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Secondo una semplice forse anche un po’ banale definizione, il viaggio è uno
spostamento da un preciso luogo di partenza ad un determinato punto di arrivo. Fin
dai tempi più antichi, il viaggiare è una delle azioni più affascinanti, l’elemento che
più connota e denota il genere umano. Mi rispecchio particolarmente con questo
tema perchè per me il viaggio è sinonimo di libertà, evasione dai problemi, dai
pensieri, da un mondo che in cui non riesco a rispecchiarmi. Voglia di avventura, ma
allo stesso tempo ricerca di pace, di serenità, di felicità. Tuttavia, durante tutta la
sua storia l'uomo si è trovato, e si trova tutt'ora, in periodi di crisi durante i quali le
certezze, acquisite faticosamente nell'arco degli anni, vengono polverizzate e
dimenticate in breve tempo dando motivo all'uomo di tentare la fuga per cercare
rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare fra l'Ottocento e inizio Novecento, si
verifica una vera e propria rivoluzione che colpisce i più disparati ambiti del sapere e
sancisce il passaggio dell'uomo all'epoca contemporanea. Tale crisi è caratterizzata
soprattutto dalla perdita della fiducia nella scienza, nella fede e nel progresso in
generale.
Ecco quindi che l'uomo, alienato dalla società, cerca disperatamente di evadere
dalla realtà attraverso vari modi:
- Così come Baudelaire, anche Luigi Pirandello, scrittore italiano del primo ‘900
ha contribuito al viaggio l’importante ruolo di evasione dalla propria identità;
ma se per Baudelaire la fuga implicava un rifiuto della società a favore di una
precisa realtà (o meglio, non realtà) ideale, per Pirandello la fuga si configura,
attraverso la malattia e la follia, come un distacco dal proprio essere a favore
di un lo più mutevole, più dinamico, in continua trasformazione. Questo
determinato pensiero traspare in diverse opere pirandelliane;[p] un esempio
concreto è il romanzo “ il fu Mattia Pascal”, in cui il protagonista - creduto
morto da tutti i conoscenti – ha l’opportunità di viaggiare e costruirsi una
nuova identità. In “Il Treno ha Fischiato”, il protagonista, l’ingegner Belluca,
viene improvvisamente dato per matto: da un giorno all’altro muta
completamente personalità, tanto che “pareva che i paraocchi gli fossero
caduti tutt’a un tratto, e gli si fosse scoperto lo spettacolo della vita.” La causa
di tale cambiamento viene associata al fischio di un treno che l’impiegato
giura d’aver sentito. Il fischio del treno, udito in una notte insonne, è solo un
pretesto che aiuta l’immaginazione del protagonista a liberarsi ed evadere
dalla triste realtà – una casa fatiscente, un lavoro pesante, una famiglia
opprimente. Pirandello scrive che il viaggio, attraverso la fuga della mente
nella follia, consente di scoprire tutto quel mondo che era stato precluso dal
protagonista.
- gli uomini hanno perso la fiducia nel progresso che non ha risolto i problemi, e
la scienza, in grado di offrire verità assolute. Ci fu quindi una crisi generale che
aveva la sua riflessione artistica e culturale. In questo contesto è emersa
modernismo, un flusso di pensiero che proclama un nuovo atteggiamento e
rinfrescante per la vita. Nel modernismo è presente la fuga dalla realtà nel
tempo e nello spazio verso il passato (il mondo classico ei suoi miti,
medievale, rinascimentale, XVIII secolo e anche l'ultimo ispano-americana) e
di lontane terre ed esotiche.
- Il mezzo più comune per fuggire dalla realtà è la televisione: il tubo catodico
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