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EPICA MEDIEVALE, ROMANZI CORTESI E POEMI CAVALLERESCHI


A. L’EPICA MEDIEVALE : LE CHANSONS DE GESTE
a.1. Il nome
Le chansons de geste: una poesia narrativa in volgare
a.2. La nascita dell’epica medievale: tempo, luogo, lingua, matrici (fides e fidelitas)
Francia, 2° metà dell’XI secolo (Chanson de Roland: 1080?), oïl
Matrice feudale (IX-XIII): fidelitas
Matrice cristiana: fides  le vie del pellegrinaggio
a.3. I tre cicli delle chansons de geste
Ciclo carolingio  Chanson de Roland
Ciclo di Guillaume d’Orange
Ciclo dei vassalli ribelli
a.4. La Chanson de Roland: il mito e la storia
1080, 778, 1096-1099
In ogni atlante storico del Medioevo c’è una cartina in cui, colorate di solito in viola, sono segnate le
conquiste di Carlomagno re dei Franchi e poi imperatore. Una grande nube violetta s’allarga sull’Europa,
dilaga fin oltre l’Elba e il Danubio, ma a occidente s’arresta al confine della Spagna ancora saracena. Solo
l’orlo più basso della nuvola scavalca i Pirenei e arriva a coprire la Catalogna: è la Marca Ispanica, tutto quel
che Carlomagno riuscì a strappare, negli ultimi anni della sua vita, all’Emiro di Cordova. Tra tante guerre
che Carlomagno combatté e vinse contro Bàvari, Frisoni, Slavi, Àvari, Brètoni, Longobardi, quelle contro gli
Arabi occupano, nella storia dell’imperatore dei Franchi, relativamente poco posto; invece, nella letteratura,
s’ingigantirono fino a coinvolgere tutto l’orbe terracqueo, e riempirono pagine di biblioteche intere.
Nell’immaginazione dei poeti – e prima ancora nell’immaginazione popolare – i fatti si dispongono in una
prospettiva diversa da quella della storia: la prospettiva del mito.
Per rintracciare le origini di questa straordinaria proliferazione mitologica, ci si suole riferire a un episodio
storico oscuro e sfortunato: nel 778 Carlomagno tentò una spedizione per espugnare Saragozza, ma fu
rapidamente costretto a ripassare i Pirenei. Durante la ritirata, la retroguardia dell’esercito franco fu assalita
dalle popolazioni basche della montagna e distrutta, presso Roncisvalle. Le cronache ufficiali carolinge
riportano, tra i nomi dei dignitari franchi uccisi, quello d’un certo Hruodlandus.
Fin qui la storia, ma la verità dei fatti ha poco a vedere con l’epopea. La Chanson de Roland fu scritta circa
tre secoli dopo Roncisvalle. Siamo attorno al 1100, all’epoca della Prima Crociata: il riferimento storico più
pertinente è questo. L’Europa è pervasa dallo spirito della guerra santa che contrappone mondo cristiano e
mondo musulmano. In quel clima nasce in Francia un poema epico d’autore sconosciuto (Turoldo è il nome
che compare nell’ultimo verso), dalla versificazione semplice, commossa e solenne: La Chanson de Roland.
Carlomagno figura aver conquistato tutta la Spagna, tranne Saragozza, ancora in mano saracena; re Marsilio
chiede la pace purché l’armata francese lasci la Spagna, il prode Roland vorrebbe continuare la guerra ma
prevale il consiglio di Guenes (Gano di Maganza o Ganellone), che tradisce e s’accorda con Marsilio perché
l’esercito saraceno violi la pace e piombi in forza a Roncisvalle sulla retroguardia franca guidata da Roland.
Il paladino fa prodigi con la spada Durendal, dono d’un angelo, ma i suoi guerrieri gli cadono intorno ad uno
ad uno. Solo quando è ferito a morte, Roland si rassegna a dar fiato all’Olifante, il corno magico, per
chiamare a soccorso re Carlo1.
B. IL ROMANZO CORTESE E IL CICLO BRETONE
b.1. Il nome
Il romanzo cortese: una narrazione (cavalleresca) in versi
b.2. La nascita del romanzo cortese: tempo, luogo, lingua
Francia, metà dell’XII secolo, oïl
b.3. I temi del romanzo cortese: analogie e differenze con l’epica delle Chansons de geste
I temi: l’amore e l’avventura (queste)
La fruizione: la lettura a voce alta
b.4. I cicli del romanzo cortese
Ciclo di Troia, ciclo d’Edipo, ciclo d’Alessandro Magno, ciclo bretone…
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I. Calvino, Orlando Furioso raccontato da Calvino, Milano 1995, pp. 9-10
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C. GLI SVILUPPI ITALIANI: LA DIFFUSIONE POPOLARE DEL CICLO CAROLINGIO E QUELLA


NOBILIARE DEL CICLO BRETONE
Don Roldàn, Orlando
Italia, metà del XIII:
 cantarini e cantari per il ciclo carolingio  Milone di Clermont, Berta, Rinaldo…
 brevi romanzi in prosa per il ciclo bretone

D. IL POEMA CAVALLERESCO NEL RINASCIMENTO


d.1. Una premessa: dalla piazza alla corte
d.2. Luigi Pulci (1432-1484)
 La vita
 Il Morgante
 La struttura
 La trama
 Alcune annotazioni in ordine sparso
d.3. Matteo Maria Boiardo, conte di Scandiano (1441-1494)
 Ferrara
Ercole I (1471-1505), Isabella e Beatrice  produzione teatrale, lirica e cavalleresca
 La vita
1441, 1476, 1482, 1494
 L’Orlando innamorato
 La poetica
 La trama
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Matteo Maria BOIARDO, ORLANDO INNAMORATO

I (29 canti) III (9 canti)


1) Angelica e Argalia 1) Bradamante Rodamonte

2) Ferraguto
2) Ruggiero Rodamonte
Orlando Angelica

Rinaldo 3) Ruggiero   Bradamante

3) Rinaldo Angelica Orlando


Este?

4) Angelica Agricane

5) Agricane Orlando

6) Rinaldo Orlando

7) Angelica Rinaldo

II (31 canti)
Agramante
1) Parigi
Rodamonte

2) Ruggiero Atlante

3) Brunello Ruggiero

4) Rinaldo
Angelica
Orlando

5) Rinaldo Orlando

6) Carlo Magno Angelica


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T1  Orlando innamorato II, XVIII, 1-3.

Fo glorïosa Bertagna la grande


Una stagion per l’arme e per l’amore,
Onde ancora oggi il nome suo si spande,
Sì che al re Artuse fa portare onore,
Quando e bon cavallieri a quelle bande
Mostrarno in più battaglie il suo valore,
Andando con lor dame in aventura;
Ed or sua fama al nostro tempo dura.

Re Carlo in Franza poi tenne gran corte,


Ma a quella prima non fo sembïante,
Benché assai fosse ancor robusto e forte,
Ed avesse Rinaldo e ’l sir d’Anglante.
Perché tenne ad Amor chiuse le porte
E sol se dette alle battaglie sante,
Non fo di quel valore e quella estima
Qual fo quell’altra che io contava in prima;

Però che Amore è quel che dà la gloria,


E che fa l’omo degno ed onorato,
Amore è quel che dona la vittoria,
E dona ardire al cavalliero armato;
Onde mi piacque di seguir l’istoria,
Qual cominciai, de Orlando inamorato,
Tornando ove io il lasciai con Sacripante,
Come io vi dissi nel cantare avante.

T2  Orlando innamorato II, I, 1-3.

Nel grazïoso tempo onde natura


Fa più lucente la stella d’amore,
Quando la terra copre di verdura,
E li arboscelli adorna di bel fiore,
Giovani e dame ed ogni creatura
Fanno allegrezza con zoioso core;
Ma poi che ’l verno viene e il tempo passa,
Fugge il diletto e quel piacer si lassa.

Così nel tempo che virtù fioria


Ne li antiqui signori e cavallieri,
Con noi stava allegrezza e cortesia,
E poi fuggirno per strani sentieri,
Sì che un gran tempo smarirno la via,
Né del più ritornar ferno pensieri;
Ora è il mal vento e quel verno compito,
E torna il mondo di virtù fiorito.

Ed io cantando torno alla memoria


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Delle prodezze de’ tempi passati


E contarovi la più bella istoria
(Se con quïete attenti me ascoltati)
Che fusse mai nel mondo, e di più gloria,
Dove odireti e degni atti e pregiati
De’ cavallier antiqui, e le contese
Che fece Orlando alor che amor il prese.

T3  Orlando innamorato III, IX, 26.

Mentre che io canto, o Iddio redentore,


Vedo la Italia tutta a fiama e a foco
Per questi Galli, che con gran valore
Vengon per disertar non so che loco;
Però vi lascio in questo vano amore
De Fiordespina ardente a poco a poco;
Un’altra fiata, se mi fia concesso,
Racontarovi il tutto per espresso.

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