10 API&Scienza

Una recente indagine

sui parametri di
qualità del miele,
ha dimostrato
la presenza di
“nutraceutici”,
componenti mai
indagati prima d'ora
in Italia. Nutraceutici nel miele
Il dato, supportato
dalle necessarie
evidenze scientifiche,
mette in risalto la
Caratterizzazione
relazione esistente
tra “ambiente
incontaminato”,
preliminare
“qualità del miele” e
“proprietà
terapeutiche”.
dei mieli dei
Parchi d’Italia
L’
art. 1 della recente legge n. proveniva dalle gemme delle piante del genotipo vegetale. Essi favoriscono la
313 del 24 dicembre 2004, (Napoli et al., 2003). riproduzione di non meno dell’80% delle
che disciplina l’apicoltura, reci- L’apicoltura può essere utile anche ai fini Angiosperme, che la natura, con strategie
ta: “La presente legge riconosce l’apicol- del controllo ambientale, essendo l’ape genetiche, morfologiche, meccaniche,
tura come attività di interesse nazionale un animale molto sensibile alla qualità strutturali ecc., ha di fatto reso autoin-
utile per la conservazione dell’ambiente dell’ambiente in cui vive, e inoltre per la compatibili, proprio per assicurare la
naturale e la biodiversità di specie apisti- natura stessa della sua attività, una sorta maggiore diversità genetica.
che, con particolare riferimento alla sal- di “campionatore biologico” assai funzio- L’uomo, con l’introduzione di pratiche
vaguardia della razza di ape italiana nale, in quanto le api nella loro attività di quali l’agricoltura intensiva e le monocol-
(Apis mellifera ligustica Spinola) e delle bottinamento, ispezionano una vasta ture, dei metodi di miglioramento geneti-
popolazioni di api autoctone tipiche o area attorno all’alveare, venendo a con- co delle colture, con l’utilizzo indiscrimi-
delle zone di confine”. La funzione delle tatto con suolo, vegetazione, aria e nato di concimi e fitofarmaci, e in segui-
api nell’impollinazione dei fiori venne acqua. Questa attività è di grande impor- to all’aumento dell’inquinamento
definita con chiarezza da Sprengelnel tanza in quanto contribuisce alla prote- ambientale, ha causato la scomparsa di
1973, dopo un anno dalla pubblicazione zione dell’ambiente e alla produzione circa l’80% della biodiversità; infatti
delle osservazioni di François Huber, api- agroforestale, proprio attraverso l’azione quando dalle pratiche di agricoltura a
coltore e naturalista svizzero, che il polli- pronuba della api. Gli insetti pronubi rotazione si è passati alle moderne
ne aveva una funzione predominante garantiscono la fecondazione incrociata, monocolture, gli insetti pronubi, impor-
nella vita della larve, e che la propoli assicurando un miglior rimescolamento tanti per il “servizio” di impollinazione

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garantito sulle colture agrarie e sulle spe-
cie spontanee, utili o meno all’uomo, ma
di considerevole importanza per l’ecosi-
stema e la conservazione della biodiver-
sità, si sono trovati a far fronte ad una
realtà ambientale in gran parte sfavore-
vole. Venendo a mancare una razionale
scalarità delle fioriture, che garantiva il
normale e completo svolgimento del ciclo
biologico degli insetti pronubi ed i siti per
poter nidificare, gli impollinatori si sono
lentamente allontanati da questo preca-
rio ecosistema. Come conseguenza, quin-
di tutte queste logica economiche-sociali
dell’uomo, mirate alla massimazione
della risorse, non hanno fatto altro che
portare all’erosione del patrimonio gene-
tico e quindi alla scomparsa di una risor-
sa non rinnovabile (Ricciardelli D’Albore
& Intoppa, 2000).
La Comunità Europea (4.02.1998),
riprendendo le delibere della Conven-
zione delle Nazioni Unite sulla diversità
biologica (CBD) e nell’ambito del
Network Natura 2000, ha sviluppato una
serie di strategie per prevenire la riduzio-
ne della biodiversità, con lo scopo di sal-
vaguardarla e migliorarla.Tra le tante ini-
ziative, di rilevante importanza è stata la
costituzione di una rete europea che col-
lega tutti i Parchi Nazionali e Regionali, le
zone protette ai sensi di una fattiva colla-
borazione degli stati membri. È scontato
dirlo ma da queste iniziative trarranno
beneficio anche gli insetti impollinatori,
che potranno usufruire di spazi utili per
nidificare e svolgere i loro cicli biologici
(Ricciardelli D’Albore & Intoppa, 2000).
Un alveare è un potenziale
accumulatore naturale dei
contaminanti che le api rac-
colgono dal territorio che
controllano (Delbono et al.,
1999). Api e prodotti apisti-
ci, infatti, possono presentare
un carico di sostanze nocive
riconducibili all’ambiente,
all’agricoltura e a determinati metodi
applicati dagli apicoltori. Le sostanze noci-
ve emesse dall’ambiente possono intro-
dursi nella colonia d’api in modi differen-
API&SCIENZA 11
di VV. AA.
Il miele è l’impronta digitale Antonella Canini*, Elena Pichichero*,
dell’ambiente in cui vivono e Lorena Canuti*, Donatella Leonardi*,
lavorano le api. Daniela Alesiani*, Giuseppe D'Arcangelo**,
La biodiversità vegetale e Alessandro Leoni**, Pietro Tagliatesta**
l’ambiente incontaminato
favoriscono il rilascio *Centro Ricerche Miele-Dipartimento di Biologia;
** Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche,
di composti finora mai
Università degli Studi di Roma «Tor Vergata»,
identificati nei mieli Via della Ricerca Scientifica 1- 00133 Roma.
E-mail: canini@uniroma2.it
ti. Le api possono trasportare tali sostanze
all’interno della colonia direttamente
attraverso l’acqua e l’aria. Una pianta può
assorbire può assorbire sostanze nocive
dell’aria, dall’acqua o dal suolo e cederle
alle api attraverso il polline, il nettare o la
melata (Bogdanov et al., 2001).
I maggiori inquinanti presenti nell’am-
biente sono rappresentati dai metalli
pesanti emessi dalle macchine e dalle
industrie, queste sostanze si ritrovano
anche nel miele, ed è stato constatato
che nel miele di melata c’è un carico di
tali sostanze di molto superiore a quello
Un’ulteriore fonte di inquinamento 8
presente nel miele di nettare.
Materiali: MIELI DEI PARCHI
S
ono stati analizzati 40 campioni
provenienti da Parchi, Nazionali e
Regionali, e Riserve Naturali italiani.
I campioni erano distinti in 23 mieli
millefiori, 1 miele di melata e 16 mieli
monoflorali distinti in 1 di eucalipto, 4 di
castagno, 6 di acacia, 1 di cardo, 1 di
sulla, 2 di erica e 1 di rosmarino. I Parchi
aderenti a tale progetto sono stati: Parco
Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Nazionale d’Abruzzo
Lazio e Molise, Parco Nazionale delle Cinqueterre,
Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Parco
Nazionale del Circeo, Parco Nazionale del Gargano,
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Parco
Naturale Regionale Sirente Velino, Parco Naturale
regionale dei Monti Lucretili, Parco Naturale dei
Castelli Romani, Parco Regionale La Mandria,
Parco dei Monti Piacentino Serino, Parco dell’Appia
Antica, Parco Naturale di Monte Mario, Parco della
Valle del Treja, Parco di Vejo, Parco Fluviale del Po,
Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa, Riserva Marina
delle Isole Egadi, Riserva Naturale Lago di Canterno. Tali mieli hanno
preso parte al Concorso APEPARCHI 2006.
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12 API&Scienza
deriva dall’agricoltura, infatti in molte
coltivazioni si fa uso di pesticidi che ven-
gono accumulati dalle piante e da queste
cedute alle api durante la raccolta del
nettare (Bogdanov et.al, 2001).
Le api sono un buon indicatore biologico
poiché esse monitorano le caratteristiche
chimiche dell’ambiente in cui esse vivono
attraverso due segnali: l’alta mortalità
(per l’utilizzo di pesticidi) e la presenza di
residui nei loro corpi e nei loro prodotti
(nel caso di pesticidi o altri contaminanti
come metalli pesanti) (Porrini et. al.,
2003; Conti & Botrè, 2001).
Le aree naturali protette, in Italia, sono
quelle aree di particolare interesse natu-
ralistico che rispondono a determinati cri-
teri stabiliti per legge. Nate per tutelare
aree di estremo valore naturalistico e pae-
saggistico, hanno nel tempo integrato e
sviluppato una funzione più ampia e com-
plessa. Oggi le aree protette rappresenta-
no il cuore delle strategie nazionali e
internazionali di conservazione. Fungono
da rifugi per le specie e per i processi eco-
logici, forniscono gli spazi per l’evoluzione
Metodi
Così ogni miele
racconta la sua storia
Ecco i metodi di analisi per definire la carta d’identità dei
mieli. La novità riguarda l’estrazione dei metaboliti secondari
e i risultati confermano che alcuni mieli ne sono ricchi
Analisi melissopalinologica
I campioni sono stati sottoposti ad analisi
melissopalinologica di tipo qualitativo,
secondo il metodo proposto da Von Der
Ohe et al. (2004), per accertarne l’origine
botanica.
Parametri chimico-fisici
Per la valutazione della qualità sono stati
analizzati i principali parametri chimico-
fisici previsti dalle norme vigenti: valore di
idrossimetilfurfurale (HMF) (UNI 10934,
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naturale e un futuro miglioramento ecolo-
gico. Sono fondamentali per la conserva-
zione delle risorse naturali e culturali
mondiali e offrono opportunità allo svi-
luppo rurale e all’utilizzo razionale delle
terre marginali, generando reddito e
occupazione, per la ricerca e il monitorag-
gio, per l’educazione (WWF, 2005).
I parchi e le riserve naturali, essendo poco
soggette a fonti di inquinamento e pres-
sione antropica, considerando l’elevata
ricchezza in specie che vengono preserva-
te in queste aree, sono il luogo ideale per
l’installazione di apiari sperimentali. Il
ruolo degli apiari sperimentali è quindi
duplice, da una parte si vuole garantire la
produzione di miele di qualità, privo di
qualsiasi inquinante, d’altro canto la pre-
senza degli apiari in zone con un’elevata
concentrazione di specie vegetali permet-
te di proteggere e conservare l’elevato
patrimonio genetico che si cela in queste
aree. La qualità di questi mieli viene inol-
tre valorizzata poiché, essendo prodotti in
zone con bassa pressione antropica, non
risentono dell’inquinamento causato da
2001), contenuto in zuccheri (UNI 11027,
2003), attività diastasica, pH, acidità libe-
ra lattonica e totale, contenuto di acqua e
conducibilità elettrica (Gazzetta Ufficiale
n. 185, 11/08/2003).
Analisi delle tetracicline e del
sulfatiazolo
Per l’analisi delle tetracicline si è seguito la
metodologia descritta in Oka et al., (1998)
con opportune modifiche. Nello specifico:
10 g di miele sono stati sciolti in 25 ml di
macchine e impianti industriali. Lo scopo
di questo lavoro è quello di caratterizzare
i mieli prodotti nei Parchi, Regionali e
Nazionali, e nelle Riserve dove non siano
utilizzate sostanze nocive derivanti dal-
l’inquinamento agricolo, come ad esem-
pio i pesticidi, e residui di antibiotici e
sulfamidici per la cura di malattie dell’al-
veare e indirettamente per la cura di altri
animali di allevamento. Si vuole avvalo-
rare il ruolo nutraceutico dei mieli delle
aree protette, attraverso la ricerca e l’i-
dentificazione di molecole biologica-
mente attive, quali flavonoidi, acidi
fenolici e altre molecole derivanti dal
metabolismo secondario delle piante
(Chen et al., 1996). Ulteriore obiettivo
del presente lavoro è quello di proporre
il miele come sistema di monitoraggio
ambientale. Infine si vuole proporre l’a-
nalisi melissopalinologica come sistema
da cui estrapolare lo stato floristico delle
aree protette utilizzate per l’installazio-
ne di “apiari sperimentali”.
tampone McIlvane-EDTA, pH 4 e sottopo-
sti a una doppia estrazione in fase solida
(SPE); nella prima estrazione una colonni-
na C-18 (Supelco) è stata condizionata con
4 ml di metanolo e 4 ml di TFA (acido tri-
fluoroacetico) 0,1% ed eluito il campione,
la colonnina è stata successivamente lava-
ta con 4 ml di TFA 0,1% e il campione è
stato recuperato con 4 ml di metanolo;
nella seconda estrazione una colonnina
MCAC è stata assemblata con sefarosio e
condizionata con TFA 0,1%, il campione è
Risultati e discussioni
Confermata
la presenza
di molecole
biologicamente attive
Analisi melissopalinologica
In ogni analisi sono stati effettuati 5
principali raggruppamenti corrispondenti:
a) tipi pollinici dominanti, con frequenza
maggiore del 45%; b) tipi pollinici di
accompagnamento, con una frequenza
compresa tra 16 e 45%; c) tipi pollinici
isolati importanti, con frequenza tra 4 e
15%; d) tipi pollinici rari, minori del 4%;
e) tipi pollinici non nettariferi (Tabella 1).
Sono stati inoltre conteggiati i pollini non
identificati e gli elementi di melata (spore
stato quindi eluito, la colonna lavata con 2
ml di TFA 0,1% e 2 ml di metanolo, il cam-
pione è stato completamente recuperato
con 3 ml di tampone di McIlvane, pH 4.
Per l’analisi del sulfatiazolo si è seguito
il protocollo di Posyniak et al., (2003)
con opportune modifiche. 2,5 g di miele
sono stati sciolti in 12,5 ml di tampone
acetato 0,1% pH 5 e sonicati per 15
min.; la soluzione è stata sottoposta ad
estrazione con SPE utilizzando colonnine
C-18 (Supelco) e condizionando con 3
ml di metanolo, 3 ml di acqua distillata
e 3 ml di tampone acetato 0,1%, il cam-
pione è stato quindi fluito e la colonna
lavata con 3 ml di tampone acetato
0,1% e 3 ml di acqua distillata, quindi si
è proceduto a recuperare il campione
con 5 ml di acetonitrile.
L’analisi dei residui di antibiotici è
stata effettuata in HPLC-APCI, fase
mobile 70% acetonitrile e 30% acido
fungine, ife e alghe unicel-
lulari). L’analisi melissopali-
nologica ha permesso di verificare l’origi-
ne botanica dei mieli e quindi indiretta-
mente una fotografia della vegetazione
dell’area in cui è stato installato l’apiario
sperimentale. In tal senso è emerso che
il miele è un prodotto legato fortemente
al territorio di produzione in quanto le
sue caratteristiche derivano principal-
mente dal tipo e dalla qualità di flora
bottinata dalle api. Nelle figure 1-8 sono
acetico 0,1%, colonna C-18 (5 ml, 4,6
mm x 150 mm), il flusso della fase
mobile è stato di 1 ml/min.
Nutraceutici
L’estrazione dei metaboliti secondari è
stata effettuata in SPE secondo il seguente
protocollo: una colonnina C18 (Supelco) è
stata condizionata prima con 4 ml di meta-
nolo e successivamente con 4 ml di TFA
0.1% e il campione fatto fluire sotto vuoto.
La colonnina è stata sottoposta successiva-
mente alla fase di lavaggio con 4 ml di TFA
0.1% per rimuovere quelle molecole che
possono interferire con gli analiti di inte-
resse. Le molecole adsorbite, in tal caso
polifenoli, sono stati rimossi dalla fase soli-
da con 6 ml di metanolo (Klejdus et al.,
1999). I campioni sono stati analizzati
mediante HPLC-APCI. La separazione cro-
matografica è stata effettuata con eluizione
a gradiente. La colonna è una C-18 (5 µm,
riportati i pollini di alcuni mieli uniflorali
analizzati nella presente ricerca.
Dall’analisi melissopalinologica emerge
che nei campioni provenienti dalle aree
protette della Toscana (Parco Provinciale
delle Colline Livornesi) si evidenziano
presenze polliniche rilevanti di
Hedysarum, Erica, Lotus; nel campione
rilevanti le specie di Lotus, 8
del Parco Nazionale del Gargano risultano
4,6 mm x 150 mm). Come fase mobile è
stata utilizzato metanolo (A) e acido formi-
co allo 0,1% (B). Il gradiente è stato impo-
stato come segue: 0-3,5 min. 70% A e
30% B; 3,6-7 min. 90% A e 30% B. Il flus-
so della fase mobile è stato di 1 ml/min.
L’estrazione dei metaboliti secondari è stata
effettuata anche dal polline di Castanea
sativa Mill. e di Eucalyptus globiformis
Labill. secondo il seguente protocollo: 5 g
di polline sono stati macerati in agitazione
con 30 ml di metanolo 70%. Dopo due ore
il campione è stato centrifugato a 4000
rpm per 10 minuti (Runnie et al., 2004) e
il pellet sottoposto ad altri due processi di
estrazione. Sono state recuperate tre por-
zioni di supernatante (80 ml), filtrate con
sistema da vuoto e concentrate fino a 10
ml con evaporatore rotante. Prima dell’a-
nalisi HPLC-APCI, il campione così prepa-
rato è stato sottoposto ad estrazione SPE
come sopra riportato per il miele.
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Figure 1-8.
1. Polline di acacia (Robinia pseudoacacia L.); 2. Polline di castagno (Castanea sativa Mill.);
3. Polline di cardo (Cardus spp.); 4. Polline di erica (Erica arborea L.);
5. Polline di eucalipto (Eucalyptus camaldulensis Dehnh.); 6. Polline di rosmarino
(Rosmarinus officinalis L.); 7. Polline di sulla (Hedysarum coronarium L.);
8. Indicatori di melata (spore fungine) e polline di castagno
Umbelliferae e abbondante presenza di Myosotis, Gentiana, che tranne per l’ulti-
Olea, specie non nettarifera. Nelle aree ma specie, si ritrovano anche nel Parco
protette del Piemonte si nota la presenza dei Monti Sibillini.
importante di Amorpha fruticosa L., l’in- Nel Lazio dove l’adesione dei parchi è
daco bastardo, specie secondo Anzalone stata più frequente, risultano con elevata
(1985) sfuggita a coltura ma talora piut- frequenza specie erbacee come Trifolium
tosto frequente, che non è stata rinvenuta repens L., T. pratense L., T. incarnatum
in nessuna altra area protetta; tra le non L., e specie arboree come Castanea sativa
nettarifere si evidenzia la presenza di Mill. e Ailanthus altissima (Miller) Swingle
Mercurialis ssp.. Per i tre Parchi della (specie esotica naturalizzata) e tra le non
regione Abruzzo, risultano dominanti le nettarifere abbondanti presenze di
seguenti presenze polliniche: Robinia, Quercus ilex L., Q. robur L., Olea; abbon-
Onobrychis (lupinella), Ailanthus, danti sono i generi Echium, Eucalyptus,
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Lotus, Prunus, Pyrus, Robinia, Rubus,
Salix e Verbascum, e le famiglie di
Compositae, Graminaceae e Crucifere,
mettendo in evidenza come queste essen-
ze siano molto comuni sul territorio lazia-
le, in accordo con quanto riportato da
Anzalone (1985) e da Conti et al. (2005).
L’analisi melissopalinologica ha messo
inoltre in evidenza la presenza di partico-
larità botaniche, ovvero specie di elevata
importanza floristica. Una ad esempio è
Ilex aquifolium L., presente solo nei cam-
pioni provenienti dal Parco dei Monti
Lucretili; questa specie rientra nella lista
di specie dell’art. 3 della L. R. 19 settem-
bre 1974 n. 61 in cui sono elencate quel-
le specie ritenute molto rare o in via di
estinzione, in accordo con quanto riporta-
to da Anzalone (1985) e da Giardini
(2000). Un’altra particolarità che emerge
delle analisi dei pollini è la specie Styrax
officinalis L. (storace), anch’essa presente
solo nei campioni provenienti dal Parco
dei Monti Lucretili. Lo storace è, come
afferma Giardini, una delle specie più
interessanti della nostra regione (Giardini,
2000). I risultati ottenuti dall’analisi
melissopalinologica dei campioni prove-
nienti dal Parco Nazionale dei Monti
Sibillini mettono in evidenza che le princi-
pali essenze di interesse presenti in que-
st’area sono rappresentate da Myosotis,
Hedysarum, Onobrychis, Castanea, T.
repens L., Salix, Lotus e Robinia, confer-
mando quanto riportato da Ricciardelli
D’Albore (2001).
Parametri chimico-fisici
Per ogni tipologia di miele sono stati
misurati tutti i parametri chimico-fisici
previsti dalla normativa. I risultati ottenu-
ti sono riportati nella Tabella 2.
In tutti i campioni analizzati, i valori del
contenuto di acqua risultano essere inferio-
ri ai limiti previsti dalla legge (20 g/100g),
questo sta ad indicare una buona conserva-
zione del prodotto miele e inoltre una cor-
retta tecnica di produzione. Per quanto
riguarda i valori del contenuto in HMF nes-
di legge (40 mg/Kg) dimostrandone 8
suno dei mieli esaminati oltrepassa i limiti
 Tabella 1. Risultati dell'analisi melissopalinologica. Sono riportate le classi di tipo pollinico rilevate
dall'analisi in base alla frequenza relativa del tipo pollinico.
CAMP. FREQ. > 45% FREQ. 16-45% FREQ. 4-15% FREQ. < 4% NON NETTARIFERI
01/AP Nessuno Castanea, Rubus Trifolium repens gr. Cornus sanguinea, Cruciferae, Labiatae forma M, Olea, Quercus ilex,Cistaceae
f., Rosaceae, Lotus, Borago, Asparagus, Hedera, Nigella,
Prunus f., Tilia, Umbelliferae, Ligustrum, Clematis,
Dipsacaceae,
02/AP Nessuno Erica, Trifolium Echium, Trifolium incar- Verbascum, Pyrus f., Genista, Acer, Prunus f., Compositae Quercus robur, Parthenocissus,
repens gr., Salix natum gr., Castanea, forma S., Paliurus, Compositae forma T. Fraxinus, Caryophyllaceae
03/AP Castanea Nessuno Nessuno Trifolium repens gr., Tilia, Clematis, Genista, Olea, Graminaceae,
(95,6%) Eucalyptus, Rubus f., Cruciferae Parthenocissus
04/AP Nessuno Hedysarum; Trifolium repens gr. Erica, Salix, Citrus, Lotus, Borago, Pistacia, Rubus f., Cistaceae, Quercus ilex, Q.
Cruciferae Umbelliferae, Prunus f., Hedera, Eucalyptus, Trifolium robur, Fraxinus, Olea,
repens gr. Cupressaceae
05/AP Castanea Nessuno Nessuno Trifolium repens gr., Rubus f., Hedysarum, Nessuno
(94.4%) Onobrychis, Liliaceae, Lagestroemia, Lotus, Rosaceae,
Genista
06/AP Nessuno Trifolium repens Salix, Robinia Borago, Cruciferae, Hedera, Lotus, Pyrus f., Quercus ilex, Q. robur, Papaver,
gr., Verbascum, Prunus f., Eucalyptus, Compositae forma S Rumex, Graminaceae, Olea
07/AP Nessuno Onobrychis; Hedysarum; Myosotis; Borago; Trifolium repens gr., Lotus, Salix, Robinia, Graminaceae, Cupressaceae
Coronilla Echium, Cruciferae Gentiana, Eucalyptus, Rubus f., Cerinthe, Tamarix
08/AP Nessuno Myosotis Nessuno Castanea, Coronilla, Robinia, Onobrychis, Lotus, Olea, Cistaceae
Eucalyptus, Trifolium repens gr., Tilia, Salix
09/AP Nessuno Coronilla, Trifolium repens gr., T. Salix, Onobrychis, Composite forma H, Compositae Olea, Cupressaceae,
Trifolium incarna- pratense gr., Rubus f. forma S, Lotus, Liliaceae, Pyrus f., Acer, Rumex, Graminaceae, Urticaceae
tum gr Verbascum Olea, Quercus
10/AP Nessuno Cruciferae, Nessuno Stachys, Salix, Trifolium pratense gr., Gleditsia, ilex,Graminaceae
Trifolium repens gr. Robinia, Eucalyptus, Castanea, Vicia
11/AP Nessuno Trifolium repens Eucalyptus, Rubus f., Trifolium incarnatum gr., T. pratense gr., Lotus, Cornus Quercus ilex, Olea,
gr., Castanea Echium, Cruciferae mas, Robinia, Ligustrum, Gleditsia Parthenocissus
12/AP Compositae Trifolium repens Coronilla, Lathyrus, Verbascum, Lotus Papaver, Olea
forma S (3%) gr., Lythrum sali- Ranunculaceae,
caria, Umbellifere Cruciferae
13/AP Robinia (43%) Hedysarum Loranthus, Trifolium Compositae forma S, Aesculus hippocastanum, Lotus, Graminaceae, Papaver, Olea,
repens gr. Coronilla, Crataegus, Polygonaceae, Umbelliferae, Sambucus, Cistaceae
Salix, Castanea, Onobrychis
14/AP Rosmarinus Erica multiflora Ceratonia, Trifolium Cruciferae, Compositae forma T, Eucalyptus, Smilax Papaver, Phoenix
(24%) repens gr., Lotus, aspera, Umbelliferae, Ligustrum, Asparagus, Trifolium
Hedysarum; pratense gr., Hedera
Verbascum, Cerinthe
15/AP Erica Nessuno Trifolium pratense gr., Compositae forma S, Rosmarinus, Verbascum, Phoenix, Olea, Papaver,
multiflora Hedysarum, Ceratonia Trifolium repens gr., Compositae forrma T, Cerinthe, Quercus robur, Mercurialis
(41.9%) Umbelliferae, Asparagus, Eucalyptus, Ononis natrix
16/AP Hedysarum Nessuno Borago; Rubus f., Trifolium repens gr., T. pratense gr. Lotus, Castanea, Olea, Plantaginaceae,
(76%) Stachys, Compositae forma S, Thalictrum
17/AP Robinia Hedysarum, Trifolium repens gr., Borago, Prunus f.,Gleditsia, Cornus sanguinea, Juglans regia, Papaver, Pinaceae
(23,5%) Ranuncolaceae Lotus, Cruciferae Cynoglossum, Reseda, Clematis, Salix, Compositae
forma S, Liliaceae
18/AP Nessuno Cruciferae, Robinia,Trifolium Allium, Echium, Salix , Compositae forma T, Graminaceae, Cupressaceae
Onobrychis repens gr. Compositae forma S, Ranuncolaceae, Lotus,
Medicago, Umbelliferae, Prunus f., Nigella,
Verbascum, Labiatae
19/AP Nessuno Castanea Eucalyptus, Cruciferae, Cynoglossum, Echium, Vicia, Galega, Prunus f., Tilia, Olea, Graminaceae, Quercus
Trifolium repens gr., Rhamnaceae, Hypericum, Scrophulariaceae, Salix, ilex, Q. robur, Palmae
Rubus f. Trifolium pratense gr., Magnoliaceae, Ranuncolaceae,
Compositae forma T
20/AP Robinia (46%) Amorpha Nessuno Trifolium repens gr., T. pratense gr., Castanea, Sambucus, Graminaceae,
Odontites, Prunus f., Fragaria, Lathyrus, Compositae Papaver, Quercus robur, Q. ilex,
forma A, Salix, Cornus sanguinea Chamaerops, Corylaceae,
Mercurialis, Fraxinus, Olea
21/AP Nessuno Castanea, Pyrus f. Prunus f., Coronilla, Lotus, Scrophulariaceae, Styrax officinalis, Labiatae Olea, Quercus ilex,Q. robur,
Trifolium repens gr. forma M, Compositae forma H., Ilex aquifolium, Graminaceae, Cistaceae
Rubus f., Aesculus hippocastanum, Liliaceae
22/AP Nessuno Castanea, Onobrychis, Lotus, Verbascum, Ranuncolaceae, Pyrus f., Hypericum, Olea, Quercus robur, Cistaceae,
Echium, Trifolium repens Labiatae forma M, Acer, Rosaceae, Salix, Cruciferae, Plantaginaceae, Graminaceae,
gr., Ailanthus, Coronilla, Clematis, Loranthus, Hedysarum, Rubus f. Cupressaceae
Robinia
23/AP Nessuno Ailanthus, Cruciferae, Gleditsia, Salix, Liliaceae, Trifolium incarnatum gr., Pyrus f., Mercurialis, Corylaceae,
Trifolium repens Robinia, Eucalyptus, Stachys, Aesculus hippocastanum, Castanea, Rubus f. Chamaerops, Cupressaceae,
gr. Trifolium pratense gr Pinaceae, Quercus ilex, Q. robur,
Sambucus, Parthenocissus, Olea,
Phoenix, Moraceae
24/AP Nessuno Nessuno Cruciferae, Castanea, Lotus, Verbascum, Rhamnus alaternus, Stachys, Sambucus, Moraceae, Olea,
Trifolium repens gr., Cornus mas, Saxigrafa, Aesculus hippocastanum, Quercus ilex, Q. robur
T. incarnatum gr., Clematis, Cercis
25/AP Nessuno Myosotis Trifolium repens gr., Onobrychis, Gleditsia, Salix, Graminaceae, Olea, Mercurialis,
Eucalyptus, Ailanthus, Robinia, Ailanthus, Ligustrum, Hedera, Pyrus f., Rumex, Papaver
Salix, Robinia Aesculus hippocastanum, Coronilla, Cruciferae,
Castanea Asparagus, Tilia, Rhamnus alaternus, Compositae
forma H, Verbascum, Labiatae forma M
26/AP Nessuno Onobrychis Ailanthus, Castanea, Cruciferae, Coronilla, Citrus, Labiatae forma M, Olea, Papaver, Sambucus,
Trifolium repens gr., Hedysarum, Robinia, Rhamnaceae, Rubus f., Echium, Graminaceae
Myosotis, Lotus Compositae forma T, Acer, Mentha, Umbelliferae
27/AP Nessuno Cruciferae, Echium Lathyrus, Compositae forma A, Trifolium incarnatum, Graminaceae, Papaver, Quercus
Eucalyptus, Nessuno Castanea, Rubus f., Borago, Helianthus, Robinia, ilex, Sambucus, Actinidia
Trifolium repens gr. Medicago, Verbascum, Cynoglossum
28/AP Robinia (25%) Pyrus f. Nessuno Cornus sanguinea, Acer, Coronilla, Myosotis, Olea, Graminaceae,
Trifolium repens gr., Compositae forma T, Tamarix, Plantaginaceae, Cistaceae,
Lotus, Crataegus, Hedera, Galega, Umbelliferae, Salix, Caryophyllaceae, Quercus ilex
Cerinthe, Centaurea
29/AP Eucalyptus Nessuno Nessuno Galega, Trifolium incarnatum gr., T. repens gr., Parthenocissus, Graminaceae,
(90%) Echium, Verbascum, Lotus, Clematis, Cruciferae, Quercus robur, Plantaginaceae
Castanea, Mentha, Rubus f., Umbelliferae, Lathyrus
32/AP Nessuno Myosotis Nessuno Lotus, Onobrychis, Echium, Coronilla, Trifolium Graminaceae
repens gr., Asparagus, Castanea
33/AP Nessuno Myosotis Nessuno Lotus, Onobrychis, Echium, Coronilla, Trifolium Graminaceae
repens gr., Asparagus, Castanea
34/AP Nessuno Castanea, Eucalyptus, Centaurea forma J, Mentha, Labiatae Zea mays, Olea, Quercus robur,

8
indicatori forma M, Umbelliferae, Trifolium pratense gr., T. Graminaceae, Plantaginaceae
di melata repens gr., Borago, Ailanthus, Ocimum basilicum,
Pyrus f., Cornus sanguinea, Robinia

Mondo Agricolo - Apimondia Italia - n.1/2006

16 API&Scienza
Tabella 2. Risultati dei parametri chimico fisici. Sono riportati i valori medi, le deviazioni standard (D.S.)
(Cond. Elet. = conduttività elettrica; F+G = somma di Fruttosio e Glucosio; F/G = rapporto di Fruttosio e Glucosio; G/A = rapporto di Glucosio e Acqua).

ACACIA Media D.S. CASTAGNO Media D.S. SULLA Media D.S.

Acqua 16 0,43 Acqua 17,66 0,2 Acqua 17,4 0,8
HMF 4,55 3,3 HMF 3,63 3,35 HMF 1,4 2
Diastasi 10,19 2,46 Diastasi 32,02 11,97 Diastasi 27,88 5,2
Cond. Elet. 0,129 0,013 Cond. Elet. 0,987 0,73 Cond. Elet. 0,205 0,05
pH 4,135 0,24 pH 5,29 0,65 pH 3,58 0,1
Acidità libera 14,2 5,65 Acidità libera 13,32 0,16 Acidità libera 36,86 8
Lattoni 8,865 3,7 Lattoni 6,39 4,06 Lattoni 6,85 4,2
Acidità totale 23,08 6,7 Acidità totale 19,72 4 Acidità totale 43,71 7,5
Saccarosio 0,0195 0,014 Saccarosio 0,078 0,09 Saccarosio 0,018 2,1
Fruttosio 44,26 2,18 Fruttosio 39,86 9,31 Fruttosio 40 1,4
Glucosio 27,08 3,1 Glucosio 27,24 3,9 Glucosio 36,12 1,3
F+G 71,34 3,36 F+G 66,96 12,8 F+G 76,12 1,9
F/G 1,65 0,24 F/G 1,45 0,18 F/G 1,1 0,07
G/A 1,68 0,15 G/A 1,54 0,22 G/A 2,07 0,12

EUCALIPTO Media D.S. CARDO Media D.S. MELATA Media D.S.

Acqua 16,9 0,9 Acqua 17,4 0,8 Acqua 14,8 0,9
HMF 2,2 2 HMF 4,2 3,5 HMF 2,9 2,1
Diastasi 28,6 4,1 Diastasi 26,94 4,7 Diastasi 28,26 7,5
Cond. Elet. 0,57 0,06 Cond. Elet. 0,241 0,1 Cond. Elet. 1,364 0,19
pH 4,14 0,1 pH 3,83 0,1 pH 5,03 0,5
Acidità libera 22,45 5,1 Acidità libera 22,5 4,8 Acidità libera 36,4 6,1
Lattoni 16,96 2,4 Lattoni 16,25 1,3 Lattoni 15,17 1,3
Acidità totale 39,41 4,6 Acidità totale 38,75 4,8 Acidità totale 51,6 6,5
Saccarosio 0,007 0,8 Saccarosio 0,005 0,6 Saccarosio 0,003 0,1
Fruttosio 34,7 2,3 Fruttosio 33,82 1 Fruttosio 23 3,3
Glucosio 37,9 1,1 Glucosio 34,5 1,2 Glucosio 28,77 2,7
F+G 72,6 2,9 F+G 68,32 2 F+G 51,77 4,7
F/G 0,91 0,06 F/G 0,98 0,05 F/G 0,82 0,19
G/A 2,24 0,17 G/A 1,98 0,12 G/A 1,9 0,16

ROSMARINO Media D.S. ERICA Media D.S. MILLEFIORI Media D.S.

Acqua 16,7 1,1 Acqua 17,8 1,1 Acqua 16,3 0,75
HMF 3,2 2,2 HMF 0,4 0,1 HMF 4,14 2,45
Diastasi 11,46 2,2 Diastasi 12,6 3,5 Diastasi 36,3 18,79
Cond. Elet. 0,198 0,04 Cond. Elet. 0,4 0,09 Cond. Elet. 0,42 0,26
pH 3,83 0,2 pH 3,95 0,1 pH 4,19 0,38
Acidità libera 17,82 4,1 Acidità libera 34,22 5 Acidità libera 27,4 8,5
Lattoni 13,31 1,7 Lattoni 12,59 2,4 Lattoni 10,6 3,4
Acidità totale 31,13 4,6 Acidità totale 46,81 5,6 Acidità totale 38,1 7,9
Saccarosio 0,005 0,4 Saccarosio 0,01 0,3 Saccarosio 0,019 0,027
Fruttosio 37,68 1,1 Fruttosio 34,19 1,3 Fruttosio 38,75 4,28
Glucosio 37,76 1,3 Glucosio 34,98 1,2 Glucosio 33,05 5,97
F+G 75,44 1,9 F+G 69,09 1,6 F+G 70,85 6,83
F/G 1,002 0,05 F/G 0,97 0,06 F/G 1,22 0,20
G/A 2,26 0,11 G/A 1,96 0,18 G/A 1,96 0,28

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 API&SCIENZA 17

Tabella 3. Molecole identificate nei mieli e nei pollini

la freschezza. È stato possibile notare inol- mediante HPLC-APCI (rt = tempo di ritenzione in minuti; pm = peso
tre che tutti i campioni hanno dei valori di molecolare dell'analita; (+++) = presenza; (---) = assenza).

umidità e di HMF che rientrano nei limiti CAMPIONI

normalmente ritenuti indicativi di buona Molecole Millefiori Acacia Rosmarino Eucalipto Polline Polline
qualità (rispettivamente 18 g/100g e 10 eucalipto castagno
mg/Kg) (Persano Oddo et al.,2001). Per la
5,7-dmoc
diastasi tra i 40 mieli analizzati si osserva (rt 3.77, +++ +++ +++ +++ +++ ----
un solo campione che non rientra nei limiti pm 206)
previsti dalla legge (> 8 unità Schade), tale Apigenina
risultato non può essere però indicatore di (rt 3.50, +++ +++ +++ +++ +++ ----
una bassa qualità del miele poiché, pur pm 270)
essendo la diastasi un parametro il cui valo- Genisteina
(rt 3.90, ---- +++ +++ +++ +++ ----
re risulta progressivamente inattivato nel pm 270)
tempo o in seguito a trattamenti chimici, è Mericetina
anche vero che la sua variabilità è forte- (rt 3.51, ---- ---- ---- ---- ---- +++
mente legata all’origine botanica del miele, pm 318)
esistono infatti alcuni tipi di mieli monoflo- Campferolo
rali (acacia, erica, corbezzolo, rosmarino ed (rt 3.42, ---- +++ +++ +++ +++ ----
pm 286)
agrumi), che sono naturalmente caratteriz-
Quercetina
zati da un basso tenore enzimatico (Piazza (rt 2.95, ---- ---- ---- ---- +++ ----
& Persano Oddo, 2000); per questo tipo di pm 303)
mieli la Direttiva Europea sul miele tollera,
come limite inferiore per la diastasi, valori
pari a 3 unità Schade. eucalipto è stato possibile identificare, la state identificate in altri tipi di mieli da
5,7-dimetossicumarina, l’apigenina, il Yao et al. (2004) e da Gheldof et al.
Analisi delle tetracicline campferolo, e inoltre la quercetina. Negli (2002), ed ha messo in evidenza la pre-
e del sulfatiazolo estratti di polline di castagno è stata iden- senza di composti mai identificati nei
Dalle analisi effettuate in HPLC-APCI per tificata solo la miricetina (Tabella 3). mieli quali genisteina e 5,7-dimetossicu-
la determinazione dei residui sia delle Quest’analisi ha confermato la presenza marina. Tutte queste molecole sono note

et al., 2004; Kawaii et al., 1999) ed 8

tetracicline che del sulfatiazolo, tutti i
campioni analizzati risultano essere nega-
tivi a tali antibiotici, ad eccezione di due
campioni in cui sono stati riscontrate,
rispettivamente, quantità di sulfatiazolo
(pm 255, rt7 3.16 min.) pari a 12ppb e
1,1ppb (Figura 9).
di molecole biologicamente attive quali per la loro attività antiproliferativa (Blank
quercetina, apigenina e campferolo già
Figura 9. In alto cromatogramma HPLC-APCI di uno dei campioni
positivi in cui è selezionata la corrente ionica dello ione 255; in basso
spettro di ionizzazione del sulfatiazolo

Nutraceutici
Dal confronto con i tempi di ritenzione e
dello spettro di ionizzazione tra i campioni
e gli standard è stato possibile individuare
in tutti i campioni di miele millefiori analiz-
zati la presenza del flavonoide apigenina, e
la 5,7-dimetossicumarina (5,7-dmoc). Nei
mieli monoflorali analizzati sono state
identificate diverse molecole appartenenti
alla classe dei flavonoidi quali la genistei-
na, l’apigenina e il campferolo; è stata
inoltre identificata la 5,7-dimetossicumari-
na, appartenente alla classe delle cumari-
ne. Negli estratti in metanolo di polline di

Mondo Agricolo - Apimondia Italia - n.1/2006

18 API&Scienza
Buono, pulito e ricco
di benefici elementi
Riassunto: A seguito di numerosi episodi
di adulterazione del miele mediante
l’utilizzo illegale di antibiotici, pesticidi ed
acaricidi è emersa la necessità di una
certificazione e riqualificazione del miele e
derivati, al fine di garantire al consumatore
un prodotto di qualità e privo di sostanze
dannose alla salute umana. Obiettivo del
presente lavoro è quello di valorizzare il
miele prodotto in Aree protette, Riserve
e Parchi Naturali sottolineandone sia il
ruolo nutraceutico, attraverso l’analisi dei
parametri chimico-fisici, melissopalinologici
e l’identificazione di molecole bioattive, sia
il ruolo nel biomonitoraggio ambientale.
Sono stati analizzati 40 campioni di miele
ottenuti tutti da apiari sperimentali installati
nei Parchi Nazionali, Regionali e Riserve
Naturali italiani. Preliminarmente tutti i
meli sono stati classificati per il loro
profilo melissopalinologico confrontato
con la vegetazione presente nelle aree
protette considerate. Si è poi proceduto
all’analisi dei parametri chimico-fisici
(HMF, diastasi, contenuto di acqua,
conducibilità elettrica, pH, acidità libera,
totale e combinata, contenuto di
zuccheri). L’identificazione dei composti
bioattivi è stata eseguita mediante HPLC-
APCI su campioni ottenuti con estrazione
in fase solida (SPE). Mediante HPLC-
APCI è stata anche valutata la presenza di
residui. I risultati hanno dimostrato
Mondo Agricolo - Apimondia Italia - n.1/2006
antitumorale (Cárdenas et al., 2006).
Risultati preliminari condotti nel nostro
laboratorio mostrano una potente attività
antiproliferativa della 5,7-dmoc su linee
tumorali B16 (Canini et al, 2006). La
presenza di tali composti mette in rilievo
il ruolo che il miele ha nell’alimentazione
come fonte di antiossidanti naturali,
umana come riportato da Schramm 8
responsabili della protezione della salute
Abstract: As a result of numerous episodes of
adulteration of honey due to the illegal use of
antibiotics, pesticides and acaricides, a certification
and requalification of honey is required in order to
guarantee to the consumer a product of quality,
lacking in harmful substances to the human health.
The aim of this work is to present the major value of
honey produced in protect areas, Reservoirs and Natural Parks, by evidencing either its nutraceutic role,
through physicochemical analysis, melissopalynolgy and the identification of bioactive compounds, or its
role in the environmental biomonitoring. 40 samples of honeys come from experimental apiaries of Italian
National and Regional Parks and Italian Natural Reservoirs have been analyzed. Preliminarily all the
samples have been classified for their melissopalynologyc profile and compared with the profile of
vegetation of the corresponding protected areas. Then the samples were analyzed to determine their
physicochemical characteristics: conductivity, diastase activity, pH, free, lactonic and total acidities, water
content, fructose, glucose and saccharose content, hydroxymethylfurfural (HMF). The identification of
bioactive compounds was carried out by using HPLC-APCI; the analyzed samples were obtained by solid
phase extraction (SPE). With HPLC-APCI, also residual trace was detected. Results showed the absence
of tetracycline in all samples, instead 4.5% of them was positive for sulphatiazole. Melissopalynology
confirmed the floral origin of all studied honeys. The analytical results showed the high quality of honeys
produced in protected areas: all HMF values were less then 10 mg/Kg indicating the freshness oh honeys.
This result was supported also from elevated values of diastase activity and the value of water content less
then 18 mg/100g in all samples showing the good storability of products. The content in sugars turned out
in the average of the European values. The analysis of bioactive compounds has put in evidence the
presence of two flavonoids, quercetin and kaempferol, already notes in other works, and for the first time
it has showed the presence of the 5,7-dimethoxycoumarin (5,7-dmoc), and of the flavonoids apigenin
and genistein. The presence of such compounds bring out the role that honey has in the feeding like
source of natural anti-oxidants, responsible of the protection of the human health. This work is the first
that brings out the role of bioactive compounds and underlines their importance in the qualification of
honey, moreover it propose honey as as system using for environmental monitoring.
l’assenza di tetracicline in tutti i mieli sono: la 5,7-dimetossicumarina (5,7-
mentre il 4,5 % dei campioni è risultato dmoc), un derivato della cumarina; 4
positivo al sulfatiazolo. Tutti i valori di flavonoidi, la quercetina, la genisteina, il
HMF risultavano essere inferiori a 10 campferolo e l’apigenina. Questo studio
mg/Kg, indicando la freschezza dei è uno dei primi a mettere in evidenza il
prodotti supportata anche da elevati ruolo dei metaboliti secondari nel miele
valori di diastasi e valori del contenuto di e a sottolinearne l’importanza nella
acqua inferiori a 18 g/100g. Il contenuto qualificazione dei mieli e nella possibilità
in zuccheri risultava nella media dei valori di considerare quest’ultimo come
europei. Le molecole bioattive identificate sistema di monitoraggio ambientale.
 API&SCIENZA 19

et al. (2003), da Gheldof et al. (2003) e
da McKibben & Engeseth (2002).
Dalle analisi preliminari effettuate sugli
estratti in metanolo di polline di
Eucalyptus globiformis Labill. e del miele
monoflorale di eucalipto si può inoltre
ipotizzare una correlazione diretta, in
termini prettamente qualitativi, tra il
contenuto di composti presenti nel polli-
ne e nel miele uniflorale corrispondente.
Tale risultato permette di ipotizzare una
tracciabilità dipendente fortemente dal
contributo della pianta nella qualificazio-
ne del prodotto finale miele. Emerge che
8 OkaHarada
H., Ito Y., Ikai Y., Kagami T.,
K. 1998. Mass
il miele è l’impronta digitale dell’ambien- spectrometric analysis of
tetracycline antibiotics in food.
te in cui vive l’apiario permettendo di Journal of Chromatography A
monitorare da un lato l’ambiente inconta- 812, 309-319.
minato delle aree protette e dal- Persano Oddo L., Belligoli P.,
l’altro lo stato di salute delle Carini A., Morgia C., Piazza
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