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Massoneria e

‘Ndrangheta: storia di
una collusione certa e
documentata
di guelfonero (https://www.radiospada.org/author/guelfonero/) il 3 dicembre
2014 · 10 Commenti (https://www.radiospada.org/2014/12/massoneria-e-
ndrangheta/#comments)

-di Davide Consonni-

1) PREMESSA

I motivi che ci portano a pubblicare tale scritto sono


molteplici. Basti considerare che il web italiano [e a maggior
ragione quello straniero] è privo di un resoconto più o meno
dettagliato dei rapporti documentati intercorsi tra la setta
massonica italiana e ‘ndrangheta calabrese, tale
considerazione basterebbe di per sé a motivare la fatica dello
scrivere queste pagine misere per tentare di colmare molto
parzialmente, e per alcuni indegnamente, quel vuoto.
Allargando la considerazione al fatto che perfino il variegato
mondo dell’editoria italiana si è ben guardato dall’editare
testi che trattano l’argomento sia in modo esclusivo che
parziale, con ovvie eccezione più uniche che rare, tale scritto
ci sembra essere maggiormente necessario. Come terza
considerazione circa i motivi che ci hanno spinto a scrivere si
può evidenziare la ritrita nonché nauseabonda e consueta
retorica con cui i massimi esponenti del Grande Oriente
d’Italia si ostinano a negare qualsiasi interconnessione,
documentata da decine di inchieste, tra logge massoniche ed
esponenti delle cosche calabresi.

Nel caso specifico di questi giorni ci si riferisce   alla


pubblicazione di un video in cui degli ndranghetisti santisti
celebrano, in quel di Lecco, una iniziazione ad un minorenne
dal sapore prettamente massonico. Ovviamente un’alta
carica della setta massonica del Grande Oriente d’Italia ,
l’arcinoto Grande Oratore Bonvecchio, è corsa
immediatamente a spegnere l’incendio appiccato da chi si è
legittimamente domandato cosa ci azzeccano i nomi di tre
massoni presenti in un rito iniziatico  di una ‘ndrina
calabrese. Tale fatto lo spiegheremo lungamente, smentendo
in modo categorico chi, rispettando vari giuramenti
massonici di segretezza, nega in modo perentorio e tassativo
la presenza sincretica di riferimenti alla ritualità massonica
all’interno del rituale iniziatico alla Santa.  Un’ultima
considerazione pare doverosa in merito alle fonti che qui si
utilizzeranno. E’ inutile negare che le persone che in Italia
hanno scritto e parlato, al di fuori di sedi processuali, di
intrecci documentati tra cosche e logge sono principalmente
due: Nicola Gratteri, sostituto procuratore di Reggio Calabria
che a lungo ha indagato le cosche, saggista e autore di testi
d’inchiesta e mediaticamente protagonista di interviste
contenute in un documentario intitolato “La Santa”;  e
Vicenzo Macrì, sostituto procuratore direzione nazionale
antimafia, autore di un libro celebre che tratta parzialmente
l’argomento, “Australian Andrangheta”, anch’egli presente
nelle vesti di intervistato nel documentario “La Santa”.
Utilizzeremo principalmente queste due fonti.

(https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/kughkn.png)
Dichiarazione rilasciata dal super massone Bonvecchio all’indomani
della pubblicazione del video in cui degli ‘ndranghetisti pronunciano
il rito d’iniziazione contenente riferimenti alla ritualità massonica

2) STORIOGRAFIA IN PILLOLE

“Ciò che avvenne in quegli anni fu un cambiamento epocale. E’


stato Mommo Piromalli [Capobastone della ‘ndrangheta
calabrese e capo dell’omonima cosca, ha controllato la zona di
Gioia Tauro e le zone circostanti dagli anni cinquanta agli anni
settanta; N.d.A.] assieme ai De Stefano a definire le nuove
strategie della ‘ndrangheta,cioè l’idea di andare oltre “la
società dello sgarro” e di entare in quella zona grigia,
rappresentata dalla massoneria, nella quale era possibile
incontrare magistrati, poliziotti, politici, avvocati e
commercialisti; venne così creata un’anclave all’interno della
‘ndrangheta, detta Santa, composta da 33persone, alle quali
era permesso affiliarsi a logge coperte della massoneria” [1].

“La santa è lo spartiacque tra la vecchia e La nuova


ndrangheta, perché la santa consentiva due novità: ogni locale
di ndrangheta poteva avere un santista [veniva riconosciuto da
una croce di pochi millimetri incisa con lama su spalla destra;
l’andrangheta ha avuto quindi la possibilità di entrare nei
quadri del potere, di sedersi a questo tavolo, e non di
accontentarsi di stare all’esterno, accontentarsi dell’appalto,
ma, si è seduta al tavolo decisionale, cioè, discutere se l’opera
dovesse essere fatta o meno, chi doveva vincere l’appalto, era
entrata nella stanza dei bottoni” [2].
“Attraverso la santa la mafia e l’andrangheta entrano in
rapporto con la massoneria, entra nelle logge e quindi
partecipa al potere, questo serve per aggiustare i processi, per
avere gli appalti, per avere rapporti politici di tipo alto, questo
serve anche per entrare nelle amministrazioni comunali. E’ il
primo fenomeno criminale italiano che veramente ha
realizzato la globalizzazione, è presente su tutti e cinque i
continenti, è una potenza politica economica e militare che
supera quella di ogni altra consorteria criminale, la santa
trasforma l’ndrangheta da fenomeno criminale locale a
holding finanziaria internazionale i cui uomini girano il mondo
ma pur sempre mantenendo le tradizioni, i linguaggi e i codici;
l’appartenenza alla santa consentiva per espressa previsione
statutaria di entrare in contatto con l’esterno: con gli
imprenditori, i politici, rappresentanti di istituzioni, ma
soprattutto consentiva di entrare nelle logge massoniche, se
andiamo a vedere infatti le formule di giuramento, lo statuto
della santa, ci rendiamo conto che è molto simile a quello della
massoneria ” [3].

Qui di seguito propongo la visione del documentario “La


Santa: viaggio nella ‘ndrangheta nascosta”, nel quale sono
presenti due illuminanti interviste di Nicola Gratteri e
Vincenzo Macrì in merito ai rapporti tra massoneria e
‘ndrangheta calabrese:

3) RITUALITA’, MASSONERIA E SENTENZE

Cambiarono anche i riti d’iniziazione: ai mitici cavalieri


Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i vecchi antenati,
subentrarono eroiche figure massoniche come Garibaldi
Mazzini e La Marmora. Cito dal testo del codice di
‘ndrangheta sequestrato dalla squadra mobile di Reggio
Calabria e dalla Criminalpol calabrese nel giugno del 1987
nel covo del super latitante Giuseppe Chilà, quello che
segue è parte del rito iniziatico, molto simile a quello
filmato recentemente dalla procura milanese in quel di
Lecco:

“A nome di Garibaldi, Mazzini, La Marmora formo la società


Santa che è presieduta da tre persone: Garibaldi al centro,
Mazzini a destra e La Marmora a sinistra fanno entrare il
nuovo affiliato, gli chiedono di cosa va in cerca, gli risponde
che va in cerca di onore, fedeltà e sangue, gli dicono che sei un
cannibale, gli risponde no, sono un raccoglitore di sangue, una
vena da un fratello esce e entra nella mia. Gli pungono tre dita
con un ago, il pollice l’indice e il medio e li racchiudono tra
essi, gli dicono che suo padre è il sole, la madre la luna; Se
prima lo conoscevo come un saggio fratello fatto e non
fidelizzato, da questo momento lo conosco per un mio saggio
fratello. Sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna,
sformo la santa catena, nel nome di Garibaldi, Mazzini e La
Marmora, con parole d’umiltà, sformo la santa società” [4].

Quello appena citato è parte del rito iniziatico alla Santa,


nonostante si tratti di documenti dell’87 si evince la quasi
totale coincidenza con il rito filmato dalla procura
milanese. Ora van fatte delle precisazioni fondamentali
per capire per donde questo rito sia giunto nelle cosche
calabresi. Il passaggio fondamentale è il seguente:

“gli dicono che suo padre è il sole, la madre la luna; Se prima lo


conoscevo come un saggio fratello fatto e non fidelizzato, da
questo momento lo conosco per un mio saggio fratello. Sotto la
luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la santa
catena, nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con
parole d’umiltà, formo la santa società”

Bene, qui vi son contenuti dei passaggi rituali


esclusivamente tipici e identici alla ritualità iniziatica
massonica.

“suo padre è il sole e sua madre è la luna” 

Questo passaggio è letteralmente databile, almeno, a


mille anni or sono. Queste precise parole sono una delle
cifre fondamentali dell’ermetismo medievale e
rinascimentale, il quale considera la mascolinità solare e
il femminio lunare, tale formula si trova, unicamente,
così letteralmente scritta nell’arcinota [per gli esoteristi
massoni] “Tavola Smeraldina”, una tavola sapienziale che
secondo i cabalisti ed ermetisti rinascimentali fu
ritrovata in Egitto prima dell’era cristiana, fu tradotta
dall’arabo al latino nel 1250. E’ unanimemente
riconosciuto come il più celebre degli scritti imputati ad
Ermete Trimegisto, in quanto contiene la cifra
epistemologica con cui le filosofie occulte d’ogni tempo si
sono confrontate: “Ciò che è in basso è come ciò che è in
alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”. La
tavola smeraldina apparve per la prima volta su carta
stampata proprio in un testo di un noto alchimista
rinascimentale, tal Johannes Patricius in De Alchemia
(1541).

Giungendo ai tempi moderni non è un caso se la tavola


smeraldina è uno dei punti di riferimento degli ermetisti
massoni novecenteschi, basti ricordare che uno dei
maggiori apologeti moderni della tavola smeraldina fu
l’ermetista super massone Kremmerz, tant’è che sulla sua
rivista barese “Commentarium”, nel 1910, apparve il più
approfondito studio italiano a commento di tale tavola,
commento ad opera di un altro super massone nostrano il
conte Luciano Galleani [5]. Citiamo anche lo studio
apparso nel 1950 sulla rivista Ibis, foglio propagandistico
della Scuola Ermetica della Fratellanza di Miriam, [6]. In
tempi recentissimi son diversi i contributi massonici
mirati all’approfondimento dei segreti della tavola
smeraldina, viene citata praticamente in ogni testo che
tratta di ritualità massonica ed esoterismo [7]. Passiamo
ora ad uno dei passaggi successivi del rito iniziatico della
Santa calabrese citato sopra:

“Sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la


santa catena, nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora,
con parole d’umiltà, formo la santa società”

Queste poche parole contengono un gran numero di


riferimenti alla ritualità e alla storiografia massonica,
spenderemo qualche riga per spiegarci. Qualsiasi rito
massonico, che sia iniziatico, che sia d’apertura o
chiusura dei lavori massonici, avvenendo all’interno del
tempio proprio dei massoni, avviene “sotto la luce delle
stelle e della luna” in quanto la volta dei templi massonici
è regolarmente e necessariamente affrescata a modo di
rappresentare le costellazioni e gli astri. Durante la
celebrazione dei riti massonici la dicitura più o meno
letterale del: “sotto la luce delle stelle e della luna”
compare diverse volte indipendentemente dalla
differenza di obbedienza massonica. Passiamo oltre. Cito
dal rito santista:

“formo la santa catena”

Anche qui, uno dei riti più celebri della fratellanza


massonica è proprio la “catena d’unione”, un micro rito
aggregativo e d’affratellamento piuttosto semplice nella
sua rappresentazione fisica ma complesso nella sua
concezione metaforica e simbolica: la loggia è una catena,
i suoi fratelli sono gli anelli della catena, uniti e coesi
ermeticamente, basta una sola frattura e la catena si
spezza interrompendo l’armonia fraterna della loggia, la
quale perde la sua impermeabilità verso l’esterno
profano. Il segreto che chiude ermeticamente la loggia fu
argomento di uno studio che pubblicammo tempo
addietro, per leggerlo cliccare QUI
(http://radiospada.org/2014/02/analisi-del-segreto-
massonico/). Per chi volesse approfondire la questione
del rituale detto “catena d’unione massonica” veda nelle
note i numerosi rimandi [8]. Cito di seguito:

“nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole


d’umiltà, formo la santa società”

Qui è fin troppo evidente il richiamo alla storiografia


massonica [e carbonara]. Il Mazzini ideologo e militante
carbonaro, lo stesso che intrattenne documentati
rapporti con la loggia inglese “Philadelphes”, fucina
rivoluzionaria composta da massoni radicali francesi ed
inglesi [9]. Mazzini è una figura mitica per la cosmologia
massonica italiana e non, esistono una decina di logge
massoniche italiche intitolate al Mazzini, perfino
l’associazione mazziniana italiana non fa mistero di
essere una propaggine del fratellanza massonica.
(https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/kill.png)
Esempio di filatelia massonica e mazziniana. Fonte: Collezione filatelica di
Renato Boeri presente sul sito del Grande Oriente d’Italia

Per quanto riguarda il ruolo del Gran Maestro massone


Garibaldi, capo della setta massonica italica è tutto
arcinoto e documentatissimo, ne scrivemmo
diffusamente in diversi articoli, per leggerli vedere i
rimandi nelle note a piè pagina [10]. La Marmora, invece,
è meno noto rispetto ai primi due sciacalli del
Risorgimento; meno noto nonostante ebbe un ruolo
determinante, prima come ministro della guerra sotto
Gioberti, poi sotto D’Azeglio e infine sotto Cavour. A 55
anni, nel 1859, è per la prima volta presidente del
Consiglio per un anno.

Dal 1864 il Re lo chiama nuovamente a presiedere il


governo con il triplice incarico di presidente del
Consiglio, ministro della Marina e degli Affari Esteri ed è
proprio sotto il mandato di La Marmora che la capitale
del nuovo Regno viene trasferita a Roma. Da notare la
coincidenza che vede impegnati due dei tre fratelli La
Marmora nella presa di Roma (Breccia di Porta Pia 20
settembre 1870) con i bersaglieri, fondati dal fratello
Alessandro Ferrero della Marmora. Sembra unanime il
fatto che fosse divenuto massone, c’è chi dice addirittura
maestro di una loggia, quel che è certo è che i massoni
nostrani lo annoverano tra i loro confratelli più celebri
[11].

(https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/asdf.png)
Il carbonaro amico dei massoni Mazzini, il Gran Maestro Garibaldi e il
massone Presidente del Consiglio La Marmora.
[illustrazione di Enzo Patti tratta da p.56 di “Osso, Mastrosso e Carcagnosso”, di
Vincenzo Macrì, edito da Rubettino]

(https://i1.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/convegno_massoni_Dalla_Calabria_per_Italia_annullo_filatelico.jpg)

Quindi, riassumendo e ricapitolando ciò che stiamo qui


argomentando: è possibile e lecito ipotizzare che con la
nascita della Santa [anni 1960 -70] e l’inizio dei rapporti
iniziatici tra ‘Ndranghetisti e logge calabresi parte della
cosmologia massonica si sia traslata all’interno della
gerarchia verticistica della Santa, la quale è una cupola
gerarchicamente indipendente e autonoma, è composita
da 33 membri secondo alcune dichiarazioni o da 7
membri secondo altre, i riferimenti son talmente palesi
ed evidenti anche solo analizzando l’aspetto di un singolo
rituale iniziatico, che sembra assurdo sostenere, come
fanno le eminenze del Grande Oriente d’Italia, che in tale
rito non si scorga nulla di esotericamente massonico.

Bisogna considerare che dalle dichiarazioni di diversi


collaboratori di giustizia e di conseguenza nelle indagini
di diverse procure risulta oggettivo che la Santa
calabrese concesse e permise in maniera dichiarata la
possibilità di affiliazione massonica per i suoi membri.
Cito una dichiarazione che Filippo Barreca, capozona del
quartiere di Pellaro, rilasciò ai giudici:

“nel ’79 entrai a far parte dell’elite della ‘ndrangheta,


acquisendo un grado segreto [quello di santista, n.d.a] che mi
permetteva di avere rapporti con la massoneria”. [12]

Anche Giacomo Lauro, altro collaboratore di giustizia,


evidenza come la nascita della Santa all’interno della
‘ndrangheta fu una svolta storica:

“fino agli anni ’70, la ‘ndrangheta era subalterna alla


massoneria, per la loro mediazione con le istituzioni
percepivano una percentuale sugli utili. Noi delegavamo a loro
i nostri interessi. Il nostro ingresso in massoneria cambiò i
rapporti di forza, cominciammo a dialogare direttamente con
le istituzioni, senza più bisogno di mediatori. Fu così che Paolo
De Stefano, Santo Araniti, Antonio, Giuseppe e
FrancescoNirta,Antonio Mammoliti, Natale Iamonte e altri
entrarono in massoneria.” [13]

Per comprendere e inquadrare il ruolo elitario che la


Santa svolse e svolge all’interno delle cosche calabresi 
sono state essenziali le rivelazioni di Francesco Forni, ex
affiliato alla cosca di Siderno, che dichiarò ai giudici
quanto segue:
“Sette affiliati col grado si santista possono costituire
nell’ambito del locale [zona controllata  n. d. a.],la società
maggiore, chiamata anche “Santa”. La Santa non da alcun
conto delle sue decisioni , delle sue attività, al locale di
appartenenza. Nessun affiliato col grado di affiliato inferiore al
santista può partecipare alle riunioni della Santa che si può
quindi definire un’elite della ‘ndrangheta. Solo in pochi locali si
riesce a costituire una Santa…[…]…iIl tutto ha un evidenze
radice massonica e un profondo legame storico. I personaggi di
riferimento dei santisti sono il Generale Alfonso La Marmora
come stratega di Battaglia e il generale Giuseppe Garibaldi
come combattente per la libertà e la giustizia. Il compito dei
santisti non è d’azione ma di  pensiero e organizzazione.” [14]

“Quando si forma la Santa la formano tre persone [Mazzini,


Garibaldi e La Marmora, n.d.a.] e ci partecipano tutti i santisti
di zona o città. Sul tavolo si sta un fucile o una pistola un
bicchiere d’acqua e un po’ di veleno, un limone, un ago d’oro e
un pugnale. I santisti hanno la facoltà di eleggere il capo
santista  e capo crimine. Ogni santista potrà essere leetto capo,
anche se generalmente questa carica viene assegnata tenendo
conto delle gerarchie. Il capo crimine ha il potere decisionale
su tutti i capi santisti  e su tutte le famiglie cosche santiste in
Italia ed estere. In caso di diverbi e guerre il capo crimine
svolge le funzioni di giudice d’omertà. Tutte
lecoscherispondoal crimine. Garibaldi comanda un gruppo di
15 persone, Mazzini, il gruppo di 10, La Marmora un gruppo di
15 persone. Il santista fratellizzato ha giurato fedeltà alla
Santa e ai fratelli. Il santista non potrà essere giudicato. Se
sbaglia deve giudicarsi da solo. In caso di tradimento si dovrà
avvelenare o suicidare. Diversamente verrà ucciso dai santisti
che nel loro gruppo annoverano anche un nucleo speciale,
quello degli incappucciati [si riferisce al doppio ruolo dei
santisti  che posso affiliarsi alla massoneria, nota di Gratteri],
sicari pronti a tutto. Costoro non sempre sono santisti ma
rispondono al capo Santa. Poi c’è il Vangelo, i cosiddetti
vangelisti che gestiscono il crimine in tutte le loro forme.
Rappresentano il sindacato di tutta l’organizzazione e hanno il
controllo di tutte le ramificazioni della società segreta che
opera nella vita sociale del paese e viene presieduta dal capo
vangelista. Capo santista è capo incappucciato e ai vangelisti
gli viene incisa una crocetta sulla spalla non sempre gli rimane
la cicatrice o il segno. Come segno di riconoscimento si toccano
la spalla con la mano oppure incrociano le braccia sulla fronte
in segni di croce di Sant’Andrea, e come numero di
riconoscimento hanno il 25, comunemente si dicono: “ho la
croce d’oro”. La formano Giuseppe Giusti, Carlo Magno,
Giuseppe Forma. Cognomi convenzionali e storici. I santisti si
riconoscono da loro stessi con altri stringendosi il mento, come
dire mi accarezzo la barba di Garibaldi. Se tra i presenti ci sta
un altro santista fa lo stesso segno per far capire che non è da
solo, se poi quello non è convinto gli chiede il nome dle padre,
se quello gli risponde il vero nome del padre vuol dire che non
è niente, diversamente deve rispondere che il padre è “il sole”.
Per quanto concerne l’affiliazione di un nuovo santista si
effettua attraverso un rituale diverso dal precedente, in quanto
nel corso della cerimonia del giuramento di sangue si aggiunge
anche il giuramento del veleno. […] Giuro sulla punta di questo
pugnale di essere fedele alla società di Santa, di
salvaguardarla anche a costo di tradire tutta la società
criminale dame sino a ieri conosciuta, al fin di salvare i miei
saggi compagni della fratellanza santista e di disconoscere
tutta la settima generazione se può recare danno alla società
da me oggi riconosciuta. Mentre recita questa formula al
santista vengono consegnate una pastiglia di veleno e un
bicchiere d’acqua che servono per suicidarsi in caso in cui
dovesse yradire la Santa, in quanto pe regola sociale un
santista non può essere ucciso da un altro santista. Il rito
prosegue chiedendo “conoscete la famiglia dei muratori? No,
all’occorrenza ce l’abbracciamo in pelle, carne e ossa
giurandole fedeltà che ci verrà chiesta alla famiglia del sacro
ordine dei Muratori” [15]

(https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/loijh.png)
Coltello e Pistola = Squadra e Compasso. [illustrazione di Enzo Patti tratta da
p.56 di “Osso, Mastrosso e Carcagnosso”, di Vincenzo Macrì, edito da Rubettino]

Citiamo ora, direttamente da una relazione ad opera del


Dott. Boemi procuratore aggiunto della repubblica al
tribunale di Reggio Calabria, diversi passaggi in cui
l’evidenza oggettiva delle interconnessioni masso-mafiose
risulta ancor più evidente; qui di seguito una
dichiarazione del Dal Costa Gaetano, mafioso messinese
che intrattenne fruttuosi contatti con i masso-mafiosi
calabresi:

“Fino alla metà degli anni settanta nel reggino, la carica di


“santista” non veniva riconosciuta  e il grado massimo
all’epoca raggiungibile era quello di “sgarrisa”. Fu Mommo
PIROMALLI che,  attesi gli enormi interessi che all’epoca
sussistevano nella zona di Reggio Calabria (il
roncone ferroviario, la centrale siderurgica e il porto di Gioia
Tauro, etc.), al fine di imporre una sua  maggiore autorità, e
quindi di gestire direttamente la realizzazione delle opere
pubbliche, si fregiò del grado di “santista” che, a suo dire, gli
era stato conferito direttamente a Toronto, dove esisteva  una
importantissima ’ndrina. Il grado di “santa” poteva essere
conferito solo a 33 persone e si  poteva attribuire a nuovi
soggetti solo in caso di morte di un altro “santista”.’Ntoni
MACRÌ da  Siderno, che era uno “sgarrista” puro e un capo
’ndrina, insieme a Mico TRIPODO (poi ucciso al  carcere di
Napoli) non volle riconoscere l’esistenza della “società di
santa”, che definiva bastarda,  anche perché tra le regole di
questa nuova società era prevista quella che consentiva di
tradire ed  effettuare delazioni pur di tutelare un santista. Ciò
portò a dei contrasti anche sanguinosi che si  conclusero con
l’affermazione del PIROMALLI e del suo strettissimo alleato,
PaoloDE STEFANO  che fu, peraltro tra i primi, unitamente a
Santo ARANITI, a raggiungere il grado di santista.
Poiché  Mommo PIROMALLI era notoriamente massone, per
qualificare e differenziare ulteriormente la società della Santa
da quelle minori, lo stesso introdusse, o comunque fece
conoscere, la regola secondo cui ogni componente la società di
santa poteva entrare a far parte della
massoneria.  Quest’ultima circostanza mi venne rivelata da
Peppino PIROMALLI, nel 1989, al Carcere di Palmi” [16]

Leggiamo ora le dichiarazioni Gullà Giovanni, ennesimo


collaboratore di giustizia che imputa alla massoneria la
rivoluzione avvenuta internamente alle cosche calabresi:

“Il grado della Santa” – dichiarò GULLÀ Giovanni – presenta


una fondamentale peculiarità:  è conosciuto solo ed
esclusivamente alle persone che l’acquisiscono.Si creò una
sorta di gruppo di  mutua assistenza, nel senso che ogni
situazione riguardante i santisti doveva essere risolta
all’interno della stessa.È importante sottolineare che la
“Santa” rappresentò all’interno della  ’Ndrangheta uno stadio
“occulto”, in quanto il relativo grado, come detto, era noto
soltanto agli  altri “santisti” e nessun rilievo occupava
all’interno delle gerarchie della ’Ndrangheta.
Per fare un esempio, se uno ’ndranghetista si presentava ad
altri ’ndranghetisti di un altro  locale doveva palesare il suo
grado, picciotto, camorrista, sgarrista, ecc., non anche quello
di  santista eventualmente ricoperto, che poteva render noto
solo ed esclusivamente agli altri santisti.  La “Santa” si spiega
nella logica della “setta segreta”: si è inteso creare una
struttura di potere  sconosciuta agli altri affiliati per ottenere
maggiori benefici. Il santista può anche non avere forza
militare, può non essere, ad esempio, un capo società;
l’importante è che il “santista” abbia comunque  una sua forza,
ad esempio economica o politica, tale da poter apportare
contributi o vantaggi in genere  a tutta la struttura. Posso
affermare con convinzione che la santa, come setta segreta, è
l’esatto  corrispondente della massoneria coperta rispetto a
quella ufficiale.In questo senso mi constano
rapporti interpersonali tra santisti e massoni di logge coperte e
sovente i due gradi potevano cumularsi in capo
alla medesima persona. Va chiarito che l’appartenente alla
’Ndrangheta non può essere massone, ma  questo vale per la
’Ndrangheta “minore” e la massoneria pubblica.Ma come ho
già detto la “santa”  rappresenta una struttura segreta alla
stessa “’Ndrangheta” sicché per essa le regole
tradizionali  valgono nei limiti in cui siano compatibili con il
fine mutualistico a cui ho fatto riferimento.Pertanto, se  esso
fine può essere   soddisfatto con l’ingrasso di massoni nella
struttura o viceversa, nessun ostacolo  può essere frapposto”
[17]
(https://i1.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/zxcv.png)

Il tutto venne confermato dalle incredibili dichiarazioni


del super pentito Giacomo Ubaldo Lauro:

“È vero che al termine della prima guerra di mafia (1973-1977)


molti capi della ’Ndrangheta  decisero di entrare in
massoneria. La storia criminale della provincia reggina si può
articolare in due diversi periodi in cui si atteggiò diversamente
il rapporto tra la ’Ndrangheta e la massoneria.Sino all’inizio
dello scontro della metà degli anni settanta le due entità erano
vicine ma la nostra organizzazione era subalterna
alla massoneria che fungeva da tramite con le Istituzioni.Già
da allora comunque uomini della  massoneria ricevavano un
utile diretto percentualizzato, in riferimento agli affari che per
conto  nostro mediavano.Invero a Reggio Calabria vi era già
una presenza massonica massiccia nelle  Istituzioni tra i
politici, imprenditori, magistrati, appartenenti alle Forze
dell’Ordine e bancari, e  pertanto vi era un nostro interesse
diretto a mantenere un rapporto con essa.  È evidente che in
quel periodo eravamo costretti a delegare la gestione dei nostri
interessi, con  minori guadagni a personaggi molto spesso
inaffidabili.A questo punto capimmo che se fossimo  entrati a
far parte della famiglia massonica avremmo potuto
interloquire direttamente ed essere  rappresentati anche nelle
Istituzioni.Fu così che DESTEFANO Paolo, Santo ARANITI,
Antonio,  Giuseppe e Francesco NIRTA, Antonio MAMMOLITI,
Natale IAMONTE, Giuseppe PIROMALLI ed  altri entrarono a
far parte della massoneria, e fu anche così che venne fuori
l’idea di candidare  alle comunali diReggio Calabria
l’avv.DESTEFANO Giorgio, cugino dell’omonimo Paolo e Pietro
ARANITI, cugino del più noto Santo alle regionali.In questo
contesto si fecero pressioni sul  Senatore Nello VINCELLI per
candidare alle politiche Vico LIGATO, vicino alla
famiglia  DESTEFANO, e l’avv.Paolo ROMEO, con trascorsi in
Alleanza Nazionale, nelle liste del
Partito  Socialdemocratico.Per quanto detto è evidente che le
famiglie ’ndranghetistiche ebbero una  rappresentanza diretta
in seno alle Istituzioni ed avvalendosi del ruolo massonico
gestirono con forza la cosa pubblica.La magistratura per il
tramite di alcuni suoi rappresentanti assunse un ruolo  di
garanzia nella gestione degli interessi prima descritti.Mi
risulta infatti che anche alcuni magistrati avevano aderito alla
massoneria e per garantirsi, la loro adesione era
all’orecchio  mentre altri magistrati erano rappresentanti da
fratelli regolarmente iscritti alle logge diReggio  Calabria,
diGioiosa e di Roccella Jonica” [18].

Molto più specifiche ed allarmanti suonarono le


rivelazioni date ai magistrati da Barreca Filippo, capo
zona del quartiere Pellaro:

“Con il grado di “santista” entrati a far parte dell’élite della


’Ndrangheta, acquisendo un grado segreto che mi dava la
possibilità di avere rapporti con esponenti della
massoneria.Devo a questo  punto specificare che molti
“santisti” sono massoni, tra essi certamente quelli che hanno
costituito  la “copiata” della mia investitura.  Ritornando alla
richiesta delle SS.LL.sull’esistenza o meno di una loggia
segreta a  ReggioCalabria intendo dichiarare quanto segue:
Quando parlo di “santisti” massoni, intendo  riferirmi a
personaggi che costituiscono logge coperte; nella specie
inCalabria esisteva, sin dal1979, una loggia massonica coperta
a cui appartenevano professionisti, rappresentanti
delle  Istituzioni, politici e, come detto, ’ndranghetisti. Questa
loggia aveva legami strettissimi con la mafia di Palermo, a cui
doveva render conto.  La loggia si costituì quasi
contemporaneamente alla mia investitura a “santista”, in
occasione della latitanza a Reggio Calabria di Franco FREDA, e
cioè nei primi mesi dell’anno1979; anzi, fu  proprio Franco
FREDA a formare questa loggia, uno dei cui principali fini
istituzionali era  l’eversione dell’ordine democratico.FREDAmi
disse che altra loggia analoga era stata costituita  nella Città
diCatania.Va comunque sottolineato come una struttura di
fatto costituita da personaggi  eccellenti con la salda intesa di
una mutua assistenza esisteva già da prima, e FREDA si limitò
a  formalizzarla nel contesto di quel più ampio progetto
nazionale che alla realtà reggina improvvisamente attribuì un
ruolo di ben più ampio significato e spessore.Non bisogna
dimenticare  che già da tempo esisteva la “Santa”.  Le mie
conoscenze discendono direttamente da FrancoFREDA,
l’organizzatore della loggia, il quale, come ho avuto modo più
volte di dichiarare, ha trascorso alcuni mesi di latitanza presso
la mia abitazione.Al proposito sono prontissimo a sostenere in
qualunque momento un confronto  conFrancoFREDA se
dovesse fare dichiarazioni difformi alle mie.Devo, peraltro, far
presente che le mie conoscenze sul punto discendono anche da
altri personaggi della ’Ndrangheta già citati  come santisti-
massoni. Tra essi Santo ARANITI e da Paolo DESTEFANO.  Le
competenze della loggia, come detto, si fondavano su di una
base eversiva.Ma,  prevalentemente, la loggia mirava: ad
assicurarsi il controllo di tutte le principali
attività economiche – compresi gli appalti – della Provincia di
ReggioCalabria; il controllo delle  istituzioni a cui capo
venivano collocati persone di gradimento e facilmente
avvicinabili;
l’aggiustamento di tutti i processi a carico di appartenenti alla
struttura; l’eliminazione, anche  fisica, di persone “scomode” e
non soltanto in ambito locale.In sostanza si era creato un
gruppo di  potere che gestiva tutto l’andamento della vita
pubblica ed economica in sintonia con altri gruppi  costituitisi
in altre città italiane.  Dopo l’arresto diFREDA la loggia
continuò ad operare a pieno regime, sotto la direzione di
Paolo DESTEFANO, del cugino Giorgio e dell’avvocato Paolo
ROMEO; questi, nella qualità di esponenti di primo piano della
’Ndrangheta in stretto collegamento con i vertici di tutte
le  istituzioni del capoluogo reggino.“Cosa Nostra” era
rappresentata nella loggia da Stefano BONTADE; questo
collegamento con  i palermitani era necessario perché il
progetto massonico non avrebbe avuto modo di svilupparsi
in pieno in assenza della “fratellanza” con i vertici della mafia
siciliana, ciò conformemente alle regole della massoneria, che
tende ad accorpare in sé tutti i centri di potere, di
qualunque  matrice.Posso affermare con convinzione che a
seguito di questo progetto, in Calabria la  ’Ndrangheta e la
massoneria divennero una “cosa sola”. [19]

L’inquietante realtà descritta dal Barreca ha trovato poi


puntuali conferme nelle  dichiarazioni di Lauro Giacomo
e del Marrapodi Pietro, notaio massone, iscritto alla
loggia  Bovio e Logoteta, loggia ufficialissima del Grande
Oriente d’Italia, e soprattutto decisive convergenze dalle
analogie emergenti dal “caso Mandalari” istruito dai
magistrati della D.D.A. di Palermo.  Secondo Calderone
Antonino proprio nel settembre del 1977 nel corso di una
riunione della Commissione regionale di “Cosa Nostra” si
era proposto di far entrare in logge riservate
due esponenti dell’organizzazione per provincia. Accadde
poi, riferì ancora Calderone, che si sciolse la famiglia di
Catania, e quando il  fratello Giuseppe chiese a Bontade
quale fosse stato l’esito di quel progetto, ottenne una
risposta  evasiva.Giuseppe Calderone confidò però al
fratello di essere convinto che il progetto fosse  stato
attuato e che Stefano Bontade e Michele Greco fossero
ormai entrati a far parte della  massoneria. Peraltro, ha
aggiunto Calderone, era notorio all’interno di “Cosa
Nostra” che  Giacomo Vitale, cognato di Stefano Bontade,
fosse massone (v. interrogatorio  di Calderone del 25
agosto 1987 reso alG.I. di Palermo e altresì trascrizione, in
atti,  dell’audizione dello stesso dinanzi la Commissione
Parlamentare Antimafia dell’11 novembre 1992 – pagg.294
e segg.)  Ancor più analitico è il contributo offerto sul
tema da Leonardo Messina, secondo il quale:

“…molti degli uomini di “Cosa Nostra”, cioè quelli che


riuscivano a diventare capi, appartenevano  alla massoneria…
è nella massoneria che si possono avere i contatti con gli
imprenditori, con le istituzioni, con gli uomini che
amministrano il potere…” e poi, più esplicitamente: “La
massoneria è un punto di incontro per tutti” [20]

Particolarmente significative sono al riguardo le


dichiarazioni che Spatola Rosario rilasciò  al P.M.di
Palermo:

“Per quanto mi risulta, esiste un’organizzazione massonica


segreta, la quale ha il nome “Iside 1” per Palermo, “Iside 2” per
Trapani, “Iside 3” per Agrigento. Venendo ora più in concreto
sull’organizzazione delle logge voglio precisare che le logge
hanno regole estremamente simili a Cosa Nostra e pertanto tra
le due organizzazioni si crea un notevole vincolo e una
reciproca disponibilità, cioè una comune fratellanza. Per ciò
che concerne “Iside 1”, sono in grado di riferire che Gran
Maestro della loggia è MANDALARI, da quel che si dice il
commercialista di RIINA.Anche il RIINA fa parte di quella
loggia.Anche Stefano BONTADEe Giovanni erano massoni,
anche se non so se facevano parte di quella loggia. Per ciò che
io so tale “Iside” ha avuto inizio alla fine degli anni ’70” [21].

In definitiva, è ormai dato probatoriamente acquisito che


collaboratori calabresi e siciliani,  ciascuno con
riferimento al rispettivo sodalizio criminale, abbiano
delineato in modo esauriente l’esistenza di precisi legami
e costanti collegamenti con la fratellanza massonica
riservata,  finalizzati ad una strategia di progressiva
“infiltrazione” del baronato mafioso negli
ambienti  politici imprenditoriali ed istituzionali del
paese. Chiara, limpida, esauriente è questa dichiarazione
di Giacomo Lauro:

“non ci sarebbe mai stata una ’Ndrangheta così forte senza la


complicità dei politici corrotti e dei professionisti della
massoneria” [22].

(https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-
content/uploads/2014/11/dfghj.png)
[illustrazione di Enzo Patti tratta da p.64 di “Osso, Mastrosso e Carcagnosso”,
di Vincenzo Macrì, edito da Rubettino]

4) MASSONERIA, ‘NDRANGHETA E FATTI DI CRONACA

Qui di seguito procediamo a fornire un elenco di


numerosi articoli di quotidiani nazionali, regionali,
provinciali e locali in cui si rendiconta più o meno
celermente il documentato rapporto tra massonerie e
‘ndrangheta calabrese. Buona lettura ai più coraggiosi.
– L’alleanza tra ’ndrangheta e massoneria per avvicinarsi al
potere: http://www.linkiesta.it/ndrangheta-massoneria-
calabria-locri (http://www.linkiesta.it/ndrangheta-massoneria-
calabria-locri)

– Massoneria al voto, con lo spettro della


‘ndrangheta: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/17/massoneria-
al-voto-con-lo-spettro-della-ndrangheta/884301/
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/17/massoneria-al-
voto-con-lo-spettro-della-ndrangheta/884301/)

-‘Ndrangheta e soldi sporchi, il ruolo di Macrì. Il Grande


Oriente lo sospende dalla
massoneria: http://www.umbria24.it/ndrangheta-e-soldi-
sporchi-il-ruolo-di-macri-il-grande-oriente-lo-sospende-dalla-
massoneria/53311.html (http://www.umbria24.it/ndrangheta-e-
soldi-sporchi-il-ruolo-di-macri-il-grande-oriente-lo-sospende-
dalla-massoneria/53311.html)
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/17/massoneria-al-
voto-con-lo-spettro-della-ndrangheta/884301/)

– Pentito nel processo ai clan, accusa la rete di Scajola: legami


tra servizi, ’ndrangheta e
massoneria: http://www.ilsecoloxix.it/p/imperia/2014/05/15/ARBcb4G-
ndrangheta_massoneria_processo.shtml
(%20http://www.ilsecoloxix.it/p/imperia/2014/05/15/ARBcb4G-
ndrangheta_massoneria_processo.shtml)

– Boss, politici e manager massoni Gli Invisibili che


comandano a
Reggio: http://www.corriere.it/cronache/14_aprile_14/boss-
politici-manager-massoni-invisibili-che-comandano-reggio-
8d1034b8-c3d6-11e3-a057-b6a9966718ba.shtml
(http://www.corriere.it/cronache/14_aprile_14/boss-politici-
manager-massoni-invisibili-che-comandano-reggio-8d1034b8-
c3d6-11e3-a057-b6a9966718ba.shtml)

-‘Ndrangheta, Massoneria &


Politica: http://www.youreporter.it/video_Ndrangheta_Massoneria_e_Politica_1
(//www.youreporter.it/video_Ndrangheta_Massoneria_e_Politica_1)

– Inchiesta Saggezza : spunta informativa su presunti legami


‘ndrangheta – massoneria – See more at:
http://www.larivieraonline.com/inchiesta-saggezza-spunta-
informativa-su-presunti-legami-ndrangheta-
massoneria#sthash.DXH9TIwB.dpuf
(http://www.larivieraonline.com/inchiesta-saggezza-spunta-
informativa-su-presunti-legami-ndrangheta-
massoneria#sthash.DXH9TIwB.dpuf)

– CALABRIA: ‘NDRANGHETA E
MASSONERIA: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/08/calabria-
ndrangheta-e-massoneria.html
(http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/08/calabria-
ndrangheta-e-massoneria.html)
– ‘Ndrangheta e massoneria alla conquista degli appalti della
Regione Lazio: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-
23/ndrangheta-massoneria-conquista-appalti-144709.shtml?
uuid=AbJbTXyH (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-
05-23/ndrangheta-massoneria-conquista-appalti-
144709.shtml?uuid=AbJbTXyH)
-Ndrangheta: Boccassini, omertà resta, riti tra religione e
massoneria: http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2014/11/18/ndrangheta-
boccassini-omerta-resta-riti-tra-religione-
massoneria_motBrn5qECP8VS8WDl73BN.html
(http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2014/11/18/ndrangheta-
boccassini-omerta-resta-riti-tra-religione-
massoneria_motBrn5qECP8VS8WDl73BN.html)

-Sospesa per mafia la loggia massonica di Gerace. I “fratelli” si


riunivano al tempio di
Siderno: http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/719299/Sospesa-
per-mafia-la-loggia-massonica.html
(http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/719299/Sospesa-
per-mafia-la-loggia-massonica.html)

-Affari della loggia in enti pubblici e Questure  Gli impegni


della massoneria legata alle
‘ndrine: http://www.ilquotidianoweb.it/news/Il%20Quotidiano%20della%20Calabria/353611/Affari-
della-loggia-in-enti-pubblici-e-Questure–Gli-impegni-della-
massoneria-legata-alle–ndrine.html
(http://www.ilquotidianoweb.it/news/Il%20Quotidiano%20della%20Calabria/353611/Affari-
della-loggia-in-enti-pubblici-e-Questure--Gli-impegni-della-
massoneria-legata-alle--ndrine.html)

-Appalti, massoneria, ‘ndrine: blitz in 5 regioni contro affari e


legami del clan
Mancuso: http://www.ilquotidianoweb.it/news/Il%20Quotidiano%20della%20Calabria/353219/Appalti-
massoneria–ndrine-blitz-in-5-regioni–contro-affari-e-legami-
del-clan-Mancuso-.html
(http://www.ilquotidianoweb.it/news/Il%20Quotidiano%20della%20Calabria/353219/Appalti-
massoneria--ndrine-blitz-in-5-regioni--contro-affari-e-legami-
del-clan-Mancuso-.html)

-Patto massoneria – ‘ndrangheta: la cosca spingeva per le


nomine negli
enti: http://www.huffingtonpost.it/2012/10/31/massoneria-
ndrangheta-nomine_n_2050040.html
(http://www.huffingtonpost.it/2012/10/31/massoneria-
ndrangheta-nomine_n_2050040.html)

-Il boss Mancuso: “La ‘ndrangheta non esiste più. E’


massoneria”: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/boss-
mancuso-ndrangheta-non-esiste-massoneria-1496464/
(http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/boss-mancuso-
ndrangheta-non-esiste-massoneria-1496464/)

-Forgione: massoneria e ‘ndrangheta nella politica


calabrese: http://archivio.panorama.it/italia/Forgione-
massoneria-e-ndrangheta-nella-politica-calabrese
(http://archivio.panorama.it/italia/Forgione-massoneria-e-
ndrangheta-nella-politica-calabrese)

CONCLUSIONI

Innanzi tutto chiediamo umilmente perdono allo


sventurato lettore che, imbattutosi in codesto scritto, si
sia voluto sorbire tutto questo noioso e prolisso
rendiconto di alcuni dei pochi rapporti, documentati,
intercorsi tra massoneria italica e ‘ndrine calabresi. Va
chiarito, però, che per motivi di tempo e per questioni
tecniche, alcuni interessanti argomenti inerenti al tema
non sono potuti esser qui trattati. Mi riferisco in
particolare alle scandalose vicende vissute dal massone
notaio pentito Marrapodi, oppure alla loggia di Gerace
sciolta dal Grande Oriente d’Italia per infiltrazioni
mafiose. Forse tali questioni verranno affrontate in futuri
scritti pubblicati dai magnanimi tipi di Radio Spada.
Veniamo a concludere tirando le dovute somme. Questo
scritto è stato principalmente pubblicato per un motivo:
certificare in modo oggettivo l’esistenza probatoria di
fecondi e fruttuosi rapporti tra massoni e ‘ndranghetisti.
Tali rapporti sono documentati incontrovertibilmente,
sono certi, sono continuativi e acclarati.

Altresì tale scritto si proponeva di comprendere e


spiegare la dimostrabile presenza di sincretistici
segmenti rituali acquisiti dalla cosche calabresi per
mezzo della strutturazione del grado di santista,
gerarchicamente superiore e indipendente, al quale era
concesso affiliarsi alla massoneria. Tale oggettività cozza
profondamente con le dichiarazioni rilasciate, per
esempio, da Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del
Grande Oriente d’Italia e uomo di spicco
dell’establishment culturale e propagandistico della
maggior setta massonica italica [23]. Costui affermò che
“il GOI non ha nulla a che fare con nessuna
organizzazione criminale… […]…può darsi che ci siano
state collusioni ma non con il GOI, bensì con altre
massonerie…”. Tutto ciò dichiarato dal Bonvecchio è
palesemente falso e contro argomentabile per filo e per
segno. Tutti i massoni di cui s’è trattato sopra erano
iniziati a logge ufficiali del Grande Oriente d’Italia,
nessuna loggia “deviata” ma tutte regolarmente
riconosciute dal Goi.

Ciò non toglie che alcune inchieste hanno riguardato


anche altre obbedienze massoniche. Il Bonvecchio nega
l’evidenza rispettando il giuramento settario di segreto di
cui ogni massone è protagonista durante il rito
d’iniziazione alla fratellanza. Tutti i signori sopra citati,
sia che si tratti di magistrati sia che si tratti di
collaboratori di giustizia, sono concordi nell’affermare
una questione certa: la ‘ndrangheta che conosciamo oggi,
quella presente in 5 continenti, quella infiltrata in ogni
grado delle gerarchie istituzionali, quella “legalizzata”,
non sarebbe tale se non per il supporto di logge
massoniche. La setta ammorba nel peggior modo:
internazionalizza, globalizza, depenalizza, tutto infetta e
nulla risparmia: quello scritto qui è una goccia del mare,
un granello della spiaggia, una sola cellula dell’intero
tumore che attacca la Civiltà Cristiana.

CONCLUDO DEFINITIVAMENTE RIPORTANDO LA


CONDANNA CHE PAPA CLEMENTE XII POSE ALLA SETTA
DEI MASSONI NELL’ENCICLICA “IN EMINENTI” NEL 1738:

“…decretiamo doversi condannare e proibire, come con


la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo,
condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni,
Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei
Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque
altro nome chiamate…”
[ Clemente XII, Litt. ap. In eminenti, 28 apr. 1738, in
Bullarium Romanum, taurinensis ed., t. XXIV, 365-367] 
(http://www.losai.eu/bolla_pontificia_antimassonica_papa_clemente_xii/)

NOTE
[1] Nicola Gratteri, Fratelli di Sangue, Mondadori, p.44;
[2] cit. Gratteri intervistato dagli autori del documentario “La Santa”: Oliva +
Ferro, La Santa, Rizzoli, 2007; Il documentario è visionabile su youtube: “La
santa”  (https://www.youtube.com/watch?v=5JYVtzjL3Qs).
[3] cit. Vinvenzo Macrì intervistato dagli autori del documentario “La
Santa”: Oliva + Ferro, La Santa, Rizzoli, 2007; Il documentario è visionabile su
youtube: “La santa”  (https://www.youtube.com/watch?v=5JYVtzjL3Qs).
[4] Nicola Gratteri, Fratelli di sangue, Mondadori, p. 316 e appendici;
[5] Dott. L. Jesboama, Commento completo alla Tavola di smeraldo
dell’Ermete Trismegisto, in Commentarium, rivista per le Accademie
Ermetiche del dott. Giuliano Kremmerz, anno I, n°6/7/8/9/10,
ottobre/dicembre, Bari, 1910;
[6] Hahajah, La tavola di smeraldo in Ibis, rivista bimestrale di studi
esoterici, n° 4-5-6 luglio/dicembre, Bari, 1950;
[7]
-Ermete Trimegisto e Tavola Smeraldina sul sito web della Gran Loggia
d’Italia: http://www.granloggiaditalia.com/sito/storia-e-simboli-della-
massoneria (http://www.granloggiaditalia.com/sito/storia-e-simboli-della-
massoneria/);
-Commento alla Tavola di Smeraldo ad opera del sito dell’obbedienza
massonica di Rito
Simbolico: http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_09.html
(http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_09.html);
-Commento alla Tavola di Smeraldo ad opera della Loggia Giordano Bruno
del Grande Oriente d’Italia: http://www.loggiagiordanobruno.com/20110515-
la-tavola-smeraldina-tra-oriente-ed-occidente.html
(http://www.loggiagiordanobruno.com/20110515-la-tavola-smeraldina-tra-
oriente-ed-occidente.html);
[8]
Per una catechesi massonica circa il rito di “Catena d’Unione” vedere pagina
113 del Quaderno di Simbologia
Muratoria: http://www.loggiatacito740.it/Quaderni%20di%20Simbologia%20Muratoria.pdf
(http://www.loggiatacito740.it/Quaderni%20di%20Simbologia%20Muratoria.pdf); 
Per altri approfondimenti da fonti massoniche:
– Fuoco Sacro.com: “Catena d’Unione”
(http://www.fuocosacro.com/pagine/1/la%20catena%20d'unione.htm)– Loggia
Michael all’Oriente di Savona: Catena d’Unione
(http://www.loggiamichael.it/Loggia_Michael_Savona/Tavole_Fr_Sr_1_files/01%20-
%20La%20Catena%20di%20Unione.pdf)– Gran Loggia Svizzera Alpina:
“Catena d’Unione” (http://www.freimaurerei.ch/i/alpina/artikel/artikel-2004-1-
01.php)
– Loggia Roberto Assagioli 1378: “Catena d’Unione”
(http://www.robertoassagioli.it/loggia/tavole-di-loggia/la-catena/)– Loggia
Aletheia dell’Ordine Martinista: “Catena d’Unione”
(http://www.loggiaaletheia.it/download/bibliotecaesterna/La%20Catena%20D'%20Unione%20Ed%20Altre%20Considerazioni%20Sul%20Rituale
[9] Mazzini carbonaro e vicino alle logge radicali inglesi, direttamente dal
sito web ufficiale del Grande Oriente
d’Italia: http://www.grandeoriente.it/studi/storia-della-massoneria-in-
italia/linfluenza-di-mazzini-nella-massoneria-italiana.aspx
(http://www.grandeoriente.it/studi/storia-della-massoneria-in-
italia/linfluenza-di-mazzini-nella-massoneria-italiana.aspx)
[10]
– Carriera massonica di Giuseppe Garibaldi [DOCUMENTI,
FOTO]: http://radiospada.org/2014/05/carriera-massonica-di-giuseppe-
garibaldi-documenti-foto/ (http://radiospada.org/2014/05/carriera-massonica-
di-giuseppe-garibaldi-documenti-foto/);
– Il Ven:. Gr:. M:. Massone Giuseppe Garibaldi e l’eterna devozione della
massoneria [FOTO e DOCUMENTI]: http://radiospada.org/2014/02/il-ven-gr-m-
massone-giuseppe-garibaldi-e-leterna-devozione-della-massoneria-foto-e-
documenti/ (http://radiospada.org/2014/02/il-ven-gr-m-massone-giuseppe-
garibaldi-e-leterna-devozione-della-massoneria-foto-e-documenti/);
– LA MASSONERIA ATTRAVERSO IL RISORGIMENTO, IL FASCISMO, LA
REPUBBLICA E NELLA «CHIESA»: http://radiospada.org/2013/12/la-
massoneria-attraverso-il-risorgimento-il-fascismo-la-repubblica-e-nella-
chiesa/ (http://radiospada.org/2013/12/la-massoneria-attraverso-il-
risorgimento-il-fascismo-la-repubblica-e-nella-chiesa/)
– Bronte, Bixio e gli amici inglesi: http://radiospada.org/2012/08/bronte-bixio-
e-gli-amici-inglesi/ (http://radiospada.org/2012/08/bronte-bixio-e-gli-amici-
inglesi/)
[11] vedi: “Spunti settimanali per meditare”, Grande Oriente d’Italia,
p.6: http://www.base.it/riflessioni/110313_set_09_rif_LogAnk.pdf
(http://www.base.it/riflessioni/110313_set_09_rif_LogAnk.pdf)
[12] Nicola Gratteri, Fratelli di Sangue, Mondadori, p.45;
[13] Nicola Gratteri, Fratelli di Sangue, Mondadori, p.44;
[14] Nicola Gratteri, Fratelli di Sangue, Mondadori, p.70;
[15] Nicola Gratteri, Fratelli di Sangue, Mondadori, pp. 316-321; dichiarazioni
letteralmente estratte da sentenze e interrogatori;
[16] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 9
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[17] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 9
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[18] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 11
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[19] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 12
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[20] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 13
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[21] Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 14
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
[22]Dott. Salvatore Boemi, L’ATTEGGIARSI DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE
SULLA BASE DELLE ESPERIENZE
PROCESSUALI ACQUISITE: LA ’NDRANGHETA, p. 19
: http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf
(http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_2.pdf);
  antimassoneria
(https://www.radiospada.org/tag/antimassoneria-2/), Calabria
(https://www.radiospada.org/tag/calabria/), Davide Consonni
(https://www.radiospada.org/tag/davide-consonni/), Garibaldi
(https://www.radiospada.org/tag/garibaldi/), giuramento
(https://www.radiospada.org/tag/giuramento/), massone
(https://www.radiospada.org/tag/massone/), massoneria
(https://www.radiospada.org/tag/massoneria/), Mazzini
(https://www.radiospada.org/tag/mazzini/), ndrangheta
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Massoneria e ‘Ndrangheta: storia di una collusione certa e


documentata di guelfonero
(https://www.radiospada.org/author/guelfonero/) on 3 dicembre 2014

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[DIFUNDE TU FE CATOLICA] EL SANTÍSIMO ROSARIO DE


NUESTRA SEÑORA, felicidad anticipada de la Gloria Celestial

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