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Gli insegnanti delle scuole superiori – quelli degli istituti tecnici e professionali più di
quelli liceali – devono giocare il proprio ruolo all’interno di una contraddizione: avere a
che fare con studenti spesso poco motivati nei confronti dello studio e dover
“produrre” diplomati in grado di accedere a studi universitari o di inserirsi
efficacemente in un mondo del lavoro che richiede competenze e capacità trasversali.
Nasce da qui la principale spinta alla sperimentazione di nuovi strumenti e
metodologie didattiche. Il computer è lo strumento che ha subito esercitato un
indubbio fascino su una fetta consistente di insegnanti che dai primi anni ‘80 ad oggi
hanno provato ad usarlo in numerosi modi facendo leva sull’attrazione che esercita
anche sugli studenti stessi.
Il modello che propongo parte dai presupposti – ormai largamente condivisi, anche se
più a livello di affermazioni che di pratiche – che nella formazione in rete sia
essenziale il sistema di relazioni e che l’apprendimento sia un processo di costruzione
della conoscenza. Da qui la scelta di collocare le esperienze in uno spazio
tridimensionale basato su tre assi:
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Prendo a prestito l’idea del cubo da Alberto Colorni - “Web learning, esperienze, modelli e
tecnologie”, Mondo digitale, marzo 2002 - che, in un discorso centrato sull’importanza delle relazioni
nella formazione in rete, pone su due assi “tempo” e “spazio”, tipici della FAD, e crea la
tridimensionalità con un terzo asse “relazioni”.
• relazioni con il docente,
• relazioni con il gruppo dei pari,
• rielaborazione dei contenuti.
Tutti gli 8 vertici del cubo rappresentano modelli di formazione in rete realmente
esistenti, anche se le esperienze concrete hanno spesso caratteristiche “ibride”.
A: Autoapprendimento (l’individuo acquisisce i contenuti da materiali in rete;
appartengono a questa categorie anche molte esperienze in cui esiste un tutor
cui rivolgersi ma in modo molto limitato e sostanzialmente solo per problemi
tecnici).
B: Autoapprendimento assistito (l’individuo acquisisce i contenuti da materiali in
rete con l’assistenza di un docente/tutor che gli fornisce consigli, risposte,
correzioni).
C: Autoapprendimento senza isolamento (come in A + forum e chat prive
sostanzialmente di relazioni con l’attività di apprendimento, valvole di sfogo
contro l’isolamento).
D: Classe virtuale (i materiali prevedono lo svolgimento di esercitazioni da inviare
in forum in cui il docente interviene correggendo, consigliando, fornendo ulteriori
spiegazioni ed esercizi; i corsisti apprendono anche da quanto fanno i loro pari, il
gruppo supporta la motivazione; a volte vengono fissati orari per la chat).
E: Apprendimento informale (l’individuo svolge un’autonoma ricerca e rielaborazione
di contenuti).
F: Ricerca e rielaborazione con l’assistenza di un mentor (è il caso, per esempio,
dell’elaborazione di tesi universitarie).
G: Apprendimento collaborativo in una comunità di pratiche (studenti che
collaborano nella preparazione di un esame, ricercatori che lavorano su un
progetto, …).
H: Apprendimento collaborativo in classe virtuale (lavoro per progetti in classe
virtuale).
Carlo Lucio Bocchetti ripercorre – con giudizio critico - l’evoluzione delle aspettative relative
all'impatto delle TIC nella scuola e le confronta con i risultati effettivi: dalla programmazione
all'office automatico, da internet alla nuova frontiera della multimedialità digitale.
La scuola deve, a suo parere, educare i giovani alle nuove possibilità di comunicazione
anziché trovarsi al traino di costumi costruiti altrove.
Giulio Picciolini è un docente di Italiano e Storia dell’ITC Falcone di Corsico (Mi) da molti
anni impegnato in iniziative di didattica in rete. Nell’articolo presenta l’esperienza delle classi
on line nel suo istituto con particolare riferimento all’insegnamento dell’italiano e della storia.
L’accento è posto sia sull’integrazione fra le attività in presenza e in rete che
sull’integrazione di momenti di lavoro individuale e di attività collaborative.
Sono tutti contributi che permettono di assolvere gli obiettivi di questo numero di form@re che
si propone di indagare su come l’uso delle TIC e dell’eLearning possa migliorare l'efficacia
dell'insegnamento/apprendimento nelle scuole superiori.
Paolo Brunello presenta un'esperienza che va oltre, investendo il tema del superamento del
digital devide e quello della collaborazione fra il nord e il sud del mondo. Paolo scrive dal
Burundi, in Africa, dove risiede per un anno per conto dell’Associazione Istituto Tecnico
Alessandro Rossi nel Mondo (WITAR) e racconta un’iniziativa di collaborazione in rete –
grazie ad un collegamento satellitare - fra una scuola italiana ed una africana: l’ITIS
“Alessandro Rossi” di Vicenza e il Lycée Technique “Alessandro Rossi” di Ngozi.
Sul piano più strettamente “pedagogico” l’esperienza cui fa riferimento riprende un’idea già
presente nell’intervento di Nardella: lo sviluppo della conoscenza attraverso la sua
trasmissione (il mini-corso di italiano per stranieri prodotto dagli studenti). Gli studenti di
Vicenza costruiranno la propria conoscenza proprio nel tutoraggio degli studenti di Ngozi e i
docenti stessi stanno acquisendo nuova conoscenza – non foss’altro che sulle TIC e
sull’inglese – già nella fase di avvio del progetto.