Professional Documents
Culture Documents
VINCENZO C. NARDOZZA
1. Prefazione
Lo scopo di queste note è duplice: da un lato si intende ridistribuire i pesi tra
i contenuti del testo adottato per il corso evidenziando alcuni risultati basilari che
nel testo sono inclusi tra gli esercizi. Dall’altro lato, si è inteso aggiungere risultati
integrativi esposti a lezione, e riportati in queste note. Ho inteso aggiungere un
congruo numero di esercizi (a integrare quelli del testo, per i motivi su esposti), il
cui scopo è di agevolare l’assimilazione dei concetti astratti coinvolti. Pertanto, si
consiglia di provare concretamente a svolgere quanti più esercizi possibile, per uno
studio corretto di questi argomenti. Naturalmente, prima di procedere nella lettura
di queste note, lo studente dovrebbe essere ben certo di aver acquisito i seguenti
concetti base presentati sul testo:
• operazione binaria su un insieme non vuoto;
• associatività di un’operazione;
• elemento neutro per un’operazione;
• simmetrico di un elemento rispetto un’operazione;
• commutatività di un’operazione;
• gruppo, gruppo abeliano;
• potenza (multiplo) di un elemento di un gruppo.
Una buona prassi per accertarsi di aver ben compreso tali concetti è quella di
provare a scrivere le loro definizioni, e poi confrontare attentamente ciò che si è
scritto con quel che è riportato sul testo, considerando con cura eventuali differenze.
2. Nozioni di base
Esercizio 1. Provare che le seguenti strutture sono gruppi:
• (Z, +), (Q, +), (R, +);
• ({1, −1}, ·);
• (Q∗ , ·), (R∗ , ·).
Provare che le seguenti strutture NON sono gruppi:
• (Q, ·), (Z, ·), (R, ·);
• (Q∗ , +);
• ({1, −1}, +);
• (N, ·), (N, +).
Nota: con Q∗ si intende Q \ {0}, etc.
Esercizio 2. Sia X un insieme non vuoto, e sia Sym(X) := {f : X → X |
f bigettiva}. Provare che (Sym(X), ◦) è un gruppo.
Sia poi X X := {f | f : X → X}. La struttura (X X , ◦) è un gruppo?
1
2 VINCENZO C. NARDOZZA
Esercizio 3. Sia X = {1, −1, i, −i} munito dell’operazione associativa · che esten-
de la moltiplicazione e tale che i · i = −1. Provare che (X, ·) è un gruppo. E’
abeliano?
Esercizio 4. Sia Q8 = {1, −1, i, −i, j, −j, h, −h} munito dell’operazione · ottenuta
estendendo la moltiplicazione tra numeri reali nei casi ovvi, in modo da essere
associativa e in aggiunta soddisfacente le seguenti regole:
i2 = j 2 = h2 = −1 i · j = h, j·h=i h · i = j.
La struttura (Q8 , ·) è un gruppo? E’ commutativa?
Esercizio 5. Sia X un insieme, e sia G = ℘(X). Per ogni A, B ⊆ X, poniamo
A4B := (A \ B) ∪ (B \ A) (la differenza simmetrica tra A e B) .
Provare che (℘(X), 4) è un gruppo. Lo è anche la struttura (℘(X), ∪)? Lo è la
struttura (℘(X), ∩)?
Esercizio 6. Sia (G, +) un gruppo, S un insieme non vuoto, e sia
GS := {f | f : S → G}.
Muniamo GS della seguente operazione: ∀ f, g ∈ GS ,
f +g : S → G .
s → f (s) + g(s)
Provare che (GS , +) è un gruppo. Provare che è abeliano se e solo se G è abeliano.
Le seguenti proprietà semplici da dimostrare sono diretta conseguenza della de-
finizione di gruppo, e dovrebbero essere tenute sempre presenti nei calcoli concreti.
Lemma 1. Sia (G, ⊥) un gp. Allora:
(1) ⊥ ha un unico elt neutro;
(2) ∀x ∈ G il simmetrico x di x è unico;
(3) ∀x ∈ G, si ha x = x
(4) ∀x, y ∈ G si ha (x⊥y) = y⊥x.
Dimostrazione. La dimostrazione delle proprietà elencate è un buon esercizio. Per-
tanto, qui ne presento un paio, e lascio le altre alla cura del lettore.
Per ciò che riguarda il primo punto: se e, u ∈ G fossero elementi neutri per ⊥,
allora si avrebbe
e = e⊥u = u
↑ ↑
u neutro e neutro
e quindi e = u.
Per il punto 4., dobbiamo provare che y⊥x è il simmetrico di x⊥y, quindi che
(y⊥x)⊥(x⊥y) = (x⊥y)⊥(y⊥x) = e.
Chiarito questo, basta effettuare i calcoli utilizzando l’associatività di ⊥.
3. Sottogruppi
Il concetto di sottogruppo di un gruppo è tra i concetti base esposti nel testo di
riferimento.
Lemma 6. Siano (G, ⊥) un gp e sia S 6 G. Allora l’elemento neutro e di G e il
simmetrico di un elemento di S sono “trasportati” in S, cioè:
(1) e ∈ S ed è l’elt neutro di S;
(2) ∀x ∈ S ⇒ x ∈ S.
Dimostrazione. S deve avere un elt neutro u. Per tale elt, u⊥u = u. Guardando la
relazione in G, si ha e⊥u = e. D’altra parte, e⊥u = u, e quindi u = e ∈ S, per le
leggi di cancellazione.
Se x ∈ S, deve esistere un t ∈ S tale che t⊥x = x⊥t = e. Guardando la scrittura
in G, vuol dire t = x ∈ S.
4. Omomorfismi
Definizione 12. Siano (G, ⊥) e (H, >) gruppi. Una funzione f : G → H si dice
un omomorfismo di gruppi se
f (x⊥y) = f (x)>f (y) ∀ x, y ∈ G.
In tal caso, l’insieme ker(f ) := {x ∈ G | f (x) = eH } = f −1 (eH ) si dice il suo nucleo.
Un omomorfismo si dice
• monomorfismo se è anche iniettivo;
• epimorfismo se è anche suriettivo;
• isomorfismo se è bigettivo.
Essenzialmente, un omomorfismo è una funzione che è compatibile con la struttu-
ra di gruppo (informalmente, si usa dire che un omomorfismo “conserva l’operazio-
ne”, esprimendo così il senso della condizione caratteristica f (x⊥y) = f (x)>f (y)).
Se f : G → H è un omomorfismo, la funzione f esprime una sorta di legame tra
la struttura di G e quella di H. La forma più stringente di tale legame si ha nel caso
di un isomorfismo: in tale situazione, G e H sono semplicemente due realizzazioni
concrete (e distinte) di una stessa struttura astratta, e come tali i gruppi (G, ⊥) e
(H, >) sono indistinguibili, sono “lo stesso gruppo”. Questo fatto viene evidenziato
anche nella notazione: se f : G → H è un isomorfismo, lo si esprime con G ∼ = H.
Lemma 13. (Proprietà elementari di un omomorfismo)
Siano (G, ⊥), (H, >) gruppi. Se f : G → H è un omomorfismo, allora
(1) f (eG ) = eH ;
(2) f (x) = f (x), ∀x ∈ G;
(3) se K 6 G ⇒ f (K) 6 H;
(4) in particolare, f (G) 6 H;
(5) se K 6 H ⇒ f −1 (K) 6 G;
(6) in particolare, f −1 (eH ) = ker(f ) 6 G.
(7) f (g ⊥h ) = (f (g))>h ∀g ∈ G, ∀h ∈ Z.
Dimostrazione. La dimostrazione di queste proprietà elementari è un utile esercizio.
Qui, dimostro solo le proprietà (1) e (5).
(1) Si ha f (eG ) = f (eG ⊥eG ) = f (eG )>f (eG ). Per la legge di cancellazione in
H, segue che eH = f (eG ).
6 VINCENZO C. NARDOZZA
(5) Per provare che f −1 (K) 6 G bisogna provare che per ogni x, y ∈ f −1 (K)
risulta x⊥y ∈ f −1 (K), e cioè che f (x⊥y) ∈ K. Ma poichè f è un
omomorfismo, si ha
f (x⊥y) = f (x)>f (y) = f (x)>f (y).
Dato che f (x), f (y) ∈ K e che K 6 H, anche f (y) ∈ K.
Perciò f (x)>f (y) ∈ K, e l’affermazione è provata.
Esempio 15. Quali che siano i gruppi (G, ⊥), (H, >), di sicuro esiste un omomor-
fismo da G ad H: la funzione costante : G → H definita da (x) := eH per ogni
x ∈ G.
Tale omomorfismo è detto omomorfismo banale, e non dà alcuna informazione
particolare del legame tra la struttura di G e quella di H.
Molto più interessante è studiare gli omomorfismi di Z in se. Quindi, sia f : Z →
Z un omomorfismo. Questa semplice assunzione riduce drasticamente le possibilità
di scelta della funzione: basta assegnare un’immagine all’elemento 1 ∈ Z per definire
univocamente l’intera funzione. Infatti, sia f (1) = a ∈ Z. Siccome f deve essere
un omomorfismo, per ogni h ∈ Z si ha
f (h) = f (h · 1) = hf (1) = ha.
multiplo di
1 secondo h
Quindi f deve essere la funzione definita da f (h) = ah. E’ facile constatare che
essa è effettivamente un omomorfismo:
f (h + k) = a(h + k) = ah + ak = f (h) + f (k) (∀h, k ∈ Z).
Quindi tutti gli omomorfismi di Z in sè sono le moltiplicazioni λa per una fissata
costante a ∈ Z. Se a = 0 si ottiene l’omomorfismo banale, se a = 1 si ottiene la
funzione identità. Si noti che a parte il caso a = 0, in cui ker(λ0 ) = Z e λ0 (Z) = {0},
in tutti gli altri casi (a 6= 0) è ker(λa ) = {0}. Inoltre, λa (Z) = aZ, e quindi a meno
che a = 1 l’immagine è un sottogruppo proprio di Z. 2
Esercizio 1. Quali sono gli omomorfismi da (Z, +) in (Q, +)?
Esercizio 2. Quali sono gli omomorfismi da (Z, +) in (Q∗ , ·)?
Esercizio 3. Scrivere gli omomorfismi di (Z, +) in (Q8 , ·).
NOTE INTEGRATIVE SUI GRUPPI 7
6. Elementi periodici
Da questo punto in poi, scegliamo la notazione moltiplicativa per assegnare l’o-
perazione di un gruppo. Pertanto, a meno che sia esplicitamente indicato diversa-
mente, la frase sia G un gruppo deve essere intesa come sia (G, ·) un gruppo.
Definizione 20. Un elemento g del gruppo G si dice periodico se ∃ n ∈ Z \ {0} tale
che g n = e. Altrimenti g si dice aperiodico.
Proposizione 21. Se g ∈ G è periodico, allora esiste
min{n ∈ N∗ | g n = e}.
Tale numero naturale si dice il periodo di g, e si denota con o(g).
Dimostrazione. Se g è periodico ⇒ ∃h ∈ Z tale che g h = e. Se h > 0, allora
h ∈ {n ∈ N∗ | g h = e}. Se h < 0, allora h 6∈ {n ∈ N∗ | g h = e}, però il suo opposto
−h è tale che g −h = (g h )−1 = e−1 = e, e quindi −h ∈ {n ∈ N∗ | g h = e}. In ambo
i casi, {n ∈ N∗ | g h = e} 6= ∅. Quindi, per il principio del minimo, tale insieme
ammette un minimo m.
Esempio 22. In ogni gruppo G l’elemento e è periodico di periodo 1, perchè e1 = e.
In Z, l’operazione è l’addizione, per cui il periodo di a ∈ Z è il minimo naturale non
nullo m tale che ma = 0. Quindi o(0) = 1, e nessun altro elemento è periodico. In
Q8 , il periodo di i è 4, perchè i, i2 = −1, i3 = −i sono diversi da 1, mentre i4 = 1.2
Proposizione 23. (Proprietà di o(g))
Sia g ∈ G un elemento periodico di periodo m. Allora
(1) per n ∈ N risulta: g n = e ⇐⇒ m | n;
(2) per h, k ∈ Z risulta g h = g k ⇐⇒ h ≡ k (mod m);
(3) se (H, >) è un gp e f : G → H è un omomorfismo, allora f (g) è periodico
e o(f (g)) | o(g);
(4) con la notazione del punto precedente, se f è bigettiva allora o(f (g)) = o(g);
(5) se g1 , g2 sono periodici di periodo m1 , m2 e commutano allora g1 g2 è pe-
riodico e o(g1 g2 ) | mcm(m1 , m2 );
(6) per ogni h ∈ Z l’elt g h è periodico, e
m
o(g h ) = .
M CD(h, m)
(7) se h | m, allora o(g h ) = m/h.
Dimostrazione. (1) Se g n = e allora n = qm + r con 0 6 r < m. Dato che
n r
e = g = g , per la minimalità di m dev’essere r = 0 e quindi m | n. Il
converso è ovvio.
NOTE INTEGRATIVE SUI GRUPPI 9
7. Il gruppo (Zn , +)
E’ il momento di introdurre un altro gruppo abeliano di importanza basilare.
Fissato n > 2, si consideri Zn munito della seguente operazione
[a]n + [b]n := [a + b]n (∀ a, b ∈ Z).
Proposizione 27. L’operazione introdotta è ben definita.
Dimostrazione. Se [a] = [a0 ] e [b] = [b0 ] risulta anche [a0 ] + [b0 ] = [a] + [b], dato che
la congruenza modulo n è compatibile con le operazioni in Z.
10 VINCENZO C. NARDOZZA
8. Gruppi ciclici
Lemma 32. Sia G un gruppo, e siano H, K sottogruppi di G. Allora H ∩ K è
ancora un sottogruppo di G.
Dimostrazione. Bisogna provare che H ∩ K 6= ∅, e poi utilizzare il criterio visto
nella Proposizione 8. La prima verifica è ovvia, dato che e ∈ H ∩ K. Per la seconda
verifica, se x, y ∈ H ∩ K allora xy −1 ∈ H perchè H è un sottogruppo e x, y ∈ H,
e alla stessa stregua xy −1 ∈ K. Perciò anche xy −1 ∈ H ∩ K, che dunque è un
sottogruppo di G.
Il precedente Lemma può essere generalizzato a una intersezione con un numero
arbitrario di sottogruppi, utilizzando esattamente gli stessi argomenti:
Proposizione 33. L’intersezione di sottogruppi di G è un sottogruppo di G.
Rispetto l’intersezione, l’unione tra sottogruppi ha un comportamento diverso,
come si vede nei prossimi esercizi:
NOTE INTEGRATIVE SUI GRUPPI 11
Esempio 52. Quali sono i sbgp di Z10 ? Ci sono tanti sbgps quanti sono i divisori
positivi di 10. I divisori positivi di 10 sono 1, 2, 5, 10; in corrispondenza ci saranno un
sbgp di ordine 1, uno di ordine 2, uno di ordine 5 e uno di ordine 10. Precisamente,
• {[0]} è l’unico sbgp di ordine 1,
• Z10 è l’unico sbgp di ordine 10,
• il sbgp di ordine 2 deve essere generato da (10/2)[1] = [5], ed è {[0], [5]};
• il sbgp di ordine 5 deve essere generato da (10/5)[1] = [2], ed è {[0], [2], [4], [6], [8]}.
Il reticolo dei sbgps di Z10 è perciò
Z10
h[2]i
h[5]i
{[0]}
9. Funzione di Eulero
Definizione 53. Per ogni n ∈ N∗ , sia
Un := {k ∈ N | 1 6 k 6 n e M CD(k, n) = 1}.
NOTE INTEGRATIVE SUI GRUPPI 15
Definizione 54. Per ogni naturale n > 1, si pone ϕ(n) := |Un |. La funzione
ϕ : N∗ → N così definita si dice la funzione (totiente) di Eulero.
Esempio 82. La σ precedente ha periodo mcm(3, 8) = 24. Inoltre, in S12 non c’è
una permutazione di periodo 13 o 22, anche se 22 | |S12 | = 12!. La permutazione
(1 2)(3 4 5 6)(7 8 9 10 11 12) ha periodo mcm(2, 4, 6) = 12, anche se non è un ciclo.
Definizione 91. Una permutazione si dice pari se si può scrivere come prodotto di
un numero pari di trasposizioni. Altrimenti si dice che è una permutazione dispari.
Teorema 92. Una permutazione non può essere contemporaneamente pari e di-
spari.
Definizione 93. L’insieme delle permutazioni pari di Sn è un sottogruppo di Sn ,
detto il gruppo alterno su n oggetti, e si denota con An .
Esercizio 3. Per ogni σ ∈ Sn , sia
(
σ +1 se σ è pari
(−1) :=
−1 se σ è dispari
((−1)σ si dice il segno della permutazione σ). Provare che la funzione σ ∈ Sn →
(−1)σ ∈ {±1} è un omomorfismo di gruppi da Sn al gruppo ({±1}, ·). Dedurre che
An è un sottogruppo di Sn .
Esercizio 4. Determinare tutte le permutazioni di A3 ed A4 .
Esercizio 5. Sia γ un ciclo di lunghezza l. Provare che γ è pari ⇐⇒ l è dispari.
Esercizio 6. Sia σ ∈ Sn . Provare che σ è pari ⇐⇒ σ ha un numero pari di cicli
di lunghezza pari.
Esercizio 7. Provare che An è generato dall’insieme dei 3-cicli.
12. Esercizi
Esercizio 1. Sia (G, ·) un gruppo. Provare che se g 2 = e per tutti gli elementi
g ∈ G allora G è abeliano.
Esercizio 2. Provare che se nel gruppo (G, ·) è (ab)2 = a2 b2 per ogni a, b ∈ G,
allora G è abeliano.
Esercizio 3. Sia (G, ·) un gruppo finito. Provare che esiste un intero m ∈ N tale
che g m = e per ogni g ∈ G.
Esercizio 4. Provare che se un gruppo G ha al più 5 elementi, allora è abeliano.
Esercizio 5. Provare che se (G, ·) è un gruppo finito di ordine pari, allora esiste
almeno un elemento g 6= e tale che g 2 = e.
Esercizio 6. Provare che le conclusioni della Proposizione 9 sono false se S è
infinito.
Esercizio 7. Sia (G, ·) un gruppo, e siano H, K due suoi sottinsiemi. Provare che
H ∪ K è un gruppo ⇐⇒ H ⊆ K o K ⊆ H.
Che si può dire se invece di due sottinsiemi ce ne sono tre?
Esercizio 8. Siano (G, ·) un gruppo e S, T due sottogruppi. Posto ST := {s · t |
s ∈ S, t ∈ T }, provare che ST è un sottogruppo di G se e solo se ST = T S.
Esercizio 9. Sia G un gruppo in cui l’intersezione di tutti i suoi sottogruppi diversi
da {e} è ancora un sottogruppo diverso da {e}. Provare che allora tutti gli elementi
di G sono periodici.
Esercizio 10. Siano m, n ∈ Z e siano H = mZ e K = nZ i sottogruppi dei multipli
di m e n rispettivamente. Determinare H ∩ K.
22 VINCENZO C. NARDOZZA
Esercizio 11. Nel gruppo (G, ·) siano a, b due elementi tali che a5 = e e aba−1 =
b2 . Determinare o(b).
Esercizio 12. Sia (G, ·) un gruppo in cui per ogni n ∈ N l’equazione xn = e ha al
più n soluzioni. Provare che G è ciclico.
Esercizio 13. Dire quali delle seguenti funzioni f : G → G sono omomorfismi di
gruppi, specificando:
• il nucleo, per quelle tra esse che sono omomorfismi;
• per le altre, il motivo per il quale non possono essere omomorfismi.
(1) G è il gruppo dei numeri reali non nulli munito dell’operazione di moltipli-
cazione, e f (x) := x2 per ogni x ∈ G;
(2) G è il gruppo dei numeri reali non nulli munito dell’operazione di moltipli-
cazione, e f (x) := 2x per ogni x ∈ G;
(3) G è il gruppo dei numeri reali rispetto l’addizione e f (x) = x + 1 per ogni
x ∈ G;
(4) G è il gruppo dei numeri reali rispetto l’addizione e f (x) = 13x per ogni
x ∈ G;
(5) G è un qualunque gruppo abeliano moltiplicativo e f (x) = x5 per ogni
x ∈ G.
Esercizio 14. Siano X, Y insiemi con |X| = |Y |. Si provi che i gruppi Sym(X) e
Sym(Y ) sono isomorfi.
Esercizio 15. Sia (G, ·) un gruppo, e sia g un suo elemento. Il centralizzante di g
in G è il sottinsieme
CG (g) := {x ∈ G | gx = xg}.
Provare che CG (g) è un sottogruppo di G.
Esercizio 16. Sia (G, ·) un gruppo. Si dice centro di G l’insieme
Z(G) := {g ∈ G | gx = xg ∀ x ∈ G}.
Provare che Z(G) è un sottogruppo di G.
Esercizio 17. Siano a, b ∈ Z non entrambi nulli, e sia d = M CD(a, b). Provare
che h{a, b}i = dZ.
Esercizio 18. Decidere quale tra i gruppi Z6 × Z7 , Z6 × Z8 è ciclico, motivando
la risposta.
Esercizio 19. Provare che Z5 × Z16 è isomorfo a Z80 .
Esercizio 20. Si determinino le decomposizioni in cicli disgiunti delle seguenti
permutazioni
1 2 3 4 5 6 7 8
• σ1 =
8 5 6 3 2 7 1 4
1 2 3 4 5 6 7 8
• σ2 =
4 3 6 2 8 7 1 5
1 2 3 4 5 6 7 8
• σ3 =
8 3 2 4 7 6 5 1
1 2 3 4 5 6 7 8
• σ4 =
2 3 1 5 6 8 7 4
NOTE INTEGRATIVE SUI GRUPPI 23