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ROMA
DOTT. GIOVANNI BARDI - EDITORE
1934-XII
COPYRIGHT B Y GIOVANNI B A R D I
P R I N T E D IN ITALY
-p- p
. -- - - . -
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M IO E'RjATELLO
3IARIO
MEDAGLIA D'OR,O
MAGGIORE DEL GENIO
INDICE
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag .
PRE>IESSI 9
F o r n ~ ec«rctlteristiche di u n velivolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
V '1'r~ir;versale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
V l,oii_rritudinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
V Orizzoiitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Diedro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Spostaineiito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Sca1;inieuto e altezza della celliila hipl~iila . . . . . . . . . . . . . . . 17
Sucldicisioiie del peso d i un i:elicolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
CAPITOJ. O l
CAPITOLO I1 .
VELATURA
SECONI)ARIA E PUOI COXANDI . . . . . . . . . . . . . . . . f'ag . 50
Forma e giandezza degli impennaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
Co~triizione degli impennaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . H8
CAPITOLO I11.
Scafi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
CAPITOLO IV .
~)ISPOSITIVI PER LA PARTENZA I.: PER L'ARRIVO DE1 VELIVOLI .
- il gruppo moto-propul.sore;
Fig. 11.
Fig. 12.
V trnsc~e~~scrle
(fig. 1 3 ) . - Dicesi tlella disposiziotie delle suprrfici alari
rispetto alla fusoliera. Con t;hle tlciiomiiiazioiie s'iiitende intlicarc~la incli-
Fig. 13.
ilazione a foriiia (li V, aperta, superiornielite, tlelle ali rispetto alle orizzon-
tale. Iii conseguenza di questa disposizione clelle superfici alari, le cstre-
mità di queste vengo11u a trovarsi rialzate rispetto alla parte centlr:tl(~.
La grantlceaa d d l a V trnsvers:~le ì! di solito niisiirata d;tll'angolo che w l
linea indiriduaka dafl hortio tii attjacco fa coli l'orizzontale.
Questa disposizioiie delle superfici l~ortaritiha un <?ffet,tofrenanto
sulle oscillazioiii inttorno :~ll'asse loiigitiitliriiide dr.ll':~ppa,reccliio.
Spostamento (fig. l'i). - Nei biplani, nei triplani e in genere nei inul-
tiplani le superfici portanti possono non trovarsi, per l'assetto corrispoii-
dente alle condizioni di volo nor-
male, sulla stessa verticale. 111tal
caso si dice che le ali sono spo-
. state, intendendosi per spostamento
la quantità di cui l'una sopravanza
L- ---
---.--
l'altra. I-
Lo spostamento ha influenza
sul mutuo influsso delle ali, e quindi
a'"'--
può essere imposto da necessità di
centraggio oppure da ragioni di vi-
sibilità.
Fig. 17.
Fig. 18
trasmessi dai vari elementi che concorrono nel nodo, in un unico pulito
posto sull'asse del longherone.
/ - " o ~ ~ h e ~ oDO&T,O~C
me
Fig. 19.
L'ufficio delle ceritine, oltre quello importantissimo di conferire
all'ala il profilo adottato, è quello di trasmettere sui longheroni le forze
che agiscono sul rivestimento dell'ala. Ogni centina è sollecitata da una
certa forza, variabile per intensità e per distribuzione lungo la centina
con l'assetto del velivolo; con~eguenteineiltevarieranno pure le forze che
le centine scaricano sui longheroni.
Le forze aerodinamiche hanno l'effetto (li piegare le centine verso
l'alto, mentre lateralmente sono impedite di muoversi dal rivestimento.
Fig. 22.
Fig. 23.
varia e, quando è continua, deve anche avere i fori che permettono d'inve-
stirla siii longheroni (fig. 20).
Le solette di solito hanno una piccola scanalatura per ricevere la
costola che viene ad essere chiodata e incollata (fig. 21).
Lo spessore dell'anima ì: almeno tale da poter ricevere i chiodini che
fissano le solette alla costola e di solito è di 3 o 4 mm. Lo spessore delle
solette può scendere al minimo a 12-
15 decimi di millimetro per i legnami
più resistenti adoperati quando si
voglia utilizzare la maggiore altezza
possibile per i longheroni, altrimenti
hanno spessore da 2 a 5 mm. La fibra
del legno costituente l'anima e le so-
lotte deve essere nel senso della pro-
fondità o lunghezza della centina, dato
che la metiesima è particolarmente
sollecitata a, Bessione. Da ciò nasce Fig. 21.
I'inconvenieilte che la centiila così costituita risulta deficiente agli sforzi
di taglio; vi si pone rimedio incollando sulle due faccie dell'anima dei
listelli di legno duro con fibre normali a quelle dell'anima (figg. 23 e 25).
Questi listelli mancano verso il centro della centina fra i due longhe-
roni, poichè in questa zona gli sforzi di taglio sono minimi, mentre la
Fig. 25.
Fig. 26.
Uno dei sistemi usati è quello di fare i tasselli di spessore tale, da ugua-
glia,re la larghezza delle solette, permettendo così di incollarvi tutt'intorno
una fettuccia di tela come è rappresentato in fig. 24.
I fori di alleggerimento delle anime possono essere di forma tale, da
realizzare un'anima a struttura triangolare o a traliccio, come è rappre-
sentato in figura 22.
La struttura a traliccio, anzichè essere come suo1 dirsi di pezzo, ci06
ottenuta con fori di alleggerimento di forma triangolare, può invece essere
ottenuta c,omponendo il traliccio con aste sep:iratle fra loro, incollate e
chiodate.
Nelle figg. 36 e. 27 diamo un esempio (li qiie,sto t'ipo di costru-
zione di centine i i ~legno a traliccio.
la loro sezione pnò essere circolare o qiiadrata: ht: ìtperti, la loro forilia sarh
all'incirca quella di un C o di un f2, la quale ultima diversifica da quella
a C per avere, rispetto a questa, i bordi irrigiditi dalle due espansioni
caratteristiche della forma ad f2 (fig. 28). I bordi di irrigidimento possono
essere rivolti anche verso l'interno (fig. 29).
Come ordine di grandezza e di spessore delle pareti di questi tipi
di profilati, riferendoci ai chiusi a sezione circlolare, che meglio si prestano,
per darne un'idea diciamo che il loro diametro è di solito intorno ad un
centimetro, e lo spessore è intorno a mm. l.
Una centina in tubi tondi di acciaio può ottenersi per saldatura auto-
gena del traliccio sui due correnti (fig. 31).
Un altro sistema è quello di preparare dapprima un traliccio continuo
ottenuto per piegatura, su opportuna sagoma, del tubo che deve comporre
il traliccio. Nei punti di unione dei correnti al traliccio il tubo di quest'ul-
timo viene schiacciato come in fig. 30, dopo di che si procede alla legatura,
Fig. 28.
Fig. 3v.
Fig. 31.
Fig. 34.
specie (li sca'tola da cui prendono il nome. Per il loro part.icoltire ufficio
di puntoni, basta che siano limitate fra i longheroni, oltre i quali, talvolta,
si prolungano verso il bordo d'entrata e di uscita con struttura analoga
alle centine normali.
Nella fig. 34 è dato un esempio di centina a scatola in legno.
Poiche le centine fuori del loro piano sono deformabilissime, una volta
completata la struttura interna dell'ala, prima di pa'ssare al suo rivesti-
mento, si usa geiler:tliileiite fissare le ceiitine coli uiia fettuccia di tela pas-
sante alternat,ivaniente sopra una centiiia e sotto la successiva, dopo avei.
compiuto, quando è possibile, un giro ,zt,tarno alle rispettive ~ o l e t t e(fig. 35).
I1 rivestiment'o assicura poi, come vedreiiio, i11 inoclo definitivo l'iiide-
forma bilità nel loro piano.
Fig. 33.
dif af ti:
Fig. 39.
111 una cellula biplaiia questi sforzi assiali, per i longheroni dovubi
alle due componenti F,, ed 5'1, sono raggruppati nella tabella seguente:
Ala inferiore :
Loiigherone anteriore trazioiie trazioiie
Loiigherone posteriore trazione compressioiie
agrilti iatiiiosf(.rit,i.
Xellu costriizioiir (lei loiighcroili, sia per l'cccdessivn liinghczza dei
inedesiini, siil ;illo scopo (li poter uti1izz:~rc il lcgrinnic ~~ii(d1ie di iiio-
deste diineiihioni, ì. spesso necc~ss:isioricorrere ;I, delle giiiiizioni. T11 tali
casi i giuiit'i debhoilo essere
\.
fa,tti iii uorrispontlenz:~ t1c.i
1)iiiiti (li moirieiifo nullo o iittllt? b
a
imnletliate viciiiailzr (li qiiesti O
piiilti. -e - - - -
Il lbiailo (li giunzioiie tlevr
Fig. 5 7 .
avere una pcntlenz;~non infe-
riore iid l!," ed :],vere l:\, stess:i giacitura verticale della componente P,, .
I n xltri terniiili 1;i traccia, (le1 giunto dovrà risultare: per lesolette,
obliqu:~agli spigoli, nientre per le anime sarà normale agli spigoli.
Il giunto può essere rinforzi~tolateralinerite con tavolette incollate*
(li legno forte e poi fasciato.
Nella fig. 57 è riprodotta la giunzionr di un longherone a doppio T,
e nella fig. 58 la stess:~giunzione riprodotti:% con rinforzi e fascisture.
(1
i giunti possono risultare para,lleli come in fig. 60, o meglio ancora sfalzati
di un tratto uguale alla lunghezza del giunto, come in fig. 61.
I n ali a profilo sottile è qualche volta necessario dare al loiigherone
una forma trapezia. I n questo caso, ed in considerazione che la forza
agente sull'ala è? obliqua rispetto all'ala, è buona norma arrotondarne gli
spigoli per non avere poche fibre nelle parti più cinieiitate. Inoltre la fa-
sciatura del longherone è? in questi casi addirittura indispensabile per
eliminare possibili scheggiamenti sugli spigoli, che potrebbero compro-
mettere la stabilità del longherone.
-.
Fig. 61.
I
L-----J*
L'ii~citleiiz:~.Aiic,l~c.1 ~ ~ clu(lst,ic
1 ' c:onl-
r ~ o i i c ~ i ~1~1ì)
t t ~ csst2~,th
istit,iiito 111t
cd:~lc.olo (li stal)ilit'l~caonie per 1 : ~
cnnnl)oi~entrF,,, ;t,lloscol)o di l)otcli'
tleti?riiliuiire gli sforzi nssia,li agckiit,i
~icllc.varie st:riit8t,iii'c~ (lullic t,rii8v:i-
tura oi.izzoiit:ilc~,sia per 1)otc~i'(li-
nioiisioiiare i 1)uiitoiii t: 1t: croc:iere,
siil p c ~ ir~t~rot1iiri.e.
gli sforzi :i'ssi:r,li
reln,tivi iii loiighc!soili, nel ca'lc~olo
dei medesiiiii, in :iggiu~ita,o iri di-
miniiziorie ;t quelli c1c:rivaiiti <la.llii
coni~)oiierit,~! F, .
1 1)iintorii per lii loro sistenia-
ziorie i~orm;il(l; ~ ilonglieroni soiio
oeinprr coinpressi a data l a pic-
cwlesza. tlella loro dimensione tra-
s\rersalc~rispetto alla loro lunghezza
tlc?bk)oiioseniprtl c?sstlrc.considerati
come solidi c*;iricati di p u i i t : ~I l~uiit~oiii
iii legno, speci:~liiieiiteper piccoli
n,pparecchi, h:riino sezioiie di solito a croce, riiaggioro :LI centro che alle
o 0 0
- - - - - --
a a
- - ---- - ---
Fig. 7 1 .
/
Fig. 73.
cl'\isc.it~;r,.Possorio csxere, iii legno, ilel cluul crjso rio~isono aItro che iiim
c~nl~iiliiszioilc! (](il lorigl-ieroiiciilo bortlo tl'oiitJrat'iirclic?,ripirgsiitlosi secondo
1 ; ~forrria in piiinti1 as;.iiiil$np(?r 17cstr(:rllit~~, R ~ ~ A ? ' cva,
, a rajggiu1lger0 il bordo
tl'iiscdita (fig. l!)).Altre voltc? è costitiiit,~tf:i, iiii tii1)o o i i r i nns1;ro rnc?t8ii8llico
Fig. 80.
piegato e cliiotlato al loiiplieroiiciiio hortio t1'eiitr;ct:i r sc1iiacci:~toall'altru
estremitli per ricevere ed ancorare il filo o il nastro co~tit~uente il bordo
d'uscita (fig. 80).
I bordi tli giiiiizioiie hanno lo staol,o (li riiiiiire le dirersc! parti tii ciii
piiò csnerr coiiil)ost:i iin';il:i ,sono il1 genere formati da uii:~c.eiitiii:i :L
scatol;~,o coinuiique t l : ~ una cciitiii:i riiiforzatii,, doveiitlo sopport:~rel o
sforzo tlo~.iitoalla teii,sioiic1 de11:i t.t~la(fig. 76).
Fig. 32.
Fig. 83
fusoliera o allo scafo da soli nioiitaiiti o da soli tiranti oppure con ele-
meriti misti (montanti, cavi e profilati).
Nelle cellule del tipo biplaiio, l'unione fra le due ali può essere fatta
in maniera diversa, come è rappresentato negli schemi della fig. 84.
Fig. 84.
Fig. 90.
Coni? i i~iont~aiiti
iii legno, ;inche qiielli iii?t%llic.i soiio iiiuniti alle
estremità di pipe saldate, o ohiot1at.e per perinettere llatt:icco a niezzo di
biilloni del nio~it~;~iite
ai nodi tl(>ll:~
tritratii~:i (fig. 99).
Fig. 100.
Fig. 101.
Fig. 102.
Fig. 103
61 0 ,I
Fig. 106.
ciò per aumentare 1;i cur7-atiira dcll'iilw, oii(1e diiiiiriiiire 1i1 7-elocità iiiiiiima
tli sostentanieiito e quella d'atterranieilto.
Gli alettoni hanno forma rot,taiigolare o trapezia (fig. 106) col lato
maggiore nel senso dell'apertura alilre; la loro ~ t ~ r i i t t upuò
r a essere in legno,
metallica o mista.
Poichè l'asse di rotazione risulta (listante dal centro di spinta dell'a-
lettone, qualche volta il pilota deve compiere degli sforzi eccessivi nelli%
manovra. Si rimedia, quando occorre, con la compensazione, la quale
però deve essere sempre parziale, tale cioè da diminuire lo sforzo del pilota,
ma non mai da aiinullarlo. Ciò si ottiene con l'aggiunta di urla porzione
adeguata di superficie posta a prora del17asse di rotazione, iii motlo da
creare un momento di senso opposto a quello provocato dall'alettone.
Dut. differenti ristemi di compensazione sono rappreseiitati nella,
fig. 107.
UII alt-ro sisteiiia consiste nel porre l'asse delle, cerniere posterior-
meiitt! a1 loiipheroiicii~o anteriore d~ll'a~lettone, in modo da dividere la
superficie dell'alettonr iri due parti aventi, rispetto al17a8sse,momenti di
senso c.ontra.rio.
Questo tipo di coiiiperisazione ì! :issoc.iato MI 1ili:1 1):ljrt8icolarit,Aalare,
corisisterite in una fessura in corrisyoridenzn dell'a.let,tone, per modo che
l'aletfoiie prenda il nome di alettone s fessura 11. Tale fessura ha per effetto
((
Fig. 109.
zioni che l'ala subisce nelle diverse condizioni (li 1-010. Completano la strut,-
tura degli alettoni le leve, le quali sono generalmente costituite da due
lamiere chiodate o saldate fra loro e sagomate secondo forme di buona
penetrazione (fig. 110). Per piccoli apparecchi le leve sono in numero di
Fig. 110.
u
Fig. 11.5.
Fig. 121.
Fig. 122.
A) Tamburo a gole per avvolgimeiito fuiie
B) Ingraiiaggi conici
C) Albero cavo filettato e girevole
D) Maiiicotto con orecchietta per attacco al piaiio fisso
E) Attacco loiiglierone superiore della fuholiera
dipende dal trovarsi la risultante de,l peso rispettivamente fra le due risul-
tanti aerodinamiche della cellula e dell'impennaggio, ovvero in c.orri-
spondenza della risultante della cellula od infine, al di fuori delle risult,anti
della cellula e dell'impennaggio.
Non è detto però che non si possa ottenere lo stesso efletto, di avere
cioè l'impennaggio orizzontale positivo o negativo anche con profili sim-
metrici, opportunamente calettati. Difatti basterà che per la condizione
di volo normale il piano orizzontale sia calettato rispet'to alla direzione del
vento relativo, con incidenza positiva o negativa. Del resto ben difficil-
me.nte per questa condizione di ~ ~ o non
l o e~istera~iinopiccole forze in coda
anche con impennaggio simmetrico, cioè a dire che ben difficilmente il
piano orizzontale sarà calettato in posizione neutra. L'adozione di profili
disimmetrici è soltanto necessaria quando c'è bisogno pel centraggio di
Fig. 124.
menti della coda aventi la stessa intensità, nei due sensi, l'adozione di
profili simmetrici con calett(ament0 quasi neutro risulta, salvo casi parti-
colari, assai logico.
Fig. 125.
Fig. 126.
Fig. 129.
Organo di collegaineuto della velatiira principale con la velaturasecondaria.
Dalle travi di c,oda che furono iii prevaleilza adottate iiei primi
aeroplani si passò beli presto alle fusoliere le qiiali altro non sono che
travi d i coda molto ravvicinate costituenti uii t u t t o riunito e rivestite,
in niodo da avere, a costruzione ultimata, forme il più possibile di buona
penetrazione. Le fusoliere possono avere sezione quadrata, rettangolare,
circolare od ovale.
Le fusoliere a sezioiie circolare od ovale presentano minor resistenza
all'avanzamento, per contro risultano nieiio stabili nelle evoluzioni di
quelle a sezione quadrata e rettangolare. Per questo le fusoliere a sezione
circolare eil ovale hoiio pii1 adatte per iilrlr:irt.cchi da caccia etl iii geiiere
per apparecchi cui si richieda uiia estreilia riianeggevolezza.
Le fusoliere a forma quadrata o rettangolare rivestite in tela sono
costituite da quattro longheroni correnti lungo gli <pigoli dei telai delle
sezioni in modo da ;iversi 1ricdi:lnte cavi o fili di c o ~ i t r o r ~ n t a t u r niiii:i
,
travatura triangolare nello spazio.
Nelle fusoliere i11 legno r i estite
~ in con~pens:~to e iii quelle metalliche
rivestite in 1:liiliera sottile, il riv~stimentosostituisce le crociere poste
sulle faccie esterne delle fusoliere rivestite in tela. Siniilniente le crociere
poste riel piano dei telai possono essere oniesse quando que\li hieiio oppor-
tunamente costruiti con arigoli sufficieiitemente rigidi.
Come nelle ali i punti d'iiicoritro dei vari elerrieiiti cobtitueiiti ]:i fuso-
lier:~si chi:~iiiano iiotli
(( JJ.
Fig. 130.
Xelle costruzioni iiirtalliche se la fusoliera & iii tubi, l'uiiioiir dei nioii-
tanti a i lo~igheroniè fatta in genere mediante pipe o inanicotti o fazzoletti
come è rapprrscliit;~tonrllt~figg. 139, 140, 141. La fig. 142 mostra il fipo
m'
rlg. 143. Fig. 144.
Fig. 151. Fig. 152. Fig. 153. Fig. 1%. Fig. 155.
Fig. 156.
ATTACCHI
DELLA FVSOLIERA ALLE ALTRE GTRUTTvRF,.
Xelle figg. l i > - l i 3 e l i 4 sono rapprexeritat,i tre sist,emi (li attacco per
l'uiiione della capra alla fuso1ier:t (a forchetta, :itperno e a manicotto).
F
all'iiistallazione del griippo motopropulsore.
I n ogiii caso la carliiiga ha seinpre una forma di 1 *+
Fig. 178
Fig. 18U.
e 1-erso la poppa è seiiipre più o iiirilo cliigliitto sia per coiiferire allo scafo
qualità marine, hia per rendere pii1 facile l'amninramento.
, I1 fondo è costituito da numerosi correiiti loiigitudinali sui quali
veilgorio a contrastare come nelle fusoliere, le sezioiii trasversali resistenti.
Fig. 181.
Fig. 182.
Kella fig. 188 è niostrat,a un'ortiiiinta (li scafo metallico. Bili I)ortli tl(:1 pro-
filato (li contorno tlelle ordinate e dei correnti veiigoiio c9liioti;~tele la-
niiere di r i v ~ ~ s t i ~ r i ~ i i t o .
Longitiitlirialmcnte le ordiiiafth oltre aci essere collegate coi1 la eol~ertuiì~
esterna in lamiera ciural, sono r i l i n i t ~esternamente ;t mezzo (li correnti
sagoniati ati R (fig. 183) cb chiotiati :ille lamiere di rivestimento e ai telai.
Siille fiarlcate le ordiilatc possono essere collegate con diagoliali (fig. 184).
1,a tenuta stagna nelle chiotlatiire tlelle lariiirre di ril-estiriieiito 6
eoilseg~iit:~nietliaiite nastri di t,t~liximberuti di s1,eciale sostaiiza a 1 ) a . i (li
~
catrame e postc. fr:i le lamiere ci:[ cliiodare.
Gli scafi metallici vengono poi verniciati per proteggerli dalla como-
sione del17acqua di mare, corrosione dovuta a fenomeni elettrolitici.
F i g . 185.
Fig. 1S6.
Tanto nelle costruzioiii iii legiio clie iii quelle meta'lliche, sulla copert:c
sono praticate delle aperture munite di sportelli a tenuta ermetica mediailte
opportune guarnizioni.
Tali aperture servono pe,r ispezionare ed uercnre. lo sc:i,fo.
Nei riguardi della velatrira principale e della velat'ura seconciaria,
questle solio sisteniate ri~pet't~oallo scafo tiivers:iiriente (la come lo sono
rispetto alla fusoliera. La velatiira princiyàle s o n a s t a coniplctanieiite
lo scafo; così pure la velatur;~secoiiiiaria si trova sistematat al disopra
Fig. 187
Fig. 189.
Fig. 190.
Fig. 191.
Fig. 192
Fig. 103.
Ln dista,iiza, fra gli appoggi anti3rioi.i 11% una certa importa'riz:$ iiiquitii-
tochk se è grande assicura una ottima stabilità latera.le, per contro il veli-
1-010 a cause tii incgiiaglianza del terreno o per colpi (li vento laterale esce
facilmente dalla direzione d'atterrament'o.
La maneggcvolezza al rullaggio dipende dalla suddivisione del carico
siigli appoggi, ed C tanto minore quanto più è u~tricatol'appoggio posteriore.
I primitivi carrelli, che ancora oggi si usano i11 parte, erano costituiti
come quello rappresentato in fig. 193, forinato da due anse a forma di V
piegate Terso l'esterrio e tenute i11 qucsta posizione da due traverse oriz-
zolrtali: il tutto reso rigido mediante diagonali i r i caro o in profilato.
L'assale trova posto t r a i puntelli de,lle anse ed ì! collegato a questo
rnecliantc! cor~lonielastici.
Le anse possono essere in le,gno ma piìi spesso sorio in met;~~llo. SAin
legiio sono c-ostituite (la strati di legno fra loro incollati e sagomati a solido
cli buoria peiictrazione. Se nietalliche possono essere costruite in tiiho tondo
opportiinamerite iiiipoppato o p ~ ) u r eiii tubo ovale. Le traverse orizzoiitali
soiio geiieraliiiente costituite da due tubi, oppure d:i un u1iic.o puiitoiie
opportunarneiite sagomato per ricevere ll:\ssalc~r per offrire la rninima
resistenza al moto.
Fig. 196.
Fig. 197
Fig. 198.
avere por ogni semi carrello ui1'ast.a la quale porta il sistema elast~ico
di cili si dirà in seguito.
Fig. 191)
Fig. 200.
Fig. 201.
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I D i a m e t r o esterno . . . . irim.
2 ) sezioiie p~ieumat~ici 11
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. . . . cm? i y
I
i 4 4 4
12 Carico di scliiacciamento
massimo . . . . . . K ~
I
i R~,
l
1 .
l900
l
2300 300
13 Coefficiente minimo di rot-
tura verticale . . . . I C 3,6
i/ 3.6 3,25
14 Caricomiii.dirottura ( p e r c e
perture normalmentegon-
( fie attacco piano) . . Kg. : It 306o 1600 ) 5670
15 I~avoro d' urto provocant,e i
lo schiacc,iamento corn- I I Fig. 206.
pleto della copertura
= n.112 y . . . .
. Kgin..
16 Carico di rottura assinle
(bracciodileva= w 1 , 2 d I ) Kg.
!
17 Pressione minima di scoppio
della copertiira . . . .
.-p- l----
-- -- -- -- -
SISTEMA
A3I>IORTIZZATORE E FRENI DEL CARRELLO.
Fig. 207.
urti; l'aeroylano correr8 sul suolo, srrestaii(1osi (iopo urlo spazio più o
meno lungo. Se così realmente avvenisse, un carrello di aeroplano potrebbe
essere costituito sempliceinerite mediante due o più ruote legate rigida-
mente ad un'armatura, unita a sua volta all'aeroplano.
I n pratica le cose si svolgono diversamente: in primo luogo il terreno
non è mai perfettamente levigato ed indefinito; in secon(io liiogo il caso
della traiettoria resa tangente al suolo & l'eccezione.
Occorre quindi:
1 0 Prevedere dei dispositivi capaci di assorbire la componente
Fig. 200.
Fig. 210.
Nella fig. 210 B mostrato il semicarrello del tipo usato sugli apparec-
chi Ca.73 (fig. 198) e Ca.74. L'asse della ruota è unito a due telai di tubi
di acciaio, uno anteriore e uno posteriore, imperniati sulle scatole di giun-
zione dei longheroni dell'ala inferiore. I clue tubi e del telaio anteriore
(asta elastica) (fig. 210, 1)uniti da una traversa f superiore pure in tubo,
scorrono entro due manicotti d uniti da una traversa c di tubo fissata a
due mensole b facenti parte della scatola di giunzione del longherone ante-
riore dell'ala (fig. 210, 2). La traversa mobile e quella fissa sono collegate
da una legatura in cordone elastico (fig. 210, 3).
sieme costituibcoiio l':iilsa clel carrello (fig. "3). ITn:i delle gambe e preci-
samente quella anteriort> è ammortizzatrice, costit,uita, oioP (la iiria serie
(li dieci hlocchetti di gomrna (fig. ?L?), il ciii lavoro di tleformaziorie u
compressioiie assorbe gli urti che nascono tluraiite la fase (li rullaggio e
di atterrnmento clell'at?roplano. 1 blocclictti (li gomma sono tenuti sep:L-
rati fra loro (la p i a t t ~ l l iin lamiera di duralluminio e sono contenuti in un
robusto cilintlro piire iri lamiera (li tiuralliiniiiiio u sezione di buoiia pene-
trazione onde diminuire la resisteiiz:i :ill'av:iilz:iiileilto tlell'aeroplano.
Questo cilindro metallico serve aiiche (li guida al pistone di coni-
pressione, che a i11 lamiera di ottone.
11 circondare tutti i blocchetti di goninla tli uii cilindro met:bllico ì:
i~ssniopportuno, perchè per la loro buona conservazione è necessario che
essi si:~iio protetti contro la luce, il calore e gli spruzzi di olio. Q bene per-
tanto verniciare i hlocchetti stessi con apposita vernice uguale a quella
usata per i pneumatici delle automobili.
Inoltre la gomma col tempo perde la sua elasticità ed è perciò neces-
sario, almeno uiiu volta ll:~iiiio,sostituire tutti i blocchetti di gomma.
Fig. "1..
,irn)~~orfi::t~to)'i
oleo-pnei~rncrtici. - Soilo 1)oco :t(lopewti in Italia. Ne
abbiariio un esempio negli aeroplani da caccia C'. R. 20-bis c C . R . ,I.
(Asso-caccia).
Nei carrelli di questi aeroplaiii (fig. 214) la gaiilha aiiirnortizzatrice
oleo-pneumatica è del tipo ITickers.
Si compone di una camera (l'aria A (fig. 810) avente all'estrernità
inferiore un premistoppa entro il quale scorre! un pistone B. I1 carico che
grava sul pistone viene sostenuto dall'aria compressa che (li conseguenza
determina il inolleggiarnento. I1 freno ad olio, situato nell'interno della
camera d'aria, serve 24 rallentare il ritorno del pistone, impetlendo così
il rimbalzo nel caso di un atterraniento più o mcino brusco.
d,)n))bo).tir-a.torioleo-elastici. - V;i.iri~osthiiipre più geiieralizzaiidosi t?
~ o i i ooggi larga'nlente ua;~tinell'ilviazioiie It,,zliaria,. Su (li essi quindi ci
f ermereriio più :t luiigo.
La part8eessenziale (li questi ariiiiiort,izzat,ori costit8uit:r da, iin freno
a sti~iltuffoche obbliga urla certa quailtità rii glicaei-iiia (?il olio contenuta
Fig. 218.
1. - Atta.c.cn aul)c~i.i«re.
2. - (lappelletto siiyerioir.
3. - Tampone elastico.
2. - Piastra di divisione.
5. - Guide.
A. - Tubo pistone.
7. - Piatto inferiore.
8. - Premistoppa.
0. - Pistoncino di richiamo.
10. - llanicotto di fissaggio.
-
11. - Tappo di carico.
12. - Valvola olio.
13. - Spiila di trafilatura olio.
14. - Cilinclro inferiore.
15. - Attacco inferiore.
I1 sistenia tli siilorzamento aci olio è costituito (fig. 218) (la un tubo
ceiitrsle, fissato nella sua parte superiore all'aeroplano, che fa d a pistone
e porta all'estreiilità inferiore la valvola dell'olio e d a u n altro tubo esterno,
coassiale, scorreiite sul primo, che costituisce la camera dell'olio.
Questo seconcio tubo è fissato inferiormente all'asse della ruota e
porta la spina conica, che regola il passaggio dell'olio attraverso la valvola.
All'estremith superiore di questo secondo tubo è fissato il piatto di
schiacciamento dei tamponi ed il premistoppa per la tenuta dell'olio. La
spina conica attraversa la valvola ed alla sua estremità 6 collegato il pi-
storicino di richiamo.
L:% valvola di passaggio tlell'olio (fig. 21'3) è costituita da un dia-
framma ccon 8 fori (lisposti a cerchio e da un tappo centrale con foro cu-
I . - I ) i : ~ f r : i ~ t ~ lcoi
l ~ : if u ~ i .
2. Anello valrola.
-
-i- b.
Fig. 219.
librato in cui scorre la spina conica e che regge l'aliello v:ilrola che chiutlc
o lascia a8pertigli 8 fori a. seconda se, vi sia o no pressione nella camera
d'olio.
I1 sistema di smorza~riient.~ elastico è costituito da una colonna di
tamponi di gomma, separati da lastre di allumiriio. I t,amponi sono tenuti
insieme da due aste di sccia,io disposte lateralmente e parallelament,e al
t'ubo centrale e fissate superiorriiente ad un cappello che, ,z sua, volt,:~,è
fissato al tubo centrale e quindi parte rigida dell'aer~pla~no.
Le due aste laterali inferiormente scorrono entro fori di p:i,ssaggio
praticati nel piaJt8tocollegato all'adtro tubo scorrevole e possono essere,
rigi~la~mente fissate a d esso a mezzo di due manicotti fi1etta)hi.
L'a~mmortizzatore oleo-elastico F. P. viene c ~ s t ~ r n i tin
o sei t,ipi per
aeroplani del peso totale (la 500 kg. a 6000 kg. Per a'eroplaiii di peso
maggiore gli ammortizzat,orj possono essere a,ccoppiati.
Kella tabella della fig. 220 sono indicati lo schema e le dimensioni di
ingombro dei sei tipi.
Nella successiva tabella della fig. 221 sono indicati lo schema, l«
dimensioni di ingombro e le caratteristiche dei tamponi di gomma da
iisnrsi per i suddetti ammortizzatori.
--- p p - -
800
-
A 1 35 150 50 60 60 60
--p--p
C 1 60 60 60 75 82,5 90
E
F 559574 601 737 792 851
7
---P-
G 35 40 45 50 60
'-
p - P
II
p
130 1 127 165 , 195 250
--
295 '
I- -- P -
76
--
/T% p
110 118 1 7 5
Peso iii Kg. 4,400 6,300 7,400 - - 1 - 1
- - p .-
p
-
-- p
-P-
--
. -
pp- P
--
-
p
Fig. 223.
1. - Att;tccbosupriioi~.
2. - (iuicla delle molle.
3. - Tubo pistone.
1.- Premistoppa.
5. - Piatonciiio d i ricliiamo.
H. - Tappo di ca,rico.
7. - Valvola olio.
8. - Spina d i trafilatura olio.
9. - Cilindro inferiore.
lo. - Attacco inferiore.
W Fig. 224.
esso. Man maiio che l'aeroplano si solleva l'olio passa dalla parte superiore
:L quella inferiore in modo da poter ammortizzare eventuali urti a terra.
I n volo il peso della ruota richiama, per mezzo del pistoncino fissato
al tubo inferiore, l'olio nella parte inferiore preparando l'ammortizzatore
a d olio per l'atterrameiito.
Dimen~ion~i
drgli ammorti::atori idraulici P. P .
l
DIMENSIONI
.p --
Peso
-- p--
A in m/m.
--
B l> Il
- l
g D >l Il
- - i 375 353
1
8
g E
- -.
-1%
1
-- - - l 213
p
I >I
~ --___)__l- ~ - _-p
Peso Ammortizzatore
. -- -----p
----- - - - ~ -
Fig. 226,
-LCf/LL
------
Tubo
Fig. 236.
Fig. 237.
Volendo ottenere il (liverso frenamerito delle due ruote si posaorio
usare due aste di comando distinte una per ciaJscuna ruota oppure coman-
Fig. 238.
dare l'eccentrico, oltre che con l'asta principale, anche con pedali situati
sulla pedaliera (fig. 239).
Fig. 239.
T
Fig. 212.
Fig. 243.
Fig. 245.
Fig. 246.
Fig. 248.
Fig. 251.
Fig. 25.2.
facce sono coiilprese fra ciiie corone di ferodo una fissa e l'altjra 1no1)ile
portate dal disco. La corona mobile viene spinta contro il disco anulare
della ruota per effetto del gonfiameiito tii una camera d'aria iiella quale
si invia l'aria, compressa.
Fig. 254.
&rrd dcomdndo
Fig. 255.
Schema di funzionamento d ell' Aero-Freno.
Fig. 261.
Per gli atterramenti sulla rieve o sul ghiaccio, il pattino di coda viene
sostituito con pattino a guisa di ski, girevole intorno ad un asse trasver-
sale e trattenuto nella posizione pii1 conveniente da cordorii elastici a simi-
glianza di quanto già visto nella fig. 304.
Allo scopo di non danneggiare il terreno degli aeroporti oggi si
preferisce limitare l'azione frenante esercitata dal pattino di coda sosti-
tuendolo cori una ruota di coda simile alle comuni ruote dei carrelli
di atterramento. I n tal modo anche con forte carico sulla coda si evita
l'aramento dei campi.
Tali ruote di cui si vetlono rielle fig. 268 t: 863 degli esempi, sono mol-
leggiate con tamponi di gomma o con molle o c,on elastici ed è preferibile,
specialmente per le manovre a terra, che esse siano orientabili e possie-
dano uri dispositivo elastico che le riconduca nella posiziorit: normale.
Fig. :'ti?.
DISPOSITIVIP E R IDROVOLAN'1'1.
Fig. 263.
Gli anfibi prendono questo nome dall'avere come dispositivi (li par-
tenza ed arrivo tanto quelli relativi agli idrovolanti che quelli relativi ai
terrestri.
Le ruote però devono essere sistemate in modo da potersi sollevare il
più possibile sulle fiancate dello scafo o annegare nelle ali allorchè l'appa-
recchio deve servire come idro; inquantochè la loro resistenza in acqua
sarebbe eccessiva e la configurazione ondosa tale da non permettere il
distacco dall'acqiia ed essere pericolosa all'ammaramento. Nella fig. 305
abbiamo visto un tipo di carrello per anfihio nel quale le ruote possoiio
essere fatte rientrare nello spessore tlell'ala.
CAPITOLO V
Fig. 2fj7.
Nelle figure prectdeiiti ahbiaino (lato alcuni eseiiipi (li supporti motori
per motori a cilindri iri linea facenti parte, esclusa la fig. 267, della fuso-
liera. I castelli motori siidtietti vengono sempre coperti con cappottature
di lamiera di alluminio f e ~ m a t eper mezzo di cerniere a spille.
Nel caso (li motori stellnri il basnniento del motore porta posterior-
mente un anello o delle zampe t.oii fori per i bulloni che servono a fissare
il motore su apposita strutt'ura variamente realizzata sulla testata della
fusoliera e della carliiiga.
Nelle figg. 268-269-370-271 diamo alcuni esempi di supporti per
motori a cilindri radiali. Essi possono essere realizzati con una travatura
in tubo o in profilati. Finiscoiio senipre con un piastrone a l quale Tiene
collegato il mot'ore.
Fig. 268.
..
Fig. 271.
Fig. 272.
sezioni c1ull't.lic.a eseguite coli piarii p:ir:~lleli :i qiiello (li proiezioiie c. geiie-
ralmerite equitlistanti.
Nella fig. 27'5 disegiiiariio per chiarczzn, scyaratamente, le1 sezioni
che dovrebbero essere sovrappofil c.
Per evit,are 1:i sorr;tpposizioiie dollc sezioni ci si -\-%ledi un :~ltroinetodo
di rappresentazione che può chiamarsi il metodo tiel ribaltamento.
E s e g u i t , ~il disegno de1l:i pianta c tlel1':tlzata si sovr:Lpporraiiiio fa-
cendo coiiiciciere l'asse tlrlla l~:~l:i.Hezioninino 121 pala coli iiil certo iiiimero
(li piarii riorniali al suo ahse c faccianio ruotare i piani contenenti lr sezioiii
ottenute (fig. 276) conle segue:
- prima rotazione di 90 gradi a destra iiltoriio all'asse verticale
passautt: per il punt,o tl'iiicontro del piano di sezioiie con l'asse Rellìt pala.
- seconda rotazioiie a DO gradi intorno all'ashe della pala in modo
che il piìino (li sezione diveriga ori~zont~sle e c~hei lembi cli entrata delle
sezioni risultiiio rerso il basso (fig. 277 ( 1 ) .
I n tal nioclo, sia per l'elica destra che per l'elica hiiiistra (figg. 278 e
279) il disegno ctell'elica inette in eritlenzì~il passo geoinetrico (li ciascuiia
Fig. 276.
1 -
I I
..
I1 baricentro C: tli ogiiuiia t l ~ ~ l lsezioili
c si proietterh iilsienie alle
sezioiii ribaltate defiiiendo rispet,to all'assc. tlrll:r, pala e all'asse della
sezioile le tlue tlistaiize y e : . (fig. 1'77 c ) che intlix-iduano la linea dei
b:iriceritri.
Riportantlo sulla linea delle sezioiii le tlist:~~iize
z superiorniente sll'asse
della p:tl:t si haniio i punti 81 , Sa , S3 ecc., che indi~i(iuanol:&linea della
campanatura secondaria; proiett>itlcto i bu{rice,ritrisulle liiiee delle sezioni
secondo l:], tlirezioiie ciel17a8ssodella pala si hanno i punti Q1 , Q2 , Q3 ecc.,
che irittividua~nola liiiea della canip:biiatura priri~ipn~le (figg. Y 78 e 279).
Conoscendo le liiiee cli oampanatur:~e yiiintli le posizioni dei ba-
riceritri tli ogni sezione, la forma delle. siiigole sezioni e i parametri
relativi, si può disegria're la pianta e l'alzat8a tlell'elica coli la costruzione
indicata nelle figure sudde.tte, ricordando i due ribaltaiiieiiti indicati in
precedenza.
Fig. 280.
Fig. 281.
iniziata la prima sgroshatiire che riene eseguita coli la sega a iiastro aspor-
tando gli spigoli del hlocco (fig. 382 a ) e poi continuata con la fresa a
legno per ot,teriere la, contornatura generale. Dopo di ciò si praticano nel
blocco, in corri,.;pondenza rlello sezioni rappresentate sul disegno, delle
bianco » onde assicurarsi dei difetti del materiale e della buona presa della
colla.
La vernicia'tura oltre ad a,verelo scopo di rendere più le,vigata la super-
ficie dell'elica ha anche il conipito più importante di renderla impermea-
bile. Si esegue estendendola anche al foro centrale.
La verniciatura consiste nell'applic,azione di un primo strato di ver-
nice turapori a base di nitr~~ellulosa seguito da due strati di vernice flat-
ting senza pigmento.
Le vernici flatting si prestauo bene perchè resistono alle intemperie
e non si screpolano per effetto delle vibrazioiii e dei raggi solari.
Per impermeabilizzare le eliche sono stati proposti vari altri sistemi
che omettiamo di descrivere.
Allo scopo di economizzare il materiale o s causa delle dimensioni
eccessive delle pale le tavole possono essere in via eccezionale giuntate.
Si hanno giunte di tre t,ipi: trasversali, longitudinali e al mozzo.
Possono essere ammesse solo le giunte trasversali in corrispondeilza
del mozzo le quali si esepiscono a becco di flauto con inclinazione di 1/ 15
del piano di giunzione rispetto alle facce della tavola. La giunta deve
occupare la parte c,entrale della tavola e ogni tavola giuntata deve essere
compresa fra due tavole intere.
Nel caso di elica a 4 pale la giunta diviene una necessità costruttiva
a meno che non si costruiscano come due eliche separate a due pale e poi
sovrapposte. I n tal caso l'elica si chiama doppia bipala.
Allo scopo di proteggere le eliche c,ontro i colpi di rorpi estranei
e contro l'influsso dell'umidità qualche volta vengono anche intelate.
La tela può essere di lino o di canapa. L'intelatura, quando si fa, può
essere totale o parziale e si esegue incollando la tela con colla alla
caseina.
Sull'elica intelata si applica un conveniente intonaco e su questo la
vernice. Però è buona iiorma evitare qualunque copertura c,he inipedisc,s
la vista del legiio.
Per proteggere in\-ece le eliche sia dall'urto coli corpi estranei che dagli
spruzzi dell'acqua sollevata dallo scafo o dai galleggianti degli idro du-
rante il flottaggio si procede alla blindatura la quale viene eseguita rico-
prendo parte del lembo d'entrata e la punta delle pale con una guaina di
lamiera di metallo delta (specie di ottone) dello spessore di i/, millimetro.
La guaina viene modellata per battitura su apposito stampo metallico;
deve essere divisa in tronchi e il cotitorno può essere a festoni (fig. 383).
Fig. 283.
Fig. 284.
Fig. 285.
(dchtlenti
lavorazioiii. Due blocchi ciliiidrici separati foriiiano il mozzo clcll'e-
lici%di questo tipo.
Le eliche iii durallumiiiio wttuwliiierite pii1 uxat,e sorio qiiellc costitilite
tla due o più pale iri duralluininio (fig. 9 7 ) riunite da un mozzo in acciaio
forniato (la, due gusci teliuti da collari e port:iiiti il foro per l'iiiiicsto sii1
Fig. 287.
naso del motore. Le pale si ricavano (la sbozzixt,i (fig. 288) forniti (liretta-
mente dalle fabbriche specializzate e con lavorazioni siniili a quelle che si
compiono per eliche in legno (fig. 289).
È molto importante la prerogativa che haiino queste eliche (li perrnet-
t,ere a terra la variazione del passo coi1 una piccola rotazione delle pale
intorno al loro asse. Ciò rende facile l'adctttamento dell'elica all'apparec-
chio e inoltre permette di poter impiegare l'elica in determinate conciizioni
(velocità, salita) nelle niigliori condizioni (li rendimento.
Acceilnianio ailclie alle eliche il cui passo è! regolabile in volo inediaiite
un dispositivo che perrnette al pilota. di far ruotare le pale sul mozzo. Tali
eliche sono usate in casi speciali (records di distanza o apparecchi aventi
grande possibilità di salita) e l~erinettoriodi ottenere sempre il miglior
rendimento del propulsore.
Fig. 28R.
Fig. 269.
o Fig. 290.
è rappresentato in
fig. 292 disegnan-
do sul piano di
prora il profilo
ricavato dal di- Fig. 291.
segno o appoggiandovi una sagonia e riscoiitrando 1'esi~ttezz:i con iiiiu
squadra.
c) Verifica del passo. Si exegiie (.oli iiii'a1)l)osita squadra a lato ver-
ticale graduato come in fig. 293.
Fig. 202.
I1 passo di una data sezione distante dal raggio r dal niozzo sarà
dato da : n
H :- 2 x r t g a , dove t g a =
b
d ) Verifica delle sezioni. Si esegue coli sagome coine è indicato
nella fig. 294.
Fig. 293.
Fig. 295.
P - , . '
Fig. 006.
Fig. 297
zione al manicotto per mezzo di una bietts oppure, come si usa oggi gcne-
ralmente, per mezzo di una serie di scannellature longitudiriali incise sul
F i g . 298.
naso del motore e sulla superficie interna del manicotto (sistema Rudge
Withworth).
Fig. 299.
Fig. 300.
Fig. 301.
che possono verificarsi. Gli accessori debbono essere deila massima legge-
rezza possibile ed offrire, se esposti al vento di corsa, la minore resistenza
aerodinamica compatibile con le loro funzioni.
Esamineremo le varie sistemazioni accessorie dei motori descrivendo
gli organi relativi e la loro posizione.
- Comandi principali del motore e degli accessori
- Impianto per 17alimentazione del combustibile
- Impianto per l'alirnentazio~ie del l~brifica~nt~e
- Impianto per il raffreddamento
- Impianto per l'avviamento
- Impianto di estinzione incendi.
Comandi pri)lcipali drd 7,bot«)-c.. - I c.oiii:iritli priricipuli (le1 riiotore
(comando del gas - comaiicio cieli'ailticipo (lei magileti - coriiando del-
l'aria supplementare) soiio posti n hiilihtri~(le1 1)ilotu e (~o~isistorio i11 uila
serie di leve collegate preferibilmente cori aste rigide agli orgaili da co-
mandare. Se i piloti sono due e a posti affiancati i comandi principali si
pongono fra i due piloti; nel caso di posti d i pilotaggio in prosecuziorie
i comandi sono doppi e collegati.
Per apparecchi bimotori lt: leve di comando Reno poste sullo stesso so-
stegno simmetricamente. Nelle figg. 304 e 30.5 sono illustrati due gruppi di
leve di comando per apparecchi rispettivamente trimotore e bimotore.
Nella fig. 304 (comando 3 motori Lynx del Ca.101) le leve più grandi co-
mandano i gas e quelle più piccole comandano l'aria supplementare. Manca
il comando di anticipo dei magneti percliè i motori hanno anticipo fisso.
Fig. 303
Fig. 306.
Fig. 307
guasto alla pompa. I n tal caso essa viene alimentata da una pompa a
mano azionata dal pilota.
La nourrice rappreaenta in ogni caso una piccola riserva di combusti-
bile che permette il funzionamento del motore per breve tempo in caso di
esaurimento del combustibile contenuto nei serbatoi principali. Deve
essere mantenuta sempre piena e può servire anche ad innescare le pompe
del circuito principale di alimentazione.
Nella fig. 309 mostriamo la vista di fianco dello schema di alimenta-
zione dell'apparecchio BR. 3.
Sella fusoliera sono sistemati 3 serbatoi: due inferiori e uno superiore;
il serbatoio superiore è diviso in due parti da una paratia interna munita
di un piccolo foro nella parte superiore onde assicurare lo sfiato dell'aria.
Nell'ala superiore è sistemato un piccolo serbatoio (nourrice). I1 riempi-
mento dei serbatoi principali avviene attraverso quello superiore che B
munito di due ampi tappi: uno per scompartimento; ogili scompartimento
è collegato mediante una coppia di tubi con il rispettivo serbatoio inferiore.
I1 riempimento del serbatoio ausiliario (nourrice) avviene mediante
un tappo applicato sul cielo di esso. Tale serbatoio porta anche lo sfiato.
Fig. 308.
Dalle due coppe applicate sul fondo dei serbatoi iiiferiori partono i
tubi attraverso i quali la benzina arriva a un pozzetto collettore collocato
fra i suddetti serbatoi; detto pozzetto è munito iii corrispondeiiza dei tubi
di collegamento con i serbatoi, di speciale valvole a gravitA onde impedire
che la benzina di un serbakoio vada all'altro. I n tal modo si può assicurare
l'alimentazione del motore da uno dei due serbatoi. I1 pozzetto ò miiilito
ariche di un rubinetto di scaxico. Dal pozzetto parte un unico tubo sii cui
è intercalato un rubinetto a 2 vie comandato mediante un'asta dal pilota
e che serve per la, chiusura della tubazione quando l'apparecchio è iii riposo.
I1 tubo porta la benzina al filtro tipo Zenit situato in prossimità della
pompa del motore.
Dal filtro la benzina passa alla poinpe che la manda al polmorie auto-
regolatore della pressione. L'entrata della benzina provenierite dalla pompa
avviene per il tramite del raccordo situato a circa rnetà altezza del corpo
del polmone; da questo partono poi due tubi di cui uno serve per l'ali-
mentazione del motore, va al rubinetto a 3 vie il quale è situato nella parte
destra della fusoliera i11 prossimità del cruscot8tloed è comandato, mediante
i~n'astafissata a un settore, tanto da'l pilota che dall'osservatore: dal rubi-
netto a, 3 vie la benzina passa al secondo filtro tipo ii Zenith » e quindi ai
Fig. 310.
Fig. 311.
Fig. 312.
Fig. 313.
che hanno per scopo tli freii;irt? gli spoat~inieiiti(le1 liquido durante le evo-
luzioni specialmente acrobatiche del relivolo. Tali diaframmi servono anche
a irrigidire le pareti del serbatoio (fig. 315).
Fig. 314.
Fig. 31.7.
9 Fig. 317.
Fig. 323
Fig. 324.
1 - - ~. O/
Si impiega per l'unione coli tubi ri-
gidi ~ mezzo di comuni
~ giu1l.i a pre-
mietoppa.
~ .
C - - -
Si impiega per raccjordar8i di-
rettaniente su tubi rigidi.
-,
Fig. 325.
Fig. 327.
12
ima piccola quantith di aria la quale agisce da cuscinetto elastico assor-
bendo con la sua compressione le sovrapressioiii che si generano per
effetto della pompa,.
Fig. 328.
Fig. 330.
Fig. 331.
' R
Fig. 332.
Fig. 333.
Fig. 335.
Fig. 337.
-- -
--
7
Fig. 342.
Fig. 344.
Fig. 345.
piccola sbocca il tubo che porta, l'olio dal motore al serbatoio ed è anche
situata la presa del tubo di aspirazione iri modo da far circolare una minor
quantità di olio nel primo periodo di funzionamento.
La capaciti complessiva del ser1)ìttoio cli olio t! ttdrgiiata alla posi-
zione del motore e all'autonomia de11':ipp:~rec.c.hio.I1 serbatoio non deve
Fig. 346.
però essere mai completamente riempito per la,sciar posto all'olio conte-
nuto nella coppa del motore e per tener conto della dilatazione e dell'emiil-
sione dell'olio durante il funzionamento.
Fig. 347.
Fig. 348.
Fig. 349.
Fig. 350.
L i-' --A,
Fig. 3.51.
(li vapore. I1 radiattore deve essere provvisto (li uno sfiato per l'aria e il
vapore.
L'acqua impiegata deve essere il pii1 possibile povera di sali minerali
(calcio) i quali depositanciosi nei t,uhicini del radiatore li ostruirebbero
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1
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- - -
Fig. 3.52.
mento discende a -130. Occorre tener preseilte che per effetto dell'e~apora-
zione dell'alcool la dosatura della miscela tende ad alterarsi.
Come liquido raffreddante l'acqua può essere sostituita con altri
liquidi (ad es.: ethileiie glycol-acqua) che, pur avendo un calore specifico
vicino a quello dell':~cqua, abbiano un punto di ebollizione superiore a
Fig. 367.
Fig. 358.
A tale uopo i perni che sopportano il peso del radiatore sono forniti
di appositi anelli di gomma.
Nella fig. 365 mostriamo un radiatore a nido d'api con tubetti quadri;
nelle figg. 366 a 370 mostriamo diversi tipi di radiatori Chavarra con tubi
vertinali e orizzontali.
La loro forma dipende dalla posizione che occupano sul velivolo. I1
radiatore mostrato nella fig. 370 ha una superficie radiante molto piccola
perchb è a circolazione di ethilene glicol.
I motori sono stati per molto tempo avviati laiiciancio a mano l'elica
ed utilizzando il magnetino di avviamento ne-
cessario a produrre energiche scintille nelle
candele dei cilindri durante le prime fasi di
scoppio.
Una pompetta di iniezione di benzina faci-
litava la formazione della miscela,. Però tale
sistema, possibile solo per niotori cii limitata Fig. 362.
Fig. 363.
Fig. 370.
potenza, è pericoloso per i motoristi a causa degli scoppi prematuri che
si possono verificare e va gradatamente scomparendo per dar luogo :L
sistemi più adatti dei quali i pii1 usati sono:
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t! e r s con ~ e / i b r e d e ~ &
\ Mol2~d/ rlchbrnc
Fig. 371.
Fig. 372.
Fig. 345.
U - ('i~ppc'lletto.
S - Sede della valvoliiia.
li - Raccordo del tiibod'arrivodel-
l' aria coinpree8a carhiirante.
Fig. 374.
uusilia~i.-
4 O Sisterni ucl aria compresscc atte), U ~ ( Lper rr/e:zo d i moto?-ir~i
Per motori di tine certjw potenza C faticoho C lurigo il caricamento della
bombola di aria compressa occorrente per 1';irriamento ottenuto con
i histemi 2 e 3 .
Si ricorre allora a un motoconiprebsorc che è un iiiotoriilo a scoppio
:t due tempi di piccola potenza il quale è accoppiato a un compressore d'aria
che carica la bombola. I n Italia sono impiegati i motorini Bristol Piaggio
(fig. 377) e Garelli.
Possono essere sistemati lontano dal motore e vengono messi in marcia
o mediante una nianovella o con lo strappo di una fune. La bombola d'aria
è munita di una valvola di siciirezza limitatrice della pressione. Detti
motorini di avviamento possono essere anche utilizzati per azionare la
dinamo necessaria al funzionamento dell'impianto R. T. in caso di guasti
alla dinamo azionata dal vento di corsa oppure in caso di atterramento o
ammaramento di fortuna. Nella fig. 378 diamo lo schema dell'avviamento
ad aria compressa e carburata dell'apparecchio B. R. 3 .
-/O /o de/;r~/Ba
Fig. 375.
=' BENZINA
POMPA A M A N O
v
OUAORO DI MANOVRA
Fig. 376.
Citiamo solt,anto altri sistemi (li a~-x-ianlent,ooggi in tiisuso o poco
impiegati: arvicrmento con ccwtlcccicr caiiricata a polvere esplosi\-a, montata
entro una speciale caniera di esplosione la qiiale comiinica con uno dei
cilindri del motore; avviamento con miscela d'nritr e acetilene; avviamento
con motorini elettrici (Fsrnian).
Fig. 377.
Fig. 378.
/-!/+l
P
u
Fig. 379.
Fig. 380.