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Tratto da:
- Manuale Breve – Diritto processuale civile, D. Gramaglia, Giuffrè
- Banca dati giuridica de il Sole24ore http://bdprof.ilsole24ore.com
- Banca dati giuridica Utet/Pluris
Aggiornamenti:
- D.lgs N. 116/2017 sulla nuova competenza del Giudice di Pace
- Legge N. 81/2017 sul lavoro autonomo;
- D.L. N. 59/2017 convertito nella legge N. 119/2016 sul procedimento di esecuzione
forzata
- Legge N. 197/2016 sul procedimento in Cassazione
- Legge N. 76/2016 sulle unioni civili (cd. Legge Cirinnà)
Autori:
Davide Tutino , avvocato
Graziella Sangrigoli, avvocato
1. La giurisdizione
2. Principi costituzionali dell’attività giurisdizionale
2.1 Il giusto processo
2.2 Il diritto di difesa
2.3 Il principio del contraddittorio
2.4 Il principio di parità delle parti
2.5 Il principio di imparzialità del giudice
2.6 L’obbligo di motivazione
3. La giurisdizione civile.
4. La giurisdizione comunitaria.
5. La perpetuatio iurisdictionis.
6. Il difetto di giurisdizione.
7. Il regolamento di giurisdizione.
1. I principi generali.
1.1 Il principio della domanda
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1.2 L’interesse ad agire.
1.3 La legittimazione ad agire.
1.4 Il principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato.
1.5 Il principio di legalità.
1.6 Il principio di disponibilità delle prove.
1.7. Il principio della libera valutazione delle prove.
1.8. Il principio della soccombenza.
1.9. Il principio di oralità
2. Le azioni.
Capitolo 3 | La competenza
1. Considerazioni generali.
2. La competenza per valore
2.1. L’individuazione del giudice competente per valore
3. La competenza per materia
4. Cenni sulla nuova competenza del Giudice di Pace secondo il D.L. n. 116/2017
5. La competenza per territorio
5.1 Il foro generale
5.2 Il foro facoltativo
5.3 Il foro esclusivo.
5.4 Il foro sussidiario
6. La litispendenza
7. La continenza
8. La connessione
8.1 Cause accessorie
8.2 Cause di garanzia
8.3 Accertamenti incidentali
8.4 Eccezione di compensazione
8.5 Causa riconvenzionale
8.6 Le conseguenze sul piano processuale
9. L’incompetenza
10. Il regolamento di competenza
10.1 Procedimento del regolamento
10.2 Il regolamento d’ufficio
10.3 Ordinanza di regolamento
10.4 Riassunzione della causa
1. Considerazioni generali
2. La capacità processuale
2.1 La rappresentanza del procuratore e dell’institore
2.2 Il curatore speciale
3. Il litisconsorzio
3.1 L’intervento volontario
2
3.2 L’intervento coatto
3.3 L’estromissione
3.4 La successione nel processo
4. I difensori
4.1 La procura alle liti
4.2 I poteri del difensore
4.3 Revoca e rinuncia alla procura
5. I doveri della parti e dei difensori
5.1 La condanna alle spese
5.2 La compensazione delle spese
5.3 La responsabilità aggravata
6. La distrazione delle spese
1. Considerazioni generali
2. I casi di intervento del Pm
2.1 Casi di intervento obbligatorio
2.2 Casi di intervento facoltativo
2.3 I poteri e l’ astensione del Pm
2.4 L’astensione del pubblico ministero
1. Considerazioni generali
2. I requisiti indispensabili
3. Il processo verbale
4. Le udienze
5. I termini
5.1 Il computo dei termini
5.2 La sospensione feriale dei termini
6. I provvedimenti del giudice
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6.1 La sentenza
6.2 L’ordinanza
6.3 Il decreto
7. Le comunicazioni
8. Le notificazioni
8.1 La notifica alle persone
8.2 La notifica alle persone giuridiche
8.3 La notifica alle amministrazioni dello Stato
8.4 Notifica a mezzo PEC, per pubblici proclami e altre forme ordinate dal giudice
8.5 La notifica in proprio dell’avvocato
9. Le nullità
1. Considerazioni generali
2. L’obbligo di informazione in capo all’avvocato
1. Casi di obbligatorietà
2. Il procedimento
3. La convenzione di negoziazione
4. L’esito della convenzione e l’esecutività dell’accordo
Capitolo 10 | La mediazione
1. La mediazione
2. Gli organismi di mediazione
3. Il mediatore
4. Il procedimento
5. L’esito
1. Considerazioni generali
2. L’atto di citazione
2.1 I termini per comparire
2.2 La nullità della citazione
2.3 La costituzione dell’attore e la formazione del fascicolo d’ufficio
3. La costituzione del convenuto
4. La chiamata del terzo
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5. La costituzione dei terzi chiamati o intervenuti
6. Le notificazione e comunicazione in corso di causa
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Capitolo 14 | Gli eventi particolari del processo
1. Considerazioni generali
2. La sospensione del processo
3. L’interruzione
4. L’estinzione
1. Considerazioni generali
2. Le particolarità del procedimento
3. La conciliazione in sede non contenziosa
1. Considerazioni generali
2. I termini per l’impugnazione
3. L’acquiescenza
4. Il luogo di notificazione dell’impugnazione
5. Il regime del contraddittorio nelle impugnazioni
6. Le impugnazioni incidentali
7. Gli effetti della riforma o della cassazione
Capitolo 17 | L’appello
1. Considerazioni generali
2. Le sentenze appellabili
3. I termini per la proposizione e la riserva d’appello
4. La competenza
5. Il procedimento di appello
6. L’appello incidentale
7. L’intervento in appello
8. La costituzione in appello
9. La trattazione
10. Provvedimenti sull’esecuzione provvisoria
11. La decisione
1. Considerazioni generali
2. Le sentenze impugnabili
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3. I motivi di ricorso
4. Il ricorso
5. Il controricorso e il ricorso incidentale
6. Il ricorso per la sospensione dell’esecuzione
7. Il procedimento
8. La decisione
9. Il giudizio di rinvio
10. Correzione degli errori materiali
Capitolo 19 | La revocazione
1. Considerazioni generali
2. La revocazione ordinaria
3. La revocazione straordinaria
4. Il procedimento
1. Considerazioni generali
2. L’opposizione di terzo ordinaria
3. L’opposizione di terzo revocatoria
4. Il procedimento
1. La separazione giudiziale
1.1 Il reclamo
1.2 La fase istruttoria
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2. La separazione consensuale
3. La modifica dei provvedimenti
4. Il procedimento di divorzio
5. Le disposizioni per la semplificazione dei provvedimenti
1. L’amministrazione di sostegno
2. L’interdizione
3. L’inabilitazione
4. Il procedimento per l’interdizione e l’inabilitazione
1. Considerazioni generali
2. Il litisconsorzio necessario
1. Considerazioni generali
2. Le condizioni di ammissibilità
3. Il procedimento
4. La provvisoria esecutività del decreto
5. L’esecutorietà per mancata opposizione
6. L’opposizione
7. L’esecuzione in pendenza di opposizione
8. L’opposizione tardiva
1. Considerazioni generali
2. Il procedimento
3. L’udienza di comparizione
4. L’ordinanza di convalida
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Capitolo 28 | I procedimenti cautelari
1. Le azioni possessorie
2. La struttura del procedimento
2.1 In pendenza di giudizio petitorio
1. Considerazioni generali
2. Cenni sui vari procedimenti
3. La struttura del procedimento
1. Considerazioni generali
2. Il titolo esecutivo
3. Il precetto
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Capitolo 33 | L’espropriazione forzata
1. Considerazioni generali
2. Il pignoramento
2.1 Conversione del pignoramento.
2.2 Perdita di efficacia del pignoramento
3. L’espropriazione mobiliare presso il debitore
4. L’espropriazione presso terzi
5. L’espropriazione immobiliare
5.1 Revocatoria semplificata
5.2 Espropriazione di beni mobili insieme ad immobili
6. L’espropriazione di beni indivisi
7. Espropriazione contro il terzo proprietario
1. Considerazioni generali
2. L’esecuzione per consegna o rilascio
3. L’esecuzione forzata di obblighi di fare e di non fare
4. Le misure di coercizione indiretta
Capitolo 35 | Le opposizioni
1. Considerazioni generali
2. L’opposizione all’esecuzione
3. L’opposizione agli atti esecutivi
4. L’opposizione di terzo
Capitolo 37 | L’arbitrato
1. Considerazioni generali
2. La convenzione di arbitrato
3. Gli arbitri
4. La nomina
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Capitolo 38 | Il procedimento arbitrale e il lodo
1. Il procedimento arbitrale
2. Il lodo
1. La giurisdizione
La giurisdizione è una delle tre attività fondamentali dello Stato, accanto alla legislazione e
all’amministrazione.
Ex art. 111 della Costituzione, la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato
dalla legge.
Il principio della ragionevole durata del processo, trova la sua fonte nell’art. 6 della
Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo che stabilisce:
Ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza, entro un termine ragionevole,
davanti un tribunale indipendente ed imparziale costituito per legge.
Il legislatore italiano, con la L. 89/2001, in ultimo modificata dalla L. 208/15, ha determinato
il termine di ragionevole durata in :
- anni 3 per il primo grado
- anni 2 per il secondo grado
- anni 1 per il giudizio di legittimità.
Il termine ragionevole è comunque rispettato se l’intero giudizio ha durata inferiore a 6
anni.
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2.2 Il diritto di difesa
L’art. 24 della Costituzione stabilisce che la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e
grado del procedimento e che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e
interessi legittimi.
L’art. 111 comma 6 della Costituzione, ha stabilito che tutti i provvedimenti giurisdizionali,
devono essere motivati.
Secondo la Suprema Corte di Cassazione (sent. 12203/2015), anche l’adozione del modello
semplificato di decisione ex art. 281-sexies, non esonera il giudice dall’obbligo di fornire alle
parti una motivazione che consenta di ricostruire i fatti di causa.
3. La giurisdizione civile.
La giurisdizione civile è esercitata dai giudici ordinari secondo le norme del codice di
procedura civile salvo speciali disposizioni di legge.
Sono, invece, giudici speciali, ad esempio, il Consiglio di Stato e la Corte dei conti.
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risarcitoria; per quelle derivanti da un fatto lecito occorre, di volta in volta,
individuare il collegamento con il territorio nel momento in cui l’obbligazione è sorta.
Per luogo ove deve essere eseguita l’obbligazione si intende quello stabilito dalla volontà
delle parti.
Per alcune materie il legislatore ha determinato il foro esclusivo, per individuare il giudice
competente territorialmente.
(2) E’ competente il giudice del luogo nel quale è avvenuto il fatto denunciato:
per le azioni possessorie e per la denuncia di nuova opera e di danno temuto.
(5) E’ competente il giudice del luogo dove si trovano i beni comuni o la maggior parte di
essi: per le cause tra condomini ovvero tra condomini e condominio.
(7) E’ competente il giudice del luogo dove ha sede l’ufficio dell’avvocatura dello Stato, nel
cui distretto si trova il giudice che sarebbe competente secondo le norme ordinarie;
per le cause nelle quali è parte un’amministrazione dello Stato, a norma delle leggi speciali
sulla rappresentanza e difesa dello Stato in giudizio e nei casi ivi previsti.
Quando l’amministrazione è convenuta, il distretto si determina con riguardo al giudice del
luogo in cui è sorta o deve eseguirsi l’obbligazione o in cui si trova la cosa mobile o
immobile oggetto della domanda.
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Ciò si verifica nelle ipotesi di:
- Connessione oggettiva propria: le cause sono connesse per l’oggetto o per il titolo
es. più danneggiati nello stesso sinistro;
- Connessione oggettiva impropria: manca una vera connessione tuttavia per ragioni
di economia processuale è opportuno che identiche questioni siano decise in un
unico processo.
In tali ipotesi il giudice può disporre la separazione delle cause quando vi è istanza
di tutte le parti oppure quando la decisione congiunta ritardi o renda più gravoso il
processo.
Ai sensi dell’art. 105 cpc ciascuno può intervenire in un processo tra altre persone per:
1. far valere, in confronto di tutte le parti o di alcune di esse, un diritto relativo all’oggetto
o dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo;
2. sostenere le ragioni di alcune delle parti quando vi ha un proprio interesse.
L’atto di intervento volontario deve essere notificato alla parte rimasta contumace
quando contiene una domanda nei confronti di questa, ma la nullità, in caso di
omissione, non può essere rilevata d’ufficio ma solo eccepita dal contumace
successivamente costituitosi.
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5. Dal tribunale per i minorenni.
Il Tribunale è giudice di primo grado e giudice di appello avverso le sentenze del giudice di
pace.
Fuori dai casi previsti, il tribunale giudica in composizione monocratica e quindi anche nei
giudizi di appello avverso le sentenze del giudice di pace.
Eventuali vizi derivanti dalla mancata osservanza delle disposizioni relative alla composizione
dell’organo giudicante, sono nullità sanabili in base al principio della conversione in motivi
di gravame stabilito dall’art. 161, comma 1 c.p.c..
La Corte d’appello ha sede nel capoluogo dei distretti indicati nell’apposita tabella
ammessa all’ordinamento giudiziario;
Funzioni:
a) esercita la giurisdizione nelle cause di appello delle sentenze pronunciate in primo
grado dai tribunali
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4. Gli ausiliari del giudice: il consulente tecnico
Il giudice quando è necessario può farsi assistere da uno o più consulenti di particolare
competenza tecnica.
Il consulente è dunque un ausiliario del giudice che egli chiama per avere relazioni e pareri
che non sono però vincolanti, in quanto è consentito al giudice di merito disattendere le
argomentazioni tecniche svolte nella propria relazione dal consulente tecnico d’ufficio.
La consulenza è un mezzo di indagine che non può essere utilizzato al fine di esonerare la
parte dal fornire la prova di quanto assume.
La scelta dei consulenti tecnici, deve esser normalmente fatta tra le persone iscritte in albi
speciali che sono istituiti presso ogni tribunale.
Tuttavia, la nomina di un consulente non iscritto nel relativo albo non produce nullità del
processo in quanto le norme hanno carattere ordinatorio e non cogente.
Il consulente:
a) deve compiere le indagini che gli sono state chieste dal giudice;
b) può essere autorizzato a domandare chiarimenti alle parti, ad assumere
informazioni da terzi, a eseguire piante, calchi e rilievi;
c) è tenuto a fornire, in udienza e in camera di consiglio, i chiarimenti che il giudice gli
richiede.
Il consulente è tenuto a trasmettere la relazione alle parti costituite nel termine stabilito dal
giudice in sede di udienza di giuramento, affinché le stesse gli trasmettano le proprie
osservazioni nel termine.
4.1. Il custode
La violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose pignorate o sequestrate
costituisce reato.
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Risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti;
Domanda di pagamento, a qualsiasi titolo, di somme di denaro inferiori a euro
cinquantamila, a meno che la controversia rientri in quelle già assoggettate al
procedimento di mediazione obbligatoria e che concerne obbligazioni discendenti da
contratti conclusi tra professionisti e consumatori in tal caso si instaura il
procedimento di mediazione.
L’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza o rilevata d’ufficio
dal giudice, non oltre la prima udienza.
Il giudice, quanto rileva che la negoziazione assistita è già iniziata, ma non si è conclusa,
fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine previsto dalle parti della
convenzione.
Se la negoziazione non è stata esperita, il giudice assegna alle parti, il termine di 15 giorni per
la comunicazione dell’invito.
2. Il procedimento
3. La convenzione di negoziazione
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1.2 La contumacia
Il contumace, tuttavia, può costituirsi in ogni momento del processo fino all’udienza di
precisazione delle conclusioni.
però, le sue facoltà processuali sono ridotte a causa delle preclusioni che si sono già
verificate nel processo.
L’art. 273 cpc prevede che, se più procedimenti relativi alla stessa causa pendono davanti
allo stesso giudice, questi, anche d’ufficio, ne ordina la riunione.
Non si tratta dell’ipotesi della litispendenza di cui all’art. 39 in quanto la norma
presuppone la diversità dei giudici dinanzi ai quali sia stata proposta la stessa causa.
In caso di richiesta congiunta delle parti, il giudice fissa la comparizione delle medesime al
fine di interrogarle liberamente e di provocarne la conciliazione.
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La questione è pregiudiziale se deve essere decisa con efficacia di giudicato (e non
semplicemente incidenter tantum).
In tal caso, il giudice dovrà disporre la sospensione della causa pregiudicata in attesa della
soluzione del suo "antecedente logico-giuridico" (da decidersi con efficacia di giudicato),
corrispondente alla causa pregiudiziale.
I rapporti tra processo penale e processo civile sono regolati dall’articolo 75 del codice di
procedura penale, cui si rinvia.
3. L’interruzione
L’interruzione è una forma di quiescenza del processo determinata da eventi che rischiano di
pregiudicare il contraddittorio.
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2. Giudicato esterno: è il giudicato destinato ad esplicare la sua efficacia fuori del
processo in cui è formato.
Straordinari: sono esperibili anche nei confronti di una sentenza passata formalmente
in giudicato e si propongono allo stesso giudice che ha reso la sentenza impugnata
revocazione, opposizione di terzo.
Il termine lungo concorre con il termine breve, pertanto, se scade per primo il termine
lungo, la sentenza passa in giudicato poiché la parte non può beneficiare dell’ulteriore termine
breve.
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A pena di decadenza, assoluta e rilevabile d’ufficio dal giudice il convenuto nella memoria è
tenuto:
1) a proporre le eventuali domande in via riconvenzionale,
2) le eccezioni di incompetenza
3) le eccezioni processuali e di merito non rilevabili d’ufficio;
4) deve proporre tutte le sue difese in fatto e in diritto,
5) indicare specificamente, a pena di decadenza, i mezzi di prova dei quali
intende avvalersi.
L’intervento del terzo deve avvenire nello stesso termine stabilito per la costituzione del
convenuto con le modalità previste per lo stesso in quanto applicabili.
Il codice di rito, prevede che nella prima udienza fissata dal giudice, si dovrebbero svolgere:
- la fase preliminare,
- la fase istruttoria e
- la fase decisoria,
detto anche: principio della concentrazione
Nella pratica, tuttavia, il processo si snoda in più udienze e la prima udienza è normalmente
dedicata alla fase preliminare a all’ammissione delle prove.
All’udienza il giudice del lavoro, compie una serie di attività indicate espressamente ex art
420 cpc (cui si rinvia).
In particolare:
1. Verifica la costituzione delle parti
2. Ordina l’integrazione del contraddittorio se vi è litisconsorzio necessario oppure vi
sia richiesta di chiamata del terzo in garanzia;
3. Ammette i mezzi di prova già proposti dalle parti;
ecc…
Il giudice nel rito del lavoro ha poteri più ampi, perché può disporre d’ufficio dei mezzi
istruttori.
Il giudice del lavoro può:
1) Disporre la prova testimoniale oltre i limiti stabiliti dal codice civile;
2) Richiedere informazioni e osservazioni alle associazioni sindacali indicate dalle parti;
3) Disporre, su istanza di parte, l’accesso sul luogo di lavoro;
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Gli altri consumatori interessati, titolari di una pretesa omogenea, possono aderire
all'azione di classe già promossa, senza dover ricorrere al patrocinio dell'avvocato.
Resta salva, comunque, la possibilità di agire individualmente per la tutela dei propri
diritti.
Quest'ultima ipotesi è incompatibile con la scelta di esercitare o aderire ad una class
action.
L’azione di classe, si propone mediante atto di citazione, al tribunale ordinario del capoluogo
di regione in cui ha sede l'impresa.
L’azione di classe può essere proposta da uno o più soggetti consumatori/utenti assistiti da un
avvocato.
O anche dando mandato ad un'associazione di tutela dei consumatori o attraverso un
comitato appositamente costituito.
Come già detto, tutti gli altri cointeressati possono aderire senza doversi rivolgere
all'avvocato.
L’atto di citazione deve essere notificato, oltre che all’impresa chiamata in giudizio, anche
all’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale adito, il quale può intervenire
limitatamente al giudizio di ammissibilità.
Se, invece, emette ordinanza di ammissibilità, il tribunale fissa termini e modalità della più
opportuna pubblicità, affinché gli appartenenti alla classe possano aderire
tempestivamente.
L’esecuzione della pubblicità è condizione di procedibilità della domanda.
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Il procedimento per convalida di sfratto, è un procedimento speciale a carattere
facoltativo.
Difatti, la parte potrebbe far valere lo stesso diritto sostanziale con l’instaurazione di
un procedimento ordinario nelle forme del rito locatizio.
Il legislatore ha previsto tre ipotesi per avviare il procedimento per convalida di sfratto:
1° La licenza per finita locazione:
Tale procedimento viene utilizzato quando il contratto non è ancora scaduto, per impedire la
rinnovazione tacita dello stesso, ed ottenere quindi la disponibilità immediata
dell'immobile alla scadenza del contratto.
La licenza per finita locazione ha, quindi, anche efficacia sostanziale di disdetta della
locazione;
2° Lo sfratto per finita locazione:
Il locatore può intimare lo sfratto dopo la scadenza del contratto, se, in virtù del contratto
stesso o per effetto di atti o intimazioni precedenti, è esclusa la tacita riconduzione.
3° Lo sfratto per morosità:
Il locatore può intimare lo sfratto in caso di mancato pagamento del canone di affitto alle
scadenze.
La norma consente, altresì, di ottenere una condanna al pagamento dei canoni scaduti,
nelle forme proprie del decreto ingiuntivo.
2. Il procedimento
Per tutti e tre gli istituti, la competenza funzionale e territoriale è inderogabile e spetta al
tribunale del luogo in cui si trova la cosa locata.
Il procedimento di sfratto si instaura con un atto di citazione che deve avere i contenuti di
cui all’art. 125 c.p.c..
Il locatore deve dichiarare la propria residenza o eleggere domicilio nel comune in cui ha
sede il giudice adito.
In difetto, l’opposizione dell’intimato, così come ogni atto del giudizio, possono essergli
notificati presso la cancelleria.
L’atto di citazione deve contenere altresì l’avvertimento che se non comparirà o, pur
comparendo, non si opporrà, il Giudice provvederà a convalidare la licenza o lo sfratto
intimato.
Il difetto di tale avvertimento, nel caso in cui il convenuto non sia comparso,
determina la nullità della citazione.
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Quando invece vi è già causa pendente per il merito, la domanda deve essere proposta:
(a) Al giudice della stessa;
(b) Al giudice istruttore, se la causa pende davanti al tribunale;
(c) Al presidente, se il giudice istruttore non è ancora stato designato o il giudizio è
sospeso o interrotto;
(d) Al tribunale, se la causa pende davanti al giudice di pace;
(e) Al giudice che ha pronunciato la sentenza, in pendenza dei termini per proporre
l’impugnazione;
(f) Al giudice che sarebbe competente per materia o valore del luogo in cui deve essere
eseguito il provvedimento cautelare, se la causa pende davanti al giudice
straniero;
(g) Al giudice che sarebbe stato competente a conoscere del merito, se la controversia è
oggetto di clausola compromissoria o è compromessa in arbitri, o se è pendente il
giudizio arbitrale.
1.1 Il procedimento
Come sopra descritto, il procedimento cautelare si introduce con ricorso, che deve essere
depositato dall’istante nella cancelleria del giudice competente.
Il cancelliere, forma così il fascicolo d’ufficio e lo presenta senza ritardo, al presidente del
Tribunale, il quale designa il magistrato cui è affidata la trattazione del procedimento.
Il ricorrente, procede, nei termini, alla notifica del ricorso con il provvedimento del giudice
allegato.
All’udienza di comparizione:
Il giudice sente le parti e provvede compiendo le sole formalità necessarie per garantire la
piena attuazione del principio del contraddittorio.
Il giudice procede, dunque, nel modo che ritiene più opportuno all'attività
istruttoria indispensabile in relazione ai presupposti e ai fini del provvedimento
richiesto.
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2) Di conferma; modifica o revoca del provvedimento emanato con decreto inaudita altera
parte, in caso di contraddittorio differito.
2) Per ragioni di rito (ad esempio incompetenza) e in tal caso la parte può riproporre
l’istanza ad altro giudice.
1.2 Il reclamo
Contro l’ordinanza cautelare le parti possono proporre reclamo, mediante ricorso, nel
termine perentorio di 15 giorni che decorre:
a) dalla pronuncia in udienza ovvero
b) dalla comunicazione dell’ordinanza, se il provvedimento è stato pronunciato fuori
udienza ovvero
c) dalla data della notificazione dell’ordinanza se avvenuta in data anteriore rispetto
alla comunicazione da parte del cancelliere
Può proporre reclamo anche il terzo, che ha partecipato al procedimento cautelare, o che si
sia trovato nell'impossibilità d'intervenirvi, il quale risulti direttamente e immediatamente
pregiudicato dalla misura cautelare autorizzata
Contro i provvedimenti emessi dalla Corte d’appello il reclamo si propone ad altra sezione
della medesima Corte.
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