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Inroduzione

all'archeologia brzanttna

La Nuova Italia Scientifica


| | t'l I
4ii
Indice

Premessa

L'archeologia bizantina: dai viaggiatori del Grand


Tour alla New Archaeologf r5

r.r. I precursori t5
r.2. L'archeologia esplorativatra Ottocento e Novecento r8
r3. Il periodo tra le due guerre 23
"scientifica"
r.4. La nascita di un'archeologia del mondo
bizantino 25
r.5. L'ultimo ventennio 30

Le fonti 3'
r" edizione,novembre1994
@ copyright 1994 by 2.r. Fonti antiche e ricerche sul campo 35
La Nuova Italia Scientifica,Roma 2.2. I documenti 38
Finito di stamparenel novembre1994 2.3. Le opere storiografiche 39
per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali srl, Urbino 2.4. La trattatistica 4r
2.j. Le fonti regionali ed esterne 45
rsBN 88-43o-o27r-2
2.6. Le fonti epigrafiche 46

Riproduzione vietata ai sensi di legge


Gn. ryt della legge 22 aprile r94r, ^. 633\
,. Il territorio dell'impeto 49
Senza regolare autonzzazione,
è víetato riprodurre questo volume
anche parzialmente e con qualsiasi mezzo,
3 . r . Gli imperi bizantini 49
).2. L'impero protobizantino 49
compresa la fotocopia,
z.r..r.'L^ Siht / l.z.z.L'Asia Minore / ).r.l.L'arca balcanica /
neppure per uso interno
1.2.4. L'Nilca / 1.2.5, L'ltúía / 3.2.6. I Mediterraneo/ 3.2.7' La
o didattico. rete viaria

^L
La fine dell'impero protobizantino 79 6.4. L'epoca dei Comneni 203
L'impero mediobizantino 8o 6.5. L'epoca tardobizantina 205
L'impero tardobizantino 8z

Z. La cultura materiale 209


4. Costantinopoli 85
7.r. Cultura materialee arti minori 209

4.r. Il sito 85 7.2. La ceramica 2TI

4.2. fucheologia di una capitale 87 7.3. I materiali e le tecniche edilizie 224

4.3. La città romana e tardoantica 9o


4.4. L'epoca protobizantina 9r
4.j. L'età giustinianea roo 8. Il prossimo decennio: problemi e ptospettive 233
4.6. I secolivrr-xr r05
4.7. L'epoca dei Comneni ro8
4.8. L'epoca della dominazione latina TT2 Bibliografia 239
4.9. L'epoca paleologa rr3

Indice dei luoghi 267


j, Le città dell'impero r17

j.r. L'impero delle città TT7 Indice dei nomi 273


j.2. Le capitali dell'impero rr8
5.2.r. Aìessandria / 5.2.2. Antiochia / 5.2.3. Gerusalemme /
5.2.4. Tessalonica/ 5.2.5. Ravenna / 5.2.6. Nicea
Dalla città antica alTacittà bizantina: continuità e tra-
sformazione r36
5.3.r. Continuità e discontinuità / 5.3.2. Continuità e rinascita
Continuità dei modelli urbanistici: le città nuove r44
5.4.r. CarièinGrad-Iustiniana
Pnma / 5.4.2. Data / S.+.1. Zenobia
/ 5.4.4. Resala
La crisi del vrr secolo r59
La ripresa mediobizantina r64
La città tardobizantina r68

6. Gli insediamenti difensivi 173

6.r. La difesadell'impero 173


6.2. Confine e frontiera: ú limes r74
6.2t. I limes danubiano / 6.2.2. l, limes otientale / 6.2.3. Il limes
africano / 6.2.a. I,e difese dell'Italia bizantina
I secoli vrr-x f99

a'-
Premessa

Il titolo di questo volume non mente e dietro di esso non si cela un


manuale di àrcheologiabizantína. Questo libro, che del manuale non
vuole avere né la.sistematicità né la completezza,ha invece una più
modesta ma duplice ambizione: in primo luogo quella di tentare di
fare il punto sgalcuni dei principali temi di ricerca di una,giovane
branca^dell'archeologiapostilassica, che solo nel corso degli ultimi
decenni ha trovato un suo statuto disciplinare e un suo riconosci-
mento istituzionale; in secondoluogo quella di mettere a disposizione
di un pubblico soprattutto di studenti universitari, ma anche di stu-
diosi di discipline ìm"i - dalla storia dell'arte bizantina, all'archeolo-
gia tardoantica e medievale, all'archeologiacristiana, a quella delle
-, un resoconto in forma sintetica delle più signifi-
frovince romane
'cative
acquisizioni della ricerca archeologica sul mondo bizantino,
raccoglienào e ponendo a confronto dati e materiali dispersi in un
p"roi^*, bibliógrafico vasto, talvolta frammenrario e non sempre di
agevole
- reperimento.
In quésta prospertiva è sembrato utile articolate la materia del
volume i1 t.. ìu.iei, relativi rispettivamente agli strumenti della ri-
cefca e ai suoi ambiti territoriali, all'archeologiadegli insediamenti e
a quella della cultura materiale.
La prima parte (caPn. r-3) è quindi dedicataa una breve storia
della disciplina e dei suoi principali assunti metodologìci, al problema
del rapporto tra indagini i,rl ."fnpo e vtihzzo delle fonti antiche nel
pro..rrà di ricostruzione storica e a una concisadiscussionedelle dif-
ierenti realtà territoriali che sono raccolte sotto il comune denomina-
tore di impero bizantino.
La secàndaparte (cApp. 4-6) affronta invece alcuni dei principali
problemi conneisi con i modelli insediativi del mondo bizantino: in
primo luogo lo sviluppo e le trasforma-zionidell'impianto_-urbanodi
bostantino*poli,la capiiale dell'impero che per oltre un millennio rap-
presentò tanto per I'briente quanto per l'Occidente una sorta di mo-

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tt,

rf PREMESSA
]ZIONE ALL ÀRCHEOLOGIA BIZANTINA
lr

dello ideale; quindi i problemi legati alla transizione dalla città tar- Discorso analogovale per le illustrazioni. Imprescindibili esigenze
doantica a quella bizantina e all'evoluzionedi quest'uldma nel corso editoriali hanno imposto di limitare il corredo iconografico del volu-
del millennio bizantino; e infine i caratteri peculiari degli insediamen- me; si è pertanro sielto di privilegiare le carte storiche e temadche e
ti fortificati facenti parte dei sistemi difensivi dell'impero nelle diverse le piante^archeologichedeiiingoli siti citati, riducendo la scelta delle
epoche. fotàgrafie alle sole immagini, preferibilmente inedite, strettamentein-
La terza parte (c,rn. 7) tenta di tracciare un primo bilancio delle dispénsabili alla comprensionedel testo. In questo caso-il lettore de-
più recenti ricerche nell'ambito di alcuni aspetti della cultura materia- sidèroso di ulteriori approfondimenti può agevolmentefar ricorso, ol-
le bizantina. A un breve capitolo conclusivo è infine affidato il com- tre ow'iamente ai testi indicati in bibliografia, anche al volume sull'ar-
pito di evidenziarele principali prospettive per la ricerca archeologica chitettura bizantina di C. Mango (1974), il cui corredo illustrativo
sul mondo bizantino nel breve periodo. copre spesso, particolarmente per le epoche più antiche, anche i
Lo spazio occupato da ciascuna di queste parti nell'economia principali
- siti archeologici.
complessivadella trattazione non dipende owiamente da una volontà Inîne, un piccolo spazio personale:solo qualche parola per ricor-
di gerarchizzaziorledelle problemadche; esso però risente inevitabil- dare gli amici, in primo luogo Fernanda de' Maffei e Daniele Mana-
mente della consolidata tradizione di ricerca dell'archeologiabizanti- corda e poi Claudia Barsanti, Italo Furlan, AlessandroGuiglia, Anto-
na, che è stata in primo luogo un'archeologiafilologico-monumentale, nio IacoÈini e Andrea Paribeni, con i quali ho condiviso i viaggi e le
poi un'archeologiadegli insediamenti e che solo negli ultimi anni ha ricerche che sono alla base di questo lavoro e ho discusso a lungo
cominciato a essereanche un'archeologia della cultura materiale, nel molti dei temi qui affrontati.
cui ambito anche metodologie e strategied'indagine altrove comuni -
dallo scavo sratigrafico alla ricognizione intensiva, all'analisiquantita-
tiva dei reperti - risultano di acquisizione assai recente (Sodini,
ry93b, pp. r39-4o).
Il peso di questa tradizione si fa sentire anche in sensocronologi-
co e l'insieme della tîattazione continua a esserefortemente sbilancia-
to verso i secoli dell'età protobizantina (il v e il vr in particolare), a
proposito dei quali i dati a disposizione sono quantitativamente e
qualitativamenteassai più rilevanti di quelli relativi alle epoche suc-
cessive.
Essenzialmenteinteso come strumento di lavoro, questo volume
trova il suo naturale completamento nella bibliografia finale che, al
pari del testo, non pretende di esserené completa né esaustiva.In
un panorama già assai articolato e in fase di continuo e vorticoso
accrescimento,si sono infatti privilegiati quei testi che possanoforni-
re al lettore un quadro di sintesi delle problematiche archeologiche
relative al sito, ùl'arca territoriale o al problema in esame e che al
tempo stessooffrano anche ulteriori e più specialistichereferenzebi-
bliografiche per eventuali approfondimenti. La bibliografia sui singoli
temi potrà inoltre essereagevolmenteintegrata ricomendo ai volumi
delle Dumbarton Oaks Bibliograpbies,per alcuni aspetti al recente re-
pertorio curato da V. E. Kleinbauer G99z), nonché alle indicazioni
bibliografiche a comedo delle singole voci del Reallexikonzur byzanti-
níscbeKunst, dell'Oxford Dictionary of Byzancee dell'Enciclopediadel-
l'Arte Medieualedell'Istituto dell'EnciclopediaItaliana.

r J
L' archeologia brzantLnai
dat viaggiatori del Grand Tour
alla New Archaeology

I.I

I precursoti

{ L'archeologia bizantina intesa in senso moderno, cioè come autono-

? mo campo d'indagine in cui vengono applicate allo studio della civil-


tà,bizantina le metodologie proprie della ricerca archeologica,è una
disciplina di genesipiuttosto recente, che si è andata compiutamente
{
fti affermando solo nel corso dell'ultimo ventennio, ma che affonda le
sue radici culturali nel mai sopito interesse manifestato dal mondo
!i,
occidentale per le testimonianze monumentali, artistiche e materiali
fl della civiltà fiorita nelle regioni orientali del bacino del Mediterraneo
tra il rv e il xv secolo dopo Cristo.
Già prima della caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi
(29 maggio r4fi) - che fu sentita in tutto l'Occidente come una
frattura netta e irreparabile con il mondo dell'Antichità classica,di
cui l'impero cristiano di Bisanzio incarnava in qualche modo la conti-
nuazione(Beschi,1986, pp. 295-6) - tale interessesi era espressoin
forme e accezioni diverse. In questo senso può infatti essereletto
perfino il saccheggiodi Costantinopoli operato dalle truppe latine nel
corso della quarta crociata (rzo4), che presenta per qualche verso
"archeologica",
una connotazione testimoniata dalla stupefatta ammi-
razione dei cronisti occidentali per la consistenzadel bottino di guer-
ra, composto in larga misura di opere d'arte di epoca classicae bi-
zantina tasferite nelle principali città europee e in particolare a Ve-
nezia.
Più direttamente riconducibile a uno specifico interesseculturale
e archeologico per il mondo greco-bizantino appare, ancora sullo
scorcio del Medioevo, l'attività di alcuni intellettuali italiani, a partire
da Cristoforo Buondelmonti e da Ciriaco d'Ancona che dedicarono
gran parte della loro vita a viaggi ed esplorazioniin Grecia nelle isole
dell'Egeo, a Creta e a Costantinopoli, ricavandone opere di docu-

T'
.ilt1,xi

''s:
UZIONE ALL Tq,RCHEOLOGIA BIZANTINA

mentazione antiquaria, caftogîafrcae archeologicache furono per al- In questo contesto deve essereinquadrata già I'attività del france-
cuni secoli alla base di ogni ulteriore approfondimento. In larga rni- se Pierre Gylles, un famoso naturalista che nel rj44 venne incaricato
sura perdute le opere di Ciriaco de' Pizzicolh (r39r-r452), nella va- dal re Francescor di una missione scientificain Oriente. Giunto nel-
sta produzione buondelmontiana spicca particolarmenteil Líber lnsu- la capitale dell'impero ottomano, Gylles nalasciò il suo compito prin-
larum Archipelagi- la ctlj terza redazione fu completata proprio nel cipale e intraprese invece un'accurata ricognizione delle rovine e dei
corso di un lungo soggiorno a Costantinopoli nel 1422 - che contie- monumenti antichi ancora visibili all'interno del tessuto urbano della
ne una grande messedi informazioni di carattere storico-antiquario, Istanbul ottomana. I quattro ponderosi tomi del suo De topographia
epigrafico e archeologicosulle città e i monumenri di epoca classicae Constantinopo/eos costituisconoil primo censimentoin qualche misura
bizantrna presenti lungo le sponde orientali del Mediterraneo. Alcune sistematicodelle soprawivenze archeologichedella capitale bizantina
copie manoscritte di quest'opera contengono inoltre quella che può (Gilles, 1988) e segnanoI'awio di una fase di ricerche pionieristiche
essereconsideratala più precisa tra le numerose "piante archeologi- condotte proprio da studiosi francesi, i quali, facendo leva anche sui
che" di Costantinopoliin circolazioneall'epoca(roro r), in cui I'au- buoni rapporti diplomatici intercorrenti tra Parigi e la Sublime Porta,
tore delinea un'immagine della città racchiusaentro le mura di Teo- awiarono una serie di missioni in Grecia e in Turchia dai risultati
dosio rr, individuando precisamenteattraverso le didascaliei monu-
scientifici assai interessanti (Missiofts, r9o2; Beschi, 1986, pp. 338-
menti fondamentali - la grande chiesa della Santa Sofia, i resri del
palazzoimperiale di Giustiniano e dell'ippodromo, le colonne onorifi- 4z). frlT'inrziodell'ultimo quarto del xvrrr secolo il palazzo dell'am-
basciatorefrancesea Istanbul era divenuto un vero e proprio museo
che, il complessodel Pantokrator, il palazzodelle Blacherne,la chiesa
e il padrone di casa poteva ricevere i suoi ospiti in vn cabinet des
di S. Giovanni di Studio - ormai dispersi in un tessuto urbano assai "salvate"
antiquités,tra sculture dalla calcinazionee disegni e miniatu-
diradato, in cui si coglie però ancora il tracciato dei grandi assi della "recuperati"
re dalle bibliotecheimperiali (Ebersolt, r9r8).
viabilità antica (Gerola, t93r).
La via ftacciata da Gylles si rivelò assaifeconda anche al di fuori
Quello di Ciriaco d'Ancona e Cristoforo Buondelmonti non è pe-
rò che il caso più significativo di un vasto movimento di riscoperta di Costantinopoli e, soprattutto tra xvrr e xvrrr secolo,le regioni del
Mediterraneo orientale - in particolare I'Asia Minore, la Siria e la
dell'Oriente bizantino che si affermò a partire dalla fine del xrv seco-
lo in molte regioni europee, sulla spinta di esigenzediverse che anda- Palestina- furono tra quelle poste al centro dell'attività delle diverse
f
vano dai complessilegami religiosi e culturali tra Costantinopoli e la .{Ìi generazioni di archeologi-artisti,impegnati a documentare le vestigia
Russia ortodossa - circostanza cui si deve la nascita di una figura monumentali delle antiche città carovaniereattraverso disegni e inci-
l, "pittoresco"
assai interessantedi pellegrino-archeologo(Majeska, 1984) - a più :1, sioni, che in qualche caso superano il livello del per rag-
terreni interessi legaa a commerci, alle imprese militari e perfino a giungere buoni livelli di precisione nel rilievo di piante di città, di
"turismo" (Van { elevati di monumenti e di singoli elementi decorativi ($7ood, 1753;
forme embrionalidi Der Vin, r98o). Va da sé che le 1

relazioni di viaggiatori dagli interessi così eterogeneirisultano spesso Cassas,1798-99).


assaipoco attendibili, quando anche non relegabili nel contesto del- :il

l'aneddotica, ma in qualche caso essecostituisconouna fonte utilissi- Proprio il rinnovato interesse nei con-fronti delle civiltà del passato
ma per ricostruire le trasformazioni cui furono soggetti in epoche che caratterizzala cultura europea del xvrn secolo e degli inizi del
successivealcuni dei monumenti e dei siti più importanti. xrx costitul però paradossalmenteuna sorta di freno allo sviluppo
della conoscenzadel mondo bizantino. Se è vero infatti che, partico-
La caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi non ebbe l'effetto larmente nel caso delle grandi città antiche, lo sviluppo delle ricerche
di arrestarese non per breve tempo questo processodi conoscenza, archeologichee topografiche finì per coinvolgere anche quelle testi-
e i secoli immediatamentesuccessivia quell'awenimento videro anzi monianze della cultura bizantina che vi si conservavano(ne costitui-
"archeologiche"
la nascita di nuove missioni occidentah, orgatizzate, sce per esempio una dimostrazione il già citato lavoro di \)lood a
talvolta con significativoimpiego di mezzi e risorse umane, allo scopo Palmira), è però altrettanto vero che quella bizantina venne sempre
di arricchire le conoscenze- e inevitabilmente le collezioni - dei me- più spessointesa come fase di decadenzae di alterazionedegli inse-
cenati finanziatoi dell'impresa. diamenti e dei monumenti dell'Antichità classica.

r6 r7
INTRODUZIONE ALL'Tq.RCHEOLOGIA BIZA.NTINA

"bizantino"
L'aggettivo venne perciò ad assumereuna connota- censimentodei resti monumentali che vi si conservano,in primo luo-
zione in qualche misura negativa e ciò comportò una geneîahzzata go edifici religiosi, ma anche opere di fortificazione e di ingegneria
caduta d'interesse nei confronti di quella civiltà. Sintomatico è da civile.
questo punto di vista il mutamento che si registra nella percezioneda A segnareun netto salto di qualità rispetto alla produzione scien-
parte dei viaggiatori europei della stessaCostantinopoli. La capitale tifica precedente e ^ m îcairein qualche modo l'awio di una nuova
dell'impero bizantino non costituiscecertamentepiù una meta obbli- fase di studi archeologicifu, intorno alla metà del xrx secolo,l'opera
gata del viaggiatore-archeologo:i monumenti che vi si conservano per molti versi precorritrice di C. Texier. Pubblicati quasi in contem-
coincidono solo parzialmente con gli ideali classicheggiantidell'epoca poranea con le prime raccolte delle fonti bizantine in edizione critica
e il viaggiatore o l'artista che vi si recano appaiono spessopiù inte- - I CorpusScriptorumHistoriaeByzantinaeprese l'awio nel r8z8 - i
ressati agli aspetti caratteristici dell"'ambiente" turco che non alle ve- resoconti delle missioni condotte dallo studioso francesenelle regioni
stigia della città antica. Pescatori e mendicanti, gSannizzerie donne dell'Asia Minore, dell'Armenia, della Persia e della Mesopotamia co-
velate offrono spunti e materiali per buoni ritratti di genere ma i stituiscono il primo grande corpus dell'architettura civile e religiosa
grandi monumenti cristiani non attraggonopiù di tanto l'attenzione e bizantina in quei territori. I lavori di Texier (rg9-49; r84z-52)
la stessachiesa della Santa Sofia, agli occhi di questi visitatori, non spiccano per la ricerca scrupolosa dell'oggettività nella descrizione e
regge il confronto con le magnifiche moscheedella città. nella documentazione,attraversopiante, prospetti e vedute, dei prin-
L'unico aspetto della cultura bizantina a essererivalutato in que- cipali monumenti conservati nelle città prese in esame (noro z). Da
sta fase sembra esserequello della pittura monumentale: la grande una sintesi dei suoí appunti di viaggio e da una proficua collabora-
arte religiosa della Grecia medio e tardobizantina - vista anche, nel- zione con l'architetto inglesePullan nacque il primo trattato di archi-
l'ottica filellenica che caratterizzala cultura romantica anglosassone, tettura bizantina (Texier, Pullan, ú64), nel quale compaiono storica-
come espressioneautentica di uno spirito nazionalegreco che si con- mente descritti e interpretati tanto gli edifici religiosi - cui viene ov-
trappone all'espansionismoottomano (Tsigakou, 1985) - diviene in viamente dedicata una particolare attenzione - quanto una scelta di
qualche misura I'oggetto pressochéesclusivodell'attenzione degli in- monumenti di edilizia civile e militare di particolare interessel in
tellettuali occidentali nei confronti del mondo bizantino, gettando le qualche caso gli edifici vengono anche ricostruiti graficamentenel lo-
basi sulle quali radicherà la grande tradizione di studi sul mondo bi- ro supposto aspetto originario, con un procedimento certo gravido di
zarttino che si apre ag[, inzi del nostro secolo e che privilegia in ma- rischi circa l'attendibilità filologica del prodotto finale, ma che rispet-
niera evidente la ricerca storico-artisticasu quella archeologico-stori- to alla veduta romantica costituisce un decisivo passo in avanti in
ca. sensoscientifico dei criteri di documentazionedelle strutture di epo-
ca bizantina.
f.2 L'opera di Texier apîe a tutti gli effetti una stagionenuova negli
L'archeologia esplorativa tra ftocento e Novecento studi di carattere archeologicosul mondo bizantino; nella sua scia si
mosseroinfatti nei decenni immediatamentesuccessivitutta una serie
L'eccezionaleripresa d'interesse che si registra a partire dagli anni di esploratori-archeologi- tra cui vanno ricordati in particolare M.
Settanta del xx secolo nei confronti delle antiche civiltà fiorite nelle De Vogùé (ú65-77) per la Siria centraleed E. Sachau(1883) per
regioni del Mediterraneo orientale finì per coinvolgerenuovamente- l'area siro-mesopotamica- i cui lavori, c îatteîizzati da un'aspirazio-
in una prima fase solo di riflesso, poi sempre più dichiaratamente- ne a una tîattazione sistematicaed esaustivae da una documentazio-
anche il mondo bizantino. L'awio delle prime indagini archeologiche ne grafica meticolosa, costituiscono ancor oggi un importante punto
su larga scalain Mesopotamia da parte di équipe inglesi e americane, di riferimento nello studio archeologicodi alcune delle regioni perife-
lo wiluppo delle ricerche in Egitto e, in seguito, gli scavi di Schlie- riche dell'impero bizantino.
mann a Hissarlik (Daniel, 1975) costituisconoil quadro di riferimen- Ancora intorno alla metà del xrx secolovanno segnalateinfine le
to in cui va sviluppandosi anche un movimento di riscoperta dei ter- prime applicazioni della nascentetecnica fotografica alla documenta-
ritori che avevano fatto parte dell'impero bizantino, attraverso un zione di edifici e monumenti bizantini. testimoniate almeno fin dal

rtì r9
INTRODUZIONE ALL.,{RCHEOLOGIA BIZÀNTINA I. DAI VIAGGIATORI DEL GRAND TOUR ALLA NE\I/ ,{RCHAEOLOGY

1853 dal volume di J. Robertson PhotographbViats of Constantinople, despotato di Morea, nel Peloponneso,nel corso dei secoli xrrr-xv il
che contiene un'immagine dell'esterno della Santa Sofia e una veduta cui legame con il mondo bizantino era sentito in Grecia come assai
di due dei monumenti della spina dell'ippodromo di Costantinopoli labile (Millett, rgro).
(Kleinbauer,1992, pp. $5-7o). In secondo luogo merita di esseresottolineato nella sua moderni-
tà l'assunto metodologico che contraddistingue gran parte almeno di
Le tuttora insuperate ricerche storico-topografichesull'Africa setten- queste missioni. Piuttosto che non l'analisi formale e storico-artistica
trionale di C. Diehl (1896) e S. Gsell (r9or) segnanoun ulteriore del singolo monumento, oggetto di molti di questi studi è un territo-
passo in avanti e coincidono con l'aprirsi, a cavallo tra xrx e xx se- rio (una città, una provincia, un'intera regione) esaminato attraverso
colo, di una nuova fase di sviluppo delle discipline bizantinistiche in lo studio e la documentazionesistematicadi tutte le evidenze archeo-
generale e di quella archeologicain particolare. Nel volgere di un logiche che vi si conservano,indipendentemente dall'epoca e spesso
solo trentennio si assisteinfatti a un moltiplicarsi delle ricerche sul anche dall'intrinseco valore artistico dei resti esaminati. Esemplarein
campo, alla pubblicazione dei primi manuali dedicati all'arte e all'ar- questo senso risulta il già citato lavoro sulla città di Amida (odierna
cheologia, intesa in senso lato, del mondo bizantino (Dhiel, rgro; Diyarbekir, nella Turchia meridionale) condotto da M. Van Berchem
Dalton, rgrr), alla nascita di riviste specialvzateche dedicano ampio e J. Strzygowski - con la collaborazionedi G' Bell, sulla cui figura
spazio alle tematiche archeologiche- in particolare la "Byzantinische torneremo úa poco - che costituisce un valido esempio di indagine
Zeitschflft", fondata a Berlino nel 1892, "Vizantijskij Vremennik" archeologicasu base topografica in un centro urbano ancora densa-
(San Pietroburgo rgoo), "Byzantion" (Parigi t9z4) -, e inÉne alla mente popolato, del quale vengono partitamente analizzatitutti i resti
convocazionedel primo congressointernazionale di studi bizantini, e i monumenti conservati di epoca antica, bizantina e islamica.
tenutosi a Bucarest nel 1924, una sezione del quale viene espressa- E ancora merita di esserericordato con particolare rilievo il lavo-
mente dedicata a filologia e archeologiabizantine. ro di F. Sarreed E. Herzfeld (r9rr-zo) che costituisceun eccellente
Di questo che può essereconsideratoil Trentennio "aureo" della esempio di analisi integrale di un territorio - quello della regione
storia dell'archeologiabizantina meritano di esseresottolineati almeno compresa tra il Tigri e I'Eufrate - con l'adozione di un sistema di
alcuni aspetti di carattere metodologico che ebbero influenza non se- ricognizione estensivache richiama assaida vicino, se non I'imposta-
condaria sulla successivatadizione di studi. In primo luogo l'area zione metodologica e la pratica sul campo, almeno gli assunti fonda-
geografica prescelta fu soprattutto quella dell'Asia Minore (che J. mentali dei progetti di indagine archeologicache si vanno oggi con-
Strzygowski,uno dei padri fondatori della archeologiae della topo- ducendo in quelle regioni.
grafrabizantine, acclamaesplicitamentecome "tema nuova" della sto-
ria dell'arte; Strzygowski, r9o3), della Mesoporamia settentrionalee Un contibuto assai originale allo wiluppo degli studi sulle regioni
della Siria (noro 3-4), verso cui si orienrarono gli interessi di équipe orientali dell'impero bizantino si deve, sempre negli anni che prece-
francesi, britanniche, tedeschee americane(Ramsay,Bell, r9o9; Van dettero la prima guerra mondiale, a due donne, Adelaide Sargenton
Berchem, Srzygowski, rgro; Preusser,rgrr; Sarre-Herzfeld,rgrr- Galichon e Gertrude Lowthian Bell, le cui figure possono paradigma-
zo; Bell, r9r3; Butlet, r9r9-2o; r9z9). Sorte diversa ebbero invece ticamente incarnare le due diverse anime dell'esploratore-archeologo
le regioni dell'Africa settentrionale,che dopo i fondamentali studi di in Oriente.
Diehl e Gsell non furono più oggetto per lungo tempo di indagini La prima, svizzera,rappresentaforse l'ultima e più moderna ver-
estensive,e quelle della Grecia, dove la úcchezzadel patrimonio ar- sione del viaggiatore del Grand Tour, in cui gli interessi archeologici
cheologicodelle grandi città dell'Antichità classicafiniva per oscurare si mescolanoa una evidente curiosità di tipo geograficoed etnografi-
le più modestetestimonianzedr età bizantina (Nicol, 1986) e dove la co. Se nei suoi resoconti di viaggio, destinati alla pubblica lettura nel
stagione degli studi di archeologia bizantina si apre realmenre solo corso delle sedute dell'accademiaginevrina di cui facevaparre,la Sar-
alla metà degli anni Trenta con l'awio della pubblicazione dei "By- genton Galichon dimostra una notevole capacità di affrontare le pro-
zantinon Mnemeion tes Ellados" di A. C. Orlandos. Fa eccezioneov- blematiche storico-archeologichee artistiche dei siti antichi che anda-
viamente in questo panorama il caso di Misrà, la città fiorita nel va visitando - esemplarein questo senso è il volumetto dedicato a
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTIN,{

un viaggio a Palmira e nell'Hawran (SargentonGalichon, r9o5) - al


F I. DAI VI,{GGIATORI DEL GR,\ND TOUR ALLA NE\T/ ARCHAEOLOGY

tempo stesso i suoi scritti si rivelano una miniera inesauribile di Il periodo ol'î" a"" suerre
aneddoti, dettagli di costume e di ambiente, riflessioni sulle realtà
politiche e sociali dei paesi attraversati, e costituiscono un punto di La fine della prima guerra mondiale e il complessivoriassetto degli
riferimento prezioso per ricostruire anche gli aspetti più awenturosi equilibri politici e territoriali nelle aree balcanicae mediorientale con-
di quest'epocapioníeristica della ricerca scientifica. sentirono, a partire dagli anni Venti, l'awio dei primi scavi specifica-
Dallo stessotipo di interessi appare mossa agli inzi della sua car- mente indtizzati allo studio dei siti bizantini. In particolare, l'occu-
riera di esploratricel'inglese Gertrude Lowthian Bell (1868-1926) pazione di Costantinopoli da parte delle truppe alleate Ggzo-4)
che compì il suo primo viaggioin Oriente già nel 1892. Il suo primo creò le premesseper la conduzione delle prime ricerche archeologi-
libro (Bell, r9r9'), ricco di descrizioni d'ambiente e di notazioni et- che moderne nel cuore stessodella capitale imperiale. Nel rgzr si
nografiche, sociologichee politiche, può essereben paragonatocon i awiava lo scavo nel quartiere delle Mangane (r'oro 5), compreso tra
contemporanei scritti della SargentonGalichon e si inserisce autore- le mura marittime e il Grande Palazzo imperiale (Demangel, Mam-
volmente nel vasto panorama della letteratura di viaggio dell'epoca. boury, r93g), e pochi anni dopo si apriva l'indagine nell'area dell'ip-
Già nel r9o7, però, la Bell trovò il modo di coinvolgereinsigni figure podromo (Cassonet al., r9z8; Casson,Talbot Rice, r9z9), che per-
di studiosi nei suoi programmi di viaggio sempre più orientati a una metteva non solo di raccoglierele prime informazioni attendibili sulle
conoscenzadiretta delle testimonianzearcheologichedella cultura bi- planimetrie dei monumenti indagati, ma anche di aprire la via degli
zantina nelle regioni mediorientali. Sir Str.M. Ramsay, che si trovò studi a carattere tipologico sui reperti mobili d'età bizantina (Talbot
prendevainoltre il via I'in-
praticamente "costretto" a seguirla in un'awenturosa spedizione a Rice, r93o). Quasi contemporaneamente
Binbirkilise, nell'Anatolia centrale, non esita a descriverla come una dagine preliminare sul Grande Palazzo degli imperatori bizantini
(Mamboury, Iil/iegand, r9j4), che sfociò nello scavocondotto in una
veta fona della natura, capace di mettere energie apparentemente
prima fase tra il ry35 e il 1938 (Brett et al., ry47) e poi ripreso
inesauribili al servizio di un desiderio di conoscenzapressochéillimi-
dopo la pausabellica ffa il rgjr e rl ry54 (Talbot Rice, 1958; roro
tato. Il volume frutto di questa collaborazione (Ramsay,Bell, r9o9)
6-7). Anche al di fuori di Costantinopoli questo periodo segna una
costituisceun esempio eccellentedelle capacità di analisi della Bell e
notevole espansionedelle ricerche sul campo, soprattutto per quanto
del suo rigoroso metodo di schedaturae documentazione.In quegli
riguarda le fasi di età bizantina di importanti siti di epoca classica,
stessi anni l'inarrestabile inglese iniziò una proficua collaborazione
tanto in Asia Minore che in Grecia, in particolare Antiochia, Efeso,
scientifica con M. Van Berchem e J. Smzygowskinelle ricerche sulla Atene e Corinto (Campbell, rg34; Scranton, r9j7; Thompson,
città di Amida e sul suo territorio. Nella pubblicazione che ne seguì rg59).
(Bell, rgro) la studiosa inglese si occupò in particolare della regione
Ancora al periodo interbellico è poi legato lo sviluppo di due ri-
del Tur'Abdin (nella Turchia sudorientale,a ridossodell'attualecon- cerche archeologicheche per motivi diversi costituisconoun punto di
fine turco-siriano), curando un primo censimento delle numerose svolta nel percorso dell'archeologia bizantina: I'ar,rrio dello scavo
chiese e degli insediamenti monastici presenri in quella regione che estensivódel sito di epoca protobizantina di Carióin Grad, in Serbia
dall'epoca protobizantina e fino ai giorni nostri ha continuato ^ îap- (cfr. pen. j.4.r), e le indagini aerofotografiche condotte a partire dal
presentareuna enclauereligiosadel tutto particolare(cfr. pan. 3.2.2). da A. Poidebard sui siti del sistema difensivo romano e bizanti-
ry25
Il lavoro della Bell, articolatosi in seguito in numerose alue ricerche no della Siria. Nel caso di Carióin Grad la ripresa e l'estensionedelle
dedicate ad approfondire le tematiche archeologichedi quell'area e ricerche già awiate nel rgrz costituisconoinfatti il primo tentativo di
delle regioni circonvicine (Bell, rgrr; r9r3), costituisceuno dei capi- indagine complessivadi un sito di età bizantina privo di preesistenze
saldi per lo studio di queste problematiche, e una recente riedizione monumentali di epoca classica.Per quanto riguarda invece la ricogni-
critica dei suoi scritti editi e di parte dell'enorme mole di appunti, zione aerofotografrcain Siria, Poidebard e i suoi collaboratori, adot-
schizzi e fotografie inediti, curata M. Mundell Mango (1982), ne ha tando per la prima volta un innovativo sistemadi rilevazione basato
riproposto intatto, a distanza di ormai quasi un secolo, il valore su fotografie aereeeseguitead alta e bassaquota e su puntuali verifi-
scientifico. che al suolo, arrivaronoa censiree documentarei resti di gran parte

21
JzroNE At r-'AncttrolocrA BTZANTTNA I. DAI VI.{GGIATORI DEL GRAND TOUR ALLA NE\/ ,{RCHAEOLOGY

"florilegio
delle fortificazioni grandi e piccole del lirnesorientale dell'impero, in- assunserospesso più il carattere del monumentale" che
dividuando altresì il tracciato di molti degli assi sradali antichi che le non quello della ricognizione sistematicadelle emergenzearcheologi-
collegavanoe permettendo quindi una ricostruzione assai dettagliata che di un territorio (Sodini et al., t985) e contribuirono a spostare
"alta"
della distribuzione degli insediamenti civili e militari in quei territori l'attenzione degli studiosi verso la sfera della produzione bizan-
(Poidebard, 1934; Mouterde, Poidebard, r94j; Kennedy, Riley, J tina, cioè principalmente verso quegli edifici civili e soprattutto reli-
"opere
r99o). giosi che potevano assumereuna connotazione intrinseca di
d'arte". In questo senso I'archeologia bizantina continuava ad assu-
Insieme con il rapido espandersidelle ricerche sul campo il venten- mere un'ottica essenzialmentefilologico-monumentale,all'interno del-
nio interbellico è però segnatoanche dall'emergeredi elementi con- la quale l'indagine sul terreno diviene solo uno dei diversi strumenti
uaddittori che finirono per condizionare assaia lungo gli approcci e utthzzabrhper produrre dati oggettivi a supporto dell'interpretazione
gli sviluppi metodologici della disciplina. testuale delle fonti antiche. su cui continua a basarsi di fatto la rico-
In primo luogo l'archeologia bizantina faticava ancora molto a struzionestorica (Rautman, r99o).
imporsi come disciplina autonoma e, praticamente con la sola ecce-
zione di Cariéin Grad, gli scavi e le ricognizioni continuavano a
'dJ"ttifica" del mondo bizantino
orientarsi esclusivamentesu siti e aree di grandissima rilevanza in La nascita di un'archeotogi"
epoca classicache avevanoavuto una continuità di insediamento an-
che in età protobizantina (autorevole eccezionecostituisce lo studio Il risveglio d'interesse per le testimonianze archeologichedell'epoca
di de Jerphanion sulle fortificazioni mediobizantine di Ankara; de medievale,che negli anni immediatamenteprecedenti lo scoppio del-
Jerphanion, r9z8). In questo senso,soprattutto l'età di Giustiniano la seconda guerra mondiale condusse alla nascita - soprattutto nei
appare spessointesa quale estremapropaggine e ultima manifestazio- paesi dell'Europa settentrionalee centrale- dell'archeologiamedieva-
ne della civiltà urbana del mondo classicoe lo studio e la documen- le come branca autonoma della ricerca sul passato,ebbe un riflesso
tazione degli edifici e dei reperti di epoca bizantina risultano quindi immediato anche per quel che riguarda il mondo bizantino.
non particolarmente degni di attenzione in sé quanto piuttosto in Protagoniste della nascita di un'archeologia bizantina intesa in
funzione della comprensionedelle trasformazioni subite nelle fasi più senso moderno - cioè con una specifica attenzione posta sulle dina-
tarde della loro storia dalle grandi città ellenistichee romane. miche insediative e sullo studio dell'organizzazioneterritoriale, sugli
Un ruolo importante in questa riconduzione della specificità del aspetti della nascita e della trasformazione delle città, sull'individua-
mondo bizantino nel più generalee indefinito ambito della tarda an- zione dei centri, dei mezzi e delle tecnologie di produzione, distribu-
tichità venne svolto in questa fase dall'affermarsi dell'archeologiacri- zione e consumo delle merci - furono, almeno per il primo decennio
stiana, una disciplina che, a dispetto di uno statuto scientifico ancora postbellico, soprattutto le scuole archeologichedei paesi dell'Est eu-
in via di definizione, visse un momento di grande sviluppo proprio ropeo, in particolare quelle sovietica,bulgara, rumena e iugoslava.
nel periodo tra le due guerre mondiali (Deichmann, 1983, pp. 36 I motivi di questo fenomeno sono diversi: in primo luogo, per
ss.). La natura stessadegli insediamentibizantini, nei quali gli edifici quelle aree geograficheI'ambito cronologico proprio dell'archeologia
religiosi, anche in ragione delle loro intrinseche qualità costruttive, si medievale coincideva di fatto con i secoli della diretta dominazione
sono conservatiin misura assaisignificativa,fece sì che le città orien- bizantina o almeno del forte influsso economico, politico e culturale
tali del v-vrr secolo divenissero tereno privilegiato di ricerca per dell'impero di Costantinopoli. Studiare I'archeologia medievale di
questa disciplina, finendo così per determinare di riflesso una caduta questi paesi significava dunque inevitabilmente cogliere molti degli
di interesse nei confronti di un'analisi più estensivadegli altri ele- aspetti che caratterizzavanola cultura materiale e quella artistica del-
menti del tessuto urbano di quegli stessisiti. I'impero proto e mediobizantino, individuandone i caratteri peculiari
Infine va sottolineato come le ricerche topografiche e le indagini unificanti e insieme gli elementi di differenziazioneregionale' Né a
archeologichedegli anni Venti e Trenta, sviluppatesiin diretta conco- questa riscoperta del legame ffa mondo bizantino e paesi slavi era
mitanza con I'affermarsi della storia dell'architettura bizantina come esffaneo un aspetto di carattere più strettamente politico-culturale,
branca fondamentaledeeli studi storico-artistici sulla civiltà bizantina. laddove la ricerca archeologicanei paesi socialistidell'Est europeo

24 21
era spessodichiaratamenteindirizzata all'individuazione dei caratteri stati censiti e in parte scavati,con particolarc attenzioneall'analisi dei
peculiari della storia socialedi quei popoli e alla ricerca delle diverse reperti mobili e dei contesti di rinvenimento, numerosi siti di dimen-
radici della loro complessarealtà culturale. In quest'onica le invasioni sioni medio-piccole e alcuni insediamenti maggiori con fasi di vita
slave dei secoli vr e vrr tendevano a perdere il loro significato di per lo più rifetibili all'epoca protobizantina e alla prima fase delle
"rottura"
con il mondo classicogreco-romano e venivano piuttosto invasioni slave (la vasta bibliografra in lingua slavae bulgara è raccol-
lette, al pari peraltro della romanizzazionedel r-rr secolo d.C. o della ta in Ovèarov, rg74 e Bortoli-Kazanski,Kazanski, ry87).
dominazione bizantina del vr secolo, quali momenti di un percorso
articolato ma sostanzialmenteunitario che condusse alla formazione
s
Al di là delle problematiche connessecon il mondo slavo, lo sviluppo
di una identità culturale autonoma dei popoli balcanici e quindi alla dell'archeologiabizantina nei decenni del secondo dopoguerra è se-
genesi dei primi stati nazionali slavi (Tapkova Zumova, 196z; Pete, gnato comunque anche da un'intensa stagione di studi e lavori sul
ry63; Ovéarov, 1974). *!tÉ campo condotti a Costantinopoli e nelle province' Le grandi opere di
q
La fecondità di questa inrerazione rra istanze culturali diverse è s* ammodernamento e di ridefinizione del tessuto urbano di Istanbul
testimoniata dalla nascita di un nuovo gruppo di riviste speciahzzate E:
s.; offrirono I'occasioneper condurre una serie di importanti interventi
e da un rinnovato proliferare delle indagini sul campo. Gli anni Cin- :*] archeologici(Mamboury, r95r); tra questi un particolare rilievo assu-
quanta e Sessantavedono infatti la fondazione o la ripresa di impor- iÀ me, negli anni compresi tra il r95r e 1l ry54, la già citata ripresa
tanti riviste dai titoli significativi - "Byzantinoslavica",fondata a Pra- , ,, degli scavi del Grande Palazzo,la cui edizione (Talbot Rice, 1958),
ga già nel t929, ma che negli anni del secondo dopoguema amplia attenta anche agli aspetti della cultura materiale e dello studio delle
notevolmenteil proprio campo di interessi,"Byzantinobulgarica"(So- tecniche edilizie, offre un interessantecontributo anche dal punto di
"Zbornik
fia 196z), e gli Radova Vizantoloski Instiruta" ("Quaderni vista dell'aggiornamentometodologico.
dell'Istituto di Bizantinistica di Belgrado"), che nel :.957 vanno ad Particolare rilievo in questi decenni assunseinoltre l'attività sul
"Starinar",
affiancarsialla storica la cui nuova serie si era aperta nel territorio costantinopolitano delle équipe di ricercatori statunitensi
rg1o - che dedicano ampio spazio proprio al contributo fornito dalle che, sotto l'egida dell'American Byzantine Institute di Istanbul, si im-
indagini archeologiche alla definizione dei complessi rapporti ra pegnarono nella documentazionee nell'indagine archeologicafinùiz-
mondo bizantino e mondo slavo. zata al restauro di numerosi edifici religiosi, soprattutto di età medio
Tra le ricerche sul campo condotte in questafase vanno segnalate e tardobizantina. Già al ry47 risale infatti l'awio dei lavori sulla
in primo luogo, per quel che riguarda la penisola balcanica,la ripresa chiesa del Salvatore di Chora (Kariye Cami; Underwood, 1966),
ad opera di una équipe franco-iugoslavadelle indagini sul sito di Ca- mentre alla metà degli anni Sessantadatano la ripresa delle indagini
rièin Grad (Kondió, Popovió, t977) e, a partire dalla metà degli anni archeologiche sulla chiesa del Myrelaion (Bodrum Cami; Striker,
Cinquanta, l'awio dell'indagine archeologicasui siti fortificati di età r98r), l'awio delle ricerche sulla KalenderhaneCami (Striker, Ku-
tardo-romana e bizantina posti lungo la riva danubiana. In questo ban, 1967-7r), nonché I'apertura dei grandi cantieri di restaurodei
caso, una ricerca archeologica d'emergenza, diretta a documentare complessidel Pantokrator (Molla Zeyrek Cami) e di Costantino Lips
tutti quei siti che sarebbero stari sommersi dalle acque del Danubio (Fener Isa Cami; Megaw, ry6). Nel 1964 si apriva infine lo scavo
in seguito alla costruzionedella grande diga di Kladovo, si trasformò della chiesa di S. Polieucto, nel quartiere di Saraghane(nrc. r),
rapidamente in una eccezionaleoccasioneper studiare nella sua inte- un'indagine che per l'intrinseco interessedel monumento e soprattut-
tezz^ e complessitàstrutturale un segmento del lines difensivo del- to per il rigore metodologico applicato nelle fasi di scavoe documen-
l'impero, contribuendo così a chiarire gli aspetti fondamentali delle tazion. e nell'edizione dei materiali, costituisceun punto fermo nelle
trasformazioni awenute in quell'area tra I'età tardoantica e le migra- indagini di archeologia urbana a Istanbul (Hamison, 1986; Hayes,
zioni dei popoli slavi del vr e del vrr secolo (Boskovió, r98z-83; Za- 1992).
nini, r988). Per quanto riguarda le alre regioni dell'impero, il secondo dopo-
Una serie di indagini di scavo, condotte essenzialmenteda stu- guerra vide un significativo espandersi sia delle ricerche a carattere
diosi bulgari e sovietici, ha inolte avuro per oggeto le regioni costie- topografico-ricognitivo sia delle indagini di scavo. Tra gli esempi più
re del Mar Nero e particolarmente la penisola di Crimea dove sono significativi di ricerche topografiche su vasta scala va ricordato in

z6 27
I. DAI VIAGGIATORI DEL GRAND TOUR ,{LLA NE\I/ ARCHAEOLOGY

"città
particolare il lavoro di Tchalenko G957-58) sulle morte" della
Siria settentrionale, dove la particolarissima situazione conservativa
dei siti antichi dell'altopiano del Belus consentì una indagine sistema-
tica delle tipologie edilizie e dei modelli insediativi e di organizzazio-
ne territoriale di una intera regione in età protobizantina. Tra le in-
dagini di scavo, costituiscetestimonianzasignificativa della nuova at-
'1
tenzione archeologicaper il mondo bizantino l'espandersidelle ricer-
- L r
che sulle fasi postclassichedi siti di grande importanza - per esem-
v4r pio Sardi, in Asia Minore (Hanfmann, \Taldbaum, 1975; Foss,
ry76), o la stessaAtene (Frantz, 196r; 1988), o ancoraAlessandria
d'Egitto (Rodziewicz, r99r) e Apamea, in Siria (Balty, 1989) - le
cui trasformaziortrurbanistiche in età medio e tardobizantina furono
oggetto di studi specifici.
Ancora gli anni Sessantavidero inolre le prime applicazioni a
G contesti bizantini delle tecniche proprie dell'archeologiasubacquea,in
particolare con le indagini sui relitti di Yassi Ada (sulla costa egea
q della Turchia) e di Marzamemi (sulla costa meridionale della Sicilia)
che aprirono nuove prospettive di ricerca su molti aspetti della navi-
q gazione commerciale marittima nel mondo bizantino (cfr. pAR.
a
3.2.6).
o
A questo allargarsi dell'ambito territoriale e cronologico delle ri-
cerche archeologichesul mondo bizantino fece infine risconto la na-
k
o
P i' i.Jl rl
scita in molte nazioni europee ed extraeuropeedi istituzioni di ricer-
&;4
f,,ft ca e di pubblicazioni scientifiche: già durante e immediatamentedo-
{J
.l
"Dum-
po la secondaguerra mondiale avevano infatti visto la luce i
I barton Oaks Papers" G944) - rivista dell'omonimo centro di studi
"Cahiers
U con sede a \Washington-, i Archéologiques" (Parigi 1945) e

!.-. o\
. >..-.-.. ,, \o
--i
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i{ lo
"Jahrbuch
der òsterreichischen Byzantinistik"(Vienna r95r), men-
C'1 ) ,, tre in Italia, a partire dal ry55 e sotto la direzione di G. Bovini, si
* / o \
E

o j ú t awiavano i Corsi di Cultura sull'Arte Rauennatee Bizantina, in cui lar-


go spazio viene riservato ai rapporti tra mondo bizantino e società
I

I
'ìm-Í
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\ y ( )
rlr
europea del Medioevo.

Nonostante gli indubbi successidelle ricerche sul campo e il fiorire


di iniziative scientifichecosì numerose e significadve,l'archeologiabi-
i' l ú< zanúnatrovava comunque ancora notevoli difficoltà a esseredefiniti-
E ^ vamente riconosciuta, anche nelle sedi ufficiali, come disciplina auto-
{J & , ' 8 9
6 noma, con adeguati riscontri nella pubblicistica scientifica e negli or-
(.) ganigrammi delle associazioniinternazionah di studi. La testimonian-
- o
I za principale in questo senso deriva dagli atti dei CongressiInterna-
t c \; zíonali di Studi Bizantini che, tenuti da principio con cadenzatrien-
(, R'
r^l nale e in seguito quinquennale,costituisconoun sicuro punto di rife-

28 29
INTRODUZIONE /tLL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA I. D,{I VIAGGIATORI DEL GR,{ND TOUR ALLA NEW -{RCHAEOLOGY

rimento per ^nalizz^re gli sviluppi delle discipline bizantinistiche. logia bizantina - I'indagine su singoli monumenti, in particolare le
Presenteformalmente fin dalle prime adunanze,prima in associazio- chiese, o sulle trasformazioni subite in età postclassicadalle grandi
ne con la filologia, poi a partire dalla seconda edizione (Belgrado città del mondo ellenistico-romano- se ne sono affiancatedi nuove.
ry27) in associazionecon le discipline più diverse, soprattutto con la più precisamenteorientate a fornire risposte oggettive a domande di
storia dell'arte,ma financhecon la musica (Atene r93o),l'archeolo- tipo storico sulla distribuzione degli insediamenti, sull'organizzazione
gia bizantina ha infatti trovato solo in anni molto recenti uno spazio urbana dei centri abitati grandi e piccoli, sulla struttura delle linee
reale e, se non adeguato, almeno autonomo nel panorama ufficiale difensive, sul sistema di vie di comunicazione,sui centri e i modi di
della bizantinistica. Se è infatti vero che già nel congressodi Monaco produzione, distibuzione e consumo delle merci, e più in generale
(1958) G. Strióeviópresentavauna relazionesullo stato delle ricerche sulla cultura materiale del mondo bizantino.
di archeologiabizantina in Iugoslavia (Srióevió, 196o), è altrettanto Proseguendonel solco di una feconda tradizione, si sono molti-
vero che ancora al congressodi Atene G976) la sezione dedicata plicate le ricerche su siti archeologicidisabitati o parzialmenteabban-
congiuntamenteall'arte e all'archeologiadel mondo bizantino era in- donati; tra gli esempi più significativi possono esserecitati: le ricer-
tegralmenteconsacrataalle problematiche storico-artistiche,mentre le che su siti fortificati edificati o rioccupati in età bizantina (per esem-
relazioni sulla circolazionemonetaÀa o sulla produzione ceramicave- pio Nichoria, in Grecia, McDonald et al., 1983; Anemurium, nell'A-
"arti natolia meridionale, Russell, 1983; o Pella, in Giordania, AA.vv.,
nivano collocatesotto I'esponentegeneraledi minori". Ancora al
congressodi Vienna (r98r) - per la verità con qualcheritardo sui r99z), gli scavi condotti sugli insediamenti civili e religiosi dell'area
progressi assairapidi che la disciplina andavacompiendo nelle ricer- del Monte Nebo, in Giordania (I mosaicidi Giordania, r99o), le in-
che sul campo - A. Guillou poteva sostenereche <<l'archeologia stra- dagini della missioneitaliana a Bosra (Farioli Campanati, 1989), o
tigrafica 1...1a pressochéignorata dai bizantinisti>(Guillou, r98r). ancora lo scavo di ampi settori della Cartagine di età bizantina, nel
La lacuna denunciata da Guillou venne rapidamente colmata de- quadro delle iniziative di salvaguardiasvoltesi sotto l'egida dell'uNn-
dicando alle ricerche archeologicheuna specificasezionedel successi- sco (Humphrey, 1988).
vo congressointernazionale (\Washington1986), ma le discipline ar-
cheologichestentano in qualche caso ancora oggr a trovare una loro Minore wiluppo, anche a causa delle oggettive difficoltà poste dal
precisa collocazionenell'ambito generaledegli studi sul mondo bizan- rapido e incontrollato sviluppo delle grandi città mediorientali, hanno
tino. Così la voce archeologianon compare ra i capitoli del manuale invece avuto le indagini archeologichein ambiente urbano, che in
di bizantinistica di O. Mazd. (Mazal, 1989) e solo a partire dal qualche caso - per limitarsi a Istanbul, olre al già citato scavo nel
t99r-92 gli studi di archeologiabizantina trovano una loro esplicita quartiere di SaraEhane,va ricordata l'indagine archeologicaconnessa
collocazione,sia pure ancora raccolti insieme a quelli di storia dell'ar- con la definitiva sistemazionedei mosaici pavimentali del Grande Pa-
"Byzantinische lazzo irnperiale (Jobst, Vetters, ry92) - hanno però fornito contribu-
te, all'interno della bibliografia annuale della Zeitsch-
"Archàologische ti di interesseassairilevante.
rift", mentre nella Bibliographie" edita annualmente
dal DeutschesArchàologischesInstitut compare solo una sottosezione Per contro, il settore dell'archeologiabizantina che ha fatto inve-
dedicata alla cultura paleocristianae protobizantina. ce registrarei maggiori progressi e i risultati scientifici più interessan-
ti è stato quello delle ricognizioni estensivee intensive, condotte, con
prospettive e modalità diverse, in molte delle regioni dell'impero.
r'.rtti-J*ntennio Da quest'ultimo punto di vista l'archeologica bizantina è forte-
mente debitrice da un lato alla tradizione di studi topografico-archeo-
A dispetto di questa scarsaattenzione degli ambienti accademiciuffi- logici dell'inizio del secolo,dall'altro alle acquisizioniteoriche e meto-
ciali, I'archeologiabizantina ha comunque vissuto nell'ultimo venten- dologiche della New Archaeologydi matice nordamericana.
nio una fase di grande espansione,sia per quanto riguarda la quanti- ALLatradizione topografico-archeologicavanno ricondotti alcuni
tà delle ricerche condotte a termine sia per quanto attiene gli svilup- importanti progetti di ricognizione estensivafrnalizzati allo studio di
pi metodologici. particolari aspetti di singole regioni o anche al censimento dei siti
Alle direttrici di ricerca in un certo sensoffadizionali dell'archeo- archeologicipresentisul territorio. Un posto di particolarerilievo oc-

lo lr
UZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA I. DAI VIAGGIATORI DEL GR,{ND TOUR ALL,{ NE\/ ARCHAEOLOGY

î'*
cupano in quest'ambito le ricerche sulle linee difensive dell'impero e It FIGURA 2
sui caratteri peculiari che rl lirnesassunsenelle diverse regioni. Tra le t; Carta di distribuzione dei materiali di epoca mediobizantina, tardobizantina,
molte in corso (cfr. cen. 6), vanno segnalatea questo proposito le ?.ì franca e turca sul sito greco di Askra

indagini condotte, sia pure con metodologie e prospettive talvolta di- I Mediobizantini
verse,da D. Pringle (r98r) e N. Duval (1983) sull'Africabizantina, o Medio/tardobizantini
r TardobizantinTFranchi
da M. BiernackaLubanska,sull'areadanubiana(1982), dalle équipe r Franchi./Turchi
statunitensi coordinate da S. T. Parker nell'area siro-palestinese r Turchi

G9s7) e dalla missione itahana coordinata da F. de' Maffei sulia re- !


o IOOîI

gione mesopotamica( 1986). ,r


Tra le iniziative dirette al censimento su scala regionale delle te- ,&
t.
stimonianze archeologichedi epoca bizantina va in primo luogo ri-
cordata la rcabzzazionedella Tabula lrnperii Byzantini - i cui volumi i.

finora editi coprono buona parte delle regioni della penisola ellenica
e dell'Anatolia centrale e meridionale - che va ad affiancarcialla Ta-
bula lmpeii Rornani, la quale offre a sua volta informazioni preziose (-/
almeno sui siti di epoca protobizantina.
Per I'area mediorientalevanno infine segnalatii volumetti dell Ar-
chaeological
tano di
Surueyof lsrael,le cui mappe su scalacircondariale risul-
grande utilità per lo studio in prospettiva diacronica dei mu-
\./ a
tamenti dei modelli insediativi nella regione tra l'Età del Bronzo e
l'epoca musulmanainclusa.
Ad ambiti territoriali più limitati si sono inoltre indirizzati nell'ul-
sV
timo ventennio progetti integrati di ricognizione intensiva, valufazio-
ne dei singoli siti e scavoper campioni, nati nel clima culturale legato
alla New Archaeologlte tesi a ricostruire l'aspetto e le fasi di trasfor- Fonte: Bintllff, Snodgrass (1988)
mazione dei singoli insediamenti e del paesaggioin cui erano inseriti
(Gregory,r98r).
Esemplari in questo senso risultano le ricerche condotte sul sito # ria (Khoury, 1987) e della Giordania (De Vries, r98r; King, r98z;
di Kenchreai (nei pressi di Corinto), che hanno rivelato una fase
di vita dell'insediamento e un intensivo sfruttamento delle risorse
del temitorio circostante ancora in età protobizantina (Scranton,
#
wi!
1983; 1987).
Presenel loro insieme le indagini sul campo dell'ultimo ventennio
hanno dunque ínnalzato di molto il nostro livello di conoscenzasulla
Shaw, Ibrahim, ry78), o quelle a carattere interdisciplinare che :, civiltà bizantina nel suo complessoe hanno allo stessotempo posto
t
hanno interessatoil bacino della città greca di Thisbe, individuan- una serie di nuovi e importanti interrogativi. La nascita, lo sviluppo,
i
do fasi di sfruttamento delle risorse agricole in epoca proro e me- :: la trasformazionee la fine delle città in un impero che ebbe, almeno
diobizantina (Gregory, r98o), o ancora quelle condotte sempre in per lunghi periodi, un carattere essenzialmenteurbano; l'organizza'
Grecia nell'ambito della CambridgeÀradford Boeothian Expedition zione dei sistemi viari e di comunicazionesu di un territorio vastissi-
(nrc. z) e miranti a una ricognizione intensiva e globale degli inse- mo; la realtà fisica e il ruolo politico-amministrativo del sistema di-
diamenti urbani e rurali di una vasta area campione (Bintliff, fensivo in uno stato perennementein guerra contro nemici potenti;
Snodgrass,1985; 1988). Progetti analoghisi sono andati sviluppan- l'organizzazioneterritoriale e produttiva delle campagnein un'econo-
do anche nell'area mediorientale, per esempio con l'indagine topo- mia fondamentalmentebasatasull'agricoltura;le tipologie e la distri-
graficaintensiva su alcune città deserte o semiabbandonatedella Si- buzionc territoriale degli edifici religiosiin uno stato che facevadella

72 tl
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-tzIoNE Ar,t'ARcItnoI-ocrA BTZANTTNA til' 2
F'ry
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teocraziauna delle sue basi fondamentali; i luoghi, i tempi e i modi
della produzione, del commercio e del consumo delle merci in un Le fonti
impero che costituì durante tutto il Medioevo occidentale uno dei
punti generatori dei flussi commerciali, costituisconoaltrettante que-
stioni fondamentali cui l'archeologiapuò fornire delle risposte in pro-
spettiva storica.
Allo stato degli studi e alle prospettive di ricerca in alcuni di que-
sti campi sono dedicati i capitoli che seguono.

Fonti antiche e ricerche sul campo

Il problema del rapporto tra indagini sul campo e utThzzodelle fonti


antiche per la ricostruzione storica ha sempre occupato un posto di
rilievo nell'archeologSabizantina, in una prima fase soprattutto nella
prassi operativa e più recentementeanche nel dibattito metodologico
(Rautman,r99o).
Si è già accennatonel capitolo precedentecome nella fase forma-
tiva della disciplina, a cavallo tra la fine del xrx e gli inizi del xx
secolo,lo studio delle fonti abbia avuto un ruolo significativo nell'o-
rientare l'attività dei primi archeologi-esploratoridel mondo bizanti-
no. La pubblicazione del Corpus Scriptorun Historiae Byzantinae,av-
itata a Bonn già nel 1828, aveva infatti messo a disposizione degli
studiosi le edizioni critiche della quasi totalità delle opere della gran-
de tradizione storiografica bizantina, nonché alcuni trattati - in pri-
mo luogo il De aediftrru di Procopio di Cesareae il De caerimoniisdi
Costantino vrr Porfirogenito - che, sotto prospettive diverse, forniva-
no spunti di notevole interesse per lo svilupparsi di un'archeologia
filologica dell'impero cristiano orientale.
In questo senso,proprio la qualità e la quantità delle fonti anti-
che disponibili ebbero un'importanz^ non secondaria nell'inditizzarc
la ricerca archeologicaverso determinati ambiti territoriali e cronolo-
gici. La natura stessadelle fonti storiche bizantine - particolarmente
ricche per alcuni periodi e per alcune aree geografiche, assai più
scarseinvece per altri territori e altre epoche - finiva infatti per coin-
cidere con gli interessi di diversa natura che spingevanogli esplorato-
ri-archeologi della fine del secolo scorso verso I'Africa e le tegioni
orientali dell'impero, dove particolarmentenumerosi erano i resti del-
I'cdilizia religiosae militare di epocagiustiníaneao comunquegeneri-
camenteriferibili ai primi secolidell'imperobizantino. In questapro-
rNTRoDUzroNr Àt-I-'AncHgor-ocr,{ BTzANTTNA 2. LE FONTI

spettiva, il De aedificiis,graziealla sua stessaarticolazionetopografica, gio: si tratta per lo più di testi retorici, prolissi, imprecisi e talvolta
si prestava assaibene a essereletto come una sorta di guida archeo- oscuri, quasi sempre scritti - almeno a partire dall'epoca mediobizan-
logica nata contemporaneamenteai monumenti che descrivevae a es- tina - da autori costantinopolitani per lettori costantinopolitani, e
sere quindi assuntoa fonte principale e assolutamenteattendibile per quindi densi di riferimenti topografici probabilmente chiari all'epoca
quell'epoca,contribuendo in ultima analisi a concentrareancor di più ma difficilmente comprensibili oggi (Mango, r99r, pp. ro-3). Per
I'attenzione degli studiosi proprio su quei territori orientali cui Pro- contro, i pochissimidocumentid'archivio,per lo più atti di fondazio-
copio dedica la maggior parte del suo úattato. ne di monasteri e inventari di beni a questi connessi,che pure po-
L'attenzione per gli aspetti filologici e la tendenza ad autointer- trebbero fornire elementi importanti dal punto di vista dello studio
;l
pretarsi essenzialmentecome strumento di verifica sul campo delle dell'instrumentumdomesticume della produzione e circolazione delle
notizie fornite dagli storici antichi - coniugate spessocon una forma à
'f
merci (Oikonomides, r99o), risulhno oggi spessodecifrabili solo in
di acritica supervalutazionedel contributo di conoscenzaderivabile parte, stante anche la mancanzadi studi lessicologicisufficientemente
dalle fonti stesse- hanno peraltro carattetizzatolarghi settori della approfonditi (Bakirtzis, r989b).
ricerca archeologicasul mondo bizantino ancora fino ad anni recenti, Un secondo elemento caratteristico del sistema delle fonti scritte
"copertura"
indiizzandone di fatto lo sviluppo soprattutto verso quelle aree geo- bizantine è costituito dalla geografrcae cronologica che
grafiche, quelle epoche e quelle espressioni"alte" della cultura bizan- esseoffrono e che, per una vicenda così estesain termini spaziahe
tina che meglio sono testimoniate dalla letteratura antica. temporali come quella bizantina, non può che esserepaniale e diso-
A partire dagli inizi degli anni Ottanta, a questa tendenza cultu- mogenea.Così, il panoramadelle fonti di epocaprotobizantinaapp^-
rale se n'è andataopponendo un'altra di segnodiametralmentecon- re, oltre che relativamentericco in termini quantitativi, anche piutto-
trario che mira invece a sottovalutareglobalmenteil possibile appor- sto articolato dal punto di vista geografico,con testi che trattano dif-
to delle fonti antiche, ritenute nel loro complessotroppo limitate, ge- fusamente delle diverse regioni dell'impero o addirittura prodotti in
neralmente oscure e in definitiva scarsamenteattendibili. Anche in alcuni dei grandi centri periferici del mondo bizantino; per contro, il
questo caso, come vedremo meglio più avanti, bersaglio delle critiche panorama dell'età medio e tardobizantina è c^rattetizzato da una
più severeè stato proprio il De aedifriis, posto al centro di un denso :}
:r produzione, per alcuni periodi anche assai cospicua, ma centrata
ltì
dibattito scientifico mirante a screditarel'attendibilità dell'intera pro- pressochéesclusivamentesulla capitale imperiale.
duzione procopiana e a ridimensionarne quindi I'utilità ai fini della Questi carattei intrinseci fanno sì che, in linea generale,le fonti
ricerca archeologica. :; bizantine si rivelino di grande utilità per la ricerca storico-archeologi-
L'irttzio degli anni Novanta ha infine visto la ricomposizione al- ù ca solo limitatamente ad alcuni campi di indagine, a certe aree terri-
meno parziale di questa frattura e l'affermarsi di una riflessione me- f.j toriali e a determinati ambiti cronologici. Fondamentali soprattutto
todologica più pacata e attenta sul rapporto tra fonti antiche e ricerca i,
ii
per le ricerche sull'organizzazioneterritoriale, amministrativa e difen-
archeologicasul campo nel mondo bizantino, partendo proprio dal fl siva dell'impero nei secoli dal v al vrr, le fonti bizantine si rivelano
riconoscimento dei caratteri peculiari del sistema delle fonti bizanti-
ne, le quali, nel loro insieme, rivelano un panorama sostanzialmente
diverso da quello che caratterízzaper esempio le regioni del Mediter-
ry
J
3i
invece assai meno utilizzabi[ quando ci si allontana anche da uno
solo degli ambiti indicati; tanto più si indagano le epoche più recenti
della storia bizantina, tanto più ci si allontana dal centro dell'impero
raneo occidentalein età medievale(Mango, t986a, pp. vrrr-xrv). e tanto più ci si indftizza a ricerche sui diversi aspetti della cultura
In primo luogo, ffa le fonti pervenute prevalgono nettamente &
f,
materialegeneralmenteintesa, tanto meno ci si può attenderel'ap-
quelle letterarie - d'interessearcheologicosoprattutto le opere storio- E
porto di un insieme di fonti articolato come quello, per esempio,che
grafiche, le cronachee la trattatistica -; assairari sono invece i docu- caîatfeîizzail pieno e il tardo medioevo occidentale.
menti d'archivio riferibili all'amministrazionecentrale e periferica del- Da un punto di vista tipologico è comunque possibile dividere
lo stato e alle diverse istituzioni religiose, mentre praticamente inesi- schematicamenteil corpo delle fonti bizantine in tre grandi categorie:
stenti sono quelli che riguardano i rapporti tra privati cittadini (Fal- i documenti d'archivio e i testi legislativi; i testi storici e le cronache;
kenhausen,r99r). A questo carattereessenzialmente letterario delle la trattatistica(Karayannopulos,\7eiss, r98z; \X/inkelmann,Brandes,
fonti bizantine si connette strettamenteil problema del loro linguag- t 99o).

l6 J7
lzIoNE Ar-l'ARcrrror-ocIA. BTZANTTNA

sostanzialmentein vigore, per quanto riguarda almeno i territori


r aoi.rt^"r,ti orientali, fino a tutta l'epoca giustinianea (Aspects,ry76).
Utili inform azioni di carattere stotico, cronologico e prosopografi-
A dispetto della proverbiale estensionee articolazione dell'apparato co possono esserericavate anche da documenti e testi a diverso titolo
burocratico e amministrativo dell'impero, che prevedeva una ricchis- legati alle gerarchie ecclesiastiche.Gli atti dei sinodi episcopali e dei
sima produzione di atti redatti secondo precise norme stabilite nel concili regionali ed ecumenici, collazionati da G. D. Mansi già, alla
Corpusluris Ciuilis di Giustiniano, i documenti d'archivio giunti fino metà del Settecento,insieme con le diverse Notitiae episcopatuumdelle
a noi sono in realtà pochissimi. In sostanza,disponiamo praticamente sedi patriarcali (Beck, r9j9), contengono lunghe liste di prelati e di
solo di una certa quantità di atti trascritti su papiri, relativi però solo sedi episcopali che costituiscono un prezioso repertorio per la rico-
all'Egitto, fino alla conquista araba della metà del vrr secolo, e all'E- struzione delle sequenzecronologicheperiferiche. Di grande utilità si
sarcatodi Ravenna,fino alla metà dell'vrrr secolo (Maspero, rgro- rivelano inoltre, almeno per le regioni occidentali dell'impero (in par-
16; Tjaeder, ry55-82). Si tratta di atti di eccezionale importanza,che ticolare l'Illirico e l'Italia, che dal punto di vista ecclesiasticoconti-
nuarono sempre a dipendere dal soglio romano), le epistole dei pon-
contengono informazioni preziose circa la vita quotidiana in quelle
tefici dei secoli vr-vru: particolarmente ricca e interessanterisulta la
regioni - quelli ravennati contengono per esempio anche elenchi di
produzione di Gregorio Magno che, presa nel suo insieme, costitui-
beni mobili e immobili, assaiutili per ricostruirc l'organizzazionede-
sce una fonte importante soprattutto per quanto riguarda la comples-
gli ambienti domesticie i materiali a essi collegati(Ortalli, r99r) -
sa sítuazionedell'Italia degli inizi del vrr secolo.
ma che sono purtroppo riferibili solo a due aree reladvamenteperife-
riche dell'impero e solo all'epocaprotobizantina. Per i secoli successi- 2.t
vi e per tufte le altre aree dell'impero, compresala capitale Costanti- Le opere stotiografiche
nopoli, non disponiamo praticamente di documenti di questo tipo,
eccezionfatta per alcuni archivi di monasteri - in particolare quelli Se non può contare su di una ricca documentazionearchivistica, la
del Monte Athos - spessoperiferíci e comunque di importanz og- ricerca archeologicasul mondo bizantino può invece awalersi di un
gettivamentelimitata ai fini della ricerca archeologica(Martin-Hisard, buon numero di opere storiograficheche, sia pure con gradi di com-
fggf ). pletezzae attendibilità assai variabili, formano una serie pressoché
Appena più ricco è il panorama dei documenti legati all'ambito continua che copre l'intero arco cronologico della vita dell'impero.
legislativo.Alcuní tra gli atti ufficiali della corte, e in special modo le La storiografrabizanina, che si muove nel solco della grande tra-
disposizioni legislativerelative alla úpartizione amministrativa dell'im- dizione greca e romana, prende le mosse dall'opera di Ammiano
pero, si rivelano utili nell'indagine archeologico-topografrcasu scala Marcellino, i cui libri superstiti delle Res Gestaeforniscono una mole
regionale. In quest'ambito occupano certamente un posto particolare notevole di informazioni sulle città delle regioni orientali dell'impero
le Nouelle del Corpusluris gSustinianeo, molte delle quali sono indiriz- nel terzo quarto del rv secolo. Per I'epoca immediatamente successi-
zate a esponenti periferici del sistema amministrativo imperiale e af- va disponiamo dell'efficace sintesi costituita dalla cosiddetta Storia
frontano direttamente problemi particolari connessicon le diverse si- nuoaa di Zosimo, che si arresta al 4xo e dei pochi frammenti super-
tuazioni regionali; esseconsentonoquindi di ricavare informazioni di stiti dell'opera storica di Prisco, riferibili solo agli anni 433'468, ma
prima mano sulla suddivisioneterritoriale, sulla consistenzadelle città che si rivelano di grande importanza in particolare per quel che ri-
e in generalesull'organizzazionedelle diverse province. guarda le regioni balcaniche.
Altrettanto interessantein questa prospettiva di ricerca e per i Il vr secolo e in modo specifico I'epoca giustinianea godono di
primissimi secoli dell'impero bizantino è l'apporto fornito dalla Noti- una situazioneprivilegiata: i libri delle Guerre di Procopio di Cesarea
tia Dignitatum in partibus Orientis et Occidentis, una sorta di elenco, e le opere storiche di Agazia (che coprono il periodo fino al 558),
redatto probabilmente tra la fine del ru e gli inizi del v secolo, che del suo continuatoreMenandro Protettore (fino al 582) e di Teofilat-
riporta in maniera sistematicala ipanizione amministrativa, provin- to Simocatta (flno al 6oz) consentono infatti di avere un quadro so-
cia per provincia, di tutti i territori imperiali, ripartizione che rimase stanzialmentecompleto della situazionenelle diverse regioni dell'im-

18 l9
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

pero. In particolare, i libri dedicati da Procopio alla guerra gotica Efeso, frammentario, che giunge fino agli inizi del vrr secolo- parti-
costituisconouna delle fonti fondamentali per i problemi inerenti la colarmente utili si rivelano gli ultimi due, elaborati in un pedodo in
conquista bizantina dell'Italia, mentre l'opera di Teofilatto Simocatta cui, specialmentenelle regioni periferiche dell'impero, le gerarchie ec-
si rivela il più importante punto di riferimenro per lo studio delle clesiastiche affiancavanoe spessosostituivano i detentori del potere
regioni balcanichenella fase delle migrazioni avaro-slavedella fine del civile nell'amministrazionedella cosa pubblica.
vr secolo.La Guerra persianadi Procopio e le opere di Agaziae Me-
nandro Protettore costituisconoinvece un notevole supporto alla ri-
cerca archeologico-topograficasulle regioni orientali e in particolare u r,lili"ri"u
agli studi sull'organizzazionedel sistemadifensivo dell'impero nei ter-
ritori dell'area siro-mesopotamicae palestinese.Alffe notizie interes- Pervenuti in congruo numero, dedicati agli argomenti più diversi -
santi su quest'epocapossono infine esseredesunte dalla Cronacadi dalla strategia militare, all'organizzazioneamministrativa, dal cerimo-
Giovanni Malala, che giunge fino agli ultimi anni del regno di Giusti- niale della corte alla descrizionegeograficadell'impero - e per di più
niano e che costituisce il primo esempio di un genere letterario in
spessocollegati direttamente con le isfanzepiù elevatedella corte im-
seguito assaipraticato dagli storici costantinopolitani. periale, i testi della ricca produzione trattatistica bizantina offrono ri-
Più complessoe per diversi motivi meno utilizzabile dal punto di
ferimenti e riscontri significativi per diversi settori della ricerca ar-
vista archeologicoè, come si è già accennato,il panoramadella pro-
cheologica.
duzione storiografica e cronachistica relativa all'epoca mediobizanti-
In questo articolato panorama un posto di assolutorilievo spetta
na. I secoli vrr e vrrr derivano infatti la loro convenzionaledefinizio-
"secoli sicuramenteal De aedificrudi Procopio di Cesarea,che costituiscela
ne di oscuri" della storia bizantina proprio dalla oggettiva ca-
fonte antica di maggiore interessedal punto di vista dell'archeologia
renza di fonti testuali,anchese tanto la cronacadi Teofane(che par-
bizantina. Lo scopo del trattato, reso esplicito dallo stessoautore nel-
te daI 284 per giungerefino all'8r3) quanto quella del suo anonimo
continuatore (detto appunto TeofaneContinuato)offrono valide indi- I'introduzione, è quello di esaltarela grandezzadell'imperatore Giu-
cazioni cronologichee, nel loro rifarsi a fonti più antiche spessoper- stiniano attraverso la descrizione delle innumerevoli opere da questi
dute, anche utili spunti su awenimenti di epoche precedenti. portate a termine nella capitale e in tufte le regioni dell'impero. Il
Tra le numerosecronacheredatte nei secoli x-xrr e riferite essen- lavoro si snoda quindi come un cahlogo ordinato topograficamente
zialmente alla capitale imperiale (per un elenco completo delle fonti regione per regione, partendo dalla capitale imperiale (libro r), per
di interessetopografico per Costantinopoli cfr. Janin, 1964, pp. proseguirecon le province della Siria e della Mesopotamia (libro rr),
xxvrrr-xxx), spiccanoquelle di Anna Comnena,di Giovanni Cinna- dell'fumenia e dell'Asia Minore (libro rrr), passandoin seguito alle
mo e di Niceta Coniate che possono offrire più di uno spunto per regioni balcaniche e alla Grecia (libro rv), per tornare poi alla Pale-
I'indagine su particolari aspetti della Costantinopoli dell'epoca imme- stina e ancora all'Asia Minore (libro v) e terminare con I'Egitto e
diatamente precedentel'occupazionelatina. È questo il caso, per l'Africa settentrionale(libro vI). Manca invece completamentela de-
esempio, del cosiddetto De signis Constantinopolitanis, un breve sup- scrizione della provin cia italnna, e ciò ha lasciato il campo a diverse
plemento all'opera storica di Niceta Coniate, redatto con ogni proba- ipotesi: incompletezzadel testo pervenuto,redazioneantecedentela
bilità dallo stessoautore, che fornisce un elenco dettagliato e proba- definitiva conquista dell'Italia, scarso interesse dell'amministrazione
bilmente attendibile delle opere d'arre e in particolare delle starue cenrale per una provincia dalle caratteristiche del tutto particolari;
andate disrutte nel corso del saccheggiocrociato. nessunadi esse riesce però da sola a fornire una spiegazionesuffi-
Almeno per quel che riguarda i secoli dell'epoca prorobizanrina, ciente per un'assenzacosì importante.
un posto di rilievo tra le fonti antiche di interessearcheologicospetta Il testo, completatointorno al 56o-56r (\X/hitby, 1985ù, presen-
infine anche alle storie ecclesiatiche.Dei tre principali testi pervenuti ta difierenze notevoli nella trattazione delle diverse regioni: descrizio-
- quello di Eusebio di Cesarea,che giunge fino al ni assaidiffuse delle città e delle province che l'autore conoscevaper
324 e che fornisce
una sorta di quadro di riferimento iriziale, quello di Evagrio, che esperienzadiretta (ornriamenteCostantinopoli,ma anche, per esem-
copre I'arco cronologico tra il 43r e il 593, e quello di Giovanni da pio, alcunearee della Siria settentrionaleo dell'Africa del Nord, dove

40 4l
rNTRoDUzroNn ar,r,',tncrrnoLoGrA BTZANTTNA

Procopio giunse al seguito degli eserciti imperiali), si akernano ^ îat- archeologica è la trattatistica bizantina di argomento militare, che
taziont più concise a proposito di quelle province note allo storico continua una tradizione assai viva nella produzione letteraria del
solo attaverso fonti intermedie, fino ad arrivare in qualche caso a mondo greco-orientale(Dain, ry67) e che trova la sua più compiuta
semplici elenchi di siti di minore impottanza, tratti probabilmente a espressione nelle opere degli imperatori Maurizio (582-6oz) e Leone
loro volta da opere geograficheprecedenti (Downey, 1947; Cameron, vr il Saggio(886-9rz).
r98j, pp. 84-rtz; de' Maffei, 1988). Anche il tono della narazione Tanto lo StrategíkondiMawizio (Das Strategikon,r98r) quanto i
non è sempre costante e spessoalle semplici descrizioni di città e Tactica di Leone (per il quale manca ancora una moderna edizione
monumenti si alternano divagaziont cronachistiche o narrazioni di filologica), pur articolandosi in una estesa tî^ttazione della materia
eventi miracolosi connessicon questa o quella costruzione; è inoltre militare, dedicano però particolare attenzione agli aspetti tattici e
piuttosto evidente il ricorso a formulazioni stereotipe e ripetitive, strategici del combattimento e riservano invece notazioni solo genera-
nonché un chiaro intento apologeticonei confronti dell'imperatore di li alle caratteristichedei siti fortificati.
cui si celebranole gesta. Più precisi, e in questo senso più utthzzabúrin relazione anche
Come si è già accennato,il De aedifuiis ha goduto di un'alterna alla ricerca sul campo, sono invece tre anonimi tratîati di materia mi-
fortuna critica: ritenuto per un lungo periodo fonte principale a sup- litare conservatisi nella loro sostanziale interezza (Three Byzantine,
porto dell'indagine archeologicasull'epoca giustinianea (cfr. da ulti- 1985). Il primo di essi, redatto con ogni probabilità intorno alla me-
mo Evans, r97z), in anni più recenti è stato invece sottoposto a cri- tà del vr secolo, riflette bene i problemi di difesa e di controllo del
tiche assaisevereche hanno sollevato molteplici dubbi sull'attendibi- vastissimo territorio imperiale in età giustinianea: nel testo vengono
lità complessivadella narcazionee hanno posto l'attenzione soprattut- quindi affrontati sia i problemi dell'organizzazionedell'esercito,sia le
to sul carattereessenzialmenteapologeticoe celebrativo del testo pro- questioni legate agli armamenti leggeri e pesanti, sia soprattutto gli
copiano. Questa posizione fortemente critica, basatasoprattutto su di aipetti concernenti la costruzione e I'allestimentodi insediamenti for-
una pretesa inaffidabilità del trattato a proposito delle fasi di edifica- úficati di diversa natura, a partire dalle torri di awistamento inserite
zione e fortificazione della città di Dara, nella Mesopotamia setten- nel sistemadi segnalazionea distanza pet giungere ai nuclei difensivi
trionale, e poi generalizzataa svalutareI'intera produzione storiografi- di maggiori dimensioni e alle città fortificate del limes. Gli altri due
ca e tr^tt^tistica di Procopio (Crow, r98r; Croke, Crow, 1983; Ca- scritti. entrambi redatti intorno alla fine del x secolo e dedicati ri-
meron, 1985), è stata però recentementeconfutata con valide argo- spettivamentealle tecniche di combattimento per piccoli gruppi e al-
mentazioni. Proprio le più recenti ricognizioni sullo sressosiro di Da- l'orgarizzazione di grandi campagnemilitari, testimoniano invece con
ra (Furlan, 1984; \Whitby, r986a; r986b; Zantni, r99o) hanno infatti grande immediatezzadelle mutate esigenzedifensive e delle rinnovate
dimostrato come nel caso specifico i resoconti dello storico di corte capacitàoffensive dell'impero in età mediobizantina (Haldon, Kenne-
di Giustiniano contenuti tanto nel De aedifriis quanto nelle Guerre si dy, rgSo). Utili in questo senso, anche se di interesse più relativo
attaglino in buona sostanzaalle conclusioni che possono essererag- per la ricerca archeologicasul campo, si rivelano infine i ffe brevi
giunte attraverso I'indagine topografica e l'analisi stratigrafica degli trattati di argomento militare scritti dall'imperatore Costantino vrr
elevatidella cinta muraria. Porfirogenito(Haldon, r99o).
At di là dei singoli casi e delle diverse posizioni critiche, il tratra-
to di Procopio di Cesarea- per il quale manca ancora una moderna Particolarmenteper quel che riguarda i primi secoli dell'impero, assai
edizione critica che ne affronti le numerosequestioni filologiche, stili- utili a ricostruire il panorama territoriale del mondo bizantino risulta-
stiche e lessicografichee ne evidenzi il rapporto con le indagini ar- no inoltre alcune opere di argomento geografico: in primo luogo il
cheologiche condotte sui siti citati - rimane comì.rnqueun testo di Synekdemos di Ierocle Grammatico, redatto ag[ inzi del vr secolo,
importanza eccezionaleche, utihzzato criticamente al pari di tutte le che enumera partitamente le sessantaquatffoprovince in cui era allo-
altre fonti antiche, è in grado di costituire un sicuro punto di riferi- ra suddiviso I'impero e le olre novecento città che lo popolavano
mento per la conoscenzadel mondo bizantino nel vr secolo. (Honigmann, rg3g). La lista di Ierocle non comprende però né I'A-
frica né l'Italia, a quell'epoca non ancora riconquistate al controllo
Piuttosto ricca e di particolare interesseper alcuni campi della ricerca imperiale, e per queste regioni deve essereintegrata dalla lista del De

42 4t
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

aedifrciisdi Procopio, per quanto riguarda l'Africa e, per quel che di Bisanzio, anche impoft^nti not^zioni circa la storia, la geografiae
concerne l'Itaha, dalla lista della Descriptioorbis romani di Giorgio di gli assetti sociali dei territori e dei popoli posti al di là dei confini
Cipro, un testo questo dall'interpretazionee dal valore documentario dell'impero.
peraltro ancoradiscussi(Honigmann, 1939; Conti, 1975). Il De caeimoniis aulae byzantinae,dedicato a una meticolosaffat-
Al novero delle opere geografichepossono essereannesseanche tazione del rigido cerimoniale che regolavatutti gli aspetti della vita
due eccezionalitestimonianzecartografiche:la Tabula Peutingerianae della corte di Costantinopoli, costituisce invece una vera e propria
la Carta di Madaba. Nel primo caso si tratta di un itinerariumpictum miniera di informazioni sulla capitale imperiale. Le descrizioni dei
su pergamena,di grandi dimensioni G74 x 34 cm) - pervenutoin percorsi che I'imperatore compiva per recarsi alle cerimonie pubbli-
una copia medievaledel xrr-xrrr secolo,conservatanella ósterreichi- che e religiose, nonché quelle talvolta assaiparticolareggiatedei sin-
sche Nationalbibliothek di Vienna, il cui prototipo sembra risalire al goli edifici che erano teatro delle cerimonie stesse,consentonoinfatti
secondo quarto del v secolo e poter esserericondotto alla figura di di integrare i dati a nosra disposizionecirca la topografia della capi-
"dall'intetno"
Teodosio rr - che rappresentagran parte del mondo allora conosciu- tale e offrono nel contempo una suggestivaimmagine
to, dalla Britannia ai confini della Cina, indicando i principali úaccia- di quegli ambienti che le indagini archeologichevanno riportando al-
ti stradali e gli insediamenti più significativi posti lungo il percorso. la luce. Attraverso le parole del De caerimoniisè inolre possibile in-
Nel secondocaso (noro 8) si tratta invece di un grande mosaico dagare anche alcuni degli aspetti più propriamente legati alla cultura
pavimentale eseguito intorno alla metà del vr secolo, per decorare materiale della corte imperiale - I'arredo degli ambienti ufficiali e pri-
una perduta chiesa della cittadina giordana di Madaba (Donner, vati, l'abbigliamento, e così via - che solo scarsissimetracce hanno
Cúppers, ry77; Picciillo, 1989), in cui sono rappresentateper im- lasciato nei materiali archeologici.
magini o solamente con l'indicazione del toponimo oltre centocin-
quanta centri abitati della regione palestinesee del delta del Nilo,
con al cenmo una dettagliata raffigurazione di Gerusalemme nella Le fonti *giiriai ed esterne
quale è possibile identificare alcuni dei più importanti complessimo-
numentali della città bizantina k[r. infra, nrc.4r). Accanto a quelle fin qui indicate occorre prendere in considerazione
altre fonti che assumonoun interesse spessorilevante ma confinato
Nell'ambito della trattatistica profana una menzione particolare è infi- all'ambito di una sola regione. In questa categoriapossono rientrare,
ne dovuta alle opere legate al nome dell'imperatore Costantino vrr per esempio, le fonti di uadizione siriaca, a partire dalle Cronache
Profirogenito$ry-959). I tre u^ttati imperiali pervenuti - il De the- minori, di grande interesseper lo studio della topografia civile e reli-
matibus, il De administrandoimperio e rl,De caerirnoniisaulae byzantinae giosa della regione siro-palestinesein epoca protobizantina. Valore
- si collocano infatti tra le fonti più importanti per la storia del pe- analogo riveste per la provincia bizantina d'Italia il complessodelle
riodo mediobizantino e rivestono un certo interesseanche dal punto fonti ecclesiasdche,dal Liber Pontifiralísromano a quello della chiesa
di vista archeologico. tavennate, alle Gestaepiscoporan Neapolitanorum del diacono Giovan-
I primi due si rivelano particolarmente utili ai fini della ricostru- ni (Brown, 1984, pp. z4-6). Allo stessomodo un testo agiografico
zione topografica, demogtafrca e sociale del nuovo assetto assunto come quello dei Miracula Sancti Demetii, narrando dei miracoli com-
dall'impero dopo l'abbandono della ripartizione provinciale di tradi- piuti dal santo nel corso degli assedi di Tessalonicada parte degli
zione romana. Il De tltematibus,basato probabilmente anche su opere Slavi, fornisce tra le righe molti dati relativi alla crisi dell'impero nei
geografiche precedenti, costituisce infatti una descrizione ngionata Balcani agt.inizi del vrr secolo(Lemerle, r9i4; r979-8r). Infine, un
della nuova geografia amministrativa dell'impero bizantino che, pro- testo a metà tra il celebrativo e il cronachistico quale I' Johannisdi
babilmente già a partire dagli inzi del vrr secolo,era sraro suddiviso Flavio Cresconio Corippo fornisce una grande quantità di dati sull'A-
in circoscrizioni amministrative a prevalente carattere militare, dette frica bizantina della secondametà del vr secolo(Cameron,r98z)'
appunto terni. Il De adminístrandoimpeio - una sorta di manuale del A questo gruppo possono infine essereassociateanche le fonti
"esterne",
buon governo destinato all'educazionedel figlio dell'imperatore, Ro- cioè quei testi di diversa natura - opere storiografiche e
mano - comprende invece, accanto a un sunto della storia imperiale geografiche,resoconti di viaggio - redatti da autori di altra origine

44 4'
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 2. LE FONTI

venutí in qualche modo in contatto con il mondo bizantino. Per l'e- li di studi bizantini (Gregoire, rgzz; Leclerque,1926, coll, rc74-89;
poca protobizantina e limitatamente alla provincia d'Italia si rivela di de Jerphanion, rg35i Mango, r95r).
qualche utilità in questo senso la Historia Langobardorumdt Paolo IJn successoreladvamente maggiore ebbero invece nel secondo
Diacono, che narrando le fasi della conquista di buona parte della quarto del nostto secoloprogetti su scalageograficae cronologicapiù
penisola da parte dei Longobardi fornisce indirettamente informazio- ridotta: in particolare le raccolte di iscrizioni della Siria (la pubblica-
ni a proposito delle città sottoposte alla dominazione bizantina. zione delle lnscriptions Grecques et Latines de la Syrie, awiata nel
A partire dalla metà del rx secoloqualche interessantedato topo- 1929, è ancora in corso), della Russia meridionale, dell' Egitto e di
grafico per le regioni orientali dell'impero e poi per la stessacapitale areelimitate del Peloponneso(bibliografiain Mango, t95r, nn. 4-7).
imperiale è fornito dai geografi e dai viaggiatori arabi: a Ibn-Khurra- Si tratta per lo più di progetti non condotti a termine e che il conti-
dadhbih si deve infatti una breve ma interessantelista delle città asia- nuo progressodelle ricerche e dei ritrovamenti rende passibili di am-
tiche all'indomani della grande crisi dei cosiddetti secoli oscuri, men- pie rivisitazioni, ma che costituiscono comunque un'indispensabile
tre Harun-ibn-Yahya è il primo viaggiatore arabo di cui si conservi base di partenza almeno per le aree e le epoche indicate.
una descrizionedi Costantinopoli. Sempre per quanto riguarda la to- È in questo poco confortante panorama che si è inserita a metà
pografia della Costantinopoli di età mediobizantina si rivelano poi as- degli anni Sessantala proposta operatívadi P. Lemerle (1967) che
sai importanti le relazioni di viaggio del vescovoLiutprando di Cre- ha di fatto segnatoI'aprirsi di una nuova fase per l'epigrafia bizanti-
mona, ambasciatorepresso la corte imperiale (x secolo), e soprattut- na. Abbandonata definitivamente l'idea di vn corpusunitario, ma non
to, due secoli dopo, quelle del geografosrabo al-Idrisi e del viaggia- quella di mettere a frutto l'immenso materiale documentario costitui-
tore ebreo Beniamino di Tudela. to dalle iscrizioni, Lemerle propose infatti l'elaborazione di raccolte
sú scala regionale che - mettendo in secondo piano, almeno in una
2,6 fase iniziale, gli aspetti più strettamentefilologici e le pretese di com-
Le fonti epigrafiche pletezza,evitando lo studio e I'edizione critica delle migliaia di fru-
stoli epigrafici difficilmente classificabili - si proponessero come
Nel contesto di un sistemadi fonti così vario e articolato quello del- obiettivo prioritario la npida pubblicazione di quelle iscrizioni che il
l'epigrafia bizantina costituisce, ancora oggi, un problema lontano contenuto in termini di nomi, toponimi, awenimenti o date permet-
dalla sua soluzione. Gli studiosi della civiltà bizantina non possono tessedi qualificare come di primario interessestorico.
infatti contare tuttora su di una raccolta in qualche misura completa La pressoché universale accettazione di questa nuova ottica
"pragmatica"
delle migliaia di iscrizioni disperse sui siti archeologicio nei musei e ha provocato nell'ultimo ventennio una progressivari-
pubblicate solo parzialmentee in maniera spessoinadeguata(le pub- presa d'interesse per l'epigrafia bizantina; in particolare il lavoro di
blicazioni anteriori al ry77 sono schedatein StanoievichAllen, Sev- un nutrito gruppo di studiosi raccolti intorno alla rivista francese
"Travaux
óenko,r98r). et Mémoires", fondata nel 1965 dallo stessoLemerle, ha
L'idea della rcalizzazionedi un corpusorganico delle epigrafi bi- portato un rapido sviluppo delle pubblicaziori di raccolte di iscrizio-
zantine,paragonabilea quelli delle iscrizioni greche e latine di epoca ni delle diverse aree regionali. Particolarmente privilegiata in questa
classica,è per la verità tutt'altro che recente: un progetto in tal senso fase è risultata la Grecia, per la quale disponiamo oggi di raccolte
fu infatti elaborato gà alla fine del secolo scorso da G. Millet, che aggiornate per le province del Peloponneso (Feissel, Philippidis
vedeva la possibilità di dilatare cronologicamentee topograficamente Braat, 1985), per la Tessaglia(Avramea,Feissel,ry87) e per Tessa-
il rv volume del Corpusinscriptionumgraecarum(uscito a Berlino nel lonica (Spieset, 1973; Feissel,Spieser, 1979).Ancora più recente-
1859) fino a comprendervi tutti i monumenti epigrafici di diversa mente l'attenzione dello stessogruppo di studiosi si è spostataverso
natura noti nei territori dell'impero bizantino. Il progetto di Millet, le province dell'Asia Minore con l'edizione delle iscrizioni del museo
maturato proprio nel momento di maggior sviluppo delle tendenze di Antiochia, della Cilicia e della Mesopotamia settenrionale (Feissel,
filologiche della nascentearcheologiabizantina. non ebbe però alcun r985; Dagron, Feissel,ry87; Mango, Mundell Mango, r99r).
seguito operativo e la stessasorte toccò alle proposte analogheavan- Per quanto riguarda invece le altre regioni dell'impero, le fonti
zate, con prospettive e limiti diversi, nei primi congressiinternaziona- epigrafichecontinuanoa costituire un problema: molte delle iscrizio-

46 47
JZIONE ALL ARCHEOI,OGIA BIZANTINA

ni latine dell'Africa bizantina sono pubblicate nei volumi Corpus In-


ir- l*-lq
scriptionum Latinarum delle rispettive regioni, anche se ne appare op- a'-6 s
portuna una nuova e più completa edizione (Irmscher, r99z) che rJl
comprenda anche le epigrafi greche, in parte raccolte da Durliat
(r98r) limitatamente a quelle dedicatorie delle opere di difesa; per l'
Italia invece le iscrízioni bizantine, sia greche che latine, pur attestate
in un numero abbastanza significativo e quasi tutte pubblicate singo-
larmente, attendono ancora un vero e proprio censimento e una edi-
zione adesuata.

Foto r. Pianta archeologico-monumentaledi Costantinopoli


ag\i inizi del rrv secolo (da C. Buondelmonti, Liber Insula
rum Archipelagi).

lllirllil{ill i

Iioto,z. Sezionetrasversaledi un tratto delle mura di Nicea


( t l r r' l ' c x i c r , r 8 3 , 94 9 ) .
u trir r

,-riy_,
Foto 3. Diagramma delle missio-
ni archeologiche in Siria tra la
metà del xrx secolo e i primi de-
cenni del xx (da Tchalenko,
1957'5Ù.

Foto ,,1.Prospetto, pianta, sezioni


e particolari architettonici della l'r,lrr (,. I)irnta generale delle indagini archeologichenell'area de1 Grande Palazzo (da
chiesa di Dayr Kita, in Siria (da l ' . r l l r o lt l i t ' c . r q s , 9 ) .
Butler, r9z9).
EARIHANDDEBRJS
PACK€O

LÓO5E

cÉilÉNl coNTAtNtNoBRtcfs

Foto 7. Sezione stratigralìcadello scavo nell'area del


Grande Palazzo (da Talbot Rice, 1958).
l,irtg 9. Serdlilia (Belus), veduta generaledel villaggío di epoca tarcloromanae protobi
z,rrrtina(Archívio Fotografico cNR, Arte bizantina)

Foto 8. Madaba (Giordania), mosaico pavimentale detto della Carta di Madaba, lìrl. ro. Shivta (Negev), veduta generaledella città protobizantina; sullo sfbndo la ter
vr secolo (da I rnosaicidi Giordania, $eo). rlclll chicsarnelidionale(Archivio FotograficocNn, Arte bizantina).
rrrrrr:rziorrc
'rs*tr;l

É,,a'""'

l.lo r3,. Ponte sul fiume Sangario,Asia Minole, vr secolo (foto Barsanti).

lìrt, r,1. Bin Bir Kilise, Anatolia veduta generale di una de1le chiese (Archivio Foto-
Foto rz. Efeso, veduta generaledella chiesa dí S. Giovanni (foto Barsanti). ; i r : rift o r : N u ,A r t c b i z a n t i n a ) -
Il territorio dell'impero

t.r
Gli imperi bizantini
"impero
La denominazioneglobale di bizantino" rende bene il senso
della continuità dell'istituzione statale bizantina nei suoi aspetti fon-
damentali: |'assoltÍezzadel potere imperiale, i ruoli ricoperti rispetti-
vamente dalla complessamacchina burocratico-amministrativae dal-
Foto r5. DeirZaftan, itgione del Tur'Abdin, veduta generaledel monastero, vr seco-
lo (Archivio FotograficocNn. Arte bizantina). I'apparato militare, la centralità della questione religiosacome princi-
pale elemento coesivo della societàbizantina. Meno bene rende inve-
ce il senso della multiformità degli aspetti storico-geograficidi una
entità statualeche, nel corso di una vicenda storica più che millenaria
4,, Í r,j +ry tr'dÈqiiù:"'sb svoltasiin un mondo in profonda trasformazione,acquisì assettiterri-
toriali assai diversi, passandodall'idea giustinianeadi un grande im-
pero meditemaneodestinato a riunire in sé quasi tutte le regioni del
mondo tomanizzato,all'impero sostanzialmentegreco-anatolicodell'e-
tà mediobizantina e quindi alla frammentazionee all'estremariduzio-
ne temitorialedello stato bizantino del xrll-xv secolo(nrcc. 3-5).
Da questo punto di vista gli imperi bizantini sono quindi certa-
mente più di uno, e ognuno di essi offre, anche dal punto di vista
della ricerca archeologica,un panorama affatto particolare che è utile
analizzarc più nel dettaglio.

3.2
L'impero protobizantino

Alla metà del vr secolo, con la conquista dell'Italia e di parte della


penisola iberica, I'impero bizantino raggiunse la sua massima esten-
eione territoriale, segnando il compimento dell'idea giustinianea di
una renouatioirnperii che riconducessesotto il conffollo di Costantino-
Foto 16. Il ponte Salario di Roma in un acquerello di un anonimo inglese poli il nucleo essenzialedi quello che era stato il grande impero ro-
deglí inizi del xrx secolo (da Krautheimer, r98r).
mano (rrc;. 3).

4r.l
lN I ll{}l)lrlloNl ^t.t At(( iltot t)(;tA $tzANTINA
3. IL TERRITORTO DELL TMPERO

lrt(;UIIA l
FIGURA (
L'impero bizantinoalla nrcti rlt.l vt st.t.t,l,,
L'impero tardobizantino nei secoli xrv'xv

ffi Riconquiste di Giustinrano. ---


- Confini di diocesi
Frontiere dell'Impero nel 565. o 25o too km

Fozre: Ducellier (1988).


I Impero bizantino verso il r4oz.
FIGURA 4 ffi Territori franchi, fiorentini, catalani o roo z5o km
L'impero mediobizantino nei secoli rx-xrr ffi I-pero veneziano.
l-6.ì Territori genovesi.
---- Confini dell'Impero bizmtino vemo il r34o.
S Impero serbo verso il 1355.
'---.. Confini dell'Impero ottommo verso il r4oz,
F,ffi Bulgaria verso il r35o.
7V 1^psr6 ottomano vemo il 136o. $ [5p2nsl61s aìbanese dopo il 136o.
@ Territorio albanese.

Fonre: Ducellier (rq88).

Oltre all'Itaha e alla parte meridionale della Spagna,I'amministî^zio-


ne bizantina controllava allora gran parte della regione balcanica a
sud del Danubio, ivi compresela Grecia e i territori dell'attuale Bul-
garia, buona parte della penisola di Crimea, l'intera Anatolia fino alle
estremepropaggini dell'Armenia,l'intera regionesiro-palestinese, dal-
le costeorientali del Mediterraneoal desertosiriano,I'Egitto, la Cire-
naica e le province costiere dell'Africa romana.
m Impero bizantino nell'867. - - -
Fatta in parte eccezioneper le regioni di più recenteconquista,
Impero bizantino nel rrr8. t i l

W Impqro bizantino nel roz5. o z5o km specialmenteper l'Italia riportata sotto il controllo imperiale solo a
Foare: Ducellier (rg88), I prezzodi una guerra ventennalecon gli Ostogoti che lasciò la peni-
sola in condizioni disastrose,I'età di Anastasioe soprattutto di Giu-
stinianosegna)l)cr clrrirsitrrtto il territorioimperialeuna fasedi note-

<c)
,t)lrzt()Nt At.t. Al{(;ilt()t,()(;lA
BIZANTINA
3. IL TERRTTORTO DELL TMPERO

vole sviluppo ec<trtotttittrt' rlt'nrografico che ebbe riflessi


sensibili sul-
e la.gualitrìrlcgli inx.diamenti.Tr"to l.-ionti,-ì,, p.i-o territoriale, fu per definizione multietnico e multiculturale e che solo
11^_o:"lrr3
luogo rl De aedi/tcù's a fatica trovò una sua unità religiosa.
di l)rrx-'1ri. cli oesarea,quanto i dati archeologi-
ci testimonianoinfatti che |cvc'gctisrno imperi"l. tr"rfo.Àilrr... All'interno dello stato giustinianeo si trovavano infatti a convivere
,.- gruppi etnici differenti, con gradi di civthzzazionespessoassaidiver-
gioni dell'impero in una sorta dì grancrecantiereedile,
finarizzato so- si, che padavano, insieme a una miriade di lingue e dialetti regionali,
prattutto alla úvitalizzazionedcile c'ittà di tradizione
antila-lln parti_
colare at*aversola costruzionedi un numero impressionante almeno tre lingue principali: il latino, parlato nella metà occidentale
di chie- dell'impero, dalla Spagnaall'illirico settentrionale,e largamenteutiliz-
se,,I'erezione di imponend opere di fortificazione e la rearizzazione
di zato anche nei documenti ufficiali; il greco, diffirso in tutta I'area
acleguaternfrastrutture destinate al miglioramento della
viabfità e dei egea e in Asia Minore, e che solo a partire dalla metà del vr secolo
sistemi di adduzione e immagazzinaÀ'entod"n. ".q". --""".rrc
a- giunse a soppiantare definitivamente il latino come lingua ufficiale
l'impianto di una rete di nuJvi insediamenti .,rbuni,
destinati quasi dell'impero; e il siriaco, parlato estesamentein quelle regioni medio-
sempre a divenire nodi vitali del rinnovato sistemadifensivo
e ammi_ rientali che in epoca giustinianeacostituirono un po' la spina dorsale
nistrativo dell'impero.
La stessasintesi di continuità e rinnovamento in funzione dell'economiaimperiale.
di una Ancora più complessaera infine la questione religiosa che, olffe
generale ripresa sembra carutterizzareanche il pu.roruÀu-.lono-i.o
dell'impero protobizantino. se Ie fonti antiche .ii.-""" alle costanti frizioni tra il pamiarcato di Costantinopoli e il papato
g.".iuio'.rrr.
uno spazio assailimitato agli aspetti legati alla produzioln. romano a proposito della giurisdizione sulle province occidentali del-
e "ll" di_ l'impero, vedeva il potere centrale fortemente impegnato nel sostene-
stribuzione delle merci, i dàti archeologli, specialment.
d.ili ierativi re l'ortodossia costantinopolitanae nel reprimere, in maniera spesso
alla ceramica, resi disponibili in maggior copia dalle indagini
-sempr"e
sul campo, testimonianoinvece di unì ,ortu.rriul. coitinuità cruenta, le numerose eresie che si affermavanodi volta in volta nelle
d.i ,ist.- diverse regioni periferiche.
ma produttivo e distributivo del|epoca protobi zantina.".
q""[. ai Da più punti di vista l'impero protobizantino, centrahzzatoe po-
età tardoantica.
licentrico al tempo stesso,assunsedunque una forte caratteîizzazioîe
.. Verso i grandi centri di consumoder quadranteorientaledel Me- regionale,che appare ulteriormente esaltatase si esaminanopiù nel
diterraneo, in primo luogo owiamente Coitantinopoli,
ma "rrÀ. ,r.r_ dettaglio almeno alcune delle principali aree territoriali che ne com-
so i maggiori agglomeratiurbani dell'occidenr., iu ri"-"
i ò^nugr- ponevano il mosaico.
ne' continuavano infatti ad affluire merci e prodotti
diversificati un
po' da turte le regioni. dell'impero. Solo per f"r. q";l.h;
"^r-.-pio,
certamente ancora assai attiva era la produzione di vino
nell,area si_ 3.2t. La Siúa
ro-palestinese,la cui distribuzione in trrtto il Mediterrarr.o
J1.irin."_ Durante la prima epoca bizantina la regione siro-palestineseebbe un
ta.dalla grande diffusione dei contenitori da ,,"qp;;;;;ipi.i-ai
qu.- ruolo di grande rilievo nell'economia complessivadell'impero e visse
st'area (Panella,
:992, con bibliografia; Arthur,' r9sai.'Aitrlìtanto una fase di grande prosperità, testimoniata da almeno tre fattori: la
certa è la continuità dei centri manifatturieri dell;Afíica
,.,i*iiio'ut"
spec.ializzatinella produzione di ceramichefini da -.;r",-i ;;^.r.-- continuità e in qualche caso la rinascita dei centri urbani di tradizio-
plan sl rrovano ancora assaidiffusi un po' in tutte ne antica, lo sviluppo dell'economia agricolae commercialee il costi-
le regioni dell'im_
pero e particolarmenreattesratiproprio nelle stratificazioii tuirsi di una rete di importanti centri religiosi, sia monastici che di
della-capi_ pellegrinaggio(nrc. 6).
tale (Hayes, r992,,pp. j-O. tvt.ro direttamente testimoniata
ma Sull'età d'oro delle città siriane nella príma metà del vr secolo
quanto mai probabile è infine la continuità delle colture
cerealicolein avremo modo di tornare più diffusamente nei cApp. j e 6, ma qui
Egitto.e in cirenaica, le sole atee ipotizzabiri per r"
;.;J;;i;;!'a.r. vale comunque la pena di ricordare che il convergeresulle province
enormi quantità di grano-chegiornalmente dov.vano'giungere
a o--- -' ,r po.- mediorientalidi esigenzedi diversanatura - dalla necessitàdi assicu-
ti costantinopolitani(Teall, 1959; panella, 1993).
Più complessoe articolatosi rivela iru..!iípurorama sociare rare la difesa di un territorio attraversatoda importanti arterie com-
der- merciali (Paret, 196o), a quella di ridare lustro ad alcunedelle gran-
l'impero protobizantino che, in ragione deila sua ,r.rr,
.ri..rìio.r. di capitalidel mondo tardoirntico,a quelladi mantenereil controllo

52
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTIN,{ 3, IL TERRITORIO DELL IMPERO

FIGURA6 FIGURA 7
Carta dei principali cenui di epoca bizantina nell'area siro-palestinese e del delta Piantadel villaggiodi Behyo,nella regionesirianadel Belus
del Nilo
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r - 25 - Fatrorie e abitazioni \\ |

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.'.sl' O . tOO 2OO m.
di una regione spessoscossada forti fermenti religiosi - pose di fatto
la Siria al centro degli interessi e dell'attività evergeticasoprattutto di Font e'.T chalenko(rgsl - s8).
Giustiniano, che lasciò raccia spessocospicua di sé sia nelle grandi
città sia nei centri di minori dimensioni (Dussaud, r9z7; Jones,
ry37; Liebeschuetz,r97z; Desreumaux, 1987; Tate, r989a; Ham-
mond, r99o; Tate, ry93ù. taglio i modelli insediativi el'orgarizzazione produttiva del territorio
Gli indicatori della prosperità economicadella regione travalicano in età krdoantica e protobizantina (De Vogùé, ú65-77; Butler,
comunque l'ambito strettamente urbano per riflettersi anche nelle Ígr9-2o; Tchalenko, r9j7-58; Khoury, t987; Tate, r989b; ry92).
campagne:il vr secolo segnainfatti una fase di significativo sviluppo Fondati quasi tutti tra il rr secoloa.C. e il r d.C. da una popolazione
dei centri produttivi agricoli sia della Siria settentrionale(nella regio- dedita alla policoltura arbustiva e dei legumi con predominanza del-
ne del MassiccioCalcareoo Belus) sia della Palestinameridionale (ai I'olivicoltura, questi *till^ggtconservaronoi loro caratteri fondamentali
margini dell'attuale deserto del Negev). - assenzadi una qualsiasi forma di impianto urbano o di servizi e
I viilaggi agricoli del Massiccio Calcareocostituiscononel loro in- infrastrutture (strade, canalizzazioniidriche, reti fognarie), mancanza
sieme un contesto archeologicodel tutto eccezionalein cui la conser- di mura di cinta, addossarsidisordinatodi unità abitativee produtti-
vazione in elevato di interi agglomeratipermette di studiare nel det- ve intorno all'unico edifìcio pubblico costituito dalla chiesa(nIc. 7 e

54 55
INTRoDUzroNr lll'ancrrnoLocrA BIzANTINA t. rL TERRTTORTO DELL TMPERO

FIGURA8 FIGURA 9
Veduta assonometrica di un impianto per la spremitura delle olive, nella regione Diagramma della diffusione dei siti arch.eologici di epoca prelomana' romana e
siriana del Belus bizantna/protoislamica in tre distetti della regione ísraeliana del Negev

t20
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@ffi PRoM [El RoM. E Btz

kgenù: a) distretto di Har Hmran; ó) distretto di Mizpe Ramon; e) distretto di Har Saggi

Fonte: rielaborazione di dati dai rispettivi voluni dell'Arcbaeobgiul Suruey oflsrael.

niano di un passaggioda una microeconomia agricola policolturale,


strettamente legata al consumo locale e alla eventuale ridistribuzione
lOm

Fo n t e: T chalenko (r9 57- sB) a corto raggio dei prodotti in eccesso,a un'economia a catattete pro-
duttivo-commerciale basata sulla distribuzione a largo raggio di un
notevole surplus ottenuto incrementando fonemente la monocoltura
noro 9) - sia in epoca tardoantica sia in età bizantina, quando si dell'olivo (Tate, r989b; r99z).
registra un sensibile incremento demografico ed economico, riflesso Tn la fine del v e la prima metà del vr secolo anche la regione
dall'evidente miglioramento nella qualità costruttiva delle abitazioni. palestinesevisse un processodi sviluppo in qualche misura analogo a
Nel corso della prima metà del vr secolo sembra inoltre verificar- quello della Siria settentrionale.Olre al caso assainoto della città di
si un netto cambiamentodi registro nell'organizzazioneproduttiva ed G^"^, prr la quale tanto le fonti quanto i materiali archeologicie in
economica,con l'affermarsi dell'olivicoltura come attività quasi esclu- special modo le anfore testimoniano di un importante sviluppo della
siva e con l'impianto in diversi centri di oleifici (rrc. 8) - srurture a produzionevinaria (Mayerson,r985; Glucker, 1987, con bibliografia
carattere manifatturiero per la produzione su scalaindustriale di olio precedente),le ricognizioni territoriali e le indagini archeologichecon-
di oliva destinato all'esportazione(Callot, r98Q - che vanno a rim- àotte negli ultimi decennisoprattuttoa opera degli studiosiisraeliani
piazzarci tradizionalifrantoi a conduzionedomesticae che testimo- hannq infatti rivelato,sia pcr la zona dell'immediatoentroterramedi-

56 5'/
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA J. IL TERRITORIO DELL,IMPERO

FIGURA IO
Pianta del complesso di Qal'at Sim'an, in Siria, seconda metà del v secolo Pianta del villaggio di Dayr Sim'an e del complesso conventuale di Qal'at Sim'an

,. Corrcnto di Nord'Ovesr.
2 Chi6. di Nord.Eit

l. Conplcs rcsidcnrialc.
5. Atdti^
ó. Convcnto di Sud-E!t.
Z Monumcnb tcpol€rrlc.
E Cotrvcnro di Sud-Ovcst-
9rt Oriclli.
,r. Siro scpol.rdc.
,J. Chid principal. cruciformc.
,ó Monumcn(o kpolcral..
,Z Edifici.onv€ntuali c enrcasi.
IA Xcnodochio.
HIIE ,9. B:(is(cro-
20. Propilà.

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l:u---r:l

Fonte:Mango(ry71.

terraneo (Hirschfeld, Birger-Calderon,r99r), sia per la fascia del o t ú m 6

Giordano e del Golan (Urman, 1985), sia infine per I'areasubdeserti-


ca del Negev (Segal,1983; Rubin, r99o; Shereshevski,r99r, con bi- Fonte: Enciclopedia dell'Arte Medieaale
bliografia), come l'epoca protobizantina fu caratterizzatada un note-
vole incremento nel numero degli insediamenti rurali e dalla messaa
coltura anchedi terreni di difficile lavorazione(noro ro e nrc. 9).
Un caso particolarmente interessantee in qualche misura esem- forte attività produttiva che traeva la matetia prima dai numerosi in-
plare dell'evoluzionein atto in questo contesto territoriale è rappre- sediamentiagricoli censiti nel circondario (Fischer,1989).
sentato dal sito di Zikrin, in Israele, dove, in età giustinianea,si assi- Il caso forse minore ma paradigmatico di Zikrin introduce al ter-
ste alla progressivatrasformazionedi un insediamentomonastico na- zo dei grandi temi che cafatteîizzano la regione siro-palestinesein
to nel corso del v secolo sulla sommità di una collina in un centro epoca bízantina, quello legato alla nascita e allo wiluppo di grandi
agricolo di rilevanti dimensioni, che si dispone alla base dell'altura e centri di pellegrinaggio e di importanti insediamenti monastici che
dove sono attestati, insieme a numerose unità abitative, anche alcuni cbbero un riflesso non secondariosul popolamento di alcune aree
grandi torchi da vino che sembrano testimoniare lo sviluppo di una tlclla regione.

5t3
INTRoDUzroNs Att'ARCHEOLocTA BTZANTTNA l. rL TERRIToRIo orr-l'llrPnRo

FIGURA 12 oltre quaranr'anni,a partire dal 4rz circa. Subito dopo la morte del
Pianta del monastero di S. Caterina al monte Sinai santo, avvenuta nel 45g, si cominciò a erigere il grandioso martyrion
iruciforme (rrc. ro)'ie cui bracciasi dipartono dall'ottagonocentrale
che ospita i resti del pilastro dell'ascesi.Completatocon^l'erezionedi
un batìistero e di alcuni annessigià probabilmente alla fine del seco-
lo, il complessodi Qal'at Sem'an fu subito oggetto di grandissima
(rrc.
MODERN
o venerazione,che ben presto determinò alla base della collina
QU
5EI VIC!
RI[RS
-di di una rete di insediamenti monastici, di
r r ) lo sviluppo strutture
residenziali è servizio per i pellegrini, che finirono per assumerei
connotati di una vera e propria città (Sodini, t993ù.
sorte analogasubirono almeno altri due centri religiosi della siria,
il Mons Adnir;bitis, nelle vicinanze di Antiochia, luogo dell'ascesidi
un altro stilita, simeone il Giovane, dove sorse un altro importante
a complessoreligioso (cfr. pen. 5.2.2), e Resafa-Sergiopolis, dove sul
l.rogà d.l -uriirio di s. Sergio si sviluppò un insediamento urbano
che'in età giustinianeafu traiformato in uno dei centri direzionali del
;{ sistemadifensivoorientaledell'impero (cir. pen. ,.4.ù.
) a
Per quanto riguarda infine gli insediamentimonasticivanno bre-
c
F H

vementericordati-almenodue casi di grande rilievo: il complessodei


monasteridel desertogiudaico (noro rr) e il grandemonasterodi S.
c x Caterinaal monte Sinai. Nel primo casouna recentericognizioneto-
pografica ha svelato il ruolo centfale che i complessi monastici e i
, q
c
n.rll.i p.oduttivi a essi collegati ebbero nel popolamgnlg-di una re-
gione ciimaticamenteostile (Bottini et al., r99ol Hirschfeld, x99z)' Il
z ^
íecondo costituisceil prototipo dell'insedimento monastico fortificato
f

ó =
> é
(rrc. rz), sorto su di un sito sacro - in questo caso il luogo del
miracolo di Mosè e del roveto ardente- inteso anche come un im-
portante punto di controllo su di una regione poco popolata ma dí
vitale interessestrategiconella difesa dei confini imperiali dalle incur-
\ùTeitzmann,1973)'
sioni dei popoli nomadi del Sud (Forsyth,

3.2.2. L'Asia Minore

La regione (nrc. r3), che nelle successive fasi di sviluppo.delmondo


1 METERS bizantino avrebbe costituito il nucleo fondamentaledell'impero, ri-
Fonte: Forsyth, \X/eitzmmn {r971)
coprì in età protobiz^ntin un ruolo più defilato, accentuatodal per-
-àn"r. della tradizionaledivisione tra le province costiere,più ric-
che, fortemente urbanizzarced eredi della grande tradizione econo-
mica e culturale del mondo gfeco-romano,e le province dell'altopia-
Il casopiù eclatantein questosensoè certamentecostituito dal com- no anatolico,più povere e legatea un'economiae a un modello inse-
plesso di Qal'at Sim'an, nella Siria nordoccidentale,sorto sul luogo cliativocli prevalentecarattererurale (Barsanti,r99oc)
dell'ascesidi Simeonelo stilita, vissuto su di una colonnaisolataper Irr conscsr.renzacli ciir I'evergetismodegli imperatori della prima

(rt
3,. rL TERRrronIo on,t-L'tl'IpeRo

trIGURA 14
Pianta della chiesa di S. Giovanni a Efeso. vr secolo

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Fonte: Encíclopedia dell'Arte Antica


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q ; metà del vr secolo assunse caratteri ben distinti nelle due aree terri-
l < 2 z !o
t ^ . o a

l o - e, toriali: le città costiere di tradizione ellenistica videro essenzialmente


r (l r uno sviluppo dei loro apparati monumentali, soprattutto attraverso
I E
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I
) E.
I
I'erezione di grandi complessi religiosi, come nel caso del santuario di
l s
)
I
S. Giovanni a Efeso (nrc. 14 e Foro rz), esplicitamente esemplato
t
I
< :- sul modello dei Ss. Apostoli di Costantinopoli (De Bernardi Ferrero,
I

-
G À 1985); le regioni interne e soprattutto quelle del settore sudorientale,
1Í o
divenute zona di confine con I'impero persiano, furono oggetto inve-
l o

N '. ce di più complessi interventi urbanistici e di riassetto territoriale,


o
a
r+\ =^. legati soprattutto alla rcalizzazione e al nfforzamento degli impianti
ao difensivi, alla ridefinizione dei grandi assi viari che collegav uno l, "o-
î
O
h ne di frontiera direttamente con la capitale (Hlld, ry77; \Winfield,
\
dl 1977), nonché alla risistemazione delle principali infrastrutture di ser-
/ \ vizio - ponti (noro r3), acquedotti, cisterne, complessi termali - che
/:\"' \I I/
o. s-t \ Procopio di Cesarea (De aedifciis, v, r-vr) elenca dettagliatamente e
t " l
'- c l che in qualche caso si sono conservate in misura significativa (\X/hit-
o Q
by, r985a).
t)
1/
Anche in questa regione gli insediamenti monastici giocarono un
ruolo di grande rilievo nel popolamento di alcune aree interne, come
- r r

It ncl caso dell'eccezionale ínsediamento di Bin Bir Kilise (letteralmenre


Millc e r,rnacl'ricsa,ir l,icr*r'ia), clove nel territorio dell'attualevillae-

6z (t j
JzroNE,tr-r-'ancrrrorocrA tsrzANTrNA ?. IL ÎERRITORIO DELL IMPERO

gio di Madengehir sorsero a più riprese tra il vr e il rx secolo un FIGURA IS


gran numero di edifici religiosi di diversatipologia (noro r4), oggi Carta dei principali siti di epoca bizanttna in Grecia e nella penisola balcanica
in massimaparte perduti ma ancora ben leggibili al tempo dei so-
pralluoghi di \X/. Ramsaye G. Bell (Ramsay,Bell, r9o9); o come nel
casodella regionedel Tur'Abdin, alle estremepropagginidell'altipia-
no anatolico,dove già in epoca anastasiana sorseronumerosechiese
rurali (noro r5), per lo più legate a fondazioni monastiche(Bell,
rgroi r9r3; Mundell Mango, r98z; Iacobini,r988).

3.2.3. L' areabalcanica

La riconquistadell'illirico (rrc. 15) - cioè di tutta la vasta regione


compresatra il Danubio e la penisolagreca- costituì impegno prio-
ritario di Giustiniano fin dai primi anni del suo regno: il ristabili-
mento della riva danubianacome confine naturale tra l'impero e le
nuove popolazioni che si affacciavanoalle sue frontiere; Ia úorganiz-
zazioneamministrativa di una intera regione intorno a un nuovo cen-
tro direzionale QustinianaPrima) appositamentecostruito sul sito del
villaggio natale dello stessoGiustiniano, nonché il desiderio di ricon-
durre sotto il controllo bizantino le importanti risorseminerarie dei r?"-- "s
Balcani occidentali costituirono infatti le principali motivazioni che
spinseroI'imperatore di Costantinopolia impegnarerisorse notevoli
nella risistemazionedelf intera area.
Sulla base di tali premessel'impatto avuto dalla dominazionebi-
zanfina sull'intera regione balcanica,ivi compresala Grecia, non po-
teva che essereassairilevantee forse in nessun'alfraaîeadell'impero
l'epocaprotobizantinarappresentòuna fasedi così profonda cesurae
trasformazione,di cui sono testimonianzaalmeno tre fenomeni prin-
cipali.
In primo luogo lo spostamentodel baricentro della regione dalle
sue province sudorientali a quelle nordoccidentali. Con la riconquista
della riva danubiana erano infatti venute meno quelle condizioni di
insicurezzadella parte occidentaledella penisolabalcanicache aveva- sta fase di uno sviluppo analogo a quello di altre aree dell'impero
no determinato, in seguito all'invasioneunna della metà del v secolo, (Spieser,r984b; Bakirtzis,r989c).
il concentramentoa Tessalonicadei centri direzionali e delle istituzio- Connessocon questo è il fenomeno di un sensibilerinnovamento
ni amminisrative e religiose della regione. L'età giustinianeasegnain del quadro urbano con cenri di antica tradizione che subisconopro-
questo sensoun'inversionedi tendenza,con l'attènzionedell'aÀmini- fonde involuzioni - è il caso per esempio dell'antica capitale della
strazionecentrale dell'impero concentratapressochéesclusivamente regione, Sirmium, odierna SremskaMitrovica, in Serbia (cfr. pen.
sulle province dell'illirico occidentale - ne sono eloquente testimo- ,.J.r), ma anche,per esempio,di Gamzigrad,residenzaimperialein
ntanzaappunto l'erezionedella nuova capitalee il riassettodel siste- ctà tardoanticatrasformatain insediamentoagricolonella fase proto-
ma difensivodanubiano(cfr. penn. 5.4.î e 6.2.r) -, a scapitodelle l"rizantina- e vengono soppiantatinel loro ruolo da centri di nuova
province orientali e meridionalidella regioneche non godono in que- fìrnclazionc o tla ccrrtt'irtntichiche sodono di un particolarefavore

(r11 (t5
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

imperiale: è il caso per esempio dt Ulpiana, odierna Lipljan, in Ser-


bia, per la quale Procopio (De aedifrciis,rv, r, z83o) testimonia un
rilevante intervento giustinianeo.
II terzo fenomeno è costituito dalla progressivamilitarizzazionedi
una vasta area, concepita nel suo insieme come regione di confine,
destinata a fungere da cuscinetto e da filtro nei confronti della cre-
scente pressione slava e per la quale si approntano i necessaristru-
menti sia difensivi, sia amminisffativi, attraverso una complessaride-
finizione delle cariche nelle singole province (Lemerle, r91'ù.
Coronata da almeno parziale successonel campo amminisffativo
e difensivo, la noryantzzazione dell'area balcanica voluta da Giusti-
niano non ebbe effetti altrettanto felici in campo economico. Benché
i dati archeologicia disposizionenon siano ancora del tutto sufficien-
ti a tracciare un quadro definitivo, tuttavia comincia ad apparire evi-
dente che il vr secolo non fu in nessunamisura un'epoca di prospe-
rità economica per la regione: in particolare le province occidentali
non si ripresero mai dalla grave crisi causata dalle invasioni del v
secolo e la stessamihtaúzzazionedel territorio - la cui difesa era in
larga misura affidata a ruppe stanziali di origine locale - finì per
"contrazione"
determinare una sorta di nell'occupazionee nello sfrut-
tamento dei suoli, con il concenuarsi delle popolazioni rurali intorno ()
6 o
ai centri difensivi e con il definitivo abbandono degli antichi centri
produttivi (Bavant, 1984, pp. 286-7). A un analogo quadro di sensi-
.F
DC-ì
I/__J
bile e progressivadecadenzaeconomica e demograficarimanda inol- P
c)
(,
tre I'esame degli insediamenti, tutti di dimensioni medio-piccole (la 6
stessaIustiniana Prima si wiluppa su di un'area di soli 5o.ooo mq), h
:
con edifici pubblici di non grande rilievo monumentale e decorativo, a

t :
con un'edilizia rcsidenzialedai caratteri per lo più assai modesti e a

tutti interessati,già a partire dalla metà del secolo,da evidenti feno- o t

meni di impoverimentoe ruralizzazione(cfr. pen. j.4.r). Ò z


N
\(

3.2.4. L'frfrica I

{J
Analogamente a quanto era accaduto per l'Illirico, anche alla ricon-
quista dei territori dell'Africa settentrionale (rrc. 16), awenuta con
una rapida campagnamilitare tra il 533 e 11534, e alla loro risistema-
zione amministrativa, sancita da una legge dello stessoj34 con cui
Giustiniano ristabiliva l'antica suddivisione del territorio in sette pro- 'ri

\oÀ
vince (Tingitana, Africa Proconsolare,Bizacena,Tripolitania, Numi- ()
<!
dia, Mauretatrl.ae Sardegna),l'impero bizantino annettevacertamente
una importanz tutta particolare per motivi sia di ordine economico v ( !

- legati soprattutto alla tradizionale vocazione produttiva e commer- EU

66 67
. 3. rL TERRTTORTO DELL TMPERO

ciale della regione - sia di ordine politico e militare, legati al Control-


lo di un territorio chiave nell'economia strategica del Mediterraneo.
Questo dato emerge sia dalle fonti, in primo luogo il De aediftciisdi
Procopio di Cesareae il Johannisdi Flavio Cresconio Corippo (Ca-
meron, r98z), sia dalle ricerche archeologicheche negli ultimi due
decenni, dopo una lunga fase di stasi, hanno aperto nuove prospetti-
ve di conoscenzasui caratteri della dominazione bizantina in Africa
(Fevrier, ry83).
t In un panoramaarcheologicoche per I'età bizantinaè ancoraco-
o
(! munque in via di definizione, l'aspetto che maggiormente catatterizza
N
le regioni nordafricane nel vr secoloè certamentequello legato all'im-
o
o
pianto di una rete di centri fortificati (r'rc. r7), destinatiad assicura-
ie un efficace conrollo militare e amministrativo di una delle grandi
!

frontiereimperiali (Durliat, r98r; Pringle,r98r; Duval, 1983).


Ciò nonostante il ruolo effettivamentegiocato dalle province afri-
È
cane nell'economia imperiale è però ancora lontano dall'essere del
' fI tutto chiarito. L'imponente attività edilizia che caratterizzal'età' giu-
stinianea e volta alla ricostruzione dei centri urbani, indirizzata spe-
- cialmente al riallestimento degli impianti difensivi, ma anche alla risi-
o
stemazionedelle infrastrutture (per esempio nel caso della ricostru-
zione del porto circolaredi Cartagine;Humphrey, r98o), sembrain-
o fatti testimoniare una fase di forte espansioneeconomicae anche una
c,) specificaattenzione al ristabilimento delle principali attività produtti-
6
ve della regione; a un quadro analogo sembra inoltre rimandare an-
(!
che la quantità delle esportazioni di ceramiche fini da mensa verso
N
Costantinopoli(Hayes, 1992, PP.5-6). Per contro, la progressivadi-
minuzione delle esportazioni delle anfore africane sia verso Costanti-
nopoli sia verso il bacino occidentale del Mediterraneo sembrerebbe
invece testimoniare che la regione nel suo complesso,se pure riacqui-
O stò una efficiente produzione agricola e un'autosufficienzasul piano
É
alimentare,non recuperò più il ruolo di grande esportatore di grano,
vino e olio che aveva ricoperto nel mondo romano (Panella, 1986'
È pp. 45r-9; 1993,pp. 673-8o).
o
3.2.5. L'ItaEa
"t
- Riconquistata definitivamente solo nel 554, ^ seguito di una durissi-
R
É è O
3 nna guerra ventennale contro gli Ostrogoti che lasciò la penisola in
<'ú a preda a una gravissima crisi demografica e con un'eredità di città
D È
v N distrutte e in parte abbandonate,di strade interrotte e di campi in-
EU q
colti, I'Italia (r,r<;.rf'l) non poté dunqueche usufruiresolo marginal-

6t,y
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA J. IL TERRrroRto DEI-L'IMPERo

FIGURA I8 Eccezion fatta per Ravenna, capitale tardoantica e ostrogota de-


Carta dei principali siti di epoca bizantina in Italia stinata a rinnovare i suoi fasti anche in età giustinianea (cfr. p,e.n.
5.2.5), il panorama dell'Italia bizanttna tra vr e vrr secolo testimonia
q"i"ai di un territorio in profonda trasformazionenel passaggiodal
mondo tardoantico a quello medievale,in cui si sovrappongonoe si
sommano elementi di continuità - per esempio nelle relazioni com-
merciali con I'Africa e con le regioni dell'Oriente mediterraneo, che
pur in una fase di progressiva decadenzadi fatto non si intenompo-
no mai (Panella, 1989) - ed elementi di discontinuità, soprattutto
nella vita dei grandi centri urbani.
Q"i gli interventi di restauro e di riedificazione pure portati a
termine dall'amministrazione bizanuna - nel caso di Roma, per
esempio la ricostruzione del ponte Salario sull'Aniene (noro 16), il
restauro di un tratto significativo delle mura aurelianee I'impianto di
una serie di mulini galleggiantisul Tevere per migliorare l'approwi-
gionamento della città (Procopio di Cesarea, Guerre, v' xrx' 19;
.: lGautheimer, r98t, p. 8z; Mosca, r99r) - non sembranoin grado
o di arginare il processodi grave decadenzache caratterizzeràin parti-
o
cohré I'vrrr e il rx secolo(Brown, Christie, 1989; Christie, r989b).
All'interno di questo complessopanorama gli ambiti in cui I'im-
pamo della dominazione bizantina in Italia si awerte in maniera più
netta sembrano essereancora una volta quello della difesa del territo-
atRAcusa rio (cfr. nen. 6.2.4) e quello dell'allestimentodi un sistemadi porti e
MARZAMÈMI approdi in grado di garantire una continuità delle relazioni commer-
ciali transmarine.
Il tratteggio evidenzia le regioni rimaste sotto il controllo bizantino dopo gli inizi del vn secolo. Da quest'ultimo punto di vista le regioni costiere dell'Italia, che
resistetteio più a lungo di quelle interne alla pressione longobarda,
giocarono ,rn rnolo di grande rilievo nella rete commercialedell'epo-
ia protobizanrina: i porti dell'Adriatico, quello ravennare di Classe
mente di quella che nel resto dell'impero viene comunementedefini- in irimo luogo (cfr. r'en. 5.2.5), ma anche gli approdi costieri del-
ta l'età d'oro di Giustiniano (Grabar, ry66). l,ALruzzoe dille Marche (cfr. pen. 6.2.4), assicurarono infatti almeno
Già all'indomani della conclusione della guerra gotica l'impero, frno alla metà del vrr secoloi contatti tra la sede dell'Esarcatod'Italia
che peraluo andavagià esaurendola sua spinta propulsiva, si trovò e la capitale imperiale, mentre gli scali della Liguria, anch'essirimasti
nella necessitàdi dirottare su alri quadranti - in primo luogo quello sotto i[ controlò bizantino fino alla metà circa del vrr secolo,ebbero
balcanico e quello orientale - le risorse e le energie che awebbero probabilmente un duplice ruolo ranto nell'approwigionamento degli
dovuto essereimpegnate nella fase di riorganizzazionepolitico-ammi- insediamenti bizantini dell'entroterra ligure quanto nel mantenimento
nisrativa ed economica della provincia Italia. Altrettanto rapidamen- di relazionicommercialicon I'area padanae alpina (christie, rggo).
te l'unità territoriale della penisola si andò poi frantumando sorto Regione portuale per eccellenza delT'ltahabizantina fu infine la
l'invasione longobarda del 568, che nel giro di qualche decennio ri- Sicilia (nrc. i9), i cui porti - per esempioquello dr Kaukana, xila
dusse il controllo imperiale alle regioni dell'Esarcatod'Italia - Istria, costa meridionale dell'isola, dove le indagini archeologichehanno ri-
Emilia, Marche, Umbria e Lazio -, alla Liguria e alle estreme regioni portato alla luce i resti dell'abitato e delle infrastrutture commerciali
meridionali, ivi compresala Sicilia. ipelegatti, r97ù - costituironoanche un importante punto di sosta

7o 7l
I N i l ( ( ) t ) tr z t () N t , . A t , t , l t ( . t I t , ,)(t , () ( ; t A l t t z A N , l , N
l A
3. rL TERRrroRro onlI-'rupr,no

III(;URA I9
Carta dei principali siti della Sicilia
bizantina
approdi di epoca protobizantina in diverse regioni del bacino del
Mediterraneo. Oltre ai g1àcitati porti italiani di Classee Kaukana e
al. porto circolare di Cartagine, occorre almeno ricordare quelli di
' a;* Caesarea Maritima, in Israele (nrc. zo), dove il porto di età erodiana
LlPARt. di Sebastos - che con i suoi ca. 2oo.ooo mq era uno dei più grandi
ù
del mondo romano - venne in parte úutilizzato in epoca protobizan-
tina, probabilmentecome principale punto d'imbarco per le merci e
\ d le derrate dell'area palestinese(Raban, Hohlfelder, r98r; Raban,
1989), e l'approdo greco di Anthendon, di dimensioniassaiminori e
probabilmente facente parte di una rete di installazioni costiere utiliz-
zate ancheper la flotta militare (Schlager,Blackman,Schafer,1968).
.AGRIGENTO
Ben attestato dalle fonti anche se ancora non certificato da signi-
ficativi ritrovamenti archeologici è inoltre il ruolo centrale che nella
rete portualebizantina ricoprirono gli approdi insulari, sia quelli delle
isole maggiori,quali i porti di Creta o Cipro - ritenuti di così grande
importanza per I'economiaimperiale da esseredichiarati alla metà
* del vrr secolo una sorta di zona franca in cui avevanodiritto di scalo
POBIOPALO
tanto le navi bizantine quanto quelle arabe - sia quelli delle isole
Gli asterischi indicano i principali
Fonte: Archeo, SZ bgg).
relitti navali
minori, legati ai commerci costieri e di piccolo cabotaggio(per il caso
di Diporto, sull'isoladi Makronisosnel golfo di Corinto, cfr. Grego-
ry, ry84).
Lo sviluppo e le principali direttrici della rete commercialebizan-
tanto per le navi dirette verso il Mediterraneo
occidentalequanro per tina nel vI e vrr secolo sono infine ben testimoniati dai numerosi
quelle dirette verso I Afr"icar.".""i"n"È,
come sembranoindicare la relitti individuati soprattutto lungo le coste dell'Asia Minore, della
nave di Marzamemi (cfr.
.r,an,.3.2.O e'gli altri relitti individuad a
ridosso delle coste serten*ionali
Grecia e delle isole maggiori del Mediterraneo. Assumendo come
i srrdorientaridell,isora(Throckmor_ tendenzialmentecostante il tasso di naufragi in rapporto al naviglio
ton, Throckmorton, r97z; purpu:r;,-;;à;
circolante, il numero dei relitti può ínfatti fornire almeno una indica-
zione di massimasull'effefiivo volume dei traffici transmarini. Il cen-
3.2.6. Il Meditemaneo simento dei relitti di epoca antica e medievale fin qui individuati
(nrcc. zr-zz) rivela per l'età protobizantinain generaleuna sensibile
Con la riconquista dell'Italia l'impero
bizantino ricondusse sotto il ripresa della circolazione navale nel Mediterraneo, individuando in
proprio controllo pradcamente
tur; le regioni costiere del Mediterra_ particolare nel secondo quarto del vr secolo e nei quadranti centrale
fatta per quelle della Spagn"asetrentrionalee della Gal_
,î:",^"-.:.rt:n e orientaledel Mediterraneol'epoca e le aree di maggioreattestazio-
ill:,1.
iT{;ffXffifr,'J."lT:H"
m::_.j.,
"nr*ìk*
imperiale. Dell'importanza assunta
ne (Parker, 1992, pp. Í4-5).
Tra i numerosi relitti, particolarmente degni di nota sono quelli
dal Medite'r;;;; oi'piàr"ui_ di Yassi Ada e di Marzamemi. A Yassi Ada, un isolotto della costa
zantina tanto dal punro di vista ..o"o-i.ì
quanro da queno miritare turca dell'Egeo, lo scavo di una nave da carico nauftagatanei primi
testimoniano ampiamente sia re fonti
riu ì' tirru.ni-..ri-"r.lr.orogr.i
reladvi a relitti e a installaz,rni pr.iì"fi.- decenni del vrr secolo ha restituito informazioni fondamentali sulle
Perduti completamentei grandi porti tipologie tanto dei contenitori da trasporto quanto dei numerosi ma-
de'a capitale imperiare (cfr.
ran. 4.4), in anni recenti ,óno ,tati teriali pertinenti al corredo della nave (pentolamee contenitori da
inarriauuri . l"-'pii.1.r""d
cucina,stoviglieda mensa,lucernefittili, contenitorie utensili metalli-

72 '/l
t N ' r ' l ()(r) ri z r (r N t i A t , t , ' AR < ; H E o L o c I A B r Z , { N T T N A
3. rL TERRITORTO DELL IMPERO

Fl(;t,RA 20
Pianta della città di CaesarcaMaritima in FIGURA 2I
età bizantina
Distribuzione dei relittí navali nelle regioni occidentali e orientali del Mediter-
raneo ffa rv e vtt secolo

t v v vl vtl

ffirorrlE ffi occro FJfl anee BrzANrrNA

FIGURA 22
Distribuzione dei relitti navali in tre regioni dell'area bizantina tra Iv e vu secolo

Fonte: Rabn Gg89l.

ci) (Bass,Van Doorninck, rggz). Ir relitto di Marzamemi,


suila cosra
meridionale della Sicilia, databile alla prima merà
del vr secolo (Kapi_
taen, r98o), ha invece restituito un carico più
atipico, consistente v vl vll
nell'inrera decorazionearchitettonicascolpita' SEC lv
ne..srària'p.r-ìi[*i..
una.chiesaa impianto basilicale- colonne, basi, lFl stRtA EIX runcr rn illtl stcrlta
capitellii ,.Jrior,.
corale, altate, ambone, complemmentelavorati prónti
e p.. l, _.rr"
in opera -, che costituisceuna diretta testimonianza
der commercio a

74 '/5
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZAN'TINA IL TERRITORIO DELL IMPERO

vasto raggio dei manufatti marmorei prodotti nelle cave del Mar di FIGURA 23
Marmara (Sodini, r989b; Barsanti, r99ob). Carta dei'principali tracciati stradali in epoca tardoromana e bizantina nelle
regioni dellà penisola balcanica e dell'Asia Minore

3 . 2 . 7. L a r e t e v i a n a

Anche per quel che riguarda i collegamenti viari tra le diverse regioni
e con la capitale I'impero mediterraneo dell'età protobizantina si col-
loca in una linea di sostanziale continuità con il mondo romano e
tardoantico, la cui rete stradale venne fatta oggetto di una costante
attività di manutenzione e potenziamento. soprattutto attraverso ope-
re di ampliamento e ripavimentazione delle carreggiate e di costruzio-
ne o restauro di ponti, spesso puntualmente testimoniate dalle fonti \ t r r R A C E

(per esempio Procopio di Cesarea, De aediftriis, rv, vrrr, 5-9).


I collegamenti terrestri tra la capitale e le regioni occídentali del-
l'impero venivano assicurati essenzialmente dai tre assi stradali che
attraversavano da Est a Ovest la penisola balcanica (nrc. z3). A Sud,
per lunghi tratti immediatamente a ridosso della riva dell'Egeo corre-
va il tracciato dell'antica via Egnatia, che collegava Costantinopoli con
Tessalonica e poi, attraverso la Grecia continentale, con Dyrrachìum
(od. Dwazzo, in Albania) e quindi con i porti dell'Adriatico.
Un secondo asse stradale costeggiavainvece la úva occidentale del
Mar Nero, per congiungersi in prossimità del delta del Danubio con il
tracciato dell'antica viaTraiana, che correva lungo la sponda destra del
fiume e che ricoprì, almeno fino ai decenni iniziali del vrr secolo, un Fonte: Dictlonary of tbe Middle Ages
ruolo di particolare importanza tanto dal punto di vista strategico,
come elemento del sistema difensivo danubiano, quanto da quello del-
le relazioni commerciali con i popoli dell'Europa centrorientale. scopo di garantire un rapido collegamento ffa le province danubiane
La terza afieria balcanica era certamente la più importante della e il mare.
regione ed è frequentemente attestata per tutto il Medioevo sia nei Più complessa appare la situazione per quel che riguarda i colle-
documenti cartografici (per esempio nella Tabula Peutingeriana) sía gamenti viari con le province orientali e meridionali attraverso I'Ana-
nelle fonti greche (strada reale), latine (strada dei crociati), serbe iolia (nrc. z3), dove sono state individuate almeno quattro direttrici
(strada degli zar) e turche (via di Istanbul). Essa attraversava diago- principali che si dipartivano a raggíera da Costantinopoli (Hild,
'1977:
nalmente la penisola da Sudest a Nordovest, collegando Costantino- \X/infield, 1977; French, r98r). La via più occidentale' nota
poli con i capoluoghi delle principali province dell'illirico - Adria- anche come via dei Pellegrini, collegava la capitale con Nicomedia
nopoli, Serdica (Sofia), Naissus(Nié) - per ricongiungersi con la via (Izmit) e Nicea (Iznik), quindi si inoltrava nell'altipiano anatolico, da
Traiana all' altezza di Singidunum (Belgrado). dove, atlaverso una serie di biforcazioni, raggiungeva' verso Ovest,
IJna quarta artetia, che solo in parte ricalcava un percorso antico, le grandi città di tradizione ellenistica della costa egea, e verso Sud,
tagliava invece verticalmente la penisolabalcanica in direzione Nord- superate Ancyra (Ankara) e la catena montuosa del Tauro, la píana
Sud, seguendo la strada reale fino a Naissus,per poi distaccarsenee rli Adana e di qui le regioni costiere meridionali dell'Asia Minore o
scendere ancora verco Scupi (odierna Skoplje, in Macedonia) e Tessa- ,;trcllc clella Siri:r-Palestina.La seconda, staccandosidalla prima all'al-
lonica, con una ramificazione verso Stobi e Heraclea Lyncestis, all<l tcz..tt <li Ktrrrirr (l'irrrti<t ltttrtiunt\, prgseguiva poi direttamente verso

76
1. rL TERRrronto DrI-I-'ruprno

Est, a raggiungerele regioni dell'Armenia e della Persia. Il terzo per- legando con la capitale imperiale i principali porti della regione pon-
cotso, che taghava grosso modo diagonalmentel'altipiano anatolico tica (Bryer, Winfield, 1985).
da Nordovest a Sudest e che costituiva quindi il collegamentopiù La regione siro-palestineseera attraversataessenzialmenteda due
diretto con i cenui difensivi e commerciali della Mesopotamia setten- grandi assi viari (nrc. z4), che correvano entrambi in direzione
trionale - cui facevanocapo, come vedremo tra poco, tanto la strata Nord-Sud. Lungo la costa e nell'immediato entroterra passavanoi
Diocletianaquanto, almeno fino al vr secolo, la cosiddetta via della due tracciati principali della già citata tia dei Pellegrini, entrambi fa-
Seta - rappresentòil principale asseviario dell'Asia Minore bizantina centi capo ad Antiochia e che servivano I'uno i principali centri co-
fino alla conquista turca. Il quarto e ultimo percorso correva infine stieri, da SeleuciaPieria a Cesareadi Palestina,I'altro le grandi città
nell'immediato entroterra della costa meridionale del Mar Nero. col- dell'interno, da Apamea a Gerusalemme,attraverso Emesa (Homs),
Damasco,Bosra e Gerasa.
A Damasco facevainoltre capo I'antica strataDiocletiana,divenuta
FIGURA24 in età giustinianea asseportante del sistema difensivo orientale del-
Carta dei principali tracciati stradali in epoca tardoromana e bizantina nella l'impero, ma anche arteria commerciale di grande rilievo, che attra-
regrone slro-pa-testmese verso le sue due principali articolazioni e una capillare serie di diver-
ticoli radiali collegavale regioni della Mesopotamia settentrionalecon
i porti della costasiro-palestinese e del Mar Rosso(Poidebard, 1934;
Paret,r96o).
Le regioni che si affaccianosulla sponda meridionale del Mediter-
raneo - Egitto, Cirenaica e Africa - continuarono anche nella fase
relativamentebreve della dominazionebizantina ad essereservite dalla
strada costiera romana che collegavaAlessandriacon Cartagine,il cui
percorso, scandito da numerose stationes,è frequentemente attestato
negli itinerari antichi. Da Cartagine originava infine una fitta rete via-
ria radiale, anch'essain larga misura ancora di epoca romana, che
raccordavala capitale della regionecon i principali centri del rinnovato
sistemadifensivodell'Africabizantina (Salama,r95r; Pringle, r98r).

La fine d.ll'i-pl.io protobizantino

La metà del vr secolo costituisce uno dei grandi spartiacque della


storia dell'impero bizantino, segnandola fine della fase di espansione
e I'awiarsi di un rapido ridimensionamentoterritoriale. Tra il settimo
e I'ultimo decennio del secolole invasioni dei Longobardi in ltalia, la
riconquistavisigota della Spagna(Cordova cadde definitivamentenel
584) e il progressivostanziamentodelle popolazioniavaro-slavea sud
del Danubio sottrasserorepentinamentealf impero gran parte delle
provinceoccidentali.
Tra la fine del secolo e gli inizi del successivo,con la definitiva
caduta delle ultime difese danubiane e delle città dell'interno (cfr.
Fonte: Klegel (1986).
l'^rìR.t.4.r e 6.2.r), l'occupazione da parte degli Slavidi gran parte
rfclla penisolabalcanicaera cosa fatta e sotto il controllo bizantino

7t< /tt
I I ) t J Z I ( ) N I , ]A I , I , , A R ( ] I I E o L o G I A
BIZANTINA rL TERRrroRto onr,l'tlrpeno
l,

rimanevano, a Occidente,. solo poche città costiere (per


esempio Dyr_ sotto Basilio u (976-rozj) con la riconquistadi una porzione signifi-
rachium), mentre nei Balcani àrientali ressaronica.*
ai-irii" air. cativa della penisola balcanicae con il consolidamentodelle frontiere
nuta città di frontiera(Lemede,1954; Comsa, :.972;popovió,
r97g; orientali. Di questo lungo periodo di pace e di prosperità economica
Teodor, ry81. (Harvey, r99o) si trovò a beneficiare soprattutto la regione ellenica,
Gli inizi del vrr secolo videro inoltre l'accentuarsi,ner quadrante il cui centro principale, Tessalonica,si affermò definitivamente come
orientale dell'impero, della pressione dei persiani ch; "vicecapitale"
sfonà;;ono la vera imperiale (cfr. pen. j.2.4) e le cui città principali
linea difensiva mesopotamicae giunsero a minacciare (per esempioCorinto, Tebe e Lacedaemonia;cfr. r,en.
da vicino le re- 5.6) assunse-
gioni setrentrionalidell'Asia.Minore. Arginate l.
in..rrrionip"rriu.r., ro il ruolo di importanti centri produttivi.
soprartutto grazieall'operadell'imp..utoi. Eraclio (6ro-64r),
già ne- Meno chiaro - anche a causadella carenzadi specificheindagini
gli anni rrenta del secolo si profirava però sulla ,.."u
ori.]'i;ì.' . ,r.- archeologiche- è il panorama della regione anatolica, dove le città
ridionale la nuova minaccia àedi Arati, che nel;,-
di;;iin. d.- sembranomantenerequasi esclusivamenteun ruolo difensivo e di cen-
cennio occuparonoprima la regione siro-palestinó. to3ai
.- foi,
' in tri dell'amministrazioneecclesiastica,mentre vanno progressivamente
più
fa{ tra I 642 e il 7o8, l'Egìtto e I'Afrìca ,.,r.r,irioíi.. costituendosivaste proprietà latifondiarie, soprattutto laiche, cui si le-
Agli inizi dell'vrrr secoloil mondo bizantino avevacambiato ga la nascita di una nuova e potenre anstocraziamilitare in grado di
dun-
que completamentevolto, l'impero mediterraneo dell,età
di Giustinia_ condizionare anche pesantementela gestione dello stato bizantino
no' ancora suddiviso amministrativamentein diocesi p.orrir,l. (Ostrogorsky,1968, pp. 324-81;Ducellier,r988, pp. r7z-82).
. .o-.
in epoca tardoantica,avevainfatti lasciatoil posto
u ""-iif..o ro- _ , Certo è comunque che mentre la Grecia e la parte della regione
stanzialmentegreco-anatolico,- ripartito in circoicrizioni militari (temù, balcanicacontrollata dai Bizantini poterono .onta.à praticamentefino
nella cui gestione poteri civile à mifitare si trovavano
-i di fatto a coin_ agh inizi del xrrr secolo su di un periodo di relativa tranquillità, le
cldere (Ustrogorski,r969, pp. gg_9o). province anatolichefurono espostegià a partire dalla metà dell'xr se-
colo alla nuova minaccia costituita dai rurchi selgiuqidi. La sconfitta
bizantina a Manzikert, in Armenia (to7r), determinò infatti per
L'impero rf"Íiouir"rr,i.o l'amministrazione imperiale la definitiva perdita del controllo sui rer-
ritori dell'Anatolia orientale e l'instaurarsi di un clima di forte insicu-
Dopo il. lungo periodo,,spessodefinito dei ,,secolibui,,,
segnatoall,e_ tezza che trova risconffo nel moltiplicarsi, soprattutto in età comnena
sterno da una strenua lotta contro Arabi e Slu.rip.i urri."1"r."t" (ro8r-rr85), degli impianti difensivi nelle regioni centrali dell'Asia
^lunga ,o_
prawivenza stessadell'impero e al'interno della
.iirip"riri."- Minore (cfr. r,en. 6.4).
religiosa delf iconoclastia,fetà mediobizantina,che si fa
convenzional- IJna nuova fase di modesta espansionesi ebbe proprio con gli
mente iniziare con la fine della controversiaiconoclastica(a43)-e
ter- imperatori comneni - soprattutto con Giovanni u (rrú-4;,) e Ma-
minare con I'occupazione latina di costantinopoli ner
.orío d.[u nuele r (rr43-8o), cui si debbono campagnemilitari coronate da
(tzo4), segna,almeno nel suo prì-o
l1.ll :i?.iata periodo quel_ successoche permisero perfino di strappare ai Selgiuqidi le regioni
ro corncrdenrecon il regno della dinastia macedonr-(A67_ro43) _,
costieredell'Asia Minore meridionale-, ha già nel rt76 una nuova
una nuova fase di sviluppo dell'impero. pur conservandoquel
nucreo disfatta militare a Miriocefalon, in Pisidia, aprì ai Turchi la via del-
greco-anatolicocui si è appena u..èrnuto, l'impero
uirur,ti"'o ioì". al l'Anatolia occidentale.
continuava infatti a mantenere sotto il suo controllo alcuni Al di là comunque delle singole particolarità regionali e delle fasi
territori-
chiave del bacino del Mediterraneo (in particolarec..t.r,-òrp-
. l. di maggiore o minore prosperità, I'impero mediobizantino sembra
coste della Dalmazia e della puglia) che garantivano all'econàmia presentarenel suo insieme un modello insediativo e di sfruttamento
bi-
zantina se non più il monopolio almeno ,in r.rolo au pr",ugà"iriu
,.i del territorio assaidiverso da quello dell'epoca giustinianea:l'impero
commerci transmarini del mondo medievale (MalaÀut,
iqsÀ, Àai delle città (cfr. pen. 5.r) lasciail posto a un'organizzazione statalein
chaelides,\Tilkinson, ry9ù.
cui, accantoalle grandi capitali,alle città di uadizione anticache, pur
Dal punto di vista territoriale,la salita al ffono di Basilio (g67- in una fasedi rinascita,vedono drasticamenteridotte superficiee po-
r
886) segnò l'awio di una importanre fase di .rpunrio.r.,-.ìmnu,u polazione,e accant()aí 1>ochicentri produttivi e commercialidi gran-

8o
)lrzl,Nt, At.t, ARcill.:()l,ocIA BÌZANTINA
J. IL TERRITORIO DELL IMPERO

de, importanza, il m.rlcll. irscdiativ. prevalentediviene quello del (Bryer, r98o; Bryer, \Winfield, 1985), e il despotatodell'Epiro, rerto
villaggiclo della piccola citrrì, spess. poitu ,,, di un'altura e fortifica-
da Michele Angelo, la cui capitale futa visse in quest'epocauna fase
ta, ma comunquestrettamcntec.llcgata a una microeconomiaagrico-
di grande sviluppo ben testimoniato dal livello della sua architertura
la e artigianaleprevalentementekrcrrle(Harvey, r99o, pp. r9t-za3).
monumentale(Mango, 1974, pp. 254-66).
A un modello insediativodi tal genererimandano,pè, .r.-pió, i
L'effettiva frammentazione dell'impero bizantino durò in realtà
dati circa la diffusionecapillarein quesr'epocadi piccoie chieserura-
poco più di due decenni: soprattuttoper opera di Giovanni rrr Va-
li, di modesto se non nullo rilievo monumentaleÀa spessodecorate
tatze (rzzz-54) la dinastia regnanrea Nicea riconquistòinfatti rapi-
da cicli affrescatianche complessi,e in buona purt. dei casi diretta-
damente prima Tessalonicae gran parte della Grecia continentale,
mente o indirettamentecollegatecon insediamentimonastici.
euesto poi, nel rz6r, riprese ancheil controllo dell'anticacapitaleimperiale.
fenomeno
lppare particolarmenre evidente per alcune regionì deila A dispetto delle iniziali difficoltà militari, la fase nicena dev'essere
penisola balcanica(Kravari, 1989) e della Grecia (per eiempio in
però consideratatutt'altro che negativa almeno per quei territori che
Ep,tl"; Soustal,Koder, r98r, ma anchein Attica e Tèssaglia;Kod.r,
rimasero continuativamentesotto il controllo bizantino: nella regione
}Iild, ry76) e per l'isola di creta (dove le chiese rurali di eià medio
nordoccidentale dell'Anatolia la committenza della dinastia regnanre
e tardobizantinacensitesono olme ottocento;Tsougaris,rggg), e più
dei Lascaridi ha ínfatti lasciato norevole ffaccia di sé, tanto nelle
in generaleper tutte quelle aree territoriali ove la continuiià anche in
principali sedi del potere amministrarivo - oltre alla capitale Nicea,
epoca postbizantina della t adizionecristiano-ortodossaha determina-
anchele due residenzeimperiali di Magnesiasul Sipilo (sedetra I'al-
to la conservazionedi un numero rilevante di edifici relieiosi anche
tro della zecca)e di Ninfeo (cfr. pan. j.7) - quanto nella creazione
di modestedimensioni.Tracce analoghesi colgonoperò Àche in al-
di una nuova rete di impianti fortificati (cfr. pen. 6.5), mentre nella
cune aree dell'Anatolia,dove la frattura culturale determinatadalla
regione costiera del Mar Nero i Grandi Comneni furono protagonisti
conquista ottomana non ha favorito una conservazioneglobale dei
fra xrrr e xrv secolodi una fase di notevolesviluppo urbano soprat-
luoghi di culto cristiani,ma dove sopratturtol'urtima fur."di vita del
tutto per quel che riguarda la capitaleTrebisonda
complessodi Bin Bir Kilise e la serie di insediamentirupestri della
Con la riconquistadi Costantinopolinel rz6r l'impero riacquistò,
cappadociacostituisconoun esempioeclatantedi come insediamenti
sia pure per breve tempo, la sua unità territoriale,anchese i decenni
eremitici e monasticie comunitàrurali si trovasserospessoa convive_
dell'occupazionelatina avevanodeterminato una frattura sensibiletra
re e costituisseroun elementofondamentalenell'uso del territorio in
le componentianatolicaed ellenicadel mondo bizantino. All'amrnini-
età mediobizantina(Rodley, r985 ).
strazione di Costantinopoli restavanolegate aree sempre più ridotte
dell'Asia Minore nordoccidentale, della Tracia e della Grecia conti-
3.5 nentale; le regioni peninsulari elleniche rimanevano in larga misura
L'impero tardobizantino
sotto il controllo delle potenze occidentali (soprattutto Veneziani,
Genovesi,Angioini e Catalani),menre nel Peloponnesodalle ceneri
L'occupazione latina di costantinopoli Gzo4-6t) segna un alffo
di uno degli stati crociati nascevail despotato bizantino di Morea,
spartiacquefondamentalenell'assettoterritorialedell'imperobizantino
(nrc. 5): in seguito alla "deviazione"della quarta .ro.irtu, con capitaleMisrà (cfr. pen. 5.7),largamente indipendentedal po-
l,impero tere centrale.
vide infatti sortratte al suo controllo l'intera règione ellenica,la Tracia
Dopo una fase di relativa stabilità coincisa con il primo periodo
e le coste dell'Asia Minore afracciatesul Mar di Mur-uru. All'ammr-
di regno della dinastia paleologa, gràtu panire dai primi decenni del
nistrazioneimperiale,che trasferìla sua sede a Nicea (odierna Iznik,
xtv secolola pressionedei Serbi e dei Bulgari nell'areabalcanicae
nella Turchia nordoccidentale),rimaserola sola regionenordocciden-
quella dei Turchi in Anatolia si rivelò comunque insostenibile per le
tale dell'Anatolia,ivi compresele cosredell'Egeoà di purt. del Mar
florzeimperiali e alla metà del secolol'intera Asia Minore era già nel-
Nero; mentre sulla costa meridionale di quest'ultimo Èacino e nella
le mani dei turchi, mentre a Occidente la Grecia continentale e cen-
Grecia occidentaleprendevanovita due entità stataliindipendenti: il
trale - a eccezionedi Tessalonicae dell'areaimmediatamentecirco-
principato di rrebisonda, retto dai Grandi comneni e che da qu.-
stante- passavanosotto il controllo dei Serbi. Un cinquantenniopiù
st'epoca fino alla definitiva conquista turca rimase indipendente
tarrfi,dopo la definitivacadutadi Tessalonica in mano turca (1387),

8z
xl
IJ2I()NI.:At,I,,ARcI{I'OI,OCIA BIZANTINA

4
l'impero vero e proprio era ridotto an'estremapropaggine
deila peni-
sola di rracia e ad alcune isore den'Eg.o, -.ri..
despotatodi Morea si affermava.o-!..uporaldo
ì.í"e.tolorrrr.ro it
bizantinJì.r-grrao
Costantinopoli
di.soprawivere_per alcuni anni anche alla c;ilù;fJi;;^a"aii'lo.ro,
culminata con la presa di Costantinopoli del .9 ;"ggi;-r;;'."'

4.r
Il sito

Per edificare la nuova capitale dell'impero romano d'Oriente Costan-


tino scelseil promontorio che chiude I'imboccatura dello stretto del
Bosforo - il canale naturale che mette in comunicazioneil Mar Nero
(l'antico Ponto Euxino) con il Mar di Marmara (l'antica Propontide)e
quindi con il Mediterraneo - e che è separato dal resto della costa
europea dello stetto dalla profonda insenatura del Corno d'Oro
(nrc. z5).
Si trattava di un sito non particolarmentefelice dal punto di vista
naturale - il profilo orografico del promontorio è articolato da sette
colline con ristretti piani sommitali separati da profondi valloni e la
regione è solcatasolo da un modesto corso d'acqua - ma che già da
diversi secoli era stato individuato come punto di eccezionaleimpor-
t^nz^ súategicae simbolica.
L'insediamento umano nella regione era avvenuto già in età prei-
storica(Janin, 1964, pp.9-rr; Beck et al., 1973), mentre il primo
nucleo urbano, testimoniato peralro solo da fonti più tarde, risale al
vrr secoloa.C., quando sull'esremitàdel promontorio venne fondata
una colonia megareseche assunseil nome di Bisanzio, derivato, se-
condo le stessefonti, da quello dell'eroe eponimo Byzas. Nei secoli
successivila città si sviluppò costantementee mantenne quasi sempre
la propria indipendenza,fino alla fine del u secolo d.C., quando,
entrata nell'orbita romana e avendo parteggiato per PescennioNigro
nella crisi dinastica dell'epoca,venne assediata,conquistatae in parte
distrutta da Settimio Severo(196) che ne soppresseanchelo statuto
di città libera, riducendolaal rango di semplicevillaggio.L'importan-
te collocazionestrategicadella città determinò però presto un ripen-
samentoda parte dello stessoimperatore che prowide al ripopola-

t{4
X5
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA r'. COSTANTINOPOLI

FIGURA 2t mento del sito e alla costruzione di una nuova cerchia di mura a
Pianta della città di Costantinopoli in epoca bizantina difesa dell'estremapropagginedel promontorio.
La designazionea nuova capitale dell'impero d'Oriente da parte
di Costantino $zfi determinò l'awio di una fase di grande espan-
sione della città, che assunsein quell'epocaalcuni dei caratteri fonda-
mentali che ne conraddistinsero la vita e lo sviluppo anche nei secoli
successivi.Dal momento della sua inaugurazioneufficiale (rr maggio
del 33o) e fino alla caduta della città nelle mani dei Turchi ottomani
di Maometto rr (29 maggio del 1453) - salvo la parentesicostituita
dall'occupazionelatina nel corso della quarta crociata Gzo4-6r) -
Costantinopoli fu per oltre un millennio la capitale dell'impero bizan-
tino e, insieme con Roma, il più importante cenffo monumentale del
mondo tardoantico e medievale. Per lunghi periodi costituì inolre il
\ più vasto agglomerato umano e il maggior centro di consumo del
ì'..,
ì\ bacino del Mediterraneo e anche nei momenti più oscuri della sua
storia rappresentò un fondamentale punto di riferimento politico,
tril ideologico e religioso per una societàche era perfettamente consape-
vole dell'antichità delle sue origini e della complessitàdei valori sim-
bolici e culturali che si sommavanonella capitale dell'impero bizanti-
no, di volta in volta definita Nuova Roma, Nuova Atene, Regina del-
le città, Protetta da Dio.
Lo sviluppo e la trasformazione del tessuto urbano e monumen-
tale di Costantinopoli furono segnati e in qualche misura anche de-
terminati da una serie di catastrofi naturali che colpirono la città: so-
lo per il periodo compreso tra il rv e il x secolo le fonti ricordano
ben trentatré terremoti (Guidoboni, 1989), alcuni dei quali di deva-
stante intensità, a partire da quello del 447 che distrussebuona parte
mura sevenane
-
edifici religiosi, secc. 5o'8o delle mura teodosiane appena costruite, e un numero imprecisato di
mura costantinime o edifici religiosi, secc. 9o-rzo
incendi più o meno gravi, favoriti dallo sviluppo spessodisordinato
A edifici religiosi, secc. r3"-r5"
dell'edilizia residenzialeprivata (Kriesis, 196o; Dagron, r99r, pp.
r. Porta d'Oro; z. Pona di Pegé; 3. Porta di S. Romano; +. Porta di Charisius; 5. Augusteion; 6. Senato; 7. fi7-8), alcuni dei quali interessaronointeri quartieri, distruggendo a
Milion; 8. Foro di Costantino; 9. Forum Tauri; ro. Philadelphion; rr. Forum Bovis; rz. Foro di Arcadio;
r3. Grande Palazzoi 14. Terme di Zeuxippo; r5. Ippodromo; 6. Pdazzo del Boucoléon; r7. Cistema
più riprese importanti monumenti pubblici (Schneider,t94rù.
Binbirdirek; r8. Cisterna Yerebatan Saray; r9. Cisterna di S. Mocio; zo. Cisterna di Ezio; zr. Cistema di
Aspar; zz. Acquedotto di Valente; 23. S. Giovanni di Studio; 24. Santa Sofia; zy. Santa lrene; 26.
Theotokos di Chalkoprateia; zz. S. Eufemia; 28. Ss. Sergio e Bacco; 29. Basiliche di Beyazid; 3o. S. oil
Polieucto; 3r. Ss. Apostoli; 32. Cristo Philanthropos; 3. Nea Ekklesia; 34. Myrelaion; 35. Kalenderhane Archeologia un^capitale
Cm! ú. Vefa Kilise Cam|' y. Pantokrator; 38. Cristo Pantepoptes; ry. Gùl Cami; 4o. Mon. di Costan-
tino Lips; 4r. S. Maria Pammakaristos; 42. Isa Kaprsr Mescidi; 43. Manastir Mescidi; 44. Salvatore di
Chora; 45. Boldm Saray; 46. Sinan Pesa Mescidi;47. Tekfur Saray. Anche se la moderna Istanbul conserva un patrimonio monumentale
paragonabile solo a quello di Roma, le fasi di sviluppo e di trasfor-
mazione della capitale bizantina possono essere seguite solo parzial-
rnente attraverso i dati archeologici. Le ineluttabili leggi del reimpie-
go c della trasformazione di spazi e costruzioni hanno infatti determi-

ftó l:1
rNTRoDUzroNn All',tncuEoLocr,t BIZANTTNA r'. COST.{NTINOPOL

nato una soprawivenza assaiselettiva degli edifici antichi: si sono Per contro, la relativa ricchezzadelle informazioni desumibili dal-
conservate molte chiese, gran parte delle quali trasformate in mo- le fonti storiche, trattatistiche e narrative ha consentito lo svilupparsi,
schee dopo la conquista ottomana e quindi di fatto tramandate con fin dagli inizi del secolo,di una ricca tradizione di studi storico-topo-
poche modiflche significative. Si conservanonella loro sostanzialein- grafici, dedicati sia alla città nel suo complessosia ad alcuni dei suoi
tetezz le mura terrestri di epoca teodosianae solo per alcuni tratti monumenti più signiflcativi(Preger, r9o5'r2; Ebersolt, r9o9; Janin,
le mura marittime; rimane una parte importante del sistemadi addu- ry64;
- Guilland, t969; Mango, 1985; ry86ù.
zione e di conservazionedelle acque, con un lungo tratto dell'acque- La più antica descrizione della città è costituita dalla Urbs Con-
dotto di Valente e alcune cisterne di grandi dimensioni; infine, i AantinopolitanaNoua Roma, opera anonima del secondo quarto del v
grandi lavori di tiassettourbanisticoseguiti agli incendi del rgrz-r3 secolo(Mu.rgo, 1985), cui seguecronologicamente la raccoltadei Pa-
hanno permesso di riconoscerenell'area monumentale cenffale a ri- tia (Dagron, rq8+b; Berger, 1988). In questo ultimo casosi tratta di
dosso della chiesa della Santa Sofia le racce dell'antico impianto ur- una collazione di testi a carattere storico e descrittivo, compilata in-
bano. Per il resto, la progressivaerosione di oltre quatffo secoli di torno alla fine del x secolo tenendo conto di numerosi testi minori
attività umane e il vertiginoso e spessodisordinato sviluppo urbani- non pervenuti e riportando invece i passi più significativi di- altre tre
op.rè .orr"fvatesi - i Patria Konstantinopoleos di Esichio di Mileto
stico della città moderna nel corso dell'ultimo secolo hanno di fatto
determinato la completa scomparsadi edifici pubblici e privati e una (vr secolo), le ParastaseisSynthomoicbronicai, opera anonima della
irrimediabile alterazionedei gacciati viari antichi, oggi ricostruibili in prima metà dell'vrrr secolo (Con*antinople, 1984), e la Narrazione
-
parte solo sulla base delle fonti. d.ellacostruZionedella SantaSofw, anch'essaanonima che, nonostan-
D'altro canto, le indagini di scavo fin qui condotte sul territorio te la dubbia attendibilità di molti passi, costituisceun importante ri-
urbano - in massima parte scavi di emergenzao di salvataggioin ferimento per lo studio della topografi,adi cosranrinopoli nei primi
occasionedi grandi lavori di urbarizzazione tealízzati a píù riprese secoli della sua storia (Dagron, ry9r).
soprattuttotra gli anni Venti e gli anni Sessanta(Mamboury, 19361 Per quanto riguarda l'epoca protobizantina si rivelano di notevole
1938; t95r; Lafontaine, ry59-6o) - non hanno mai assuntocarattere utilità le àp".. degli storici di tradizione antica (Zosimo, Agazia,Gio-
di sistematicitàe organicità e la topografia di larghi settofi della città vanni Malala, Teofilatto Simocatta e Marcellino Comes),mentre' co-
tardoantica e medievale risulta ancor oggi assai poco chiara almeno me si è già ricordato, il primo libro del De aedifciis di Procopio di
dal punto di vista dell'analisiarcheologica(Schneider,1936; Kleiss, CesareaÈ itrt.ru-"nte dedicato all'elenco e alla descrizionedegli edi-
1965; Muller-'W'iener, rg77). fici civili e religiosi fatti costruire da Giustiniano nella capitale impe-
Sufficientementeapprofondita è per esempio la conoscenzadi al- riale.
cuni settori immediatamenteadiacenti l'area dell'antico palazzoimpe- Per i secoli immediatamentesuccessivial vr si registra invece una
riale, frutto soprattutto delle ricerche condotte negli anni Venti e sensibile diminuzione sia nella quantità sia nella qualità testimoniale
Trenta dalle équipe francesi, tedeschee inglesi, in funzione del risa- delle opere pervenute (Mango, 1985, p. 8) e solo a partire dal rx e
namento dei quartieri orientali della città e della realizzazionedi un * ,..olo h ricerca storico-topografrcapuò trovare nuove basi nelle
grande parco atcheologicoche non vide però mai la luce (Cassone/ opere dei cronachisti (soprattutto Teofane il Confessoree il Teofane
lil/iegand, 1934; Cìntinuato) e particolarmente nel trattato De caeremoniis aulaebyzan'
al., r9z8; Casson,Talbot Rice, r9z9; Mamboury,
tinae dell'imperatore Costantino vrr Porfrrogenito (9rz-959)' In que-
Demangel,Mamboury, :'939;Brett et al., 1947; Talbot Rice, 1958)'
st'ultimo caso le descrizioni del cerimoniale di corte e dei diversi luo-
Rimangono invece quasi del tutto ignoti gli assetti urbani e mo-
numentali dí gran parte delle aree centrali e occidentali, che pure in ghi a esso deputati si rivelano strumenti di eccezionalevalore per la
diversi frangenti hanno rivelato le loro notevoli potenzialità archeolo- iicostruzioneàel complessodel Grande Palazzo(Mango, 1959), di
giche, per esempioin occasionedella costruzionedella nuova univer- alcuni edifici religiosi ira cui la Santa Sofia, nonché di tratti significa-
sità, allorché furono riportati alla luce ma non adeguatamenteindaga- tivi dell'impianto urbano della Costantinopoli mediobizantina.
ti diversi edifici religiosi (Firath, r95r), o quando i lavori per la rea- Per quanto riguarda infine I'età tardobizantina,la grande attività
hzzazione di un nuovo asse stradale portarono alla scoperta e allo letterariae cronachisticafiorita pressole corti dei Comneni prima e
scavodella chiesadi S. Polieucto (Harrison, 1986; Hayes, rc.'c;zl . dci Paleologhipoi ha l)crmessola trasmissionedi una grande mole di

X.l
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 4. COSTANTINOPOLI

dati - peraltro non ancorastudiati sistematicamente - soprattuttore- me cinque, di dimensioni limitate ma densamente popolate, erano
lativi ai quartieri occidentali della città, intorno ai quali ruotavano i comprese all'interno del perimetro delle antiche mura severiane;le
nuovi centri direzionali della capitale in quell'epoca. regioni dalla sestaalla dodicesimaoccupavano,con superfici e densità
abitative diverse, lo spazio compreso tra la vecchia e la nuova cinta;
la tredicesima era costituita dal sobborgo di Sykae,posto al di là del
La città ro ^!l^e tardoantica Corno d'Oro, sulle pendici della collina di Pera dove in seguito sa-
rebbero sorti gli importanti quartieri suburbani di Pera e Galata. La
Stando alle fonti contemporanee(Dione Cassio,Lxxrv, ro, 14; Ero- quattordicesimaregione - la cui ubicazione è stata a lungo oggetto di
diano, rrr, r, 6), la conquistadell'anticaBisanzioda parte delle rup- dibattito (Mango, r986c) - comprendevaprobabilmenteil sobborgo
pe di Settimio Severo comportò la totale distruzione della città, a delle Blacherne, sito abitato sin dall'antichità, dotato ancora a que-
partire dalla poderosacinta muraria che difendeva l'estremità orienta- st'epoca di una propria cinta di mura e che venne inglobato nel tes-
le del promontorio (la cosiddetta Punta del Serraglio,corrispondente suto urbano di Costantinopoli solo al momento dell'edificazionedelle
grosso modo con il palazzo imperiale ottomano del Topkapr Saray). mura teodosiane.
Fatta eccezioneper alcune iscrizioni per lo più provenienti dalle ne- II sistemaviario era otganizzatointorno a un asseprincipale (la
cropoli suburbane di età ellenistica, sul temitorio della moderna Mese) che partiva dall'antico Tetrastoone, dirigendosi verso Ovest,
Istanbul non rimane alcuna traccia archeologicadel primitivo insedia- raggiungevaprima il nuovo foro circolare costruito in onore di Co-
mento. stantino, sul quale si apriva il secondo degli edifici del Senato, poi
Anche per quanto riguarda la Bisanzio di età severianale nostre due importanti nodi stradali, tJ.Tetrapylon,dove la Meseincrociava un
conoscenzesi basano quasi esclusivamentesu notizie riportate da decumano, e quindi il Pbiladelphion,dove la strada si biforcava in
fonti bizantine di epoca successivache legano al nome dell'imperato- due rami. Il ramo meridionale si dirigeva verso la porta principale
re una serie di importanti interventi edilizi (Mango, 1985; r986b; delle mura (la Porta d'Oro), mentre il ramo settentrionaleraggiunge-
Berger, 1987; Barcanti, r99oa). Oltre alla nuova cinta muraria, che va un'altra porta passandodinanzi all'importante complessoreligioso
molto probabilmente ricalcavail percorso di quella precedente,reim- dedicato ai Ss. Apostoli cui era annessoil mausoleo dello stessoCo-
piegandone forse le strutture superstiti, alla diretta committenza di stantino (Mango, r99o; Dagron, r99Í, pp. 4o7-t5).
Settimio Severo dovrebbero esserericondotti il sostanzialerifacimen-
to dell'antica agorà- che venne cinta di portici (assumendodi conse- 4.4
guenzala denominazionedi Tetrastoon)e a ridosso della quale sorse- L'epoca protobizantina
ro in seguito il Grande Palazzoimperiale, uno degli edifici del Senato
e la chiesa della Santa Sofia - il primitivo impianto dell' ippodromo, Il regno di Teodosio rr (4o8-45o) segnòun'altra tappa di fondamen-
l'edificazione delle grandi terme di Zeuxippo, nonché la cosmuzione tale importanza nello sviluppo urbanistico di Costantinopoli, legata in
o il restauro di tutta una serie di edifici pubblici: alcuni templi, una primo luogo alla costruzione della nuova cinta delle mura terrestri,
piazza d'armi (Stratègtnn)e forse un anfitearo. erette a partire dal 4ry e che costituirono ancora dopo la conquista
Fu solo però con la designazionedella città a capitale imperiale ottomana il cardine del sistema difensivo della città (Meyer, Schnei-
che Costantinopoli visse la sua prima fase di rapida e intensa espan- der, 1943;Tsangadas,r98o), e quindi alla definitiva sistemazionedei
sione urbanistica, sottolineata innanzitutto dalla costruzione di un principali assi viari che caratterizzaronola topografia della capitale
nuovo peribolo fortificato che doveva correre quasi tre chilometri a per tutto il millennio bizantino.
ovest della cinta severiana,anche se il suo tracciato e la sua strufiura Le mura teodosiane si dispongono lungo un arco di cerchio a
sono ricosfruibili solo in maniera largamente ipotetica (Janin, 1964, una distanza di circa j,j km dall'esmemitàdel promontorio su cui
pp.263-5; Mango, 1985). Più chiaro apparcinvece f impianto inter- sorge la città. Partendo dalla costa della Propontide, essesi sviluppa-
no della nuova entità urbana: al pari di Roma, al cui modello simbo- no verso Nord per oltre 5.6oo metri fino a raggiungereil quartiere
lico ben si attagliavagià la disposizionesu sette colli, anche Costanti- delle Blacherne, dove sembrano arrestarsibruscamente all'altezzadel
nopoli venne suddivisain quattordici regioni amministrative.Le pri- più tardo palazzodel Tekfur Saraye dove andavanoprobabilmentea
raccordarsicon l'autonomacerchia muraria, oggi scomparsa,che già attribuiscono all'epoca di Teodosio rr anche la costruzionedelle mura
in epoca costantinianadoveva difendere quel quartiere. che difendono Costantinopoli lungo i lati prospicienti il mare, ma
Lungo tutta la sua estensionela cinta teodosiana presenta una questo dato non sembra trovare alcun riscontro in altre fonti e nell'e-
peculiare articolazionestrutturale che servì da modello per gran parte videnza dei resti conservatisi.Per quanto riguarda il tratto meridio-
dei sistemi difensivi costruiti in epoca protobizantina in molte delle nale che corre lungo la Propontide (noro r8), le mura - che si svi-
regioni dell'impero (noro r7). Procedendodall'esternoverso l'inter- luppano per circa 8 km e sono costituite da un semplice muro alto
no si incontrano infatti: un fossato artificiale, largo tra i 15 e i zo m tta i rz e i 15 m, rinforzato da r88 torri, con almeno 13 porte -
e profondo trz^j e 7 m, ancotz-oggi ben riconoscibile sul terreno; attendono ancora uno studio sistematico,ostacolato ffa I'altro dallo
una prima area scoperta compresa tra il fossato e il primo muro; stato di frammentarietà dei resti, demoliti per lunghi tratti alla fine
l'antemurale,fiancheggiatoda 9z piccole torri dispostein assecon le del secolo scorso in occasionedella costruzione della linea ferroviaria
(Mamboury, \liegand, r%ù. Va inoltre rilevato che proprio questo
cortine libere ra le torri del muro principale resrostante; una secon-
da e ampia fascia scoperta; e infine il muro principale, alto circa r r ratto delle mura è quello che più degli altri sembra aver vissuto in
m, dotato di un cammino di ronda e difeso da 96 torri di forme una sorta di simbiosi con gli edifici pubblici e privati a esso adiacen-
diverse (74 quadrate, 14 ottogonali, 5 esagonali,z eptagonali e r ti, molti dei quali si vanno ad appoggiarc alla struttura difensiva, che
pentagonale),regolarmentedistanziatetr^ loro di circa 55 meri. Al- a sua volta potrebbe aver reimpiegato segmenti significativi di edifici
trettanto peculiare e caratteristicadell'edilizia pubblica costantinopoli- di vario genere e di diversa epoca.
tana dei primi secoli dell'impero bizantino appare la tecnica edihzia, Ancora più controversaapparela questioneper quel che riguarda
caîatfetízzatadall'impiego di una muratura a sacco con nucleo cen- le mura marittime che corrono lungo il Corno d'Oro. In questo caso
trale in conglomeratocementizio e cortine a fasce alternate di cinque l'opera di risanamentodell'intero quartiere appena condotta a termi-
filari di \aterizi e di un numero più variabile di filari di blocchi di ne dalle autorità turche promette di favorire una lettura archeologica
pietra accuratamente squadrati. più analitica delle strutture conservatesi- si tratta di un muro singo-
In questo tratto delle mura si aprivano inolre dieci porte princi- lo, alto circa ro m, rinforzato da circa rro torri e prowisto di 14
pali - le più importanti delle quali erano, da Sud a Nord, la Porta porte - e di verificare quindi sul terreno le ipotesi di datazione avan-
d'Oro, la Porta di Pegéo di Silivri, la Porta di S. Romano e la Porta zate. In particolare quelle che, sulla base di una notizia riportata dal-
di Charisius o di Adrianopoli - cui si aggiungevanoun consistente le fonti secondocui in occasionedell'attaccodegli Avari del 626 que-
numero di posterule che davano accessoagh.spazi aperti tra le mura str- zona della città era sprowista di mura, riconducono la costruzio-
e il fossato. ne di questo tratto delle difese cittadine a una fase addirittura succes-
Pur conservandonella loro sostanzialeintegrità I'aspetto originale siva alla grande stagionegiustinianea(Grumel, 1964; Mango, 1985).
assuntodopo la ricostruzione,awenuta ancora in epoca teodosiana, L'ampliamento del perimeffo urbano rcalizzatosicon la costruzio-
dei lunghi tratti abbattuti nel corso del disastrosoterremoto del 447, ne della nuova cinta determinò owiamente anche una generaleridefi-
le mura terrestri di Costantinopoli furono oggetto nel corso dei secoli nizione dell'assettotopograficodell'interacittà. Il principale assevia-
di tutta una serie di restauri volti a risarcire i danni provocati dalla rio continuava a essererappresentatodalla Mese,i cui rami meridio-
lunga serie di catastrofi naturali cui si è accennato.Le iscrizioni atte- nale e settentrionale vennero prolungati fino a raggiungere la cinta
stanogli interventi di Giustino u (565-578),Leone rrr Isauricoe suo teodosianarispettivamente in corrispondenza della nuova Porta d'O-
figlio Costantino v dopo il terremoto del 74o, Basilio rr e Costantino ro e della Porta di Adrianopoli. Sull'asseprincipale della Mese- che
vrrr nel 975, Alessio rrr Angelo Gry5-rzo3), probabilmenteeponi- collegavail nucleo monumentalecentrale che ruotava intorno al gran-
mo di tutta una serie di restauri condotti dai Comneni Manuele r de Tetrastoono Augusteion, alla Porta d'Oro - si disponevano una
(rr43-8o) e Andronico r (r183-85), e infine di Giovannivrrr Paleo- serie di piazzeche, riprendendo e rielaborando il tema del forum ro-
logo (r425-48). mano, costituivano alffettanti punti focali nella vita cittadina.
'Intorno all'Augusteionsorgevanogli edifici monumentalipiù im-
Più complessosi presentail problema della cronologiae delle fasi
di realizzazionedelle mura marittime; il ChroniconPascale(Mango, pcrrtanti e intimamente legati con l'esercizio e la rappresentazione
1985,p. 25, n. rz) e lo PseudoCodino (Janin,Í964, p. 287,n. 3) simbolicaclel potere civile e religioso(rrc. z6): a Sudestsi apriva
INTRoDUzroNn AI-I-'aRcuroLo<;r,{ BTzANTTNA

FIGURA 26 cato dalla presenza del monumentale tetrapilo del Milion (Firath,
Costantinopoli, pianta dell'area monumentale centrale ry69).
Procedendo verso Ovest il percorso della Mese era scandito dal
già citato foro di Costantino, il cui centro era segnato dalla grande
colonna onorifica in porfido ancora in parte conservata (Barsanti,
7/t 1992, con bibliografia precedente), poi dal foro di Teodosio r,
detto anche Forurn Tauri (Barsanti, in corso di stampa), quindi,
dopo la biforcazione del Pbiladelphíon,íI Forum Bouis e, da ultimo,
il foro di fucadio. La precisa locahzzazionedel Forurrt Bouis - cos\
definito per la presenza di una grande fornace in forma di testa di
bue portata a Costantinopoli da Pergamo - è ancora incerta, stan-
te I'assenzadi testimonianze archeologichee la poca chiarczza delle
. : ] fonti; per contro il centro del foro di Arcadio è indicato dalla pre-
\'..-,'/ senza del grande basamento della colonna onorifica eretta agli inizi
del v secolo, oggi pressochétotalmente inglobato in modeste abita-
zioni.
Tra gli edifici monumentali che caratterizzavanola Costantinopoli
di età protobizantina tre appaiono specialmente importanti per il
ruolo che ebbero in tutte le epoche della storia della capitale bizanti'
na: il palazzo imperiale, I'ippodromo e la chiesa della Santa Sofia
(Krautheimer,1987,pp. 6r-ro5).
Il Grande Palazzo degli imperatori bizantini sorgevafin dall'epo-
ca costantiniana (ma le prime fondazioni potrebbero risalire gràLal-
I'intervento di Settimio Severo;Herrin, r99r) all'estremitàdella pe-
nisola su cui si dispone Costantinopoli, su di un grande feffazza-
mento prospiciente il Mar di Marmara. Le indagini archeologiche
condotte a partire dai primi decenni di questo secolo (Brett et al.,
ry47; Talbot Rice, ry56; t957; 1958) hanno potuto chiarire solo in
minima parte la diposizione e l'effettiva consistenzadei molti edifici
che, disponendosi intorno a corti e porticati, costituivano il vasto ag-
glomerato del palazzo,anche se i limiti del complessorisultano ben
definiti dalla presenza di altri grandi monumenti pubblici. Verso
Nordovest I palazzo confinava infatti con l'ippodromo e le grandi
Fonte: Rjel,aborazione da Múller-Wiener G9771.
terme di Zeuxippo; verso Nordest con la piazza dell'Augusteione,
al di là di questa, con la Santa Sofia e il Senato;verso Sudovestcon
il palazzo del Boucoléon e il quartiere di Hormisdas, mentre verso
Est e verso Sud i grandi tenazzamenti si affacciavanodirettamente
infatti la Chalké,il monumentale vestibolo che dava accessoal Gran- sul mare. Gli edifici che sorgevanoall'interno del perimetro così de-
de Palazzoimperiale; ad Est sorgevanoil Senato e il complessodella finito sono in gran parte noti solo attraverso numerose ma spesso
Magnaura (anch'essofacente parte del palazzo);a Nord, già a partire imprecise fonti antiche - in particolare il citato De caerirnoniisdi Co-
dall'epocadi Costanzou Q3736r) sorgevala chiesadella SantaSo- stantino vrr Porfirogenito - che hanno permessoagli studiosi rico-
fia, mentre a Ovest si staccavaappunto la Mese,il cui inizio era mar- struzioni ipotetiche, ma sufficientementeattendibili almeno nelle li-

e4
4. COSTANTTNOPOLT

nee generali, dell'aspetto che 1l palazzo aveva assunto in epoca me- vita urbana di tradizione antica anche nelle fasi di maggiore disgrega-
diobizantina attraverso il succedersidei continui interventi edilizi e mento del tessuto connettivo della città medievale(Guilland, 1969;
di abbellimento cui praticamente nessuno degli imperatori di Bisan- t97o; Dagron, r99r, pp. 3rr-25).
zio volle rinunciare (Dirimtekin, r96j; Guilland, 1969; Miranda, Iniziato già sotto Settimio Severo e completato in età costantinia-
1983; Jobst, Vetters, ry92). Sul lato settenrionale del palazzo,rivol- na, I'ippodromo di Costantinopoli, che sorgeva a Nordovest del
to verso l'Augusteion, si apriva l'ingresso monumentale Oa Chalké), Grande Palazzo e tanto vicino a quest'ultimo da condizionarne in
un edificio di impianto quadrangolarericosruito da Giustiniano che parte lo sviluppo topografico, fu oggetto di continui restauri nel cor-
prendeva il nome dalla grande porta bronzea destinata a mettere in so dei secoli e ancora alla metà del xrv secoloospitava tornei cavalle-
comunicazionei. palazzocon lo spazio antistante la chiesa della San- reschi secondo le mode introdotte un secolo prima dai conquistatori
ta Sofia e che ospitava nella sua sala centrale cupolata una vera e latini. Benché le indagini archeologichecondotte negli anni Venti e
propria collezione di opere d'arte fatte giungere dalle diverse regioni Trenta abbiano interessato solo una parte relativamente limitata del
dell'impero (Mango, r9j9).Attraversata la Chalké, si giungevaalle grande complesso,le fonti letterarie e iconografiche- in particolare
scholaedei corpi di guardia e quindi a una serie di sale di rappre- una incisione del Panvinio (De ludis circensibus, Yenezia 16oo, p. 6r,
sentanza che conducevano direttamente al palazzo di Daphné, di rev. n) - permettono di riconoscerneI'impianto tradizionalecon la
fondazione costantiniana,che costituiva ancora in età teodosiana il doppia corsia separata dalla spina (decorata da una imponente colle-
nucleo centraledell'intero complesso. zione di colonne e obelischi portati a Costantinopoli dalle diverse re-
Già con Giustino t (565-578) e poi con il suo successore Tibe- gioni dell'impero; Bassett,r99r) e conclusaverso Nordest dai carce'
rio r Costantino(578-582) vennero però portate a termine la costru- res e all'estremità opposta dalla grande curva della sphendoné.
zione e la sontuosadecorazionedel cosiddetto Crisotriclinio, la gran- Il terzo grande polo del centro monumentale della Costantinopoli
de salaottagonalecupolatae dotata di un'esedradestinataa ospitare protobizantina e bizantina era costituito dalla chiesa della Santa So-
il trono imperiale che il De caerimoniisattesta come vero cuore del fia. L'ar,'vio dei lavori di edificazione di un grande tempio cristiano
palazzo.A sua volta il Crisotriclinio comunicavaatffaverso una serie dedicato alla sapienzadivina e collocato proprio nel cuore dell'acro-
di ambienti intermedi con la tribuna imperiale (kathisnta),posta lun- poli della città antica si deve probabilmente già a Costantino, anche
go il lato orientale dell'ippodromo. La zona meridionale del palazzo se la prima chiesa - che le fonti consentono di ricostruire ipotetica-
sembra avesseinvece una connotazione più spiccatamentereligiosa: mente come impianto basilicalea tre o cinque navate,coperto a tetto
presso il limite della spianataartificiale si trovavano infatti ue impor- e forse dotato di gallerie - venne consacratasolo nel febbraio del
tanti chiese dedicate rispettivamente alla Vergine, a S. Demerio e a 36o sotto il regno di Costanzorr. Le fonti e gli scarsidati archeologi-
S. Elia, mentre più in basso,oltre il limite del tenazz mento, sorsein ci non consentono di stabilire quanta parte della chiesa originaria an-
seguito la grande Nea Ekklesiavoluta da Basilio r il Macedone (s67- dò distrutta nell'incendio scoppiato nel 4o4 nel corso dei disordini
886), oggi completamenteperduta e nota solo dalle fonti. legati alla deposizionedi Giovanni Crisostomo dalla carica patriarcale
La zona nordorientale del Grande Palazzoera occupata dal com- e non è quindi possibile determinare se il successivointervento di
plesso detto della Magnaura, utilizzato come luogo di ricevimento de- Teodosio rr, culminato con la riconsacrazionedel 4r5, sia consistito
gli ambasciatori stranieri, il cui nucleo centrale era costituito da un in un semplicerestauroo in una radicalericostruzione.All'epoca teo-
edificio di impianto basilicale a tre navate, al fondo del quale una dosiana debbono comunque esserecertamenteassegnatii resti del
nicchia sopraelevataospitava il trono di Salomone, corredato da monumentale portico colonnato venuto alla luce nel corso degli scavi
un'imponente scenografia di automi, usato dall'imperatore nelle condotti nell'areaantistantel'esonartecedella chiesaattuale (Schnei-
udienzealle delegazionistraniere. der, r94rb), mentre probabilmenteancora al rv secolorisale la co-
Se il Grande Palazzorappresentò per quasi tutto il millennio bi- struzione dello skeuoplrylakion che sorge accanto all'angolo nordorien-
zantino il simbolo stessodel potere imperiale,fu però un aluo gran- tale dell'edificio(Mathews,r9Zr, pp. rr-8).
de edificio pubblico, I'ippodromo, ad assolverenello stessoperiodo Ai decenni cenuali del v secolo si datano inoltre una serie di
alla funzione di principale luogo di raccolta e di incontro della popo- importanti chiese r.rbicatein diversí quartieri della città e che per le
lazione di Costantinoooli.contribuendoa mantenereviva I'idea della morfolosichesembranocostituireuno dei
lor() c()stanticarattcristichc

s6 rl'/
JzroNE At-t-'ARcr-rnolocrA BTzANTTNA 4. COSTANTTNOPOLT

punti di paffenza per i successivisviluppi dell'architettura della pri- FIGURA 27


ma età bizantina. Nell'estremo quartiere sudorientaledella città, com- Costantinopolí, pianta della chiesa di S. Giovanni di Studio
preso tra la cinta teodosianae il Mar di Marmara, sorgela chiesadi
S. Giovanni di Studio (ilc. z7),la cui costruzionepuò esseredatata
con cerfezzaagli anni Cinquanta del secolo e che, dal punto di vista \
-ft
dell'iconografia e delle soluzioni strutturali, può essere considerata
una sorta di modello normativo dell'architettura religiosa costantino-
politana dell'epoca.La chiesapresentaun impianto basilicalea tre \
navate, scandite da due file di colonne architravate, con nartece e
atrio quadrangolare,oggi quasi totalmente scomparsoa eccezionedi 0 t0 20m
parte àel muro settentrionalee del porticato a quattro_colonneche
tu

i--"tt. nel nartece. All'interno rimangono tracce evidenti dell'esi- Fonte: Mathews (ry7r)
stenzadi una galleria continua a U che cofreva sul nartece e sulle
navate laterali; 1'abride, separata dalla navata centrale da una recin- FrcuRA 28
zione presbiteriale, ospitava un syntbronoz,mentre al di sotto dell'al- Costantinopoli, pianta della basilica di S. Maria di Chalkoprateia
tare si apriva una piccola cripta cruciforme cui si accedevaattraverso
una ripiàa scalinata.In S. Giovanni di Studio il tradizionaleschema 0 t0 20m
basilicàleappare però aggiornatoattraversouna serie di soluzioni pe-
culiari: I'aJozione di un impianto rettangolare sensibilmenteraccor-
ciato nel suo asselongitudinale e ampliato in quello trasversale'con
vna navatacentrale fortemente dilatata in laryhezza;la presenza di
un'abside semicircolareall'interno e poligonale all'esterno, che segna \
.rX
il debutto di una tipologia che ebbe in seguito grande fortuna nel , l ' l
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mondo bizantino; I'impiego di una mufatura a fasce alternate di pie- :
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tra e matroni che ricoida assaida vicino quella impiegata pochi de- ,i
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cenni prima nella rcahzzazionedelle contigue mura teodosiane; la il ii----------j!


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creazione di un sistema di accessiassai articolato - cinque porte su
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ciascun lato dell'atrio, ampia comunicazionefra a6io e nartece e fra


quest'ultimo e chiesa,qrr"itro ingressi diretti nella zona orientale del-
Fonte: Matbews (ry7r\.
la chiesa,di cui due specialmenteimportanti aperti nel muro est im-
mediatamentea nord e sud dell'abside- forse da mettere in connes-
sione con le necessitàdella celebrazioîe liturgica (Mathews, r97r'
pp. 19-27, con bibliografiaprecedente).
Le soluzioni adottare in S. Giovanni di Studio si ritrovano pres- compaiono infine nella chiesa di ignota dedicazione i cui resti sono
soché identiche nella contemporaneachiesa della Theotokos di Chal- venuti alla luce nel corso di indagini archeologichecondotte in uno
koprateia (nrc. zg), i cui resti della zona absidalesono riemersi nel dei cortili del Topkapr Saray e che sembrerebbepoter essere datata
coiso della sistemazioneurbanisticadell'areaa Ovest della SantaSo- addirittura prima della basilica di Studio; in questo caso possibili
fia. Nel caso della basilica di ChalkoprateiaI'unica differenzasensibi- preesistenzemonumentali possono aver determinato alcune delle pe-
le rispetto alla chiesa studita appare relativa alla tecnica edilizia, con culiari soluzioni planimetriche che caratfetizz no questo edificio pe-
I'impiego di una muratura completamentelateriziache in qualche mi- raltro ancora non adeguatamentestudiato (Ogan, r94o; Mathews
sura anticipa le soluzioni strutturali tipiche dell'architetturagiustinia- t L ) 7 r ,p p . I l - 8 ) .
nea (Kleiss,rg66; Mathews, r97r, pp. 2833). Gli stessicaratteri Al cli lrì rlci rilcvrrnti rrsl'rettimonumentaliche la caîatterizzano,

elì
4. COSTANTINOPOLI
rNTRoDUzroNr Att.',tncggoLoclA Brz,{NTTNA

Il primo libro del De aedifrciisdi Procopio di Cesarea,nel descri-


l'epocateodosianarappresentòin ultima analisiancheil cofonamento
vere le numerose opere riconducibili alla committenza giustinianea a
di una delle fasi deiisive nello sviluppo delle strutture economiche
Costantinopoli, enumera tutta una serie di restauri, rícosffuzioni e
della capitale imperiale. Ancora all'età tardoantica e protobizantina
nuove edificazioni di importanti edifici civili, a partire dalla ricostru-
risale inlatti l'allestimento delle principali infrastrutture di approwi-
gionamento e di servizio della città: a partire dalla secondametà del zione del vesdbolo del Grande Palazzo,delle terme di Zeuxippo e di
iv secolo si assistea un continuo ampliarsi e moltiplicarsi sulla costa una delle sedi del Senato,distrutti dall'incendio del 532, per giunge-
della Propontide delle installazioni portuali destinate a ricevere le re all'edificazionedi enormi cisterne,di portici, di ospedalie di pa-
enormi quantità di derrate alimentari provenienti dalle regioni perife- lazzi urbani e suburbani. Ma questi interventi, peraltro anche simbo-
riche def'impero e dirette a quello che si awiava a divenire, insieme licamente in linea con la politica di restauratioimperii perseguita da
con Roma, il maggior centro di consumo del mondo mediterraneo Giustiniano, appaiono certamente minoritari rispetto al grande im-
(Teall, 1959; Mango, 1985, pp. 37-40).Le fonti forniscono inoltre pulso che gli imperatori della prima metà del vr secolo diedero all'e-
almeno i nomi, anche se non la precisaubicazione,di numerosi ma- dilizia religiosa,monumentale o semplicementedi servizio. Il catalogo
gazziri, raggruppati tutti nelle regioni v e rx' e quindi immediata- di Procopio assegnainfatti alla diretta committenza giustinianeaben
ir..rt" u rid"rió dei porti principali, destinati ad accogliere quelle uentatré chiese,vale a dire pressochéil doppio di quelle esistenti
merci (Janin, 1964,pp. r8r-z). Ancora alla secondametà del rv se- nella città, intorno alla metà del v secolo ed elencati nella Notitia Ur-
colo risale l'impianto di un nuovo sistemadi adduzione e di conser- bis.
vazione dell'acqua:il vecchio e insufficiente acquedotto della Bisanzio Questo processo di rapida cústiarizzazione degli spazi pubblici
romana venne sostituito da quello fatto cosffuire da Valente nel 373 della capitale bizantina appare evidente anche su scala urbanistica:
- collegato con una rete di canalizzazioniche raggiungevanola fore- due dei nuclei fondamentali della città antica e tardoantica, quello
sta di Belgrado, nella zona del Bosforo, e forse addirittura i massicci ruotante intorno all'Augusteion,al GrandePalazzoe all'ippodromo e
montuosi al confine con l'attuale Bulgaria - e, in epoche diverse, quello circostanteil Philadelphion, appaiono infatti in questa fase og-
vennero allestitetre enormi cisternescoperte(dette di Ezio, di Aspar getto di uno specifico interesse,che si traduce in un moltiplicarsi di
e di S. Mocio) che da sole garantivanouna riservaidrica pari a oltre grandi fondazioni religiose che non trova confronto in nessunaaltra
un milione di metri cubi, più un numero imprecisato di cisterne co- parte della città.
perte di dimensioni più o meno grandi (Forchheimer, Strzygowsky L'area dell'acropoli dell'anticaBisanzio,che già all'epocadi Co-
ia93; AtaEeri,1965;Múller-\X/ieneî, 1977, pp. z7r-85).Fra la metà stantinoe di Costanzorr avevavisto una trasformazionein sensocri-
d.Í ,, t".olo e la metà del successivo,prima della grande peste del stiano con la costruzione delle chiese dedicate alla Santa Irene e alla
il
542 che dimezzò la popolazione, si colloca infine probabilmente SantaSofia (Dagron, r99r, pp. 38o-z), in epoca giustinianeasvilup-
momento di massimo sviluppo demografico della città, che raggiunse pa ulteriormente questa sua vocazione eminentementereligiosa. Te-
in questo periodo il numero di circa Soo.ooo abitanti (Jacoby' stimoni ptincipali di questo processo sono innanzitutto proprio le
ry6r). due chieseappenacitate, entrambeinteramentericostruite (nrc. z9)
subito dopo le devastazioniseguite alla rivolta di Nika del 532 (Mat-
4.5 hews, 1976, pp. Íc.2-22, 16z-3:'z), che andarono a inserirsi come
L'età giustinianea elementi dominanti in un panor^ma caîafterizzatodalla presenza di
un gran numero di edifici minori sedi di istituzioni caritatevoli (Pro-
I grandi imperatori evergeti del vr secolo,in primo luogo certamente copio di Cesarea,De aedifciis, r, rr, r3-zo).
Giustiniano, ma anche Anastasio, Giustino r e Giustino rr, la cut Un fenomeno analogo si evidenzia nei quartieri centrali della
committenza appare spessosottaciuta dalle fonti antiche in favore di città, nelle adiacenzedell'antico Philadelphion dove le indagini ar-
quellagiustinianea(Mango, r98i, p. 5z), ercditaronoquindi dai loro
cheologiche hanno portato all'individuazíone di un altro importante
pred..éssori una capitalegià definita nelle sue linee urbanistichees-
nucleo religiosocronologicamentecollocabileall'inizio dell'età giusti-
senziali,che non vennefo di fatto più alteratese non in direzionedi
nianea anche se non clirettamenteriferibile alla committenzaimpe-
un sensibilepotenziamentodelle srutture religiose.
INTRODUZIONE ALL,{RCHEOLOGIA BIZANTINA 4. COSTANTTNOPOLI

FIGURA 29 FIGURA JO
Costantinopoli, pianta della chiesa della Santa Sofia nella fase giustinianea Costantinopoli, pianta della chiesa della S. Eufemia

A
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Fozle: Mùller-$íiener (tg9l)


Fonte: Mathews $97r\.

sima decorazionescultorea,concepiti appositamenteper ornare nlc-


riale. Lungo la dkamazione settentrionale della Mese sorgeva infatti chie ed esedre, sembrano indicare I'esistenzadi un ampio spazio
la chiesa dedicata a S. Polieucto; edificata tra il 524 e 11 527 su centraleunitario.
commissione della ricca aristoctatica Anicia Giuliana, la chiesa andò Probabilmenteancoraall'epocagiustinianeao comunque nell'am-
totalmente distrutta intorno alla fine del xrr secolo, ad eccezione bito del vr secolo possono inoltre esseredatati altri due edifici di
dell'alta piattaforma di sostruzione e dei livelli di fondazione che culto di minori dimensioni venuti alla luce nel corso di indagini ar-
sono stati indagati archeologicamente nel corso degli anni Sessanta cheologiche:la S. Eufemia e la cosiddettaBasilicaA del quartiere di
(Harrison, 1986; Hayes, r99z). Gli scavi hanno consentito di rico- Beyazit.
struire un impianto di base pressoché quadrato (citca 5z m di la- Nel primo caso (r'rc. 3o) si tratta di un edificio di culto ricavato
to), con un andamento delle fondazioni che sembrerebbe indicare all'interno delle strutture del cosiddetto palazzo di Antioco, eretto
una tradizionale disposizione basilicale a pianta raccorciata su tre agli inizi del v secolo nelle immediate vicinanze dell'ippodromo; circa
navate: la potenza dei muri di fondazione lascia però ipotizzare I'e- rrn secolopiù tardi, un triclinio del complesso- a pianta esagonale
-
sistenza di una copertura pesante e articolata, probabilmente con con nicchie semícircolarisu ciascunlato esclusoquello di ingresso
una cupola in muratura, mentre i frammenti superstiti della ricchis- inserendoun syntbronon
vclrne trîsf()f1ìirt()itt lrtogo rli cr-rltct in una
I)IIZI0NI.: AI,I, AR(]HEOLOGIA BIZANTINA COSTANTINOPOLT
4.

delle nicchie e creando una recinzionepresbiterialeall'interno della 4.6


quale trovava posto l'altare (Naumann, I secoli vII-xr
ry65; Mathews, r9zr, pp.
6rì.
Nel secondocasoinvecesi rratta di un edificio di impianto basili- La profonda crisi atffaversatadall'impero bizantino nel vII e vIrI se-
cale - facenteparte di un gruppo di quattro unità scavatesolo assai colo non poté non segnareprofondamenteanche la storia urbana
parzialmente(Firath, ry5r) - le cui soluzioni strutturali (in particola- della capitàle.La scarsitàdelle fonti documenrariee la pressochéto-
re il nartece che si prolunga oltre i limiti della facciata e il corpo tale assenzadi risconli archeologiciimpedisconodi fatto di tracciare
dell'edificiopiù estesoin larghezzache non in lunghezza)ne fanno un quadro preciso dell'involuzionesubita da Costantinopoli,interes-
un interessanteunicum nel panoramadell'architettuiacostantinopoli- satada una crisi complessivache, se non può forse essereparagonata
tana di epocaprotolsizantina(Mathews, r97r, pp. 6Z-Zì. a quella artfaversatanella stessaepoca dalle grandi città del mondo
Nessunataccia archeologicaè invece finora riemersadella gran- occidentale- i dati relativi ai materiali ceramici degli scavi di Sara-
de chiesadei ss. Apostoli, che sorgevasul sito dell'omonimo com- Ehaneregistranoper esempio un decrementodella circolazione,ma
plessodi epocacostantinianae che la precisadescrizionedi procopio non br.rschecesurenel modello di approwigionamentodella capitale
(De aedifuits,r, rv, (Hayes, 1992, pP. i'4) -, dovette comunqueavereriflessisensibiliin
9-r8) consentedi ricostruirecome vasto impianto
a croce libera, con tuti i bracci scanditi in tre navatecon galieriee tutti i setiori della vita urbana. La fonte principale per quest'epoca,
con un articolatosistemadi copertureche prevedevauna gùnde cu- le Parastaseis SyntomoiChronikai, benché non possa essereintesa co-
pola centralee quamrocupole di minori dìmensionisui biacci della me un catalogosistematicodegli edifici ancofa esistentinella capitale
croce, secondoun modello che si ritrova esplicitamenteriprodotto, bizantina (Constantinople,1984, pp. 45-5), restituisce tuttavia I'im-
ancorain epoca giustinianea, nel S. Giovanni di Efeso (*-ic. ,o. magine di una città in decadenza,in cui l'osservatoresi muove anco-
poro rz). ra nei grandi spazidella capitaledi Teodosio rr e di Giustiniano che
appaionoperò svuotati del loro significatoe costituisconoormai poco
_ Nel campo dell'ediliziacivile, benché le imprese costuttive con- pìr: ch" qùint. isolate in vaste aree deserte. Le fonti storiche confer-
dotte a termine da Giustiniano a costantinopoii non possanoessere
paragonatecon quelle delle regioni periferiche dell'impero, anche le mano questo quadro, testimoniandola crisi del sistemaannonario,
fonti e i monumenti conservatitestimonianodi un impegno nel re_ una brusca riduzione della capacità portuale, I'interruzione per un
stauro e nella costruzionedi importanti edifici pubblici. óltre ai già lungo periodo degli acquedotti, nonché un progressivofenomeno di
citati interventi all'interno del Grande palazzo(Mango, 1959), parú- ruràbziazionedegli spazi urbani e di abbandono o riuso degli antichi
-uúo' monumenti pubblici (Mu.tgo, 1985, pp. 5r-6o). È i.tfitt" significativo
colare rilievo assunserola ristruttur azione . I'unn.r*rion.- ,r.rro
complessoimperiale del palazzodel Boucoléon,posto lungo le mura che, fafta eicezione per un restauro di incerta portata della chiesa
marittime della Propontidee ipoteticamente
-come della SantaIrene dopo il terremoto del 74o (Peschlow,1977), nessu-
intàrpretato resi- no degli edifrci supeistiti possa essere datato, anche solo per una fa-
denza privata di Giustiniano, di cui si conservano ampi resti della
se, a questo periodo.
facciataprospicienteil mare (noro r9).
Puì ancora in assenzadi esplicite testimonianzearcheologiche,il
Alla committenza giustinianeava inoltre assegnatara rcalizzazione
secondoquarto del rx secolodovette segnareuna prima inversione di
delle due grandi cisternecoperrenote con i nomi turchi di yereba-
tendenza:la fonte principale per quest'epoca,il cosiddetto Teofane
tan saray e di Binbirdirek, che nel grande sviluppo planimetrico e
Continuato, forniscé infatti una lista sufrcientemente dettagliata degli
nella raffinata pîogettazionearchitettonica- in entrambi i casi si trat-
edifici fafti costruire o restaurare dagli imperatori Teofilo (dz9'842)
ta.di grandi spaziipogei, scanditiin moduli quadrangolarida serie di
e Basilio r (se7-ss6). La ripresa della commíttenzaimperiale sembra
colonnedi reimpiego (366 fusti nel primo caio; comunque interessaresolo una zona piuttosto fistretta della città,
44a, disposti su duc
livelli, nel secondo) che sorreggonovolte a crociera in mattoni - te- quella del Grande Palazzoe degli immediati dintorni: su ristruttura-
stimonianodell'attenzioneposta in questafase nell'esaltareil signifì- zjoni e nuove decorazionidel complessopalazialeappare particolar-
cato monumentaleanche degli edifici con più evidente destinazionc menre incentraraI'attività di Teofilo, l'ultimo degli imperatori icono-
funzionale. clasti, cr.risi tlcvc pcraltro una serie di restauri alle mura marittime

I ()4
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 4. COSTANTTNOPOLI

FIGURA JI FIGURA32
Costantinopoli, pianta delle chiese del monastero di Costantino Lips Costantinopoli, pianta dei due livelli della chiesa del Myrelaion, annessaal palaz-
zo di Romano I Lecapeno

In nero le strutture del v secolo, in tratteggio quelle del x.

Fozre: Múller-Viener (ry77).

I iniziK. 10" Cl 1300.a Cami), dedicata nel9o7, e quella del Myrelaion (Bodrum Cami), fat-
ta costruire intorno al 9zo dall'imperatore Romano r Lecapeno.
Fonte: Enciclopedia dell'Arte Medieuale Il complessovoluto da Costantino Lips, alto ufficiale al servizio
di Leone vr (886-9rz), ubicato nel settorecentroccidentaledella cit-
tà, segna il definitivo consolidarsi della pratica della costruzione di
monasteri urbani legati alla committenza di personaggi di altissimo
testimoniati da frequenti iscrizioni (Janin, 1964, pp. 287-3oo). Più rango, un fenomeno che, già attestato in epoca protobizantin , carat-
ricca e atticolata sembra esserel'opera di Basilio r, cui possono esse- teúizò in misura particolarmente significativa l'assetto urbano della
re riferite, sempre secondo l'anonimo continuatore di Teofane, ben Costantinopoli di età medio e tardobízantina (r'rc. 3r)- La chiesa
ffentuno interventi, tra restauri e nuove costruzioni, su edifici religio- settentrionale,il cui impianto venne panialmente alterato alla fine del
si di diversadimensionee importanza,a cominciaredall'edificazione xrrr secolo dall'addossamentodi un secondoedificio di culto (Me-
della Nea Ekklesiadedicata alla Vergine (88o), posta nella zona meri- gaw, t963; Mango, Hawkins, ry64; Mathews, 1976, pp. 3zz-45),
dionale del palazzoimperiale, e che le fonti permettono di ipotizzare do.rr-.rrtu direttamente per la prima volta i caratteri fondamentali
con pianta a croce grecacoperta da cinque cupole. dell'architettura medio e tardobizantina della capitale: si tratta di un
Solo agli inizi del x secolo, e quindi nel momento forse più alto edificio di piccole dimensioni (il vano centrale non raggiungei ro m
del rinnovamento complessivodel mondo bizantino legato alla dina- di lato), con pianta a croce grecainscritta e tre absidi orientate,poli-
stia macedone, si datano i primi due edifici religiosi conservatisidi gonali all'esterno,la centrale delle quali è ffaforata da tre ampie fine-
questa fase, entrambi legati in diversa misura alla cerchia imperiale: stre; il naos, delimitato a Nord e Sud da pared alleggeriteda trifore e
la chiesasettentrionaledel monasterodi CostantinoLips (Fenari Isa fìnestrqni,è prccccltrtocla un nartececon volte a crociera,dotato di

ro6 | <t7
r)tJZr()Nri Alt-',tRcgEot ocrA BTZANTTNA

una galleriaaccessibileper mezzodi un corpo-scalaaddossato


al lato lo), erano stati costruiti già nel v secoloaccantoal grande santuario
meridionaledel nartece.
La chiesadel Myrelaion (nrc. 3z), che sorgenel moderno quar_ che ospitava il velo della Vergine e che vennero con ogni probabilità
tiere.di*Aksaray,,nelT' '.iutlltzzati nella nuova costruzione (Schneider, r95r; Dirimtekin,
ar.u .o-pr.ru tra il segmentocentrale deIlaMe-
se e la Propontide,venne fondita come capf,e[a annessaalla residen- ry59; Parlbeni, r99r). L'Alessiadedella storiografaAnna Comnena
za privata.dell'imperatoreRomano r Lecapeno,sfruttandoin parte - testimonia comunque che subito dopo la conquista del potere Alessio
al pari del palazzocui era collegata. oggi completamenr. t Comneno fece erigere alle Blacherne un nuovo palazzo che utilizzò
-
i. resti.di un grande eqifi:19 in opera q"adratà di pianta
f..i*o per ricevere i comandanti latini della prima crociata; altre fonti con-
.i-olur., sentono inoltre di stabilire che il palazzo sorgevanelle immediate vi-
databile con buona probabilità ul ., s..oio, ma la cui identificazione
rimane ancora assaiproblematica(Striker, rggr). con la sua cinanze se non addirittura a ridosso delle mura terrestri. Il nipote di
collocazione.in_ posizione così decentrata riipetto all'antico nucreo
stessa Alessio r, Manuele r Comneno - cui si deve tra l'altro la ricostruzio-
monumentaledella capitalequestapiccola -u ì-portuntissima ne di nove torri e di un tratto di cortina in quel settore delle mura -'
chiesa fece restauraree ampli are tl palazzoe commissionòinoltre Ia costru-
costituisceun interessanteelemento di riflessiorr. rullu ffasformazione
urbana di costantinopoli in età macedone.Anche se le fonti zione di un secondo edificio, posto a una certa distanzadal primo,
anesra- lungo il pendio che si afracciasul Corno d'Oro. Di enrambi gli edi-
no che restaurie nuove edificazionicontinuaronoa interessare
quasi fici non rimangono oggi tracce archeologichecerte, anche se la com-
esclusivamentei quartieri di più antica e consolidata urbanizzazione
- ancora alla metà dell'xr secolo plessità della stratificazionemuraria in alcuni settori della cinta urba-
la committenzaimperiale nel quar-
tiere delle Manganeè testimoniatadal perduro -orrurr.ro di S. na nella zona delle Blacherne lascerebbeaperta la possibilità di con-
Cio, durre indagini archeologichepiù approfondite.
gio, per la cui costruzioneCostantinoix Monomaco (ro4z_5)
stan_ Le fonti non chiariscono invece altrettanto bene le motivazioni
ziò cifre considerevoli-, l'affermarsidi nuove tipologie diliírí,ludo-
zione di nuove tecniche costruttive e I'ubicazione di"importanti che spinsero gli esponenti della dinastia comnena ad abbandonare il
edifi- Grande Palazzoche per oltre sette secoli aveva ospitato gli imperato-
ci religiosi nei quartieri centrali e occidentali della .itta, t.uJiriorrut_
mente poco popolati, sembranoinfatti gettare le basi per I'awio ri bizantini. La costruzione di una nuova chiesa, dedicata al Cristo
di Philantropos(Demangel,Mamboury, r93g), nel quartieredelle Man-
un processodi ridefinizione complessivadi vasti settori della capitale
che trovò il suo compimentosoló nel xrr secolo. gane e quindi ancora nell'area del pùazzo imperiale testimonia di
un'attenzione al mantenimento e all'abbellimento dell'antica sede, ma
le stessedimensioni del Grande Palazzo- divenute ormai evídente-
+.7 mente incompatibili con la mutata struttura della corte bizantina - e
L'epoca dei Comneni
il progressivoe rapido degrado di tutta I'area centrale della città anti-
I cento anni di regno dei tre grandi esponenti della dinastia comne- ca spinsero probabilmente i Comneni a creare un polo alternativo
na, Alessior (ro8r-rrrg), Giovannirr ir- rg_43),Manueler (rr43_ collocato nella amena fasciaa ridosso delle mura, in significativacoin-
8o), coinciserocon un periodo di notevorit urior^urioni del tessuto cidenza con uno dei nuclei più importanti della città dal punto di
urbano di costantinopoli, rese evidenti in particolare da due fenome- vista storico e religioso.
ni tra loro stretramentecollegati: il progressivoabbandono del Questo spostamentodella sede imperiale all'estremitànordocci-
Gran- dentale della città non fu certamente estfaneo alla grande tivitalizza-
de Palazzo in favore dela Àuova rlsid'enza imperiale fa*a cosrruire
nel quartiere delle Blacherne e il contempo.unlo sviluppo dell,inse- zione che visseroin quest'epocai quartieri settentrionalidi Costanti-
diamento nei quartieri sementrionalidella città prospicienti il nopoli e che è dimostrata dall'ubicazione delle chiese direttamente
corno rifèribili alla committenza comnena o comunque databili nell'ambito
d'oro a-scapiro di quelli meridionali afracciatisul Mar di Marmara.
La data di awio della cosrruzionedel parazzoi-p.riut. uti. nlu- del xrr secolo:a fronte del citato caso del Cristo Philanthropos,che
cherne non è precisamentedefinibile, così come ancora non chiarita costituisceI'unica attestazionedi intervento nei quartieri occidentali e
rimane la questione dell'effettiva consistenzamonumentaledegli meridionali,tutte le altre chiesedi quest'epocaappaionoinfatti con-
edifi- centratesulle altrrrc che dominano il Corno d'Oro. Le motivazionidi
ci che, stando alla più tarda testimonianza del De ,a"rimoniir-G
,.ro- (lucst()fcnotncn,,tì()tìs()rì()stiìteancoracompiutamente indagate,ma

ro8
I N'I'II0I)I IZION IJ ALL'ARCHEOLOGIA
BIZANTINA 4. COSTANTTNOPOLT

r ; l ( ì t J R AJ J
FIGURA34
Costantinopoli, pianta del complesso monastico del pantokrator Costantinopoli, pianta della chiesa del Salvatore di Chora con indicazione delle
fasi di costruzione

Fozre: Múller-tù(/iener (rgz ì.

al suo verificarsi dovettero concorrere certamente più


cause.
-.oii.guuu
In pri-
mo luogo I'affermarsi di nuovi assi viari sulla diretàice
che
il Grande Palazzo alle Blacherne, uno dei quari sembrerebb.
por..
essereindicato dal disporsi lungo un asseSrràest-Nordo,rest
di ut-"-
no quattro importanti chiese (vefa Kilise cami, complesso
del pan-
tokrator - Frc. 33 -, Cristo pantepoptese S. Maria bu--uku.irroq
Mathews, 1976, pp. 59-ror,
346-6;, 3g6-4or), il cui allineamenro
appare Úoppo preciso per non esseredettato da stretti
vincoli ropo_
&-o"**= Fase 1 Fase 2 Fase I Fase 4 Fase 5

grafici' In secondo luogo lo sviruppo derl'urbanizzurion. FondazioniffiffiruT777?,.


.irrit" *i
quartieri
_al di qua e al di la del Òtr.ro d,Oro, ou. u.rdurr"rroi.rr"_
diandosiIe colonie mercandlistraniereattorno a cui ruotavano Strutture
N N
nuovi 0fffi10n
interessi economici e si formavano nucrei etnici di consistenza N_
signifi- Lcgencla:Fase r. Fondazioni di epoca probizantina (vr secolo); Fase z. Fondazioni di epoca mediobizanti-
cativa. Infine, ma forse non ultima, l'attrazione ancora
esercitatadal na (metà tx secolo); Fase 3. Fondazioni e strutture xr secolo; Fase 4. Fondazioni e strutture della chiesa
grande polo religioso Ss. Apostoli che, seppurein rovina, conti_ tli epoca comune (ca. rrzo); Fase 5. Fondazioni e strutture della chiesa di epoca paleologa (xw) secolo);
,dei
nuava a costituire un importante ó. Superfetazionidi epoca moderna.
punto di rifeiimento nella vita spiri
lirzlc: ( )rrstcrhout ( rqllz).
tuale della città.

IIO
JZIONE ALL .A.RCHEOLOG

oltre alle quattfo chiese appena citate, I'esamedei caratteri co- e sociali già in epoca relativamente antica: Beniamino di Tudela, che
struttivi e sopfattutto lo studio delle tecniche edilizie, in particolare scrive le sue note di viaggio intorno al rr7o, testimonia dell'esistenza
per quel cheiiguarda l'impiego di una peculiareapparecchiaturadel- di una antica e ricca comunità ebraica, i cui membri non potevano
ie tessiturelaterizie(Vocotopulos,1979; Ousterhout, 1984), permet- però risiederein città (Jacoby, ry67); altre fonti (Janin, 1964, pp.
tono di completareil corpusdegli edifici religiosi costantinopolitanidi 257-9) attestano addirittura a partire dagli inizi dell'vrrr secolo I'esi-
età comnenacon tre altri edifici, le due chiesedi dedicazioneignota stenza di una o più moschee,ubicate in quartieri centrali non lonta-
conosciurecon i nomi turchi di Giil cami e di Kalenderhanecami e no dalla Santa Sofia e destinate all'uso dei musulmaní residenti in
il nucleo originario del Salvatoredi Chora, poi quasi cancellatodalla città a diverso titolo.
ricosrruzion" dí "po." paleologa.Gli ultimi due sono stati oggetto di La ripresa dei traffici mercantili nel Mediterraneo e con il Vicino
ricerchearcheologichecondotte nel corso degli anni Sessanta in occa- ed Estremo Oriente nei secoli centrali del Medioevo rasformò di fat-
sione di importanti interventi di restauro. to Costantinopoli da grande centro di consumo a importantissimo
Per la KalenderhaneCami, che pure continuaa rappresentareuno nodo commercialein cui operavano colonie sempre più numerose di
dei casi più controversi dell'architettura mediobizantina della capitale, mercantirussi, tedeschi,francesie italiani (Janin, 1964, pp. 245-6o),
gli scavi hanno chiarito la cronologia comnena del nucleo principale, i cui insediamenti mutarono sovente i caratteri urbanistici di interi
Inche se non è possibileescluderel'esistenzadi un edificio precedente quartieri della città. Tra gli Italiani i primi furono gli Amalfitani che
oggi totalmentescomparso(Striker,Kuban, ry67-7r) .-Più incerta,no- ottennero una concessionemercantile già af,i inizi del x secolo, se-
.róitu.rt. le ricerchearcheologiche condottea partire dal r948 (Oates, guiti poi da Pisani, Veneziani e Genovesi, che si conteseroa lungo e
196o), è infine la port21ta della fasecomnenadella chiesadel Salvatore duramente il predomínio mercantile. Le colonie commerciali italiane
di Chora (Kariye Cami), riconducibileall'epocadi IsaccoComneno, occupavano una porzione significativa della zona settentrionale della
tra íl secondoe il terzo decenniodel xrr secolo(nrc. 34)' A questo città, affacciandosi sul Corno d'Oro in corrispondenza delle porte
intervento risalirebbe infatti l'inglobamento di un preesistentepiccolo dette del Néorion, del Drongario e di Pérama, direttamente collegate
impianto a quinconce,di cui sono stati rinvenuti resti delle fondazioni, con gli impianti portuali antistanti. Meno chiara risulta la disposizio-
neil'uttrral. nucleo cenffale dell'edificio costituito dalla grande abside e ne delle colonie provenzalee tedesca,menffe l'insediamentocommer-
dal corpo cupolato,cui in seguitosi addossarono le importanti aggiun- ciale russo nei sobborghi lungo il Bosforo sembra inaugurare già alla
te di eia palèologache ne carafteÍizzno il profilo esterno e I'articola- metà del x secolo una nuova direttrice di espansioneurbana della
zionedegli spaziinterni (Ousterhovt, 1987, pp. rr-36). capitale bizantina al di là dell'antica cinta muraria.
Dei numerosi edifici di culto documentati dalle fonti come annes-
4.8 si alle colonie latine o appartenenti ai diversi ordini religiosi che sta-
L'epoca della dominazione latina bilirono proprie sedi a Costantinopoli all'epoca della dominazione la-
tina - francescani,domenicani, templari, ospitalieri di S. Giovanni -
Il sessantenniodella dominazíonelatina di Costantinopoli,apertosi non rimane però oggi alcuna traccia archeologica,al di là di un ciclo
drammaticamentecon il grande saccheggiodel rzo4, non lasciò sul di affreschi di ispirazione francescana,databile intorno alla metà del
piano monumentale alcuna traccia se non quelle legate alla sistemati- xrrr secolo, rinvenuto nella cappella meridionale della Kalenderhane
ca asportazionedi opere d'arte di ogni dimensioneda awiare verso i Cami (Striker, Kuban, 1967-7r), che testimoniaun interessantecaso
grurrii centri dell'Oócidentemedievale.Per conrro, sul piano demo- di destinazioneal culto cattolico occidentale di una parte almeno di
grafico e urbanistico la prima metà del xr.rr secolosi colloca al centrtr un edificio religioso preesistente.
ai ,r.ru fase import ante, car^tterizzatadal definitivo compiersi del
processodi insediamentodi gruppi di popolazionediversi,la cui cre- 4.9
i..rrt. consistenzanumericafinì per condizionarein misura sensibile L'epoca paleologa
anche l'articolazionespazialedella città. Inserendosinel tradizionalc
caratteredi cosmopolitismoproprio della capitalebizantina,le diver- La rapida e inattesariconquistadella capitale da parte delle truppe
se comuniràetnichl e religiosesi erano conquistatepropri spazi fìsici bizantinenel rz6r e I'insediarsisul trono imperialedi Michele vrrr,
r ) {l z r ( ) N r . . A t - L ' A n c u e o L O c ; r A B T Z A N T T N A

primo--esponentedella dinastia dei paleologhi che


avrebbe regnaro Metochite, uno dei più alti dignitari della corte paleologa degli inizi
fino alla caduta di costantinopoli nelle -uii d.i r"r.hi-di.dero
il del xrv secolo, e tutta una serie di edifici religiosi di minori dimen-
via a una nuova fase dell'evoluzioneurbana della città.
sioni oggi noti solo con la denominazioneturca - Bogdan Saray,Isa
I pochi documenti e le sparse notizie delle fonti, peraltro
non Kapisi Mescidi, Manastir Mescidi, Sinan PagaMescidi (Eyice, r98o,
ancora adeguatamentestudiati (Frances,
ry69), s.mbruno indicare pp. z63l - per alcuni dei quali sembraplausibileuna interpretazio-
anche per l'anrico centro della capitale bizaítiía'il verifilarsi-ài
q,r.l ne come cappelle di palazzo annessealle residenze signorili che le
fenomeno di progressi,ouo..,rpu"ione dei grandi ,prri
uf.rtì dei mo_ fonti lascianosupporre numerosein quell'area.
numenti antichi, con un sostanziale,ou"r.iu-.rrto del
,uooor,o ,ru A questa stessaepoca risale infine la úotganizzazioneurbana dei
spazi liberi e spazi edificati, ben noto nelle città a.i
u".dÌ*r.un.o sobborghi di Pera e Galata, posti sulla riva settentrionaledel Corno
occidentale in epoca pieno e tardomedievale. una .iir"["rr"
ìi nni d'Oro e destinati a divenire la sede della colonia mercantile genovese
chele vrrr, per esempio,si riferiscea modeste.ur. ,or*
iu.rto utt'.- assurta al ruolo di interlocutore commercialeprivilegiato della nuova
sterno quanto all'interno dell'antico Augusteion, la cui fisionomia
mo_ dinastia imperiale, con diritto di occupare una vasta area in quella
numentale non era evidentementepiù riconoscibile
" .h. u.r.uu ur- regione, di edificarvi case e magazzinie infine, a partire dal ry35, di
sunto il valore di semplicetoponimò (Janin, 1964,p.6o).
erigereuna vera e propria cinta di mura. Il primo insediamentoge-
Al definitivo abbandono dell'antico centró direzionare
ruoranre noveseoccupavaun'area grossomodo rettangolaredella superficiedi
intorno al Grande Palazzofa riscontro lo spostamento
nella fasciaa circa r z ettari ed era delimitato da una cerchia difensiva di cui resta-
ridosso delle mura teodosianee soprattutto nell'area
d.il. È1".t.r.r. no oggi poche vestigia;nel r 348 una nuova concessionepermise ai
dei nuovi insediamenti privilegiati, con il d.fi;;;-.;-ù*ri'ai
-- "" Genovesidi espandereverso Nord il loro insediamento,costruendo
processoche abbiamovisto già awiato nell'xr . *r,
,..ot. due nuovi tratti di mura facenti perno su un grande torrione cilindti-
Le mura terrestri, cui si continuava ad annettere una
evidente co, la cosiddettaTorre del Cristo, il cui profilo, risultantedi diversi
importanza funzionale e simbolica, furono oggetto di 'interventi
tutta una serie successivi, domina ancor oggi il panoramadella sponda set-
di,restauri - in particolarein corrirpondenzaden'anticaporta
d,oro tentrionale del Corno d'Oro (Mi.iller-\X/ienet,1977, pp. 3zo-3). Al-
e lungo il tratto settentrionaledel iracciato - durante
tutta l,epoca I'interno del perimetro del nuovo nucleo urbano, accantoa case,bot-
p_aleologa e le iscrizioni attestanoultimi interventi ancora all'epoca
di teghe e magazzini,le fonti testimoniano dell'esistenzadi diverse chie-
Giovanni vru (t425-48). Subiroa ridossod.ll. -uru,
" "r"'**"a. se, oggi pressochétotalmente perdute, nonché di un palazzocomuna-
drstanzadar parazzocomneno delle Blacherne,il figlio
di Nli.h.l.
"omonimo le il cui aspetto è noto attraverso alcuni disegni della fine del secolo
vrrr, costantino, detto il Porfirogenito come il suo
prima metà del x secolo,fece edificare un nuovo palazzo,
della scorso(Mùller-\X/iener, Í977, p. 2$).
noto con il
norrieturco di rekfur Saray(noro zo) e destinuró.on
ogni-frobabi-
lità a divenire la sede degú esponenti della nuova dinasti"a(birmt.-
l<rn,r95z; Mango, rg.6s,pp..)35-6; Eyice,rggo; Ousterhout,
r99r,
pp' z8-9). si tratta di un edificio a pianta r.ítungolur.,
ur,i.oluro ru
*e piani - oggi non ne rimangono che le due" faccíate
principari
mentre sono andatequasi completamenteperdute l. ,tr.,ttrrà
-, che.costituivala parte nobile interne
di un complessodi J"u** Ji-..,
sioni disposto intorno a un vasto cortile ricavato úutirizzando
un trat-
to delle mura terrestri, con i cui camminamentiera posto
in diretta
comunicazione.
- - Sempre a ridosso delle mura e in quarchecaso a poca distanza
dal Tekfur Saray sorgono anche ra .hi.ru der Salvatàr.
. di ón.,."
Grc.34), il cui originario impianto del xrr secolovenne radicalmen_
te trastormatoe ampliato su commissionedel gran logoteta
Teod<lr<,

rr4
5

Le città delf imPero

5.r
L'impero delle città
(r99r, p 'qJ ha defini-
Con felice e ormai celebresintesi,G. Dagron "mosaicodi
"n i*-*to
to l'impero bizantino aJ-pti-l secolicoLe
.ira;,'Lì.-elnfani I'i;ó; offerta.dallefonti storichee geografiche
preziosidocumenti ico-
e restituita,sia pure p"' fiu--tnti, da alcuni
Madaba' in cui il territorio
nografici,a cominciare-d"ll"tit'tu Carta di
.J;;;-;l^-i;"i."i"" settentrionalee il delta del Nilo è rappre-
e
;;;";.;;rr"n..-""-"r. n.ltb.dir,"ro disporsi delle città grandi
(r'oro 8)'
bianco del tappeto musivo
;ì;;;i; ,-,rti',riirot-e fondo contraddistingue
Lo stesso .ur",r...-ai semplice en]merazione
geogt"fi:ht dell'epoca' rl Synekdemos di lero-
"".n. f. pii"cipali fonii Cipro e per
.ilè.;;;,i.à, lu Otuí;ptío orbis romanidi Giorgio di
Cesarea'che nel loro insie-
ri.""l ".tti il O', ord;frc;lidi Procopio di il
di città che supera largamente
me arrivano u ,ndiri,J" unìtt-tto
misliaio.
^'"t"Nîui.r.ul*ente, , oggi co-
della grande maggíoranzadi questi centri
di
nosciamo solo il ".;; i., "ltri ."Ji porriu-o .ó.rt"t. almeno su
delle fonti' mentre solo per
una descrizione più o meno sommaria
to"struati o le ricerche archeologichefin qui
alcuni siti i -o.t,r-",iti
sufficientementeorganica
condotte riescono u i.,,it''it" una immagine
bizantina. Va inoltre subi-
dell,aspettodi una .il^-d;;lt iniri a.U'Jta
fonti non sono centri di
to detto che quasi t"i'i i"?Ifi tftncati.dalle
piccolee grandi'.di tra-
fondazionebiruntinulìi ti^it^ invecedi città'
dizione antica- pJil-più;ii"r,irti.a nelle regioni orientali dell'impe-
- epoca protobizantina pri-
ro e romana in q.r.li. Jccidentali che in
pure con fortune diverse'
ma e bizantina poi continuanoa vtvere' sia
Accanto ad esse,l.-f;;;i; le indagini s"l iu-po testimonianodella
insediamentiurbani' la cui
nascitadi un piccolo rr"-t'o di Àuovi
in diretta relazionecon
lìrnclazionee il cui sviluppo appaionosempre

f17
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

le esigenzedi carattere politico, amministrativo o difensivo poste dal-


l'espandersie dal consolidarsi del controllo imperiale su nuovi terri-
tori.
Sulla base di queste considerazioniappare dunque evidente come
quello della definizione dei caratteri propri della città del primo pe-
riodo bizantino sia ancora un problema scientifico largamenteaperto,
per affrontare il quale sarà dunque necessariotener conto della man-
canzadi un modello unitario di riferimento e riflettere soprattutto sui
meccanismiche regolarono la continuità e la ffasformazionedei cen-
tri antichi in relazioneai molteplici e in parte nuovi ruoli che I'ammi-
nistrazione bizantina attribuiva alle città distribuite sul territorio del-
l'impero. F
O

Z
-
r i

5.2 .i
Le capitali dell'impero <n

La realtà urbana delle grandi città dell'impero bizantino può essere I


o
indagata archeologicamentepartendo proprio da quei centri che in X
X
ragione della loro importanza politica, economicao religiosa,assunse-
t
ro in forme ed epoche diverse un ruolo di assolutarilevanzanell'am- {.i
bito dell'impero. Benché autocratico e centralizzato per definizione,
un impero così estesoe variegato come quello bizantino non poteva
non essere,soprattutto nella sua prima fase, anche policentrico: ac-
canto a Costantinopoli, in cui il luogo fisico si identificava con I'idea
(J
stessadel potere imperiale,e accantoa Roma che rappresentòsem- /(n
pre un punto di riferimento ideale per uno Stato che concepiva se
stessocome legittimo erede di quella tradizione, un certo numero di
altre grandi città - Alessandria d'Egitto, Antiochia di Siria, Gerusa- U

lemme, Tessalonica,Ravenna e Nicea - ebbero in epoche e circo- I

stanzedifferenti un'importanza cenúale nella vita dell'impero e con-


servanotuttora, in misura diversa ma comunque significativa,le trac- U

ce della loro fase bizantina.

5.2.r. Alessandria

Centro amminisffativo dell'Egitto romano e bizantino, sede storica di


rrì
uno dei più antichi e importanti patriarcati dell'Oriente cristiano, N

Alessandria er^, ^ncota agh,inizi del vr secolo, la città più vasta e h . :

T
popolosadel bacino orientaledel Mediterraneo,secondaper dimen- < É
d q 3
sioni solo a Costantinopoli,ed era il principaleporto commercialeda
e-9 o
cui partivano le navi cariche di grano destinateall'approwigionamen- tr<
to della capitale(Procopio di Cesarea,De aediftciis,v, r, ro).

I rt'l
I N'l'R( )l)t JZI()N li A l,[,'ARClt
ITOLOGIA BIZANTINA
5. r-r crrrÀ DElr-'rMprRo

t.'tcunar6 -
piantagenerale ciando un profilo, sia pure ancora prowisorio, dei livelli della città
degliscavidellamissione
polaccanel quar_
#::.f*iffirto, preromana, romana e bizanuna (Rodziewicz, r99o).
A una fase edlizia unitaria che interessò I'intero centro monu-
mentale alla fine del rrr o nel primo quarto del rv secolo, in coinci-
denza con il massimo sviluppo territoriale e demografico della città,
vanno datati gli edifici pubblici più rilevanti - il teatro, le terme, una
grande cisterna e un impianto residenzialedel tipo della cosiddetta
É villa urbana (nrc. 36) - che continuaronocomunque a esisteree a
funzionare, sia pure tra alterne vicende, per tutta la fase bizantina.
Le terme presentanodue fasi di ricostruzione, databili rispettivamen-
tl te al primo quafto del v secolo e ai primissimi anni del vrr, prima
della loro trasformazionein impianto per la produzione di calce (pri-
mi decenni del vrr secolo) e del definitivo abbandono in età islamica
(Kolataj, ry76; r99z). Il teatro venne ricostruito una prima volta
nella secondametà del v secolo e poi ancora agli inzi del vr, questa
volta alterandone in maniera sensibilele strutture attraverso la chiu-
sura di tutti i comidoi porticati e la copertura dell'intero edificio con
una grandecupola (Kolataj,1983).
Accanto alle evidenze di una continuità di uso dei monumenti
pubblici, i dati archeologici sembrano indicare anche, già a partire
dalla secondametà del v secolo,l'inizio di una progressivadecadenza
Fozte: Kolataj (ry\)
della città, che sarebbeculminatanel 618 con la conquistada parte
dei sasanididi Cosroe rr. A uno scenariodi questotipo possonoes-
sere riferite le tracce di un addensarsidelle abitazioni, con una pro-
gressivariduzione e frammentazionedegli spazi e con il riadattamen-
Mu fatta oggetro fino ad anni relativamenre
recenti di indagini ar_ to in funzione abitativa - attraverso tîamezzatuîe e superfetazioni-
cheologiche su vasta scala e rr".-nii."-ente anche di alcune delle aree monumentali della città antica, con un
spogriatain morti dei
suoi resti antichi - a partire dane mura processoche indica un probabile restringimento dell'abitato, forse al-
bizantine i "gu i"irila ,.
colo, per fornire maieriare edilizio uì-
gìurrai interventi urbanistici I'interno di una nuova cinta muraria (Rodziewicz,1984).
condotti al cafto,la Aressandriaantica,
tirdoantica. uil""ri"i'i "*"
nelle sue linee generari solo "*.r,o.rro 5.2.2. Antiochia
\u piunt^ archeorogica(rrc.
35)_preparatada D.T. Neroutsos uilu n* à;i-;.j;;*í'"
Il nucleo centrale della città antica è Sorta in età ellenisticanon lontano dalla foce del fiume Oronte, nella
,tuto p.rò oggetto di un,in-
dagin5 archeologicaavviatanel 196o .orn. Siria settentrionale,Antiochia giunse rapidamente ad essereil più im-
i.rr.*ento d,emerEenzajn
occasionedeila costruzionedi portante cenro della regione, divenendo anch'essasede di un impor-
gn gluppo ir ,".rì'rrut"rii"?i. or,
estesasi,secondo un progetto ,.i.niifi.o tante patriarcato cristiano e raggiungendola sua massima estensione
sempre più articolato, all,in_
tero quartiere moderno di Kóm er-Dikka nel corso del rv secolo d.C., quando l'abitato si sviluppava ampia-
e a parre delle aree vicine mente al di là della cerchia delle mura Grc. 37).
(Rodziewicz, r99t). Il notevole
i.,t..io-a.i fivelli-"..f,àoirnii . f. "grande
stato di conservazionedene stru*ure A quest'epocarisale la costruzionedella chiesa",di im-
unri.t. Àffi';#3rr. ,u,, pianto ottagonale, voluta da Costantino e oggi nota solo dalle fonti,
studiosi polacchi che hanno condo*. Ilj
.i..r.h.l .ií-,;;;.'r."iri-. nonché del martyrùtacruciforme di S. Babila, eretto nel 38r nel sob-
conclusionisullo svilupparsideilastraríri.rrzr.'t.
srr scirl;rtrrl-rana,rrac- borgo cli Katrsiyc,fil)oltato alla luce nel corso degli scavi condotti a
lN r'n()l)trzI()Nt..,.ttL'AncgrolocrA
BTZANTTNA
5. m crrr,ì oEt-t-'ttnlprno

lrt(;tJRA l7
Antiochia, pianta della città tardoantica e bizantina nrcune a8
Antiochia, pianta della chiesaa teraconco di SeleuciaPieria

Fonte: EncicloDedia d.ell'Arte Med'ieuale

secolo,che decoravanogli ambienti delle residenzesignorili del sob-


borgo di Dafne, oggi in parte conservatinel locale museo archeologi-
.o. i., larga parte dispersiin musei e collezioniprivate (noro zr).
Nei primi decenni del vr secolola città fu colpita da una impres-
Fonte: Bejor (1991). sionante serie di catastrofi naturali, culminate nella momentaneacon-
quista e nel devastantesaccheggioda parte dell'esercito persiano di
-
cor.o. r $4ò. A seguitodi quest'ultimavicenda Giustiniano cui
partire dal ry32 da un'équipe anglo-franco-americana si deve anche un primo intervento di ricostruzione dopo il terremoto
nell,ambito di del 528, che comportò il restauro o la nuova edificazione di edifici
un vasto progetto finalizzato.all'indagine archeologica
di più punti civiú e religiosi, tra cui la chiesa martiriale del porto di SeleuciaPie-
del tessutourbano di Antiochia . d.iri immediati
]ilrntorni'(.rìr.an-
tioch, t938; t94r; in particolare.perÈausiye, r93g, pp. ria (Antiocb,t94r,pp. 35-54 (rrc' 38) - diede ilvia a un grandio-
j_4i. so programma di ridefinizione urbanistica della città, ben testimonia-
11 epoga protobizantina Antiòchia si trovò ;í r;*;.
. Éjil'gr"r,d. ,o àu Éro.opio di Cesarea(De aedifrciis', x, z-25)' L'area,insediati-
f1s.edi sviluppo sociale ed economi.o .h. interessò
l'i.rt.ru igor. va venne diasticamente ridotta, escludendo dal circuito delle mura
siriana-e l'opulenza raggiunta dalla città in questo periodo
è testimo- I'isola sull'Oronte e ridisegnandoil tracciatodella linea difensivalun-
ruata dalla serie di splendidi mosaici pavimentari,
àatabili ,ru .,, " ,r, go il crinale delle alture che sovrastanola città verso Est. Seguendo

r22
l 2 l
I NTR()DUzIoNr,tr,r_,A nc rrroLocrA BIZANTTNA 5. r,n crrrÀ Drr-L'ruprno

un procedimenro che si rirrova.spessoapplicato "terza


dagri architetti mili- le fonti citano come città del mondo", non rimanga oggi quasi
tari dell'epoca,le irregorarità der i..r.ro-. lìmpeto alcuna traccia monumentale.
?.i."ììì-a,r.qu"
vennero sfruttati a fini difensivi per mezzo di ardite
of...-alirrg.grr"-
ria: in questo casoin particolare attraversoun restauro (sulla
cui rea- 5.2.3. Gerusalemme
l-e portata le op-inioni degli studiosi divergono;
"Porte whitby,-.9a9) d.n.
di Ferro", u.t, ,oriu di diga fortihcata e munita Nell'ambito di un impero che basavagfan parte della sua stessauni-
di un efficace
sistema-di tà politica sulla comune fede religiosa, Gerusalemme,sede principale
-regolazionedel flusso dene acque che chiude "r.o, oggi
un profondo vallone ffa due picchi montuosi. della vicenda evangelica,non poteva che rappresentareuno dei gran-
Analoga cura fu prestara ara idefinizione degli di punti focali dell'intera geografiabizantina. Le fonti del vr secolo,
spazi interni dena
città, che le fonti descrivonocome interamente nsa
ar suolo nel corso in particolare Procopio (De aedifrciis,v, vt), sottolineano a più ripre-
del saccheggiopersiano: con il concorsodi -^.;;r;;;.;; se questa centralità ideale della città palestinese,evidenziando da un
,ri^lrrr^r.
f.afie arnvare da altre regioni vennero ricostruite s*ade, lato l'importanza ideologica annessaalla sua difesa contro il pericolo
-dell'impero
piazze e porticati e il cen*o fu arricchito di
due a"" gr-ai chiese persiano, dall'altro lo sforzo prodotto dall'amministrazione cenrale
dedic2lg alla Vergine e all,arcangeloMichele. per dotarla di monumenti e suutture degni del suo rango.
La gtavttà della crisi attraversatadalla città e l,entità Nonostante la relativa abbondanzadi fonti storiche (Milik, 196o-
della rico_
struzione giustinianea sono d'ahro canro cerrifi."ti 6r), I'aspetto della Gerusalemmedi epoca bizantina è rimasto pres-
aJ- p"rì-itrti
sondaggiin profondità condotti nel corso
deile indagiii "ii.oiogi.l,. soché sconosciuto fin quasi alla metà degli anni Settanta (Kenyon,
degli anni Trenra. In particolare lo scavo di alcuii 1973, pp. 265-8o). Solo negli ultimi ue decenni le ricerche archeolo-
,"d;rì a.["
gralde via porticata centrale ha infatti riverato (a una ";;;;;i. giche hanno permesso di ricostruire almeno alcuni aspetti del mo-
pro- mento di maggiore espansionedella città protobizantina (uc. 39),
fondità, che da sola testimonia delra intensità
delle trasformazioni su-
bite dalla.cittàin epocamedievalee moderna)r'esisrenza che si colloc^ tt^ v e vt secolo,alla vigilia della grande crisi comples-
di un-. lastri-
cato stradale databile con certezza a[a metà del siva del sistema difensivo nelle regioni orientali dell'impero e che
vr secolo u ,.ru portò alla caduta di Gerusalemme prima nelle mani dei Persiani
volta separato..dal piano precedenteda un potente strato di macerie
rrutto dei crolli e delle demolizioni degli edifici (614) poi, dopo la breve riconquista bizantina (628), al definitivo
tardoantichi (Lassus. passaggioagli Arabi nel 638.
rg77).
Intorno alla metà del vr secolo si data anche ra Dei due grandi edifici religiosi di epoca costantiniana (il Santo
costruzione del Sepolcroe la basilica dell'Eleona sul Monte degli lllivi) nel corso del-
monastero dedicato a s. simeone stirita il giovane,
le cui rovin. sor- le indagini di inizio secolosono stati riconosciuti solo pochissimi resti
gono sul cosiddetto Mons Admirabilis, un'aliura
,r.tt. i--.di"i. "i.i_ che ne permettono una ricostruzione largamente ipotetica (Mango,
nanze di Antiochia. Il complesso- che nell'impianto
,i-.r.ti"-", ,r" rg74, pp. zys); meglio documentatada scavi recenti appare invece
pure su scalaridotta, al mode[o del santuario gal'at
di s..;"", a.a la fase che si apre alla metà del v secolo,quando la città fu elevataal
cato.all'altro e più celebre Simeone stilita - presenra
una corte otta- rango di patriarcato e fu scelta quale propria residenza d'esilio dal-
gonale disposta intorno ar basamentoder pilàst..
J ;i1i.ì.rr.r-o l'augusta Eudocia, moglie dell'imperatore Teodosio rI, e che raggiun-
l'ascesidel santo; verso Esr alla corte si coliega
ar.*u-.* lu^turili_ ge il suo culmine con i grandi interventi di Giustiniano.
ca principale, men*e gli altri tre bracci della"croce
fu;g;;; a, urrti Alla diretta committenza di quest'ultimo è legata la costruzione
ambientidi collegamenro
con le artrea". u"riti.t. a?l^tipr.r'
(anch'esse della Nuova Chiesa della Vergine, nota dalle fonti semplicementeco-
orientate) e con gli edifici di servizio.
me Nea, i cui resti sono emersi nel corso degli scavi condotti nei
Le successivevicende della città - conquisrata
dagri Arabi nel quartieri meridionali della città vecchia a partire dal ry75 (Avigad,
637-638,ripresadai Bizantini ne|969, prrrutà ai
Selgiuq"idi
nel ro84, 1986, pp. r9t-zo5). Si trattava di un edificio di impianto basilicale
conquistatadai crociati quattordici u.rrridopo e infiné (rrc. 4o) e di eccezionalesviluppo planimetrico(circa roo X 5z m)
.o-pt.iu-..r*
dismuttanel corso dell'aisediomameruccoàel rz6g -
hurr'rroiutto ,i di cui sono stati riportati alla luce parte dei muri perimetrali (in par-
che dello splendoredella Antiochia bizantina, che ticolaredella tcrrninazioneorientale),che, pur non prestandosia una
ancora nel x secoro

r24 125
rN ' i l { ( ) l ) l r z t ( ) N t , : A t , t , A R (II t l . : ( ) 1 , ( ) (
; I A l l l z A N , r , tN A
5. LE CITTA DELL TMPERO

FIGURA 39
Gerusalemme, pianta della città in epoca romana FIGURA 40
ebizantína
Gerusalemme, pianta àella Nea Ekklesia e delle strutture annesse

-itl=-=::::
::::::::
i=
vr(, /
ri

î
I
I
O sqm
lr ' '---LJ

Fonte: Avigad (ry86).

Legenda: r chiesa, z. cisterna; 3. limite delle sostruzioni della chiesa; 4. racciaro del cardo;5. strada di
epoca bizantina; 6-10. strutture annesse di epoca crociata e turca.

Fonte: Avigad (ry86).

mterpretazione univoca sur numero dene.


navate (Avigad propone
una ricostruzionein re grandi navate,de,
Maffei, ,9SS',ppi ,5_3o,
propende inveceper cinque), per re loro sottolineare e che i dati archeologici sembrano confermare. Nella
stessed;;;"iÌrp.rror.
6,5 m) testimonianodell'imponenza della Carta di Madaba la città di Gerusalemme è quella rappresentata in
costruzione.Accanto aila
chiesa è stata scavatauna grande cisterna maggiore dettaglio e il mosaico soffolinea come la sua orgarizzazione
sotterranea- a sei navate
parallelecon copertutu " uolt. poggianti urbana ruoti intorno all'asse Nord-Sud rappresentato dalla grande via
su cinque pilastri q.ruaruri _
ricavata parte delle colonnata (nrc. 4r). Già impiantato in epoca romana, il cardo maxi-
.utllizzando àpére di sostruzione che si erano rese
necessarie per creareun adeguatopiano di appoggio mus di Gerusalemme venne prolungato verso Sud nella prima metà
p.. il.rurto.dl
ficio religioso; su una dele piareti à.[, .irt..rra del vr secolo per consentire di raccordare la porta principale della
una iscrizione rnonu-
mentale in forma di tabula in ^t^ ricorda la città - la Porta di Damasco - con il nucleo monumentale cristiano
committe"r" ai..,i" aa
l'imperatore e la data di inaugurazir". a.rr" che ruotava intorno alla grande Nea. Parte della via è stata scavata a
.ir,.t*, ."i.iliorra..rr" partire dd, ry75 nell'ambito di un progetto di risistemazione urbani-
probabilmenteal 549-55o(r.oro zz).
La cos*uzione delra Nea non rappresentò probabirmente stica dell'antico quartiere ebraico: inserendosi nella tradizione delle
momenro-piùspettacolaredi un intervènto che il grandi vie colonnate delle città ellenistiche, la strada, che raggiungeva
di gàerale ri"rr.ìà ,rruu una larghezza complessiva di zz,5 m, con una carreggiata centrale di
nistico voluto dallo stessoGiustiniano, che le"fonti
.ron *urr*rro ai rz m fiancheggiatastr arnbedue i lati da ampi portici colonnati, costi-

rz6
t27
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 5. r,r, crrrÀ orr-r-'tltprno

FIGURA 4I quella di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, Tessalonicaebbe


Schema della rappresentazione della città di Gerusalemme nel mosaico della sè-pr. nel mondo bizantino un ruolo amministrativo del tutto parti-
Cana di Madaba
colai. e di fatto, speciein età medio e tardobizantina, venne conside-
ratr- :uîa sorta di vicecapitaleimperiale. Anch'essacittà di fondazione
ellenisrica, tradizionale capitale della provincia di Macedonia e sede
imperiale in età tetrarchica, Tessalonicaebbe in epoca protobi",antina
unà fortuna inversamenteproporzionale all'estensioneterritoriale del-
l'impero nei Balcani. Divenuta alla metà del v secolo sede del prefet-
to del pretorio per lllyricum dopo la caduta di Sirmium, la città con-
servò ú pimazia sull'intera regione fino agli anni Trenta del secolo
successivóquando, in coincidenza coî la riconquista della sponda da-
nubiana da parte delle truppe imperiali e della edificazionedella nuo-
va sede prifettizia a Iustiniana Prima, I'antica prefettura dell'illirico
venne r.ràdirritu in due entità autonome. Già però tra la fine del vr e
gli inizi del vu le invasioni slave riportarono la situazione allo status
quo ante e Tessalonica,rimasta ultimo baluardo dell'amminisúazione
bizantina nella Grecia continentale, riacquistò, in un frangente assai
delicato per la soprawivenza stessadell'impero, un'importanza sttate-
gica e politica che non venne mai meno nei secoli successivi.
Si evidenziano, ra gli alri, la grande via porticata centrale, il complesso dell'Anastasis (z-6), I'antica
agorà (z), la S. Sion (ro), la Nea (rt), la Santa Sofia (16). Sebbene il territorio della moderna Salonicco non sia mai stato
Fonte: Milîk (196o-6r). oggetto di indagini archeologichesistematiche- gli scavi condotti ne-
gli-anni Sessantae Settantahanno riportato alla luce solo poche aree
della città tetrarchica - le fonti e gli importanti edifici conservatifor-
niscono un'idea sufficientemente chiara del livello raggiunto dalla
tuiva una importante quinta monumentale che sembra aver determi- Tessalonicabizantina (nlc. 4z).
nato i nuovi orientamenti di un intero settore del tessuto urbano All'epoca protobizantina apparteniene la cinta muraria - di im-
(Avigad,r986, pp. 176-9r). pianto gtotto- modo quadrangolarecon acropoli posta nell'angolo
Ancora alla fase di espansionedella Gerusalemmebizantina deb- nordorientale e dotata di un proprio sistema difensivo -, eretta alla
bono essereascritti la risistemazionedi parte almeno della cinta mu- metà del v secoloin coincidenza con le invasioni unne e di cui rima-
raria (Tushingham,1985, pp. zt3-zz), nonchél'edificazionedi nuovi ne oggi leggibile gran parte del perimetro a eccezionedel lato meri-
quartieri residenziali, testimoniati dal rinvenimento in diverse zone dionàÉ prospicienteil mare (Spieser, t984a, pp. z5-8o). Alla stessa
della città, generalmentein occasionedi scavi occasionali,di numero- fase risalgono anche tre importanti edifici religiosi, databili tra la me-
si resti di mosaici pavimentali, e soprattutto dai resti di strutture abi- tà e il terzo quarto del v secolo: la basilica dedicata alla Vergine e
tative emersi nel corso delle indagini archeologichecondotte negli an- detta Acheiropoietos,la basilica di S. Demetrio e la rotonda di S.
ni Sessantanell'area del cosiddetto Armenian Garden, nell'angolo su- Giorgio che costituisceun interessantee precoce esempio di destina-
doccidentale della città vecchia, e nell'area della Porta di Damasco zione a uso religioso di un edificio monumentale di età tardoantica
(Kenyon,r973; Tushingham,r985;,pp. 65-ro4; \Wightman,1989). che doveva esserecollegato con il palazzo imperiale di Galerio.
Dopo una relativa stasi in età giustinianea- nel De aediftiis di
5.2.4. Tessalonica Procopio di Cesareala città viene solamentecitata (rv, ttr, z7) - e
nonosianre la grave crisi della fine del vr e gli inizi del vrr secolo,
Pur non facendo parte del gruppo delle antiche sedi patriarcali e non legataall'invasioneslzrvanei Balcani e ben documentata,proprio per
potendo contare su di una tradizione ecclesiasticaparagonabile a la regicrnetessakrnicensc, <laiMiraculaSanctiDemetrii(Lemerle, 1979-

r zlÌ
INTRODUZIONE ALL,ARCHEOLOGIA BIZANTINA
5. r,r crrr,\ oEr-r-'rMprno

FIGURA 42 - una nuova atistocraziaurbana che ha lasciato traccia di sé nella


Tessalonica,.p^ianta-schematicadella città antica e bizantina con l,ubicazione
principali edifici pubblici
dei fondazione e dotazione di importanti monasteri urbani, come testi-
monia l'iscrizione sulla porta della chiesa oggi nota come S. Maria
dei Calderai (roz8) che ricorda quale fondatore un Cristoforo, all'e-
poca protospatario governatore dei territori bizantini in Italia.
Nell'ultima fase di vita dell'impero e fino alla definitiva conquista
ottomana del ry87 Tessalonicafu, insieme con Costantinopoli' di fat-
to l'unico centro vitale del mondo bizantino e visse un'estrema fiori-
tura economica e culturale nella prima metà del xrv secolo: a que-
st'epoca risalgono una serie di fondazioni monastiche, di cui si con-
servanooggi solo le chiese(Ss. Apostoli; S. Caterina;S. Panteleimo-
ne) che rappresentano alcuni dei monumenti più significativi per lo
studio dell'architettura e delle tecniche edilizie dell'età paleologa.

5.2.5. Ravenna

Sceltanel 54o, aîcora nel pieno della guerra greco-gotica,come sede


del rappresentante dell'amministî^zione imperiale in Italia, Ravenna
ricopriva già da oltre un secolo un ruolo assaiimportante nella geo-
grafia politica del mondo tardoromano. Individuata da Onorio nel
4o2 come sede imperiale in sostituzionedi Milano, la città aveva co-
nosciuto momenti di notevole wiluppo sia all'epoca di Valentiniano
rr (425-455), alla cui iniziativadovrebbe esserericondotta ancheI'e-
dificazione della cinta muraria (Christie, Gibson, r988; Christie,
r989a), sia soprattutto agli inizi del vr secolo quando Teoderico ne
avevafatto la capitaledel regno ostrogoto (Deichmann,1969; Farioli
Campanati, 1989; Ferluga, r99r). All'età teodericianava infatti ri-
condotta un'importante fase di riassettourbanistico legata alla costru-
Fonte: Bejot (r9y).
zione di importanti monumenti pubblici - tra gli altri il palazzo irn-
periale, di cui non rimangono oggi che pochi resti, la cattedrale di S.
Apollinare Nuovo, originariamente collegatacon il palazzo, e il batti-
8r; Spieser x284a, pp. 2737),la città dovete rapidamenterisolle_
stero degli Ariani - e probabilmente anche alla ivitalizzazione del
varsi. Ne è eloquente testimonianzal'edifrcazione,probabilmente già
vicino porto di Classe(Maioli, Stoppioni, 1988).
nei primi decennidel vrr secolo(Theocharido,r,rggg), della impor-
Il primo periodo della dominazionebizantina, a cavallo della me-
tante chiesa dedicata alla Santa Sofia, indagata arcúeologicamentenel
tà del vr secolo, segnò una fase di ulteriore sviluppo caî^tterizzat^
corso del restauro condotro agli inizi degli anni ottanta che ha con-
soprattutto dalla costruzione di grandi edifici religiosi. A quest'epoca
sentito di recuperareuna notevole mole di informazioni circa i mate-
risalgono infani le chiese di S. Vitale - iniziata già nell'ultimo perio-
riali costruttivi e le tecniche edilizie in uso nella Grecia settentrionale
do della dominazione ostrogota e terminata sotto il vescovo Massi-
nellaprima età bizantina(Mark, Qakmak, ..992,pp.gl_Sù.
miano (546-556), proprio in coincidenza con la definitiva affermazio-
La città consolidò definitivamente la r.ru potirioi.-preminente
ne della supremaziabizantina sulla provinciaitahana - e di S. Apolli-
nel_panorama dell'impero a partire dal x-xr ,..olo, epoà in cui si
nare in Classe,qlrest'ultimaposta appunto nel sobborgo portuale in
andò affermando- analogamentea quanto accadevaa bostantinonoli cui si concentrîvir la vita economicadella città eretta a sede prima

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; ulzANl.tNA
5. LE CITTA DELL TMPERO

FTGURA43
Ravenna, pianta schematica della FIGURA 44
città antica e bizanlyla con l,ubicazione
principali edifici pubblici pervenuti dei Ravenna, pianta schematica della zona di Classe
o noti dalle fonti

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Legenda: r area della città antica; z. linea di spiaggia di epoca romana; 3. moli e banchine; 4. porro cana-
le; t. bacini portuali; 6. strade antiche; 7. quartiere portuale;8. basilica Petriana; 9. basilica di S. Severo;
Fonte: Rebecchi (tg9ù. Io. basilica di S. Apollinare in Classe; rr. necropoli; rz. tracciato delle mura; 13. basilica detta della Ca'
Bianca.

Fonte: Maiol| Stoppioni (r988).

del prefetto del pretorio per 'Italia poi,


e almeno a partire dal
dell'esarcad'rtaba (Fulk.rùurrJ;; ;n;j. 5g4,
;e poche ricerche archeolo- di individuare parte delle infrastrutture portuali e degli edifici annes-
giche fin qui condotte nen'area a.ú;;;i.;
centro (Bermond Monta_ si, nonché di indagare le fasi di vita di una porzione sufficientemenre
nari, 1983) sembranoindicare_cheir
urbano delìu .apiture
bizantina fosse quindi .orrt.uddir-ii.rir fu.raggio ampia del tessuto urbano del sobborgo (Maioli, Stoppioni, 1988).
fior"rr"rto da un,edirizia a ca_ Nonostante che il progressivoimpaludamento degli antichi bacini ro-
rartere monumentare(r'rc.
43), con un irorifera*ìr r."Jrrìlli r.ri- mani e lo spostamentoverso Est della linea di costane avesserosen-
giose che continuarono u ,"g-nu.r"-
lu tofog.ufia anche nei secoli suc- sibilmente ridotto la capacità ricettiva Grc. 44), pure il porto di
cessivi..(Gelichi'r99ra), . J" .' fo.t.-J'oluppo
di insediamentiresi- Classecontinuò a funzionare a pieno regime per tutto il vr secolo,
denzi.alianche priviregiati che .rnu
,.ri.' eccezionaledi documenti costituendo la principale via di comunicazionetra Ravenna e il resto
scritti consentedi ricosrruire.qualche
volta anchenei deragli (Cagia_ dell'impero bizantino, e i materiali rinvenuti, in particolare le anfore
no De Azevedo,r97j; Ortalî, ,99rt.-----
Le strutture produttive e gri.impianti e la ceramica fine da mensa, attestano la continuità dei contatti sia
economici si concentravano con I'Africa, sia con le regioni del Mediterraneo centrale e orientale
invece nell'areaclassense(Mai"oli,.t99tì
a-"y. r" rr....À.-ì.ir"rr.gi (Maioli, r99r). Sempre attraversoil porto classensedovette inoltre
che estensivecondorte a partire audí
u^ni Sessantahanno permesso giungerenella crrpitrrlcrlcll'Italia bizantina la grande quantità di ele-

r32
I l J
rNTRoDUzroNE Alr-'.tncttr,or-ocrA BrzANTrN,{ 5. r-n crrrÀ. DEr-r-'rtnlpERo

menti marmorei scolpiti prodotti nelle officine marmorarie del Medi- FICURA 4'
terraneo orientale e destinati a decorarele chiesecostruite o restaura- Nicea, pianta schematica della città antica e bizant;na con I'ubicazione dei pnncr-
pali edifici pubblici pervenuti o noti dalle fonti
te alla metà del secolo(Farioli Campanati,r98z). Il ritrovamentodi
alcune fornaci e la presenzadi numerosi scarti di materiali ceramici lSEn6úfG,-ate
che imitano le pregiate produzioni da mensa e le lucerne africane
testimonianoinfine che a Classe,parallelamenteall'attività portuale, si
svilupparono anche autonome e fiorenti attività produttive e com-
merciali.
La fase di sviluppo dell'insediamentoclassensesembra arrestarsi
con la fine del vr secolo: agli ultimi decenni del secolo si data infatti
tr \ \ ,
ú'
o t @ 2 @ a 6

la costruzione della basilica di S. Severo, eretta a ridosso del tratto +retr..

meridionale delle mura, mentre i decenni iruziùi del vrr denunciano,


soprattutto nelle trasformazioni degli edifici a ridosso delle strade
principali, con la chiusura dei porticati per ricavarne piccoli ambienti,
l'awio di una fase di netta decadenza.La parabola del porto di Clas-
se termina infatti subito dopo la metà del vrr secolo,quando la rapi-
da diminuzione dei commerci marittimi e il progressivoinsabbiamen-
to del canale centrale determinarono I'abbandono delle strutture e
dell'insediamento,contribuendo in maniera significativaal sostanziale
isolamento di Ravenna,destinata a sua volta a cadere nelle mani dei
Longobardi nel 75t.

5.2.6. Nicea
Fonte: Foss, \Vinfield (rq86)
Città di grande tradizione antica, Nicea (nrc. 4j) fu sia in epoca
giustinianea sia in età medio e tardo bizantina uno dei centri più
vitali dell'impero tanto dal punto di vista religioso (vi si tennero due
importanti concili ecumenici, tra cui quello del 787 che sancì la fine
dell'iconoclastia),quanto da quello politico, divenendo capitale impe- dopo il rzo4 sede imperiale della dinastia lascaridein esilio e oggetto
riale nel periodo dell'occupazionecrociata di Costantinopoli(rzo4- di una vasta campagna ricostruttiva voluta da Giovanni II Vatatze
6r). Gzzz-54) che interessòin particolarela cinta muraria.
Lo sviluppo della città antica subì una brusca battura d'arresto Malgrado la sua frequente attesrazionenelle fonti ne abbia fatto
subito dopo la metà del rv secolo, quando due disasuosi terremoti una delle città mediobizantine più studiate dal punto di vista storico-
devastaronoil suo patrimonio edilizio e diedero I'awio a una fase di topografico (Janin, r9z5; Schneider,Karnapp, r9J8; Foss, Tulchin,
rapida decadenza.Fatta oggetto di una imponente campagna di re- r99o), le indagini archeologiche si sono fino ad oggi concentrate
stauri da parte di Giustiniano (Procopio di Cesarea,De aediftriis,v, préssochéesclusivamenteproprio sul circuito delle mura, che pone
rrr, r-6), la città dovette superare senza particolari problemi la crisi àal canto suo problemi assai complessi. Una puntuale ricognizione
del vu secolo e già nei primi decenni dell'vrrr compare nelle fonti dell'esisrente,còrr.datu dall'analisi dei materiali e delle tecniche co-
come una foftezza in grado di resistereagli attacchi degli Arabi e in struttive e dal censimentodelle iscrizioni, ha condotto C. Foss (Foss,
particolare all'assedio del 727, quando fu proprio Nicea a costituire Winfield, 1986, pp. 79-rry) a individuare almeno settefasi costrutti-
l'ultimo baluardo a difesa della capitale. A partire dalla frne dell'xr ve tra il rrr e il xru secolo.Definita nel suo percorsogià nel settimo
secolo fu a lungo contesatra Turchi, Crociati e Bizantini, divenendo decenniodel 11 secolo,la cinta fu risistemataintorno al 73o da Leo-

174
rNTRoDUzIoNr,trl'.trcrrroLocrA BrZANTrN,A. 5. r,n crrrì. DELL-rMPERo

ne rrr (7ry-74t) all'indomani dell'assedioarabo del 727. Gli ampi anche di non secondaria importaîza, poterono semplicemente so-
restauri condotti alla metà del rx secolo da Michele m (842-867) prawivere e non sfuggirono a una decadenzapiù o meno lenta; altri
sono testimoniati da almeno otto iscrizioni riferentisi ad altretranre centri, invece, p.r -oiitri diversi si inserirono più organicamentenel-
torri, mentre le due campagnecostruttive clellasecondametà del xrr le nuove Strutture e vissero una nuova, anche se assaispessobrevissi-
secolo sembrano ben identificabili per l'uso estensivodella muratura ma, stagione di fioritura economica e di espansionedemografica e
a mattone arretrato che, come si vedrà in seguito, caratteizza diffi- territoriale.
samente I'epoca dei Comneni. Al periodo in cui Nicea fu capitale
imperiale vanno infine riferiti i restauri di Teodoro r Lascaris (rzo4- Il caso forse più evidente di una città di grande tradizione antica che
zz) e la citata ricosffuzione voluta da Giovanni ur Yatatze, che por- non fecupera un suo ruolo significativo,anche dal punto di vista sim-
tò alla sopraelevazionedella cortina preesistentee alla costruzione di bolico e ideologico, all'inrerno del programma giustinianeodi renoa7-
un antemuraleche rappresental'ultimo esempio compiuto di impiego tio imperii è rappresentato dalla già citata Sirmium. Quella che in
di questo tipo di struttura difensiva tipica dell'età protobizantina.
epoca rardoanti;; era stata la città forse più importante del quadran-
Ancora del tutto ignoti rimangono invece gli assetti topografici
te nordoccidentale dell'impero d'Oriente, divenendo in età te6archi-
interni della città, originariamentescanditadai due assi ortogonali del
ca la sede del prefetto deî pretorio per lllyricum, per esserepoi con-
cardo e del decumano (testimoniati dalla posizione delle quattro por-
quistata dagli unni nel 44r e a lungo contesa tra ostrogoti, Goti e
te principali) in prossimità del cui incrocio sorgeva la chiesa della (535) non
Gepidi, dopo la riconquista bizantina dell'intera regione
Santa Sofia, databile al vr secoloe solo parzialmenteconservata.Nul- I'amministrazioneimperiale
fu infatti ogg.tto di quéla attenzioneche
la invece rimane del secondo importante edificio religioso di Nicea,
riservavanotmalmente ai centri di grande tradizione.
la chiesa della Dormizione della Vergine, anch'essadel vr secolo,re-
I dati derivanti dalle indagini archeologichecondotte a partire dal
staurata a più riprese in epoca mediobizantina e conservatasifino al
1924, allorché andò completamente distrutta nel corso della guerra tg57, che hanno permessodi cogliere almeno i tratti essenzialidel-
greco-turca. l'impianto urbano (la vastabibliografia è riassuntain Popovió, r98z;
Bavarrt,1984), sembranoinfatti testimoniareper la prima metà del
vr secolo di una progressivarestrizione dell'abitato alla sola zona me-
5.3
o"' antina
: ridionale a ridosso déila riva del fiume sava e di un completo abban-
Tln;,îÍ": ;lff l*biz dono dei grandi edifici pubblici e delle aree residenziahdi età tar-
doantica. Molte delle cosluzioni del cosiddetto quartiefe monumen-
tale non presentanoinfatti 6acce di restauro dopo un_delastante in-
5.3.r. Continuità e discontinuità
cendio dà[a prima metà del v secolo e le srruffure dell'ippodromo,
La sostanzialecontinuità dei grandi centri ellenistici e romani in epo- già da tempo divenuto una semplicecava di materiali da costruzione,
ca bizantina, testimoniata in primo luogo dalle "capitali" dell'impero àppaiotto in quest'epoca già in parte iutihzzate come magazzini'
e documentabile archeologicamenteo almeno storicamente per la Tanro i dàti archeologici quanto le fonti (nel De aedifriis la città
grande maggionnza delle città più o meno importanti sparsesu tutto non viene nemmeno menzionata, mentre nei Libri delle Guerre la si
il territorio bizantino, non deve però nasconderela reale complessità ricorda come occupata daí Gepidi; vII' xxxlv' 17, 35) appaiono
dei mutamenti prodottisi su scala urbana e regionale nella fase di quindi concordi nefrestituire un'immagine della Sirmium del vr seco-
passaggioverso le mutate condizioni politiche, amministrative, econo- là .om. di una città in piena decadenza,allacui riconquista e riedifi-
miche e religiose del nuovo impero di Costantinopoli. cazioneI'amministrazione bizantina non sembra annettere eccessiva
Soprattutto la prima metà del vr secolo, segnatadalla politica di importanza, prescindendo anche da quegli aspetti simbolici che pure
tiorganizzazioneterritoriale voluta da Giustiniano, marca una sorta di in larga misura costituiscono la base ideologica della stessa.politica
spartiacqueper molte delle città anriche delle regioni che si affaccia- giustiiianea di restaurazionedei confini e delle strutture dell'antico
no sui bacini centrale e orientale del Mediterraneo. Inserite nel con- impero romano.
testo della nuova realtà dell'impero bizantino, alcune città antiche, All'abbandonodell'anticasede del prefetto del pretorio per lllyri-

r36 r)7
5. r-n crrrì. Dnll'rtttprno

cum contribuirono probabilmente almeno due fattori: da un lato l'og- FrcuRA 46


gettiva dificoltà per le truppe imperiali a mantenere uno stabile con- Apamea, pianta della città antica ebízantina
trollo delle estremeprovince settentrionali dell'impero, più esposteal-
Ia pressionedei vecchi e nuoví barbari che si affacciavanoal confine
danubiano; dall'altro la nascita e il rapido affermarsi come centro di-
rezionale dell'illirico settenrionale della città di Iustiniana Prima, una
nuova fondazionevoluta da Giustiniano (sulla cui consistenzaarcheo-
logica avremo modo di soffermarcipiù avanti) e destinataa sostituire
Sirmium nel ruolo di capitale amministrativa della rinnovata prefeftu-
ra proprio negli anni intorno ^l j35.
Benché costituisca l'esempio forse più eclatante, quello di Sir-
mium non fu certamente un caso isolato. Per rimanere nella stessa
regione balcanica, destino analogo toccò anche a Stobi, importante
centro dell'illirico, divenuta in età tardoantica capitale della provincia
della Macedonia Secunda(in seguito Macedonia Salutaris). La città
visse una fase di grande espansioneterritoriale e demograficaalla fine
del rv secolo, quando godette del particolare favore dell'imperatore
Teodosio r che vísitò Stobi nel 388 e che fu probabilmente il promo-
tore di importanti cambiamenti nello stesso tessuto urbanistico del
centro antico (lil/iseman,1984). Prima della fine del secolo,seguen-
do le disposizioni di un decreto dello stessoTeodosio r, venne chiuso
il teatro antico, che fu successivamente parzialmenteinglobato in edi-
fici residenzialie di servizio (Gebhard, r98r); nello stessotorno di
Fonte: Enciclopedia dell'Ate Medieuale
tempo vennero inoltre cosruiti o completati gran parte degli edificí
religiosi che caratterizzanola topografia della Stobi cristiana, a partire
dalla basilicacentrale,eretta sul sito dell'antica sinagogaappositamen-
te smantellata,e dalla grande basilica episcopale. Il problema della continuità o discontinuità dei centri urbani di.radi-
La fasedi espansionedi Stobi sembracontinuare,sia pure in ma- zione antica si pone in maniera più sfumata e meno traumauca rn
niera più rallentata,nel v secolo,quando la città passòsostanzialmen- altre regioni dil'impero che ^ diff.r"n ^ dell'illirico settentrionale
te indenne attraverso la crisi della regione, e giungere sino agh inzi .r"ro rri.no condiziónate da rilevanti difficoltà di carattere difensivo
del vr secolo - epoca in cui possono datarsi estesi interventi di re- e amministrativo.In Siria, per esempio,pur all'interno di una gene-
stauro e di ridecorazione della grande basilica episcopale (Kitzinger, rale riorganizzazioneterritoiiale che lnteressa soprattutto lassetto di-
ry64; Kolarik, r98r) - per arrestarsiinvece improwisamentesubito fensivo à che determinò l'accrescersio il decadere delle fortune dei
dopo. La storia della città nei decenni centrali del vr secoloè marca- singoli centri, la continuità di tutte le principali città antiche e tar-
ta da una progressivae profonda decadenza- eloquentementetesti- doà'ntichevenne di fatto assicuratadalla fase di espansioneeconomi-
moniata da rczzi restauri dei pavimenti musivi delle chiesee dal for- ca della regione e soprattutto dalla particolare attenzione politica da
marsi di strati di abbandono su tutti i piani pavimentali indagati parte del g-orr.rrro...rtrul. che vedeva nel controllo di quei territori
(\liseman, Mano-Zissi, r97t) - che, in assenzadi qualsiasitracciadi
un p.r.rto Ai forru fondamentalenel confronto che opponeva i Bizan'
eventi traumatici, deve essereposta in telazione,anche in questo ca- tini ai tradizionali nemici Persiani.
so come in quello di Sirmium, con il mutare della geografrapolitico- La migliorc testimonianzain questo sensoviene da Apamea, ca-
amministrativadell'Illirico bizantino ('SViseman, r984, p. 3o8). pitale della provittt'irt'\yria .\ccunda,che avevavissutoil suo momento

r ltì
INTRODUZIONE ALL-ÀRCHEOLOGI,{ BIZANTINA
5. rr crrr-À. nrlr-'ll.rpERo

FIGURA 47 rcggiataprincipale, la cui ampiezza fu drasticamenteridotta dall'im-


Apamea, pianta del complesso episcopale
pianto di ampi marciapiedi a ridosso dei due porticati laterali. Una
ierie di indizi - m ncanza di tracce evidenti del passaggiodi carri
u ;
l
€.+Fd l n l _*Ji l l '.: t sulla nuova pavimentazione,accessidalle vie laterali bloccati da gta-
dinate, impianto di un tetrapilo monumentale- lascerebberoaddirit-
r t l

v l
tura supporre che l'intero segmentocentrale della via colonnata po-
tesseesseretrasformatoin questafase in una sorta di spaziopubbli-
co unitario, direttamente raccordato alle chiese più importanti e che
avrebbe potuto prendere il posto dell'antica agorà che in quest'epoca
mostra tracce di progressivoabbandono(Balty, 1989).
Una importante fase di ricostruzione databile al secondo quarto
del vr secolo è rinracciabile anche in molti degli edifici religiosi e
civili. La cosiddettachiesaad atrio, posta proprio a ridosso del rin-
novato cardo e probabilmente dedicata ai Ss. Cosma e Damiano, fu
oggetto di una vera e propria ricostruzione, che ne ampliò notevol-
mente la superficie, trasformando il piccolo edificio liturgico del v
secoloin una struttura assaipiù complessa,di cui rimangono ancora
non del tutto chiariti alcuni degli aspetti funzionali (Napoleone-Le-
maire, Balty, ry69). Un importante restauro interessòanche la chiesa
a tetraconcoinserita all'interno del gruppo episcopale(nrc. 47), do-
ve quattro iscrizioni ricordano il nome del vescovoPaolo, documen-
tato appunto nel quarto decenniodel vr secolo.
Indicazioni di continuità d'uso, di restauroe in qualchecaso an-
che di sviluppo vengono infine da alcune domus tardoantiche: nella
"delle "del
casa Mensole" (Balty, r984b), in quella Cervo" (Donnay-
"del
Rocmans,Donnay 1984) e in quella Triclinio" (Balty, ry69b) i
pavimenti a mosaico vengono restaurati e in qualche caso sostituiti
con piani in opus sectile;molte sale vengono dotate di nuovi arredi in
marmi pregiati; all'interno dei peristili si allestisconocisterne e ninfei
Fonte: Klegel (t986).
che in qualche caso assumono,oltre alla funzione utilitaristica, anche
connotazionidecorative.

di massimaespansioneintorno alla metà del v secolo(nrc. 46). Col- 1.3.2. Continuità e rinascita
pita nel corso del terzo decennio del vr secolo da due terremoti di
Anche se il caso di Apamea può non esseregenerahzzabilee per
eccezionalegravità, la città fu fatta oggetto di un articolato piano di
molti centri il passaggiodall'epoca tardoantica a quella protobizantina
restauri e riedificazioni a partire, anche in questo caso, dalla risiste-
segnò comunque un momento di difficoltà più o meno marcata, per
mazione della grande via colonnata che costituiva l'asse principale
molti altri il vl secolofinì per coinciderecon una vera e propria rina-
dell'intero tessutocittadino (noro z3). Almeno lungo tutto il matto
scita della vita urbana.
centrale della via, quello coincidentecon i monumenti pubblici e reli-
Che la ricostruzionedelle città e il ristabilimentodelle istituzioni
giosi più importanti, vennero rialzate le colonne abbattute dalle scos- la politica
tra i temi principali che caratterizzavano
municipali f<rssero
se sismiche e venne ripavimentata con grandi lastre di pietra la car- imperialecli Anirstirsio, (ìitrstinianoe dei loro immediatisuccessori è

r4C) | .l I
IN'fR()DUZIONE ALL-ARCHEOLOGIA BIZANTINA

ampiamente testimoniato dalle fonti storiche, che trovano per


parte
loro significative conferme nei dati archeologicí-Il ;;,t* vi
í.ìi,i.r,p.-
ratore che restituisce dignità alle città devastatedalle invasioní
e da
lungo tempo abbandonÀt. . ,popolate è assai ricorrente N
nelle fonti
dell'epoca e finisce per assumerJi co.rnotati di un topor-
nur^oro.
Ma a una lettura rrasversaleche prescinda dai quesiti ,utt
"rr.ùiuitira
del singolo.passo,proprio ir De àedifuiis di pd;;;;À cir"ì." .."i-
E

tuisce una.i-T"qlî assaiviva di una politica uÀanistica li. ,i t.u_


duce sur smgoli siti in una serie di interventi ripetuti costantemente ÈT
e I
in maniera quasi standardizzata.Gri aspetti in questo
r."r" pi,: ,it. e+
I s
vanti sono: il ridimensionamentodei cenri .,rbani (ampliandi
q,relli l
che si rivelavano di dimensioni insufficienti per ussol,o.re 8{
i compiti i
l
previs-li e sopratrurto riducendo in maniera ,i.rro
drastica i perime_
tri delle grandi città che risultavano difficilmÉnte dri.;dÀilii,'l,u,r.r,_
zione posta nella definizione degli spazi e degli edifici
,i-úoli.i d.l
potere civile e. religioso, con pafticòlare riguirdo I
all'edificazi,cnedi
nuove.chiese;l'importanza "tttib,.it, alle infiastrur,,ri.,-[ir*
]ì, ,,,rr_
te quelle necessarieall'approwigionamenro idrico e nír^À^g
rrinu-
mento delle derrate alimentari; un organico piano di rifortifi"cazione 'o
dei singoli cenrri, con I'adozione di m"odeli É soluzio"i i..ii.l,.
a"
borati centralmenree adattati alle caratteristichedei dir;i rc
;i;i.
Esempio paradigmatico di resrauro e insieme di rifondaziàne
di
un rmportante centro antico è quello dell'intervento urbanistico ()
volu-
to da.Giustinianoperla città di palmira (zantni, in corso
diriu.,,pr,
con bibliografia precedentesul sito). Agli inizi dél ,r, ,..olo E
di-q,rÉtto
che era stato il più grande "porto ,o.nàro ner deserto';,-.ìrrJ.rrouu-
niera.e mercantileper eccellenzache avevavissuto il suo E Ù
momento di
massimo fulgore al tempo della regina zenobia, "ll" -.tà . ! c
d;i;r, ,.- u i
colo, non rimanevamolto (nrc.
aa). Le fond - procopio di-c.r"..,
.i .=

(De aedftciis,_rr,
xr, ro-rz), GiovanniMararatcii"iie*ph*, na.
-
xvrrr) e i dati archeologici (in particolare i ritrovam.rii -orr.tuli, 9rc
che se.gnanoun picco negàtivo próprio ffa rv e v secoro) 'Í"g
restituisco-
no un'immagine di una città in iovina e in larga -ir"ru
ufù"rrJorrru, N

in cui resistevaforse un unico nucreo fortificaio, ir .;ridd.;;-èì-po /6 o o


di Diocleziano(r'oro z4), sede del comando ú.na ;iót.*
inriàu, I

.d"n". 9fr" le possenti difese della città ellenisticaerano srate smantel- (.) x x
late dalle truppe di Aureliano b7z-27) per punire la rivolta
dei par- d
mireni contro il potere imperiale.
Come riferisce Giovanni Malala, nel 09 'x
527, primo anno del suo im-
pero, Giusriniano incaricò il comesorieníis di Antiochia, putii.i.r, < F
ar- S E
menius, di restaurarele chiese e gli edifici pubblici aí p"rÀir" È F
. ai -^-
dotare la città - che aveva definilivamente perduto il suo --l ù
ruolo di

f42 r-1J
I)TJZI()N}.]ALL,ARCHEOLOGIA BIZANTINA
t. LE CrTT^ DELL IMPERO

centro carovaniero,ma era divenuta un importante nodo politico_stra-


tegico per il controllo delle regioni centrali della siria - di.rnu guarni- FIGURA49
"città
Piante schematiche di città di radizione antica e di nuove" bizantine ricon-
gione militare adeguara.La ridefinizione urbanistica di palmira dotte alla medesima scala
com_
portò innanzitutto il riallestimento del sistemadifensivo:
la cinta mu_
núa di età zenobianavenne ripristinata e nnforzata,riulzundoi.
to'i
e le corrine abbattute dalle truppe di Aureliano . udiorrurào'i
ur..r.r.
grandi rorri semicircolarifortemenreaggertanti(r.oro z);
il campo
di Dioclezianovenne incluso n.l r,rouJ"perimetrourban-o,' riutilizzan_
done parte della cinta, e trasformatoin una sorta di u..opoli,
d.*i-
nando probabilmenre a sede del dux gli antichi principia d"liu iortifi.u-
zione .romana in cui evidenti roro l. ttu... ài inierventi
edilizi di
epocabizantina(Michalowsky,.1963, pp. 4r_6o;ry66, pp. z7_). N
suo inrerno la città manrennealmeno nille grandi únee ii ,rro
i-piur-
to ellenistico,con la grande via colonnatu i-h" - come a Arrtio.hiu
.
Apamea- costituival'asseprincipale da cui si diramavanoi
decuma-
ni; gli edifici pubblici subiròno pèrò sostanzialimodifich., lu
..[u d.l €"
grandetempio di Bel, posto nell'angolosudorientaledena
.iori, u".rn.
trasformatain chiesa, come attestànole pitture murali,
scomparsema il cui caratterecristiano era chiaramenteleggibiie
qualche anno fa. Analoga sorte toccò anche al t.-pil
oggi quasi
fino a
. l
t-tl
dove I'originario orienramento della celra uern. irtalruro

scavato(Gawlikowski, r99r-; Duval, r99z), di cui sfuggeu.r.oru


d?-Èdlu-irr,
l.i
inserireun'absidesul lato orientale,e a un artro edificio ,..J*-..rr.
por..

lu
<)) l

Y i

primitiva destinazione,mache probabiÍmen,te agli inzi"íel


vr secolo
venne trasformatoin chiesacon la costruzionedl un'absideorientata. Legenda: t Antiochia; z. Apamea; 3. Iustiniana Prima; +. Resafa; i. Zenobia
Accanto a restaurie.reimpieghidi spazie monumenti pr..sirtentr Fonte: rielaborazione da Harrison (1993).
la Palmira bizantina vide anche I'impianto di strutrure ,riu"rrirti.t.
del tutto nuove,,in particolar. nel ,etior. nordoccidentaledell,abitato
- non lontano dalla nuova acropoli
icavata nel campo di Dioclezia-
no - dove una fitta rere orrogónale di s*ad. ,.-brà "rgu
iìu* tu vista urbanistico, distributivo e strutturale, la città protobizantina ri-
distribuzione degli spazi di ,r.r nrro'ooquartiere residenziaiedotato
di sponde ancora, come si è visto, a criteri di derivazione classica:un
oue chresedr nuova costruzione, che attendonoancorauna esaurien- centro urbano unitario, cinto da mura, organizzato da assi viari ben
te indagine archeologicama che sulla base dei resti "À"rg."iiiorro-
no essereconvincentementedatate alla prima metà del .rr-r".oÈ (d", definiti e spessodi grande rilievo monumentale, dotato di un nucleo
rappresentativo ben evidente (acropoli) e di grandi edifici pubblici,
Maffei, 1988,pp. 36-ù.
con aree residenziali sostanzialmentedistinte da quelle a vocazione
produttiva e commerciale.All'interno di questo schemageneralenon
5.rf"rrirti"i, mancano elementi di novità: le dimensioni dell'abitato tendono a
Continuità dei modelli le città nuove contrarsi e particolarmente le città nuove si sviluppano su superfici
Al.di là della specificitàdei singoli casi fin qui esaminati,la quesrione assai più piccole delle città di tradizione antica (Harrison, 1993)
(nrc. 49); una importanza twtta particolareviene annessaalla rcaliz-
della continuità tra città anticai città bizaniina introdrr.e it
ir"ur.-u
della definizionedei caratreridistintivi di quest'ulti-^. nrr?"nt. zazionee alla mzrnutenzionedel sistema difensivo e dei sistemi di
ai adduzionee tli <listrihtrzione dell'acqua;gli assiviari si orientanoa

r44 r , l5
)l,ZI()N11 ALL'ARCHEOLOGIA
BIZANTTNA
,. LE CITTA DELL IMPERO

raggiungerei nuovi nodi della vita pubblica,


in parricolare gli edifici
religiosi, chiese,martyria, monasreri "rU*i, FIGURA 5o
f*.ó#;;;iil. al suo
tradizionale carattefe di Carióin Grad-Iustiniana Prima, pianta della città
,centro.trppr.r.nrutivo der potere civ'e an-
che quello, sp:s^soprevalenre, di ;.'d.
iri., a.r prrlr. ì.ìg.*_.pi_
scopale;gli edifici pubbrici subíscono
una arastica selezione,conti-
nuano a esisterele terme e-in qualche
caso gli rnn"arr*;.-J_puio_
no i grandi fori, i teatri e gli anhteatri;
re arè"e,Érìd.rrriuìi'pr.r.r,r"r,o
tracce di un'edilizia sempre più intensiva.
Continuità ed evoluzione rispetto ai modelli
urbanistici ellenistici
e tardoantichi sono particolarme"t. ."ia.m
ner caso delre ,,città nuo-
ve" protobizantine, quei cen'i .ioa .lr.
i.rrono fondati ex nouo nel
corso de[a prima métà del vr ,..oro-ìi
àt";;;; ;.g;; J.í,'ilo..o,
essenzialmenreper rispondere a nuove
.rig..rr. ai iri"ìà"p"ii,i..
amministrativa e difensiva.
euattro di queste città - carièin Grad-
IustinianaPrima nell'rrk ico, dara in tvt.àpotamia,
Harebiyye-Zenobia
e Resafain Siria -, p:. l'importanza.À"'ri.opri.ono
Ioro fondazionee p.r lu .o"titr*r, ,li,éio., a.U,
a"i'.."i archeologiciconservari,
si prestanobene a esemprificar.; .;rì;;;ormativi
delracittà bizan_
tina del vr secolo.

5.4.r. Caúóin Grad-Iustinianaprima


Stando alla ricca documentazionefornita
dalle fonti la città di Iusti-
níana Prima venne fondata intorno ur
>p, per espressovorere del-
l'imperaro.reda cui p,rese.il"";;,-.;;
íÍnr.nro di risponderea due
esigenzefondamentali: cerebrared.grrum.nt.
il l,rog;'di ,r"r.ir" a.r
sovrano,il piccolo villag-giodi Taure"sium \,
n.ll,illirilo,-. i'r.*o ,r.r_
so cosriruirela sede deila rinnovata prefetturu
aatitiri.o i.rlànr.io_
nale, dopo la riconquistadene p-"#;-;"nubiane
e in sostituzione
dell'anticacapitaleSirmium (M"kri;;;,
r98o; Zanini.rq88).
A seguitodi un lungo dibattito r.ri."í.Àà"T*"r'r"îrìl'u
-:$--rr'1:7
::t'- L-\

ta ormai convincentemenrerocarizzata ,r"_ , .ra

nel sito di óariòin crla, ,r.l


distretto di Nis, in serbia, che c stato
"gg."" di indagini archeorogi-
che esrensiveawiare già nel ,.-nào-a.?!
guitein'' alt.;1;tù sistem
aticar.i r..o-#t: Legenda: 14. complesso episcopale; 5. srada porticata dell'acropoli; 6. cosiddetto palazzo episcopale; 7.
corso,(Kondió,Popovió,1977;Duval,popovió, #:j-::::f ; i:l,:f ì.; porta dell'acropok; 8. piazza circolare; 9"ro. cardo; rr-rz. decmano principale; r3. porta orientale della
r9g4; Bavantet al., città alta; r4-r7. edifici residenziali e di seruizio; r8. basilica della città alta; 19. porticaro; zo porta meridio-
r99o), e che hannoconsentitodi ricostruiin. nale della città alta; zr. chiesa crucifome; zz. basilica sotto l'acropoli;23. cosiddetta villa urbana;24.
t,í-f,iuiio-.rr'u*o nella
sua sostanziùe interczza. castellum aquae: 2t. terme della città bassa; 26. acquedotto; 27. basllica doppia; 28. basilica della città
bassa; z9-3r. strade ed edifici di seruizio; 32. porta orientale della città bassa; 31. terme estemei t+. basilica
Posta su di una piccola altura compresa extra mulos;35-38. torri e pona meridionale della città bassa.
tra due corsi d,acqua, Ia
città di cariòin GraJ-Iustiniu"u priÀu,'n.t Fon te: Kondió, P opovió (ry77).
,uo compresso di dimen-
sioni piuttostolimitate con una.superficie
di út ;-ilririi.,io" i"
tte nucleidistinti(nrc. 5o): un,acropoli,
.h. o..rrp" la partesommi_

r46
t.l/
5. LE CrTT.{ DELL TMPERO

che si inserisconocomunque ambedue in una ben documentatatipo-


tale della collina; la cosiddetta città alta, che si sviluppa a est e a sud
logia locale. Più difficile collocazione tipologica trovano invece la
dell'acropoli;e la cosiddettacittà bassa,che occupail pianoro meri-
dionale. Ciascuno dei re nuclei possedevauna propria cerchiamura- chiesamononave,anch'essaposta all'esternodelle mura, e la chiesa
ria; quella dell'acropoli con prevalente carattere monumentale;quella doppia nella città bassa, sulla cui destinazíonecultuale il dibattito
della città alta. che costituiva il sistema difensivo dell'insediamento scientificoè ancora aperto (Duval, 1984).
Meno estesamenteindagate sono state le altre strutture del sito:
nel suo impianto originario; e quella della città bassa,che rappresen-
la cerchia muraria dell'acropoli, che lungo il lato occidentale doveva
ta un'addizione successivarispondente alla necessitàdi forticare an-
sfruttare a fini difensivi il ripido pendio naturale della collina, è stata
che i monumenti pubblici e le abitazioni che si erano andate svilup-
pando nella zona extramuraneameridionale. esploratasolo nel settore orientale, in corrispondenzadella porta ver-
so la città alm che, fiancheggiatada due torri semicircolari aggettanti,
L'impianto urbano ricalca modelli classici,con il lungo cardo a
riprende il tema simbolico della porta monumentale assai frequente
costituirel'asseNord-Sud che si intersecacon il decumanoprincipale
nell'architettura dell'epoca. La cinta della città alta è stata scavatain
che raccorda la porta orientale con quella dell'acropoli(noro z6);
quest'uldma è a sua volta tagliata a metà da una srada il cui anda- corrispondenza della porta orientale e per I'intero tratto meridionale,
mento obliquo rispetto agli assidella città alta è probabilmentedetta- dove una porta difesa da due torri pentagonali(roro z7) - anch'es-
se frequentementeattestatenelle fortificazíoni di epoca anastasianae
to dall'orientamento della cattedrale,cui si uniformano del resto tutte
giustinianea- permetteva I'accessoal grande cardo porticato. La cin-
le altre chiese. Nel punto di intersezione tra cardo e decumano si
ta della città bassaè stata invece indagatasolo in corripondenza della
apre la grande piazza circolare che, più che riecheggiaregli impianti
porta orientale e del tratto meridionale, dove sono emerseuna porta
commercialidelle grandi città carovaniere(Mango, 1974, p. 37), si
difesa da due piccole torri quadrate e un torrione circolare nell'ango-
inseriscepiuttosto nella tipologia dei fori celebrativi, come lascia sup-
porre il ritrovamento in quell'area di due frammenti di una grande lo sudorientale. Tra gli edifici civili più significativi dal punto di vista
della qualificazioneurbana vanno inoltre segnalatile grandi terme ex-
statua bronzea probabilmente raffigurante Giustiniano in abbiglia- "villa
tramuranee, il discussocomplessoidentificato come urbana" e
mento militare (Grabar, 1948,pp. ;Z-61).
soprattutto rl castellumaquae addossato al tratto meridionale della
Lo spazio privilegiato dell'acropoli era interamente destinato a
cinta della città alta, cui giungeva I'acquedotto che con un percorso
ospitare gli edifici legati all'amminisuazionedel potere civile e religio-
sotterraneo di oltre 17 km portava l'acqua fino alla città e da cui si
so: a Sud della strada porticata sorgevanoinfatti la basilicaepiscopale
- a tre navate terminanti in un'abside centrale,poligonaleall'esterno, diramava poi la rete delle condutture interne.
Tanto nel suo insieme quanto nei singoli edifici, I'impianto urba-
fiancheggiatada pastoforia,e precedute da nartece e atrio -, il batti-
no di Carióin Grad-Iustiniana Prima denuncia dunque una evidente
stero, a pianta tetraconcainscrittain un quadrato,e il consignatorium,
monumentalizzazionedegli spazi che ben si attaglia alle esigenzecele-
tutti edifici evidentementecollegati alla sede del vescovometropolita
più volte attestatodalle fonti. La metà settentrionaledell'acropoli era brative e alle funzioni rappresentativeper cui la città venne fondata.
Concepita per esserecapitale di prefettura e sede del metropolita, e
invece occupatada una serie di edifici di non certa interpretazionein
soprattutto percepita come una sorta di grande monumento unitario
cui si sono voluti riconoscereo il complessodel palazzoepiscopaleo
piuttosto la sede dell'amministrazionecivile della prefettura. dedicato alla persona del suo fondatore, essa doveva rappresentare
una sorta di modello, sia pure in scala ridotta, delJapolis ideale, in
Anche nel resto della città gli edifici religiosi ricoprono un ruolo
predominante: tra città alta e città bassa si contano infatti ben altre cui si trovavano rappresentatee sviluppate tufte le istanze simboliche
e funzionali connessecon l'idea stessadi città.
sette chiese rispondenti a tipologie atchitettoniche assaivariabili. Si
Proprio in ragione del suo ruolo eminentementepolitico-ammini-
va dalla semplice chiesa a tre navate con terminazione monoabsidata
strativo e a causadella sua sostanzialeestraneitàal contesto economi-
senza pastofori, attestata in due casi, rispettivamente nel quartiere
co e territoriale dell'illirico, Iustiniana Prima era destinataa non so-
nordorientale e in quello occidentaledella città alta, allagrande basi-
prawivere a lungo allo stessoGiustiniano: già nell'ultimo quarto del
lica a transettodella città bassa.Dal tipo classicoa schemabasilicale
vr secolo,segnat()tlall'accentuarsi della pressionedegli Slavi alla fron-
divergono la chiesacruciforme del quartiere orientale della città alta e
"a t'
ticra tlirnrrbirrtrrr rl:rl rapirlo mutare delle condizioni politiche ed
la chiesa triconco", portu all'esternodella cinta della città bassa,

l'lt)
r 4tì
III2IoNIi AI,L,ARCHEOLOGIA BIZANTINA
t. LE CrTTA DELL TMPERO

economiche dell'intera regione illirica, ra


città dovette awiarsi verso
un declino progressivoe inarrestabile.A FIGURA 5I
una profonda rurals.zzazione Dan, schizzo planimetrico della città
e a un brusco muramenro der rivelo sociale
a.ìr" p"pi"rì"l. ] t.rti-
moniati sul sito di cariòin Grad dar riuso
(portici, pia-zza,atrii deile degri'rp;;i-;;;;mentari
chiese), ,.utioi-uri con tramezzaturee
perture di fortuna in abitazioru,stalle co-
e magazzini(Kondió, popovió,
-
1977, pp. 3zz-8) ft:: seguito,n.l .orro-d.l
pri-o-quinilinrrio
del vu secolo,in coincidentí ,on ir ..ouo'aa
rimesd,anubianoe con
la migrazione verso le province barcaniche rcRAA FbVALB

d.lr. p"pJ;;iJ urru.o-


slave,la s^comparsa della città .h. ,,rbi ,r,' a.uurrui*'i.r;;;-dtl
venne definitivamenteabbandonata. .n.

5.4.2. Dara
Fondata.*a Il 5.o4e.ir
5oó per volontà dell'ímperatoreAnastasiosu_ 'coq-o
bíto a ridossodella linea di confine t'u gri ?
i-f!;;;;;;;;i'p..ri"-
no,.Dara, oggi un villaggio n.llu'T,rrÀiu
T:d..rro. ,rrJo-.-i*iuÈ, ,ro, e
mai stata oggetro di ind.agini inìén_sive,"n.fr. ,. d;.;;;;t.*nizioni
hanno
.chiarito gti aspetti liù signific;;-J;i-;; ;'.;;. ;;l_orio
.ùr+,
archeologico(Crow, rgai; Cróke, Crovr,
r9s3; Furla", a., rcAfA FUVIALE
Maffei, rù(/hitby,r9g6a; r9g6b; Zantm, r99o). :ùAAQAhENIO hERTDTOUUE
ó
-r985; rcNT5
Le fonti storiche - in particolare re cronache
(ed. W. \Xfrighr,p.7.) eiaccaria di Giosuè stilita
di nlitilene @;rnrn-ÈriÈrrorton,
vrr' 6) - fornisconoin questo caso numerosi
particolari illuminanti
sul meccanismoche presiàdeva urlu fonlazione
di una nuova città: la Fonte: Fvlan (ry84\
t::Jl".9a sito, ben piot.tto alle tpu[.-r"rg""ri
àa una serie di alture e dorato
dell'abbondante acqua fornita aiil.
monrane e dal fiume
Cordes;I'acquistodàl t.rr.no ...*;"ri;
?"11"d;;;;;'pr"pri.?ri", in
questo caso quella di Amida, odierna Diyarbakir,
i" T"r;'hi;1,-i,ir,rrio Benché ancora non scavate,all'interno della città le principali struttu-
direttamenteda costantinopoli di "" "i.hi;;'.h.;;,'#'.o,
una sorta di abbozzoder piano urbanistico ,é re e infrastutture risultano comunque sufficientementeleggibili: sulla
d.llu .itia; ili;; tl i.p.ri- collina più alta, quella settentrionale,poteva trovarsi, considerata la
mento delle maestranzenecessarie, cui venne concessal,esenzionedar
pagamentodei tributi per rurto il periodo natura eminentemente militare del sito, una cittadella o un ridotto,
a.u" .àri."ri;."-' come starebbero del resto a testímoniarele fonti che parlano dell'esi-
.. La città si disponevasu tre pùcol. alture (prc. ,rt .l era rac- stenzain quel punto della cinta di una poderosatorre d'awistamen-
chiusada una cinra muraria di forma
;;r, modo triangolare,le cui to, oggi completamenteperduta. Il nucleo monumentale civile e reli-
alte cortine erano rinfor zateda totri ,J-i.rrcolari
e circolari interval- gioso si rovava invece sulle pendici della collina occidentale, dove
lltg d1 gonpie di contrafforri q"uaìrii.--i)"1"-.r,to
pìJ ."rr*rirr., sono ancora leggibili i resti della grande chiesa dotata di battistero
delle difese di Dara è rappresentutodJr.
due porte fluviali (r.rc. (forse di età giustinianea)e soprattuttola poderosamole dell'edificio
5z), ubicate nel ffatto n_ordórientalee in quelro -à.iai""}.
chia, che consentivanoil passaggioattraverso J.ìu ...- identificabile con la sede del dux Gl demosion).all'interno delle cui
l. *.rru-"-ll. ,.o". a.f sostruzioniè ricavata una grande sala ipogea, forse utilizzata come
quali, irreggi*..,ì
u," i"""", ;;;; lii, ^ri""r- à"i^r"ú"ìi _*i -
liT::
ru, l.
attraversavano tutto I'abitato. carcere(Furlan, r9ft8). Non del tutto chiarito è inveceil percorso
rlci principr:rli:rssivirrri,chc dovevanocomunqueseguirein parte il

r50
I N ' I ' R 0 I ) T J Z I o N T .A
; LL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA 5. r-n crrrì. ortL'll,tprRo

FIGURA t2 percorso del Cordes, come testimoniano i resti dei due ponti, uno
Dara, ricos*uzione ipotetica delle porte fluviali e
menil
der sistema di dighe e sba*a- posto al centro della città, I'alffo, ben conservato, nei pressi della
porta fluvíale meridionale, e il tratto di via porticata che correva sulla
banchina destra del fiume in corrispondenzadella collina occidentale.
Le particolari esigenzedi una città nata per resistere ad assedi
anche prolungati fecero sì che fin dalla sua fondazione Dara fosse
dotata di un sistema di adduzione e conservazionedelle acque assai
efficiente,con una grande cisternaposta alla base della collina setten-
trionale (r'oro z8), articolatain dieci navatevoltate a botte e alimen-
tata da una canalizzazionecoperta, ancora ben riconoscibile per lun-
ghi tratti sul terreno, che si collegava alle sorgenti delle montagne
port. " Nordest della città (Furlan, in corsa di stampa)' In una fase
successiva,nel corso dell'intervento giustinianeo che interessò diversi
settori della città, a cominciare da una ristrutturazione di ampi tratti
della cinta muraria (Vhitby, r986b; Zanini, r99o),le riserveidriche
di Dara furono ulteriormente incrementate con la reahzzazionedi
una imponente diga sul Cordes,immediatamentea monte della porta
fluviale nordorientale, resasi necessariaper contenere le disastrose
piene del fiume. In quell'occasionevenne rcahzzatoanche un inge-
gnoso sistema di catantte posto subito all'esterno della porta fluviale
meridionale che permetteva di sbarrare ulteriormente il corso del tor-
rente, deviandone le acque in un fossato ricavato tra muro principale
e antemurale, con lo scopo di aumentare le scorte d'acqua per gli
assediatiprivandone contemporaneamenteeventuali assalitori.Il fatto
che, secondole fonti, per la realizzazionedi queste opere di ingegne-
ria idraulica si ricorressea progetti redatti espressamenteda Antemio
di Tralle e Isidoro di Mileto, vale a dire i maggiori architetti della
capitale, responsabili della costruzione della Santa Sofia, testimonia
dell'importanza che l'amministrazioneimperiale annetteva a Data
quale centro direzionale del sistemadifensivo orientale e della pratica
di elaborarecentralmente,sulla base delle concezioniespostenei trat-
tad di strategia e poliorcetica, gli interventi urbanistici sulle città
principali.

5.4.j. Zenobia

Al pari di Dara, Zenobia (odierna Halebiyye, nella Siria orientale)


rappresentavaun caposaldomilitare di primaria importanza,.postoa
pr.iidiu.. uno dei passaggiobbligati lungo il medio corso dell'Eufra-
te, che avevaconosciutoun primo momento di sviluppo già al tempo
Fonte: Furlan (ry84)
dell'omonimarcgina pralmirena, intorno alla metà del ru secolo.Della
rrbbandonata
città antica,r'otttlr['littnt'ntc dopo la cadutadi Palmira,

f52 t 5 J
IZIONE ALL ,{RCHEOLOGIA BIZANTINA

non rimane oggi che qualche ffaccia in una serie di tombe-torri poste
al di fuori della cinta bizantina; per contro della Zenobia del vr seco-
lo, testimoniatatta le fonti dal solo Procopio (De aedifrlis, rr, vrrr, 8-
z5), imangono oggi ben visibili sul terreno la cerchia delle mura, in
qualche tratto particolarmente ben conservata,e diversi degli edifici
interni, parzialmentescavati negli anni 1944-45 e recenremenrepub-
blicati (Lauffray,r983; r99r).
Risultato di due campagne costruttive cronologicamente molto
rawicinate che coprono il ventennio tra il 53o e il 55o (de' Maffei,
r99o; di diversoparere Laufrray, 1983, che assegnaparte della cinta
alla committenza di Anastasio, in una data intorno al 5oo), le mura
di Zenobia furono progettate per adeguarsialla particolare situazione
orografica del terreno e si sviluppano su un percorso triangolare
(nIc.53), con base sulla riva destradell'Eufrate,dove si individuano
anche resti di murature ipoteticamenteriferibili a una piccola installa-
zione portuale, e vertíce su di un'altura posta a circa 4oo metri dalla
sponda, su cui sorge la fofiezza che costituisceil caposaldodel siste-
ma difensivo (noro z9). Le cortine sono rinforzate a intervalli rego-
lari di circa 35 m da torri a pianta rettangolare,aggettantitanto all'e-
sterno quanto all'interno, dove sono collocati i corpi-scala;due torri
di impianto analogo difendono ciascunadelle due porte urbiche che
si aprono sui tratti meridionale e settentrionaledella cinta in corri-
spondenzadel cardo della città. Sul lato settentrionaledella cerchía,
non lontano dalla fortezza sulla collina, sorge inoltre un imponente
edificio, anch'essoa pianta rettangolaree articolato al suo interno in
v;
una serie di ambienti voltati a crociera su più piani, interpretabile
comepraetorium(roro 3o).
All'interno la città appare otganizzata,come di consueto,secondo +
gli assi perpendicolari del cardo e del decumano, entrambi porticati,
la cui intersezione era marcata da un imponente tetiapilo. Il centro
monumentale, solo parzialmente indagato archeologicamente,si di-
spiegavanei quadranti nordoccidentale (ove sorgevanoil foro e una
delle due chiese basilicali) e sudoccidentale(ove sorgeva la basilica
principale, dotata di atrio e battistero); nei quadranri orienrali sem-
brano invece concentrarsigli edifici a carattercfunzionale, tra cui un
impianto termale con annessapalestra e, probabilmente, magazziri e
botteghe. T È
La vocazione eminentemente militare della Zenobia bizantina è
i ú
sottolineatadalla presenza,sull'altura che domina la sponda opposta
dell'Eufrate, di un insediamentosatellite deputato a controllare la zo- s >
na collinosa che si stende in quel punto a oriente del fiume: sul sito, s"!
\ . 9
noto oggi con il nome di Zalebiyye e identificabile con l'Annoukas

r54 I55
citato dalle fonti (roro 3r), si conservanoi resti di una fortificazione
di impianto grosso modo rettangolare e di dimensioni rilevanti
(zoo x 5o m circa) in rapporto alla tipologia di questo genere di
installazioni difensive, che dal punto di vista dei materiali e delle tec-
niche costruttive si ricollega in maniera evidente con le soluzioni
adottate nella realizzazionedella cinta muraria di Zenobia.

5.4.4. Resafa

Il caso di Resafa,che nel vr secolo fu una delle più importanti città


della Siria centrosettentrionale,dimostra come la fondazione o rifon-
dazionedi un centro urbano potessein qualche caso trovare una mo-
tivazione in una singolare commistione di esigenzestrategichee di
vocazionereligiosa.
Sede di un modesto castellumdel limes dioclezianeo,Resafa di-
venne celebre a partire dagli inizi del rv secolocome luogo di marti-
rio di s. Sergio. La fama del santo e l'afflusso dei pellegrini alla sua
tomba crebberoin manieraesponenziale nel corso del secoloseguen-
te, creando le condizioni per la fondazione dei primi edifici religiosi e
per lo sviluppo di un iniziale nucleo urbano difeso probabilmente
solo da una modesta cinta in mattoni crudi. Agli inizi del vr secolo
n
Resafa, nota allora con il nome di Sergiopolis,era divenuta una dei l l

principali centri di pellegrinaggiodell'Oriente medirerraneo,dorata, a


partire dal 5r8, di una grande chiesa(nota convenzionalmente come ffir L)

basilicaB) destinataa ospitarele reliquie del martire, sostituendosial


primitivo martyrionin mattoni crudi (lIlbeft, 1993, p. 3$).
Gli inizi del secondo quarto del vr secolo videro un mutamento
radicale nella topografia dell'insediamento:individuata dagli strateghi
di Giustiniano come città-chiavenel controllo di un vasto settore del
trqp
O
territorio siriano conteso ra Bizantini e Persiani e oggeto delle mire I
U
. -

espansionistiche dei Ghassanidifilo-bizantini,Resafa-Sergiopolis ven-


ne dotata di una potente cinta di mura ancor oggi conservatanella
sua sostanzialeinterczza (Karnapp, ry76). Su di un terreno pianeg-
giante e libero da vincoli di natura orografica e idrografica, gli archi-
tetti e le maestranzeimperiali - probabilmentela stessaéquipe re- ,s

sponsabilequalcheanno dopo della costruzionedelle mura di Zeno- .i


bia (Ulbert, 1989) - poterono progetrareuna cerchia perfettamente qJ

aderente al modello normativo delle fortificazioni dell'epoca (nrc.


k d
51. L'impianto generaleè quello quadrangolaretradizionale dei ca- + $ ó

;
d

H
stra romani. con adozione della triplice linea difensiva (antemurale, s v
E.f!
fossato,muto principale) caratteristicadelle principali fortificazioni ! - È

urbiche di età protobizantina;lacortina principale,articolataall'inter- l7;,

t56
uzroNE,rr,r'ancrrnorocrA BTzANTTNA 5. ln crrrì. oell'rupsRo

no da un rafinato sistema di camminamenti e scale (roro 3z), è sanide al-Muhndir, che fece costruire 1l suo palazzosubito al di fuori
rinforzata a distanzeregolari da torri di varia forma (circolari in cor- della porta settentrionale,la città resistettea tutti gli attacchi dei Per-
rispondenza dei quattro angoli, rettangolari, semicircolari e pentago- siani e cedette solo all'invasionearaba, alla metà del vII secolo.Nel
nali nei matti rettilinei) intervallate da robusri contrafforti; sui lati set- secondo quarto del secolo successivodivenne per breve tempo sede
tentrionale e orientale si aprono le due porte principali che, partico- della dinastia ommayyaderegnante sulla Siria e vide il nascere e lo
larmentenel casodella porta nord direttamentecollegatacon la prin- svilupparsi di un importante insediamento musulmano che rispettò
cipale arteria di comunicazionedella zona, assumonoun evidente ca- comunque i luoghi di pellegrinaggiocristiani che continuarono a vi-
rattere monumentale. vere e a esserefrequentati fino al momento della crisi definitiva della
Meno chiaro, anche perché ancora non suficientemente indagato città alla metà del xrrr secolo.
archeologicamente, è il percorsodei principali assiviari interni: i po-
chi resti di una grande via porticata individuati in corrispondenza 5.5
della porta nord lascianoipotizzarcun tracciatonon dispostoper assi La crisi del vIt secolo
ortogonali ma piuttosto dettato dalla necessitàdi raccordarei nume-
rosi edifici religiosi e di servizio che nel frattempo andavano sorgen- La sorte delle città bizantine nei secoli tra il vrr e il rx, i cosiddetti
do. Tra questi ultimi particolare rilievo assumono,ancora .rn" ,róltr, secoli oscuri della storia dell'impero di Costantinopoli, costituisce a
le due imponenti cisterneipogeeposte nell'angolosudoccidentale del- tutt'oggi un problema storico-archeologicoaperto che, in un quadro
la città (la più grande misura 65 m di lunghezza per 22 m di lar- generale segnato dall'oggettiva scarsità di fonti e documenti e dalla
ghezza),alimentate da un raffinato sistema di canaizzazionie di va- discontinuità e disomogeneitàdei dati archeologici,vede il conrap-
sche di decantazioneche permettevanodi depurare dalla sabbial'ac- porsi di due concezionidiameralmente opposte. Da un lato trova
qua piovana raccolta in un grande bacino artificiale allestito fuori del- ancora qualche consensola tesi degli esponenti della grande scuola
la città e che, in un regime di normale piovosità, erano in grado di storica russa (ripresa in epoca più recente da Osrogorsky, 1959 e
assicurareil fabbisogno idrico di almeno 6.ooo abitanti (Brinker, Vryonis, r97r) i quali, essenzialmentesulla base delle fonti, indivi-
r99r). duano una sostanzialecontinuità delle città ra I'epoca giustinianeae
Accanto al nuovo ruolo strategico, la Resafa di età giustinianea quella mediobizantina; dall'aluo si va sempre più affermando l'idea,
mantenne e forse incrementò la sua eminente vocazionedi centro re- grà avanzatada Kazhdan (ry54) e oggi sempre più confortata dai
ligioso e-di pellegrinaggio.Alla preesistentebasilicaB (r.oro 33) ven- dati archeologici, numismatici e desunti da una più attenta lettura
nero afHancate al:re importanti chiese: la basilica A, dedicàta alla delle fonti (Mango, r99r, pp. 78-86), secondo cui la grande crisi
Santa Croce e desdnataa divenire in seguito sede episcopalee luogo attraversatadall'impero a partire dai primi decenni del vrr secolo in-
deputato a ospitarele spogliedi s. Sergio (noro 34); la chiesaa te- teressòin misura rilevante tutte le città bizantine, al punto di causare
traconco, di ignota dedicazione,che si inseriscein una tipologia con- una vera e propria rottura nella continuità della vita urbana.
solidata nella regione, a partire dai citati casi di SeleuciaPieria e di Se la repentina riduzione territoriale dell'impero, sotto le spinte
Apamea,e la basilicaC, posta nelle vicinanze dellaporta orientalee concentriche di Avaro-Slavi e Longobardi nei quadranti occidentali e
recentementescavata. di Persiani e Arabi nei quadranti orientali e meridionali, determinò
La solidità delle sue srruture difensive,la sua fama di centro reli- owiamente la fine di gran parte delle città bizantine ubicate in quelle
gioso e in definitiva il profondo radicamenronel tessuro sociale della regioni, anche i grandi centri urbani di radizione ellenisticapure ri-
regione fecero sì che Resafasoprawivessealle fortune della domina- masti continuativamente sotto il controllo bizantino dovettero uscire
zione bizantina in quei territori. A differenza di tutte le alffe "città tutt'altro che indenni da una crisi generaleche minacciò addirittura
nuove" sorte nei primi decenni del vr secoloper rispondere a precise la stessasopralvivenza dell'impero. La continuità del concetto di po-
esigenzedi natura celebrativa,amministativa o difensiva e destinate ài non fu mai, per la verità, in discussione:le liste episcopaliattesta-
a scomparire con il venir meno, per motivi e in circostanzediverse, no con sufficienteattendibilitàche le caricheecclesiastiche - in que-
di quelle stesseesigenze,Resafacontinuò invece a vivere per alcuni sta fase più chc rììai strettamente connesse con responsabilità civili e
secoli.Divenuta intorno alla metà del vr secolosededel filarca ghas- amministrirtivt' - si con
l)('r'l)ctuar()no relativastabilitànelle loro sedi

r 5t3
JZIONE,A.LL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

tadizionali; ma altre fonti, anch'essenel loro complessoattendibili a


partire dalle già citate Parastaseissyntomoichronikaiche descrivono la
Costantinopolidell'vrrr secolo,fornisconouna immagine assaichiara
di città in grave decadenza(Mango, r99r, pp. 92-1-).
Sulla base di dati archeologiciancora troppo sparsi - su uno dei
siti meglio indagati in questaprospettiva, Sardi, è stato scavatosolo il
5olodell'interasuperficiedell'insediamento(Russell,r986) - è difficile
tentare di restituire un'immagine credibile delle grandi città bizantine
dei secolivrr-rx, ma è possibileindividuare almeno alcuni dei feno-
meni di trasformazionedel tessuto urbano che sembrano cogliersi,
seppurein forme diverse,in gran parte dei centri presi in esame(Ia-
cobini, r99ù.
Un primo dato generaleè rappresentatodal restringimento,spes-
so anche notevole, delle aree abitate. In questo sensovanno interpre-
tati i dati di Efeso (nrc. 55), dove la nuova cinta muraria erettata
vrr e vrrr secoloracchiudevauna porzione assairidotta della grande
Iìoto 17. Costantinopoli, le mura terrestri in una foto della fine del xrx secolo.
città ellenistica,salvaguardandosolo i quartieri immediatamentea ri-
dossodel porto (Foss,r979a, pp. ro3-r5), e di Sardi (nrc. 56), do-
ve le incursionipersianedegli inizi del vrr secolodeterminaronoI'ab-
bandono di ampi settori dell'anticoimpianto urbano, a partire dalle
aree commerciali che si erano andate sviluppando nel secolo prece-
dente a ridosso della grande via colonnata della città antica (Foss,
1976, pp. Sl-66; Crav{ord, r99o). Sorte analogasubironole città
delle regioni interne dell'Asia Minore, a partire da Ankara (l'antica
Ancyra, citata ancora alla metà del rx secolo dal geografo arabo Ibn-
Khurradadhbih come una delle cinque grandi città asiatiche,insieme
a Efeso, Nicea, Amorio in Frigia e la non identificata Samala;Man-
go, r99r, p. 84), in cui il rapido susseguirsidelle scorreriedei Per-
siani prima e degli Arabi poi determinò una brusca cesuranell'evolu-
zione dell'impiantourbano, inducendola popolazionead abbandona-
re la città bassae a ritirarsi nella munita cittadella(Foss, 1977ù.
Il caso di Ankara inffoduce al secondofenomeno che sembra ca-
ratteîizzarc le città bizantine in quest'epoca:la creazioneo il poten-
ziamento di nuclei difensivi di ridotte dimensioni, posti generalmente
su di un'altura e muniti di fortifrcazioni assairobuste. Questo passag-
gio da una città intesa come luogo della vita sociale a una città con-
cepita prevalentementein funzione difensiva (ben esemplificato del
resto nella frequente ambivalenzadelle fonti che associanospessoal
nome di una città l'appellativo kastron: Angold, 1985; Dagron,
1987), si coglie bene in tutti i siti sin qui citati. L'antica acropoli di
Sardi venne trasformatain Íortezzaprobabilmenteintorno alla metà f irt6 ru. (ìostrnlirrr,lx,li,l( rììur'1ì trarittime prima della realtzzazione della linea ferro
\ X / i e g a n dr,9 3 4 ) .
rlel vrr secolo(Foss,1976, pp. 57-9); a Mileto, verso la fine dello v i r t t i : rt ' , 1 . ' l l ,st l t , r , l , rt t t t t r lltl t t { . 1 : tM i t t l r b t l r t r y ,

r6o
t"..

r$

Foto r9. Costantinopoli, il palazzo del Boucoléon (da Mamboury, rX/iegand,1934).


" . ,
Foto zr. Antiochia, frammento di mosaico pavimen-
tale da una residenza del sobborgo di Dafne, primo
auano del vr secolo (foto Barsanti).

rg costantinopoh, facc.ota del corpo principale del palazzo del Tekfur Saray (Ar.-
{oJ9 I t r l o z z . ( ì c r t t s i t ì c t t r t r r t ' ,i s t t ' i z i o t t t con il nome di Giustiniano dalla cisterna annessaalla
chivio Fotografico cNn, Arte bizantina).
N,',r(tlrr Avig:ttl, r,1lil,).
Foto 24. Palmira, veduta generale da Ovest, in primo piano i resti del Campo di Dio-
cleziano (Archivio Fotografico cNn, Arte l>izantrna).

Foto -23. Apamea, resti della grande via colonnata (Archivio Forografico cNR,
Arte bizantina).

lirte 25. Palrlirrr,lralricolrrrctlcllrrcinta muraria con totre addossatain epocagiustinia-


t r c r r( A t c l r i v i o| ì ( ) l ( ) t t f : l l i (r';(N
) t t ,A l ' l t ' b i z r r r r t i r r a ) .
Foto 26. Caúóin Glacl-IustiniurnaPrin'ra,edilìci r-esidenzialie cli serr,ízionella cittrì altl lìrto zB. Dara, particolar:edella granclecisterna (Archirrio Fotogrzrficocxtr, Arte bizan
(Archivio Fotosraficor:xn, Arre bizantina). lna).

Fo:o ?7: Calióin Gtad-Iustiniana Pr-ima,tofre pentagonalca clilèsaclclll lror-trrnrclirli,, | . t o , r r . Z c n , , l r i rItl , r l c,l r r r ' , \ ( ( I ì r r r r r t ( r ì ( r ' r r l ct l c l l r r c i t t à t l r l l ' E L r f ì ' a t e ( A t c h i v i o F o t o g r a
nale della citttì alta (Archivio Fotosrafico cNn. Arte bizar-rtina). l r ( , ,( f . r i A r l , l , i , , . r r r l r r ' . r ì
:

ì
l',"' d

Foto 32. Resafa, rico-


struzione prospettíca
deIl'alzato delle mura
(da Kanapp, t976).

Foto 3o. Zenobia-Halebilye,segmentose*en*ionale


delle mura:
tfl.{,î, il cosiddetto praàturium.(Archivio'É;;d;iì..'
3 -d::-rra
^r[e Dlzantlna I _
"i;;
Foto 33. Resafa, vedu-
ta generale del sito: in
primo piano i resti del-
la cosiddetta basilica B,
sullo sfondo la cinta
muraria (Archivio Fo-
tografico cNn, Arte bi
zantina).

Foto 34. Resafa, resti


rlclla cosiddetta basilica
A (Archivio lrotogralì-
*"ri'.-ff::t:Îf,"fi,yrffi,1;:1 *.""'^1edelrortino
dizatebiyrye-Annoukas
(Archi co (ìNrì, Artc bizlnti-
t r t ).
:'q

Iioto 17. Edessa-Ulfà, limite mericlionaleclella cittadella con il fbssato di epoca giusti
rrianea(Alcl-rivio Fotografico cNR, Arte bizantina)

Foto 35. Smorna-Boljetin,veduta generale della fortezza al


momento dello scavo (da Starekulture, 1969)-

Foto 36- Ipotesi ricosuuttiva di un'abítazione di epoca prcr


tobizantina nella lortezza di Svetínja (da Milosevió, r98j). | .to i t i . A r r r i , l ' r| ) i v r r r I r r il ri , ; r r t t I iot l : t t ' t rlclll cir-rtntrutaria; in primo
piano i restí del-
I , t t t l i t t t t t t r t l , ( A t , l r l v r , ' I ' r 1 . 1 ' l . t l l to I ' lì Altt"bizrrntin,t).
Foto 4r. Thamugadi-Timgad(Algeria).iscrizioneche celebrala costruzionedella città
fortificatada parte di Giustiniano (da Durliat' rgBr).
Foto 39 Martyropolis-Silvan, tratto dalla cinta bizantina inglobata nelle
costruzioni rli
epoca moderna (Archivio Fotografico cNn, Arte bizantina)."

corpo centale del palazzo (Archivio Fotografico r;Nu, Ar.rr


l:r-1J:,,Qu.r-ibn-1x/ardan,
blzaîttna).
Foto 42. Le principali produzioni dí ceramiche da mensa di epoca medío e tardobizrrr,
tina: a-b) Glazed \)fhite \flare ry c-d) Glazed Red \Vare còn elaborata decoraziorr, Foto 42. (segue):, GR\í con decorazione puntinata (Measles Ware); g-h) Zeuxippus
graffita; e) GRST con decorazione dipinta policoma. V/urc; i-l) GR\l dccorata con fìgurc di uccelli (produzione tessalonicese).
5. le crrrÀ DELL TMPERo

FTGURA tt
Efeso, pianta della città in epoca mediobizantina

Foto 43. Esemplificazione delle princilr,r


tecníche edilizie in uso nel mondo bizant'
no: a) opera laterizia; b) fasce alternatc ,t ln neretto il tacciato delle fortificazioni bizantine.
pietra e laterizi; c) opera quadrata; z/) t',,', l'oatc':Foss (r..rt.)a).
"mattone
glomerato cementizio; e) arrcl t.,
"cloisonné";
to"; îl g) fasce alternatt' ,l
blocchetti e laterizi di epoca palcokrgrr.
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

rrcuna 56
Sardi, pianta generaledel sito con l'indicazione dell'estensionedella città in
epocatardoantica,protobizantinae bizantína

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Fonte: rielaborazione da Foss (r97e).


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stesso secolo, venne allestita una cinta difensiva reimpiegando le O \\',.t.'
strutture di numerosi monumenti pubblici, sfruttando in particolare il CJ .--'-..-: v À l
rc
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teatro come caposaldodifensivo (cfr. pen. 63); a Efeso venne addi- d

rittura edificato un nucleo difensivo extraurbano, sorto sulla collina & E

su cui era ubicato il grande santuario di epoca giustinianeadedicato


a s. Giovanni, che progressivamentedivenne centro di attrazione per ;
< 5 -È
la popolazioneche abbandonavala città antica (Foss, r979a, pp. t

u}5). f,< {
Un terzo fenomeno evidente in tutti eli insediamentiscavati è

r6z t(r1
JzroNE ar,r,'lncrrnor,oGrA BTzANTTNA LE CITT,{ DELL TMPERO
5.

rappresentatoda un netto decadimentodegli assetti urbani: prassi da quelli della Grecia continentale e peninsulare che si ar,'vianoin
costante è la chiusura e 1I ftazionamenro di portici e di grandi am- questafase ad assumereun ruolo di particolareimportanzanell'eco-
bienti per ricavarne unità abitative e funzionali di vaúa natura; l'ab- nomia politica del mondo bizantino (Angold, 1985).
bandono dei tracciati viari antichi, i cui spazi vengono invasi da co- Anche in questo caso, i dati archeologicia disposizione- quasi
struzioni precarie; il cessaredella manutenzionedei monumenti pub- mai frutto di scavi programmati e mirati, che hanno inoltre interessa-
blici, cui segueI'asportazionedegli arredi e in qualche caso la demo- to spessosolo marginalmentei livelli di epoca mediobizantina e che
lizione frnahzzataal recupero di materiali da costuzione; il sensibile si sono concentrati quasi esclusivamentesul territorio greco (Bouras,
rialzamento dei livelli di calpestio determinato dal continuo accumu- r98r) e in misura assaipiù limitata sulle regioni occidentalidell'Asia
larsi di terre e rifiuti. In parallelo si registra nella quasi totalità dei Minore (Mùller-\X/iener,196r; Foss, 1976; DZZ\; r979a; Rheidt,
casi una progressivarutahzzazionedella vita urbana, con lo sviluppo r99o) - si rivelano ancoraframmentarie disomogenei,ma permetto-
di orti e spaziincolti all'inrerno degli antichi perimetri cittadini e con no comunque di cogliere almeno alcuni dei caratteri fondamentali
l'abbandono dei campi più lontani dal centro fordficato (Popovió, della città mediobizantina.
r 9 8 2) . La grande crisi del vrr secolo- con il suo corollario di abbando-
Esemplarein questa prospettiva è il caso di Anemurium (wc. ni e distruzioni che causareno un brusco rialzamento dei livelli di
57), un centro di fondazione romana sulla costa meridíonale della calpestio - sembra ^ver azzefato, anche sui siti di più consolidata
Turchia oggetto in anni recenti di un programma di indagini archeo- tradizione,I'impianto delle città antichee tardoantiche:né le fonti né
logicheestensive(Russell,1983; 1986). Al momento di massimafio- tantomenoi dati archeologicitestimonianoinfatti, per le città dei se-
ritura della cittadina, agli inizi del vr secolo - quando gli abitanti coli successivi,della soprawivenza di una qualche forma di pianifica-
potevano contare su ffe grandi terme e su un gran numero di chiese zione urbana. In un panorama caratterizzatoda un'edilizia piuttclsto
continuamenterestaurate-, fa seguito una fase di crisi che si awerte povera, sia nella concezionearchitettonica che nella realizzazionema-
prima, già alla metà del vr secolo, nel decadere della qualità degli ieriale, sembra essersicompletamenteperduta la nozione del signifi-
insediamenti abitativi e poi, verso la fine dello stessosecolo,nel pro- cato simbolico che spazi ed edifici ricoprivano ancora nelle città pro-
gressivoabbandonodei monumentipubblici (la chiesaprincipalecol- tobizantine: le strade, non più costeggiateda portici, perdono insie-
pita da un terremoto non viene restaurata).Nell'ultimo secolodella me con i loro percorsi rettilinei anche il ruolo di assi di distribuzione
sua esistenza- testimoniatafino all'vrrr secolo inoltrato - Anemu- degli spazi urbani; vie strette e tortuose si aprono tra case e officine
rium apparecompletamentetrasformatain un modestovillaggio,for- che si addossanoirregolarmentele une alle altre, invadendo e cancel-
tementespopolatoe soggettoad aggressioniesterne(un tesorettode- lando piazze e spazi aperti della città antica, senza più rispettare
gli inizi del vrr secolo restimonia probabilmente una delle frequenti quella netta distinzione tra aree residenziali e aree a vocazione pro-
scorrerie), che conservasolo i ruderi dei monumenti del suo fiorente duttiva e commerciale che abbiamo visto carattetizzate particolar-
passato. "città
mente le nuove" del vr secolo. Gli stessi edifici religiosi non
presentanopiù caratteri di grande monumentalità né ricoprono più il
5.6 loro ruolo di punti focali del tessuto cittadino; chiese di piccole o
La ripresa mediobizantina piccolissime dimensioni, per lo più cappelle private o katholika dei
monasteri urbani - che rappresentanoforse I'elemento più significati-
Se i decenni centrali dell'vrrr secolo segnanoprobabilmente il mo- vo del paesaggiourbano dell'epoca- proliferano in ogni angolo della
mento più grave della crisi complessivadell'impero bizantino (Man- città (Mango, 1974, p. r98), spessoinserite in nuclei edificati di cui
gor r99r, p.92), già la prima metà del secolosuccessivo - alla vigilia fanno parte anche abitazioni, magazzinie laboratori. Unico reale ele-
della grande rinascitaeconomicadei secolix-xrr - fa regisuarelav- mento di continuità con la città protobizantina appare esserela cinta
vio di una fase di progressivaripresa delle istituzioni cittadine, con muraria, nella grande maggioranzadei casi direttamente quella eredi-
un fenomeno ben testimoniato dalle fonti per la capitale imperiale e tata dai secoli precedenti, semplicementerestaurata o spessoridotta
che sembrapotersi estendere,sia pure in forme e circostanzediverse per adattarsimeglio alla difesadei nuclei abitati più accentrati.
(Kirsten, 1958), anchead alri importanti centri urbani, a cominciare Il sito più estensivamente scavatoanche in anni recenti (biblio-

r64 | ()5
JZIONE ALL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA

grafia in Bouras, r98r, p. 618, nn. 3z e 33) e dove meglio è leggtbi-


le il tessuto della città mediobizantina è certamente quello della città
greca di Corinto. Qui i dati archeologici- in particolare quelli numi-

' f f i ú
smatici (Metcalf, ry73) - testimoniano di una rapida ripresa della
vita urbana dopo la grave crisi determinata dalla conquista avara de-
gli inizi del vrr secolo.Divenuta capitale del tema e sede dello strate-
go di Morea, già dagli inizi del rx secolola città nel suo insieme e in
particolare l'area dell'antica acropoli furono oggetto di un estensivo
piano di restauro e ripristino di alcuni edifici pubblici e privati, di
riattivazione dei maggiori assi viari e di edificazione di nuovi luoghi
di culto (Scranton,1957, pp. l+-81).All'interno del tessutodella cit-
tà antica e tardoantica, la cui distribuzione spazialefu comunque in r1
qualche misura conservata,I'insediamentomediobizantino si sviluppò uf
in manieraspontaneae dinamica(Bouras,r98r, pp. 618-9), con un
moltiplicarsi di edifici di piccole dimensioni e di pianta semplificata, 6
N
f
rcalizzati normalmente con materiali di spoglio e collegati fra loro in
densi nuclei. Nei secoli immediatamente successiviCorinto sviluppò o

una forte vocazioneproduttiva e commercialee conobbe una rapida
I a
espansionedemografica,efficacementetestimoniata daI gran numero
di abitazioni, rnagazzinie officine che andarono progressivamentead o €
c
occuparela superficiedell'antica agorà (nrc. 58), creando un fitto
tessutosegnatodalla presenzadi numerosefornaci per la produzione I =
di ceramichefini da mensache - sebbenenon menzionatadalle fonti
- sembra aver costituito la principale attività della popolazione fino
0

alla caduta della città nelle mani dei Crociati nel rzor (Morgan,
N
1942, pp. r-25; Stillwell, ry67). N rc

IJn percorso simile a quello di Corinto dovettero seguire,almeno E


nelle grandi linee, altre importanti città della Grecia continentale e
peninsulare:Argo, Monemvasia,Tebe, Paffassoe Lacedaemonia(la
Sparta medievale), spessocitate nelle fonti come centri relativamente (.) rc

fiorenti - in qualche caso (Lacedaemonia)rioccupati dalla popolazio-


o
c')

td"'$
ne dopo un lungo abbandono - e dove scavi occasionalie limitati
su{
J

rc
indicano la presenzadi consistenti depositi di epoca mediobizantina. C)

c.)
Caso in qualche misura emblematico è quello di Nichoria, nella
Grecia sudoccidentale,dove un sito fiorito soprattutto in età classica
e poi a lungo abbandonato vede in questa fase la rinascita di un
o

o \ \\i[ ; t ì
villaggio le cui strutture abitative e i cui materiali richiamano da vici-
no il panorama della Corinto mediobizantina (McDonald et al.,
d
R
e'x
r983).
< o î ) q
Per quanto riguarda Atene dati significatívi provengono tanto
dalle ricerche archeologichecondotte sull'acropoli, quanto dallo stu- v o
EU
dio dei numerosiedifici religiosiconservatio documentati.Nell'attua-

r67
iNTRoDUzroNr Alt"'ARcrtroLocrA BTzANTINA

le capitale greca, che peraltro in età medi obizantina non godette cer-
to di un periodo di grande prosperità, prima delle grandi demolizioni
della fine del secolo scorso si contavano una quarantina di chiese
(Mango, 1974, p.z5z) cronologicamentecomprese tra il rx e il xrr
secolo (ne rimangono oggi solo otto, la più importante delle quali è
I
forse quella dei Ss. Apostoli, nell'area dell'antica agorà, databile tra la a

9 :
fine del x e gli inizi dell'xr secolo; Frrintz ry7r). Gli scavi condotti I
O)Z gÈ,
sull'acropoli negli anni Cinquanta e non ancora adeguatamente pub- 9 :! 3ú
5 :
blicati (Setton, 1955; Frantz, 196r) hanno messo in luce l'esistenza : \ o 0
di una imponente fortificazione, il cosiddetto Rizokastro eretto alla r Ò 0)
enE
metà dell'xl secolo a recingere la sommità della collina, e di numero- c..{ ó o
o
a
se abitazioni che, se hanno poco a che vedere con le grandi residen- c.{ a
' o
ze signorili dell'epoca classica, pure dimostrano una solidità e una . . z ''- t-rf
organicità d'impianto ignote ai precari ricoveri che caratterizzano la
"secoli
fase dei oscuri" in quella stessa area (Thompson, 19j9; Z Q
^,= ó È
F 9

Fîantz, r988, pp. r17-zz). \J ?


-V. - _ ! 9
N
- u l
:
;
:
i::
i = a
à
, ; x d <
ú z*< :
La città t]lobiz^ntina
N
P-: tz
I secolidal xrrr al xv, che in Occidentesono particolarmentecaratte-
rizzati dalla rinascita e dal rapido sviluppo delle città, in Oriente u gt .9

marcano invece una fase di stasi, quando non di decadenza,delle ca


/(!
istituzioni urbane. Dei grandi cenri di tradizioneclassicae tardoanti- clí o :

Í
".l I :- +.{
ca, solo Costantinopolie Tessalonicamantengonoalmeno nelle gran- l - O t è i

di linee il loro impianto originario anche se sono entrambe interessa- o


" ' O
te da fenomeni di profonda trasformazione- spostamentodegli inse- 2

diamenti privilegiati, nascitae sviluppo di nuovi quartieri commercia- \J-


t)- z
li, in qualche caso extramuranei, ridistribuzione degli edifici religiosi l t O

ecc. - sui quali abbiamogià avuto modo di soffermarcipartitamente.


zo

o , t : <

Assai più problematico,per una serie di motivi concomitanti,si ^ ? It <'!

rivela il seguire l'evoluzione delle altre città bizantine attraverso gli


I zl
A <
a\::
E! FR . d
0
n3 ! : nt ís.!:
ultimi secolidell'impero. Si è già accennatonel cep. 3 come I'occu- N ; r -l
à É { " Qrt
: i -6:

ú 9; Y"o*l
pazione crociata di Costantinopoli abbia di fatto sancito il definidvo r î Z F
ts î:
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compiersi di un processodi frantumazione dell'unità territoriale del- N
=a Z ù : É : J F
E
I'impero bizantino, che non riconquistò una sua unità politica e cul- N
ó 9-3839

turale nemmeno con il ritorno nella capitale degli esponenti della di-
nastia paleologa.In questo panorama politico e amministrativocosì
( o h
frastagliato,in cui la difesa del territorio non è più assicuraranemme-
) . oq J
no formalmentedall'autoritàcentrale,nelle città sembraprevalerees- ll

senzialmentela vocazionedifensiva,che si esprime soprattutto nella

r 6[ì t (rt;
INTRODUZIONE ALL,{RCIJÉ,OLOGIA BIZANTINA LE CrTTA DELL rMPliRo
5.

rrc;una 6o cioato autonomo dei Grandi Comneni: in momenti diversi nell'arco


Mistrà,piantadellacittà di tempo.che copre i secoli xrrr e xrv, ma comunque all'interno di
un orgamco prano di ridefinizione globale dell'impianto urbano, a
Trebiùnda ,oènrr.rocostruite tre cinte murarie concentríche(ntc.
e della resi-
5g), quella più interna a difesadel centro amministrativo
a;*; signorile,quella intermedia,sostanzialmente coincidentecon la
cinta della città mediobizantina, e quella esterna che giungeva a in-
globare
" i quartieri a ridosso del porto (Iacobini, 1994, pp' 45--6)'
Al polo opposto dell'impero, nella Grecia pe-ninsulare,la città
nuova & tvtirtià - sviluppatasi dal nucleo di una fortificazione som-
mitale di epocacrociataceduta ai Paleologhisubito dopo la riconqui-
sta di Costantinopolie destinataa ospitarele popolazionidella vicina
città di Lacedaemonia- testimonianel migliore dei modi i caratteri
peculiari dell'insediamentonelle regioni occidentali delf impero bizan'
iino degli ultimi secoli (Kanellopoulos,196z; Runciman, r98-o)' Con-
seruund"ola disposizioneaccentratadell'originario castellolatino' la
città si sviluppain manierapiuttosto irregolaresul ripidissimopendio
e alla base àela collina (ntà. 6o)' il nucleo centraleè costituito da
-
una piccola piazza su cui si affaccia solo il palazzo dei Despoti
nelleiui struiture e nel cui ^ppataito decorativo si awerte chiaramen-
te I'influssodell'architetfutafranca-, mentfe la chiesametropolitana
sorgepiù in basso,quasi in posizioneperiferica.Le strade,che con-
,.*urt solo un carattere eminentementefunzionale, disegnano per-
Fozre: Sotirion (r9y6)
corsi assaitorruosi, articolandosispessoin vicoli ciechi per raggiunge-
re i caratteristiciedifici residenzialia più piani, parzialmentefondati
su ampie sostruzionie disposti paralleli od ortogonali,rispettoal de-
clivio iOrlandos, r97r). Numerosee in qualchecasoben_conservate
scelta del sito e nel moltiplicarsi delle cinte murarie e di sistemi di
sono le chiese, per lo più di piccole dimensioni e di modesto rilievo
difesa (Iacobini, 1994, pp. 44-7).
monumentale,molte delle quali facevanoparte di complessimonastici
I pochi dati archeologicidisponibili - nessunacittà con impor-
intramurari la cui presenza caratterizzavaparticolarmente-i quartieri
tanti fasi edilizie di questo periodo è stara finora oggetto d'indagini
immediatamentea iidotto della parte bassadel recinto difensivo.
estensive- sono concordi nell'indicareuna netta predilezioneper gli
insediamentisommitali, anche per città di una certa rilevanza.Em-
blematici in questo sensoappaiono i casi di Smirne, dove nel corso
della prima metà del xrrr secoloviene completamenteristrutturatala
munita cittadella posta sul monte Pago (Mi.iller-\X/iener,ry62), e di
Magnesiasul Sipilo, dove nello stessoperiodo di tempo la città sem-
bra restringersi alle sole pendici collinari circondate da una nuova
cerchiadi mura (Foss,r979b; Foss,\Winfield, 1986).
Il moltiplicarsi degli impianti difensivi rrova la migliore esemplifi-
cazionenel caso di Trebisonda, la città sul Mar Nero divenuta già
immediatamenteprima del saccodi Costantinopolicapitaledel prin-

| 7() t7'l
6

Gli insediamenti difensivi

6.t
La difesa dell'impero

Anche nei momenti di maggiore estensioneterritoriale e di maggiore


potenza militare quello della difesa dei confini costituì sempre un
problema prioritario nel mondo bizantino e tutto il corso della storia
dell'impero di Costantinopoliè segnatodal confronto militare e poli-
tico con i popoli e le entità statali che occupavanoi territori confi-
nanti. La continua pressionealle frontiere meridionali dei Persiani
prima e degli Arabi poi, il presentarsiai confini settentrionalie occi-
dentali delle popolazioni slave in migrazione e, infine, la progressiva
avanzatada Oriente delle truppe turche costrinseroin pratica tutti gli
imperatori a investire gran parte delle finanze statali nell'allestimento
e nel mantenimento di imponenti sistemi difensivi, realizzati seguen-
do spessopuntualmentei dettami di una ricca trattatisticain materia
di strategia e tattica militare e di poliorcetica cui abbiamo già avuto
modo di accennarenel capitolo dedicato alle fonti (Dain, ry67;
Teall, ry77).
In alcune regioni dell'impero, e particolarmentein molte delle
province poste lungo i confini nordoccidentale,orientalee meridiona-
le, le opere di fortlfrcazione costituirono la forma prevalente d'inse-
diamento, giungendo a caîatteîizzarecon la loro presenza la facies
bizantina di molti territori. Ciò risulta particolarmente evidente so-
prattutto per l'epoca giustinianea,durante la quale l'Illirico settentrio-
nale e più in generaletutta la riva desmadel Danubio, la Mesopota-
mia settentrionalee centrale,vaste regioni della Siria e gran parte
dell'Africa settentrionalee almenoalcuneregioni dell'Italiafurono og-
getto di un piano di riorganizzazionedell'intero sistemadifensivo che
comportò la costruzionedi centinaiadi siti fortificati di varia dimen-
sione.
Ma anche nel corso dei secolisuccessivi,dopo che la grande crisi

t 7 \
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA. 6 . c r , r I N S E D T A M E N T TD r F E N s r v r

del vrl secolo aveva cancellato anche f idea di una fascia difensiva sione del territorio imperiale intorno alla metà del vr secolo si rivela
unitaria e articolata che proteggesseil territorio imperiale nel suo in- dunque una struttura piuttosto flessibileche, pur rimanendo ancoîata
sieme, nuovi sistemi fortificati vennero eretti nelle regioni che di vol- a una concezioneunitaria e in qualche misura codificata, è in grado
ta in volta assumevanoil ruolo di frontiera dell'impero e la difesa del di essereadattataalle diverse situazioni regionali che possono presen-
territorio divenne il tema prioritario su cui si concentraronole inizia- tare problematiche anche assaidifferenti in relazione alla natura geo-
tive evergetichedegli imperatori bizantini in due momenti in partico- fisica dei territori, alle caratteristichee alla pericolosità presunta delle
lare: nel corso dell'xr secolo,quando il rinnovato e rafforzato impero popolazioni e degli stati che si affaccianoai confini e alla necessitàdi
bizantino si trovò a dover fronteggiarela minaccia dei Turchi selgiu- un conrollo amministrativo più o meno capillare sulle stesseprovince
qidi, e all'indomanidel saccodi Costantinopolidel rzo4, quando la di frontiera.
frammentazionedel territorio imperiale diede vita ad almeno tre nuo-
ve entità statali in aperto conrasto ffa loro (Foss, \Winfield, 1986, 6.2t. Il limes danubiano
pp. 15o-6o).
La linea difensiva dell'impero lungo il Danubio si colloca in una pro-
6.2 spettiva di stretta continuità con il sistema fortificato messo a punto
Confine e frontiera: il lìmes nella regione dai Romani nel corso del secondo trentennio del ur
secoloquando, in previsione dell'abbandono delle regioni a Nord del
In totale continuità con la tradizione romana, i bizantini concepivano fiume, tutti gli accampamenti fortificati eretti già a partire dall'età
il territorio imperiale come un insieme unitario, circoscritto da un giulio-claudia lungo la riva destra del Danubio furono oggetto di una
confine (rtnis), inteso come una entità astratta e geometrica che ne
vasta campagna di restauri e di riedificazioni volta a trasformadi in
costituiva il limite al tempo stessofisico e giuridico. Più concreta e
altrettanti capisaldi del lirnes destinato ad arginare la crescentepres-
agg;iornataalla mutata realtà delle cose era invece l'idea di frontiera,
sione delle popolazioni barbariche in quel quadrante. Oggetto di spe-
intesa come una fascia più o meno larga di territorio, sottoposta a
cifrca attenzione da parte imperiale (Cod. Tbeod., xv, r, 13) e di
una amminisffazione prevalentementemilitare che seguiva il confine
continui restauri per tutto il secolo seguente,le fortificazioni del limes
imperiale garantendonela difesa, ponendosi però al tempo stessoco-
danubiano non riuscirono comunque a resistereall'impatto degli Un-
me entità permeabile, zona di contatto e di scambio ffa le popolazio-
ni alla metà del v secolo e vennero quindi abbandonate,per essere
ni diverse che vivevano al di qua e al di là del confine (Honigmann,
196r; Ahrweller, r974-76; Obolenski,ry74-76). rioccupate dalle truppe imperiali solo nel corso del terzo decennio
Da questo punto di vista, 1l lines bizantino differisce concettual- del vr secolo, a coronamento di una fase di espansioneterritoriale
mente in modo sensibileda quello romano: all'ideadi una linea forti- che vedeva nella riconquista della ripa danubianaun momento strate-
ficata sostanzialmentecontinua, articolata in una serie di installazioni gico, politico ma anche simbolico, di particolare importanza nella
e di fortilizi a esclusivadestinazionebellica, controllam da guarnigioni concezioneimperiale di Giustiniano (Zanini, 1988).
militari e intesa esplicitamentea difendere il territorio imperiale dagli L'organizzazione del sistema difensivo lungo la frontiera setten-
attacchi esterni, si sostituisceI'idea di una serie di zone di frontiera, trionale dell'impero bizantino è ben ricostruibile soprattutto grazie al-
sottoposte a un controllo e a una amministrazione speciali, dove lc le ricerche archeologichecondotte a partire dal ry6o nell'area del
truppe risiedono stabilmente insieme alla popolazionecivile in centri Djerdap (nrc. 6r), vna zona al confine ma la Serbia e la Romania,
fortificati di varia dimensione, dalla torre di awistamento alla vera (' dove, in occasione della rcalizzazionedi una grande diga sul Danu-
propria città, e in cui il problema della difesadel territorio imperialc bio, sono stati censiti e in larga parte scavati i siti archeologicidesti-
è visto come intimamente connessocon quello della amministraziont' n^ti a esseresommersi dalle acque del nuovo bacino artificiale, tra
di aree particolari che costituisconospessole frontiere non solo poli' cui alcune decine di insediamenti bizantini fortificati di varia dímen-
tiche ma anche e soprattutto culturali, religioseed etniche del monrl,t sione (Stare kubure, ry69; Biernacka-Lubanska, r98z; Boskovió,
bizantino. r98z-83; Kondió, 1984). I dati ricavati in quest'areasi sono inoltre
Il limesbizantino messoa punto nel momento di maggioreesparì rivelati estensibilianche ad alri nuclei fortificati posti più a Est, nella

t7+ 17,
6. (;l.l INshl)lAMliN l.t l)ltiHNslvl

regione rumena della Dobrugia, le cui sequenzestratigrafichepresen-


tano caratterisostanzialmente simili (Suceveanu,Barnea, r99r).
Lungo I'ansa del Djerdap il sistemafortificato bizantino reimpie-
gò largamente,sia pure modificandole, adattandole e integrandolà,le
strutture portanti del limes romano, a partire dalla uia Traiana, l'anti-
ca stradacostruitain più ripresenel corso del r sec. d.C. e terminata
appunto sotto Traiano intorno al roo, che, correndo per lunghi tratti

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a strapiombo sul fiume, seguivala sua sponda meridionale collegando
fra loro i maggiori insediamenti fortificati.
Tra questi ultimi, alcuni - in particolare i grandi castravn tempo
= f
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fll
sedi delle legioni imperiali, per esempio Taliata (od. Veliki Gradac;
l b:
I 6
E 5
o Popovió, r98z-83) o Zanes-Diana{rcd. Karata5) - ancora in epoca
-)
UJ =

#
1
UJ bizantina conservavano pressoché intatto almeno il tracciato delle
(D
f
If mura, con il caratteristicoimpianto quadrangolaremarcato dalla pre-
J
o senzadi una torre in corrispondenzadi ciascunangolo.I restaurie le
a
cl paniah ricostruzioni di epoca giustinianea comportarono però l'ado-
N
zione di alcuni elementi di novità tanto nella srruttura degli impianti
0)
difensivi quanto, e soprattutto, nell'assettointerno dei diversi insedia-
U menti (nrc. 6z).
i

N Per quanto riguarda le cinte murarie, le modifiche sostanziali-


O
ben riconoscibili in base alla tecnica edilizia che in quest'areapreve-
U
- de normalmente una muratura a fasce alternate di grosse scheggedi
schisto e di corsi di lateizi - riguardano le porte, ridotte general-
mente a una e difese di norma da una coppia di torri circolari, semi-
N circolari o pentagonali,secondouna tipologia non ignota già in epoca
tardoantica ma che sembra catatterizzateparticolarmente proprio le
installazioni militari bizantine a partire dalla fine del v secolo; altre
O
t torri delle medesime tipologie compaiono inoltre in qualche caso di-
sposte a rinforzare il tratto mediano delle cortine rettilinee.
Gli assettiinterni dei singoli centri, per quanto il carattere di sca-
vo di emergenzaassuntodalle ricerche nell'area in questione non ab-
bia spessoconsentito un'indagine sufficientementeapprofondita, re-

stimoniano comunque di un profondo rinnovamento della concezione
'o F !o
stessadell'insediamentofortificato. Scomparsaogni tracciadella tradi-
8 . ú - d
zionale distribuzione quadripartita dei castra romani, generatadall'in-
tersecarsiad angolo retto di un cardo e di un decumano, gli spazi
a t
É q
6 N X
interni delle fortificazioni bizantine rivelano un tessuto più irregolare
' ; o = X
E ' 6
i : F e articolato.Al centro sorgevanormalmentela chiesa(noro 3,5),nor-
0 c v
t malmente collegatacon la porta urbica da un assestradaleprivilegia-
<'o .v .? o
to e spessodotata di impianto battesimale,il che lasciasupporre che
U
H almeno i cenri di medie e grandi dimensioni ricoprissero un ruolo
rt EET c . W importante anche per quanto riguarda l'amministrazione religiosa in

Í76 r77
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZAN'f TNA 6. <;r.t tNsEr)TAMENTD
T tnENsIvI

FIGURA ó2
FrcuRA 63
Taliata-Veliki Gradac, pianta della foftezza Milutinovac, pianta ricostruttiva della foftezza

Fonte: Kondié (rg8+).

Fonte: Kondié 498+\.

L'intervento giustinianeo sl lirnes danubiano non si limitò però al


una regione particolarmente difficile sotto questo profilo (Zanní,
1988). Apparentementedi scarsorilievo monumentalee non precisa- restauro o alla ricostruzione degli impianti fortificati di epoca roma-
mente qualificati sembrano gli edifici destinati a ospitare la guarnigio- na: i cenmi píù grandi vennero infatti raccordati da una serie di nu-
ne, mentre le strutture abitative, per lo più alquanto precarie, rcùiz- clei fortificati di medie e piccole dimensioni costruiti direttamente erú
zate in legno, argilla e pagha (per uno dei pochissimi casi indagati flouo o, in più di qualche caso, ricavati ampliando e adeguando
cfr. Milosevii, t987), occupavanogli spazi a ridosso della cinta mu- strutture preesistenti. Ubicati per lo più in corrispondenzadella foce
raria (noro 36). degli affluenti di destra del Danubio, nei siti cioè che in una zoÍra
L'insieme di queste osservazionisulla sistemazioneinterna delle particolarmente aspra dal punto di vista orografico come quella del
foftezze del limes danubiano può dunque accreditarel'immagine che Djerdap costituivano I'unica via di possibile penenazione verso le
di questi insediamenti fornisce Procopio di Cesarea(De aediftciis,tv, pianure interne della Mesia e della Dacia, questi nuclei fortificati
v, r-r7), che sottolinea il loro carattere prevalente di piccole città, presentano forme assai diverse, dettate più dalla necessitàdi ade-
dotate di una propria autonomia istituzionale ed economica, non di guarsi alfa nattra del terreno che non da quella di rispondere a pre-
esclusivapertinenza militare ma abitate da una popolazione stanziale, scrizioni di tecnica militare (Kondió, 1984). Accade così che accanto
eterogenea,srettamente legata alle attività economiche del territorio a foftezze di tradizionale impianto quadrangolarecome quella di Mi-
che è chiamat^, tîa l'alro, anche a difendere e amministrare (Dun- lutinovac (nrc. 63), compaianostrutture di forme diverse,come nel
can, 1993). caso del castellumdi Bosman (Kondió, r98z-83) dove la necessitàdi

r78 r79
INTRODUZIONE ALL,ARCHEOLOGIA BIZANTINA 6. cr,r TNsEDTAMENTT DTFENSTvI

FIGURA 64
Bosman, pianta ricostruttiva della foftezza FIGURA 6'
Hajducka Vodenica, pianta ricostruttiva della lortezza in epoca protobizantina

o
Fonte:Kondié (ry8t) .

Al centro la chiesa che si sovrappone ai resti della torre di awistamento di età romana.
costruire il fortilizio su_di una srrerta lingua di terra compresa rra il Fonte: nelaborazione da Kondió (rq8+).
fiume e le prime pendici rocciose dei mlnti spinse gri architetti bi-
-
zantini ad adottare una inedita soluzione a triangolo isoscele di
45,50 m di lato (pari a circa r5o piedi bizantini), con una torre cir- co, destinate probabilmenre a difendere una piccola installazione
colare in corrispondenzadi ciascun angolo e con il lato di base, ri- portuale.
volto verso il fiume, leggermenteur..ruio in modo da poter ,.rirr... L'indagine integrale di un settore relativamente ampio del limes
più efficacementeall'impatto delle acque nel corso de[à fasi di piena
settentrionaledell'impero bizantino permette dunque di coglierne gli
(rrc. 64). In stretto rapporro con il fiume - che
in quell'epocarap- aspetti caratteristici: in quest'area il sistema difensivo era concepito
presentavaanche una via commercialedi non secondàriaimportanza
- appare anche la foftezza di Hajduóka essenzialmentecome diga, come linea fortificata utitaria destinata ad
Vodenica (JovanoviZ,rgaz- arginare-e a respingereogni possibile attacco esterno; al tempo stesso
83), eretta in età giustinianea sul sito di una torre di uo'virtam.rrr,, però le fofiezze - oggerto di un piano organico di ridefinizióne delle
d9l rv secolo, nsata al livello delle fondazioni per far posto a una dimensioni e degli assetti interni - si caratterizzavanocome piccoli
chiesa(nrc. 65). In questocasoil castellum- diforma quadrangola- nuclei urbani autonomi che costituivano la forma prevalente dì inse-
re_piuttosto irregolare - prevedeva il prolungamento ieile cortinc diamento nel territorio e che, come dimosrrano gli edifici religiosi do-
orientale e occidentale,entrambe terminanti in un bastione cilindri- tati di battisteroe le installazioniportuali, erano intimamenteconnes-

r8o rlJr
IN'TRODUZIONE ALL ARCHEoI,O(;IA IIIZAN'I'INA
,
se anchecon la realtà socialeed economicadella regionedi fronticr,r.
Da questo punto di vista, iI limes, teoricamenteimpermeabile all,r
pt.siotr. militare nemica, vedeva esaltatala sua qualità di luogo tlr
contatto e di scambio, anche nei confronti delle popolazioni che vivt'
vano al di là del Danubio, e la presenzadi gruppi di Slavi a Sud clcl
fiume già alla metà del vr secolo, quando il controllo della regiont'
.ru uriotu saldamentenelle mani dell'amministazione imperiale, i'
archeologicamentedimostrata da numerosi ritrovamenti di materiali
ceramicie di ornamenti di sicura origine slava(Comsa, t97z; Popo
vit, ry75; Ferjanòió,r984; Popovió,r984).
Le città fortificate della riva danubiana continuarono a ricoprirc
questo duplice ruolo per tutta la durata della dominazione bizantina
su quel q,radrante dei Balcani: la linea difensiva non venne mai sfon-
dati, ma semplicementeaggstatanel corso delle migrazioni avaro-sla
ve dirette verso Tessalonica(Popovró, 1978), ele fofiezze del limes,
insieme a poche città dell'interno, rimasero,nell'ultimo terzo del vr
secoloe fino al loro definitivo abbandono agli inizi del successivo,gli
unici capisaldi dell'amministrazionebizantina in un territorio ormai
largamenteoccupato dalle nuove popolazioni.
Proprio alla fase di generaleinsicurezzadelle province illiriche già
a partire dalla metà del vr secolo potrebbero infine esserericondotti
gli interventi di risistemazionedi alcune strutture fortificate poste a
controllo dei principali punti di passaggiotra la regione macedone,Ia
Tracia e il Peloponneso,che costituisconoun caso del tutto particola- is

re nel panorama del sistema difensivo dell'impero in epoca protobi- È


zantina.Procopio di Cesarea(De aediftciis,rv, Ir, r-r5; rv' tx, 6-13) IF

attribuisce infitti a Giustiniano interventi più o meno estesidelle for- 0

tifrcaziontche bloccavanorispettivamentel'istmo di Corinto e il pas- o

so delle Termopili, nonché del cosiddetto lungo muro di Costanúno- N


poli che taghavatrasversalmentel'intera penisola di Tracia a una di-
itun ^ di circa 4o miglia dalle mura teodosianedella capitale. r

Tra le tre sffutture, che sembrano aver avuto un percorso evolu-


tivo parallelo, quella meglio indagata è quella dell'istmo di Corinto, 6
oggetto di diverse campagne di ricognizione e scavo nell'ambito di <l|

.rlprog.tto coordinatosu scalaregionale(Gregory, Kardulias, r99o; rd

Gregory,r9%).
Il sistemadifensivo, noto dalle fonti come Hexamilion, e di cui si 6

conservanocospicui resti (FIG. 66), prevedevaun muro continuo \O.9 à


9 v @

che, con uno sviluppo di oltre 7 km, taghavatrasversalmentel'istmo <rc


subito a Sudovestdell'attuale canalenavigabile. Sulla sommità dell'al- É a
U
tura più rilevante, gSàurbanizzatain epoca classica'sorgeva poi un = . 4 . &

fortilizio di forma trapezoidale che fungeva da caposaldo dell'intera

r8z r83
6. cr-r TNSEDTAMENTT DTFENSIVI

sruttura. Limitati sondaggicondotti negli anni Trenta (Jenkins, Me- FrcuRA 67


g w, rg3r-32) lasciano ipotizzarc che oltre al muro principale - rea- Carta schematica della penisola di Tracia con I'indicazione del tracciato del
"lungo
lizzato in doppia cortina di opera quadrata su conglomeratocementi- muro" di Costantinopoli e del muro di Chersoneso
zio, per uno spessorecomplessivodi quasi tre metri - il sistemapre-
vedesseanche un antemurale e un fossato, secondo il tradizionale
schematripartito di derivazionecostantinopolitana.
Eretto probabilmente in un'unica soluzione entro il primo ven-
tennio del v secoloda Teodosio II (Hohlfelder, 1977, propende per Arcadiopol is

una datazione un poco più tarda), l'Hexamiliorc,forse gravemente Constant lnople-


tonq NaIl /
danneggiatodai terremoti della prima metà del vr secolo,venne fatto
restaurare da Giustiniano che ne fece, insieme con la fortificazione
delle Termopili, uno dei punti di fona del sistemadifensivo del Pe- Btyúr [ekmecó /

loponneso.
La fortifrcazionedel passo delle Termopili, le cui strutture che si
\,,/
sviluppavanoin lunghezza per alcuni chilometri non sono state anco-
ra compiutamenteindagate(Mackay, 1963; Rosser,r985), prevedeva
invece un semplice muro dello spessoredi circa due metri, in alcuni
tratti raddoppiato da una secondacortina che correvaa circa 3oo m
dalla prima (Cherf, r98r), che tagliavatrasversalmente il passoprin-
cipale, le colline adiacenti e i possibili percorsi secondari. Costruitt,
già nel corso del v secolo,forse in concomitanzadell'invasioneunna
del 447 (una serie di determinazioni del radiocarbonio, ottenute at- Fozte: \X/hitby (r985b)

traverso una tecnica sperimentaledai materiali organici contenuti in


campioni di malta, hanno fatto registrare un campo di datazionc
compreso tra la fine del lv e la fine del v secolo; Cherf, 1984),
"lungo
il muro" delle Termopili fu probabilmente solo restaurato cheologicheadeguate,le sue tracce sono ben riconoscibili sul terreno
e rinforzato da Giustiniano, in parallelo con I'intervento condott() per diversi tratti nelle forme di un muraglione continuo - reahzzato
sull'istmodi Corinto. con la consuetatecnica delle cortine a blocchi che rivestono un con-
"lungo
Diverse fasi di vita ebbe anche il muro" di Tracia (r.-l<;. glomeratocementizioe rinforzato a intervalli di rzo-16o m da torri
67), destinatoa costituire la prima linea difensivadel temitorio co- quadrangolari- che, partendo dal Mar di Marmara all'altezzadell'an-
stantinopolitano e forse anche ad assicurareil controllo sulle altur.' tica Selimbria(od. Silivri), si dirige verso Nord tagliando quasi per-
da cui sgorgavanole sorgenti che in parte alimentavanol'acquedott,t pendicolarmentela penisola di Tracia per raggiungereinfine il Mar
della capitale.Costruito originariamenteintorno alla metà del v seco- Nero, dopo un percorsodi oltre 35 chilometri.
lo, e anch'essoda pome quindí in relazionecon i fatti del 447,1'a;t
parato difensivo subì probabilmente gravissimi danni in seguito rrl 6.2.2. Il limes orientale
terremoto del 478 (Harrison, ry74; \Xlhitby, r985b). Restauratoin
larga misura da Anastasioagli iruzi del vI secolo(per una costruziot.t.' Pur essendoanch'essobasato ín larga misura sui resti del limes orien-
direttamentein età anastasiana propende Croke, r98z), fu infìne og tale dell'impero romano, il dispositivo difensivo allestito dai Bizantini
getto dell'importante restauro di età giustinianeadocumentato rl,r lungo le frontiere oríentali del loro territorio assunsesotto diversi
Procopio. Anche se, al pari delle fortificazioni delle Termopili, il aspetti caratteri sensibilmente differenti rispetto alla \ínea fortificata
"lungo della riva danubiana.Diversa in questocasoera la situazionegeogra-
muro" di Tracia non è stato ancora oggetto di ricerchc rrr

t ài4 I t{5
JzloNE A t - L ' e R t ; n t : ( l t - ( ) ( ; I A l i r z A N t ' tN A . (;l,l lNst,.l)lAl\lliN'l'l l)ll
,
fica, con la linea di confine non sempre precisamentedeterminatrr nelle fortezze ,Jel limes arabicusquanto nelle principali città della re-
che per lunghi úatti artraversavale vaste pianure della Siria, menttt' gione (Betlyon, 1987; Zanini, r9g4), determinò un sensibile^rÎetta-
quello di assumereil medio corso dell'Eufrate come limite fisico c ir".r,o verso Ovest, cioè verso le regioni costiere della Palestina, e
giuridico dell'impero rappresentò sempre un obiettivo strategico c verso Nord, cioè verso la valle dell'Eufrate, del confine imperiale e
politico mai realmente rcalizzato. Diverso era anche il nemico, irr I'attribuzione di uno specifico significato difensivo e di controllo ter-
questo caso I'impero persiano,dotato di un esercítootganizzatoirr ritoriale a centri che nòn I'avevanoin precedenza,come nel caso, per
già
maniera assaisimile a quello bizantino e impegnato in un confronto esempio, di Palmira, delle cui fortune in epoca-giustinianea si è
ormai secolareper strappare al controllo di Costantinopoli immense p"r|"to nel capitolo precedente,o anche di cyrrbus, nella siria setten-
regioni scarsamentepopolate e poco produttive ma cui veniva attri- trionale, dove gli interventi di età giustinianeasono ricordati da una
buito un grande significato simbolico e una precisa importanza politi- esplicita testimónianza epigrafrcache menziona l'imperatore e la sua
ca. .orrrott. Teodora (Frezouls,1954-55)'
I Libri delle Guerre di Procopio di Cesareaci permettono di se- Le ricognizioni aeree del Poidebard hanno individuato numerosi
guire nel dettaglio le modalità e le fasi del confronto tra Bizantini e forti di .po.u ,or11unapreposti al controllo della strata Diocletianae
Persiani: un confronto fatto di periodiche campagne militari - che iiverticoli ., ,Jbbén. manchino aîcor'- indagini specifichein
à.i ,,,,,rroi
culminavanonormalmente con la perdita o la riconquista di questa o materia, appare assaiprobabile che molti di tali siti fortificati abbia-
quella piazzafortema che nella sostanzanon spostavanodi molto I'e- ,fro *r.tr"À*o tale funzione in epoca bizantina' Una fase di vita e
quilibrio nella regione - e soprattufio di lunghissimetrattative diplo- sviluppo databile probabilmente nella seconda metà del vr secolo è
"pace
matiche, di continue firme di tîattati di senza fine" puntual- (odierna Hawwarin,
b.n .i.o.rorcibile fer esempio sul sito di Aueria
mente infranti pochi mesi dopo. in Siria), dorr. .rn piccolo impianto fortificato preesistente, databile
In questo quadro, più che a una sola linea difensiva sul modello .on ogrrí probabilità a epoca dioclezianea,viene restaurato e riadatta-
di quella danubiana, il controllo della frontiera oríentale dell'impero
,o, -à.rtrà nele sue immediate vicinanze sorgono due chiese a pianta
venne affidato a un sistemadifensivo di profondità, articolato in una (Zanini, in
basilicale e un edificio religioso in forma di tetraconco
serie di insediamentifortificati di medie e grandi dimensioni disposti
corso di stampa).
in quella larga fasciadi territorio che va dalle ultime pendici dell'alti-
Pit a Nord il corso dell'Eufrate venne sfruttato a fini difensivi
piano anatolico ai deserti palmireni e orientato soprattutto al conrol-
con la costruzione di una serie di centri fortificati di varia dimensio-
lo delle grandi vie di comunicazione,dei corsi d'acqua e dei pozzi
ne posti in corrispondenza dei pochi punti in cui il fiume era allora
che costituivano i punti di passaggioobbligati per gli spostamentidi
guadabile(FIc. 6a): procedendoda Nordovest verso sudest, sorge-
tfuppe.
Lo stretto rapporto tra fonifrcazioni e grandi assi stradali nasce iuno i forti di Barbaliisos,Sura, Callinicume Circesium,ben notr attra-
in quest'areagià in età dioclezianea,quando assunsefisionomia defi- verso la narrazione di Procopio ma di cui non rimangono oggi che
nitiva il percorso dellastrataDiocletiana,forse la più importante diret- labili tracce (tllbert, rg8g). Erano dunque queste piazzeforti,insieme
"città
con le due nuove"-di Resafa eZenobia, che garantivanoil con-
trice commercialedell'intera regione mediorientale,che collegavaDa- po-
masco e la regione palestinesecon il medio corso dell'Eufrate e quin- trollo sugli spostamenti delle truppe persiane, prima che queste
di da un lato con l'Asia Minore orientale e dall'almo con le regioni tessero peneffare nelle pianure della Mesopotamia settentrionale e
asiaticheal di là del Tigri (Poidebard, 1934; Mouterde, Poidebard, minacciare da vicino la ìerie di grandi città fortificate poste per lo
più sulle prime balze del saliente dell'altipiano anatolico che .costitui-
ry45; Le límes, r98o). Il controllo di questo tracciato e dei percorsi
minori che a essosi raccordavanoimplicò, soprattutto tra la fine del ,rano il uàro ..rrtro direzionale di tutto il sistema di controllo della
rrr e gli inizi del rv secolo, la creazione di una rete di fortificazioni frontiera sudorientale dell'impeto.
che si spingeva assai in profondità verso Sud, fino a raggiungerei Tra i centri principali di questa ultima linea difensiva, oltre alla
"città
confini della penisola arabica,e che continuò a operare almeno fino già citata nuova" di Dara, la cui creazionee il cui potenziamen-
alla metà del v secolo (Parker, ry87; :'99o). La fase di grave crisi Io .on insediamenti militari satelliti costituì esplicito motivo di crisi
(de' Maffei, 1986), le
che seguì, ben testimoniata soprattutto dal dato numismatico tanto ,r"i ,uppo.ti diplomatici traBizantini e Persiani

r86 r87
r N I R ( ) l ) U Z I O N l . : A l . l , A R ( . I I t , : ( ) r , ( ) (I ;A r ì t Z A N ' l r N A (ì. ( , 1 , 1 l N 5 l , l ) t ^ 1 \ l l ' . N ll l)ll l NslVl

FICURA68 t J I ( ; T , l I ì A6 9
Gli insediamenti del sistemadifensivo dell'impero lungo il medio corso dell'Utr Amida-Diyarbakir, pianta della città
frate

E l \
òi
rl \

Fonte: UIbert GgSg)


L
L-
Fon t e: En ciclopedia dell' An e Medieua le
fonti attribuiscono particolare importanza súategica a tre città di tra-
dizione antica, ampiamente rifortificate tra la fine del v e gli inizi del
vr secolo e tutte ubicate nell'attuale Turchia meridionale'. Edessa
(odierna Urfa), Amida (odierna Diyarbakir) e Martyropoús (odierna complessointervento che comportò tra I'altro la totale ricostruzlone
Silvan). dei settori settentrionalee occidentale e il restauro di ampi trafti del
La città di Edessa fu oggetto in età giustinianea di uno spettaco- rimanente perimetro (Gabriel, rg4o; Iacobini, rggo). lllteriormente
Iare intervento di potenziamento dell'impianto difensivo che previde festauratain età giustinianea,la cerchiadi Amida presentatutti i ca-
la ricostruzione della cinta muraria - dotata, come di prammatica nel ratteri che possonoessereconsideratinormativi per le grandi opere
caso di fortificazioni di grandi dimensioni, di antemurale e fossato -, di fortificazionedi epoca protobizantinain quell'area(nrc. 69 e ro-
di cui si conservano un breve tratto e una delle porte difesa da im- ro 38): mentre i lati est e sudest,direttamenteprospicientila valle
ponenti torri semicircolari, nonché la realizzazione di un profondissi- del îigri, conservanoancofaI'impianto di età tardoantica,i lati nord'
mo fossato artificiale (roro 37), scavato nella roccia viva a ulteriore ovest ; sud, che si affacciano verso il grande altipiano e in cui si
difesa della cittadella (Procopio, De aediftciis,rr, vrr, r-16; de' Maffei, aprono le tre porte principali, collegatealle strade che conducevanoa
r988, pp. 6r-2, con bibliografia precedente). úardin, a Edàssae-a Haipnt (una delle più importanti fortezzedel-
Ad Amida la poderosa cinta in basalto, fatta erigere da Costanzo I'epoca),presentanolo schematripartito tipico dell'architetturamili-
u tra il 324 e il 327 e ancoî oggi particolarmente ben conserv^ta per taà bizu.rti.ra,con fossato,antemuralee muro principale.Quest'ulti-
uno sviluppo di oltre 5,5 km, fu oggetto in età anastasiana di un mo, per lunghi tratti conservato ancora nello sviluppo originario, è

r88 r89
( r . ( , 1 . 1l \ \ l l)lAl\tl.NlI l)ll I N\lVl

rinforzato da grandi torri semicircolari, poste a intervalli regolari tli t ; l ( ; ( r R A7 0


pianta del complesso
circa 5o m, alternatea robusti contrafforti quadrangolarie raccordate Qast-ibn-Vardan,

Ía loro da un cammino di ronda continuo, accessibileattraversocor-


pi-scala úcavati all'interno delle stessetorri.
Lo stessoschemacostruttivo si ritrova, sia pure in scalaminore,
nelle mura di Martyropolis, a circa 9o km a est di Amida, dove un
complesso intervento di restauro della cinta preesistentevoluto da
Giustiniano (Procopio,De aedifrciis,Irr,rr, 3-14; \X/hitby, 1984) com- F--t
portò la creazionedi un antemurale(in questo caso particolarmente I r:'ft+
I L.'ll,i
ben conservatoanche in elevatoper lunghi tratti; Foro 39), nonché
il rafforzamento e la sopraelevazionedel muro principale (Gabriel,
r94o, pp. 85-zor; de' Maffei, 1986).
0 r o 5 0
Il sistemadifensivo delle frontiere orientali definito nelle sue linee
essenzialinei primi decenni del vr secolo non cessò però di essere la 1. chiesa
ulteriormente rafforzato e adeguato al mutare delle situazioni politi- ..)
'qè
2. Palazzo
3 caserme
co-strategicheanche negli anni successivi.A una fase molto significa- ' "::?u''r
..:f...7:a4
tiva databile nell'ambito del terzo quarto del vI secoloe caratterizz^-
ta da una intensa attività costruttiva in vari siti della Siria nordocci- ';'2'
':"t:.:

';;:*+,
dentale (Zanini, in corso di stampa)deve essereassegnata in partico- '1=u"
lare l'edificazionedel complessodi Qasr-ibn-'Wardan(ntc. 7o e no- '
z-t+-
,zV,
ro 4o), unico nel suo generee per molti versi ancoramisterioso,non ,..j,zll
scavatoin maniera estensivama comunque ben ricostruibile almeno '

nelle sue strutture essenzialisulla base delle ricognizioni topografiche .=:z


:rt-o

awiate già all'inizio del secoloe recentementeriprese (Butler, r9r9- ta-


zo; de' Maffei, in corso di stampa). Al centro di una regione oggi
desertica,in un'area che non conserva alcuna traccia di un circuito Fonte: Mango (t974)
murario, sorgono isolati una struttura residenziale,una chiesa e un
terzo edificio assai mal conservato identificato ipoteticamente come
caserma,che presentanocaratteristichetipologichee costruttive- in
particolare nell'adozione di una tecnica muraria a fasce alternate di
pietra e laterizi che richiama da vicino quella delle mura di Costanti- della massimaautorità preposta al controllo del sistemadifensivo im-
nopoli e che, insieme con la vicina fortezza di El-Anderin costituisce periale nella regione siriana (de' Maffei, in corso di stampa).
una testimonianza isolata in area siriana - tali da evidenziarne un
diretto legame con I'amministrazione centrale e da farne supporre 6.23. Il limes afrícano
una precisa destinazionemilitare. Nel totale silenzio delle fonti, I'ipo-
tesi che allo stato appare la più probabile è quella che 1l palazzo - Il sistema difensivo dell'Africa settentrionalebizantina, ben noto gra-
che ffova qualche interessanteconfronto tipologico in altri edifici del- zie a recenti lavori di ricognizionearcheologica(Pringle, r98r; Dur-
la regione contemporaneio di poco posteriori (Mango, 1974, PP. liat, r98r; Duval, 1983) che hanno permessodi aggiornarei dati de-
r44-5r) - e gli edifici annessisiano stati concepiti come residenza, gli storici studi di Ch. Diehl (1896) e S. Gsell (r9or), presentaca-
temporaneao definitiva, di un alto esponentedella gerarchiamilitare, fatteri ancora diversi e può in qualche misura essefeconsiderato co-
forse addirittura come sede del magistermilitum per Orientem,ovvero me un esempio di più diretta applicazione pratica dei principi di

r90 r9r
l ) t r z t ( ) N l r A t , t . A R ( i I I t . : ( ) t . ( ) (A; l l i l z A N , t , I
NA
O. GLI INSEDI,{NIENTI DII]ENSIVI

strategiae tatrica mittare elaboratinella trattatistica


bizantina.Alì'i'
domani della riconquistadel 533-534,gli strateghi. gf FIGURA 7I
;r.iit.tti ,ti Henrcir el-Guechiret (Algeria), pianta del fortino
Giustiniano si trovaiono i"tutíifílí.oridiriorr. ài aor,".. o.on..,nr. ,.
rcalizzarcassoluramenteex nouo un sisremad,f..;ì";-;À.
-^nn ir
irlià.rr.
posto di quello romano di fatto cancellato dagli
oltre ..lto a;
dominazione vandala sulle regioni del Maghr"6. Fu,tu
....rro.r. p",
poche grandi città, ffa cui caitagine, che avevano
ro continuità di occupazioneatúaversotutta l'epoca
mantenutouna kr.
uu.dulu . .h"
-f
N

vissero nel vr e vrr secolo una loro fase biiantina


r98o)' praticamentetutti gli artri insediamentifortificati
iU"Àpnr.y,
u.ri"ro .u-
I
struiti a fundamentis (come del resto testimoniano
.or gr;;d. f..
quenza le iscrizioni dedicatorie;Durliat, rggr)
con il à"iri.. ,.op.,,
di servire da base per le__*uppee di costituire punri
di riferi-ent,,
per le popolazioni dei villaggì e delle campagne
circosranri(pringre,
r 9 8 r ,p . r 3 r ) .
- Per risponderea un'esigenzache anchein questocasosi rivelava
politico-amministrativa ol*à che difensiva,,r.l jiro ai pr.r.i d...nni
nelle province della Maurerania,dena Numidia,"dellagìru..ru Fonte: Pringle \t9ù).
. a.I
l'ex Africa Proconsolare furono costruiti oltre settantu
irrr.diu*..rri
fortificati (Pringle, r9gr, carte e
3 4), collegatirru lo- ai-"* n"^
t:t" strade.principali e secondarie'(cfr.r.-ró.t7), in pu.,.
9i .r.di,ur. no a tipologie di edifici a caratteremilitare e civile, di epocatardoan-
oar srstemavrano dr epocaromana (Salama,
ry5r). tica e bizantina,ben noti nell'arealibica (Goodchild, \izard-perkins,
Le strutture fortificate - tutte rearizzate,iég,rendo
ra tradizione ry49) e documenratianchein Siria (Zanini, in corso di stampa).
costruttivalocale,con murature a saccocon cortine
interne ed ester- I fortilizi, deputati a ospitarecontingentianchenumerosiài tr.,o-
ne in opera quadrata che rivestono un conglomerato
..À.*irro - pe, presentano,almeno ne-gliesempidi minori dimensioni (tra
rispondono ai tre fondamentari tipi di i.rrtiruriori
-itrt-i^fr.rrirti 5oo e
z.5oo mq), i caratteri della struttura definita nelle fonti auairibur-
nella trattatisticastrategigaehreg Èyzantine,r98r, pp.
z6-y): la tor_ gium o tetrapyrgium,con impianto rettilineo quadrangolaresegnato
re isolata, il fortilizio e la città fortifrcata ("oí-ui-*t. da
.rí-..nìro di una torre, normalmente anch'essaquadrata,in corrispondenla di cia-
antica rioccupato e oggetto di specifici reri""ri a'.ff;"pp"."
li1,rr:t scun angolo.Con il cresceredelle dimensioni,che nègfi esempimag_
to dttensrvo).
giori possonoraggiungerei r5.ooo mq, la struttura ,ì f" orruiu-..,,.
T"etorri isolate, normalmente utirizzateper
l'awistamento o come meno regolare,con un moltiplicarsi delle torri intermedie lungo le
punti intermedi del sistemadi segnalazio.r.(putt..ra.",
-qs3 l, -u cortine e-.conla presenzadi vaúazioninella pianta che tende aJade-
che, potevano all'occorrenza trasfoimarsi in piccoli ,rrr.t.i
ílrriti in guarsi all'orografr,adel terreno e a inglobare eventuali strutture pree-
grado di resisterealle
.scorreriedelle popolazioninomadi o ^nli. .r- sistenti;semprenelle strutture più grandi compaionopoi torri di for-
sere destinatea usi abitativi, pr.r.rrtu.rt di norma
""1 pi*ll'q"" me e dimensionidiverse,soprattuttosemicircolariagglttanti, circolari
drangolare, di superficie variaÈile ta i
5 e i z5 -q, .oi ,r, ,rri.o o esagonali,poste principalmentea difenderel. portJ o gh snodi del-
ambiente centrale,e si sviluppanosu pí,: piu.rí
0,unica .onr.*uru, le cortine. Le informazionicirca la disposizioneinterna?i q,r.rto ,r-
posta all'interno di un recinto pi,i uurto, si Érge
fi.ro u ,, _, Érì"*f., po di insediamentisono ancora limitaie e derivano pr.rroàhé i.rr.-
-.98], p' r4o). Diffusamenreattestareappaiono poi
toíi di dimen gralmentedal sito di Thamugadi (rrc.
sioni maggiori (roo-zoo mq.), di impianà'q,rudruto 72 e t^oro jr), la foftezza
o il; ì.*ur,- I>izantinaeretta nel quarto deòennio der vr secolo u dìf.ru della città
golare con un_piccolo cortile internì r.r..ri ri
uprono'à,r" r.ri. ai romana di Timgad, in Algeria, scavaratra il
ambienti laterali sviluppantisisu due piani (nrc. ry3g e il ry56 (Lassus,
ir), .h. ,i-ri.-Jr.gu- r9tìr). Impianrarasul sito di un'area-o.,r-.riul. di eóócaromana

r92
INTRoDI'ZIONE ALL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA
6. cr-r TNSEDTAMENTT DTFENSTvI

FIGURA 72
Thamugadi-Timgad (Algeria), pianta della fordfi FTGURA 73
cazione bizantina
Leptis Magna, schizzo planimetrico della città antica e bizantrna

l:'ffi
rooo
- M€IRÉS

Fonte:Goodchíd, \íard-Perkins (rqr).

percorso, sulla base delle fonti e dei pochi dati archeologicidisponi-


bili, non sembra discostarsitroppo da quello che si è rratteggiato per
THAMUGADI tutte le altre città dell'impero in epoca giustinianea.Stando alla testi-
Fonte: Prngle (ryLil.
monianza di Procopio di Cesarea(De aedifrciis,vr, v, r-7), solo Car-
tagine e pochi altri centri sfuggirono alla sistematicadistruzione delle
mura operata dai Vandali; ciò nonostante molti degli antichi insedia-
ruotante lntorno a una grande piscina rettangolare, menti vennero rioccupati e videro una nuova fioritura nel secondo
che venne natu- quarto del vr secolo. È il caso, per esempio, della grande città libica
ralmente úutiLzzata come cisterna, la fon lza
bir^ntinulr.u.a.uu di Leptis Magna (De aediftriis,vr, rv, r-5), che in seguito all'invasio-
nella sua parte occidentalegri edifici riservari al
comando i.rh grrur- ne vandala era stata completamenteprivata delle sue difese e in gran
nigione e.una piccola chiesa,mentre ne[a parte
orientale si sviruppa- parte abbandonata e che divenne in epoca bizantina la sede del dux
vano, addossati alla cinta muraria e riuniti in
due brocchi iroìuti
---- ur del limes della provincia di Tripolitania. In questo caso gli architetti
centro del piazzale,i quartieri destinati a ospirare
lu t.rrpfu. giustinianei procedettero a una vera e propria rifondazione, restrin-
Per quanto riguarda infine re città di maggiori
dimensioni. il loro gendo in due fasi successiveil perimetro delle mura, che finirono per

r94
r95
JzIONt, A L L ' A R < ; t t l , r o r , ( ) ( ;I A l t I z A N ' r ' r N A 6. t ; t , t t N s t i t r l A M l ' : Nl ' l l ) l l r l ' : N s l v l
\

racchiudere una superfi,ciepari a meno di un terzo dell'estensionc città principali e di controllo sulle vie di comunicazionee sulle instal-
originale, e mirando a difendere soprattutto i quartieri a ridosso dcl laziontportuali (Christie, r9s9b).
porto e, in parte, quelli dell'antico centro monumentalegravitanti in- Per ricosrruire il panorama delle fortificazioni bizantine sul terri-
già
torno al foro severianoe alla grandevia colonnata(nrc. 73). La cin torio italiano disponiàmo purtroppo di poche fonti: come si è
ta muraria della Leptis Magna bizantina, riconosciuta nel corso dellc J.tto il De aedífciis di Proiopio di Cesareanon contiene informazio-
ricerche archeologiche condotte negli anni Quaranta e Cinquanta ni sull,Italia e lL notizie sparsedesumibili da altre fonti, a partire dai
(Goodchild, Ward-Perkins,r953), presentacaratteri strutturali assat libri delle Guene dello stessoProcopio debbono essefeancora atten-
(Brown, 1984, pp.
simili a quelli della contemporaneacerchia di Palmira, rivelando in tamente studiate e valutate sotto questo profilo
questo l'esistenzadi principi costruttivi in qualche manieta standar- z4-6). Anche i dati archeologici sono assai limitati e disomogenei,e
dizzati da applicare ogni qual volta se ne presentavanole condizioni. d.íiuurro per lo più da indaglni territoriali e solo in pochi casi da
Anche in questo caso il racciato delle mura risulta piuttosto irregola- --- di una certa estensione.
scavi
re e sembra dettato soprattutto dalla necessitàdi inglobare e riutiliz- La regione meglio indagatain questo contesto è certamentequel-
zaîe a fini difensivi alcuni edifici preesistenti;la tecnica muraria rivela la ligure i.. l^ qriale è possibile ricostruire, almeno a grandi linee,
poi sorprendenti analogie con quella impiegata nel caso della città (Christie, r989c,
l,asséttodi un sirtema dilensivo piuttosto articolato
siriana, con la perfetta messain opera di blocchi di reimpiego accu- con bibliografia precedente sui singoli siti; Christie, t99o), facente
ratamenteselezionatie tagliati, legati da un'ottima malta composta,in (nrc.74). Si
capo ad al.rni...rtri direzionalidi medie dimensioni
questo caso, in larga misura da conchiglie triturate. ,ru,ru p.. lo più di città costieredi tradizione antica, per esempio
questa
ventimiglia, Alb..rgu o Luni, che continuaÍro ^ ricoprire in
6.2.4. Le difese dell'Italia bizantina fase un í,rolo rig.iÀcadvo anche in un generalequadro di decadenza
,,rib".ru, e di altii insediamenti costieri di minore sviluppo territoriale
La laboriosa conquista dell'Italia, che impegnò le truppe imperiali
ma di grande importanza nel controllo degli approdi,-.:9-" nel caso
per circa un ventennio $35-551, non culminò con l'allestimentodi
di Variiotti dor'. i resti di un castellur, dominano dall'alto una inse-
un sistemafortificato analogo a quello messo in opera nelle altre re-
natura lat.rrule. Impianti fortificati di minori dimensioni, spessosolo
gioni del mondo bizantino (Brown, 1978; Brown, Christie, 1989), e
torri d'awisramento,per lo più impiantati su siti d'altura di epoca
ciò awenne probabilmenteper una serie di ragioni concomitanti.In
preromana e romana - è il .uro per esempio di Filattiera .e di,zigna'
primo luogo il processodi riconquista del territorio non fu né rapido
go, n.llu Liguria orientale - assicuravanoinoltre il controllo dei vali-
né lineare come invece era accadutonegli altri casi: la forte resistenza i
lní upp.rr"iitrici e delle valli di fiumi e torrenti lungo cui correvano
opposta dagli Ostrogoti e la oggettiva difficoltà da parte imperiale di due riviere liguri
p.*#i commerciali che collegavano.i _porti delle
mettere in campo un contingente militare adeguatodeterminarono il
prolungarsi delle ostilità e le alterne fortune di una guerra che termi- iot lu pianura padanae le regioni subalpine Gtc' 75)'
nò proprio nel momento in cui le prime awisaglie della crisi lungo le A on analogo quadro di controllo sulle vie di comunicazione e
frontiere balcanicae orientale richiedevanolo spostamentodi uomini sui porti .io'unà"rro anche molti dei nuclei fortificati di epoca bízan-
e risorse verso quei quadranti ritenuti vitali per l'impero. In secondo tina'individuati in altre regioni italiane' È il caso, per esempio' di un
(Maselli Scotti, t99z),
luogo i Bizantini conservaronoil totale controllo della penisola solo insediamentod'altura nei dintorni di Aquileia
per poco più di un decennio: I'invasione longobarda iniziata nel 568 per il quale i materiali ceramici testimoniano di una frequentazione
determinò nel giro di pochissimi anni una frammentazionedel terri- hno "[à seconda metà del vr secolo, o' per una fase almeno' del
(Cameton et al',
torio italiano e alla fine del secolo sotto il controllo imperiale rimane- castellumdi Ponte Nepesino, nelLazio settentrionale
rgg4), che faceva probubil-.nre parte del sistema di conffollo degli
vano solo l'Esarcato, alcune regioni costiere (Liguria, parte del Vene- (Potter, 'ù[hitehouse,
uíi rtruduli che coliegavanoRavenna con Roma
to, della Campania e forse dell'Abruzzo, Puglia e Calabria) e le isole
di Corsica, Sardegna(annessaamministrativamenteall'Africa) e Sici- tgÀtl. A una p.rdrrtlu struttura di questotipo dovevaprobabilmente
lia. In questo quadro il problema della difesa del territorio italiano fíe riferimentó anche il contingentà di truppe di origine egizianale
dovette quindi porsi essenzialmentein termini di fortificazione delle cui ffacce materiali sono state rinvenute recentementenell'immediato

fg6 r97
Irt(ìuRA 74 6 . o r , r T N S E D I A M E N T ID r F E N s r v r
Carta dei principali siti della Liguria bizantna

entroterra abruzzese, nei dintorni di Ortona (Staffa, Pellegrini,


rg%).
Ancor meno chiare appaiono la consistenzae la disposizionedei
sistemi difensivi dell'impero nelle regioni meridionali e nelle isole ita-
liane, che ricoprivano peraltro un ruolo di primissimo piano nel siste-
ma commeraale bizantino e che nel momento di maggiore crisi del-
I'impero vennero addirittura prese in considerazionecome nuova se-
de imperiale da Costanterr (64r-688; Ostrogorsky,1968, pp. ro6-
8). Tanto per la Puglia e la Calabria quanto per la Sicilia le fonti e la
toponomastica conservanopreziose indicazioni della presenza dr in-
stallazioni militari strutturate (Uggéri, r99o) e le ricerche archeologi-
che in questo settore, in fase di rapido sviluppo, lascianointuire I'esi-
stenza di un sistemadi controllo delle coste e delle vie di comunica-
Fonte: Arcbeo,97 99971
zione che presenta più di qualche parallelo con il limes ligure (Mar-
tin, Noyé, 1988; Arslan, r99oi Noyé, r99z).
FIGURA 7' Quale che ne fosse la reale articolazione,analogamentea quanto
Piante dei resti dei principali castra dellaliguria bizantina
accaddenelle altre regioni dell'impero, la struttura difensiva dell'Italia
bizanana nelle sue diverse componenti non fu in grado di resistere
alla crisi generaledel sistema imperiale maturata tra la fine del vr e
la metà vrr secolo. Su scalalocale la continua pressioneespansionisti-
ca dei ducati longobardi e su scala sovraregionalel'interruzione dei
flussi commerciali mediterranei, con la conseguenteperdita di inte-
resseper il connollo di scali marittimi e vie di comunicazione,deter-
minarono certamente in Liguria e probabilmente anche per le altre
regioni costiere l'abbandono, piuttosto che non la caduta, degli inse-
diamenti fortificati. Sorte in parte diversa sembrano avere invece,gli
insediamenti di altura nelle regioni dell'Italia centrale e meridionale
che rimasero più a lungo sotto il dominio bizantino: alcuni di essi,
nati come strumenti del conmollo imperiale sul territorio, rivelano in-
fatti una continuità di frequentazione nei secoli successiviche ne fa
uno degli elementi che poterono giocare un ruolo significadvo nel fe-
nomeno altomedievaledell'incastellamento(Brown, 1978; ìil/ickham,
1979; Chrisie, 1987; Martin, Noyé, 1988; Arslan, r99o; Martin,
rgg2).

64,
I secoli vtt-x

Il crollo dei vari settori del limes giustinianeo, avvenuto in momenti


diversi nell'ambito della prima metà del vrr secolo, determinò un
Fonte: Chnstie G99o). profondo cambiamento nel sistema difensivo dell'impero bizantino.
Perduta definitivamente I'Africa, abbandonate le regioni interne

rg8 r99
(t t;t.l tt"tsl"lrlAMl':Nl l l)ll'
lzr()Ntt ALL'ARctrli()r,()(;tA B r z A N ' r ' rN A

- sono
dell'illirico nelle mani degli Avaro-Slavi, i quali esaurirono percì corr ri - basi di statue,architravi,rocchi di colonne,capitelli ecc. -una certa
questamigrazionegran parte delle proprie spinte espansionistiche, il inveceimpiegati nelle cortine, dove sono posti in opera con
andamento per quanto possibile rego-
problema della difesa del territorio imperiale si era fatto particolar- .rrru ....utd-o di conferire un
mente impellente soprattutto lungo la frontiera orientale, dove già gli lare ai piani di Posa.
anni Quarantadel vrr secoloavevanovisto le truppe bizantineritirar- A Éf.ro (Foìs, ,g7ga, pp. ro3-rl) della cinta che difendevaI'al-
pratica-
si, sotto la spinta ataba,dalle province sirianee armeneverso le piir tura su cui sorge il .o-plèiso del S. Giovanni si conserva
,oto h cósiddett, ito.tu delle Persecuzioni, affiancata nella sua
sicure regioni dell'altopianoanatolico. -.",.
(prima metà dell'vrrr secolo) da due massicce torri
Le mutate condizioni interne e il rovesciamentodei rapporti di J,mu redazione
forza in favore delle armate musulmaneimposero alle autorità bizan- ;;;;u;""^ù, al cui interno sono ancora leggibili le tracce di due ba-
prima me-
tine una radicale ridefinizione della strategia difensiva dell'impero itio"i"q"udtati relativi a una fase precedente,databile alla
i periodi il dispositivo_ d'accesso alla
(Haldon, Kennedy, r98o) che culminò nella nuova organizzazione tà del v,, ,.colo. In ambedue
lorr""r^ prevedeva comunque un doppio muro con due porte' una
territoriale, amministrativae militare dei temi (Ostrogorsky, 1968,
gli even-
pp. rr5-zo). Nel contínuo fluttuare del confine e nella assolutaim- esternae una internu tot ù assetra loro, costringendoco-sì
ffatto esposto ai tiri dei difensori pri-
possibilitàdi stabílireuna frontiera in qualchemanieraconsolidata,la tuali assalitori a percorrere un
difesa del territorio si basò, almeno fino alla prima metà del x secolo, ma di poter raggiungerela porta interna'
nel caso di Mileto
su di una frammentazionee dispersionedei nuclei fortificati: tutti i Questo pro..rro diviené ancora più evidente
(forì Wirrfi"ld, 1986, pp. Í37-8, tott bibliogtafia precedente)'dove
siti strategici(in primo luogo le città, che come abbiamo già visto in
questa fase acquisisconospessoun aspetto castrale),tanto lungo i it f.ri-.*o ,rrburio defa città aîtica, già consolidato in età giustinia-
,r.^, ,rien. drasticamenteridotto al solÀ settore settentrionale a ridos-
confini quanto nelle regioni interne, comunque esposte alle nzzie
teatro posto su una modesta altura vie-
arabe, vengono dotati di proprie opere di fortificazione. Allo stesso so del porto, mentre I'antico
,r. .u.Jhirrro da una propria cinta e trasformato in una sorta di citta-
modo va frammentandosila presenzadelle truppe imperiali, non più
concentate ín sedi specifiche ma disperse in piccoli o piccolissimi della munita (ntc' 76).
nuclei incaricati di difendere, con l'aiuto determinante delle popola- Assaimeglio consefvate,sebbenein diversi punti.resedifficilmen-
mu-
zioni rurali, i singoli insediamenti. te leggibili dà'llesuperfetazionímoderne, sono invece le poderose
ra della cittadella di Ankara (de Jerphanion, 1928, pp. Í44'222'
Questi ultimi, in un panoramasegnatoda una generaleinsicurez- \Winfield,i9ae, pp' t36-4o\' eretta nel suo
za e da un vistoso calo demografico,appaiono fortemente ridotti, rAVV. Lxxxl-cxvr; Foss,
(64r'668) '
tanto nel numero quanto nelle dimensioni e non sono stati ancora nucleo centrale probabilmente all'epoca di Costante u
adeguatamente studiati dal punto di vista archeologico.I dati a no- i;;;i"";; fortificato Grc. 77) sorge sulla sommità della collina e
sta disposizioneprovengonoessenzialmente, come si è del resto già ;cin'g" una superficierettangolaredt circa 35o a r5o m.; le cortine'
da
accennatonel capitolo dedicato agli insediamenti urbani, da aicune di no"tevole.pérror. (in alcu"nipunti fino a 5 m) sono rinforzate
quaranta torrì, quasi tutte penta-gonali, alte citca rz m e disposte a
grandi città di tradizione antica dell'Asia Minore e dell'Anatolia cen-
intervalli brevissimi (di norma dì ,t m, in qualche caso_addirittura
trale e occidentalein cui fanno la loro comparsanuovi nuclei fortifi-
cati, di norma ricavati recingendo le antiche acropoli con una nuova g) a creare un insieme la cui eccezionaletobvstezzasembra dettata
cerchia muraria, per lo più allestitacon materiali di reimpiego e riuti- anche dalla necessitàdi creare un sistemadi contrafforti per bilancia-
lizzando edifici e strutture di vario genere che potevano trovarsi lun- i. iu tfi",u del vasto terrapieno-su cui sorgevanogli e.qlfici interni'
- da una
go il tracciato. Altr.ttunto muniti risrrltano poi la porta principale difesa
di-un solo accesso esterno posto sul
A Sardi (Foss, 1976, pp. j3-89), dove la collina su cui sorgeva sorta di avancorpo turrito doiato
che costituiva una ulteriore elabo-
l'acropoli è in parte franata determinando la scomparsaquasi com- nurr.o, dando vita a un dispositivo
bi-
pleta della cinta muraria bizantina, rimangono un ratto di cortina a razione delle porte ^ g^*Àu prescritte dalTatrattatistica militare
r98t, FrG' roo) - e un imponente
Sud e una tore a Ovest, eretti con la classicatecnica del muro a zantinaffhrei Byzantiie, P. 333,
com-
sacconel cui conglomeratocentrale sono reimpiegati numerosi fram- torrione posto in .orrirpo.tdenia delf.angolosudorientale,,che
pr..rd.uu al suo internÀ una corte di circa 3oo mq e che poteva
menti architettonici di epoca classica;materiali di dimensioni maggio-
INT'RODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA RIZAN'TINA 6. (;l.l l N s l ' , 1 ) l A M l i Nl ' l l ) l l ' l ' : N s l v l
\
FrcuRA 76
Mileto, pianta della città tardoantica ebizantina mediobizantina
î;'#1l, [lun u aas,^cittadella
citadel

ANKARA
Upper Town
o so 100 150 200

-<-J--
Fozle: Foss, Wirfield (1986)

al nucleo centra-
all'epocadi Niceforo I (8oz-8rr), presenta,rispetto
le del vu secolo,cortine di minorè spessore
(circa 3 m)' torri qua-
e",;-" semicircolaripiù distanziate
(io'3o m) e una muratura in cui
di pietra di reim-
fanno la loro precoce'.o-put'u, alternate ai blocchi
':iutilizzati' La stessatecnica
J.no. irreeolari fasce di laterizi anch'essi
l'.f,.,;#;il;; Àeglio in seguir-o,caratterízzasran parte dell'e-
- con-
dú;i; p,rUUti.u, civile e itliSiotu, dell'epoca mediobizantina
restauri e le
traddistingu., i., r'rt" formul"azionegia più regolare'.i
per-
,"or".f."írioni di epoca successivache un'iscrizione dedicatoria
100 0 300 aoo 700
(842-867)'
àlt^ committenzadi Michele m
100 200 500 600

;il;i;;t"*lr.-
cinta muraria del rrr secolo
--inta muraria del ut secolo
cinta muraria del uI e vrr secolo
6.4
L'epoca dei Comneni
Fonte: Foss, \finfield (rq86).

progressiva..espan-
Dopo il periodo relativamentelungo di pace e di
quindi all'occorrenza trasformarsi in un ulteriore ridotto difensivo. ilí.";ti;r*r a"U;iÀpero bizaitino tra il rx e la metà dell'xr se-
a dall'affacciarsi alle frontiere orientali
Anche in questo caso le murature sono realizzatecon ogni sorta di colo, la grave minacli" .àrtit"it
materiali lapidei di reimpiego, messi però in opera con particolare selgiuqidi e dalla loro rapida ^vanzata' culminata.con la
a.iî*.fti
di Manzikert (ro8r)' costrinse gli impe-
^cctrtatezzae in qualche caso esplicitamenteselezionatiper creare in- ai*r,ror^ ,.orifir,u iiruntin^
a intraprendere un piano di. generale
serti a caratteredecorativo. ratori della dinastia comnena
che ci è riccamente documen-
Nel corso del rx secolo,in coincidenza con la prima ripresa della iifo.tifi."rione del terrirorio imperiale
siti archeo-
città mediobizantina,le difese di Ankara vennero ampliate e consoli- i^1. fuf. f""ti e che trova riscòntro in alcuni importanti
indagati (Foss' r98z)'
date in due riprese, con la costruzione e il successivopotenziamento logici ancoraperò non sufficientemente
--'
(ro68-7r)' venne prose-
di una nuova cinta alla base della collina. La nuova cerchia, databile L'op".uzióne, già awratr-da Romano lv

203
rzIoNE At-t-'Ancgror-ocIA BTzANTTNA ó . < ; t . , tt t t s t i l > I A M H N ' r ll ) l r t i N s l v l

guita con particolareimpegno da Alessio r (ro8r-rrr8) - cui si de- 6.5


vono tra .l'alro la rifortificazione di alcune importanti città costiere L'epoca tatdobizantina
tra cui Smirne, Antalya e Korikos - e soprattutto da Giovanni rr
(rrr8-43), al cui nome è legata la riconquista di buona parte del La frammentazioneterritoriale seguita al sacco di Costantinopoli del
territorio anatolico e la costruzione di numerose nuove fortificazioni rzo4 diede vita a una nuova fase di allestimentodi sistemi fortificati
in alcune delle regioni appena ricondotte sotto il conrollo di Costan- da parte di quei nuclei dinastici che, in conflitto úa loro, rivendicava-
tinopoli. no il diritto alla successioneal trono imperiale.
Tra gli insediamenti fortificati riconducibili alla committenza di Mentre per le regioni occidentali dell'impero poste sotto il con-
Giovanni rr, particolarmenteinteressantirisultano quelli ubicati nelle trollo dei pàleologhi-mancano ancora dati attendibili (Bon, 1937),
regioni costiere dell'Asia Minore settenrionale, oggetto di una recen- nella regione anatolica furono in questa fase particolamente attivi i
te indaginetopografica(Foss, r98z). Grandi comneni e i Lascaridi: ai primi, oltre alla già discussaridefi-
Lopadium,in Misia, venne eretta intorno al rr3o per proteggere nizione della capitale dinastica di Trebison da, va assegnataanche la
un importante ponte posto lungo il principale assestradaleche colle- rifortificazione àeil'antica HeracleaPontica; alla committenza dei se-
gavala regione del Mar di Marmara con le province dell'Ellesponto e condi sono invece legate, olre all'allestimento dei sistemi difensivi
dell'Egeo(Foss,1982, pp.157-6r). Si tratta di una vera e propria delle sedi imperiali di Magnesiasul Sipilo e di Ninfeo, tutta una serie
città fortificata di impianto rettangolaree di dimensioni ragguardevoli di fortificazióni piccole e grandi ubicate soprattutto nella regione del-
Qzs x r5o m circa) le cui cortine sono rinforzate da torri di diver- la Lidia.
sa tipologia poste a intervalli variabili tra i 3o e i 4o m. Caratteristica La cittadella di Heraclea Pontica (l'odierna Ere[li, sulla costa me-
del periodo e utile indicatore cronologico per altri complessidi incer-
ta datazioneè la tecnica costruttiva che presenta una tessitura mura-
ria piuttosto irregolare con pietre di piccole e medie dimensioni ap- nrcuna78
ii.r".ì."'È."tica-Erelli, pianta del ridotto della cittadelladi epocatardobizantr-
pena sbozzatee disposte in assisedi spessorevariabile intervallate da
na
una o più file di mattoni utilizzati per riportare il piano. In assenza
di indagini di scavo, totalmente sconosciutorimane invece l'assetto
interno del complessoforticato.
Sempre in Misia si trova anche la fofiezza di Aclryraou.s,la cui
costruzionepuò esseredatataintorno al rr4o (Foss, 1982, pp. 16r-
6). Come nel caso di Lopadium, anche questo impianto fortificato,
di dimensioni minori ma comunque significative per l'epoca (l'asse
maggiore non raggiungei zoo m), era posto a difesa di una strada,
nfforzando con ciò l'impressione dell'esistenzadi un sistemadifensi-
vo incentrato proprio sul controllo delle vie di comunicazione,come
del resto ampiamenteprescrivono i trattati di strategiamilitare a par- \72-
tire dal x secolo (ThreeByzantine,r98j, pp. t5o3). Ad Achyraous
rimangono visibili praticamente solo due massiccetorri circolari che
presentanouna tecnica edilizia assaisimile a quella di Lopadium an-
{f"q*o
{ttr\\\\t \ .<-s
È-ìì:

che se con una apparecchiaturapiù regolarenell'alternarsidi pietre e


mattoni, con un accennodi tessitura a cloisonné,e con la comparsadi
alcuni dei motivi decorativi in laterizio che caratterizzanofortemente
l'architettura costantinopolitanadell'epoca e che in questo caso po-
trebbero costituire una sorta di indicatore della diretta committenza Fo n t e'.Hoepfner (1966)
imperiale dell'opera di fortificazione.

204 205
t N r.R()l)trzIoNg rt t,,q,ncHEoLOGTA BTZANTTNA 6. ct-t TNsEDTAMENTT DrFENSrvr

ridionale del Mar Nero; Hoepfner, 1966) venne


eretta agli inizi del Pressochéassolutaè infine la mancanzadi dati relativi al sistema
xrrr secolo- una iscrizione riiorda ir nome di Davide
con-.ro . tu difensivo dell'impero nella sua estrema fase di vita sotto la dinastia
data del..rzo7 - pet proteggere quel tratto d.ll, i.gion.;;;ì.r,
og_ dei Paleologhi, anche se la grande attenzione dedicata dagli ultimi
q.T" .ddl." mire espansionistiche àei Lascaridi (rrcl 7ai. i"iru..ruro imperatori bizantini alla risistemazionedelle cinte urbiche di Costan-
della tortificazione tardobizantina ribatte in sostanzaquello
della cin_ tinopoli e di Nicea (Foss,Winfield, 1986, pp. 1u9,79-xr7) permette
ta di epoca romana che proteggeva|acropori de[a
.ir'ta .[."rrrica; le di ipotizzarc che nelle regioni immediatamentea Est della capitale si
torri quadrangolari, oggi rese spesso i[èggibiri d"[.
J;;;f; tazioni desseun forte impulso al restauro delle fortifrcaziorn esistenti e alla
moderne, sono dispostea intervali di oltiJ
ao À.-ri-"iaoJru.,o u costruzione di un nuovo sistema difensivo che attende però ancora
una co.ina eretta con materiali lapidei di reimpiego
dirpoitii, .o.ri una ricognizione e uno studio adeguati.
spessofortemente irregolari.
Le fonlficazioni riconducibili alla commi*enza lascaride
in Lidia,
recentementecensite e studiate anche se non ancora
fatte oggetto di
indagini archeologicheesrensive(Foss, r979b), "pp;;
iÍ,? .or,-
traddistinte da una tecnica edrriziapeé.rliure- una
muratura a corsi
di pietre appena sbozzateo di materiali lapidei Jf;.i,,'ú;,*ulr.r.,"-
ti con singoli corsi o fasce di raterizi, o.cusionulm."r.
p.Ài*ti anche
nei giunti verticali a dererminare una sorta di territ..rà
u iiàrroone -
che consente di determinare l,appartenenzaa questo gruppo
anche
degli insediamenti più piccoli e'd'elle strurrure meno
conservare.Le
cinte, normalmente pervenute soro in parte, sono
ai r.-p1il" .or..-
zl'ne' con una cortina che seguiva il ffacciato orografico
della som-
mità dell'altura ed era rinforzlta di tanto in tanto
da torri circolari.
Le dimensioni sono spessoridorte: il forte di Mrk*rd;;,-.iri
,o.g.
sul sito dell'antica H7acle.aad Latmum. si r"il,rpf"
;;-;;; ,.ri.rfi.i.
di soli go x 3j m; in almi cusi, ,oprattutro in ionia
e in cària, gli
slazi interni non superanoi
4o mq (Foss,\Winfield, .qSA, pp. ,:;
t siti, p;ù significativi.-og8ettodi una ifortifrcazione
,^^^ll1 va rnhne in epoca
lascarlde citato que[o di pegae,suila costa meridionale del
Mar di Marmara, dove le arrru, aa.arìemente documentate
ma anco-
ra non esaurientementestudiate, presentanouna
serie di torri penta_
gonali poste a una distanza di olire quaranta metri
l,una dall'alra e
intervallate da bastioni triangolari piÉni (Foss,
Wi"dld, ;;àà, pp.
r j4'5; Mùller-\x/iener,1989). Elemènto cararterisrico
è in qíesto ca_
so la muratura.She,p.rt-.r.llu sostanzialeunitarietà
dena cos*uzione,
presenradue distinte tecniche edilizie: nella parte
Urrr, ."_p"* f,
consuetatecnica a corsi alternati di pie*a, con tessitura
a croiànné, e
filari di mattoni, mentre nella parte ,up.rior. cortine
e torri si svilup-
pano interamentein laterizio, appareóchiato
con grande regolaritàe
in qualche caso con soluzioni t.i.ri.h. del tutto pa"rticolari(in
picco-
Io frammenro larerizio posto in .o'irpond.r,;r';;i g*;;o*rr.Li.nr.
tra due mattoru).

zo6 2(t7
La cultura materiale

-
Cultura -","rluìt" e arti minori

Quello sulla cultura materiale del mondo bizantino è un capitolo as-


sai complessoe in larga misura ancora da scrivere,in cui confluisco-
no una ricca tradizione di studi storico-artistici sulle produzioni di
lussolegatealle cosiddettearti minori - avorio, smalti, metalli lavora-
ti, tessutidi pregio ecc. - e una più recenteattenzionemetodologica
all'analisi e all'edizione dei reperti mobili provenienti dagli scavi stra-
tigrafici in funzíone dello studio in prospettiva storica dei processi di
produzione,distribuzionee consumodelle merci.
La produzione di manufatti di altissimo livello artistico e arúgia-
nale in materiali preziosi o semipreziosiha catattetizzatola civiltà bi-
zantina in tutte le fasi della sua storia e ha avuto un ruolo determi-
nante nella formazionedell'immaginepiù correntedell'impero di Co-
stantinopoli quale quintessenzadella raffinatezzae del lusso, partico-
larmente nei secoli dell'alto medioevooccidentale,quando ancor più
evidente appare il divario qualitativo tra il livello tecnico-esecurivo
delle manifaffure bizantine e quello delle produzioni dell'Europa cen-
trale e mediterranea.
Tale divario determinò praticamente per rurto il millennio bizan-
tino e per qualche verso anche dopo la conquista turca di Costanti-
nopoli un forte flusso unidirezionale di merci di pregio da Bisanzio
verso il Mediterraneo occidentale,come testimoniano eloquentemente
le ricche collezioni dei maggiori musei europei. Questo processoas-
sunse,talvolta contemporaneamente,le forme più diverse: dalla diffu-
sa munificenzaimperialee aristocratica(per esempionel casodei dit-
tici eburnei fatti produrre e distribuire dagli eletti alla carica consola-
re), al dono individuale dell'imperaroredi Costantinopolia personag-
gi di rango (soprattutto sotto forma di oreficeriee tessuti preziosi),
alla committenzadiretta di opere ad artefici bizantini (per esempio
]ZIONE ALL ARCHEOLOGI 7. r,A Ct'l,l'tlRA MA' l'lil(

conserva-
nel caso delle porte bronzeedell'xr-xu secolodi alcunechiesedell'I- oroduttive, a proposito dei quali i comuni limiti della loro
- si sommano
talia centromeridionale), per giungere infine, come abbiamo già ac- iion. ".i contesti'archeologici deperibilità, riuso ecc' --
(per il caso di Anemurium
cennato nell'introduzione, a forme di acquisizionepiù o meno legitti- ul^ ogg.*iua scarsità di iidagini mirate
ma attraversoil mercato, il furto o il saccheggio. cfr. Russell,r98z).
Modi, tempi ed esiti di questo processo,che costituì uno dei le- In questo panorama così frammentato sono dunque soprattutto
- gli indicatori
gami culturali più significativi tra il mondo bizantino e quello occi- due - la ceramica e i materiali e le tecniche edilizie
imposti all'attenzione,degli
dentale, sono oggetto, come si accennava,di una vasta bibliografia -dellache si sono maggiotmente
archeologici
specificadi carattere storico-artisticoche in anni recenti e soprattutto ,i"Ji"ri cultura -ut.ridJ?el mondo bizantino e per i quali una
più nume-
per alcune categoriedi manufatti (per esempio gli avori) ha fatto re- r..i. ai pubblicazioni, spessoancora settoriali ma sempre
gistrate un significativo affermarsi degli approcci tipologici con una rose, consenteun primo tentativo di sintesi'
maggiore attenzione alle questioni relative alla produzione, alla distri-
buzione e all'uso dei diversi materiali (Cutler, ry85; 1991.
Parallelamente,gli ultimi due decenni hanno segnato la ripresa u "f,î^^i"^
delle ricerche sulle produzioni di uso comune. Dopo un esordio assai
dei.mate-
fecondo negli anni tra le due guerre mondiali, allorché le indagini Meslio forse di qualsiasialtro settoredi indagine,lo studio
le grandí potenzialitàe i limiti attuali della
nell'area del Grande Palazzo a Costantinopoli e sull'acropoli di Co- ;;li;.r;;;i1uiJ""riu
tradizione di
rinto posero di fatto l'archeologiabizantina all'avanguardianel pano- ,il.r., archeologica"ppli."L al màndo bizantino' Una
p-attenza nei lavori
rama degli studi sui reperti mobili e sulle tecniche edilizie dell'età studi piuttosto recenté1 .h. rova il suo punto di
e
postclassica,solo a partire dalla fine degli anni Sessanta,in particola- pio"i.rirti.i
'r"pril; di D. Talbot Rice (r93o) e di c. H. Morgan G94z)
".tla pubblicazione degú scavi del Grande Palazzo di Co-
re con gli scavi di Saraghanee di Alessandria d'Egitto, l'attenzione
- anchese in fasedi rapi-
dei ricercatori si è appuntata con maggiore chiarczzasull'analisie sul- stantinopoli(Brett el al., 1947,pp' 3r-$)
un quadro in
la pubblicazione dei materiali provenienti da contesti archeologiciin- do progr.rro, non e iniatú u"tàiu in grado di fornire
dagati stratigraficamente. qualche misura organico dei materiali ceramici che circolavano nelle
Il panorama è owiamente in via di definizione e solo per aicune ;;;*i;à.r-rr-""a" bizantino nelle diverse ep"+-e se la pubbli-
(Hayes,
categoriedi materiali offre la possibilità, se non di tracciare un primo ."ri."."a"i materiali dello scavo dell'area del S. Polieucto
quadro. di riferi-
percorso, almeno di individuare alcuni degli aspetti più significativi lgrrl bti infatti permesso di avere finalmente un
nel pe-
del sistema di produzione e distribuzione delle merci nel mondo bi- ;í;" essenzialeper q.r.l che riguarda la capitale imperiale
per le al*e
zantino. ilÀ che va dugfr i.riri del v afli inizi del x'r secolo,
x i datt a
La produzione vetraria per esempio,pur sufficientementeattesta- r.gio"i dell'impe"ro e soprattutto*per i secoli dall'vrrr al
può essere ten-
m nelle fonti per tutta I'età bizantina (Philippe, ry7o) e testimoniata diJposizionesono ancoratroppo sparsi e una sintesi
ceramica si sta
dallo scavodi fornaci di epoca proto e mediobizantina a Sardi e Co- tata solo in termini molto g.nèrali, Ciò nonostante,la
rinto (Saldern,r98o; Davidson, r94o), nonché dalla presenzadi pez- ,irr"lurrdo un indicatore di'primaria importanza nella determinazione
dalla que-
zi anche di notevole qualità in diverse collezioni museali (Lightfoot, di alcuni dei caratteri fondàmentali de1 mondo bizantino,
quella medievale,
r989), ha lasciatotracce complessivamente limitate nella stratificazio- stione della transizione dall'economia tardoantica a
perife-riadell'im-
ne archeologica,anche in ragione del diffondersi della ptatica del riu- "ii" +n"iri"ne del complessorapporto tra centro e
capitale'
tilizzo del vero mediante rifusione, come eloquentemente testimonia- pero, per giungere ullu itutfot* *ion" del ruolo stessodella
o
to dalla nave di origine bizantína o araba, naufragata nella prima me- àu gfurrd.".eniro di consumo a centro produttivo^autosuficiente
(Spieser, r99r).
tà dell'xr secoloa SerEeLimant (Turchia sudorientale) con il suo ca- "Jai*i"ru in grado di esportaremerci e prodotti
rico di oltre tre tonnellate di frammenti di vero di diversa natura
stessadella
(Bass,r984). Sulla base dei dati del S. Polieucto, che per la n-atura
non possono
Discorso analogo vale per il metallo, il legno e gli altri materiali stratificazione,sostanzialmentepriva di contesti sigillati,
dei quasi
collegati in qualche misura all'instrurnentumdomesticumo alle attività oÀ.ir. decisiri elementi di datazione,ma che nel complesso

2ÍO 2t7
7, l , A ( ; t r l , ' l ' l , l i AM A ' l ' l r l t
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

costituiscono un campione certamente


4oo.ooo frammenti schedati (Hayes' r992' pp' xI-
FIGURA 79
r-ig-i.",i"t della situazione costantinopolitana - e quindi
I principali tipi di anfore in circolazione nella prima età bizantina
xu), il panorama ..t;;;Ègit" d"ll'tp^otu protobizantina
è a esso sotteso -
ii in.tt" il sistema prod"ttitto e distibutivo che
sembracollocatsiinunaprospettivadisostanzialecontinuitàcon
quello dell'ePoca tardoromana'
t--Ail;;?". da
"ff"'nl.-a.i "tt secolole anforee i contenitori
ffasporto continuano ;';";;;tt;are la stragrande maggi.onnza dei
testimoniandodella
materiali (circa 1,85%ì" ,i.iÀ.ro di frammenti),
vedeva la capitale come
continuità di un ,iri.Àu commerciale che
ogni parte
;;ffi;;"". di .or,rofno di prodotti che siunsevano da
q*tt" fase partiólarlt"tt signiÍcative in
dell'impero tur". 79ii"
tipo S (Saraqhane) 5 -
termini quantitativi t"". fÉ attestazioni del
seguendola nuova classificazion e in 69 tipi proposta da Hayes per
-,
L"j.*j;" ; ;;il1;-;;;;;.r. ctassificaziàniprecedenti prodotto
vino o granaglie, che
in cilicia e destinato p.obubil-."te a contenere nei
cento dei tipi presenti
da solo rappresentaí,^-i t5 e ll zo. per uti-
anfora di Gaza
.."iàtii froiobir^r,ti"it aJ típo S 6, la c-osiddetta
C"ti'ntinopoli il vino palestinese; e del tipo
lizzata per trasport"t"'"
lq, "*tt'"tso inario, di produzioneegeo-orientale'
Degna di nota ;'p*':t-"".t*1"-"aht h scarsaattestazionenei
(corrispondente alle forme r'n
contesti costantinop;liàni del tipo S 8
di Riley, r98r), che costituisceinvece uno
;:il;i;Assificazione il Mediterraneo centro-
é.i *"t,rf"tti più diffusi all'epoca in tutto
o c c i d e n t a (l en r c . 8 o ) '
appare più o meno
La restante quota percentualedei^materiali
.q,r^* ,"daiui*ì* le ceramichefini da mensae quelle da cuci-
fortemente privilegiate
;. p"; quel che .ig""id" i materiali da mensa
appaiono t. i-pori"ri*i du tradizionali centri produttivi dell'Asia
Níffi; à;ú".ir;;.;;;ntrionale: in particolare ia cosiddetta sigilla-
ta di Focea (pbocein xrl it,p'fi"o.agli warò s.-bra detenereil primato delle
ne[a ;i;;" inizi del vr secolo, quando in
il;;;ú
coincidenzacon la ìit'"q"iti^ deie regioni .magrebine-si, intensifica
(Hayes' 196.ul'
notevolmenteil flussodelle sigillateafricane
dei commerci
In parziale .o"iiutÀ tott í p'og"'sivo decremento
fin olre la metà del vrr
-u.iriiÀì, tale flusso si mantiene costante carta-
con la regione
,..olo, testimoniando una continuità di contatto
d;; conquisra anba dell'Africa seuentrionale
;ì;;' ;;;.;; l;
(Hayes,1992, PP' 5'8)'
pa-
Legend.a:r Late Roman Amphora r = Saraghme 5; z. LR z = S g; :. LR I = S r; +. LR 4 = S 6; r.LRs/6 Per quanto .oí.i,t" invece le ceramiche acrome da fuoco il
dalla costante presenza di
norama costantinopolitano è caratter,Lzzato
= S 8/t 6. LR 7 = $ rz; 7. Yassi Ada r; 8. YA z.

dale migliori produzioni di tradizione ro-


Fonte: rielaborazione da Laubenheimer (r98o) e Bass, Van Doominck (1982). ;rpr-;ú """ ,i dé;;;;;

2r3
212
7. l,A (jtll.l'llllA MAllrlt
INTRODUZIONE ALL-ARCHEOLoGIA BIZAN'T'INA

delle importazioni africane


FIGURA80 tale: dati analoghi con una rapida risalita
un'altrettanto brusca caduta
Cronogramma di diffusione dei principali tipi di anfore vinarie rardoantiche e nel secondo quarto d"l-;t "tolo dopo.
po',in tutte le regioni bizantine'
protobizantine alla metà d"l ,, "-..glrro infatti -tt (per il panoram.a
palestina
7oo -
dalla Grecia, "llu T,r.:hiq alla _ceramologi-
pe-rEgitto
..'ir al-."*.i"À .f.. vlilliam', 1989, pp' r16-8)' mentre
diverso a causa della netta
e Cipro il quadro ,i p"st"ta ltggtt*t"it tva-
cipriota(cipriotRedslip
"riài*ià"Lr" à.[" i"riJai"u-íi"gittrru.
in hrga misurasoprattutto nell'a-
;;;;;;;" ""u i*r"ì;;;"; di
r98o). Dell'esistenza
(Hayes, |972, pp. 4|7-22;
rea alessandrina
che avevano il loro fulcro
flussi commerciali ^;;h; ; i";io tuggio poi i ri*ova-
;ll; .;;;"; d.l fvf.dii.rrur,"o"ori..,Ià1e testimoniano
ai *"teriali da mensa di produzione
menti ormai ,ron piJ,ótuJiti
(Fulford' 1989)'
tir"*r"" *ff. it"t. britanniche
uìlt anche per i conténitori da trasporto' il cui
Discorso u.tutogo e nella
";" continuità nella produzione
panorama vede da ";-i;;
"dffi;;;. di tra-
;s"e, me.diorientali ed' egiziane
a.i ,ipili^;;f";'
ipti.^rsi dei centri di fabbrica-
dizione tardoantica,'drh;lr;;;.r"-ot
da trasporto' a testlmoni anzadi una frammenta-
zione dei contenitori
zione del sistema p.J;;;; e distributivo delle derate che alimenta
con una prwalente direttri-
flussi commerciali a .oa" . -.aio raggio
ce Sud-Nord, dalle l"uairio"uti
-Ji ar.e l"gricole dell'Egitto e.della Siria
impe-
verso i nuovi centr, .onru-o ruotanti intorno alla capitale
con bibliogr afra aggiornata
riale (Abadi.-R.ytui' ì9à9; Pu"tlla, .r 993'
í'' l- uo ^nulogo-q"adro di produzioni fram-
sui singoli rirrorr"-",ti infine anche
.ab"ot"ggio rimandano
menrate . di co--àr.i'àipi.."ro secolo), ove
(primo--q.r"tro del vr
L e g e n d t :Lr R 3 = S l z . L R z = S q ; t . L R + = S 6 ; + .L R r = S t ; t . L R 7 = S r z ; 6 .L R s / 6 = S 8 / 7 le anfore d.l ..litto ài vrrri Ada però in un
dt;;; tipi Lndamèntali' attestati
Fonte:Panella(ry%).
compaiono.o't.r,itJ sembrerebbero
dimensionali che
srande numero ai ,^.ir*i r"r-"ti "
ilrt-";;"I ;";;;" .;-posito di merci di diversa provenienza
mana e tardoanticané nella forma (perlo più pignatte a corpo piri- (Bass,Van Doorninck, l98z)' . ,
situazione per quel che ri-
forme biansato e larghe casseruolecon fondo arrotondato, dalle pare- Meno omogeneasi presenta-lnveceia
ti sottili che conservanospessoi segni della tornitun), né negli impa- ..i^i-ti.l'. ;.;;; e da cucina, per le quali le produzioni
,"";;;'i; rispetto alle
sti duri e ben selezionati.Si tîa'tta ad evidenza di materiali derivanti regionali giocarono un ruolo certamente'p"pottdétunte per la ca-
testimoniano
da una produzione locale di alta qualità e sufficientementeestesada importazioni. tut..rt..-i .orrt"rti di Saraghàne qualità, che
di materiali di alta
garantire la totale copertura delle esigenzedi consumo della capitale, pitale la presenzaà;J;;;;rtu.,t" centri del
verso i maggiori
le cui manifatture continuarono a funzionareper tutto l'arco cronolo- solo in qualche caso appaiono.€sportati i pochi con-
partire dal vr secolo
gico coperto dalle stratificazioni di SaraEhane,nei cui contesti questo Mediterraneo(Flayes' r98o), già -a.
i" if"t igi""i"atU'impero denunciano situazioni ben
tipo di ceramicasi ritrova in quantità e qualità sostanzialmenteinva- testi anahzz",i
riate fino al xrr secolo(Hayes, 1992, pp. 53-6o). diverse.Ciòrisultaevidentesoprattuttonell'areabalcanica_peraltro
Almeno nei suoi aspetti generali il panorama ceramologicodella l,unica che sia "";"";;;;;; di'irrd"gini sufficientemenresistematiche -
r98o; Kuzmanov' 1987)
capitale bizantina tra v e vrr secolo non sembra dunque discostarsi in questo,.tro (iloiiZn,^t975' Aupert' -etnica
slava,legata a quel
di molto da quello ricostruibile per altre aree del Mediterraneo orien- in cui la presenzadi una foú. .o-ponente

215
2f4
INTRoDUzIoNE Ar_l',tncnroLocrA
BIZANTINA
7. LA CULTURA MATERI,{LE

frlor:r" di progressivo insediamenro ne'e province


cui abbiamo avuto modo di prrl".. di confine di
FIGURA 8I
i'precedenza, determinòl,intro_
duzione di metodi produttivi "rrri p.*i,ivi I principali tipí di anfore in circolazione in età medio e tardobizantina
che ,o.ro utt,origine dei
rozzi marciali che
il panorama ceramologico t quella
regionet" .r, or"r.T,l1'lfiXlano

Lo scarto ffa il oanorama ceramologico


deta capitale bizantina e
cue]'1 delte regioni p..li;.h;;;d* ancora più nettamenrenel
periodo immediatamente successivo
ata grande crisi del vrr secolo.
Nei contesti di saraEhan. i .oriJd.tti
J".ori oscuri si riverano infatti
dal punto di vista ceiamorogic. ,;;;i;;"o
critici di quanto appaiain
altri settori deta vita bizaniina, [-;;i;,
p* dil;il;io"piogr.rri_
vamente continuano ad essere
attestatr
maggioritarie
(dall,a5%
aarrr-uri'r..or.
iÎl-y-"".")
or
e depongono
approwigíonamento
r,tl"lr"TT:;l
per una sosranziare
#ruf::
continuitàder sistema
(d-lh
dela capitare, tesrimoni""p.iJ*l"che
Y É 4

la sufficientevitarità.h. i p"rii.ori""ii..p"rirani dal_ I -


conservano
tff ancora
ll H:ìi: fff"iter'ie7Ù;
È;;;-i'h';;;;i;;;iJ',"u,,,-
t'-

:A'X,|.fi
Fcil;{;d+Ji"l11i:f.T.Ttrfi:'T;fi
"T1.#,?
der conrenirori da trasporto e testimónianio
.on-lu^ì"'r."ir"rira i.
\ vT ' 5 0

trinseca del manteni-..rto di un livello ,,urbano,,


.o-'rqrr. nella Co_
stantinopolidell'vrn-x secolo(Hayes,
,99r, pp. 3_e.
Per quel che concern. l. "nffr. (É.
sr, r), il panorama dei
contesti riconducibili an'vrrr-rx secolo
è contrassegnatoa saraghane
dalla massicciapresenzaa .onr."itoii
che dar punro di vista morfo-
logico sembranJ
.o[o.a"i ;;ú-L;'*rr"iù'aJ-ìip'i
Ada z e che sono caîatteîizzati i'i". v*ri
d"u'"-;;; corpo groburare, con coto
strettoe piutrosroallungatoda cui si dìstaccano
lnzan in un'argillab.n"depurar","l;ir*r"".dei té urr. ii..r*, ,.u_
pp. 7r.-.3,rrc. z3) ha distintorr tipi quali Hayes (t992,
morfologici]"".fr11""o","*_
sunodi essiappareperaltroancora
;d;;ùii;i;.;;i';;di;"r..
qynrg riguàrdainvecef. .ir"-i1ne
,^-i:r da mensa,al di '-ir,r-là del
dato quantitativo,è l'aspe*o quaritativo
che sembra,.g;À ì.,
ra decisivajl n3npr,uma ceramàlogico a"ttu capitarebilantinaì, q.r.-
st'epoca.AIIa definitivascompa^à
origineche avevano, _d.[. sigi[arei-p.""i.'] iir,.rru
j:il'#1Î:X"'fi::;
tro-r,aff.rma*;i;il:'^)'il":ii!otfu,',l,1l::_,,
ceramica:quelladelreinveiriatea impasro
biurr.à tcú'ú-Vuì w" Legenda:r Saraghane35 (vu sec.); z. S 54 (x-xr sec.);3. S 47 (x-xr sec.); +. S t6 (xr sec.); I. S 67 (xrr-xrrr
cwlv), le cui prime.artesrazionirisargono
già agriinizi derseco-
sec.);6. S 61 (xII-xnr sec.);7. Gúnsenin r (x-xr sec.);8. Gùnsenin z (x-xr sec.);9. Gùnsenin I = S 6r (xn,
1es:
lo precedenree che costiruiràarmeno xIu sec.);ro. Gùnsenin 4 (xn-xn sec.).
àio "t, fine der xrr secolo Fonte: Hayes (r992); Gùnsenin (r989).

zt6
2t7
()DUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA
7, LA CULTVRA MATERIALE

I'elemento più.-significativonel panorama


della produzione e della di- sembrano aver avuto grande fortuna negli alffi territori bizantirrt.
stribuzione della ceramicanel mondo bir"rrtirro.
L1 "yy, già riconosciura e anarnzau Particolarmente significativo è il ritrovamento di alcuni esemplari di
nel corso degli scavi del cww r tra le suppellettili di bordo del relitto di Yassi Ada, la cui
Grande Palazzo(Talbot Ri..,. r93o; Brr.r,
", al., 1947, pp. 3r_q;
pp. rro-zo) . ír, ,.guito oggettodi numerosi datazione alla metà del terzo decennio del vrr secolo (Bass, Van
T."19*.Rice, _1958, sru_
dí (bibliogra& rn.1fi_."in Hayes,,gii, p Doorninck, r98z) costituisceun importante punto di riferimento cro-
424, notar al cen. 3), è
una ceramicafine da mensa,atresratasia nologico per l'awio di questa produzione, mentre le attestazioniepi-
in forire "i*. ,i""i" forme
chiuse e carattenzzata.da ú" n". ,*pr"" sodiche in altre aree non sembrano comunque in quest'epocaancora
ú;;;;;-,".i_p.*. a"
una invetriatura piombifera generalm.nt. riconducibili a quei flussi commerciali che troveranno un definitivo
sottire e morto resistente.
Benché sul territorio costanrLop;r;;;; consolidamentosolo in una fase successiva(per i casi di Cipro e di
e negri immediati dintorni
non siano srate ancora ritrovate manifatture Otranto cfr. Hayes, r98o e Patterson,r99z).
.?r"".i-rp*ia.ua.rrr.
a quesraproduzione, lu -urri..iu presenza Assai diverso si presentainvece il panorama delle regioni periferi-
,O:rliT, di cww in tutti
r contestl archeorogiciu1baru.della capitale (in che dell'impero sia per quanto riguarda le anfore sia per le ceramiche
particorare nen,area
del Grande palazio, u,lurughÀ.;,;* da mensa e da cucina: in Italia la presenzadei contenitori da traspor-
recenremenre,anche nella
zona dellaSantalrene; peschrow,,9fir, to declina bruscamentecon la metà del vrr secolo e già nei decenni
r'";*-;';;iì.à'.'ir-i .or,-
testi di materiali "conco*enti" e ru- récrnte immediatamentesuccessivila loro attestazionenei contesti archeologi-
individuazione di forme
interpretabilicome preparatorie(Hayer, ci è del tutto episodica (Arthur, 1989; Panella, 1993, p. 67o, con
,992, p. rr) permettono di
concludereche si tratti di una esresapro bibliografia sui singoli siti), con qualche eccezioneper le regioni me-
alíió,[ rci^lG;;à:"-."-
te destinataal consumo.urbano ., irr'.ir.rr, ridionali che, sia pure in forma assairidotta, continuarono a far parte
_i"or" ;;;;;unque "rip"rr"..
significativa, all'esportazione.Allo stesso del sistema disributivo bizantino incentrato sul Mediterraneo orien-
q,.ruaro r._Ur"..
inoltre Ie prime anarisi.hi,ni.o-firi.h. tale. Altrettanto evidente è la cesura nel campo delle ceramiche fini,
iànoo*.. su campioni di impa-
sti di cww riferibili genericamenrea erà in cui al cessaredelle importazioni africane non fa riscontro né un
-.diobirurrtií",'.i;^rr"".r"
individuato .o-. portibile area significativo flusso di importazioni dalle regioni orientali dell'impero
frou."i".,r" d.ir;ffiu-iipi.gutu
Ia regionedel Bosforo tnf.g",r, _di né I'awio di una produzione locale di buona qualità.
l.rii"-nrr,
Analogamentea quanto-è ^ouduto píri. Analoghi sintomi di tendenza all'autoconsumo delle derrate ali-
anfore, anche in quesro
caso Ia ncchezzadi materiari ,r.n. ,tr"tifitazioni
der s. porieucto (or_ mentari e di sviluppo di produzioni locali di ceramiche d'uso comu-
tre 2o'ooo frammenti).ha-permessoad
Hayes ai ri".a... r.--crusrifi- ne di qualità spessoassaimodesta emergono dalle regioni balcaníche
caziorrj precedenti h4i"r.dy"ldo quatrro (Donòeva-Petkova,1977) e in Grecia, dove i dati relativi alla prima
gruppi principalf
quinto ancora in fase di definizione, .h. fi.: ,rn
coprono un arco cronorogico fase delle produzioni locali di Corinto alla metà del x secolo sembra-
di almeno sei secoli (per i dati a.rr" i"it"
Iì.n., in pririrÈ.."rr^. no potersi estendere anche all'epoca immediatamente precedente
con le *onologie próport. du Huy.r, li.. p.r.í,ro'i-.gzil. (Mackay,1967, pp. z7z-5).
vrrr e rx sono particorarmente caratterizzati T'r.."li
daila iir"rí"". di un
primo
{uppo di invetriate(cww r; Hayes, 1992, pp.r5_g), caratte_ Anche dal punto di vista ceramologicol'età mediobizantina si caratte-
r::zate da un impasto di colore """ proiìiu-.r,t.
tiur,.ó | .i.op..ro rizza come fase di ripresa e di wiluppo, soprattutto nelle regioni pe-
da una patina tendenteal marrone che àetermin,
d.lr. o-br.-g'girtu- riferiche dell'impero. Almeno per quel che riguarda Costantinopoli, i
re scure nella vetrina dai toni orivastri
o seppiati. Attestata in una secoli della cosiddetta rinascenzamacedoneprima e quindi la grande
prima fase soprarturto in forme chiuse
. "o"'a'.loiur..l" pr"arri"". fase di espansionecoincidente con il dominio della dinastia dei Com-
si. orienta in seguito verso.le for-. ,p..te _
in particolaregrandi neni non sembrano infatti far registrare cambiamenti sostanzialinella
piatti con alto piede ad anello- .t. pi"r."tr'o
,[,irrt.rnJlir"a..o_ produzione e nella disribuzione dei materiali ceramici: le anfore con-
razione a motivi eeomerricì,a gtrrarto .on
,.-pri.i fig*;;;l-."- tinuano a rappresentarelo strumento preferito per il trasporto e lo
li' Molto diffuse iella. capitare,"queste
;;ì;. invetriare, probabilmen- stoccaggiodelle derrate alimentari e la loro percentuale di attestazio-
te anche a causa della difficil. rit.r"riàrr.
generareaÉrti-p.i", "..
ne si mantiene intorno al 5oo/o dei frammenti per tutta I'epoca coper-

zr8
2t L)
rt\
INTRODUZIONE, ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 7. LA (;tlL'l'(,RA MA'l'Í.R

ta dai contesti di SaraEhane;dal canto loro le ceramiche da mensa scaldavivandee coppe semplici o ansate. Molte delle forme aperte
- più
continuano a essererappresentatein maniera pressochéesclusivadal- recano all'interno .rnu decoiarione impressa a stampo per lo
la cww, che proprio in età mediobizantina giunge alla sua fase di reali o fantastici, anche
"-un.urro o nffigurazioni di animali
motivi geometrici
massimaespansionecon l'elaborazionedei tipi raccolti da Hayes nei se non casi di Egrrt" .t*utre rese nello stile classicheggiante
gruppi cww rr, rrr E rv. molti aspètti della cultura mediobizantina (noro 4z
."rutt.rirti.o di
Per quanto riguarda i contenitori da trasporto, il panorama del- o-D - o dipinta in bruno, teahzzataracciando i motivi con argilla
l'età macedoneè contraddistinto soprattutto dalla presenzain quanti- liq,ridu di càlore rosso direttamente sul biscotto prima dell'invetriatu-
tà assairilevanti (dal 3o al 5oo/odei frammenti) di un'anfora di non Í4.
grandi dimensioni, dal massicciocorpo globulare segnato all'esterno A partire dall'xr secolo e poi soprattutto nel xtr, la famiglia delle
da serie di solcature parallele (r'rc. 8r, z), attestatain una notevole invetriàte a impasto bianco si'arriccirisce di altri due gruppi, identifi-
serie di varianti tipologiche (Hayes, 1992, pp. 73-4, :i;po j4, FrG. cati da Hayesìo-" c** rlr e cw\t rv, che attendono ancora una
parti-
z4), che si ritrova assai diffusa tra x e xr secolo un po' in tutte le definitiva sístemazionetipologica (Hayes, 1992, PP-.2933). In
è ca-
regioni del Mediterraneo orientale e soprattutto in Crimea e in Gre- colare il gruppo cww rrr, attestato so^prattuttoin forme .aperte'
cia. A partire dal xrr secoloanche le forme più evolure di anfore tipo ratteri"zito àà "" impasto meno raffinato di quello della cww rr e
S 54 appaiono progressivamentesoppiantate da altri contenitori, in da una invetriatura verdastra, normalmente piuttosto spessa e rrrego-
rv'
particolare le forme S 6r e 6z: la prima è caratterizzta da un alto lare che riveste tutto l'oggetto compresa la base' Il gruppo Gww
produzioni, è
corpo piriforme, con fondo arrotondato e lungo collo troncoconico che nel corso del "r, ,..-Jo sembra soppiantarele altre
cui si connettono le lunghe e grosseanse verticali (n'rc. 8r, 9) la invece caratterizzatoda un impasto -i.r..o più friabile ricoperto da
seconda,che costituisceun ulteriore sviluppo del tipo S 54, presenta una sottile inveffiatura sotto la quale compare spessouna decorazio-
una
un corpo piriforme più allargato,con fondo arrotondato, basso collo ne dipinta in bruno o in nero e verde, consistenteper-lo più in
cilindrico oltrepassatodalla curvatura delle anse.Anche in quesro ca- ,.-pfr.. marezzaturauniforme su tutto il corpo, ma-che si sviluppa
so si tratta di anfore frequentementeattestatein altre aree del mon- tulvàlta in ornati vegetali e figurazioni animali semplificati e resi in
do bizantino e che, insieme con i tipi caratteristici dell'età macedone, lurgh. pennellate.AÀ.oru alla grande fanlS]]a delle.invetriate a impa'
a
costituiscono quindi eccellenti indicatori di quella ripresa dei flussi ,ìo" Ui"".o si ricollega infine il gruppo delle cosiddette ceramiche
commerciali lungo le rotte del Mar Nero e dell'Egeo che rappresentò à..o.rriorr. policroma, costantemente attestate in percentuali assai
un elemento determinante nella rinascita economica dell'impero in ;;;.;;. (intàrno all'tó/oa SaraEhane),che costituirono senzadubbio
e
età mediobizantina. un manufatto di alta qualità, forse prodotto in più- di un. centro
Per quanto riguarda invece le ceramiche fini da mensa I'epoca destinato a un consumà e[tario, e le cui tecniche furono impiegate
(coche de la
delle dinastie macedonee comnena è segnatasoprattutto dalla rapi- anche nella rcahzzazionedi materiali a uso decorativo
dissima espansionedella produzione delle invetriate a impasto bian- Fene, t957; HaYes,r992, PP. 35-7)'
pro-
co, in particolare di quelle inserite da Hayes nel gruppo cww rr A díÉe|enza'di quanto eru a..adrrto nei secoli precedenti, le
(t992, pp. 18-29), che rappresentanola fase di completaevoluzione invetriata a im-
duzioni costantinopoitane di ceramiche da mensa in
di questatipologia e che risultano quelle più frequenrementeamestate p""" Éi"".o dei àcoli xr e xrr trovarono una vasta diffusione nelle
sia nei contesti di Saraghane,sia tra i materiali dell'area del Grande i.gi."i p.riferiche e al di fuori dei confini dell'impero. Le ceramiche
Palazzo(Talbot Rice, r93o; 1958; Brett et al., ry47). Realizzatecon riflribili al gruppo c\r/w rr sono infatti fortemente attestatenei livelli
un impasto molto raffinato di colore bianco ricoperto da una inve- À.diobiru"ú.ri dl Cori.rto, nei quali compaiono peralto in misura si-
(Morgan'
triatura che può vaiare dal giallo chiaro al verde intenso, le cerami- g;À.utiuu
"1942, anche materiali rifeiibili al gru-ppo Gww .rv
che di questo gruppo vennero prodotte su larga scala a Costantino- Otranto testimonianoper
PP. 36-63, 7o-t), mentre i dati--di
poli per quasi tre secoli,forse già a partire dalla fine del rx per giun- qíJrió;;di úna'sensibile crescita delle esportazioniverso le regio-
gere agli ultimi decenni del xrr, in una grande varietà di forme aper- tti d.ll'ituliu meridionale (Patterson, ry92) '
te e chiuse, soprattutto piatti - quelli più frequentemente attestati q.r.r," fase di forte ripresa della circolazione delle merci è testi-
anche in ragione del minore indice di frammentarietà-, caratteristici moniata in misura ancofa maggiore da un'altra classedi ceramiche
INTRoDUzIoNn llr,'lncrrroLoc;rA BrZ,{NTTNA

fini, le cosiddette inverriare a impasto rosso (Grazed Red tvare, buzione delle merci e dei materiali ceramici. Benché i dati archeolo-
cnw), caratterizzate.appunto da un impasto normalmenteben depu- gici a disposizionesiano ancheper quest'epocaancorascarsie fram-
rato di colore rosso-bruno rivestito da una ingobbiatura chiara, deco- mentari - i contesti di SaraEhanesi fermano ow'iamente al momento
rata a graffito o con semplici motivi dipinti (ooro della distruzione della chiesa, agli inizi del xrrr secolo, e i materiali
4r. c_fl. Benché 1
suoi raggruppamenti tipologici - essenzialmenrebasari iulle varianti editi provengono spessoda musei o da ritrovamenti occasionalie de-
della tecnica e del partito decorativo - siano ancora in corso di defi- contestualizzati- i manufatti ceramici sembrano sottolineare alcuni
nitiva sistemazione,nondimeno nel suo complesso questa classe è degli aspetti più significativi del panorama produttivo e commerciale
emersa fin dai primi studi sulla ceramica bizantina (Talbot Rice, del mondo bizantino. L'uso delle anfore per il trasporto delle derrate
r93o, pp. 3r-jr; Morgan, r94z) come una delle più significativenel alimentari declina rapidamente tra la metà e la fine del xrrr secolo,
panoramadei manufatti di età mediobizantina(Vogt, ,íg).La cnw per scomparire definitivamente nel successivo,mentre il panorama
venne probabilmenteprodotta in più aree diverse:-Hayes-(r9 pp. delle ceramichefini da mensasembra c^îatterizzato da una progressi-
92,
4r-8) ne escludeuna produzione cosranrinopolitana .'pt"pólaé p., va decadenzadei ttadizionali centri produttivi, che cessanole espor-
una derivazionedall'area egeo-orientaledei materiali rinvenuti a sara- tazíoni di manufatti di lusso verso le regioni occidentali, e dalla nasci-
ghane;i rinvenimenti di scarti di fornace ne attestantouna ricca pro- ta di un buon numero di nuove manifatture regionali. I prodotti di
duzione a corinto (Morgan, ry42). Nelle sue diverse varianti decora- queste ultime hanno un'area di distribuzione relativamente limitata
tive essa è assai frequentemente attestata nei livelli mediobizantini ed entrano in concorrenza con i materiali provenienti sia dall'Occi-
dell'areametropoliranadella capitale (Brett et al., 1947, pp.
3r_63; dente mediterraneo(particolarmentedurante il regno latino di Co-
meno aftestatanei conresri di Saraghane)e un po' in tutté le iegloii stantinopoli e nei decenni immediatamentesuccessivi)sia soprattutto
dell'impero: dall'arcabalcanica(Bàrnea, t9a9), alla Russiameridio- dall'Orienteislamico (Gelichi, r99rb; Vogt, r99z).
nale (Zalesskaya,ry89), all'AsiaMinore (S.oi, Kamilli, rggr), all'E_ Per quanto riguardale anfore (cfr. nrc. 8r), le ultime attestazioni
g_eo(particolarmenre significativi sono i relitti di pelagoíneso e di relative a contenitori di grandi dimensioni, dal corpo conico in basso
castellorizo che hanno restituito materiali di questa claise in grande e dalla spalla arrotondata,con breve collo e anse che olrepassano
copia; Ioannidaki-Dostoglou,r9g9; philoteou, Mi.huilido,r, rglg), ul_ l'orlo cui si raccordano(Gi:nsenin, rq8g, pp. 274-6, tipo 4, con bi-
l'Italia (Milella Lovecchio, -9é9i G"ll.hi, r99rb). An.ora í-q,r.rru bliografia relativa alle attestazioni),provengono dall'area del Mar Ne-
famiglia fa infine riferimento una produzioi. ai lusso, la zeuxtppus ro, assurtacome si è visto a particolare importanza nella prima metà
'\[/are
(poro 4z g h), dal luogo di rinvenimentonell'area del xrrr secolo allorché Trebisonda divenne la capitale del principato
delle terme
di Zeuxippo- (Megaw, ry68; ry89; Hayes, 1992, p. carutteúzza_ dei Grandi Comneni. Dalla fine dello stessosecolo, per il trasporto
-gt^ifrt^ 47),
ta da una elaborata e mffina:* decorazione e'dlpinta, delle denate solide e liquide, anche le fonti sembrano attestarel'ab-
^.rrru di cui
sembra accertatal'origine costantinopolitana.-Essat.ou, úiffirrio- bandono dell'uso delle anfore in favore dei contenitori lignei intro-
ne quantitativamente limitata ma qualitativamente interessante in dotti dai mercanti occidentali(Bakirtzis, t989a; r9s9b).
molte aree dell'impero (per l'impiego in funzione di decorazione ar- Per quanto riguarda invece le ceramiche da mensa il panorama
chitettonicanelle chieseitalianeó{r.-Berti, Tongiorgi, t9gt, pp. 273_ appare assaipiù articolato: a una produzione probabilmente costanti-
6; Gelichi, r99rb), e la cui produzione e disribulion" t.-ttu inól- nopolitana vanno riferite le inveuiate a impasto arancio-bruno, con
trarsi nel primo quarto del xlrr secolo; all'epoca della domin azione decorazioni graffite e/o dipinte che sembrano ricollegarsiper qualche
latina di Costantinopoli. verso alla ZeuxippusWare e che caratterizzano,insieme alle invetriate
a impasto rosso con elaborata decorazione incisa (ElaborateIncised
'W'are,
L'occupazione della capitale bizantina nel corso della quarta crociata Talbot Rice, r93o, pp. 34-40) il panoramaceramologicodella
e soprattutto il profondo mutamento dell'organizzazionèeconomicae capitale imperiale nei livelli di età latina e paleologa fino agli ultimi
commercialeche ne seguì,particolarmentedópo h riconquista di co- decennidel xrv secolo(Hayes, 1992, p.a8). Al di fuori dell'area
stantinopolida parte dei sovranipaleologhie la concessiànedi privi- metropolitana questi materiali sembrano invece piuttosto rari mentre
legi mercantili a veneziani e Genovesi, segnanoun punto di svolta prevalgono quelli delle diverse produzíoni locali, in particolare dell'a-
fondamentale anche per quel che riguarda"la produzion. . la distri- rea greca dove, dopo il rapido declino di Corinto in seguitoall'occu-

222 221
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA 7. t . A c t ' 1 , ' lt , l l . A M A l l ' l l { l A l , l ' l

pazionecrociata, vanno affermandosinuove manifatture: da quelle di quella legatainvece all'uso del laterizio,lungo_|'arcoche va dalla pe-
Tessalonica(noro 4z iJ),le cui fortune in età paleologasono testi- ,rirola bai.anica, alla Grecia continentale e a Costantinopoli'
moniate anche dallo svilupparsi di una produzione di vasellameda Gli edifici in mattoni di epoca protobizantina hanno ben poco a
mensa di alta qualità dai peculiari motivi decorativi (Bakirtzis, Papa- che fare con I'opera latetizia a cortina e concrezione di tradizione
nikola Bakirtzis, r98r), a quelle di centri minori i cui prodotti trova- ,o*urru, sia nella qualità dei materiali impiegati sia nelle tecniche di
no in generediffusioneassailimitata (Gregory, 1989). posa in opera. I mattoni, quadrati, di dimensioni sempre piuttosto
variabili e genericamentecompresetra i 35 e i 38 cm di lato e tra i
4 e i j..""a spessore(DeicÉmann,1979, pp' 525'7;per il.proble-
I materiali " tJ?"ti"t e edilizie matico fapporto con le unità di misura attestatenel mondo bizantino
- , piede : 3r,23 cm - cfr. Schilbach'r97o, PP'..r336).,vengono
Individuato già all'epoca degli scavi del Grande Palazzo e del quar- impiegati interi - non più quindi tagliati-in triangoli per rivestire un
-
tiere delle Mangane come uno dei campi di indagine più fecondi per ,r.r.l.J di cementizio, com'era proprio dell'opuslatericiumromano e
l'archeologiabizantina (Demangel,Mamboury, 1939; Ward Perkins, ,rorÀd."."re disposii in più fiie càmphnari per tutto lo spessoredel
in Talbot Rice, 1958, pp. 52-ro4), lo studio dei materiali e delle muro, mentre asiai rari sono i casi di cortina laterizia in mattoni qua-
tecniche costruttive impiegati nel mondo bizantino nelle diverse epo- drati posta a rivestire un nucleo cementizio (per I'esempio_del S.
che non ha poi goduto di quella fortuna che sarebbestato lecito pre- òiouunrri di Efeso, cfr. De Bernardi Ferrero, 1985, P' ro3)' La mal-
sagiree solo di recente una serie di studi di carattere settorialene ha ,u ^pp^r. normalmente di qualità-piultosto scadente,molto friabile,
ghiaia e frammenti lateri-
riproposto la centralità. A una trattazione sistematicadell'argomento f.iuà^ai pozzolanae ricca invece di sabbia,
si oppongono inoltre alcune evidenti difficoltà, dettate in primo luogo ,i arr.h. .ron minutissimi, che le conferisconoun caratteristicocolore
dalla stessaestensionegeograficadell'impero, dalla diversità delle tra- grigio-rosato;essaè inoltre dispostaper letti di posa molto alti, quasi
dizioni cosruttive che vi confluirono, legate a loro volta alla reperibi- J.Àpr" pari o superiori allo stessospessoredei mattoni, in parte ma-
lità dei singoli materiali, e dal lunghissimo arco cronologico in cui si scheìati^alf'ert.r.rbda una lisciatura di malta più fine e-omogenea,
svolsela vicenda bizantina. Né va inoltre sottaciuta una ulteriore li- rifinita ,p"rro da stilature oblique che scoprono la base del mattone
mitazione di ordine metodologico, costituita dalla qualità stessadelle sovrastante.
evidenzeconservate,un corpuscostituito pressochéesclusivamenteda I mattoni bizantini, sopfafiutto quelli impiegati a costantinopoli'
edifici pubblici, per 1o più religiosi, che, in particolare per quel che nei vicini centri della ,pondu asiaticà e, limitatamente al v secolo, a
(Mango, r95o;
riguarda i grandi centri urbani, possono fornire dunque un profilo Tessalonica,erano abbàstanzafrequentementebollati
solo parziale dell'effettiva pratica costruttiva nelle città del mondo bi- Vickers, r97).Tale pratica t.tttbtu awiarsi già con-il rv secolo e
zantino (Mango, 1974, PP. 9-rr). Ciò nonostante,lo studio delle raggiungerÉ'l-amusri-u diffusione proprio con il v e il vI, quando la
tecniche edilizie si sta sempre più rivelando un valido metodo di ap- p"??""tifl. dei mattoni bollati ruggi,rr,g. circa l'roó del totale dei la-
proccio alla conoscenzadei complessiedificati, nonché uno strumen- ierizi censiti (nello scavo del S. Polieucto sono stati recuperati ben
to assaiutile nel definirne le cronologie relative e assolute(Peschlow, r.zr7 bolli; Hill, 1986), mentre meno-facileè definire il momento in
1977, appendiceu; Aran, r98r). cui cessòI'uso di apporre tali stampigliature.Bolli comp-aionoancora
sia negli edifici di èia mediobizantina (per esempio nelle sostruzioni
Già le grandi fasi edilizie legate alla politica evergeticadi Anastasioe à.Uu !t i.ru del Myrelaion o nell'esonartecedel complesso del Pan-
(per esempio nei
di Giustiniano mettono in evidenzaquelli che sembrano esserei due tokrator) sia in sffuuure databili ad età paleologa
caratteri distintivi dell'arte del costruire nel mondo bizantino: la netta restauri della Porta d'Oro lungo le mura terrestri), anche se in questi
rottura con la tradizione edilizia romana in favore del recupero dei casi il frequenre urilizzo di màttoni di reimpiego rende incerto il va-
moduli costruttivi della tradizione greco-ellenisticae orientale e la so- lore dell'attestazione.
stanzialedivisione dell'impero in due grandi aree di diversa cultura I bolii laterizi bizantini - nori in alcune migliaia di esemplari ma
edihzia,quella legata all'uso della pietra da taglio - Africa settentrio- mai pubblicati in un corpus organico che ne fornisca un adeguato
nale, area siro-palestinese,Asia Minore e Grecia peninsulare - e i.rq.radramento cronologlóo - rispondono sostanzialmentea tre tipo-

224 225
INTRODUZIONE ALL,{RCHEOLOGIA BIZANTINA

FIGURA 82
muratura in laterizio (r'oro 43 a) si trova impiegata da sola già a
Esemplificazione dei principali tipi di bolli laterizi bizantini partire dalla metà del v secolo,nella chiesa della Theotokos di Chal-
koprateia, e diviene in seguito caratteristica soprattutto negli edifici
religiosi e civili di epoca giustinianea, dalle chiese dei Ss. Sergio e
Bacco e della Santa Sofia - in quest'ultima sono realizzatiin pietra i
grandi pilastri che sorreggonola cupola - alle grandi cisterne coper-
te, le cui serie di volte a crocierain mattoni rappresentanouno degli
esempipiù raffinati di questotipo di tecnica(Mango, 1974, pp. Í23'
g).
Sempre intorno alla metà del v secoloil laterizio appare impiega-
to anche in associazione con la pietra da taglio nella tipica apparec-
chiatura a corsi alternati che caratterizza sia alcuni edifici religiosi, in

rffi\
particolare S. Giovanni di Studio, sia soprattutto le mura terrestri

6-A
@,ffiD WEZ
fatte erigere da Teodosio rI (poro $ b).In quest'ultimocaso fasce
passanti di cinque filari di laterizi e quattro letti di malta (altezza

ury/ complessiva4z-45 cm) sono utilizzate a intervalli più o meno regolari


per rinforzare il muro congiungendo tra loro le due cortine in conci
di pietra che racchiudono un conglomerato cementizio di notevole
spessorema di scarsaconsistenza.Quest'ultimo appare assaidiverso
dal tradizionale opus caementiciumromano - di cui non conserva né
la tessiturauniforme, né la consistenzaquasi rocciosa,né le proprietà
logie (nrc. 8z): quelli anepigrafi,per lo più circolari con motivi de- strutturali - ed è c^îattetizzato invece dalla presenza di frammenti
corativi geometrici o cruciformi, particolarmenteattestati'nei pavi- lapidei anche di grandi dimensioni legati da una malta ancora più
menti degli edifici religiosi giustinianei, soprattutto nei Ss. Sergio e friabile di quella che compare di norma nelle murature laterizie, rive-
Bacco; quelli monogrammatici,talvolta cruciformi, che presentano landosi pensatoesplicitamenteper costituirela massainerte di pode-
strette analogieformali con i sigilli e che si prestano spessoa letture rose strutture murarie.
controverse (per le frequenti attestazioni a SaraEhane,cfr. Hill, Al di fuori della capitale,in epocaprotobizantina,I'opera muraria
1986); e quelli rettangolariche recanoiscrizioni su una o più righe e in laterizio appare impiegata,come si è accennato,soprattutto nelle
che sono di gran lunga quelli maggiormente attestati. Le iscrizioni, regioni occidentali dell'impero. Nell'area danubiana essacarattetízza
per lo più abbreviate,riportano in rari casi I'indicazionedell'edificio tufii gli interventi edilizi riconducibili alla ricostruzione giustinianea,
al quale Ia partita di mattoni era destinata (ben noti sono in partico- tanto nelle fortificazioni del limes quanto nelle città dell'interno, a
lare i bolli recanti la dicitura MEGALES EKKLESIAS, evidentementeri- partire da Carióin Grad-IustinianaPrima; in entrambi i casi l'uso del-
feribili alla Santa Sofia giustinianea),in altri casi l'indicazionedi un la muratura totalmente laterizia si alterna a quello di murature a corsi
nome (particolarmente numerosi quelli con il nome di Giustiniano alternati di filari di laterizi e di filari di pezzarni di pietra schistica
provenienti dalle fortificazioni di Mesembria in Bulgaria; Nessebrer, (Duval, Popovió, r984; Bavant et al., r99o; Nessebre r, pp. rz3-51.
pp. ro9-2oi per altri casi da contesti costantinopolitanicfr. Hill, In Grecia I'uso del laterizio è diffuso nell'area tessalonicensee soprat-
1986;;Peschlow,1977, pp. z4-6), mentre più spessoprevedono tutto nel centro principale che vide nel corso del v secolola costru-
I'indicazionedell'indizionee, secondoI'ipotesi di Mamboury G949), zione di importanti edifici religiosi. Ancora ben attestate nell'Asia
che ha trovato sostanzialema non completaaccettazioneda parte di Minore nordoccidentale,le murature in laterizio sono presenti, sia
altri studiosi (Mango, r95o), del nome del responsabiledella fabbri- pure in misura limitata, anche nell'area siro-palesdnese. Nella Siria
cazione. settentrionalecompletamentein laterizio erano teahzzatele mura di
Nell'edilizia pubblica costantinopolitanadi età protobizantinala alcuni insediamentifortificati lungo I'Eufrate (per esempioBalis'Mes-

tt6 ))-
INTRoDUzIoNr,trl,.tncrrroLot;rA BTZANTTNA
7. LA CIJLTU RA MATERIALE

kene..e Sura-Surya; Deichmann, 1979, revv. 165, 16g),


menffe nel ste di legname in quantità sufficiente, l'uso di grandi lastre di pietra
già discusso caso di Qasr-ibn-tù7 uídín, così come
nel vicino castram sia di origine sedimentariache vulcanica è attestato anche per coper-
t el-Anderin, non ancora fatto oggetto di indagini.ffijo'at. ture a tetto (per esempio in chiese ed edifici civili della regione siria-
(Deichmann, 1979,
.TAv. ,64), comiare impiegai, "rtÉrrrlrrumenre na del MassiccioCalcareo;Mango, 1974, pp. r4o-4; Tate, r993b),
una muratura a corsi alternati di evidente derivazionecostantinopoli_
per coperture piramidali (per esempio sul sito di Umm el-Jimal, nella
tana e del tutto estranea all,atradizione costruttiva locale (de,
Maffei, regione dell'Hawran, in Giordania; De Vries, r98r) o anche per la
in corso di stampa).In altri casi l'uso del mattone rpp"r.ir,.etro
a realizzazionedi semamentidi porte e finestre (Dauphin, r9g3).
determinate strutture architettoniche (soprattutto copefture
a volta, Più caratteristicae più facilmente riconoscibile è la tecnica a dop-
per esempio nel praetorium di Zenobia-Halebiyye
ó "rr.o' in un pia cortina, impiegata soprattutto nella rcalnzazione di murature di
gruppo omogeneodi chiese monastichedella regi,cnedel
Tur ,Abdin notevole spessoree particolarmente nelle opere di fortificazione (r'o-
). o dettato da particolari esigenzedi soridità rp.". .r.-piollìh
grurr- ro 43 c-d). Anche in questo caso il conglomeratocementizio che co-
de cisterna di Dara, dove cómpare ancora una volta una
tessitura a stituisce il nucleo del muro è di scarsaqualità, rcahzzatocon grandi
corsi alternati), e spessoin significativarelazione .on lu àii.io
."-- quantità di frammenti litici di diversa natura - ciottoli fluviali, laddo-
mittenza imperiale e con le installazioni militari (Deichmann,
,gZù. ve disponibili, ma soprauutto pezzamiderivanti dalla lavonzione dei
AI di là delle eccezioni cirare, l'architettura civile, militare conci delle cortine e spessoblocchi di reimpiego anche di grandi di-
e religiosa mensioni - legati da una malta piuttosto povera e friabile. Cortine e
delle regioni orientali e meridionali dell'impero appare contrassegnara
dall'uso estensivodella muratura in pietra^d, t"iúo, ",i.ri"o nucleo cementizio venivano di norma rcalizzaticontemporaneamente,
l" a". distribuendo il conglomerato per gettate successivesubito dopo la
tipi principali; il muro pieno in opéra quadrutí u gr""ai.;r,.i.
it posa in opera di ogni singola assisedi conci; il legame ra cortine e
muro a doppia corrina di blocchi .ò., truil.o interno"in
.orrgloo,..u,o nucleo veniva spessoassicurarodalla presenza di lunghi blocchi di-
cementizio.
La prima tecnica, impiegata sposti per testa e affondati nel cementizio retrostante. In qualche ca-
_sopra*urto per edifici di piccole e so, per esempio nelle mura anastasianedi Dara, particolarmente svi-
T..d. dimensioni, conrinua-evidentemente ia 'adizion .àrt.rttiu" luppate in altezza,la struttura è ulteriormente irrobustita dalla pre-
ellenisticae romana di quelle regioni e, soprattutto ner caso
di edifici senza di blocchi passanti sovrapposti che formano una sorta di iin-
pubblici di qualche rilievo, la regoraritànèl taglio
a.i .ri.i J l,u...r_ ghiature verticali che collegano direttamente tra loro le due cortine
ratezzanella messain op_eradene murature di época p.o,ouir""ri""
e (Zantni, r99o).
tale che risulta assaidiffi.cile, se non impossibilè, JJú;;ril-u..o-
"pertinenza
scopicamenteda quelle di epoca antica. In artri casi la
di Il panorama delle tecniche edilizie in età mediobizantina appare assai
una costruzioneo di qalti all,epocaprotobizantinì è segnalata
{1essa
dall'uso estensivo di blocchi di reimpiego, sovente anche meno nettamente scandito in aree territoriali e se una prima distin-
de-corati, zione preliminare può essereistituita essa sembra riguardare da un
talvolta posti in opera rispettandone ui.J.ro in parte I'orisinaria
fun_ lato il rapporto tra capitale (o capitali) e periferia e dall'alno il livello
zione ma più spessonutilizzati come sempli.. pi.tru au
tulioìHur.i- delle singole costruzioni.
son, r985).
Il tipo di materiale litico impiegato va.ja sensibilmentedi zona L'edihzia costantinopolitana di età macedone e comnena, a noi
in nota, come si è detto, solo attraversoalcuni edifici religiosi, è caratte-
zona e la scelta sembra dettata-esòlusivamentedulla dirfonitilita
sul rizzata dall'uso pressochéesclusivo del mattone. Già una delle più
sito di cave facilmente sfrutrabili: nel caso di ouru, p.i
lr.Àpio, il antiche chiese conservatesidi quest'epoca,il Myrelaion (Bodru- Ò"-
materiale necessarioalla cosrruzionedella città fu .*."iro
d;;;; p. mi, 9zo circa), realizzataintegralmentein laterizio tanto nelle sostru-
ste nelle immediate adiacenze-dellemura, utrlizzateir, ,"g,rito'.o_.
fossato;.in altri casi, due insediamenti posti a pochi .hilori.t.i zioni che nell'elevato, testimonia con l'uso di mattoni di forma semi-
di di- circolare.appositamenteprodotti per rcalizzarele sue peculiari parti-
stanzal'uno dall'alrro
.comele già citaie Amidia . M;.t "p;l;s atte- zioni architettoniche la continuità o quantomeno la ripresa della fab-
stano il primo l'uso della pietra tasaltica, il secondol'usó
di un calca- bricazionedei laterizi nell'areametropolitana(Striker, r98r, p. ry).
re biancastroe piuttosto tenefo. In alffe aree, evidentem."i.
,pro*i- In questo contesto, la già citata presenzadi bolli lateúzi in situ nelle

zz8
2zL)
7. LA (:ttLTI"rRA MATERI^LE
JzroNE Ar-r-'.tncrrrolocr^ BTZANTTNA

sostruzioni dell'edificio sembrerebbe accreditarel'ipotesi della conti- (Foss,lvinfield, 1986, pp. rr5-7). Al di fuori dei grandi centri urba'
nuità della pratica della bollatura almeno ancora nella prima età ma- ,ri, ,ré[e province-m"ttò^dit"rtr-enre collegate-con.la capitale e co-
cedone. *lrrqn" in tutti quegli edifici in cui il cafattere funzionale è prevalen-
Forse già nella secondametà del x o agh.inzi dell'xr secolo po- te, I'epoca medioÈizàntinasembra invece cantterizz ta, in linea gene-
trebbe aver fatto la sua comparsanell'edilizia pubblica costantinopoli- ,ri., à"il'"dozione di una muratura mista, in pietra e laterizio, con
"a largo uso di materiali di reimpiego.-
tana l' appatecchiaturalaterizia cosiddetta mattone arretrato" (Fo-
dell'impero in
To 43 e), rcahzzatadisponendo alternatamentei filari di mattoni su Questa tecnica è attestata.rn po' in _tuttele regioni
,r.r-à.or. varianti riconducibili essenzialmente a tre tipi fondamenta-
due piani sfalsati e mascherandoin seguito i filari più arretrati con
li: le tessiture irregolari, con largo uso di pezzatni irregolari di. pieffa
lisciature di malta, ottenendo così una tessituramuraria assaielegante
i piani di posa,
e afratto particolare in cui i mattoni a vista sembrano legati da uno -p.i dei mattoni per regolarizzare
e sporadico impie'go
,rrui fr"qrr.nt" esempio nella regione anatolica e normalmente
suato di malta altissimo, ben levigato e sottolineato da stilature oriz-
zontah. L'esistenza di un perduto prototipo costantinopolitano così riservatoì cosguzioni di modesto rilievo; le tessiture a corsi alternati,
precoce sembra essere postulata dalle prime attestazioni di questa c^fatteÍizzate in questa fase dall'uso di conci di pietra piuttosto- pic-
tecnica in alcune chieserusse (Desyatinnayae Santa Sofia a Kiev e la .ofi .lr..golari da fascedi lateizi di reimpieg_od-aifilari spessoforte-
Trasfigurazionedi Cernigov), tutte databili entro il primo quaranten- ;.";. irrEgohri, frequentemente attestate nelle fortificazioni anatoli-
(poro $-f),
nio dell'xr secolo e probabilmente rcahzzatecon l'apporto di mae- .À" (Forr,"r9Sz); e le ressirurecosiddettea cloisonné
c^t^tterizz te-dall;usodi mattoni disposti a incorniciare i singoli bloc-
stranzedella capitale, dove l'uso del mattone arreffato è documentato della
chi di pierra, particolarmente diffuie nell'edilizia ecclesiastica
per la prima volta nelle sostruzioni della chiesa di S. Giorgio alle
Grecia ieninrrrlìre e insulare già dal x secolo, ma che in epoca com-
Manganefatta erigereda Costantinorx Monomaco (ro4z-55; Voco-
topulos, 1979), nena si ritrovano impiegate, sL pur in maniera non estensiva,anche
Al di là del problema dei suoi esordi, questo tipo di apparecchia- negli impianti fortificati dell'Asia Minore (Múller-\X/iener, 196r, n.
tura muraria è ben attestato sia nella capitale che in molte delle re- rz6).
gioni periferiche soprattutto nell'arco di tempo che va dalla metà
dell'xr alla fine del xrr secolo e costituisce dunque un significativo Le tradizioni costruttive dell'epoca mediobizantina sembrano trovafe
anche se non inoppugnabile punto di riferimento per la datazione di una sostanzialecontinuità nell'ultima fase dell'impero di Costantino-
complessiarchitettonici dalla storia costruttiva particolarmenteoscura poli.
'i" In particolare nelle regioni dell'Asia Minore le murature miste-
(Sch?ifer,1973, pp.77-8r). A Costantinopoliessacomparesoprattut- ìi.,r"-. e laterizio, turr"to,r.ll" varianti più. ser.nplièiquanto in
to negli edifici civili e religiosi legati alla diretta committenza degli q".U. più raffinat e, cantteizzano infatti sia l'edilizia militare sia
imperatori comneni - dalla chiesadel Cristo Pantepoptesal comples- qrr"ll^ .^iuil. . religiosa di età tardobizantina (Buchwald, 1979; Foss'
islgb; Rheidt, r99r), le tessiturea^cloisonné si sviluppanosenzaso-
so del Pantokrator, ai tratti delle mura assegnabili a Manuele I
(rr43-8o) -, mentre al di fuori della capitale si trova difhrsa, oltre l.;i""" di continuità nell'area greca fino all'epocapostbizantina,men-
che in Russia, anche nella regione nordoccidentaledell'Anatolia (per ffe la stessatecnica del mattone arretrato trova ancora attestazionein
esempio in lunghi matti delle mura di Nicea databili intorno al piena epoca paleologa(Ousterhout, 1984)'
per quanto riguírda invece i grandi centri urbani, I'ultima grande
ro65), nell'area balcanica e greco-continentale(soprattutto in Tracia
e Macedonia, con significative attestazioni nell'edilizia monumentale fase edilizia legatl alla committenza della corte paleologaè contrasse-
di Tessalonica)e con particolare frequenza nell'isola di Chio (Voco- gt ata dull'adoiiorr. di un nuovo tipo di tessitura muraria assairaffi-
topulos, rg79). iut" (uoro +l g) in cui fasce di blocchetti di calcare, regolarmente
-
Benché reladvamentediffusa, la tecnica a mattone arretrato carat- ;;[*i . ,ppl."..hiati, si alternano a fasce di laterizi nuovi o frutto
di'un reimfiego particolarmente selezionato, viste le dimensioni co-
terizza dunque soprattutto gli edifici religiosi dei grandi centri e la -
sranti e h à"a]lita^degliimpasti secondo un ritmo regolare che sot-
sua applicazione in altri contesti, per esempio le opere di difesa, è
tolinea I'effÉtto decor"ativoiella bicromia, esaltato a sua volta dal fre-
limitata a due casi (Costantinopoli e Nicea) in cui gli aspetti monu-
quente inserimento di motivi decorativi in laterizi e materiali invetria-
mentali dovevano certamente prevalere sulle destinazioni funzionali

230
23r
JZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTTNA 8
ti (Aran, ry79, pp. zz4-8). Presentein diverse varianti in tutti gli
edifici di età paleologadi Costantinopoli - a partire dal palazzo im- Il prossimo decennio:
l 1
periale del Tekfur Saray, per arrivare alle piccole cappelle private probleml e prospettlve
quali il Bogdan Saray, dove la si rirova forse nella sua versione più
regolare - questa tecnica edilnia è ben attestata anche al di fuori
della capitale, soprattutto a Tessalonica,e in alcuni centri della Tncia
e della Bulgaria assurti a particolare importanza politica ed economi-
ca nell'estremafase di vita dell'impero bizantino (Ousterhout, t986;
r 9 9 r) .

Poco più di dieci anni or sono, Cyril Mango - uno dei maggiori
bizantinisti viventi -, facendo il punto sullo stato delle conoscenzee
delle prospettive della ricerca storica sul mondo bizantino, poteva
-
concluderecon una punta di pessimismo:<<maciò che ci serve e
che difficilmente potremo avere nel prossimo futuro - è l'investiga-
zione sistematica di città e villaggi, castelli e fattorie, opere idrauliche
e viarie, nonché installazioni industriali nelle differenti province del-
l'impero bizantino. Solo dopo aver fatto ciò potremo parlare con
qualche sicurezza del livello della civiltà bizantina e della sua portata)>
( M a n g o ,r 9 9 r , p p . r z - 3 ) .
Oggi, a quasi quindici anni di distanza, queste affermazioni ri-
-"ngò.ro vafiàe almeno nella prospettiva generale, ma si può forse
fare professionedi maggiore ottimismo, anche se la npida espansio-
ne viisuta dall'archeologiabizantina nell'ultimo ventennio non è valsa
ancora a sanaredel tutto alcune delle lacune che ne hanno segnatolo
sviluppo già a partire dalla sua fase formativa agh'inizi del xx secolo.
In particolare, come anche i capitoli precedenti stanno a dimo-
stfare, "i-u.. ancora evidente la tendenza a privilegiare le ricerche
sui siti abbandonati di età protobizantina rispetto a quelle su insedia-
menti di epoca successiva,per i quali la natura stessadella stradfica-
zione,la còntinuità di frequentazionein epoca turca e spessofino ai
giorni nostri, nonché la mancanzadi un reale supporto del sistema
delle fonti rendono assaipiù problematici tanto la conduzione dell'in-
dagine sul quanto il processo di ricostruzione storica (Raut-
.campo
man, r99o).
Altrettanto evidente rimane poi una sensibiledisomogeneitàterri-
toriale, per cui a regioni meglio conosciute- per esempio alcuni di-
strefii d;['Africa settentrionale, dell'area siro-palestinese,dei Balcani
o della Grecia - fanno fiscontro regioni orientali e occidentali (tra
queste ultime in maniera significativa I'Italia; Christie, r989b), in cui
g1i esiti pur importanti della dominazione bizantina o del prolungato

232 23t
ODUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA BIZANTINA
8. rr, pnossrlro DEcENNTo

contatto con quella civiltà appaiono ancora non


suficientemente in_ sufficientemente articolate su base regionale e sovraregionale dei
dags dal punto di vista arc-Éologico.
E anche all'interno degli ambiii cronorogicie principali indicatori archeologici, a partire dalla ceramica da fta-
territoriari più siste- sporto e da mensa (Spieser, r99r; Hayes, r99z). Ancora allo sta-
maticamentestudiati rimangonoancorain ombra
-rr,i "rp.'"i anche dio embrionale restano invece le ricerche su altri aspetti importanti
importanti della civiltà bizlntina.
del sistema economico-produttivo del mondo bizantino, a partire
. .Fatta in parte eccezioneper la.capitale imperiale,non riusciamo
'g..r..ule'le per esempio dalle indagini sull'esrazione e la commercializzazione
infatti a seguire se non in linea urr"i
linee ai-r',ii.rppo . del marmo (Sodini, Lambraki, KoZely, r98o; Sodini, r989b; Bar-
uasformazionedei grandi insediamenti'urbani
nei secoli centrali e fi_ santi, r99ob) e degli alri materiali litici o sulle attività minerarie e
nali del millennio bizantino. La nostra conoscenza
del pu.raggio ,rr_ metallurgiche che pure dovevano occupare un ruolo di rilievo nel-
bano delle città bizantine è di fatto rimitata quasi
esclusivamentear- I'economiaimperiale.
l'edilizia religiosae,pochissimoruppiu-à d.ilà
;iprlrs*'dleiì .difi.i Dificoltà e disomogeneitàdi approfondimento permangono infi-
residenziali,di quelli di serviz,ioe'ji queili
" d.J;;;i;;.-i?lau*iuu ne anche in alcune discipline filologiche srettamente correlate con la
all'inrerno de[e ìitta (per le. boneghe'di s-a],
iir-ó'."ùí.a, .rn* ricerca archeologica:a una consolidata radizione di studi sulla pro-
per la recnicacosrruriivadelle siradedi C;;;r-^ffirir'iilu,
Vann, ry82). .r.. duzione e la circolazione monetaria nel mondo bizantino (Grierson,
E insieme ai luoghi e ai modi della vita conrinuano r98z), ha fatto per esempiorisconffo fino ad anni assairecenti, co-
a sfuggirci me si è visto nel ctp. 2, un singolare ritardo nelle ricerche epigrafi-
anche i luog,i e i modi de'a morte, dato
.h. ;;;;;i;oLgiu a.[. che, mentre la filologia testuale continua a mantenere il suo tradizio-
sepolture nel mondo_bizantino e prutilamente
ancora tutta da co- nale predominio tra le discipline bizantinistiche.
struire. Fatti salvi g-li studi sulle iepolture privilegiate
deila prima
epoca bizantina (Sodini, e re recenti
-Humph*y,
indugiii
..-986) s,ri ciÀiteri ai Pur all'interno di un panorama così articolato e per certi versi diso-
Anemurium e Cartagine(Russell, 1983; ì;8g),^_ur.".ro mogeneo, i prossimi decenni si preannunciano tuttavia ricchi di po-
infatti ancon dati in qualche -irir-"ti.ndibili
sulla localizzazione tenzialità per l'archeologiabizantina nel suo complesso,tanto sul ver-
delle aree cimiteriali dei grandi ...riri *br.,i,
sulu upolog;^lit. ,._ sante dell'approfondimento metodologico, quanro su quello della pra-
polture e degli eventualilorredi, mentre-ancora
der irrtto"pio.ri..irtr- tica operativasul terreno.
che sono le indagini pareobioÍogi.rr.- ,"i resti
. scheleuiJ- isodini, Per quel che riguarda gli aspetti metodologici, I'archeologia bi-
1993,p. 156).
Al di fuori dei centri.urbani il problema si fa zantina sembra infatti ar,ryiataa superare le íncertezzedi una discipli-
ancora più acuto; al na in formazione per occupare un posto ben definito nel panorama
gi là decli aspeni,legati.alla difesaà ir.purr. all'amministrazione
orvefse.reglonr, I'orgatizzazione territoriale de[e della bizantinistica. Ne fanno fede da un laro la sempre maggiore
dell'impero bizantino è attenzione agli aspetti archeologicida parte degli studiosi delle disci-
3r:gru in larga misura ignota. per quanro riguarda i p".run*ilurali e pline affini (in particolare la storia e la storia dell'arte), dall'altro lo
i. ut[rgg], disponiamo,ùme abbiaÀ" uirto'J-;;;';;i"....u.r,ri
dati archeologiciper parte armenodela regione svilupparsi di un rinnovato dibattito reorico a proposito delle finalità
,iro-píÉrtiio-"-i., .ta e metodologie operative proprie della disciplina, in particolare sulle
qlotgbizanlina, ma per le altre regioni e lJ altre "p"iÀ.1r-Àr.,.urr,
clr nscontri è pressochéassolura pagine di alcune riviste di fondazione reladvamente recente (per
-(Tate, ryyb); lo stessou"È--p., l. "Travaux "Byzantinische "By-
fonti relative a questo aspe*o dela esempio et Mémoires", Forschungen",
so.i.tíÉ"uni-n^,- ri riirìrjrro ai "Mediterranean
nume_ro-equalità accettabilesoro per regioni zantine Studies/Etudes Byzantins", Archaeology")
d.l t"tio-f.rii;;iJr. ."_ che si stanno affermando come sedi privilegiate di un confronto an-
me l'Italia meridionaredi età -.àiobiràrr,ina (Lefort,
iarr,-if'r99., che teorico sempre più articolato.
Martin, Noyé, r99r).
Per quanto risuarda poi. g1i aspetti relativi Per quanto riguarda invece le indagini sul campo, va in primo
alra produzione, ana luogo sottolineato come la continua opera di rinnovamento delle
distribuzione
e aliottrrr-t aJ[. -.i.i, ,ùuir-o gia'""*r" ..-.
ricerche più recenti abbiano gemarole basi p., r. strutture urbane delle principali città del bacino orienrale del Medi-
,ir rapido *iiuppo tenaneo offra importanti opportunità per lo sviluppo di una vera ar-
delle conoscenze,soprartu*o attraverso ruriu-J""."iì"rÈrirrt."t
cheologiatrrbanaclel mondo bizantino. Dalla stessaIstanbul giungo-

234
uzroNE ar,r,',tncrrrorocrA BTzANTTNA 8. rr- pnossruo DEcENNTo

no in questo sensosegnaliancora contrastanti ma non privi di indica- più efficaci di cui l'archeologia bizantina si può awalere per colmare
zioni positive: al discutibile intervento di restauro e ricosrruzionedel- quei vuoti e quelle disomogeneitàdi conoscenzacui si è appena ac-
le mura teodosiane,che ha sensibilmentealterato l'aspetto complessi- ..rr.r"to. Adottando una strategia di ricerca che non privilegi la sco-
vo di uno dei monumenti più significativi della Costantinopoli bizan- perta e la documentazionedi ogni singolo elemento di evidenza ar-
tina, fanno infatti risconmointerventi museali e urbanistici di notevo- cheologicapertinente a un determinato sito, ma che sia invece orien-
le valore archeologico.È il caso, per esempio,del nuovo restauro dei tat^ a r^ccogliere dati e informazioni sufficienti per condurre a con-
mosaici pavimentali del peristilio del Grande Palazzoimperiale, la cui clusioni (o alm.no a formulare ipotesi credibili) sui caratteri generali
risistemazionemusealesi è trasformata in un'occasioneper una inda- di un temitorio (Gregory, 1986; Rtpp, ry86), appare oggi possibile
gine archeologicaminuziosa frnalizzata alla soluzione dei numerosi cominciare a fornire delle risposte storiche a quelle che appaiono, al-
problemi (non ultimo quello cronologico) connessia un'opera di im- meno dal punto di vista archeologico,le questioni fondamentali del-
portanza eccezionale(Jobst, Vetters, ry92). O ancora della liberazio- I'evoluzione del mondo bizantino.
ne dalle fatiscenti superfetazionidi epoca moderna delle mura marit-
time lungo il Corno d'Oro e in parte lungo la Propontide, restituite
alla leggibilità per lunghi tratti e ora in attesadi una indagine archeo-
logica adeguata almeno nei loro settori più significativi (Mango,
1992).
Un ulteriore e fondamentalecontributo di conoscenzepuò inoltre
continuare a venire dalla tradizionalearcheologiadegli insediamenti e
dall'indagine sui siti abbandonati, soprattutto se saranno più chiara-
mente recepite le istanze poste dalla ricerca storica sul mondo bizan-
tino, intesa nel suo sensopiù lato. Appare infatti particolarmentene-
cessarioche le indagini archeologichesi orientino su siti-campione,in
prospettiva tanto cronologica quanto tipologica, privilegiando quelle
epoche e quelle aree territoriali che sono state in passatooggetto di
minore attenzione e indirizzando Ia ricerca soprattutto sui centri mi-
nori e sulle sffutture produttive. Assai promettenti in questo senso
sembrano alcune delle indagini archeologichegià awiate, per esem-
pio quelle cui si è appena accennatosugli insediamenti minori nelle
regioni dell'Italia meridionale in età mediobizantina,o quelle sulla cit-
tà di Amorio, in Frigia, uno dei centri più significativi dell'Anatolia
in età mediobizantina (Harrison, ry92).
Ma il settore della ricerca archeologicache promette i risultati
più interessantiin prospettiva storica appare oggi quello dei grandi
progetti integrati, in cui le pratiche della ricognizione intensiva, della
prospezionee dello scavo stratigrafico condotto per campioni vengo-
no uulizzate in maniera coordinata al fine di ricostruire il profilo ar-
cheologico- ma anche quello ambientalee sociale- di territori suffi-
cientementevasti per essererappresentatividi intere regioni (Rosser,
ry79;Bintkff, Snodgrass,1985; 1988; Runnels,Van Andel, ry87).
In particolare la pratica della ricognizione intensiva - che ha dalla
sua anche il pregio di comportare costi economici e umani assaisop-
portabili - appare in questa fase delle ricerche uno degli strumenri

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Barbalissos,r87
della giornata di studio (Roma 1986) (Milion. studi e ricerche d'arte bi- Amida, zr-2, r88-9o, zz8; rrc. 69; Behyo, rrc. 7
zantiÍa, r), Roma, PP, 257-73. roro 38 Belus, 29, 54-7, 229) rrcc. 7-8; ro-
ro. (r99o), La cinta nutaia di Dara. Materiali per un'analisistratigraftca,in Amorio, t6o, 236 ro9
Coiinti*pai e I'arte delle prwince orientali (Milion. Studi e ricerche d'ar- Anatolia, 22, 3r-2, 5r, 78, 8r-4, Bin Bir Kilise, zz, 63, 8z; Foro 14
te bizantina,z), Roma, pp, zz9-64. 2oo, 2jo, 2361'Ytc. 13 Bizacena,66, r9z
ro. (in corso di stampa), Il rcstaurogiustinianeodelle mara di Palmira, in Arte Anemurium, 3Í, 163, 2rr, 234; Bosforo, 85, rr3, zr8
profana e alte sacfa a Bisanzio, Atti del convegno internazionale di studi FrG.57 Bosman, t79-8o; rrc. 64
(Ro-" r99o) (Milion. Studi e ricerche d'ane bizantita, 3), Roma, pp. Ankara, 77, 16o, 2or; Frc. 77 Bosra, 3r, 78
frntalya, zo4
3 8r - 4 o r . Bntannia, 44
ro.-(1994), voce Costantinopoli, lJrbanisticae architettura, in Enciclopediadel' Anthendon, 73 Bulgaria, ;.r, 232
I'Arte Medieoale,v, Roma, pp. 38r-4or. A n t i o c h i a ,2 3 , 4 7 , 6 2 , 7 8 , r t 8 , r z t -
ro. (in corso di stampa), voce Bizantini, arclteologia,n EnciclopediaArcheolo- 5, f29, f42, r44; FIGG. 37-39,
gica, t, Roma. 49; FoTo 2r CaesareaMaritima, 73, 234i FIG. 20
ro. (in corso di stampa), Ncognizione arclteologicain Siria: il sito di Hauta- Apamea, z7-8, t39-4r, r44, r58; Calabria,x96, x99
rin, in Studi in onore di F. de' Mafei, Roma. rrcc. 46, 47, 49i Foro 23 Callinicum, r87
Aquileia, r97 Campania,196
Argo, 166 Cappadocia,8z
A r m e n i a r, 9 , 1 r , 7 t l , l l t Caia, zo6

266 267
INDICE DEI LUO(;I{I
INTRODUZIONE ALL.ARCHEOLOGIA BIZANTINA

di Antioco, ro3 Data, 42, 146, r5o-7, t87, zztl-<1;


Cariòin Grad, cfr. lustiniana Ptima S. Giorgio alle Mangane, ro7, FrGG.5r-2; FOTO28
230 delle Blacherne,16, ro8-9, r14
Cartagine, 3r, 52, 69, 78-9, t9z, Dayr Kita, Foro 4
S. Giovanni di Studio, 16, 98- Boucoléon,95;Foro 19
r95, 234 Deit Zafran, Foro rt
Grande Palazzo, 23, 27, 3r,
Castellotizo, zzz 9, 227i FfG. 27 Diporto, 73
89-9o,94-7,rot, ro4-5, ro8-
Castrum Pertice, Frc. 75 Santalrene, ror, ro5, zr8 Djerdap, cfr. Danubio
ro, fr4, 2ro-4, zI B, zz4,
Óernigov, z3o S. Maria Pammakaristos,rro DobrugSa,r77
236; Yoro 6'7
Cesareadi Palestina,78 S. Polieucto, 27, 88, ro2-3, Dyrrachium, 76,8o
Tekfur Saray,9r, rt4, 23r; Fo'
Chio, z3o 2rr-2r, 225; FrG. I
TO 20
Cilicia, 47, 2Í3 Ss. Sergioe Bacco, 225, 227
Topkapr SaraY,9o, 99
Cina, 44 Santa Sofia, 16, 18, zo, 88-9o, Edessa,r88; roro 37
Philadelphion,9r, 9r, Íor
Cipro, 73, 8o, zt5, zr9 9 5 , 9 7 ,r o r , r r 3 , r 5 3 , Z Z 6 ' 7 ; Efeso, 23, 63, ro4, t6o, t6z, zor,
porte
Circesium,r87 FrG. 29 22r; F[GG.14, 55i Foro 12
di Charisius o di AdrianoPoli,
Cirenaica,ir-2, 78 Sinan PagaMescidi, rr5 E g e o ,1 5 , 7 6 , 8 3 - 4 , 2 o 4 , 2 2 o , 2 2 2
Classe,7r, Í3r-4 92-3 Egitto, 18, 38, 4r, 47, 5x-2, 78, 8o,
Theotokos di ChalkoPrateia, d'Oro, 9Í-3, rÍ4, 225
Cordova. 8o 98, zz6; rrc. z8 r18, zr5; r'rc. 6
di Pegé o di Silivri, 9z
C o r i n t o ,2 3 , 3 2 , 7 3 , 8 r , t 6 6 , r 8 z - 4 , Vefa Kilise Cami, rro El-Anderin, r9o, zz7-8
di S. Romano, 9z
2fo, 2r9, 22r-3; FIGG.58,66 cisterne Ellesponto, zo4
porti
Corsica,r96 di Aspar, roo Emesa,78
Drongario, rr3
Costantinopoli,r5-8, 2o , 23, 27, 3r, Binbirdirek, ro4 Néorion, r13
Emilia, 7o
38, 4o-r, 45-6, 49, 52, 63, 69, di Ezio, roo Pérama,rr3
Epiro, 8z-3
7 6 - 8 ,8 o , 8 2 , 8 5 - r t 5 , t t 7 - 8 , x 3 r , di S. Mocio, roo Eufrate, 2r, 153-4,186-7,zz7; rtc'
quaftieri
t5o, t6o, 168, r9o, 2o7, 2fo'r, Yerebatan Saray, ro4 68
Blacherne,9r, ro8-ro, r14
z 1 6 , z r 9 - z o , 2 2 4 - 7 ,2 2 9 ' 3 t , 2 3 6 ; C o r n od ' O r o , 8 i , g r , 9 3 , r o 8 - r o ' Galata, gr, rÍ5
Frcc. r, 25-34;F'OTOr, 5'7, 17- tt3, rr5 Hormisdas, 95
20 Filattiera, rg7; FrG. 75
Crisotriclinio, 96 Mangane, 23, to8, ro9, 224; Focea,zr3
acquedotto di Valente, 88, roo fori FOTO 5
Augusteion,93-6, ror, rr4
di fucadio, 95 P e r a ,9 r , r r 5
Chalké, 94, 96 di Costantino,9r, 95 SaraEhane,27, 3r, ro5, 2ro, Galha, 7z
chiese zt8, zz3-6; rtc. r
Forum Bovis, 95 Gamzigtad, 65
BasilicaA di Beyazit, to3-4
Forum Taun,95 Senato,go-r,94-r, roo Gaza,57, zr3
Bogdan Saray,rr5, z7t
ippodromo, 16, 2c , 2), )o, 95'7, Stratègion, 9o Gerasa, 78
Cristo PantePoptes,rro
IOI Terme di ZeuxiPPo, 9o , 95, ror, Gerusalemme,44, 78, tt8, rz5-9;
Cristo PhilanthroPos, to9, 23o FOÎO 22
Magnaura, 94-6 222 F[GG. 39-4r;
Gi.il Cami. rrz
Mese,9r, 93, 95, ro7 Tetrapylon, 9r Giordania, 3r'3, 229
Isa Kapisi Mescidi, rr5
Mílion, 95 Torre del Cristo, r15 Giordano, 58
KalenderhaneCamí, 27, rtz-3
monasteri Creta, 15, 7j, 8o-2 Giudea, 6z; noro rr
Manastir Mescidi, r15
di Costantino LiPs, 27, to6; Crimea,z6'7, 5t, zzo Golan, 58
Myrelaion, 27, to7-8, 225,
FIG. JI Cynhus, r87 G r e c i a ,r j , r 8 , 2 o ' r , 2 3 , 3 r - 2 , 4 r '
229; FrG. 32 rz9,
Nea Ekklesia, 96, to6 Pantokrator, 16, 27, rro, 225, 47, 5r, 64-6, 73, 76-7, 8t-4,
23o; FrG. 33 ú5-6, r7a, 2Í5, 2r9-2o, 224,
Salvatore di Chora, 27, Ír2'
mura marittime, 88, 92-3, ro5, Dacia, r79 2 3 Í , 2 ) 3 ; F . r G1. 5
rÎ4-5; FrG. 34 .227,
236; noro 18 Dalmazia,8o
Ss.Apostoli,63, 9t, ro4, rro
mura teodosiane, 87-8, 9r-2, ro9, Damasco,78, r86
S. Demetrio, 96 Hajduóka Vodenica, r8o; rrc. 65
rr4, 227, 236; roro x7 Danubio, 26, 5r, 64, 76' 8o, r73,
S. Elia, 96 Harput, r89
palazzi t75-t1z; lrl(;. 6t
S. Eufemia, îo3-4; FrG' to

26<1
z(t8
INTRODUZIONE ALL-'\RCHEOLOGIA BIZANTINA INDICE DEI LUOGHI

Hawtan, 22, 229 Mar di Marmara, 83, 8j, 95, 98, Otranto, r9g, 2r9, 22r Serdjilia, Foro 9
Henchir el-Gueciret, FrG. 7Í ro8, r85, zo4, zo6 Shinta, Foro ro
Heraclea Pontica, zo5'6; Ytc. 78 Mar Nero, 26, 76, 78, 83, 85, r7o, Sicilia,29, 7o-t, 76, 196, r99; rrc.
Heraclea Lyncestis, 76 t89, zo6, 22o, 223 Palestina, 17, 4r, 54, 57-9, rr7, f9
Mar Rosso, 78 x87, zr5, 224, 233; rtcc. 6, z4 Sinai, 6z; FIG. 12
Marche, 7o-r Palmira, 17, 22, t4z-4, t53, x87, Singidunum, 76
Illirico, 39, 53, 64-6, 76-7, r29, Martyropolis, r88, r9o, zz8; noro 196; rrc. 48; roro z4-25 Siria, 17, rg-2o, 23, 29, 32, 4r, 47,
r37-9, t46-5o, 173, 2oo Patrasso,r66 j3-62, t2r, r39, r43, t46, t53,
39
Ionia. zo6 Marzamemi, 29, 7), 74-6 Pegae,zo6 x 5 6 , t 5 9 , r 7 3 , 1 8 6 - 7 ,2 r 5 , 2 2 4 ,
Israele, ;-8, 73 Pelagonneso,zzz 227, 233; Frcc. 6, 24i r oîo 3
MassiccioCalcareo, cfu. Belus
Istria, 7o Pella, Sr Sirmium, 65, tz9, 137-8
Mauretania, 66, t9z
Itaha, 19, 4Í, 43-5, 48-9, 5r,69-73, Peloponneso, 2r, 47,83-4, r8z Smirne, r7o, 2o4
Mediterraneo,rj-8, 5x-2, 69, 7z-6,
8o, r3r-2, r34, r73, t96-9, zr;o, Persia,19, 78 Smorna, r.oîo 3j
78,8t, 85, 87, tr3, xr8, 133-4, Pisidia, 8z
2r9, 22r-2, 233-4,236; rrc. 18 136, zt3-5, 2r9-2o; FIGG.2r-22 S p a g n a5, r , 5 3 , 7 2 , 8 o
Iustiniana Prima, z3-4, 26, 64, r29, Ponte NepesiÍro, r97 Stobi, 76, r38
Melanoudion, zo6
r38, t46-5o, 227; FrGG. 49-ro; Propontide, út. Mar di Marmara Sura, r87, zz8
Mesembria,zz6
roro z6-7 Prrglia,8o, 196, r99 Svetinja, roro 36
Mesia, r79
Mesopotamia,r8-2o, 4r-2, 47, 78,
Kaukana, 7r r-46,t73, r87 Qal'at Sem'an, 6c-2, r24; Frcc. ro- Tahata,r77; Frc. 62
Kausiye,rzr Milano, r3r II Tebe, 8r, 166
Kenchreai, 3z Mileto, 16o-2, zox1,rtc. 76 Qasr-ibn-\ùíardan, r90-r, zz7-8; Termopili, t8z, t84
Khirbet el-Quneitira, Foro rr Milutinovac, r79i FrG. 63 FrG. 7oi FOTO 40 Tessaglia,47,82
Kiev, z3o Miriocefalon, 8r Tessalonica,45, 47, 64, 76-7, 8r,
Kladovo, z6 Misia, zo4 83-4, rr8, rz8-3x, x68, t8z, zz4-
K6m el-Dikka, cft. Alessandriad'E- Mistrà, 2o,83, rzo-r; Frc. 60 Ravenna, 38, 7r, tr8, t3t'4, r97;
5, 23Q, 232' , FlG. 42
gitto Monemvasia, 166 F[GG.4)-44 Tevere, 7r
Konia,77 Mons Admirabilis, 6r, rz4 Resafa, 62, t46, t56-9; Ytcc. 49, Thamugadi, rg3-4; FrG. 72; Foro
Korikos, zo4 Monte Athos, 38 54; Foro 32-34 4f
Monte Nebo, 3r Roma, 52, 7r, 87, 90, roo, rr7, Thisbe, 3z
Morea, 2r,83-4, t66 r97; noro 16 Tigri, zr, 186
Lacedaemonia,8r, 166, r7o Romania, r75 Ting|tana, 66
Lazio,7o, t97 R u s s i a\,6 , 4 7 , 2 2 2 , 2 3 o Tncia, 8z-4, r8z, r85, z3o, z3z;
Leptis Magrra, t95-6i FrG. 73 Naissus, 76, 146 rrc.67
Licaonia,63 Negev, 54, 58i FIG. 9; Foro ro Trebisonda,82, x7o, 2or, 223; FrG.
Lidra, zo6 Samala,16o
Nicea,77, 82, tr8, t34-6, 16o,zo7, Sangazio,Foro rt 59
Liguria, 7o-r, t96-9; Frc. 74 23o; FrG. 45; FoTo 2 Tripolitania, 66, r95
Lopadium, zo4 Sardegna,66, t96 'Abdin,
Nichoria, 3r, 166 Tur 22,64, 228
Luri, ry7 Sardi, 29, 160, zoo, 2ro, 234; r.ÍG'
Nicomedia, 77 Turchia, 22,29, t5o, 164, zr5
56
Nilo, 44, rr7 Sava,r37
Macedonia,rz9, r38, z3o Ninfeo, 83, zo5 Scupi, 76 Ulpiana, 66
Madaba, 44; roro 8 Numidia, 66, r9z SeleuciaPieia, 78, rz3, r58 Umbria, 7o
Maghreb, rg2, 2r3 Selimbria,r85 Umm el-Jimal, zz9
Magnesiasul Sipilo, 83, t7o, zo5 S e r b i a ,2 t , 6 i , 1 4 6 , t 7 5
Makronisos, 73 Oronte, f2r, f23 SergeLimant, zro
Manzikert, 8r, zo3 Ortona, r99 Serdica,76 Varigotti, r97; Frc. 7i

270 27r
INTRODUZIONE ALL ARCHEOLOGIA BIZANTINA

Veneto, 196
Venezia, 15
Zalebiyye, t54-6; roro 3r
Zanes-Diana,r77
Indice dei nomi
Ventimiglia, r97 Zenobia, t46, 153-6, zz8; r.rcc. 49,
5t; FOîO,29-3r
Zignago,t97; FrG. 7j
Yassi Ada, 29, 73-6, 2rj, 2rg Zrkrin,58

Agazia, 39-40, 89 Costantino vfir, 92


Al-Idrisi, 46 Costanzoil, 95, 97, ror, r88
Al-Muhndir, r59
Alessior, ro8-9, zo4
Alessio rrr Angelo, 9z Davide Comneno, zo6
Ammiano Marcellino, 39 De Vogùé M., 19
Anastasio,5r, roo, r4r", rjo, ri4, Diehl C., zo
r84, zz4 Dione Cassio,9o
Andronico r, 9z
Anicia Giuliana, Ío2 Eraclio, 8o
Anna Comnen , 4c.,r.o9
Erodiano, 9o
Antemio di Tralle, r53 Esichio di Mileto, 89
Aureliano, r4z-3
Eudocia, rz5
Eusebio di Cesarea,4o
Basilio r, 8o, 96, ro5-6 Evagrio, 4o
Basilio tt, 8r, 9z
Bell G., zr-2, 64
Galerio, rz9
Beniamino di Tudela, 46, rr3
Giorgio di Cipro, 44, rr7
BuondelmontiC., 15-6
Giosuè Stilíta, r5o
Giovanni Cinnamo, 4o
Ciriaco d'Ancona, 15-6 Giovanni Crisostomo, 97
Corippo, 4j, 69 Giovanni da Efeso, 4o
Cosroer, rz3 Giovanni rr, 8r, ro8, zo4
Cosroe rr, r2r Giovanni rrr Vatatze, 83, r35
Costante fi, Í99, 2or Giovanni vfir,92, Ír4
Costantinor, 87, 97, ror, r2r Giovanni Malala, 40, 89
Costantinorx Monomaco, ro7, 23o Giustiniano, 24, j8, 4o-2, ,Í, 54,
CostantinoLips, ro7 6 4 , 6 6 , 8 9 , 9 6 , r o o - 5 ,r z 3 , r z 5 - 6 ,
Costantinov, 9z r34, r38, r4r-2, t46, 148-9,156,
Costantinovrr Porfirogenito,15, 41- r75, r8z, r84, r9o, r92, 224,
5, tì9' 9t zz6
INTRODUZIONE ALL,,TRCHEOLOGIA BIZANTINA

Giustino r, roo Paolo Diacono, 46


Giustino u, 92, 96, too Pescennio Nigro, 85
Grandi Comneni, 82, r7o, zo5-6, Poidebard A., z3
223 Prisco, 39
Gregorio Magno, 39 Procopio di Cesarea, 3j-6, 39-42,
Gsell S., zo j2, 6j, 66,69,89, rot, rr7, r42,
GyllesP., 17 t86-7, r97

Harun-ibn-Yahya, 46 Ramsay\7. M., zz, 64


Herdeld E., zr RobertsonJ., zo
Romano r Lecapeno, ro7-8
Romano rv, 2o3
Ibn-trGurradadhbih, 46
Ierocle Grammatico, 43, u7
Isacco Comneno, rr2
Sachau8., r9
Isidoro di Mileto, r53,
SargentonGalichon A., zr-z
SarreF., zr
Leone rrr Isaurico, 92, 136 Settimio Severo, 8r, 9o, 97
Leone vr, 43, ro7 StrzygowskiJ., zo-z
Liutprando di Cremona, 46

Teodorico, r3r
Mansi G. O., 39 Teodora, r87
Manuele 4 8r", 92, ro8-9, 23o Teodoro Metochite, rr4-5
Maometto rr, 87 Teodoro r, 136
Marcellino Comes, 89 Teodosio r, r38
Mavnzio,43 Teodosio rr, 16, 44, gr-3,97, roj,
Menandro Protettore, 39-4o tz5, r84, zzz
Michele Angelo, 83 Teofane il Confessore,4c.,89
Michele m, 136, zo3 Teofilatto Simocatta, 39-40, 89
Michele vrrr, rr3-4 Teofilo, ro5
Millet G.,46 Texier C., r9
Tiberio r Costantino, 96

Niceforo r, zo3
Niceta Coniate, 4o
Valentiniano fit, r3r.
Van Berchem M., zr-z
Onorio, r3r
OrlandosA. C., zo
ZaccaÀa di Mitilene, r5o
Zenobia, r4z
Panvinio, 96 Tnsimo, 39

274

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