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La musica strumentale del Settecento: Vivaldi,

Tartini. I clavicembalisti: Couperin e Scarlatti


Il concerto solistico: Appropriazione del concerto grosso da parte di
alcuni autori veneziani tra cui Vivaldi. Tre movimenti (allegro-adagio-
allegro). Forma di ritornello: tutti introduttivo che ritorna a fine
movimento. Accentuato il virtuosismo del concertino fino ad arrivare
ad unico strumento solista. Corelli nell’opera IV scrive la parte del
concertino molto virtuosistica, inizio del concerto solista. Bologna:
epicentro del concerto solistico. Tradizione delle musiche per tromba
solista accompagnata da orchestra. Si delinearono i caratteri tipici del
concerto solistico: note ribattute, ritmo netto e marcato, tessitura
generale omofonica e polarizzazione melodia-basso. Torelli: inizia i
concerti grossi a Venezia, sia per tromba che per violino. Tendenza di
scrivere concerti solistici dove il solista potesse mostrare tutto il suo
virtuosismo. Influenza dell’aria d’opera. Il solista era il punto focale
dell’attenzione degli ascoltatori. Struttura dei concerti solistici simile
alla sinfonia d’apertura delle opere: tre movimenti, stesso motivo
generale. Albinoni: segue a Torelli nella produzione di concerti solistici.
Vivaldi: Vasta produzione di concerti solistici per violino violoncello,
fagotto, tromba, flauto e altri. Scelte legate alla committenza. Insegnò
in un ospedale Veneziano, luogo dove i bambini orfani o abbandonati
venivano accolti e facevano lezione di musica, aperto solo alle ragazze.
Gran parte dei concerti furono scritti per essere eseguiti dai suoi
studenti dell’ospedale, fortemente virtuosi. Usa le dinamiche dal
pianissimo al fortissimo. Opera: affianca all’insegnamento la carriera
operistica. Compose un centinaio di opere, compresi i pasticci.
Divenne impresario. Lasciò l’incarico all’ospedale per recarsi a
Mantova come maestro di cappella. Viaggia per tutta Europa
riscuotendo grandissimo successo. Critiche: flautista e compositore
Quantz dice che, dopo aver portato il concerto solistico al massimo, gli
ultimi lavori sono superficiali. Muore a Vienna del 1741 in condizioni
economiche precarie.
Tartini: Virtuoso violinista. Viaggia per tutta Europa. Incarico più
duraturo a Padova, a capo dell’orchestra di Sant’Antonio. Lì teorizza il
terzo suono. Compone concerti grossi e concerti solistici per violino, si
dedica alla scrittura di trattati. Fonda a Padova la scuola delle nazioni:
scuola violinistica con allievi provenienti da tutta Europa.
Domenico Scarlatti: Figlio di Alessandro, si dedica alla musica
strumentale per tastiera, poche arie di sostituzione per opere
preesistenti. 555 sonate. Oggi codificate (dal più vecchio): Clementi,
Cesi, Wullow, Kirkpatrick, Fadini. Gli ultimi sono attenti alla veridicità
delle edizioni, lasciano le arditezze compositive. I primi le confondono
per errori di copiatura degli allievi di Scarlatti (lasciò tutto manoscritto
e pubblicò solo 30 sonate), pertanto riscrivono intere battute. Sonate
di stile diversificato: sonate virtuosistiche, brillanti, lente,
contrappuntistiche. Monotematiche e bipartite. Non erano autografe.
Non si conosce la cronologia della composizione. Bipartizione: la prima
parte va dalla tonica alla dominante, la seconda dalla dominante alla
tonica, spesso con ritornelli. Voci ridotte, a volte anche due.
Couperin: Clavicembalista francese. Scrive musica strumentale per
tastiera, maestro di musica a Versailles. Pièces de clavecin: musica
per clavicembalo, ordinata in 27 ordres e divisa in 4 libri. Si rifà ai tempi
della suite, sebbene non si attenga strettamente alla forma
compositiva. I titoli dei brani rimandano sempre alla descrizione di
idee o immagini, scrittura idilliaca. Usa molto il rondeau, con i couplets
e il ritornello. Produzione organistica raccolta nei Pièces d’Orgue in
due messe. Scrisse anche Airs e musica sacra.

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