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MANAVA-DHARMA-SASTRA

LE LEGGI DI MANU

ISTITUZIONI RELIGIOSE E CIVILI DEGLI INDIANI;

Traduzione dal Sanscrito al francese con note esplicative

di

A. LOISELEUR DESLONGCHAMPS

LIBRO PRIMO
CREAZIONE

Basato sulla traduzione dal sanscrito al francese di Auguste Loiseleur Deslongchamps

1. ”Manu stava seduto, con il pensiero rivolto verso un solo oggetto; i


Maharchis [I Maharchis, detti anche grandi Rishi, sono personaggi santi di ordine superiore al
cui interno si distinguono varie classi di Rishi] si avvicinarono i e dopo averlo salutato
con profondo rispetto, gli rivolsero queste parole:

2. ”Signore, volete degnarvi di spiegarci con esattezza e per ordine, le leggi di


tutta la classe primitiva [Le classi primitive sono quattro: la classe sacerdotale o dei
Brahmani, la classe militare o dei Chatrya, la classe dei commercianti e agricoltori o Vaisya e
infine la classe servile o dei Sudra)] e quella nata dalla mescolanza dei primi [Di
questa classe si parlerà nel Libro Decimo]

3. ”Tu, solo, oh Maestro, conosci gli atti, il principio e il vero senso di questa
regola universale onnipotente, la cui portata non può essere compresa dalla
ragione umana, ed è la regola prima racchiusa nei Veda [I Veda sono le Sacre
Scritture Indiane. I principali Veda sono tre: il Rig-Veda, il Yayur-Veda e il Sama-Veda. Le Leggi
di Manu citano con frequenza solo i primi tre, mentre del quarto Veda, l'Atharva-Veda si fa
menzione solo una volta nel Libro IX, st.33, Gli studiosi pensano che quest'ultimo sia il Veda più
moderno; di diverso parere è l'illustre Colebrooke, il quale nell'VIII volume delle Rechearches
Asiatique,ha presentato una memoria molto importante sopra i Libri Sacri degli indiani e pensa
che in realtà l'Atharva è almeno in parte antico come gli altri. Ogni Veda raccoglie preghiere o
Mantras, e precetti o Brahmanes].

4. ”Così interrogato da questi esseri magnanimi, colui il cui potere era


immenso, dopo averli salutati tutti, diede loro questa risposta:
” Ascoltate”;

5. “Questo mondo era sommerso dall'oscurità [Secondo il commentatore, deve


intendersi per oscurità (Tamas) la natura (Prakiti). Il mondo nell'epoca della dissoluzione
(Pralaya), a causa della sua impercettibilità, era dissolto nella natura e la natura stessa non
era ancora stata sviluppata dall'Anima Divina( Brahmatma). Prakriti, il primo dei venticinque
principi ammessi dal sistema filosofico chiamato Sankya, è la materia prima, la causa materiale
universale. Il sistema Sankya, con il quale sembra intrattenere una grande relazione la parte
metafisica della cosmogonia, è stata esposta da Colebrooke nelle sue ”Memorie sopra la
filosofia indiana”. Queste ammirabili Memorie sono oggi alla portata di tutto il mondo, grazie
alla traduzione francese di Pauthier. Questa pubblicazione è un vero servizio prestato alla
scienza. Gli indianisti parlano anche di una esposizione del sistema Sankya nell'edizione di
Sankya-Karika scritta da Lassen], impercettibile, indistinto, senza poter essere
scoperto dal raziocinio, ne essere rivelato, sembrava consegnato interamente
al sonno.

6. ”Quando fu concluso il principio della dissoluzione Pralaya [Il Pralaya è la


dissoluzione, o distruzione del mondo, che si verifica alla fine di un giorno di Brahma], allora il
Signore onnipotente, fuori dalla comprensione dei sentimenti esterni, rese
percepibile questo mondo con i cinque elementi e gli altri principi, risplendente
della luce più brillante, apparve e dissipò le tenebre, creando la natura
( Prakriti)

7. ”Quello che il solo spirito percepisce, che sfugge alle percezioni degli organi
di senso, invisibile, eterno, anima di tutti gli esseri, che nessuno può
comprendere, dispiegò il proprio splendore.

8. “Risolvette nel suo pensiero, di far emanare dalla sua sostanza le diverse
creature, creò prima le acque, e in quelle depositò un germe.

9. “Questo germe si trasformò in un uovo brillante come l'oro, risplendente


come un astro dai mille raggi in cui lo stesso Essere supremo nacque sotto la
forma di Brahmà [Brahma è il Dio unico, creatore del mondo. Nella mitologia, insieme con
Vishnu' e Shiva, formano una triade divina chiamata Trimurti. Brahma è anche chiamato
Hiranyagarbha (uscito da una matrice dorata) alludendo all'uovo d'oro], il progenitore di
tutti gli esseri.

10. “Le acque sono state chiamate Naras perchè erano opera di Nara (lo Spirito
Divino); queste acque furono il primo luogo in cui Nara si mosse (ayana), sono
state chiamate Narayana (quello che si muove sopra le acque) [Brahma qui è
designato con il nome di Narayana; nelle Puranas(antiche leggende) Narayana è generalmente
uno dei nomi del Dio Visnu' ]

11 .“Per l'esistente, per la causa impercettibile, eterna, che esiste realmente,


ma non si può comprendere con gli organi, è stato creato questo essere divino
(Purusha), celebrato in tutto il mondo con il nome di Brahma.

12. “Dopo essere rimasto nell'uovo per un anno di Brahma [l giorno di Brahma,
come si vedrà in seguito, St.72, equivale a 4320 milioni di anni umani della durata di 360
giorni; la notte ha la stessa durata. Il giorno di Brahma si chiama Kalpa. Trenta di questi Kalpa
formano un mese di Brahma; dodici di questi mesi, un anno; così un anno di Brahma equivale a
3.110.400 milioni di anni umani], il Signore, solo con la forza del suo pensiero,
separò questo uovo in due parti.

13. “Con queste due parti, formò il cielo e la terra; nel mezzo collocò
l'atmosfera [Per atmosfera si deve intendere lo spazio posto tra la terra e il sole], le otto
regioni celesti [Queste otto regioni sono i quattro punti cardinali e i quattro punti intermedi
entrambi presidiati dagli Dei ] e le acque permanenti.

14. “L'Anima Suprema[] creò prima il sentimento (Manas) che esiste per la
sua natura e che non esiste per i sensi; e dopo la creazione del sentimento,
creò l'Ahankara (la coscienza dell'Io), monitore e maestro supremo;

15. “Prima del sentimento e della coscienza, creò il grande principio


intellettuale (Mahat) [Chiamato anche Buddhi (l'intelligenza)] e tutto ciò che riceve le
tre qualità [o le qualità della bontà (Sattwa), della passione (Rajas) e dell'oscurità (Tamas)
( guardare anche Libro XII st. 24)], e i cinque organi dell'intelligenza, il cui compito è
quello di percepire gli oggetti esteriori e i cinque organi dell'azione [i filosofi
erano soliti distinguere undici organi di senso; dieci esterni e uno interno. Tra i dieci organi
esterni, i primi cinque sono chiamati organi dell'intelligenza e sono gli occhi, le orecchie, il
naso, la lingua e la pelle; gli altri cinque sono chiamati organi dell'azione e sono: l'organo della
parola,le mani, i piedi, l'orificio inferiore del tratto intestinale e l'organo della riproduzione.
L'undicesimo organo, quello interno, è il sentimento (Manas) responsabile dell'intelligenza e
dell'azione,(Vedere Libro II st. 89 e seguenti)] e le essenze (Tanmatrs) dei cinque
elementi. [ Cinque Tanmatras, particelle sottili, molecole o atomi, che producono i cinque
grandi elementi; l'etere, l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra] dei cinque elementi [ I cinque
elementi sono l'etere, l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra. L'etere possiede solo una qualità, il
suono; l'aria ha due qualità, il suono e la tangibilità; il fuoco ne possiede tre, il suono, la
tangibilità e il colore; l'acqua possiede quattro qualità, il suono, la tangibilità, il colore e il
sapore; la terra ne ha cinque che sono le quattro già descritte più l'odore. Commentario] .

16. “Avendo unito molecole impercettibili di questi sei principi, dotati di una
grande energia, la sapienza, le essenze sottili dei cinque elementi e la
coscienza, prese particelle di questi stessi principi, trasformandoli negli
elementi e nei sentimenti; Generò allora tutti gli esseri;

17. “Perché le sei molecole impercettibili sono emanate dalla sostanza di


questo essere supremo, la conoscenza, le essenze sottili dei cinque elementi e
la coscienza, per prendere una forma si uniscono con gli elementi e con gli
organi di senso [I Tanmatras o rudimenti sottili dei cinque elementi, trasformandosi,
producono gli elementi e la coscienza produce i sensi. (Commentario)] ;per questo motivo i
saggi hanno identificato la forma visibile di questo dio con il nome di Sarira
(che riceve le sei molecole)

18. “Gli elementi penetrarono li con funzioni proprie, così come il sentimento
( Manas ), fonte inesauribile degli esseri, con attributi infinitamente sottili.

19. “Per mezzo di particelle sottili e dotate di forma, di questi sette principi
(Puruchas) dotati di grande energia, l'intelligenza, la coscienza e le essenze
sottili dei cinque elementi, è stato formato questo effimero universo,
emanazione di una fonte intransitoria.

20. “Ognuno di questi elementi acquistano la qualità di quello che lo precede,


in questa maniera, più un elemento della serie è lontano, maggiori qualità
possiede.

21. “L'Essere supremo assegnò fin dall'inizio, a ciascuna creatura, un nome,


azioni e un modo di vivere, secondo la parola dei Veda.

22. “Maestro sovrano, produsse una moltitudine di divinità (Deva) molto attivi,
dotati di un'anima, e un plotone invisibile [Ushma, sottile, impercettibile] di Geni
(Sadhyas) e il sacrificio istituito fin dall'inizio.

23. “Dal fuoco, dall'aria e dal sole estrasse per la celebrazione dei sacrifici, i tre
Veda eterni chiamati Rig-Veda,Yajur-Veda e Sama-Veda.

24. “Creò il tempo e la divisione del tempo, le costellazioni, i pianeti, i fiumi, le


maree, le montagne le pianure e le colline;

25. “La devozione austera, la parola, la voluttà, il desiderio, la collera e questa


creazione, poiché voleva dare la vita a tutti gli esseri.

26. “Per stabilire delle differenze tra le azioni, distinse il giusto dall'ingiusto e
assoggettò queste creature sensibili, al piacere e al dolore e a tutte le altre
condizioni opposte.

27. “Con particelle (matras) leggere dei cinque elementi sottili, e che sono
transitorie nel loro stato di elementi più grandi, è stato formato
successivamente tutto quello che esiste.

28. “Quando il Supremo Maestro ha destinato un essere animato, ad una


qualche occupazione, questo la svolgerà tutte le volte che torna al mondo.

29. “Qualunque sia la qualità che gli è toccata in sorte al momento della
creazione, cattiveria o bontà, dolcezza o rudezza, vizio o virtù, sincerità o
falsità, queste qualità lo seguiranno spontaneamente nei successivi cicli di
nascita.

30. “Così come le stagioni nei suoi cicli periodici, riacquistano spontaneamente,
i suoi attributi speciali, così anche le creature viventi, torneranno a svolgere di
nuovo le occupazioni che sono proprie.

31. “Intanto, per la diffusione della razza umana produsse dalla sua bocca, dal
suo braccio, dal suo muscolo e dalla sua pelle, i Brahmani, i Chatrya, i Vaisya e
i Sudra.

32. “Avendo diviso il suo corpo in due parti, Il Supremo Maestro si trasformò in
metà maschio e metà femmina, unendosi con la parte femmina generò Viradj.

33. “Sappiate, nobili Brahmani, che colui che il divino maschio (Purusha)
chiamato Viradj ha generato da sé stesso consegnandosi ad un'austera
devozione, sono io, Manu, il creatore di questo universo.

34. “Sono io che, desiderando dare la vita al genere umano, dopo aver
praticato l'austerità più rigorosa, ho generato i primi dieci santi eminenti
(Maharchis), signore delle creature (Pradjapaty) e anche :

35. “Maritchi, Atrya, Angiras, Pulastya, Pulada, Kratu, Daksha, Vashishta,


Narada.

36. “Questi esseri onnipotenti crearono altri sette Manu, gli Dei (Deva), i loro
regni e i Maharshis dotati di un immenso potere,

37. “Crearono gli gnomi (Yakshas) [Servitori di Kuvera il Dio della ricchezza e guardiani
dei suoi giardini e tesori], i giganti (Rakshasas) [Geni malefici che appartengono a varie
classi: alcuni sono giganti nemici dei vari Dei, come Ravana nel poema epico del Ramayana;
altri sono una specie di orchi o vampiri avidi di sangue e carne umana frequentatori di boschi e
cimiteri, come Hidimbha nel l'episodio del Mahabarata I Rakshasa vanno continuamente a
turbare i sacrifici pietosi degli eremiti, i quali si vedono obbligati a chiamare in aiuto i principi
celebri per il loro valore. Così nel Ramayana ( Lib.I cap XX) il Muni Vaswamitra chiede l'aiuto di
rama figlio del re Dasaratha e nel dramma Sakuntala ( atto secondo) gli eremiti chiamano in
aiuto il re Dashmanta. Il numero dei Rakshasas è incalcolabile e non cessa di rinnovarsi, infatti
le anime cattive sono spesso condannate ad entrare nel corpo dei Rakshasas e abitare li per
poco o molto tempo secondo la gravità delle sue mancanze (Si veda il Libro XII st.44).]i vampiri
(Pisatchas)[Spiriti malvagi ebbri di sangue, simili ai Raksas sembrano però inferiori a questi],
i musici celesti ( Gandharbas )[musici celesti che formano parte della corte di Indra, re del firmamento],
le ninfe ( Apsarasas) [Cortigiane o bajaderas del cielo di Indra. Secondo i poeti, uscirono
dal mare durante la zangolatura che fecero i Devas e gli Asuras nella speranza di ottenere
l'ambrosia (amrita)], i titani (Asuras)[ Geni che sono perennemente contrapposti ai Devas.
Di questi Asura, alcuni si chiamano Detyas per via della loro madre Dety, moglie di Kasyapa,
figlio di Marichi; gli altri si chiamano Danava dal nome della madre Danù, moglie dello stesso
personaggio. Gli Asuras sono rappresentati nei poemi come nemici degli dei (Deva), con i quali
sono incessantemente in lotta e cosa singolare, gli dei chiamano a volte in aiuto un re celebre
per il suo valore.(si veda il dramma Sakuntala, VI atto). Gli Asuras sono di un rango più elevato
rispetto ai Rakshasas e come loro nemici dei Deva.( v.Libro XII st.48) ], i dragoni (Naga)
[Semidei con volto umano, coda di serpente e collo come il serpente Naga. Il loro re è Vasuki;
abitano le regioni infernali], i serpenti (Sarpa)[Serpenti di ordine inferiore rispetto ai Naga],
gli uccelli (Suparnas) [Uccelli divini il cui capo è Garuda, che in mitologia è l'uccello che
monta Visnù. I Deva, gli Asura, i Grandharba, i Sarpa e i Suparnas sono considerati in
mitologianindiana come generati da Kasyapa con diverse donne. Kasyapa è un santo (Rishi)
figlio di Marichi, uno dei Prajapati] e le diverse tribù dei divini antenati (Pitris)[I Pitris
sono gli antenati che abitano l'orbita della Luna(v.Libro III st.192 e seg,)].

38. “I tuoni, i fulmini, le nubi, l'arcobaleno colorato di Indra, le meteore, le


trombe d'aria, le comete e le stelle.

39. “Kinnaras [Musici al servizio di Kuvera, Dio della ricchezza con la testa di cavallo], le
scimmie, i pesci, le diverse specie di uccelli, le mandrie, gli animali selvatici, gli
uomini, gli animali carnivori provvisti di zanne;

40. “I piccoli vermi della terra, i vermi,le aragoste, i pidocchi, le mosche, le


cimici e tutta la classe di insetti che pungono; infine i diversi corpi privi di
movimento.

41. “Fu così che per ordine mio, tutti questi magnanimi Saggi crearono, per il
potere della loro austerità, tutto l'insieme degli esseri animati.

42. ”Vado ora a parlarvi di quali atti particolari sono stati assegnati a ciascuno
di questi esseri e della maniera in cui vengono al mondo.

43. “Le mandrie, le bestie selvatiche, gli animali carnivori provvisti di una
doppia fila di denti, i giganti e gli uomini nascono da una matrice.

44. ”Gli uccelli nascono da un uovo, lo stesso che i serpenti, i coccodrilli, i


pesci, le tartarughe e le altre classi di animali, sia terrestri come la lucertola
che acquatici.

45. ”I moscerini che pungono, i pidocchi, le mosche, le cimici nascono dal


vapore caldo; sono prodotti dal calore, lo stesso per tutto quello che è
somigliante, come l'ape e la formica.

46. ”Tutti i corpi privi di movimento e che germogliano, sia grano sia un ramo
messo nella terra, nascono dallo sviluppo di una gemma: Le erbe producono
una grande quantità di fiori e di frutta e muoiono quando i frutti sono giunti a
maturazione.

47. “Le piante chiamate re dei boschi, non hanno fiori e danno frutti; e sia che
diano fiori o solamente frutti, ricevono il nome di alberi.

48. “Ci sono diverse classi di arbusti che crescono, sia nella foresta che in
pianura; Così come ci sono diverse specie di cespugli, di piante rampicanti.
Tutti questi vegetali germogliano da un seme o da un ramo.

49. “Circondati dalla qualità di ombra, manifesta sotto una molteplicità di


forme, a causa delle sue azioni precedenti, questi esseri, dotati di una
coscienza interiore, sentono il dolore e il piacere.

50. “Questo è quello che è stato dichiarato, da Brahma fino alle piante, la
trasmigrazione [uno dei dogmi indiani è la metampsicosi. L'anima passa attraverso vari
corpi fin che merita di essere assorbita in Brahma. ( si veda il Libro XII)] che avviene in
questo mondo spaventoso, che si distrugge senza mai aver fine.

51. “Dopo aver creato l'universo e me, Colui il cui potere è al di sopra di ogni
comprensione sparì di nuovo, assorbito nell'anima suprema, rimpiazzando il
tempo della creazione con il tempo della dissoluzione (Pralaya).

52. “Quando questi Dei si destano, immediatamente questo universo compie i


suoi atti; quando dormono, lo spirito è immerso in un profondo riposo, allora il
mondo si dissolve.

53. “Durante questo sonno, gli esseri animati dotati del principio dell'azione,
lasciano le loro funzioni, allora il sentimento (Manas) cade nell'inerzia, così
come gli altri sentimenti.

54. “Quando nello stesso tempo si è dissolta l'Anima suprema, l'Anima di tutti
gli esseri dorme tranquillamente nella quiete più assoluta.

55. “Dopo essersi ritirato nell'oscurità primitiva, rimane così per un lungo
tempo con gli organi dei sensi, non svolge le sue funzioni e si sveste della sua
forma.

56. “Quando riunendo di nuovo i principi degli elementi sottili, si introduce un


seme vegetale o animale si ricopre una nuova forma.

57. “E' così, come per un risveglio e un riposo alternato l'essere immutabile fa
rivivere o morire eternamente questo insieme di creature mobili e immobili.

58. “Dopo aver scritto Egli stesso, fin dal principio questo libro della legge, fece
in modo che io l'imparassi a memoria, in modo che io potessi insegnarlo agli
altri saggi.

59. “Brigu' qui presente ci farà conoscere pienamente il contenuto di questo


libro; perché questo Muni [Muni, nome che si da ad un Sant'uomo pietoso e istruito ,
partecipe della natura divina e che si è elevato per mezzo di penitenza al di sopra della natura
umana] lo ha imparato a memoria per intero, per merito mio.

60. ”Allora Maharshi Brigu', interpellato da Manu' disse con benevolezza a tutti
questi Rishis “ Ascoltate “

61. “Di questo Manu' Swayambthuya (uscito dall'essere esistente per se


stesso), discendono altri sei Manu', ognuno di loro diedero la nascita a una
razza di creature, questi Manas, dotati di un'anima nobile e di una energia
superiore.

62. ”Swarochisha, Otoni, Tamasa, Raivata, il glorioso Kakshusha e il figlio di


Vivaswat. [Vivaswata è il patronimico del settimo Manu e significa figlio del sole
(Vivasvwat).Vivaswata è in relazione con la storia dell'ultimo diluvio, che raccontate dai poemi
indiani e che riassumo secondo un episodio del Mahabarata, pubblicata in francese da Bopp e
della quale Pautheir ha curato l'edizione francese, pubblicata su Revue de Paris nel Settenbre
del 1832. Il santo monarca Vaivarwata si era consegnato alla più rigorosa austerità. Un giorno
mentre praticava i suoi riti di devozione sulla riva del Varini, un pesciolino gli rivolse la parola
pregandolo affinché lo tirasse fuori dal fiume, dove sarebbe stato inevitabile preda dei pesci
più grandi. Vaivaswata lo raccolse e lo collocò in un vaso pieno d'acqua, da dove inizio a
crescere talmente tanto che il vaso non potette più contenerlo e Manu si vide obbligato a
trasportarlo successivamente in un lago, e poi fino al Gange e infine al mare, perché il pesce
continuava a crescere Ogni volta che Manu lo cambiava di luogo, il pesce, pur essendo
enorme, diventava facile da trasportare, e gradevole al tatto e all'olfatto. Giunti al mare si
rivolse al santo personaggio: Tra breve tutto quello che esiste sopra la terra sarà distrutto: è
giunto il tempo della sommersione del mondo: è giunto per tutti gli esseri mobili e immobili il
tempo della dissoluzione. Tu costruirai una solida imbarcazione provvista di corde, su cui ti
imbarcherai insieme ai sette Rishi portando del grano con te. Mi aspetterai su questa barca e io
verrò da te con un corno sulla testa, affinché tu possa riconoscermi” Vaivaswata obbedi:
costruì l'imbarcazione, si imbarcò e presto comparve il pesce. Il santo legò una corda molto
forte al corno del pesce, che fece navigare la barca con grande rapida nonostante la violenza
della tempesta e l'impeto delle onde, che non lasciavano distinguere la terra né la regione
celeste. Il pesce la trasportò per un certo numero di anni, finché approdarono sulla cima del
monte Himaval (Himalaya), da dove ordinò ai Rishi di attraccare la nave: Io sono Brahma,
Signore delle creature, disse allora: nessuno è superiore a me. Sotto forma di pesce vi ho
salvato dal pericolo. Manù che è qui va ora ad eseguire la creazione: Dopo aver parlato così
scomparve e Vaivaswata dopo aver fatto austerità si mise a creare tutti gli esseri_ Questa
metamorfosi in pesce è comunemente attribuita nei poemi indiani al dio Visnù. Questa
metamorfosi aveva lo scopo di recuperare i Veda che aveva rubato un gigante è la prima delle
nove incarnazioni di questo dio e che sono chiamate Avatar (si veda la Recherches Asiatiques,
vol. I, pag. 179 e volume II pag 171 della traduzione francese)]

63. ”Questi sette Mani onnipotenti, dei quali Swayambhuva è il primo, durante
il loro rispettivo periodo hanno prodotto e guidato ciascuno questo mondo
composto da esseri mobili e da esseri immobili.

64. “Diciotto Ninichas (battito di ciglia) fanno un Kashtha, trenta Kashtha un


Kala, trenta Kala un Muhurta, tra il giorno altre tante Muhurtas compongono il
giorno e la notte.

65. “E' il sole che stabilisce la divisione tra il giorno e la notte, per gli uomini e
per gli Dei; la notte è per il sonno degli esseri e il giorno per il lavoro.

66. “Un mese di Morthadi è un giorno e una notte di Pitris, si dividono in due
quindicine, la quindicina nera per i Manes sono i giorni destinati alle azioni; la
quindicina bianca la notte consacrata al sonno.

67. “Un anno di Morthadi è un giorno e una notte degli Dei; è diviso così, il
giorno corrisponde al corso settentrionale del sole e la notte al suo corso
meridionale.

68. “Ora imparerete nell'ordine e distintamente qual'è la durata di una notte e


un giorno di Brahma e di ciascuna delle quattro età (Yuga)

69. “Quattromila anni divini, compongono, secondo i saggi il Krita – Yuga;


il crepuscolo che precede ha altre centinaia di anni; il crepuscolo che segue è
simile.
70. “Le altre tre ere, sono precedute e seguite ugualmente da un crepuscolo, le
migliaia e le centinaia di anni sono successivamente diminuite di una unità.

71. “Sommando queste quattro ere appena enumerate, la somma degli anni
che è di dodicimila è chiamata l'età degli Dei.

72. ”Sappiate che la somma di mille età divine compongono in totale un giorno
di Brahma e che la notte ha la stessa durata.

73. “Coloro che sanno che il santo giorno di Brahma non si conclude con mille
età e che la notte abbraccia lo stesso spazio di tempo, conoscono veramente il
giorno e la notte.

74. “Nell'espirazione di quella notte, Brahma che stava dormendo si risveglia e


risvegliandosi emana lo spirito divino (Manas) che esiste per la sua essenza e
non esiste per i sensi esterni.

75. “Spinto dal desiderio di creare, provato dall'anima suprema, lo spirito o il


principio intellettivo opera la creazione e nasce l'etere che i saggi considerano
dotati della qualità del suono.

76. “Dall'etere, in seguito ad una trasformazione nasce l'aria veicolo di tutti gli
odori, pura e piena di forze, la cui proprietà riconosciuta è la tangibilità.

77. “Per la metamorfosi dell'aria si produce la luce che illumina, dissipa le


tenebre e brilla, si dice che ha per proprietà la forma apparente.

78. “Dalla luce, per una sua trasformazione, nasce l'acqua che ha il sapore
come qualità; dall'acqua deriva la terra, la cui qualità è l'odore; questa è la
creazione dal suo principio.

79. “Questa età degli Dei enunciata prima, che abbraccia dodicimila anni divini,
moltiplicata per settanta volte più una; è quella che si chiama il periodo di
Manu (Manwantara)

80. “I periodi dei Manu sono innumerevoli, così come la creazione e la


distruzione del mondo che l'essere supremo le rinnova come in un gioco.

81. “Nel Krita-Yuga la giustizia si mantiene fermamente sopra i quattro piedi; la


verità regna e nessun bene ottenuto dagli esseri mortali, deriva da iniquità.

82. “Nelle altre età, per l'accumulo illecito dei guadagni, il Dahrma perde un
piede e viene rimpiazzato dal furto, dalla falsità e la frode; così i vantaggi
guadagnati dagli uomini diminuiscono gradualmente della sua quarta parte.

83. “Gli uomini liberi dalle malattie, ottengono la realizzazione di tutti i loro
desideri e vivono quattrocento anni durante la prima età; nel Ttrèta-yuga e
nelle successive età la sua esistenza perde un quarto della sua durata.

84. ” La vita dei mortali menzionata nei Veda, le ricompense per le azioni e il
potere degli esseri animati, portano in questo mondo frutti proporzionati a
queste età.
85. ”Certe virtù sono peculiari dell'età Krita, altre all'età Treta, altre all'età
Dwapara, altre all'età di Kalì, in proporzione al decremento di queste età.

86. ”L'austerità domina durante la prima età, la scienza divina durante la


seconda, il compimento dei sacrifici durante la terza, a detta dei saggi la
liberalità domina solo nella quarta era.

87. ”Per conservare l'intera sua creazione, Egli, l'Essere supremo, glorioso,
assegnò occupazioni differenti a coloro che uscirono dalla sua bocca, dal suo
braccio, dalla sua coscia e dai suoi piedi.

88. ”Assegnò in dote ai Brahmani lo studio e gli insegnamenti dei Veda, la


celebrazione dei sacrifici, la direzione dei sacrifici offerti da altri, il diritto di
donare e di ricevere.

89. ”Egli impose come dovere ai Kchatriya di proteggere il popolo, di fare la


carità, i sacrifici, di leggere i Libri sacri, e di non abbandonarsi ai piaceri dei
sensi.

90. ”Prendersi cura degli animali, fare l'elemosina, i sacrifici, studiare i Libri
sacri, esercitare il commercio, prestare a credito, lavorare la terra, sono le
funzioni assegnate ai Vaisya.

91 ”Ma il supremo Maestro assegna ai Sudra un solo compito, quello di servire


le classi precedenti, senza disprezzare i loro meriti.

92. ”La parte superiore dell'ombelico del corpo dell'uomo è stata proclamata la
più pura, e la bocca dell'uomo è stata dichiarata la più pura dall'Essere che
esiste da se stesso.

93. ”Per la sua origine che deriva dalle membra più nobili, perché è nato prima,
perché possiede le Sacre Scritture, il Brahmano è di diritto il signore di tutta
questa creazione.

94. ”In effetti, egli fu colui al quale l'Essere supremo esistente solo per se
stesso, dopo averlo liberato dall'austerità, lo produsse dalla sua bocca, per fare
le offerte agli Dei e ai Manes e per la conservazione di tutto ciò che esiste.

95. ”Coloro per mezzo della cui bocca, gli abitanti del Paradiso mangiano
senza interruzioni il burro chiarificato, e i Manes il cibo funebre, che altro
occorre loro per essere superiori?

96. ”Tra tutti gli esseri, i primi sono gli esseri animati; tra tutti gli esseri
animati, coloro che esistono per mezzo della loro intelligenza: gli uomini sono i
primi tra gli esseri intelligenti, e i Brahmani tra gli uomini;

97. ”Tra i Brahamani, quelli che più si distinguono sono quelli che posseggono
la Scienza sacra; tra i saggi, ci sono quelli che conoscono il loro dovere; tra
questi, gli uomini che lo compiono con esattezza; tra questi ultimi ci sono
coloro che sono stati condotti alla beatitudine con lo studio dei Libri santi.
98. ”La nascita dei Brahmani è l'incarnazione eterna della giustizia; il
Brahmano è nato per l'esecuzione della giustizia, per questo è destinato ad
identificarsi con Brahma [Brahma è l'Essere supremo, il Dio unico, eterno principio ed
essenza del mondo, da dove originano tutti gli esseri e da dove ritornano. L'identificazione con
Brahma produce il Moksha , la liberazione dai lacci del corpo; l'anima, in seguito, esente da
tutte le trasmigrazioni, è assorbita dalla divinità. La liberazione finale è mirata come la felicità
suprema; è l'oggetto di desiderio di tutti gli indiani pietosi. Esiste una differenza tra Brahma e
Brahmà. Brahma (nome neutro) è l'Eterno, l'Essere supremo, mentre Brahmà (nome maschile)
è egli stesso Dio manifestatosi come Creatore].

99. ”Il Brahmano, nel venire al mondo è posto su questa terra al primo rango;
signore supremo di di tutti gli esseri, deve vigilare per conservare il tesoro delle
leggi civili e religiose.

100. ”Tutto quello che il mondo racchiude è in qualche modo di proprietà del
Brahmano; per la sua primogenitura e per la sua nascita eminente, egli ha
diritto a tutto quello che esiste.

101. ”Il Brahmano non mangia che il suo alimento, non indossa che i suoi
vestiti, elargisce i suoi averi; è per la generosità del Brahmano che gli altri
uomini godono dei beni di questo mondo.

102. ”Per distinguere le occupazioni dei Brahmani da quelle delle altri classi
nell'ordine confacente, il saggio Manu', che precede l'Essere esistente per se
stesso, compose questo codice di leggi.

103. ”Questo libro deve essere studiato con perseveranza da tutti i Brahamani
istruiti, ed essere spiegato ai loro discepoli, ma giammai a nessun altro uomo di
una classe inferiore.

104. ”Leggendo questo libro, il Brahmano che compie esattamente la sua


devozione non si macchia di alcun peccato in pensieri, in parole o in atti.

105. ”Purifica in un'assemblea, sette dei suoi antenati e sette dei suoi
discendenti, e merita solo lui di possedere tutta questa terra.

106. ”Questo libro eccellente fa ottenere tutte le cose desiderate; accende


l'intelligenza, procura la gloria e una lunga esistenza, e una beatitudine
suprema.

107. ”La legge si trova completamente esposta, così che il bene e il male delle
azioni e i costumi immemorabili delle quattro classi..

108. ”I costumi immemorabili sono la principale legge approvata per la


Rivelazione (Sruti) [La Sruti è la Santa scrittura, il Veda; la Smriti, la legge dichiarata dal
legislatore ispirata dai suoi alunni e raccolta da questi ultimi] e la Tradizione (Smriti); di
conseguenza, colui che desidera il bene della propria anima deve conformarsi
sempre con perseveranza ai costumi immemorabili.

109. ”Il Brahmano che dimentica i costumi, non gode più dei frutti delle Sante
scritture; ma se egli li osserva esattamente, ottiene un raccolto completo.
110. ”Così i Mani, dopo aver riconosciuto che le legge deriva dai costumi
immemorabili, hanno adottato questi costumi approvati e posti a fondamento
di tutta la pietosa austerità.

111. ”La nascita del mondo, le regole dei sacramenti (Sanskara), i doveri e la
condotta di un allievo di teologia (Brahamachari), l'importante cerimonia del
bagno a cui si sottopone l'allievo prima di lasciare il suo maestro, allorché il suo
noviziato è giunto a termine.

112. ”La scelta di una sposa, le diverse tipologie di matrimoni, la maniera di


compiere le cinque grandi oblazioni (Maha – Yadjnas), la celebrazione delle
cerimonie funebri (Sraddha) [La Sraddha è una cerimonia religiosa che ha per oggetto
quello di rendere più facile per le anime dei morti, l'accesso al cielo e deificarli tra i Manes. Se
gli uomini trascurassero di fare le Sraddha, le anime dei defunti sarebbero precipitate dalla
casa dei Manes all'inferno] istituite fin dal principio.

113. ”Le differenti maniere di seguire questa via, i doveri del padrone di casa
(Grihasta), gli alimenti permessi e quelli proibiti, la purificazione degli uomini e
quella degli utensili impiegati.

114. ”Le regole che riguardano le donne, il dovere austero dei Vanaprastha o
anacoreti, quello dei Sannyasi o devoti ascetici, e che conducono alla
beatitudine (Mokcha), la rinuncia al mondo, tutti i doveri di un re, la decisione
degli affari giudiziali.

115. ”Lo statuto che riguarda la testimonianza e l'etichetta, i doveri della sposa
e del marito, la legge della ripartizione dell'eredità, la proibizione del gioco, i
castighi da infliggere ai criminali.

116. ”I doveri dei Vasya e dei Sudra, l'origine delle classi miste, le regole di
condotta in caso di carestia, e le maniere per espiare.

117. ” Le tre classi di trasmigrazione che sono il risultato in questo mondo delle
azioni, la suprema felicità riservata alle opere buone, l'esame del bene e del
male.

118. ”Infine le leggi eterne delle differenti comarche, delle classi e delle
famiglie, gli usi delle diverse sette di eretici, e delle compagnie mercantili,
sono state dichiarate in questo libro da Manu'.

119. ”Così come, a parere mio, Manu' dichiarò il contenuto di questo libro, così
voi lo imparate oggi da me senza omissioni né estensioni.

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