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Le voci dentro

Lo vedo una mattina vicino al giornalaio


e là per là non penso
che rischio di buttarmi in un bel guaio.
Non faccio caso ai gesti,
non vedo nei suoi occhi l’ombra di un’intenzione
e dunque sto tranquilla:
quel verbo, “seduzione”,
che riaffiora dopo lunghe attese,
lo scarterò senza esitare, pria che si faccia carne.
Anche se per la verità quell’uomo biondo
sfacciatamente bello e forse ricco mi tenterebbe assai,
una vocina interna getta acqua sul fuoco:
“Attenta ai falsi miti, ai veri inganni…”
e perdo anche quel poco di fiducia
che riponevo in me.
Mi arrendo al Super-Ego, ai suoi sistemi
che, pur brutali, salvano dalle frustrazioni,
mi arrendo a malincuore alla realtà,
alla più triste e ovvia delle rivelazioni:
non restan che i ricordi,
quell’uomo biondo, bello e forse ricco
potrebbe essermi figlio,
non ho l’età, non più, per certe cose.
E poi però di contro un’altra voce s’insinua
e più benevola mi chiede:
“È giusto rinunziare a certe suggestioni,
specie se quei ricordi non son così remoti?”

1
È vero, poco più di un anno fa e sempre di mattina
accanto a quello stesso giornalaio
mi abborda un gran bel tipo e subito m’infiamma.
Saliamo su da lui e ci restiamo
fin quasi a mezzanotte.
Un sol respiro in due, stracolmo di passione,
con la spontaneità di chi si riconosce dopo una vita insieme.
Ma dopo qualche mese s’incrina il grande amore,
i sensi hanno l’artrosi, il gran bel tipo
soffre di reumi e i fili del rapporto
sono un gomitolo che più non si dipana.
L’anima gli si spezza, il corpo è una collana
di acciacchi e di promesse disattese.
Chiuso in sé stesso, privo di forze e voglie,
resta più spesso in casa. E io che sono viva
sempre più spesso esco e sola me ne vo per la città.
Ma quando al mio rientro me lo ritrovo triste
che sembra che abbia il cuore
stretto in una tenaglia,
penso che dopotutto siam sulla stessa barca,
due povere creature partite da una culla,
esseri umani che come vecchie foto di buona qualità
nei casi fortunati si fanno vecchi insieme
per rievocare edicole, gesti d’intesa e seduzioni
prima che anche i ricordi, come tutto,
finiscano nel nulla.

Claudio Maioli

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