KUMBHA MELA E I PRINCIPALI LUOGHI SACRI DELL'INDIA
Che cos'è la Kumbha Mela
Dove e quando Gange, Yamuna, Sarasvati La città di Prayag (Allahabad) L'origine della Kumbha Mela Concetti fondamentali della filosofia indiana Altri luoghi di pellegrinaggio del Sanatana dharma Luoghi sacri di altre religioni in India Da migliaia di anni in India si celebra un festival religioso che vede riuniti m ilioni di pellegrini, sadhu, e religiosi induisti di ogni gruppo. Lo scopo di qu esto incontro è squisitamente ecumenico: si tratta di 40 giorni di incontro, di mu sica devozionale, di mantra, di dibattiti filosofici, rappresentazioni sacre, in cui tutti i pellegrini si bagnano insieme nelle acque dei fiumi sacri per celeb rare l'universalità della vita spiritualea per centinaia di migliaia di pandal (gr andi tende per incontri spirituali), templi (e altoparlanti!), tende da abitazio ne normali o di lusso, bagni, cucine, centri di pronto soccorso, mercati interni e così via -- il tutto viene rimosso al termine del festival. Giorno e notte si t engono rappresentazioni sacre e recitazioni delle scritture e delle avventure de i vari avatara divini, canti e cerimonie rituali ai quali tutti possono partecip are liberamente. Per restituire vigore e purezza all'induismo che stava languendo di fronte a bud dhismo, jainismo e islam, nell'VIII secolo Adi Shankaracharya, che secondo le sc ritture vediche era un'incarnazione di Shiva stesso, istituì alla Kumbha Mela (che già esisteva da tempo immemorabile) la tradizione di svolgere incontri filosofici dove gli esponenti dei vari gruppi potessero discutere della Verità Assoluta e de l bene supremo per l'umanità. Questo è in effetti lo scopo principale della Kumbha M ela: ascoltare le istruzioni spirituali e stare in compagnia delle persone sante . Tutto il resto può essere interessante e folkloristico, ma non è veramente essenzi ale. DOVE E QUANDO L'antichissima città santa di Prayag (nello stato dell'Uttar Pradesh) è sempre stata considerata un centro di cultura e religione durante i numerosi millenni della storia indiana, e come tale fu presa particolarmente di mira dagli invasori musu lmani sudditi dell'imperatore Akbar, che ne trasformarono addirittura il nome in Allahabad ("la città di Allah"). Nelle scritture vediche viene invece chiamata Pr ayag, Prayag Raja o Tirtha Raja, che significa "il più importante tra i luoghi dov e si celebrano sacrifici". Sulle rive del Gange si trovano quattordici prayaga ( luoghi di celebrazione di sacrifici rituali), e Allahabad è sempre stata considera ta il più importante, tanto che secondo il Mahabharata persino il signore Brahma, il creatore dell'universo, vi celebrò un grande sacrificio. Come narra il Ramayana, durante il Treta yuga il Signore Ramachandra, insieme co n Sitadevi e Lakshmana, trascorse diversi giorni nell'ashram del saggio Bharadva ja, nei pressi della confluenza dei tre fiumi, il Triveni sangam, prima di parti re per l'esilio che sarebbe durato quattordici anni. A circa 132 km da Prayag si trova Citrakuta, la seconda tappa dell'esilio di Ramachandra, dove il Signore s oggiornò per diversi anni. Circa 5000 anni fa, i cinque Pandava accompagnati dalla moglie Draupadi e dalla madre Kunti, visitarono Prayaga, come descrive il Mahabharata (Vana Parva) prim a di impegnarsi nella famosa battaglia di Kurukshetra per difendere il regno dai malvagi cugini, i figli di Dhritarastra. L'epica battaglia di Kurukshetra segnò l 'inizio dell'era di Kali, l'epoca di discordia e ipocrisia nella quale ci trovia mo attualmente. La Sri Chaitanya Charitamrita riporta che circa 500 anni fa Sri Chaitanya Mahapr abhu visitò Prayaga (a quei tempi già chiamata Allahabad) e Si bagnò nel Triveni sanga m per dieci giorni consecutivi, recandoSi anche a visitare il tempio di Bindu Ma dhava con un seguito di migliaia di persone; fu proprio in quel periodo a Prayag a che Sri Chaitanya trasmise a Rupa Gosvami i Suoi insegnamenti sulla pura devoz ione a Krishna. Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore del Movimento I nternazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) visse a Prayag per alcuni ann i e fu iniziato qui da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura alla Rupa Gaudiya Math di Prayaga. In seguito, dopo la fondazione dell'ISKCON, partecipò alla Kumbh a Mela nel 1971 e poi ancora nel 1977, poco prima di lasciare il pianeta. Anche le cronache storiche di altri paesi dimostrano l'antichità e l'importanza in ternazionale della Kumbha Mela; nel 302 a.C. lo storico greco Megastene racconta il suo soggiorno di 72 giorni alla Kumbha Mela di Prayaga, dove secondo il suo resoconto parteciparono due milioni e mezzo di persone. Nel VII secolo l'imperat ore Harsha invitò alla Kumbha Mela il viaggiatore cinese Hieun Tsang, che nel suo diario lodò la religiosità e la generosità dell'imperatore. La Kumbha Mela venne descr itta anche da Mark Twain (1895) nel suo More Tramps Abroad, dove racconta delle moltitudini impolverate che camminano sotto il sole con grande passione e determ inazione per recarsi all'appuntamento spirituale, dei "fachiri" con i capelli in collati insieme con sterco di mucca (poiché molti asceti fanno voto di non pettina rsi mai né di tagliarsi i capelli, lo sterco di mucca salda i capelli costruendo u na difesa antisettica), degli asceti intenti a vari tipi di austerità e penitenze, e infine della processione di yogi nudi (i Naga Baba) che costituiscono il grup po di pellegrini più rispettato e temuto. I Naga Baba sono considerati potentissimi yogi (per la maggioranza maschi, ma an che diverse femmine) e viaggiano sempre in un gruppo foltissimo (circa mezzo mil ione), completamente nudi e spesso coperti di cenere. Nessuno ha il permesso di avvicinarsi a loro, e quando passa la loro processione la polizia tiene a bada l a folla che cerca di raccogliere la polvere toccata dai loro piedi. Si dice che i Naga Baba si spostino smaterializzandosi e rimaterializzandosi attraverso la c orrente dei fiumi e i raggi del sole e della luna, grazie ai loro poteri mistici . E' un fatto che nessuno, tra le vaste folle che si dirigono al Kumbha Mela, li vede arrivare né ripartire. Arrivano al Triveni sangam nei momenti più propizi per il bagno rituale (specialmente nella luna nuova del mese di gennaio-febbraio), e dopo che hanno concluso le loro abluzioni e sono usciti dall'acqua il massiccio servizio d'ordine permette al resto della folla di bagnarsi nelle acque sacre. Oltre a vedere da rispettosa distanza i Naga Baba, alla Kumbha Mela è possibile in contrare numerosi yogi e asceti ma anche molti ipnotisti, maghi e falsi yogi, pa nda (preti) e guru che approfittano della religiosità dei pellegrini per raccoglie re donazioni. Anche gli abitanti del luogo cercano di trarre il massimo vantaggi o dalle enormi folle, spesso chiedendo prezzi esorbitanti per traghetti, viaggi in taxi, alberghi e generi alimentari. Un altro pericolo della Kumbha Mela consi ste proprio nel numero enorme di pellegrini; qualsiasi zuffa si verifichi specia lmente nel momento di entrare nel fiume per le abluzioni rituali può degenerare in un vero massacro dove centinaia di persone vengono schiacciate e soffocate. All 'inizio degli anni 50 ci fu un famoso incidente in cui 350 persone rimasero ucci se. Da quella volta, il governo organizza un rigido servizio d'ordine, specialme nte nei momenti astrologici delle abluzioni rituali. Per evitare la calca spaventosa, è opportuno recarsi sull'isoletta al centro del T riveni Sangam, con un certo anticipo (preferibilmente la mattina presto) con un traghetto o anche attraversando il fiume a guado, per poi fare il bagno nel fium e sulla sponda dell'isoletta, proprio di fronte alla riva dove si affollano i mi lioni di pellegrini. Il periodo astrologico propizio nel quale si tiene questo festival va dalla luna piena del mese di Pausha (gennaio), al famoso Makara Sankranti (5 giorni dopo, è l'ingresso del Sole nel segno del Capricorno secondo il calendario astrologico i ndiano, che considera la precessione degli equinozi e quindi è leggermente diverso da quello occidentale), alla luna nuova dei Muni ("santi" e yogi, 10 giorni più t ardi rispetto a Makara Sankranti), al quinto giorno lunare successivo (Vasanta P anchami, 5 giorni dopo la luna nuova) che celebra l'inizio della primavera in In dia e festeggia la dea Sarasvati, alla luna piena del mese di Magha (febbraio, 1 1 giorni dopo Vasanta Panchami) fino a Maha Shiva Ratri (la festa di Shiva, in c ui si celebra il suo matrimonio con Parvati, 13 giorni dopo, cioè alla luna nuova successiva). Le date precise, che sono basate sul calendario lunare e non su que llo solare e quindi variano da un anno all'altro, possono essere ottenute dai va ri centri di cultura vedica presenti in tutto il mondo. Nelle scritture vediche è detto che abitando per almeno tre giorni alla confluenza dei tre fiumi sacri si conquista il paradiso, e bagnandosi nelle acque sacre nei momenti propizi, si ot tiene la liberazione dal ciclo di morti e rinascite, purificandosi da ogni pecca to. Ogni anno si tiene una Magha Mela (festival di gennaio) spirituale in uno dei qu attro luoghi dove caddero le gocce di nettare dal vaso divino: Prayag (Allahabad in Uttar Pradesh), Nasik (Maharashtra), Ujjain (Madhya Pradesh), e Haridwar (Ut tar Pradesh, sui contrafforti dell'Himalaya). A Nasik i pellegrini si bagnano ne l fiume sacro Godavari, a Ujjain, nella Ksipra, a Hardvar nel Gange e a Prayag a lla confluenza tra Gange, Yamuna e Sarasvati. Prayag è considerata il più importante tra questi quattro luoghi santi, e la Kumbha Mela di Prayag è quella che attira i l maggior numero di persone. In cicli di 12 e 144 anni la Kumbha Mela acquista u n maggior potere spirituale, e viene quindi chiamata rispettivamente Maha Kumbha Mela e Maha Purna Kumbha Mela. L'ultima Maha Purna Kumbha Mela si è avuta nel 198 9, quindi la prossima Maha Kumbha Mela si terrà nel gennaio 2001, poi nel 2013. A metà del ciclo di 12 anni (cioè ogni 6 anni) si tiene una Ardha Kumbha Mela, legge rmente meno importante della Maha Kumbha Mela. GANGE, YAMUNA, SARASVATI Questi tre fiumi sacri hanno origine sulle alte vette dell'Himalaya. Il Gange sg orga da una caverna chiamata Gomukha ("bocca di mucca"), ed è considerato il fiume più importante e più famoso dell'India. Le sue acque sono ricche di una dorata argi lla naturale che possiede grandi proprietà di purificazione e di guarigione (chiam ata tilaka) e che viene usata da tutti i religiosi per decorare il corpo con seg ni di buon augurio, di disegno diverso a seconda del gruppo di appartenenza. Il Gange emana dai piedi di loto del Signore dall'oceano Garbhodaka situato al d i là della copertura dell'universo materiale, che fu perforata dal piede dell'avat ara di Vishnu Vamanadeva quando prese possesso dei "tre passi di terra" offerti dall'imperatore Bali Maharaja, coprendo tutta la vasta estensione dell'universo e urtando addirittura con il piede la sua copertura esterna. Originariamente il Gange scorreva soltanto sui pianeti superiori (dove si chiama Mandakini), ma un re di nome Bhagiratha la pregò di discendere sulla Terra per pu rificare e liberare i suoi sessantamila antenati. Compiaciuta dalle grandi auste rità di Bhagiratha, Madre Gange accettò di discendere sulla Terra, dove venne accolt a nientemeno che dal signore Shiva in persona, dalla cui testa poi scorre sull'H imalaya (dove Shiva risiede sul monte Kailash insieme ai suoi compagi) e nella v alle sottostante. Anche la Yamuna e la Sarasvati hanno origine nella stessa zona dell'Himalaya, ma il fiume Sarasvati diventa sotterraneo dopo circa 100 km. di percorso. La Yamuna è considerata figlia del Sole e sorella gemella di Yamaraja (il deva che giudica le anime trapassate e risiede a Pitriloka, il pianeta "tribunale" dell' universo). In sanscrito, yama significa infatti "gemello". Le sue acque sono di un profondo blu come la carnagione di Krishna, e infatti questo fiume è strettamen te collegato con i divertimenti di Krishna nella zona di Mathura-Vrindavana. La personificazione del fiume Sarasvati è la dea Sarasvati (chiamata anche Sarada, Vidyadevi o Brahmani), la figlia del signore Brahma che concede la benedizione della saggezza e della conoscenza. Tutti gli studenti e gli studiosi, i musicist i, gli insegnanti e gli artisti adorano la dea Sarasvati per ottenere le sue ben edizioni. LA CITTA' DI PRAYAG (ALLAHABAD) Si trova a 135 km. ad ovest di Varanasi (Benares) e a 227 km a sud est di Luckno w, l'attuale capitale dell'Uttar Pradesh. E' raggiungibile in aereo da Calcutta, Delhi, Kanpur e Varanasi (Benares), e in treno da tutte le principali città dell' India. Fu storicamente la capitale dell'impero Gupta, e dopo l'invasione musulmana l'im peratore Akbar (1584) ne fece la sua residenza, e vi costruì il Forte che ancora o ggi sorge alla confluenza dei fiumi sacri. Dopo il declino dei Moghul passò nelle mani dei Maratha, fu saccheggiata dai Pathan e infine ceduta dal Nawab di Oudh ( allora reggente delle province unite di Agra e Oudh) nel 1801 agli inglesi, e da l 1857 divenne uno dei centri di rivolta contro l'imperialismo britannico. Nel 1 920 divenne il centro dell'Indian National Congress, e qui il Mahatma Gandhi pre sentò per la prima volta il suo programma di disobbedienza civile non violenta per ottenere l'indipendenza dall'impero britannico. La famiglia Nehru abitava qui; la casa originaria, chiamata Ananda Bhavan, è attu almente un museo storico che conserva oggetti personali appartenuti a Motilal Ne hru, Jawaharlal Nehru e Indira Gandhi. All'interno del forte di Akbar si trova il famoso tempio di Patalpuri, dove cres ce un albero baniano considerato immortale, e già descritto nel 643 dal viaggiator e cinese Hiuen Tsang. L'ORIGINE DELLA KUMBHA MELA Lo Srimad Bhagavatam, chiamato anche Bhagavata Purana, racconta l'apparizione e le attività delle varie manifestazioni divine (dette avatara) per la creazione, il mantenimento e la distruzione dell'universo. Il gioco divino del mantenimento d ell'universo consiste essenzialmente nel bilanciare creazione e distruzione con il costante rinnovamento, nell'intervento divino nella costante lotta tra il ben e e il male, tra la luce e le tenebre. La cultura vedica indica nelle figure dei deva e degli asura la personificazione delle forze del bene e del male; questi dei e demoni abitanti dei pianeti superiori possiedono enormi poteri e una durat a di vita molto più lunga rispetto a quella degli esseri umani. Un giorno sui pian eti celesti, per esempio, corrisponde a un intero anno terrestre. I deva sono pe rsone dotate di qualità divine, che seguono gli insegnamenti delle scritture e lav orano per la corretta amministrazione dell'universo, mentre gli asura sono esser i dediti al materialismo, che agiscono soltanto per soddisfare i propri capricci di avidità e potere. Nell'eterna lotta tra deva e asura ci sono varie vicende molto interessanti dall e quali si possono trarre utili insegnamenti anche per la vita su questo pianeta . In uno di questi episodi, deva e asura decisero di collaborare per estrarre il nettare dell'immortalità dall'oceano di latte. Questa titanica impresa fu aiutata direttamente dal Signore che per l'occasione Si manifestò in diverse forme. Innan zitutto, come Prishnigarbha, trasportò il monte Mandara fino all'oceano di latte ( che si trova a Svetadvipa, il pianeta Vaikuntha all'interno dell'universo materi ale, dove risiede la forma di Vishnu chiamata Paramatma, Ksirodakasayi Vishnu) p erché fungesse da perno. Poi il Signore Si manifestò nella forma di Kurma, l'avatara tartaruga, perché nessun altro essere vivente avrebbe potuto sostenere l'immenso peso del monte Mandara facendogli da perno. Il serpente celeste Vasuki, principe dei Naga, divenne la corda, e deva e asura insieme si misero a frullare. Il primo prodotto di questo lavoro fu un'opera di purificazione dell'oceano di latte: venne infatti a galla una schiuma velenosa c he doveva essere eliminata per procedere alla estrazione del nettare. Queste sco rie erano così tossiche che nessun essere vivente, per quanto potente, era in grad o di neutralizzarle. I deva pregarono dunque il potentissimo Signore Shiva, che non è un'anima individuale bensì una manifestazione secondaria di Vishnu stesso. La Brahma samhita afferma che il Signore Maha Vishnu, al momento della creazione, p osa il Suo sguardo sull'energia materiale e in questo modo Si trasforma in Shiva , proprio come il latte, entrato a contatto con il succo di tamarindo, si caglia . Così Shiva è allo stesso tempo uguale e differente dal Signore Vishnu. Per salvare l'universo dal potente veleno prodotto come scoria dall'oceano di la tte, Shiva lo raccolse con la mano e lo inghiottì trattenendolo nella gola. L'azio ne del veleno produsse una colorazione bluastra sulla gola di Shiva, che ancora oggi è conosciuto come Nilakantha. Mentre Shiva inghiottiva il veleno, alcune gocc e gli caddero di mano e diedero origine ai cobra, agli scorpioni e alle altre cr eature velenose, animali e vegetali. Dopo che il veleno fu così eliminato, dall'oceano di latte uscirono la mucca Surab hi (che fu assegnata ai Rishi), il cavallo Ucchaishrava (che fu assegnato a Bali Maharaja, l'imperatore degli asura), l'elefante Airavata (che fu assegnato a In dra, il re dei pianeti celesti), il gioiello Kaustubha (che fu offerto al Signor e Vishnu), l'albero Parijata (che fu offerto ai deva), poi le danzatrici celesti chiamate apsara e Lakshmidevi, che scelse di diventare la consorte del Signore Vishnu. In seguito apparvero Varuni, la dea dei liquori, che andò agli asura, e Ba lachandra, la luna crescente, che fu offerta al Signore Shiva per rinfrescarlo, perché si sentiva poco bene dopo aver bevuto il veleno. Apparvero poi la conchigli a Panchajanya e l'arco Haridhanu, che andarono entrambi al Signore Vishnu, e inf ine un personaggio splendente, Dhanvantari, che portava un vaso pieno di nettare . Fino a quel momento la divisione dei prodotti dell'oceano di latte era stata ese guita senza dispute, ma il vaso di nettare costituiva lo scopo dell'impresa, per ciò deva e asura cominciarono a strapparselo vicendevolmente di mano. Durante ques ta lotta quattro gocce di nettare caddero sulla Terra, rispettivamente a Prayag, Nasik, Ujjain e Haridwar, creando piccoli "laghi" di nettare all'interno di var i fiumi sacri, che ogni anno tornano a manifestarsi in quel preciso momento astr ologico. Alla fine gli asura riuscirono a impadronirsi del vaso di nettare e fuggirono, p oi cominciarono a litigare tra loro per stabilire chi avrebbe bevuto per primo. Il Signore Vishnu Si manifestò allora nella forma di una donna bellissima, Mohini, e Si avvicinò agli asura offrendoSi di distribuire personalmente il nettare e met tere così fine alla disputa. Gli asura, totalmente affascinati, accettarono, e Moh ini chiese a tutti, deva e asura, si sedersi in fila ordinatamente e aspettare i l loro turno. Naturalmente Mohini cominciò a distribuire il nettare ai deva, che s i preoccupano sempre del buon funzionamento e della protezione dell'universo, e uno dei demoni, Rahu, si travestì da deva e s'infilò in mezzo a Surya (il Sole) e Ch andra (la luna). Mentre però stava portando alla bocca la coppa del nettare, Rahu venne scoperto e Mohini gli mozzò la testa con il Suo disco Sudarshana prima che p otesse inghiottire: in questo modo il corpo morì ma la testa rimase immortale perc hé era entrata a contatto con il nettare, diventando uno dei pianeti dell'universo , che causa periodicamente le eclissi di sole e di luna. CONCETTI FONDAMENTALI DELLA FILOSOFIA INDIANA Induismo o sanatana dharma La cultura indiana attuale è costituita da una sovrapposizione di numerose influen ze dovute alle vicende politiche e militari degli ultimi 5000 anni. La cultura o riginale indiana, basata sui Veda, viene attualmente chiamata Induismo o Brahman esimo, ma la definizione più precisa è piuttosto quella di Sanatana dharma ("la reli gione eterna") che consiste nel ristabilire il collegamento tra l'anima individu ale e il Tutto supremo e assoluto. I Veda costituiscono la raccolta di scritti r eligiosi più vasta e antica del mondo e contengono dettagliati insegnamenti sullo yoga, sulle celebrazioni rituali, sulla creazione e sulla geografia dell'univers o, sulla filosofia e sulla teologia, ma anche sulla medicina, sull'arte militare e così via. Secondo la tradizione vedica, i Veda stessi sono eterni, ma circa 5000 anni fa v ennero messi per iscritto da Krishna Dvaipayana Vyasadeva, che compilò anche una s erie di commenti ai Veda, tra cui il Vedanta sutra, le Upanishad, i Purana, le I tihasa e così via. Tra i pilastri fondamentali della filosofia del Sanatana dharma ci sono la reinc arnazione, il karma e lo yoga, che negli ultimi decenni sono diventati estremame nte popolari anche in occidente. Riteniamo indispensabile dare qui di seguito qu alche essenziale spiegazione dei concetti basilari della filosofia del Sanatana dharma, così come sono spiegati nel suo testo più importante e universalmente ricono sciuto, la Bhagavad gita. Il sé (atma) Dal punto di vista puramente linguistico, il termine atma (sé) indica generalmente l'anima spirituale, ma a seconda delle circostanze e del grado di realizzazione può indicare anche la mente e talvolta persino il corpo. Viene dunque usato in tu tti questi significati, e va interpretato a seconda del contesto. Un livello anc ora superiore alla comprensione di atma come anima spirituale è quello del param-a tma, l'Anima Suprema, il Sé supremo, concetto fondamentale per comprendere la teol ogia vedica ma estremamente difficile da penetrare, tanto che sul''interpretazio ne di questo punto cruciale si sono formate diverse scuole teologiche. Le due pr incipali scuole teologiche vediche sono definite dvaita-vadi (personalista) e ad vaita-vadi (impersonalista). Secondo la scuola impersonalista questo param-atma, Anima Suprema, è l'unica vera realtà, e l'individualità dell'atma è pura illusione, non solo al livello del corpo e della mente ma anche al livello dell'anima; gli imp ersonalisti tendono dunque a interpretare alcuni versi della Gita secondo una vi sione che esclude l'esistenza di un Dio personale. La scuola personalista sottol inea invece che l'individualità dell'anima è eterna e che il Brahman, lo spirito sup remo impersonale, in realtà ha origine dalla Suprema Personalità di Dio. Non si può co ltivare devozione (bhakti) verso uno spirito impersonale o verso il sé impersonale , eppure Krishna parla chiaramente, affermando in moltissimi versi che soltanto la devozione, la meditazione, la recitazione e l'ascolto delle sue avventure div ine (divyam) possono portare l'anima alla perfezione. Per brevità, evitiamo di dil ungarci in una discussione dettagliata sulle differenze tra le due scuole e sull a loro sintesi, che potrà essere trattata in un'altra pubblicazione. La Gita inizia spiegando il punto fondamentale della realizzazione spirituale, c ioè il fatto che il vero sé non è il corpo ma l'anima, che è spirituale, eterna e immuta bile. L'anima è eternamente individuale e cosciente e non perde mai la propria spe ciale identità, ma ha la tendenza ad essere ricoperta dall'illusione a causa della sua natura infinitesimale. Allo stato liberato, tale identità non va persa ma è piu ttosto sgravata dalle false concezioni di sé (ahankara) che confondono l'anima fac endole credere di essere materia, di essere il centro dell'universo, di essere l 'autore e il beneficiario dell'azione. Il meccanismo della reincarnazione è un processo continuo che si svolge anche dura nte questa vita, poiché il nostro corpo è in continua trasformazione dalla nascita a ll'infanzia, alla giovinezza alla maturità e infine alla vecchiaia. La differenza fondamentale della morte rispetto al passaggio da un'età all'altra è che le condizio ni del corpo e della mente non permettono più un ricambio graduale delle cellule e dell'identificazione materiale, ed è necessario un cambiamento più radicale: bisogn a abbandonare completamente l'involucro precedente e ricominciare a raccogliere materia per il nuovo corpo nella situazione più consona al nostro viaggio interior e. Il dharma Il concetto di dharma, generalmente tradotto come "religione" è in realtà molto più co mplesso, e può essere definito meglio come "qualità intrinseca" e "attività collegata con la propria natura", proprio come diremmo che il dharma del fuoco sono la luc e e il calore e il dharma dell'acqua è la liquidità. Al livello condizionato delle d ivisioni sociali dell'umanità abbiamo diversi dharma collegati con la diversa natu ra psicologica e attitudinale delle categorie di esseri umani, che sono consider ati doveri religiosi in quanto lo svolgimento coscienzioso del proprio dovere è ac cettato dalla teologia induista come una forma legittima di adorazione del Supre mo. Questo concetto si collega anche alla celebrazione del "sacrificio" (yajna) che può essere eseguita sia con l'esecuzione di particolari rituali religiosi sia con la giusta e accurata esecuzione del proprio dovere naturale. Poiché il dharma eterno dell'essere vivente è quello di servire il tutto, le diverse categorie soci ali hanno il dovere religioso di servire il corpo sociale. Il dharma di una pers ona di famiglia è quello di servire la famiglia, la società e così via. Chi non ha nie nte e nessuno da servire finisce per servire i propri sensi, la propria mente, o anche solo un animale da compagnia, ma è sempre e comunque impegnato nel servizio . A livello dell'anima, però, l'eterna religione o natura (sanatana-dharma) dell'ani ma individuale è la relazione armoniosa con Dio, il servizio al Supremo. La differ enza tra dharma eterno (religione spirituale) e dharma condizionato (religione m ateriale) è quindi fondamentale: chiunque può spostarsi da una tradizione religiosa (cioè dottrinale, sociale e culturale) all'altra, ma non è mai possibile modificare la propria natura fondamentale, che è quella di servire il Tutto Assoluto in una r elazione di amore. Il karma Il termine karma è ormai entrato a pieno diritto nei vocabolari di tutte le lingue , poiché il suo complesso significato non ha una traduzione equivalente in nessun' altra lingua del mondo. Potremmo tradurlo parzialmente come "azione, reazione e relazione tra azione e reazione" e di conseguenza "destino, buona o cattiva fort una", "bagaglio di lezioni da imparare o già imparate" eccetera. La scienza dell'a zione viene spiegata dettagliatamente nella Gita, che la considera un punto fond amentale nello sviluppo spirituale. Fondamentalmente, la legge del karma è una leg ge puramente fisica e scientifica: ogni azione provoca una reazione uguale e con traria. Come in fisica succede per le forze, le reazioni si possono accumulare, smaltire e controbilanciare sempre applicando l'azione (cioè nuove forze). La Gita distingue tra karma propriamente detto ("azione positiva compiuta per ot tenere un risultato"), vi-karma ("azione negativa compiuta per egoismo senza pre occuparsi dei risultati") e a-karma o nais-karma ("azione che non produce reazio ni vincolanti, né buone né cattive, per il suo autore"). E' importante notare che il karma è sempre temporaneo e soggetto a esaurimento, quindi il "destino" in sé viene riscritto ad ogni istante. I guna La parola guna significa letteralmente "corda", "colore", "qualità", "attributo", "caratteristica". I guna della natura materiale sono tre: sattva (bontà), rajas (p assione) e tamas (ignoranza). L'interazione tra queste tre qualità fondamentali d ella natura dà origine a un'immensa varietà di sfumature di livelli di coscienza neg li esseri viventi e di caratteristiche fisiche negli oggetti inanimati. Esseri v iventi e oggetti inanimati interagiscono tra loro grazie a queste "corde" che li collegano, e in particolare gli esseri umani, equipaggiati di una mescolanza pa rticolarmente propizia di "colori", possono usare saggiamente le "corde" della n atura issandosi attraverso la rete che esse formano e liberarsi così dalla trappol a della materia. Lo yoga La parola yoga deriva dalla radice verbale yuj, "unire", "collegare", "disciplin are", "asservire", "controllare", proprio come i cavalli vengono "aggiogati" al carro per trainarlo. In questo senso, la parola yoga ha lo stesso significato pr imario della parola "religione" (che deriva dal latino "re-ligare", cioè collegare l'essere umano al divino). Il concetto di yoga però è decisamente più ampio, in quanto si applica ai diversi live lli di identificazione relativi all'atma: corpo/volontà, sensi/mente, mente/intell igenza, intelligenza/sé spirituale, sé inferiore/sé superiore, sé individuale/Sé supremo, dove l'uno deve essere disciplinato, collegato, controllato e usato dall'altro i n direzione ascendente. In generale, lo yoga è la pratica disciplinata di questo c ontrollo del superiore sull'inferiore per progredire nell'evoluzione personale. La Bhagavad Gita menziona vari metodi dello yoga, che non sono però incompatibili tra loro: il buddhi-yoga (yoga dell'intelligenza, della consapevolezza), il kar ma-yoga (yoga dell'azione disinteressata compiuta secondo il proprio dovere), il jnana-yoga (yoga della ricerca della conoscenza filosofica e scientifica), il s ankhya-yoga (yoga della ricerca logica e analitica della verità), il bhakti-yoga ( yoga dell'amore e della devozione al Supremo) e l'hatha-yoga, detto anche astang a-yoga, "l'ottuplice" sentiero tradizionale della disciplina tantrica. Una delle pratiche più importanti dell'hatha yoga è il pranayama, il "controllo dell a respirazione" -- unica funzione che nell'essere umano può essere allo stesso tem po consapevole e inconsapevole ed è collegata strettamente con il flusso dei pensi eri, delle emozioni e della coscienza. Tutte le pratiche yoga hanno lo scopo di portare la consapevolezza al punto del samadhi (sama-dhi, "intelligenza costante") in cui non ci sono più momenti di inco scienza, ma la visione interiore è sempre perfettamente chiara. Vishnu e Krishna Secondo le scritture vediche, il Signore Supremo e trascendentale, chiamato Nara yana o Vishnu, crea l'intera manifestazione cosmica, poi entra in essa per soste nerla e mantenerla, manifestandoSi inoltre in numerosi avatara ("incarnazioni") per proteggere il mondo e attirare a Sé le anime condizionate con avventure affasc inanti. Vishnu viene rappresentato in una forma maestosa e potente, con quattro braccia che reggono i simboli del fiore di loto (benedizione), conchiglia (protezione), mazza (punizione per i malfattori) e disco (che rappresenta il tempo eterno, l'o rbita del sole). La compagna eterna di Vishnu è Lakshmi, la dea della fortuna e de lla bellezza. La forma più intima e amata di Vishnu è Krishna, il pastorello trascendentale che sc ambia relazioni di amore profondo con i Suoi devoti, tra cui le gloriose pastore lle di Vrindavana (gopi). Krishna apparve su questo pianeta 5000 anni fa, poco p rima dell'inizio del Kali yuga, e manifestò i Suoi divertimenti a Mathura, Vrindav ana e Dvaraka. La compagna eterna di Krishna è Radharani, manifestazione della pur a e totale devozione al Signore. La storia di Krishna e di altri avatara è narrata soprattutto nel Bhagavata Purana. Krishna espose la famosa Bhagavad gita ad Arj una sul campo di battaglia di Kurukshetra, come riporta il Mahabharata. Shiva e la Dea Madre Una manifestazione indiretta di Vishnu, Shiva è il padre del mondo materiale, e la sua compagna eterna è la Dea Madre, chiamata anche Parvati, Sati, Durga, Mahakali o Bhadrakali, Trayambaka, Chamundi, Narayani e Vaishnavi. La Dea Madre (detta a nche Shakti, "energia" o "potenza") viene anche adorata in altre forme a seconda della sua relazione con gli altri aspetti diretti e indiretti del Signore (Radh arani, Lashmidevi, Bhu, Nila, Sitadevi, Sarasvati, Brahmani, Gayatri, Savitri, S itala ecc.) Così come Vishnu è talvolta adorato nella forma di pietre sacre (chiamate Shila), an che Shiva viene adorato generalmente nella forma di una speciale pietra chiamata Lingam. Mentre l'offerta più gradita a Vishnu o Krishna è costituita da foglie e fi ori freschi di Tulasi, Shiva gradisce particolarmente l'offerta di foglie di Bil va (bel). Entrambe queste piante sono ricche di proprietà terapeutiche, purificant i e disintossicanti e vengono usate nella farmacopea indiana per guarire ogni so rta di malattia. Shiva è considerato il guardiano di tutti i luoghi santi dell'India (Kshetrapala) e i suoi templi sono disseminati ovunque. E' inoltre molto misericordioso, e si occupa in particolare di proteggere le persone semplici (viene chiamato anche Bo lenath), la gente in generale (Lokanath), gli animali (Pasupati), i fantasmi (Bh utanath) e coloro che cercano i poteri del tantra. Mentre Vishnu cavalca una grande aquila (chiamata Garuda), Shiva cavalca uno spe ciale toro, di nome Nandi. Mentre Vishnu ha un aspetto maestoso e ricco, ed è deco rato da meravigliosi abiti e gioielli, Shiva rappresenta la rinuncia e l'austeri tà, e viene raffigurato con gli abiti semplici dell'asceta, spesso cosparso di cen ere, decorato da collane di rudraksha (il seme di una pianta particolare), da se rpenti (simbolo di Sankarshana, che è la sua origine diretta, e di Kundalini, l'en ergia vitale presente nel microcosmo del corpo umano). La sua testa è decorata dal la falce di luna crescente (per questo viene chiamato Somanath) e dal fiume Gang e (Gangadhara). Il famoso Hanuman, grande devoto di Ramachandra, è considerato una manifestazione di Shiva. Il culto dei deva Secondo i Veda le diverse manifestazioni dell'universo sono controllate da una g erarchia di intelligenza divina, che si manifesta nella forma dei diversi deva ( "esseri divini"). Poiché le manifestazioni universali sono moltissime, esistono an che numerosissimi deva, ma la posizione di deva è raggiungibile però da qualsiasi es sere vivente che si qualifichi in modo adeguato. Oltre ai deva principali esisto no enormi schiere di semidei e angeli (upadeva e gandharva) che risiedono sui pi aneti celesti (il paradiso). Il più importante tra i deva è senza dubbio Brahma, il creatore o meglio il demiurgo di questo universo, che organizza la materia primordiale manifestando tutte le forme di vita specifiche secondo la conoscenza vedica che riceve da Vishnu. Poic hé nella manifestazione materiale esistono innumerevoli universi, ci sono anche in numerevoli Brahma, e ciascuno ha un numero di teste corrispondente al numero di dimensioni dell'universo che controlla. Brahma viene dunque raffigurato con quat tro teste e quattro braccia, seduto sul fiore di loto mistico dal quale si svilu ppano i 14 sistemi planetari. Sul pianeta Terra esiste un solo luogo sacro dove Brahma viene adorato: Pushkar. Il re dei pianeti celesti è Indra, riconoscibile dalla grande quantità di occhi che costellano tutto il suo corpo. Governa sulle schiere di semidei e presiede alla distribuzione delle piogge. Ganesh, figlio di Parvati e Shiva, è riconoscibile dalla testa di elefante e dal c orpo grassoccio; si occupa di distruggere ogni ostacolo sulla via del progresso dell'universo ed è spesso adorato da mercanti e uomini d'affari perché può accordare l a prosperità. Un altro famoso figlio di Shiva e Parvati è Kartikkeya, chiamato anche Muruga o Subhramanyam, che conta numerosi devoti nell'India meridionale (specia lmente nel Tamil Nadu). Un altro personaggio divino che ha parecchi devoti nell 'India del sud è Ayappan, considerato figlio di Shiva e suo avatara. Come Vishnu, anche Shiva discende nel mondo sotto forma di avatara per diffondere i principi della spiritualità. Surya è la personificazione del Sole; viaggia su un carro dorato, che è rappresentat o nei suoi templi e specialmente a Konarak, in Orissa, il luogo sacro al Sole pe r eccellenza. Chi adora Surya ottiene facilmente la salute e la longevità. Chandra è il deva della luna, al centro di numerose storie affascinanti che spiega no le caratteristiche speciali della Luna. Anche gli altri pianeti e le stelle s ono personificati da vari deva o saggi celesti, che vi abitano con i loro compag ni (Brihaspati, Sukracharya, i sette Rishi dell'Orsa maggiore, Dhruva sulla Stel la polare ecc.). ALTRI LUOGHI DI PELLEGRINAGGIO DEL SANATANA DHARMA La zona dell'Himalaya La catena montuosa dell'Himalaya è composta dalle montagne più alte della Terra e co mprende numerosi luoghi sacri, tra cui anche le fonti dei fiumi sacri Gange (Gan gotri), Yamuna (Yamunotri) e Sarasvati; alcuni di questi luoghi santi sono attua lmente su territorio indiano, altri fanno parte del Tibet (e quindi sotto il con trollo della Cina) o del Nepal, come il fiume Gomati dove si trovano le Salagram a shila. Le città sante di Hardwar e Rishikesh sono famose come dimora di yogi Sh ivaiti e pullulano di ashram di vari gruppi spirituali. Al centro dell'Himalaya, sorge il monte Kailash, dimora di Shiva e Parvati, luog o inaccessibile e meraviglioso, ma ad altitudini minori ci sono altri famosi tem pli, come Badrinath (la dimora di Nara Narayana), Kedarnath, Amarnath (con il fa moso Shiva linga di ghiaccio), e il lago Manasa Sarovara, che è ogni anno meta di un pericoloso e difficile pellegrinaggio al quale partecipano migliaia di person e. Ai piedi dell'Himalaya si trova Ayodhya, la famosa città santa patria dell'avatara Ramachandra, le cui avventure sono narrate nell'epopea storica Ramayana. Uttar Pradesh Delhi, al centro dell'Uttar Pradesh, è l'antica Hastinapura, la città dei re e degli elefanti, che fu al centro della storia indiana fin dai tempi di Maharaja Yudhi sthira, circa 5000 anni fa. Nei pressi di Delhi c'è il famoso campo di Kurukshetra , dove si svolse la battaglia narrata nel Mahabharata e dove fu enunciata la Bha gavad gita, il testo sacro più famoso e amato dell'India. Sempre collegati con le avventure di Krishna sono Mathura e Vrindavan, rispettiv amente il luogo dell'apparizione di Krishna (i cui genitori, Vasudeva e Devaki, erano stati ingiustamente imprigionati dal malvagio fratello di Devaki, Kamsa, a l quale era stato predetto che sarebbe stato ucciso dall'ottavo nipote) e il luo go dove Krishna venne nascosto alla nascita e dove rimase per 16 anni come figli o adottivo del re dei pastori, Nanda Maharaja, svolgendo attività meravigliose e a ffascinanti, distruggendo parecchi esseri demoniaci e giocando con pastorelli e pastorelle nelle foreste attorno al fiume Yamuna. In particolare, a Vrindavana s i trova la collina Govardhana, fiancheggiata dai due famosi laghetti Radhakunda e Syamakunda, i luoghi più sacri della tradizione della bhakti (amore e devozione per Dio). La danza rasa di Krisnna con le gopi è stata rappresentata in innumerevo li dipinti, spettacoli teatrali, spettacoli di danza, poesie e altri mezzi artis tici. Varanasi (Benares), la città più antica del mondo, è sacra all'adorazione di Shiva, ch e viene adorato in numerosi templi ma soprattutto nel tempio di Vishvanatha, dal le cupole d'oro. Varanasi è anche famosa per i suoi studiosi (e per la maggiore un iversità di sanscrito e studi vedici), gli astrologi e i dotti sacerdoti che si im pegnano nell'adorazione rituale. Nei pressi di Varanasi si trova Gaya, dove trad izionalmente i seguaci della cultura vedica si recano per adorare Vishnu e prese ntare agli antenati le offerte rituali. Di Prayag (Allahabad), del Triveni sangam e del Kumbha Mela abbiamo già parlato ne lla prima parte di questo libretto. Diremo soltanto che secondo la cultura vedic a, il culto della madre Gange e l'importanza dei brahmana (i saggi spiritualisti esperti nello studio delle scritture) costituiscono i pilastri della purificazi one e della religiosità. Gujarat e Rajasthan Come abbiamo detto in precedenza, alla storia di Krishna è legata anche Dvaraka, l a città sacra costruita da Krishna e dal fratello Balarama per la propria dinastia (Yadu), dove andarono a vivere con Vasudeva e Devaki e tutta la famiglia di ori gine. Attualmente Dvaraka è per la maggior parte sommersa dall'oceano, ma sulla co sta esistono ancora parecchi templi. A Dvaraka è anche particolarmente onorata Mir abai, la principessa rajput che scelse Krishna come suo sposo e compose per Lui delle bellissime canzoni d'amore. A Jaipur, centro dell'antico regno rajput, si trovano le Divinità originali di Vri ndavana (Radha Govinda), che furono trasportate qui ai tempi dell'invasione arab a per salvarle dalla dissacrazione che i musulmani compivano regolarmente sulle Divinità e sui templi delle altre religioni. A Dauji c'è un famoso tempio dedicato a Balarama. Sempre in questa zona si trova la caverna di Goltapahara, dove Balade va Vidyabhushana scrisse il famoso Govinda Bhashya, il commento Vaishnava al Ved anta Sutra, che nel medioevo stabilì le basi della rispettabilità filosofica e teolo gica della Vishnu-bhakti. Maharastra Nasik, sul fiume Narmada, era la capitale di un antico regno, quello dei Chandel la (la Dinastia della Luna) del quale sono andate perdute quasi tutte le testimo nianze. Un altro famoso luogo di culto del regno dei Chandella è Khajuraho, con i suoi templi decorati esternamente di sculture e bassorilievi di grande pregio ar tistico. A Ujjain, famoso centro religioso, si trovano i jyotir lingam di Mahaka leshwar e Omkareshwar, mentre a Mysore c'è il maggiore centro di culto di Chamunde shwari. Bombay, famoso centro commerciale fin dai tempi antichi, non ha particolari aspi razioni religiose, ma i suoi abitanti sono fedeli adoratori di Ganesh e ogni ann o celebrano un grandioso festival in suo onore. Bengala e Assam La zona di influenza culturale bengali comprende il Bengala occidentale ma anche gli altri stati indiani del Bihar, il Bangladesh (Bengala orientale) e i sette stati indiani del Nord-est: Assam, Tripura, Nagaland, Mizoram, Manipur, Meghalay a, Arunachal Pradesh. In questa zona esiste un'antica tradizione tantrica. In pa rticolare, in Assam si trova Kamakshi kotam, un famoso santuario di Kali. Il centro della cultura bengali è Calcutta, anticamente conosciuta come Kali-ghat , luogo sacro a Kali o Durga. Infatti costituisce il centro dove si svolge con m aggiore fasto il festival annuale di Durga puja e Kali puja (in ottobre), che ri corda come il Signore Ramachandra offrì adorazione a Durga per ottenere la benediz ione di poter sconfiggere il potente demone Ravana. La celebrazione della vittor ia di Ramachandra è chiamata anche Dusserha, e in varie parti dell'India viene ric ordata bruciando un'effigie gigantesca di Ravana. La relazione tra Ramachandra e Shiva-Shakti è molto complessa e ricca di sentimento. Dipavali, la festa delle la mpade, celebra il ritorno di Ramachandra, Sitadevi e Lakshmana alla città di Ayodh ya, dove gli abitanti in festa accesero milioni di lampade per illuminare il tra gitto e accogliere degnamente il loro Signore. Navadvip e Mayapur, nel distretto di Nadia, a circa 100 km. da Calcutta, sono st ate per lungo tempo centri di cultura e spiritualità, soprattutto da quando, circa 500 anni fa, vi apparve l'avatara del puro amore per Dio, Sri Chaitanya Mahapra bhu, chiamato anche Gauranga ("dalla carnagione dorata"), che diede inizio alla tradizione Gaudiya Vaishnava. La capitale dell'Assam è Guwahati, l'antica Pragajyotisapura, dove regnava il demo niaco Narakasura, che fu ucciso da Krishna. Nei pressi di Guwahati si trova l'as hram di Vasistha Rishi. Orissa L'Orissa è famosa soprattutto per il "triangolo" costituito da Bhubaneswar-Puri-Ko narak, in cui si trovano numerosi luoghi sacri e templi anche molto antichi dedi cati sia a Vishnu che a Shiva. Puri, chiamata Purushottama kshetra, è il luogo sac ro al Signore Jagannath ("protettore dell'universo") e vede ogni anno il famoso festival dei carri, il Ratha Yatra, a cui partecipano enormi folle. Altri templi di Vishnu della zona sono Sakshi Gopal, Alarnath e Kshira Chora Gopinatha (Remu na, Balasore). Bhubaneswar è un antico centro religioso, dominato dal tempio di Lingaraja, mentre Konarak è dedicata al culto di Surya (il sole). A pochi chilometri da Bhubaneswar a ricordiamo Dhauli, dove si svolse la famosa battaglia di Kalinga, dopo la qual e l'imperatore Ashoka, disgustato dal massacro, scelse la non violenza e divenne buddhista, iniziando la diffusione del buddhismo in tutto il suo impero. India del Sud Negli ultimi 2000 anni l'India meridionale è salita alla ribalta della vita religi osa indiana, grazie a grandi acharya apparsi proprio nel Dravida-desa: Sankarach arya, Madhvacharya, Vishnuswami, Nimbarka e Ramanujacharya. Nei tempi antichi il sud era famoso soprattutto per gli ashram di yoga, ma i grandi acharya ravvivar ono la tradizione del culto nei templi, facendo dei centri religiosi della zona splendidi modelli di ricchezza e devozione. Uno dei templi più famosi dell'India ( e certamente il più ricco) è il tempio di Venkateshwara a Tirupathi. Altri famosi te mpli di Vishnu nell'India meridionale sono Srirangam, dove Narayana è adorato insi eme alle Sue energie Bhu e Nila (terra e cielo), Trivandrum dove Padmanabha è ador ato con Sri (il mondo spirituale) oltre a Bhu e Nila, Udupi dove l'adorazione di Gopala fu stabilita da Madhvacharya, Guruvayur con il tempio del piccolo Krishn a-Narayana. Un altro famoso centro spirituale è Kanchipuram, nei pressi di Madras, dove si dic e che Shankaracharya raggiunse l'illuminazione e dove si trovano diversi templi dedicati sia a Vishnu che a Shiva Shakti. Altri centri spirituali, specialmente dedicati all'adorazione di Shiva, sono Kum bakonam, chiamata anche "la città dei templi", Tiruvannamalai (dove si trova il "L ingam di Fuoco"), Kalahasthi e il "Lingam di Aria", Madurai dove si celebrò il mat rimonio di Shiva e Minakshi (Parvati), Kanyakumari e la punta estrema dell'India , Tiruchi con il tempio di Shiva Thayumanavar, il tempio di Thanjavur e la raffi gurazione dell'astronave di Shiva, i templi di Shiva a Tiruvarur e Vaitheshwaran coil, Rameshwaram e il tempio sull'isola sulla strada per Lanka, Chidambaram con siderato il luogo della danza cosmica di Shiva, Trichur e il tempio di Shiva Vad akunnathan. Nella città di Pooram si tiene annualmente la processione degli elefan ti in onore di Shiva. Altri luoghi interessanti sono Mahabalipuram, dove gli ultimi resti dell'antichi ssimo tempio di Bali Maharaja affonda nella sabbia, Suryanarcoil con il tempio d edicato ai pianeti, Sabarimala dedicato al culto di Ayappan e i centri del culto popolare di Muruga (Karttikeya) Tiruchendur, Tiruthani, Sikkal e Palni. LUOGHI SACRI DI ALTRE RELIGIONI IN INDIA Buddha apparve in India, e sempre in India condusse la sua predicazione. Bodhgay a è forse il centro più famoso del culto buddhista, poiché fu qui che il Buddha (che p recedentemente si chiamava Siddharta Gautama ed era un principe della dinastia S akya) raggiunse l'illuminazione e iniziò a predicare. La diffusione del buddhismo in larga scala iniziò con l'imperatore Ashoka, che divenne buddhista e promulgò dell e leggi speciali per favorire la non violenza e la compassione verso tutti gli e sseri viventi, e la diffusione della cultura buddhista. Il luogo in cui Ashoka s i convertì (Dhauli, a pochi chilometri da Bhubaneswara, Orissa) viene tuttora visi tato da numerosi pellegrini; vi si trova uno stupa e vi sono ancora conservate l e tavole di pietra dei famosi editti di Ashoka. Attorno a Dhauli ci sono le grot te di molti eremiti buddhisti che vissero qui nel corso dei secoli. L'insegnamento di Buddha (che tra l'altro è riconosciuto come uno dei 10 principal i avatara di Vishnu) si fonda sull'illuminazione (buddhi significa "intelligenza , comprensione") e sulla comprensione delle cause della sofferenza umana. Questo porta a vincere i desideri materiali e a raggiungere la pace, il nirvana. Mahavira, fondatore della religione jainista, fu contemporaneo di Buddha ma inse gnò una via più drastica di penitenza e di austerità, scegliendo una forma estrema di non violenza. Ancora oggi i monaci jainisti indossano una garza davanti a bocca e naso per evitare di aspirare inavvertitamente piccoli insetti e spazzano il te rreno davanti a sé con uno scopino per evitare di calpestare inavvertitamente qual che formica. Ci sono due scuole principali di monaci jainisti: gli svetambara (" vestiti di bianco") e i digambara ("vestiti di cielo", cioè nudi). I jainisti laic i si astengono da diverse professioni (come l'agricoltura), sono strettamente ve getariani e osservano diverse regole di austerità e non violenza. Gandhi era di fa miglia jainista. Tra i luoghi sacri del giainismo ci sono diversi monasteri e te mpli antichi sparsi per l'India, benché l'adorazione nei templi non sia particolar mente sviluppata in quanto i fedeli possono offrire personalmente adorazione in qualsiasi luogo senza alcun bisogno di preti che facciano da mediatori nel culto . Guru Nanak è il famoso fondatore della religione sikh, che cercò di conciliare indui smo e islam predicando che i principi fondamentali delle due religioni sono perf ettamente compatibili. Il sikhismo è una religione originaria del Punjab e del Kas hmir e si basa soprattutto sulla tradizione familiare e sociale, sulla solidarie tà e sulla comunità. Molti pensano che i sikh originari fossero i discendenti di un insediamento ebraico nella regione del Kashmir che risale a diverse migliaia di anni fa, tanto che in Kashmir esistono tuttora la tomba di Mosè e quella di Gesù. Il principale luogo sacro dei sikh è il tempio d'oro nella città di Amritsar; il princ ipale oggetto di culto è il libro sacro (Granth) che contiene gli insegnamenti rel igiosi, e la caratteristica più evidente che permette di identificare i sikh è il vo to di non tagliarsi mai capelli e barba e quindi di portare un turbante che li t iene raccolti. Questo voto costituisce l'esatta controparte del voto di nazireat o molto diffuso nella tradizione ebraica, e seguito tra l'altro da Gesù (detto il Nazireo) e da Sansone, il famoso fortissimo eroe della Bibbia che combatté contro i Filistei (antichi abitatori della Palestina).