You are on page 1of 279

LA TEORIA DELLA MENTE PASSO A PASSO

In questo libro sono raccolti tutti gli esercizi e le strategie che abbiamo seguito per insegnare che non
tutte le persone percepiamo, pensiamo, sentiamo o crediamo le stesse cose.

Per Anabel Cornago

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/

y fichas prácticas de Amaya Padilla

http://garachicoenclave.blogspot.com/

Mi agradecimiento a Dr. Ragna Cordes, Guadalupe (http://aulautista.wordpress.com/), Silvia Tehan y


Dana. Los pictogramas son de ARASAAC (http://www.catedu.es/arasaac/) y las imágenes son de
elaboración propia o recogidas en Internet. Recomiendo el libro “En la mente”, de Marc Monfort.

Licencia: CC (BY-NC)
INDICE:
0 Cosa intendiamo per Teoria della mente?
1 I cinque sensi e i suoi verbi associati
2 Mostrare l'esistenza di diverse prospettive.
2.1. Prospettiva visuale semplice.
2.2. Prospettiva visuale complessa.
3 Le situazioni e le differenti prospettive: vedere porta a sapere
4 Conoscenza e uso adeguato dei differenti "verbi mentali"
4.1 Dire e pensare
4.2 Pensare e sentire
4.3 Pensare, credere, sapere
4.4 Credere, sbagliarsi
4.5 Pensare, volere (desiderare), sentire

5 Allenamento specifico in situazioni di falsa credenza

5.1. Falsa credenza di primo ordine.


5.2 Falsa credenza di secondo ordine.

6 Indovinare le intenzioni
7 Lavorare sulle credenze vere.
8 Differenze tra realtà e bugie

8.1 Assurdo
8.2 Fantasia
8.3 Vero / Falso
8.4 Indovinelli
8.5 Barzellette
8.6 Immaginare le probabilità
8.7 Scherzi
8.8 Inganno

9 Stati emozionali complessi

9.1 La vergogna
9.2 Chiedere perdono
9.3 La colpa

10 Lavorare sulle richieste e sul risolvere i problemi.

11 Una situazione e differenti emozioni in persone diverse


COSA INTENDIAMO PER TEORIA DELLA MENTE?

Per Teoria della mente (Theory of Mind) intendiamo la capacità di percepire che le altre persone
possiedono uno stato mentale interno che può essere uguale al nostro ma a volte anche diverso.

Le persone hanno la capacità automatica di attribuire desideri, intenzioni, emozioni, stati di


conoscenza o pensieri alle altre persone e capire chesono diversi dai propri. Ciò comporta la
rappresentazione interna degli stati mentali delle altre persone. Il nostro rapporto con le persone
che ci stanno intorno è molto condizionato dalla Teoria della mente. Per capire quello che fanno o
dicono gli altri, ci mettiamo al loro posto e così possiamo comprendere quello che porta loro o
li motiva ad agire in una determinata manera.
Tuttavia, le persone con autismo hanno difficoltà a capire ciò che un'altra persona pensa o crede.
Per Frith (1989), i bambini nello spettro autistico “non distinguono quello che hanno nella loro
mente da quello che hanno nella mente gli altri" Quando non si ha la capacità di mettersi al posto
di un'altra persona, la condotta altrui risulta imprevedibile, senza senso e difficile da comprendere.
Il deficit nella teoria della mente spiega in gran parte le difficoltà che le persone con ASD
hanno in campo sociale.
Le conseguenze di questo deficit possono manifestarsi in:

o Difficoltà nel prevedere la condotta altrui.


o Difficoltà a capire le intenzioni degli altri e conoscere le reali motivazioni che guidano
i loro comportamenti.
o Difficoltà a capire le emozioni degli altri, quello che porterà loro a mostrare scarse empatia
o Difficoltà a comprendere come le sue condotte o commenti colpiranno le altre persone
ed avranno influenza su quello che gli altri pensano di lui.
o Fornendo ogni tipo di informazione mostrano difficoltà a tenere in considerazione il livello
di conoscenza dell'interlocutore sul tema in questione (che può portare l'interlocutore a
non comprendere bene di che si sta parlando)
o Diffcoltà a tenere conto del grado di interesse dell' interlocutore sul tema della conversazione
o Difficoltà ad anticipare quello che gli altri possono pensare sul suo comportamento.
o Difficòltà a mentire e a comprendere l'inganno.
o Difficoltà a comprendere le interazioni sociali, che possono portare problemi a rispettare
il turno, seguire il tema della conversazione e mantenere un contatto oculare adeguato.
CAPITOLO 1:

I CINQUE SENSI E I LORO VERBI ASSOCIATI


La forma più elementare di relazione con l'ambiente avviene attraverso i cinque sensi: gusto,t
tatto, udito, olfatto e vista. Per questo all'inizio andremo a creare situazioni per fare in modo che
il bambino familiarizzi con i sensi, con gli organi che li sviluppano e i verbi associati.

Gli esercizi che presento adesso non hanno come obiettivo quello di migliorare la percezione
sensoriale del bambino, ma a familiarizzare con l'uso dei verbi associati ad ogni sensi.
Amaya Padilla (http://garachicoenclave.blogspot.com/) ci ha preparato delle schede come
materiale di supporto per lavorare sui sensi.
1. Vista: verbo = vedere.

SENSO VERBO - AZIONE ORGANO UTILIZZATO

VISTA VEDERE OCCHI

vista vedere occhi

Esercizio 1: metti sul tavolo davanti al bambino tre oggetti (poi il numero aumenterà).

- (nome del bambino), Cosa vedi sul tavolo? – Io vedo una palla, una macchina e una bambola
Molto bene, tu vedi una palla, una macchina e una bambola.

- (nome del bambino), Cosa vedo io sul tavolo? – Tu vedi una palla, una macchina e una bambola
Molto bene, io vedo una palla, una macchina e una bambola.
Si andranno variando gli oggetti: poi possono collocarsi alcuni oggetti davanti al bambino ed altri
oggetti davanti a te.

Esercizio 2: come il precedente, però con oggetti distribuiti per la casa:

- (nome del bambino), nomina un (poi due, tre, etc.) oggetto che vedi in casa.
- (nome del bambino), Cosa vedi in casa?

Serie: io vedo un tavolo, una lampada, etc. E tu? Io vedo xxx, e tu?

Esercizio3: come il precedente, ma con oggetti per strada, o visti attraverso una finestra,
cioè, ogni volta a maggiore distanza.
2. Olfatto – verbo: odorare.

SENSO VERBO - AZIONE ÓRGANO UTILIZZATO

OLFATTO ODORARE NASO


olfatto odorare naso

Con diversi oggetti che odorano, andiamo ad esercitare il verbo "odorare" come abbiamo fatto
col verbo “vedere”/ Quale odore?, Cosa odora lui?, che cosa annusi tu?, che cosa annuso io?,
Nel blog ho pubblicato alcuni esercizi di stimolazione olfattiva (più utili ai problemi sensoriali che
alla teoria della mente)

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/06/estimulacion-olfativa-1.html

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/06/estimulacion-olfativa-2.html

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/06/estimulacion-olfativa-3.html
3. Gusto - verbo: sapere, assaggiare.

SENSO VERBO - AZIONE ORGANO UTILIZZATO

GUSTO ASSAGGIARE LINGUA

gusto assaggiare lingua

Utilizzeremo alimenti dolci, salati, acidi, piccanti, etc. e chiederemo al bambino di usare il
verbo sapere: Di cosa sa? - il cetriolo sa di acido, il biscotto sa di dolce, il curry sa di piccante,
la carne sa di salato, etc.

Possiamo usare questo materiale d'appoggio:


RÁBANO

Ci sono schede di lavoro molto ben fatte di Mabel Freixes di Brahim che puoi scaricarei qui:

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/07/fichas-para-trabajar-el-sentido-del.html
4. Udito – verb o: udire, ascoltare.

SENSO VERBO - AZIONE ÓRGANO UTILIZZATO

UDITO UDIRE ORECCHIE

udito udire orecchie

Ci eserciteremo con oggetti che suonano a fare esercizi simili a quelli della vista. Possiamo
anche usare i suoni dell'ambiente: il clacson dell'auto, una porta che si apre, il suono del
frigorifero etc.
(nome del bimbo), Cosa senti? – Io sento xx (nome del bimbo), Cosa sento io? – Tu senti xx.

Questi video di Eugenia Romero (http://blogdelosmaestrosdeaudicionylenguaje.blogspot.com/)

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/06/hipersensibilidad-sonidos-5-videos-de.html

Successivamente introdurremo la variazione di tono: alto, basso. (alzare o abbassare il volume


della musica, colpire lo xilofono con diversa intensità, etc).

In seguito all'ipersensibilità uditiva di Erik, lavoriamo moltissimo il senso dell'udito. Qui ci sono
vari e vario materiale per questo:

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2009/03/hipersensibilidad-sonidos-ejercicios-
1.html

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2009/03/hipersensibilidad-sonidos-ejercicios-
2.html

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2009/03/hipersensibilidad-sonidos-ejercicios-
3.html
5. Tatto: verbo: toccare, pelle.

SENSO VERBO - AZIONE ORGANO UTILIZZATO

TATTO TOCCARE PELLE

tatto toccare pelle

Per insegnare l'uso di questo verbo ci sono molte possibilità:

- dare un ordine. “tocca i pantaloni della bambola”, “accarezzami la faccia”,


- descrivere quello che si sta facendo: “tie accarezzo i capelli”, “mi tocco il naso”

- chiedere cosa si sta toccando: che cosa tocchi ora?, io tocco la sedia, tocco l'acqua, etc.

cosa tocco io adesso?, tu tocchi il calorifero, etc.

Nel caso in cui il bambino abbia problemi sensoriali col senso del tatto, nel blog ci sono vari
esercizi:
http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2009/02/el-tacto-y-el-contacto-corporal.html)

GIOCO COL PC PER LAVORARE SUI SENSI E LE LORO FUNZIONI:

http://garachicoenclave.blogspot.com/2008/10/los-sentidos-y-sus-funciones.html
CAPITOLO II:

MOSTRARE L' ESISTENZA DI DIVERSE PROSPETTIVE


2.1. Prospettiva visuale semplice:

L'obiettivo è quello che il bambino capisca che diverse persone possono vedere cose diverse.
Esercizio 1: Chiedere al bambino di disegnare su un foglio di carta un elemento diverso per ogni lato
(se ancora non disegna bene, facciamo noi, ma il bambino deve vedere ciò che abbiamo disegnato).
Ad esmpio un albero su un lato del foglio e una casa sull'altro lato. Come rinforzo diciamo. “Guarda
su questo lato c'è un albero e su questo una casa, e continuiamo ad insegnare cosa c'è sui due lati
ripetendo il messaggio. Può darsi che il bambino abbia bisogno di più aiuto, per questo possiamo
scrivere il numero 1 su un lato e il numero 2 sull'atro.
Il bambino ci si siede di fronte, solleviamo il foglio di carta. Ognuno di voi vede un lato del foglio.
- “(nome del bambino), Cosa vedi tu nel foglio? – Io vedo un albero - Molto bene, tu vedi un albero.
- “(nome del bambino), Cosa vedo io nel foglio? – Tu vedi una casa – Molto bene, io vedo una casa.

Girate il foglio e ripetete le domande. Poi si ripeterà l'esercizio con altri disegni.

Esercizio 2: Prepate un foglio dicarta con un disegno diverso su ogni lato. Il bambino non sa cosa
avete disegnato. Per esempio, un'auto e una tazza. Alzate il foglio e chiedete:
- “(nome del bambino), Cosa vedi nel foglio? - Vedo una macchina - Molto bene, vedi una macchina.
- “(nome del bambino), Cosa vedo nel foglio? – Non so, non posso vederlo – Molto bene, non puoi
vederlo e non lo sai. te lo dico io, io vedo una tazza, guardala.

Probabilmente, il bambino tenterá di indovinare quello che vedi tu.. Erik cominciava a dire nomi di
oggetti per vedere se riusciva ad indovinare. In questo caso, molto chiaramente ogni volta che
ripete un oggetto dire: "No, non si può sapere perché non si vede, fino a che il bambino capisca
e alla fine risponda" Non lo so, non riesco a vederlo. " L'esercizio con più fogli e nuovi disegni.
Schede di lavoro di Amaya Padilla per realizzare i 2 esercizi precedenti:

ESERCIZIO 1:

ISTRUZIONI:

Osserviamo il foglio con il bambino e gli facciamo vedere le due immagini affinché
ci dica quello che vede nella prima e poi nella seconda immagine ( in un primo momento possiamo
scrivere un 1 sulla prima immagine e un 2 sull'altra per aiutarlo e una volta capita la dinamica
li toglieremo).

Pieghiamo il foglio lungo la linea tratteggiata e lo giriamo perchè veda ciascun lato del
foglio e ripetiamo quel che si vede su ogni lato.

Ci sediamo di fronte al bambino, mettiamo il foglio in modo che ognuno veda uno
dei lati e quindi le immagini diverse.

- “(nome del bambino), Cosa vedi tu nel foglio? – Io vedo … - Molto bene, tu vedi …

- “(nome del bambino), Cosa vedo io nel foglio? – Tu vedi … – Molto bene, io vedo …

Giriamo il foglio e ripetiamo le domande. Poi si ripeterà l'esercizio con altri disegni.

Il bambino può anche disegnare le immagini.


ESERCIZIO 2:

Pieghiamo il foglio per la linea tratteggiata, senza che il bambino veda le immagini
che sono rappresentate.

Ci sediamo di fronte al bambino, mettiamo il foglio in modo che ognuno veda uno
dei lati e quindi le immagini diverse.

- “(nome del bambino), Cosa vedi nel foglio? – Io vedo … – Molto bene, tu vedi …

- “(nome del bambino), Cosa vedo io nel foglio ? – Non lo so, non posso vederlo – Molto bene,
non puoi vederlo e non lo sai. Guarda ti faccio vedere quello che vedo io, io vedo..... guadala.

Probabilmente, il banbino proverà ad indovinare quello che vedi tu . In questo caso, con molta
chiarezza ogni volta che ripete un oggetto diremo: "No, non puoi saperlo perché non si vede",
fino a che il bambino capisca e alla fine risponda “Non lo so, non posso vederlo”.

L'esercizio con più fogli e nuovi disegni.


2.2 Prospettiva visuale complessa:

Un oggetto può essere diverso a seconda del punto di vista da cui lo guardiamo.Nello stesso
modo se una persona lo guarda da un posto ed un'altra persona da un altro possono stare
ottenendo visioni diverse dello stesso oggetto . E' importante che il bambino conosca
questo fatto poiché la differente percezione degli oggetti, e dei fatti, porta le persone ad avere
informazioni distinte e pertanto diversa credenza. .
L'obiettivo è che il bambino capisca non solo ciò che qualcuno vede, ma anche come appare .
Esercizio 1:

Per insegnare le differenti prospettive degli oggetti, c'è un esercizio che consiste nel raggruppare
oggetti uguali visti da prospettive differenti.
Materiale di lavoro: foto di un oggetto da distinte prospettive, foto di un bambino da distinte
prospettive, di un animale, etc.

Il bambino dovrà raggruppare le foto corrispondenti ad uno stesso oggetto.


Quando il bambino avrà fatto la raggruppazione, si passa a lavorare un oggetto.
Prendi una foto e spieghi:
(nome del bambino), guarda, qui c'è il bambino fotografato di fronte; di profilo; di spalle, etc

Poi si passa a chiedere: Come si vede il bambino in questa foto? – di fronte, a testa in giù, etc.

Per lavorare su questo esercizio, Amaya Padilla ha realizzato le seguenti schede:

- Si inizia con le schede così che il bambino impari a conoscere le diverse posizioni e le diverse
prospettive visuali. In un primo momento gli insegnamo le foto rispettive ad ogni prospettiva.
Lavoreremo in primo luogo con la posizione del corpo ed oggetti reali mostrandogli la foto della
visuale corrispondente e poi osservando le diverse fotografíe e disegni ripetendo la posizione
che rappresentano. Nelle schede vuote possiamo attaccare delle nuove foto ( dei membri della
famiglia, oggetti familiari al bambino, etc.)

- una volta lavorate le schede, possiamo ritagliarle e plastificarle per giocare col bambino ad
unire il pecs con la fotografía che corrisponde alla sua prospettiva visuale. Possiamo
anche giocare al memory, facendogliele accoppiare.
Prospettiva visuale

DI FRONTE DIETRO
DAVANTI

DA SOPRA DA SOTTO
DI PROFILO A FACCIA IN GIU'
DI LATO
Osserva le diverse posizioni della tazza
Osserva le diverse posizioni della sedia
Osserva le diverse posizioni delle scarpe
Osserva le diverse posizioni del cellulare
Osserva le diverse posizioni del mouse
Osserva le diverse posizioni
ESERCIZIO 2:

- si tratta di capire che le diverse posizioni visuali fanno riferimento ad uno stesso oggetto.
Perciò il bambino dovrà continuare a raggruppare le immagini che rappresentano lo stesso
oggetto.
Ritaglia le immagini
Ritaglia le immagini
Incollate le immagini che fanno riferimento allo stesso oggetto.
Incollate le immagini che fanno riferimento allo stesso oggetto.
Incollate le immagini che fanno riferimento allo stesso oggetto.
Cerchia le foto del cellulare
Cerchia le foto del mouse
Cerchia le foto delle scarpe
Cerchia le foto della sedia
Cerchia le foto della tazza
unisci le foto uguali
unisci le foto uguali
unisci le foto uguali
ESERCIZIO 3:
- Questa volta si tratta di differenziare le prospettive visuali delle fotografie e dei disegni.
Ritaglia le immagini
Incolla le diverse posizioni della sedia
Ritaglia le immagini
Incolla le diverse posizioni della tazza
Ritaglia le immagini
Incolla le diverse posizioni delle scarpe
Ritaglia le immagini
Incolla le diverse posizioni del cellulare
Ritaglia le immagini
Incolla le diverse posizioni del mouse
Cerchia le foto viste di fronte
Cerchia le foto viste da dietro
Cerchia le foto viste di profilo
Cerchia le foto viste a testa in giù
Cerchia le foto viste da sopra
Cerchia le foto viste da sotto
Esercizio 4:

Si tratta di un gioco elaborato da Amaya Padilla che si può scaricare qui:

http://garachicoenclave.blogspot.com/2009/08/fichas-t-de-la-mente-perspectiva_27.html

Esercizio 5:
Serve un foglio di carta molto grande nel quale appaia una figura che non sia simmetrica:
un bambino o un animale, per esempio.
Tu e il bambino siete seduti di fronte, (al tavolo o per terra). Metti il foglio fra voi due, in modo
che il bambino veda il disegno in posizione normale e tu lo veda a testa in giù.
- (nome del bambino), Cosa vedi nel disegno? – Vedo un poliziotto – Molto bene, vedi un
in piedi o seduto? Il poliziotto è in piedi. Molto bene, il poliziotto sta in piedi, è posi-
zionato sui suoi piedi.
- (nome del bambino), Come vedo io il poliziotto?, io lo vedo sui suoi piedi o lo vedo a testa
in giù (girato, dalla testa) – Tu vedi il poliziotto dalla testa, lo vedi a testa in giù
Si molto bene io vedo il poliziotto a testa in giù.
(Siccome magari in principio il bambino non capisce i concetti "posizione normale" e
" a testa in giù", potrete all'inizio esercitarlo con una foto che girerete fino a che il bambino
non abbia imparato. "Guarda, ora vediamo l'elefante in posizione normale", "Oh, guarda cosa
succede ora, l'elefante è a testa in giù" .

Come rinforzo quando si è fatto l'esercizio precedente, concluderai:


- (nome del bambino), tu vedi il poliziotto in posizione normale, però io lo vedo a testa in giù.
Il passo seguente sarà di cambiarsi i vostri posti: il bambino si siede dobe eri seduta tu, e tu
dove era lui. E fai le stesse domande.
Il seguente passo è quello di mantenere le posizioni, girando la foto.
E fare la serie di domande di nuovo.
Più avanti puoi rinforzare la comprensione del bambino del tipo:
Perchè vedo un poliziotto a testa in giù?
Perché tu sei seduto di fronte, perché non sei al mio posto.
Cosa succede se giro il foglio? – allora vedrai il poliziotto in posizione normale.
che cosa succede se giro la foto? Etc.
CAPITOLO 3:
LE SITUAZIONI E LE DIVERSE PROSPETTIVE:
VEDERE CONDUCE A SAPERE
Comprendere il principio che "vedere porta a sapere". Questa è la capacità di comprendere che le
persone sanno solo le cose che sperimentano (direttamente o indirettamente). In questo
programma di insegnamento, semplifichiamo questo livello valutando unicamente la connesione
tra VEDERE e SAPERE e tra SENTIRE e SAPERE.

L'obiettivo è mostrare al bambino come una persona può sperimentare e conoscere alcune cose
diverse da quelle che sperimenta e conosce un'altra persona (tu sai che l'acqua è calda perché
l'hai toccata, io siccome non l'ho fatto, non lo so – tu sai che c'è un elefante nella stanza perché
l'hai visto o non sai che cosa è successo perché non eri lì.

Per lo sviluppo di questa abilità è necessario generare molte situazioni di vissuto col bambino e
rappresentare anche situazioni per mezzo di disegni.

Esercizio 1:

Metti davanti al bambino una scatola, dentro puoi mettere uno dei suoi giocattoli preferiti,
- “(nome del bambino)”, (sai) cosa c'è dentro la scatola?" – Non lo so , la scatola è chiusa,
e non posso vederlo. Apri la scatola. Che cosa c'è dentro la scatola? Un'automobile.
Molto bene, nella scatola c'è un'automobile. Ora lo sai perché puoi vederlo.

Lo stesso si può fare con un regalo sorpresa.

Esercizio 2:

Come materiale di lavoro necessitiamo di due scatole uguali per nascondere le cose, e due oggetti
uguali ma di colore diverso (una palla verde e una palla rossa per esempio)

- “(nome del bambino), guarda ,ho una palla verde e una palla rossa, o possiamo chiedere
cosa ho in mano?)

Nascondo ogni palla in una scatola. Chiudi gli occhi (il bambino chiude gli occhi) e nascondi le palle.
Apri gli occhi.
Domanda di conoscenza: (nome del bambino) sai che palla c'è dentro questa scatola? - Non lo so.
Domanda di giustificazione: (nome del bambino), perché non sai com'è la palla dentro la scatola?

Perchè non ho visto come la nascondevi o perchè non ho visto - Molto bene, non sai che palla c'è
dentro la scatola perchè non mi hai visto nascondere la palla. Se non vedi, non sai.
Si può variare il gioco con domande tipo: Sai dov'è la palla rossa? Perchè non sai dov'è la palla
verde?

Vuoi vedere dov'è la palla verde? (apri la scatola). Eccola qui. Sai ora dov'è la palla verde?
Perchè lo sai? - perchè l'ho visto aprendo la scatola, etc.

Poi abbiamo invertito i ruoli, e Erik nascondeva la palla e faceva le domande.


Esercizio 3:

E' uguale all'esercizio precedente ma si introduce una tera persona. Nel nostro caso usiamo una
bambola (Greta), che mettiamo a testa in giù per nascondere le palle.

Le domande saranno del tipo: Sa Greta dov'è la palla verde? Perchè Greta non sa dov'èla palla
rossa?, etc.

Poi faremo l'esercizio con Greta guarda dentro le scatole:


Greta adesso sa dov'è la palla verde? Perchè lo sa? - perchè lo ha visto, etc

Esercizio 4:

Sedetevi in terra, spalla contro spalla. Ognuno ha davanti a se una scatola, dentro la scatola c'è
un oggetto (dopo si può aumentare il numero). Il bambino non sa quello che c'è nella scatola.

- “(nome del bambino), cosa c'è nella tua scatola? Nella mia scatola c'è una bambola. Molto bene,
nella tua scatola hai una bambola. Posso vederla io? – No, tu non puoi vederla perchè sei girata.
Molto bene, io non posso vedere perchè sono girata.

- "(nome del bambino), ho aperto la mia scatola. Sai che cosa c'è nella mia scatola ? No, non so
cosa c'è perchè non ho visto. Molto bene, non lo sai perchè non puoi vederlo. Nella mia c'è una
trottola, guarda, vieni a vederla. (gioca con la trottola) e adesso la vedi? Si, ora la vedo.

Esercizio 5:
Vi sedete a terra schiena contro schiena. Ognuno descrive alcuni degli oggetti che vede nella
stanza:
- (nome del bambino), oh, io vedo una macchina rossa con tante luci. Che cosa vedi tu?
- Io vedo un treno.

- (nome del bambino), tu vedi l'automobile rossa con molte luci? No, io non posso vederla.
Sono girato. Giusto, non puoi vedere perchè sei girato.

- (nome del bambino) e tu cosa vedi ancora? Io vedo un tavolo. Oh, tu vedi un tavolo, posso
vederlo io? No, non puoi perchè sei girato.

E così via....

Esercizio 6.

Il bambino è in una stanza e tu stai all'altro lato della porta, nel corridoio, la porta può rimanere
aperta, ma il bambino non ri vede, ascolta solo la tua voce.

Ognuno descrive oggetti che vede e si faranno domande del tipo: cosa vedi? Io lo vedo? Puoi
vederlo?, etc.
Esercizio 7:

Come materiale utilizziamo dei paraorecchie sulle orecchie, oppure possiamo coprirle con
le nostre.

Il bambino ha le orecchie coperte e tu fai un suono canti o tocchi una campana o dici qualcosa,
etc. (si faranno diverse variazioni)

- “(nome del bambino), cosa hai sentito? (o hai ascoltato il suono, o hai ascoltato quello che ho
detto?) niente o no, non ho potuto ascoltarlo perché ho le orecchie coperte. Molto bene,
non hai potuto sentire perchè hai le orecchie coperte.
Ti copri le orecchie coi paraorecchiei, o con le mani. Il bambino fa un suono:

- “(nome del bambino), che cosa ho ascoltato? (o ho ascoltato il suono o quello che hai detto?)
Non hai ascoltato niente o non hai potuto ascoltarlo, hai le orecchie coperte. Molto bene, non ho
ascoltato niente perché ho le orecchie coperte.
Una variazione di quesro esercizio sarà quello di usare un walkman. Prima il bambino ascolta una
canzone corta o un suono con le cuffie Tu gli domanderai dopo se tu hai potuto ascoltarlo, etc.
Poi cambi. tu ascolti e domandi al bambino se ha potuto ascoltarlo. Etc.

Esercizio 8:

Per realizzare questo esercizio ci vuole una terza persona.


Prima per esempio la terza persona (papà) starà nella stanza. Il bambino gli dice qualcosa o
emette un suono.
- “(nome del bambino), Papà ha ascoltato il suono (o quello che gli hai detto)? - Molto bene,
papà ti ha ascoltato perchè è qui con noi.
Dopo averlo fatto varie volte, papà esce dalla stanza e va in un altro posto. Il bambino vede che
papà è andato via. Poi il bambino dice qualcosa o fa un suono.
- “(nome del bambino) Papà ha sentito il suono (o quello che hai detto)? - No, papà non ha sentito
perchè non era qui. Molto bene, papà non ha sentito perchè era in un altro posto.

Esercizio 9:

Abbiamo ancora bisogno di una terza persona.

Tu stai col bambino e lo accarezzi o gli dai un bacio o un abbraccio, (un azione che abbia a che
fare col senso del tatto). Dopo dici verbalmente che cosa hai fatto: "(nome del bambino) ti ho
accarezzato i capelli" o gli domandi: "dove ti ho accarezzato?, etc.
In quel momento entra papà nella stanza.
- “ (nome del bambino), Papà sa dove ti ho accarezzato? - No, non lo sa perché non ha visto.
- Molto bene, papà non sa dove ti ho accarezzato perchè non ha visto, non era qui.
Poi cambierete i ruoli e sarà il bambino che non sa che cosa è successo ed entra nella stanza.
Etc.

Esercizio 10:

Anche con una terza persona.

In questo caso noi dobbiamo eseguire un'azione - meglio che sia corta - fate una foto, toccate
lo xilofono, costruite una torre, ballate con la musica etc.
Quando papà entra nella stanza (e avrete completato l'azione):

- “ (nome del bambino), Papà sa cosa è successo? ( o cosa abbiamo fatto)? No, papà non lo sa
perchè non ha visto ( sentito) – Molto bene, papà non sa cperchè non ha visto o sentito, papà
non era qui.
Etcétera.

Esercizio 11 :distinguere quello che un altro percepisce della propria prospettiva in situazioni
impostate con figure e disegni.

Esempio 1: disegnamo una situazione

Ci sono 3 personaggi: un bambino, la sua mamma e la vicina. Il bambino vive con sua mamma
nella casa numero 40; la vicina nella casa numero 42.

La mamma del bambino va a trovare la vicina. Il bambino rimane solo in casa, gioca con la palla
e, senza volere, rompe un vaso.

La mamma sa che il bambino ha rotto il vaso?

No, la mamma non lo sa perché non ha visto.


Perchè non ha visto la mamma?

Perchè non è in casa, è andata a trovare la vicina. La mamma è in un'altra casa.

Etc.

Esempio 2: mostriamo biglietti con situazioni:

La mamma non sa che la bambina si fruga il naso perché da dov'é non vede la faccia della bimba
il bambino che guarda la figura tuttavia si, perché lui la vede.

Materiale di rinforzo perquesti esercizi, dal blog Aula autista di Lucia:

http://aulautista.wordpress.com/

Se il bambino possiede abilità di lettura, possiamo usare copioni di conversazione che gli facilitino
il compito. Poi li ritireremo gradualmente.
Cosa c'è qui?
Non lo so

Perchè non lo sai?


perchè non ho:
visto
sentito
toccato
sentito
provato
Esempio di copione di conversazione.
Ti piace sapere quello che hai?
Si
Cos'è?
Un / una

Perche lo sai?
Perchè ho:
visto
sentito
toccato
sentito
provato

E come complemento all'esercizio 11 le seguenti figure di Amaya Padilla:

Esercizio 11

Qui di seguito ci sono diverse situazioni e disegni corrispondenti per lavorare con gli studenti.

Prima di iniziare ritagliamo e plastifichiamo le immagini.

Seguiremo il dialogo proposto in ogni situazione e man mano che rappresenteremo le scene
continueremo a tirare fuori le immagini.
SITUAZIONE 1
- Abbiamo tre personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina.
- Il bambino vive con sua mamma nella casa n° 40
- La vicina nella casa numero 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino rimane solo in casa, gioca con la palla
e, senza volere, rompe un vaso.
- Sa la mamma che il bambino ha rotto il vaso?
- No, la mamma non lo sa perchè non ha visto.
- Perchè la mamma non ha visto?
- Perchè la mamma non era a casa. E' andata a
visitare la vicina. La mamma è in un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE 2
- Abbiamo quattro personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina

 e il papá
- Il bambino vive con sua mamma nella casa n° 40
- La vicina vive nella casa numero 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino rimane solo in casa ed arriva papà dal
lavoro.
- La mamma sa che papà è già arrivato a casa?
- No, la mamma non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè non lo ha visto la mamma?
- Perchè la mamma non è in casa. E' andata a
visitare la vicina. La mamma è in un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE 3
- Abbiamo tre personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina
- Il bambino è con sua mamma nella casa numero 40
- La vicina vive nellan casa numero 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino rimane solo in casa e suona il telefono.
- La mamma sa che qualcuno ha chiamato al telefono?
- No, la mamma non lo sa perchè non lo ha sentito.
- Perchè non lo ha sentito la mamma?
- Perchè non è in casa. E' andata a visitare la vicina. La mamma è in
un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE 4
- Abbiamo tre personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina
- Il bambino vive con la mamma nella casa numero 40
- La vicina vive nella casa número 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino rimane solo in casa, ha fame e mangia
un panino.
- La mamma sa che il bambino ha mangiato un
panino?
- No, la mamma non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè non lo ha visto la mamma?
- Perchè la mamma non è in casa. E' andata a
visitare la vicina. La mamma è in un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE
5
- Abbiamo 3 personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina
- Il bambino vive con la mamma nella casa numero 40
- La vicina vive nella casa numero 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino è solo in casa. Ha sonno e va a
dormire.
- La mamma sa che il bambino è andato a dormire?
- No, la mamma non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè non lo ha visto la mamma?
- Perchè la mamma non è in casa. E' andata a
visitare la vicina. La mamma è in un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE 6
- Abbiamo tre personaggi :

 un bambino

 la mamma del bambino

 la vicina

- Il bambino vive con la mamma nella casa numero 40


- La vicina vive nella casa numero 42.
- La mamma del bambino va a visitare la vicina.
- Il bambino rimane solo in casa, scende le scale e
cade.
- La mamma sa che il bambino è caduto dalle
scale?
No, la mamma non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè non lo ha visto la mamma?
- Perchè la mamma non è in casa. E' andata a
visitare la vicina. La mamma è in un'altra casa.
40 42
SITUAZIONE 7
- Abbiamo tre personaggi :

 la bambina

 Il papá della bambina

 la maestra

- La bambina vive col papà nella casa numero 40


- La maestra è a scuola.
- La bambina va a scuola.
- Il papà rimane solo in casa e si mette a pulire.

- La bambina sa che il papà sta pulendo la casa?

- No, la bambina non lo sa perchènon lo ha visto.


- Perchè la bambina non ha visto?
- Perchè la bambina non è in casa.
La bambina è a scuola.
40

eingeben]
SITUAZIONE 8
- Abbiamo tre personaggi :

 la bambina

 Il papá della bambina.

 la maestra

- La bambina vive col papà nella casa numero 40


- La maestra è a scuola.
- La bambina va a scuola.
- Il papà rimane solo in casa, si mette a cucinare
e fa una torta.
- La bambina sa che papà ha fatto la torta?
- No, la bambina non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè la bambina non ha visto?
- Perchè la bambina non è in casa.
La bambina è a scuola.
40

eingeben]
SITUAZIONE 9
- Abbiamo quattro personaggi :

 la bambina

 il papá della bambina

 la maestra

 il bambino

- La bambina vive col papà nella casa numero 40.


- La maestra e il bambino sono a scuola.
- La bambina a a scuola.
- Il bambino rimane solo in casa.
- La bambina gioca a palla con il bambino.
- Il papà della bambina sa che la bambina sta giocando
con il bambino?
- No, il papá non lo sa perchè non lo ha visto.
- Perchè papà non lo ha visto?
- Perchè papá non è a scuola. Papà è a casa.
40

eingeben]
SITUAZIONE 10
- Abbiamo tre personaggi :

 la bambina

 il papà della bambina

 la maestra
- La bambina vive col papà nella casa numero 40.
- La maestra é a scuola.
- La bambina va a scuola.
- Il papà rimane solo in casa.
- La bambina gioca con le forme con la sua maestra.
- Papà sa che la bambina gioca con le forme?
- No, papá non lo sa perché non lo ha visto.
- Perché papà non lo ha visto?
- Perché papà non è a scuola, papà è a casa.
está en casa.
40

eingeben]
Esercizio 11. Esempio 2

In seguito si mostrano diverse situazioni e i disegni


corrispondenti perclavorarci con l'alunno.

In un primo momento si continuerà con il dialogo


proposto in ogni situazione e via via che il bambino
impari a conoscere la dinamica, toglieremo il dialogo
perchè sia egli stesso che lo crede.
Possiamo personalizzare le scene con nomi
familiari per il bambino e aumentare le situazioni con
descrizioni,onomatopee, etc.
SITUAZIONE 1

- Pietro sta stirando i vestiti.


- Alessandro sta dormendo sulla poltrona.
- Pietro sa che Alessandro si è addormentato
sulla poltrona?
- No, Pietro non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perché Pietro non vede Alessandro.

Alessandro

Pietro
SITUAZIONE 2

- Alessio sta montando la tenda nel campeggio.


- C'è una vespa che vola verso lui.
- Alessio sa che una vespa gli pungerà il sedere?
- No, Alessio non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Alessio non può vedere la vespa.

Alessio
SITUAZIONE 3

- María dice all'orecchio di Alessia.......


( inventa quello che vuoi )
- Il maestro sa quello che Maria ha detto ad Alessia
all'orecchio?
- No, il maestro non può saperlo.
- Perché non può saperlo?
- Perchè il maestro non può sentirlo.
Maria Alessia Il maestro
SITUAZIONE 4

- Il subacqueo si sta immergendo sotto al mare.


- Il sub sa che c'è una stella marina?
- No, il subacqueo non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè il sub non può vederla.
La stella marina

Il subacqueo
SITUAZIONE 5

- Carlo sta lavorando con il computer.


- La sua collega Lucía, gli porta un foglio.
- Lucia sa che Carlo sta scrivendo nel computer?
- No, Lucía non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Lucia non può vederlo.
Lucia

Carlo
SITUAZIONE 6

- Paolo sta cucinando una zuppa.


- Alice è la bambina che sta nella cucina.
- Alice sa che Paolo sta cucinando?
- No, Alice non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè non può vederlo.
Alice

Paolo
SITUAZIONE 7

- Samuel si sta soffiando il naso.


- Carolina sta correndo.
- Samuel sa che Carolina sta correndo?
- No, Samuel non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Samuel non può vederla.
- Carolina sa che Samuel si sta soffiando il naso?
- No, Carolina non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Carolina non può vederlo.
Carolina

Samuel
SITUAZIONE 8

- Cecilia si sta dondolando.


- Daniela passa con il suo cane.
- Daniela sa che Cecilia si sta dondolando?
- No, Daniela non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Daniela non può vederla.
Cecilia

Daniela
SITUAZIONE 9

- Antonio sta raccogliendo le carote.


- C'è un aereo che vola nel cielo.
- Antonio sa che c'è un aereo che vola nel cielo?
- No, Antonio non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè Antonio non può vederlo.
Antonio
SITUAZIONE 10

- Il ladro ha rubato in banca.


- Il poliziotto sa che il ladro ha rubato in banca e
sta scappando con i soldi?
- No, il poliziotto non può saperlo.
- Perchè non può saperlo?
- Perchè il poliziotto non può vederlo.
Il ladro

Il poliziotto
CAPITOLO 4:

CONOSCENZA ED USO ADEGUATO DEI

DIVERSI VERBI "MENTALI"


È importante che il bambino conosca e usi i diversi verbi relazionati con azioni mentali, ed essere
capace ad applicarli in riferimento ad altre persone. Alcuni di questi verbi sono:
ricordare, immaginare, pensare, sentire, credere, ingannare, nascondere, presumere.....
Alcune di queste azioni sono molto complesse, cosicché bisognerà andare molto piano.

Possiamo usare sequenze di azioni, storie sociali, foto, e, molto importante, approfittare delle
situazioni che avvengono di girono in giorno per analizzarle ed in questo modo poter applicare le
cose imparate alla vita quotidiana, dando così gran valore ed utilità a questi apprendimenti.

"Dire" e "pensare"
(parlare)
Le nuvolette tradizionalmente usate nei fumetti saranno di grande aiuto per supportare visivamente
le diverse attività e compiti legati alla Teoria della Mente. Insegnamo al bambino a distinguere tra
"dire" e “pensare” o "avere in testa" (espressione più grafica e facilmente comprensibile). Perciò
possiamo usare fotografie o vignette.

Amaya Padilla ha preparatole seguenti schede per lavorare su questi concetti:

- In un primo momento insegneremo al bambino il significato dei simboli e approfitteremo di


situazioni quotidiane per mostrargli il pecs corrispondente affinché li vada identificando in
situazioni reali.
- Poi passeremo ad identificare i verbi mentali nelle altre persone e nelle scene descritte negli
esempi pratici.
I verbi mentali: pensare e parlare

PENSARE PARLARE

pensare parlare
PENSARE

pensare
PARLARE

parlare
PENSARE

pensare

Pensiamo dentro al cervelllo

I pensieri escono dal cervello

attraverso il "parlare" o attraverso un sistema di comunicazione


PARLARE

parlare

Parliamo perchè le persone

sappiano i nostri pensieri.


SITUAZIONE 1

- Giacomo è solo in casa


- vuole giocare con la sua palla
- la cerca nel baule dei suoi giochi ma non c'è
- allora pensa, dove sarà la mia palla?
- Giacomo va a cercare sua mamma
- E le chiede (parla), dov'è la mia palla?
- Sua madre lo porta in giardino dove Giacomo trova la sua palla e
così diventa molto contento.
Dov'è la mia palla?
SITUAZIONE 2

- Riccardo sta ascoltando musica, nella sua stanza, col volume molto alto.
- Suo fratello Carlo sta studiando e pensa: mi fa male la testa così non posso
studiare.
- Si avvicina alla stanza di Riccardo e gli dice: puoi abbassare il volume della
musica?
- Riccardo chiede scusa a suo fratello per averlo disturbato con la musica alta
ed abbassa il volume.
- A Carlo non fa più male la tesya e torna contento a studiare.
Mi fa male la
testa

Puoi abbassare il volume della


musica?
SITUAZIONE 3

- Erik sta facendo la cacca nel bagno.


- Quando deve pulirsi pensa: non c'è più carta igienica.
- Chiama sua madre e le dice: Mamma mi puoi portare un rotolo di carta
igienica, per favore?

- Sua madre gliela porta. Erik la ringrazia e finisce di pulirsi.


Non c'è più carta igienica

Mamma, mi puoi
portare un rotolo di
carta igienica?
Disegna o scrivi quello che credi stia pensando:
Disegna o scrivi quello che credi stia pensando:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia pensando:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia pensando:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia pensando:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia dicendo:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia dicendo:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia dicendo:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia dicendo:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Disegna o scrivi quello che credi stia dicendo:

Autor pictogramas: Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Licencia: CC (BY-NC) Autora: Amaya Padilla Collado


Altromaterialeper"dire"e"pensare"

A questo link c'è del materiale per lavorare con dialoghi e usare i simboli per
rappresentare conversazioni:

http://isis.zm.nu/comics-strip-conversations-vt17023.html

Vediamo alcuni esempi:


“Pensare ” – “Sentire ”

Noi stiamo lavorando col seguente materiale per mettere in relazione i pensieri
con i sentimenti:

La bambina è contenta, a cosa pensa la bambina?


Si può disegnare l'immagine dentro la nuvola e scrivere
il pensiero.

Ad esempio: Un gelato, un gioco, andare allo zoo, etc....


La bambina è triste. A cosa pensa?

La bambina è arrabbiata. A cosa pensa?

La bambina è spaventata. A cosa pensa?


“Pensare ” – “Credere" – “Sapere ”
Di seguito ci sono alcuni esempi di materiale (dal libro "en la mente" di Marc Monfort e Isabelle
Monfort Juárez) così come altro materiale che stiamo utilizzando:

Esempi di pensare, credere e sapere:

Presentiamo i disegni uno ad uno


Che cosa prende la bambina?
Tu sai che cosa c'è dentro?
La bambina lo sa?
Tu cosa credi ci sia dentro?
perchè lo sai?
Che cosa ha sentito la bambina?
Che cosa pensa che ci sia dentro?
Ora sa quello che c'è dentro?
Perchè? E' un uccello?

Che cosa sente il bambino?


Cosa pensa che ci sia
dietro alla porta?
Credere - sbagliarsi: (esempi da "en la mente")
Pensare – desiderare – Sentire

Guarda (nome del bambino), il bambino sta pensando quello che vuole in regalo.
Che cosa vuole il bambino in regalo? (segnalando). Il bambino risponde:
vuole un camion.

Guarda ( nome del bimbo) il regalo che riceve il bimbo da suo papà. Che cosa gli
regala il papà? (segnalando) Il bambino risponde: il papà gli regala un dado.
.Come si sente il bambino? E' triste. Come sta questo il bimbo? Piange. Perchè etc.
Otros ejemplos:
CAPITOLO 5:

INSEGNAMENTO SPECIFICO IN SITUAZIONI DI FALSA CREDENZA


La teoría della falsa credenza e il famoso esempio di Sally e Anna:

Sally mette una pallina in una scatola. Quando Sally esce a fare una passeggiata, Anna cambia
posto alla pallina, mettendola in un cesto. Sally ritorna. Domanda: Dove cercherà la pallina Sally?
Domanda di controllo: "Dov'è ora la pallina?" (realtà) "Dov'era all'inizio la pallina?" (memoria).

Le situazioni di falsa credenza possono essere di primo ordine e di secondo ordine. I compiti di
primo ordine normalmente si risolvono a partire dai 4 o 5 anni di età, quelli di secondo ordine ai
6 o 7 anni in bambini con sviluppo normale.

Guadalupe (Aula Autista) espose 2 esempi nel suo blog estratti dal libro 2 "en la mente" di
Marc Monfort.

5.1 Compito di falsa credenza di primo ordine:

Il signore lascia i suoi occhiali sopra al tavolo ed esce dalla stanza.


La signora mette gli occhiali in un cassetto quando lui è fuori.
Cuando arriva il signore dove cercherà i suoi occhiali?
In realtà non presentiamo al bambino la storia completa, ma presentiamo ad una ad una le
vignette. Continuando ad aiutare il bimbo con domande e per rinforzare puoi segnare con il dito
per orientarlo meglio:

- che cosa fa questo signore? - lascia gli ochhiali sul tavolo - Molto bene il signore lascia gli
occhiali sul tavolo, si rafforza sempre in forma verbale la frase che ha detto il bambin.

- e dove va? (domanda aperta così che lui possa rispondere usando la sua immaginazione, o
domanda più concreta: che cosa fa ora il signore? - esce dalla porta- Molto bene.....

- chi vedi ora nell'immagine? - vedo una signora - Molto bene......

- che cosa fa la signora? - prende gli occhiali dal tavolo - Molto bene....

Ah, e dove nette gli occhiali adesso la signora? - li mette in un cassetto - Molto bene, li mette
in un cassetto.

Che cosa succede ora? - la signora va via - Molto bene.

guarda, guarda ora torna il signore, sta entrando nella s,tanza!!!, che cosa ha nella mano?
- un giornale - molto bene, porta un giornale, legge e ha bisogno dei suoi occhiali.

Dove cercherà gli occhiali il signore? (e qui sapremo con la risposta se il bambino ha capito la
prova) - li cercherà sul tavolo - giusto, li cerca sul tavolo, perchè li li ha lasciati.

E poi presenti l'ultima vignetta:


Oh gli occhiali sono sul tavolo? No, non ci sono - molto bene, gli occhiali non sono sul tavolo.

E rinforzi la situazione con le seguenti domande:


Dove sono in realtà gli occhiali? - sono nel cassetto - Molto bene.....
Perchè il signore non sa che non sono sul tavolo? - perchè non ha visto la signora che li ha
messi nel cassetto - Molto bene, il signore non l'ha visto per questo motivo non lo sa.

E tu perchè sai che sono nel cassetto? - Perchè io l'ho visto (nelle immagini) - Molto bene.....
5.2 Compito di falsa credenza di secondo ordine:

Il Signore dà al bambino una scatola vuota, ma dice che dentro c'è un coniglio.

Il bambino ed il suo amico mettono la scatola sopra ad un mobile e si mettono a giocare. Mentre
giocano un gatto entra dentro la scatola.
Quando il signore torna, crede che la scatola si muova? ..... e i bambini?

È importante analizzare dettagliatamente i compiti insieme al bambino, assicurandoci della sua


corretta comprensione in tutti i dettagli che li conformano. Oltre ai materiali grafici, può risultare
molto interessante il lavoro con marionette che permettano al bimbo una partecipazione più attiva.
Materiale e idee per lavorare la falsa credenza di primo ordine.
Esercizio 1: Materiale già pronto - Grazie, Dana, uso le tue parole, come hai lavorato con il tuo
bambino:

Guarda qui (indicando col dito) questo chi è? è il papa di quella bimba. - (indicando) Che cosa
fa il papà? - mette a posto i calzini. (indicando i calzini) - e dove li mette?

Mette i calzini dentro al cassetto, - di che colore è il cassetto? Il cassetto è rosso. Tutto questo
indicando contemporaneamente la bambina.

Guarda il papa va via e non vede quello che fa la bimba. Che cosa fa la bimba? La bimba cambia
di posto ai calzini. Dove li mette?

Mette i calzini dentro al cassetto, che colore è il cassetto? Il cassetto è di colore giallo.
Dove cerca i calzini papà? Li cerca dove li ha lasciati, e dove li ha lasciati? nel cassetto di colore...
rosso...

- però non ci sono! Cosa è successo? - qualcuno gli ha cambiato di posto; - e chi è stato?
...... la bambina col ficcco rosso. Dove sono i calzini? La bimba lo sa? Però papà non lo sa.
Saranno nel cassetto arancione? no no.... e dove? nel cassetto giallo? Siiiiiiiiiii....
............. molto bene, li ha trovati!
Altro esempio:

POI ESCE

TORNA IL BAMBINO
POI ESCE

TORNA IL BAMBINO
ESERCIZIO 2 : DISEGNAMO CON ERIK LA SITUAZIONE PASSO A PASSO.

La mamma mette la sua


forchetta preferita (rossa)
nel cassetto.
Poi va al bagno.

Il bimbo vuole mangiare le patate fritte. Tira fuori la forchetta rossa dal cassetto.
Quando finisce, mette la forchetta sporca nella lavastoviglie.
La mamma ritorna e vuole usare la forchetta rossa. Dove la cerca?

Esercizio 3: Disegni interattivi con bambole che simulano la storia:

Esercizio 4: rappresentazione della storia con figurine o con bambole.


Altri esempi: sapere/credere
Sapere - credere - sbagliarsi
CAPITOLO 6:
INDOVINARE LE INTENZIONI
Alcune idee generali:

Esempio dal libro:


“En la Mente”di Marc Monfort:

Cosa vuole il gatto?


Cosa può fare?

Cosa vuole il bambino?


Perchè non lo prende?
Cosa può fare per prenderlo?

Che cosa vuole la bambina?


Perché non la prende?
Che cosa può fare per prenderla?

Cosa vuole il gorilla? etc.


CAPITOLO 7:

LAVORARE LE CREDENZE VERE


Esercizio 1: previsione delle azioni sulla base della conoscenza di una persona

Questo esercizio valuta la capacità del bambino di capire che le persone possono mantenere
credenze vere. Si chiede ai bambini di prevedere azioni in base a dove l'altra persona crede
sia un oggetto.
Materiali: camere / posti in cui collocare gli oggetti e oggetti diversi. Possiamo rappresentare la
storia con bambole, figurine o disegnare.

Idee per lavorare:

Guarda, c'è una palla sul tavolo ed un'altra sullo scaffale.


Questa è Greta (la bambola).
Questa mattina Greta ha visto la palla sul tavolo ma non ha visto quella sullo scaffale.
Domanda di credenza: Greta, dove pensa che sia la palla?
Domanda di giustificazione: perché pensa che sia sul tavolo?
Domanda di azione: A dove va Greta a cercare la palla?
Domanda di giustificazione: Perché va al tavolo?
Ricordati, Greta ha visto la palla sul tavolo, per questo Greta va a cercare la palla sul tavolo.
Greta non ha visto la palla sullo scaffale, per questo non va a cercarla lì.

Principio generale: la gente pensa che le cose siano dove le hanno viste. Se non le vedono,
allora non sa dove siano.
CAPITOLO 8:
DISTINZIONE DI VERITA' E MENZOGNA
Distinguere la verità dalla bugia, che difficile!, vero? Questo è uno degli aspetti della teoria della
teoria della mente più complessi: I nostri piccoli non devono solo imparare a sapersi mettere al
posto delle altre persone ed a sviluppare empatia; devono anche imparare a scoprire cosa è
vero e che cosa è falso, così come il modo che le persone hanno di manipolare questi stati.

Come sempre, andremo poco a poco, passo a passo:

1 Gli assurdi, che cosa è falso? perché?

2 Invenzioni e fantasia: nel paese della fantasia tutto è possibile, ma non è reale.

3 frasi (all’inizio con appoggio visuale, dopo solo con l’ascolto) alle quali si attribuirà
caratteristiche di vero o falso.

4 indovinelli: che cosa è? perché è quello e non un'altra cosa?

5 prime barzellette, riderci sopra sapendo perché.

6 sperimentare probabilità (per esempio, il bambino immagina quello che deve mangiare
e dopo prova quello che c'è in realtà).

7 scherzi (di buon gusto).

8 inganni: dire una cosa e pensare un'altra. Questo è un fattore chiave per potere realizzare
attribuzione di intenzioni basate su desideri o credenze. Per ciò c'appoggeremo di nuovo a
vignette o fumetti con nuvolette che rappresentino quello che si pensa e quello che si dice
(come lavorammo la parte di teoria della mente: pensare e dire).

Prima di incominciare con questi obiettivi, il bambino dovrà avere abilità già esistenti in altre aree:
linguaggio, comprensione ed espressione orale, funzioni superiori della comunicazione –
linguaggio comunicativo - conversazione, comprensione del linguaggio non verbale, mimica,
imitazione, uso delle emozioni basiche.
8.1 Gli assurdi

Materiale di lavoro:

Fotografie, disegni, visione di videocassette (preferibilmente serie o film di suo interesse) nelle
quali scoprire ed analizzare situazioni come quelle commentate, rappresentazioni di situazioni con
bambole, marionette, noi stessi, etc.

Leggi anche:http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2010/01/los-absurdos-teoria-de-la-
mente.html#ixzz0tAuE6MP3

Quando più di un anno fa scoprii in Internet immagini con situazioni assurde o impossibili, non
conoscevo né la loro importanza né le loro possibilità. Mi sembrarono un materiale di lavoro
divertente che immediatamente provai con Erik.
La mia idea era, soprattutto, migliorare la sua attenzione, il suo linguaggio, la sua capacità di
espressione e rinforzare il perché. Senza saperlo stavamo facendo i primi passi, non solo per lo
sviluppo della fantasia di Erik: cioè, che ci sono finzione e realtà, ma anche verso altri stati
mentali complessi: la verità e la bugia.
Per scaricare immagini:
http://picasaweb.google.com/MaestrosAyL/TARJETASABSURDOSVISUALES#
http://picasaweb.google.com/MaestrosAyL/QUESTEQUIVOCADO#
http://picasaweb.google.com/marcelawanderley/IdentificaODeAbsurdos?fgl=true&pli=1#

Esercizio 1: Mostrare fotografie con l’assurdo.

Ti siedi di fronte al bambino, gli mostri l'immagine all'altezza degli occhi,


la metti sul tavolo e domandi: che cosa è falso? oppure
cosa è sbagliato?, benché io preferisca la prima opzione di domanda.

Se il bimbo non risponde da solo, lo aiuti:

che cosa ha la bambina sulla testa? - una casseruola!


sì, ha una casseruola sulla testa.
e si portano casseruole sulla testa?
No, proprio no! Giusto le casseruole non si portano sulla testa.

che cosa si può portare sulla testa? - un cappello, un nastro, un berretto, può essere aiutato
mostrandogli immagini di cose che possono portarsi sulla testa, Molto bene, sulla testa si porta un
berretto, ma non si porta una casseruola.
Mettersi una casseruola sulla testa è falso.
dove si possono mettere le casseruole? - nell'armadio, nella cucina, in… (con aiuto visuale
se è necessario) fantastico le casseruole si mettono in…..

Per cosa serve la casseruola? - la casseruola serve per cucinare. Certo, la casseruola serve per
cucinare, non per mettersela sulla testa. Sulla testa si mettono berretti, nastri, cappelli, etc.

Perché non si mettono le casseruole sulla testa? - Perché le casseruole servono per cucinare
Bravo, non si mettono casseruole sulla testa perché le casseruole servono per cucinare.

Perché la situazione dell’ immagine è falsa? Perché la bambina porta una casseruola sulla testa,
e le casseruole non si mettono sulla testa. Le casseruole servono per cucinare. Molto bene, la
fotografia mostra una situazione falsa.

Esercizio 2 provocare situazione assurde:

Cosa succede! Bisogna solo avere un pochino di attenzione


affinché al bambino rimanga chiaro che è un gioco, ma non
qualcosa che egli debba fare.

Oggi giochiamo a fare situazioni false.

"Le situazioni false non puoi farle tu da solo.


Impariamo che cosa sono le situazioni false."

- mettere pezzi di Lego nel frigorifero


- mettere una pantofola nella padella
- mettere un cappello nel forno
- mettere la sedia a rovescio

Esercizio 3. Provocare noi gli assurdi e fare delle foto

- mangiare yogurt con la forchetta - mettersi i guanti ai piedi - mettersi il maglione al rovescio

- mettersi un mestolo per cappello - giocare a tennis con la padella - pettinarci con un cucchiaio

- scrivere alla rovescia con la matita - telefonare con una banana - sederci per terra a mangiare
Se Erik rappresentava la situazione, io facevo le foto.

Dopo abbiamo visto le immagini sul computer e le abbiamo stampate e lavorate come
nell'esercizio 1.

Esercizio 4: Videocassette con cartoni animati

Ci sono molte serie e disegni infantili che presentano situazioni false. Si possono vedere insieme
al bambino, spiegandogli che queste situazioni false sono possibili perché i disegni sono nel paese
della fantasia.
8.2 INVENZIONI E FANTASIA
Il concetto di "fantasia" è venuto fuori in
Erik senza bisogno di lavorarci sopra.

Fu una cosa che


capitò improvvisamente, e che lui "capì"
immediatamente.
Vi racconto com'è successo così magari
anche a voi serve come idea;

In un pomeriggio piovoso di novembre


2009, io e Erik, decidemmo di
metterci a disegnare.

lui iniziò immediatamente con una delle


sue storie sui pali della luce:

Come sapete, tento sempre di trarre


vantaggio dai suoi interessi

http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/2009/05/diversion-por-un-tubo-como-aprovechar.html)
per trarne vantaggio, e questa volta è stato fantastico:

Ho disegnato su un altro foglio un palo della luce figlio e un palo della luce mamma.
E disegnai manine nei cavi d'unione. Quindi Erik guardò il mio disegno e disse:

- I pali della luce non hanno le man, perchè non sono reali. Sono cose, non persone.

E gli risposi:

- Ma nel mio disegno si, perché i miei pali della luce sono nel paese della Fantasia.
Nel paese della Fantasia tutto è possibile. Ascolta un momento:

Poi ho inventato una canzone:

"nella fantasia, nella fantasia.........."

(nella fantasia, dove tutto è possibile)


Piacque ad Erik, immediatamente si mise a cantarla anche lui. E sperava di cantare di più.
Cosicché l'incoraggiai: "vieni, continuiamo a disegnare nel paese della fantasia, cosa pensi tu?
Erik lasciò il suo disegno ed incominciò a proporre ed a disegnare idee nel mio:

- Uccelli con automobili che circolano per l'autopista"fatta di cavi"; all' altro lato circola un treno

- Gli abeti volano con ali, hanno camini, antenne. Uno si è trasformato in un palazzoi con ascensore
ed estintori nei piani pari. L'altro ha l'aria condizionata.

- I fiori portano la cravatta, gli orecchini, l'ombrello;

- piovono caramelle e chupa-chupa.

Ci siamo molto divertiti.

E la cosa migliore di tutto fu che Erik captò alla perfezione il concetto di fantasia.
fantasia = finzione in contrapposizione alla realtà

A partire da quel giorno, abbiamo proseguito con i disegni. Prima di incominciare a disegnare,
domandavo ad Erik:
" Cosa disegniamo oggi? realtà o fantasia?"

Se sceglieva fantasia, cantavamo la nostra canzone e queste sono alcune delle idee:
Questi disegni li mettemmò in una scatola con sopra la scritta "PAESE DELLA FANTASIA"
Un altro giorno facemmo un altro piccolo passo: "una storia interattiva che accade nel "Paese
della Fantasia." L'idea è nata da Erik, che cominciò a disegnare un incendio boschivo:

L'albero era spaventato, gli animali anche, così abbiamo chiamato "SúperEstintor",
(SuperFeuerlöscher = FL) che venisse ad aiutarci, con altri suoi amici.

Un altro gran alleato di FL nel Paese della Fantasia è SemaforoEstintor. Con la sua luce rossa
per il fuoco, gli animal e gli altri abitanti del bosco possono attraversare il bosco senza bruciarsi.
Se fate attenzione al disegno, vedrete che SemaforoExtintor "parla" e Fuoco "pensa".

Ora facciamo il gioco:


"Storie del Paese della Fantasia."
L'idea èdi prendere uno delle foto, per esempio: "lumacauto" e raccontare insieme ad Erik una
storia del Paese della Fantasia dove vive Lumacauto.
Una volta scelta la storia, la disegneremo insieme in un fumetto:

"La mamma di Lumacauto è una lumaca ed il papà è un'auto, sono di fantasia, perché hanno
occhi e riccioli. Karakolauto ha 800 anni. Gli piacciono gli scivoli con i tubi ed il gelato.
I suoi amici sono il numero 5, Vermerazzo ed estintorpinguino.
Vive in una casa con molto ascensori, perché se no non potrebbe scendere e salire le scale con
le sue ruote.

A partire da qui, Erik incominciò a mostrare anche più interesse per le storie dei cartoni animati.
Gli piacciono molto le storie di Lummerland ( un paese di fantasia, dice sempre Erik):
un'isola con due montagne dove vivono i personaggi creati da Michael Ende.

E Amaya Padilla ha realizzato di nuovo delle schede per lavorare questo concetto:

http://garachicoenclave.blogspot.com/2010/01/que-animal-sale-de-unir.html
8.3 VERO O FALSO ?
Un altro passo in più affinché i nostri piccoli riescano a saper distinguere la verità dalla bugia, sarà
lavorare con frasi e concetti di vero o falso.

Sul tavolo abbiamo preparato due biglietti: uno di colore rosso con la parola FALSO ed un'altro di colore
verde con la parola VERO.

Leggiamo una frase al bambino (possiamo aiutarci con foto) e chiediamo: è VERO o FALSO?
- FALSO - Bravissimo, ora alza il biglietto il rosso, molto bene.

Esempio di frasi:

- Le pecore volano molto alto.


- Gli uccelli fanno nido nell'albero.
- I nonni vivono in Germania.
- I nonni vivono in Spagna.
- Mi metto i calzini sopra alle scarpe.

Materiale da scaricare con concetti di vero/falso ( grazie ad Alberto Abarca per il materiale)

http://www.scribd.com/doc/25374058/Verdades-y-Mentiras-1

Amaya Padilla ( Garachico Enclave) ha preparato delle schede stupende che sono piaciute molto
a Erik, e che rinforzano bene il concetto di vero/ falso:

http://www.scribd.com/doc/25444232/Verdadero-o-Falso-La-Ropa
http://garachicoenclave.blogspot.com/2010/02/verdadero-falso-la-casa.html

A poco a poco possiamo introdurre al bambino il concetto di bugia: "quando diciamo cose false,
stiamo dicendo una bugia. Una bugia cioè qualcosa di falso."

Se dico i nonni vivono in Germania, è vero o falso? - è falso - Molto bene, è falso è una bugia!

Se dico le pecore volano molto alto, è vero o falso? - è falso - Molto bene, è falso è una bugia!

Se dico abbiamo mangiato calze fritte, è vero o falso? - è falso - Molto bene, è falso è una bugia!

Etc.
8.4 indovinelli, che cosa è?, perché è quello e non un'altra cosa?
Prima di cominciare con gli indovinelli, noi abbiamo lavorato con il concetto di definizione.
Qui avete un materiale fantastico:
http://www.scribd.com/doc/25374684/DEFINIR-1

Dopo, preparai una serie di indovinelli facili per Erik. Per facilitarlo all'inizio, mettevo 3, poi 5
foto sopra al tavolo, ed una era la risposta.

Leggiamo l'indovinello, e domandiamo "che cosa è?, dammi la foto" fantastico!, è l'elefante.
Più avanti, domanderemo "che cosa è?", ed il bambino risponderà "È l'elefante."

- È un animale molto grande che ha la proboscide.

- È un animale conle alie il becco che può volare.

- È un animale senza gambe che vive sotto l'acqua.

- È rotondo, giallo, ci da il caldo e sta nel cielo, lassù.

- Sta nel cielo, è di colore bianco o a volte grigio, sembra un pezzo di cotone e ci dà la pioggia.

- Possiamo ascoltarlo, fa uuuuuuuuuuuuuuu, ma non possiamo vederlo. Gli alberi si muovono


quando lui soffia.

- E ' un frutto, come un arco giallo e morbido. Devi sbucciarla prima di mangiare

- E' un frutto con la buccia arancione. Con lei si può fare il succo, oppure sbucciare e mangiare.

- È una verdura, rossa e rotonda. Possiamo trovarla nell'orto.

- In questo elettrodomestico laviamo i vestiti sporchi.

- È un insetto giallo e nero. Ha le ali e punge

Altro materiale per lavorarci su:


http://www.scribd.com/doc/25374440/ADIVINA-1-Alberto-Abarca

Ed in questo blog c'è del materiale fantastico per gli indovinelli. Grazie,(Eugenia Romero, Blog dei Maestri
di Audizione e linguaggio, per avermelo raccomandato:

http://eljardindedouglas.blogspot.com/search/label/Adivinanzas
8.5 Le Barzellette. Ridiamo sapendo perché.

Andiamo avanti con la teoria della mente nella parte di sapere distinguere verità e bugia.
Facendo: Le barzellette. Ridiamo sapendo perché.

Abbiamo passato momenti familiari divertenti. Mio marito, Erik ed io abbiamo riso tantissimo
diceno barzellette. E la cosa migliore è stata l'aver constatato che Erik capisce le barzellette
semplici, ride quando le ascolta e se la cava a raccontarle.

Una barzelletta è qualcosa di divertente che si racconta per ridere ed affinché ridano gli altri.

Ascolta erik, ti voglio raccontare una barzelletta:

Telefono con una banana (come rinforzo rappresento la situazione con una banana nell'orecchio)

Questo è divertente, perché con una banana non si può telefonare. Ti immagini telefonare con la
banana?, non si può,

Mi metto la vasca da bagno per scarpa. (utilizzo una vasca da bagno delle bambole).

etc.

Mio marito raccontò questa barzelletta ad Erik:


" due persone camminano per la strada, ed uno dice: lasciami mettere in mezzo",
Ad Erik piacque, perché subito capì che con due non c'è chi sta in mezzo. Ora è la sua barzelletta
preferita, e l'adatta: "vanno quattro per la strada, o vanno trentadue, o sempre con numeri pari."

Altre barzellette su cui abbiamo lavorato: "due pomodori camminano per la strada.
Un pomodoro dice: guarda, un camion! CHOP. L'altro pomodoro domanda, dove? CHOP

Per spiegare qquesta barzelletta usiamo questo materiale d'appoggio:


Guarda un CHOFF!

Dove? CHOFF!

Vieni Erik, adesso raccontalo tu con altre verdure:

E immediatamente raccontò queste versioni: Due meloni vanno per la strada.


Un camion. Chop. Dove? Chop.

Due zucche vanno per la via, introdusse lui stesso il concetto via, lo capì benissimo!!.
Guarda, un treno. Cho. Dove?, Chop.

E continuammo con altra frutta e altri mezzi di trasporto.


Incoraggiati, iniziamo un'altra serie di barzellette.

Due mucche su un prato. Una mucca dice: MUUUUUU. L'altra risponde: è giusto la stessa cosa
cosa che volevo dire io.

Tu sai un'altra barzelletta con animali?, Ed Erik si lanciò con maiali, oing oing, cani bau bau, etc.

Un successo!

Schede di Amaya Padilla per lavorare sulle barzellette:

http://garachicoenclave.blogspot.com/2010/02/chistes-con-pictogramas.html
AHAHAHA
AHAHAHA
AHAHAHA
AHAHAHA
AHAHAHA
AHAHAHA
AHAHAHA
8.6 Sperimentare Probabilità

Lavoreremo i concetti immaginare / comprovare.

Attività e schede di lavoro nelle quali il bambino immagina qualcosa che può succedere, e dopo
comprova che cosa è successo:

- Il bambino immagina che cosa c'è da mangiare. Poi vede che cosa c'è da mangiare.
Può essere quello che ha immaginato o no.

- Il bambino immagina che cosa può esserci dentro una scatola, o ad un regalo, etc.

- Il bambino immagina chi può essere la persona che sta suonando alla porta

- Il bambino immagina che tempo farà domani

- Il bambino immagina dove andremo in gita domenica.

- Il bambino immagina dove andremo in vacanza.

- Il bambino immagina che vestiti si metterà la mamma domani.

- Il bambino immagina a cosa giocherà con i suoi compagni a scuola.

etc.
Questa scheda di Marc Monfort può darci idee per il concetto "immaginare":
8.7 INGANNI

Ingannare è fare credere ad un'altra persona con parole o con azioni una cosa che non è vera.
Per lavorare questo concetto possiamo servirci dei seguenti materiali:
Pagine del libro "En la Mente", di Marc Monfort. Possiamo rappresentare queste situazioni:
Anche in questa fase è importante imparare che una stessa persona può dire una cosa e
pensarne un'altra diversa. Questo è un fattore chiave per potere realizzare attribuzioni di
intenzioni basate su desideri o credenze. Per ciò ci appoggeremo di nuovo a foto o vignette
e fumetti che rappresentano quello che si pensa e quello che si dice.

Alcuni esempi:
- Dire: che le scarpe sono molto belle. Pensare che sono brutte:

SÍ.
Ti piacciono

le mie scarpe?

Sono brutte
- Dire che la torta è buona. Pensare non mi piace per niente:

SÍ.
Ti piace

la torta?
- Dire: d'accordo, andiamo allo Zoo. Pensare: preferirei andare in piscina

Vuoi andare allo SÍ


8.8 SCHERZI

Ho trovato questo materiale nel libro di Marc Monfort, ma mi sembra presto per usarlo con mio
figlio. Porto un esempio:
CAPITOLO 9:
STATI EMOZIONALI COMPLESSI
9.1 La Vergogna - schede di Amaya Padilla

che possiamo scaricare qui:


http://garachicoenclave.blogspot.com/2009/08/fichas-trabajamos-los-sentimientos-la.html

9.2 IDEE per lavorare su " Il chiedere scusa"

Tutti gli esseri umani possono disturbare altre persone, perdere il controllo o sbagliare. Quando
questo accade, è meglio chiedere scusa e riconoscere l'errore che abbiamo fatto. Chiedere
perdono consente di modificare il comportamento dannoso a noi stessi e agli altri. Questo
dovrebbe essere fatto con naturalezza ed evitare posizioni tanto di sottomissione che di
aggressività.

Cerchia il bambino che deve chiedere scusa:

Spiegazione delle vignette:


Bisogna consegnare ai bambini le fotocopie e saranno discusse tutte le scene.
Nella prima, una bimba che cade e butta, senza volere, acqua sopra ad un bimbo ed una bimba.
Nella seconda, un bimbo pesta il cappotto di un altro andando ad appendere il suo. Nella terza, un
bimbo corre e guarda indietro, sbattendo contro un altro bimbo che sta parlando al suo amico.
Nella quarta, una ragazza ha rotto il giocattolo di un altro bambino e glielo restituisce rotto.
Gli alunni cerchiano in ogni scena i bimbi che stanno causando qualche inconveniente agli altri. Si
tratta di capire che a volte facciamo degli errori e facciamo cose che non vanno bene, però è
conveniente riconoscerlo, capire quello che abbiamo fatto e chiedere perdono o scusa a chi subisce
le conseguenze del nostro errore.
IN QUALE SITUAZIONE DOBBIAMO CHIEDERE SCUSA E NON RIFARLO PIU'?

RITAGLIA E INCOLLA
9.3 LA COLPA

Per introdurre il sentimento di colpa (si può presentare a partire dai 7 anni, non prima) ho preso
le schede di "Educare emozioni: uno strumento per lavorare il sentimento di colpa", di Cristina
Laorden Gutiérrez.

Leggere ai bambini la storia, chiedendogli in continuazione come credi che si senta il protagonista?

Molto bene, bene, normale, male, molto male.

A. ragionamento sulla proprietà

Carlo e Giuseppe sono due compagni della stessa classe.


Un giorno Carlo fa vedere a Giuseppe i pennarelli che gli ha regalato suo zio.
A Giuseppe piacquero molto quei pennarelli,
All'ora di ricreazione tutti i bambini andarono in giardino e Giuseppe rimase in classe e prese i
pennarelli.

Come credi che si senta Giuseppe dopo


aver fatto così?
Molto bene, bene, normale, male, molto male.
Perché?
B.Ragionamento sull'aggressione fisica ad un compagno

Giorgio sta giocando con una scatola, dove sale, la trascina, etc. Pietro lo sta guardando e
vuole anche lui giocare con la scatola, chiede a Giorgio di lasciarlo giocare per un po '
ma non in modo appropriato.
Allora paco gli da uno spintone forte e lo butta al suolo. Giorgio se ne va piangendo.
Pietro prende la scatola e si mette a giocare con questa.

Come credi che si senta Pietro dopo


aver fatto così?
Molto bene, bene, normale, male, molto male.

Perché?
C. Bugie per un compito a scuola.

La maestra ha detto ai bambini che ritaglino foto dai giornali e le prtino a scuola.
Giovanni si è messo davanti alla TV e non ha ritagliato nessuna fotografia.
Al ritorno a scuola vede ch il suo compagno ne ha tagliate moltissime e gli chiede di dargliene
qualcuna. Poi le da alla maestra come se fossero state ritagliate da lui.

Come credi che si senta Giovanni dopo


aver fatto così?

Perché?
Dissobbedire alla mamma

La mamma di Ferdinando gli ha detto che, siccome lei deve uscire, deve stare in casa per
sccudire suo fratello piccolo che non può rimanere da solo.
In quel momento telefoma un suo amico che gli chiede di uscire cin lui.
Ferdinando risponde che non può uscire perchè deve badare al fratellino, ma l'amico insiste
e alla fine decide di andare con lui a giocare

Come credi che si senta Ferdinando dopo


aver fatto così?

Perché?
E. Negare l'aiuto ad un compagno

Un giorno in classe, la maestra dice ai bambini di mettersi in coppia per fare un gioco.
Ad Alberto piace stare con un suo amico, però un bimbo che sta sempre solo e nessuno
vuole giocare con lui, gli chiede di fare coppia.
Alberto preferisce andare col suo amico.

Come credi che si senta Alberto dopo


aver fatto così?

Perché?
CAPITOLO 10:
RISOLVERE I PROBLEMI
10.1 LAVORARE SULLE DOMANDE
Da Iocresco (http://www.iocresco.it/) ho preso il seguente materiale:
10.2 RISOLVERE I PROBLEMI
Immagini da „En la mente“:
CAPITOLO 11:
UNA SITUAZIONE E DIFFERENTI EMOZIONI
IN PERSONE DIVERSE
L'obiettivo di questo programma è mostrare al bambino come le persone possono sentire emozioni
molto differenti, perfino contrarie (tristezza-allegria), davanti ad una stessa situazione.

immagini dal libro di Marc Monfort " En la mente"


Materiale di lavoro:

Storie sociali, fotografíe, immagini o disegni realizzati insieme al bambino, oltre alle schede
elaborate da Amaya Padilla (http://www.garachicoenclave.blogspot.com) con pictogrammi di
Sergio Palao Procedencia: ARASAAC http://catedu.es/arasaac/

Sistema di lavoro:

Vediamo un esempio con Situazione: Sta piovendo. Prospettiva1: Un bambino con stivali di
gomma sta saltando nelle pozzanghere = felice. Prospettiva 2 : Una bambina in spiaggia che
non può bagnarsi= triste.

Il materiale verrà sempre preparato in anticipo. In questo caso, prepariamo due fogli in cui sta
piovendo. Erik fece i disegni dei bambini seguendo le nostre indicazioni.

Si descriverà sempre la situazione: perciò si presenta molto un'immagine o un disegno molto


chiari che la rappresenti. In questo caso sarà “piove”;
il nostro schema preparato per il disegno.

-“(nome del bambino), che succede qui? – Sta piovendo – Molto bene, sta piovendo.
Poi si presenterà la prima prospettiva possibile, Bambino con stivali di gomma. Si andranno a fare
diverse domande al bambino per aiutarlo nella descrizione e nella comprensione:
- “(nome del bambino)”, Cosa vedi qui? – Vedo un bambino – Molto bene, qui c'è un bambino.
- “(nome del bambino), Dov'è il bambino? – Il bambino è in strada – Molto bene, il bambino è in
strada.
- (nome del bambino), Com'è il tempo? Che tempo fa? – Sta piovendo – Bravissimo sta piovendo!
- (nome del bambino), Guarda bene il bambino, che vestiti ha addosso? - Il bambino porta una
giacca i pantaloni e gli stivali di gomma. Certo, gli stivali da acqua – Certo: Il bambino è per
strada e siccome piove si è messo gli stivali da pioggia e l'impermeabile. Fantastico.

- (nome del bambino), Cosa fa il bambino? – Il bambino salta in una pozzanghera. - Certo, il
bambino salta in una pozzanghera.

- (nome del bambino), Perchè il bambino può saltare nella pozzanghera? – Perchè ha gli stivali di
gomma. Giusto! si può saltare nelle pozzanghere quando si hanno gli stivali di gomma.

- (nome del bambino, ed ora fa' attenzione bene al viso dal bambino, come sta il bambino?, come
si sente il bambino? `) Il bambino è contento Síiiiiiiiiiiii, il bambino è contento. Può saltare nelle
pozzanghere perchè porta gli stivali di gomma.

- Gli attacchiamo il viso, quale scegliamo, contento o triste? È... Contento! - Giusto è contento,
attacca il viso della situazione.

- Riassunto della situazione e della prospettiva: SicCome sta piovendo, il bambino è uscito per
strada con l'impermeabile e gli stivali di gomma. Può saltare nelle pozzanghere, ed è molto
contento.

Adesso raccontamelo tu - il bambino racconta.


Poi si presenterà la seconda prospettiva possible (bimba in spiaggia). Si andranno a fare
diverse domande al bambino per aiutarlo nella descrizione e nella comprensione:

- “(nome del bambino)”, Cosa vedi qui? – Vedo una bambina – Molto bene, qui c'è una bambina.
- “(nome del bambino), E dov'è la bambina? – La bambina è in spiaggia – Molto bene la bambina
è in spiaggia.
- (nome del bambino), Com'è il tempo?, che tempo fà? – Sta piovendo – Bravissimo sta piovendo!
- (nome del bambino), guarda bene la bambina, che vestiti ha addosso? – La bambina ha un
costume. Certo ha un costume , hai detto bene. La bambina è in spiaggia è ha un costume.

- (nome del bambino), Cosa fa la bambina? – La bambina guarda il mare – Certo, la bambina
guarda il mare, non si sta bagnando.
- (nome del bambino), Perchè non si bagna la bambina? – Perchè sta piovendo – Perciò, non
può bagnarsi perchè è brutto tempo e sta piovendo.
- (nome del bambino), e adesso guarda bene la faccia della bambina, come sta la bambina? come
si sente la bambina? – La bambina è triste – Síiiiiiiiiiiii, la bambina è triste. Non si può bagnare
perchè è brutto tempo e diventa triste.

- gli attacchiamo il viso, quale scegliamo, contento o triste? - Triste - giusto! triste, attacca il viso
della situazione.
- Riassunto della situazione e della prospettiva: Sicome sta piovendo, la bambina non può
bagnarsi nel mare, e diventa triste. Adesso raccontamelo tu - il bambino racconta.

Per ultimo si fa un riassunto della situazione con la prospettiva:


Quando piove, non tutte le persone reagiscono ugualmente. A molte persone piace la pioggia e
sono contenti, ad altre persone non piace e diventano tristi. Le persone non pensano sempre
uguale.
A volte piove e siamo preparati, per quello che diventiamo contenti. Il bambino con gli stivali da
acqua può saltare nelle pozzanghere. Non gli importa che piova. Lui è preparato e si diverte.

A volte piove e siamo nel posto sbagliato, per quello che diventiamo tristi. La bambina della
spiaggia non può bagnarsi perché piove. E per quello che diventa triste.
CONTENTO (ALLEGRO) – Scontento, Triste, magari anche Arrabbiato

Situazione 1: Piove:

P1: Bambino con stivali di gomma.


P2: Bambina senza stivali di gomma.

Situazione 2: Piove:

(disegno di Erik)

P1: Bambino triste perchè non può saltare sul trampolino.


P2: Signora contenta perchè si bagnano i fiori del giardino.
Situazione 3: Perdita di un orso di peluche.

P1: Il bambino che lo perde è triste.


P2: La bambina che lo trova è contenta.
Si potrebbe anche lavorare con queste sequenze temporali:
Situazione: perdita di una caramella:

(disegno di Erik.)

P1. Bambino triste che perde la caramella.

P2. Bambina oontenta perchè ha trovato la caramella.

Situazione: Volo in Spagna.

(disegno di Erik)

P1. I nonni sono molto contento perché li andiamo a trovare.


(disegno di Erik)

P2. Papà rimane solo in Germania, sente la nostra mancanza e diventa triste.

Situazione: acquisto di biglietto nella pesca di beneficenza:

P1. Bimba che vince un orso = contenta.


P2: bambino che non vince = deluso.
Molte idee nel libro “En la Mente”:
TRISTE - ARRABBIATO

Situazione: raccogliere i giochi.

(disegno di Erik)

P1: Papá arrabbiato perchè il bambino non li raccoglie.

P2: Bambino triste perchè papà è arrabbiato.

Situazione: la palla ha rotto il vaso.

(disegno di Erik)

P1: bambino triste perchè non voleva romperlo.


P2: mamma arrabbiata, aveva detto al bambino di giocare con la palla fuori di casa.
INTERESSANTE – NOIOSO

Situazione: un film al cinema di navi spaziali

P1. Una bambina molto interessata, poichè le piacciono molto,

P2. Un bambino annoiato, perchè a lui piacciono i pirati.

Situazione: Una conversazione tra persone grandi.

P1: le persone ascoltano con interesse.

P2: Il banbino si annoia, perché vuole giocare.

Siutazione: una mostra su pali della luce e di energia elettrica

P1: Bambino molto interessato, perchè gli piacciono molto.

P2: Papá annoiato,perchè a lui piacciono gli insetti.


PAURA - ALTRE EMOZIONI

Situazione: La vicina con un cane grande

P1: Bambina piccola che si spaventa perchè il cane è molto grande.

P2: Bambino che è molto contento e lo accarezza, perchè a lui piacciono molto i cani.

Situazione: film di fantasmi

P1. Mamma spaventata (non sa che i fantasmi non fanno paura)

P2; Bambino entusiasta, perchè gli piace sentire come dice "UUUUhhhhhhhhhhh" e sa che
i fantasmi non esistono.

Situazione: Colpo alla finestra.

P1: Papà spaventato perché non sa che cosa è.

P2: Mamma tranquilla, perché sa che è il ramo dell'albero che batte nella finestra per il vento.

Situazione: una iniezione.

P1: Bambino tranquillo, sa che è solo un "pic" che non fa male;

P2: Bambino spaventato, è la prima volta e non sa che è solo un "pic".

SORPRESA – ALTRE EMOZIONI

Situazione: La nonna torna a casa con un pacchetto:è una torta al cioccolato.

P1: Bambino molto contento, adora il cioccolato.

P 2: Mamma delusa, a lei piace la torta di mele.

Situazione: I genitori propongono un'escursione, non dicono dove, è una sorpresa..... Vanno via
ed arrivano al Planetario.

P1. Bambino entusiasta, adora i pianeti e le stelle..

P2. Sorella maggiore delusa, a lei piacciono gli animali e voleva andare allo zoo.
Situazione: suona il telefono, E' la zía Felicia che è malata. Non possono andare a casa sua
a mangiare.

P1: Bambina che diventa triste perchè la zia è malata,, però è contenta di non andare a casa sua a
mangiare così potrà giocare con la sua amica per più tempo.

P2: Bambino diventa triste, perchè la zía è malata e perchè non mangerà quei dolci così buon
che fa.
Amaya Padilla, de Garachico Enclave (http://garachicoenclave.blogspot.com/), preparó una scheda
stupenda che a noi aiutarono moltissimo. Si possono scaricare qui.

http://www.scribd.com/doc/26413654/Teoria-de-La-Mente-11-Diferentes-Perspectivas-Fichas-Amaya

You might also like