizioni dell’aria umida, ad una certa pressione sono detti diagrammi psicrometrici. Lo
stato dell’aria atmosferica ad una data pressione è individuata in maniera completa da due proprietà intensive
indipendenti. Pertanto, conoscendo i valori di due proprietà, attraverso il diagramma è possibile conoscere tutte le
altre. I parametri sono:

1. Temperatura a bulbo secco.


2. Temperatura a bulbo umido.
3. Umidità specifica.
4. Entalpia.
5. Volume specifico.
6. Umidità relativa.
7. Temperatura di rugiada.

Il calore sensibile è l’energia termica che produce una variazione di temperatura. E’ definito come una retta orizzontale
nel diagramma psicrometrico.

Il calore latente è la quantità di energia associata alla vaporizzazione o alla condensazione dell’acqua contenuta nell’aria
umida. La somma tra i due calori è detto calore totale.

Le esigenze del corpo umano e le condizioni dell’ambiente non sono spesso compatibili: molto spesso le condizioni
climatiche non permettono di raggiungere il benessere termo-igrometrico, cosa che richiede il continuo controllo di
temperatura dell’aria e dell’umidità. A tal fine vengono impiegati impianti di condizionamento dell’aria che possono
riscaldare, raffreddare, umidificare e deumidificare. Il benessere umano dipende principalmente da tre fattori: la
temperatura di bulbo secco, l’umidità relativa e la ventilazione. Le condizioni di benessere corrispondono ad una
temperatura ambiente compresa tra i 22 e i 27 gradi con un’umidità relativa compresa tra il 40 e il 60 %. La ventilazione
deve rimuovere l’aria calda e umida nelle vicinanze e sostituirla con aria più fresca.

Il mantenimento di una certa temperatura e di un certo grado di umidità all’interno di una abitazione o di un fabbricato
industriale richiede che si compiano determinate trasformazioni di condizionamento dell’aria. Queste trasformazioni
includono il riscaldamento, il raffreddamento, l’umidificazione e la deumidificazione.

Molti sistemi di riscaldamento consistono in stufe a gas, pompe di calore o stufe elettriche. Con questi sistemi l’aria
viene riscaldata non facendo aumentare o diminuire l’umidità specifica che resta costante. Una trasformazione di
raffreddamento è simile a quanto già detto per il riscaldamento ad eccezione che temperatura di bulbo secco
diminuisce e l’umidità relativa aumenta.
RISCALDAMENTO CON UMIDIFICAZIONE

Ai problemi legati ai bassi valori di umidità relativa si può ovviare umidificando l’aria appena riscaldata. Questo processo
è caratterizzato da un aumento dell’umidità specifica e dell’entalpia. Se si introduce vapore surriscaldato nella sezione
di umidificazione si avrà umidificazione con contemporaneo riscaldamento.

RAFFREDDAMENTO CON DEUMIDIFICAZIONE

Nella maggior parte degli impianti di condizionamento estivo dell’aria si richiedono, contemporaneamente, il
raffreddamento e la deumidificazione dell’aria: al passaggio attraverso una batteria di raffreddamento, l’aria diminuisce
la sua temperatura ed aumenta la sua umidità relativa, mantenendo quella specifica costante. Se la batteria è
sufficientemente lunga, l’aria raggiunge il suo punto di rugiada. Un ulteriore raffreddamento provoca la condensazione
di parte di vapore in acqua. Il raffreddamento prosegue seguendo la linea di saturazione, con conseguente diminuzione
dell’umidità specifica. La batteria viene caratterizzata con un parametro detto fattore di by-pass, definito come il
rapporto tra l’aria non trattata dalla batteria e la portata totale che fluisce.

ACUSTICA
Da un punto di vista fisico, per suono in un certo punto dello spazio, si intende una rapida variazione di pressione
intorno al valore assunto dalla pressione atmosferica in quel punto. Si definisce sorgente sonora qualsiasi dispositivo
che provochi direttamente indirettamente queste variazioni di pressione. La porzione di spazio interessata da queste
variazione di pressione è definito campo sonoro. Il campo sonoro può essere:

1. Campo libero: il campo in prossimità della sorgente dove il contributo delle riflessioni, ad esempio dalle pareti,
risulta trascurabile.
2. Campo riverberante: il numero delle riflessioni è molto elevato, tanto da formare un campo acustico uniforme
in tutto l’ambiente.
3. Campo semi-riverberante: quando al suo interno coesistono zone di campo libero (in prossimità della
sorgente) e zone di campo riverberante (in prossimità delle pareti).

Qualora le oscillazioni sonoro abbiano una frequenza compresa tra 20 e 20000 Hz ed un’ampiezza superiore a 0.00002
Pa, definita sogli di udibilità, queste sono allora le frequenze udibili dall’orecchio umano. Le variazioni di pressione sono
sia positive (compressione) sia negative (rarefazione), pertanto per esprimere con un unico valore la loro entità non si
può ricorrere al valore medio che risulterebbe nullo. Si introduce allora il concetto di pressione sonora efficace:
Le particelle entrate in vibrazione trasmettono la perturbazione (compressione e rarefazione) a quelle vicine oscillando
intorno alla loro posizione di equilibrio. Queste modalità di trasmissione valgono sia per i solidi sia per i fluidi. Nel caso
sei fluidi le vibrazioni sono parallele alla direzione di propagazione dell’onda per cui si parla di onde longitudinali,
mentre nel caso dei solidi, che possono trasmettere sforzi di taglio, vi saranno anche onde trasversali o flessionali. La
velocità di propagazione del suono dipenderà quindi dal tipo di onda:

Nell’aria la sua velocità è data dalla relazione:

La velocità quindi aumenta all’aumentare della temperatura.

In generale la velocità di propagazione longitudinale del suono è funzione del modulo di elasticità (di Young) e della
densità:

La velocitò di propagazione trasversale è invece funzione del modulo di scorrimento e della densità:

La quantità di energia sonoro irradiata da una sorgente nell’unità di tempo è detta potenza sonora:

Il rapporto tra potenza acustica e la superficie della sorgente emittente è detta intensità acustica:

Nei problemi pratici di acustica, considerato l’enorme campo di variazione delle grandezze in gioco, non conviene
esprimere le grandezze acustiche in valori assoluti. Si preferisce esprimere queste utilizzando il decibel, un’unità di
riferimento (non di misura) che si esprime come il logaritmo decimale del rapporto tra il valore in esame ed il suo valore
di riferimento:

Pressione acustica:

Intensità acustica:

Pressione sonora:

Nel caso siano presenti due o più sorgenti:


ORECCHIO

La forma dell’orecchio modifica il segnale acustico in ingresso, influenzando così la sensazione sonora. L’orecchio è
diviso in orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. L’orecchio esterno è composto dal padiglione auricolare
e dal canale uditivo. La forma del padiglione modifica il segnale in ingresso, amplificandolo ed attenua certe frequenze.
L’orecchio medio è una piccola cavità che è in comunicazione con l’esterno tramite un canale detto tuba di Eustacchio
che lo collega con la faringe. Tramite la deglutizione o lo sbadiglio si apre una valvola che permette di riequilibrare la
pressione all’interno della cavità. Le onde sonore percepite mettono in vibrazione il timpano. La vibrazione viene
trasmessa, tramite tre ossicini (chiamati martello, incudine e staffa), ad un’altra membrana detta finestra ovale che
separa l’orecchio medio da quello interno. L’orecchio interno è formato da due parti principali: i canali semicircolari, ai
quali è preposto il compito dell’equilibrio e la coclea, in cui è presente l’organo d corti che trasforma il segnale di
pressione in segnale elettrico da inviare al cervello. La coclea è un canale a forma di chiocciola riempito di liquidi.

CONDUZIONE
La conduzione termica è il trasferimento di energia che si verifica per effetto dell’interazione delle particelle di una
sostanza dotate di maggiore energia con quelle adiacenti dotate di minore energia. La conduzione può avvenire nei
solidi, nei liquidi e nei gas. Nei fluidi è dovuta alle collisioni tra le molecole durante il loro moto casuale. Nei solidi è
dovuta alle vibrazioni delle molecole all’interno del reticolo e al trasporto di energia da parte degli elettroni liberi. La
quantità di calore che si propaga per conduzione tra due regioni dello spazio è funzione della geometria e delle
caratteristiche del corpo, oltre alla differenza di temperatura tra le due regioni de corpo. La potenza termica trasmessa
per conduzione attraverso uno strato di spessore DX è proporzionale alla differenza di temperatura e all’area della
superficie normale alla direzione di trasmissione ed è inversamente proporzionale allo spessore dello strato:

Questa espressione è nota come postulato di Fourier per la conduzione:

EQUAZIONE DI FOURIER
Considerando un volume di controllo infinitesimo:
CONDUCIBILITA’ TERMICA
La conducibilità termica è una misura della capacità di una materiale di condurre calore: può essere definito come la
potenza termica che si trasmette attraverso uno spessore unitario del materiale per unità di superficie e per differenza
di temperatura unitaria. Un’alta conducibilità termica indica che il materiale è un buon conduttore di calore.

CONDUZIONE TERMICA STAZIONARIA NELLE PARETI PIANE


Nella conduzione monodimensionale in lastra piana in regime stazionario, la temperatura è funzione della sola
coordinata x e il passaggio di calore avviene attraverso questa direzione. Per una parete che separa due fluidi a
temperature differenti, si ha che lo scambio di calore avviene per convezione tra il fluido caldo TC e la superficie della
parete TS!, per conduzione attraverso la parete e di nuovo per convezione tra la superficie della parete TS2 e il fluido a
temperatura TF. Consideriamo solo la trasmissione di calore per conduzione attraverso la parete. L’equazione del calore
assume la forma:

Esiste quindi un’analogia tra la conduzione del calore e della corrente elettrica: come una resistenza elettrica può
essere associata alla conduzione elettrica, una resistenza termica può essere associata alla conduzione termica:

Quindi la differenza di potenziale è sostituita dalla differenza di temperatura e la corrente è sostituita dalla potenza
termica. Se consideriamo la trasmissione di calore per convezione tra i due fluidi e le pareti si ha che:

Considerando i contributi di convezione e conduzione sull’intero circuito termico si ha:

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