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Secondo Crizia, le antiche divinit� divisero la terra in modo che ogni dio potesse
avere un lotto; a Poseidone fu lasciata, secondo i suoi desideri, l'isola di
Atlantide. L'isola era pi� grande dell'antica Libia (Nord Africa) e dell'Asia
Minore (Anatolia) messe assieme,[11][12] ma in seguito venne affondata da un
terremoto e divent� un banco di fango impraticabile, impedendo di viaggiare in
qualsiasi parte dell'oceano. Gli egiziani, affermava Platone, descrivevano
Atlantide come un'isola composta per lo pi� di montagne nella parte settentrionale
e lungo la costa, "mentre tutt'intorno alla citt� vi era una pianura, che
abbracciava la citt� ed era essa stessa circondata da monti che discendevano fino
al mare, piana e uniforme, tutta allungata, lunga tremila stadi [circa 555 km] sui
due lati e al centro duemila stadi [circa 370 km] dal mare fin gi�. [...] a una
distanza di circa cinquanta stadi [9 km], c'era un monte, di modeste dimensioni da
ogni lato[13] [...] L'isola, nella quale si trovava la dimora dei re, aveva un
diametro di cinque stadi"[14] [circa 0,92 km.].
Nel Timeo si racconta di come Solone, giunto in Egitto, fosse venuto a conoscenza
da alcuni sacerdoti egizi di un'antica battaglia avvenuta tra gli Atlantidei e gli
antenati degli Ateniesi, che avrebbe visto vincenti i secondi. Secondo i sacerdoti,
Atlantide era una monarchia assai potente, con enormi mire espansionistiche.
Situata geograficamente oltre le Colonne d'Ercole, politicamente controllava
l'Africa fino all'Egitto e l'Europa fino all'Italia. Proprio nel periodo della
guerra con gli Ateniesi un immenso cataclisma fece sprofondare l'isola nell'Oceano,
distruggendo per sempre la civilt� di Atlantide.
Crizia racconta che il dio Poseidone s'innamor� di Clito, una fanciulla dell'isola,
e �recinse la collina dove ella viveva, alternando tre zone di mare e di terra in
cerchi concentrici di diversa ampiezza, due erano fatti di terra e tre d'acqua�,
[15] rendendola inaccessibile agli uomini, che all'epoca non conoscevano la
navigazione. Rese inoltre rigogliosa la parte centrale, occupata da una vasta
pianura, facendovi sgorgare due fonti, una di acqua calda e l'altra di acqua
fredda. Poseidone e Clito ebbero dieci figli, il primo dei quali, Atlante, sarebbe
divenuto in seguito il governatore dell'impero.[5] La civilt� atlantidea divenne
una monarchia ricca e potente e l'isola fu divisa in dieci zone, ognuna governata
da un figlio del dio del mare e dai relativi discendenti. La terra generava beni e
prodotti in abbondanza, e sull'isola sorgevano porti, palazzi reali, templi e altre
maestose opere. Al centro della citt� vi era il santuario di Poseidone e Clito,
lungo uno stadio (177 metri), largo tre plettri ed alto in proporzione, rivestito
di argento al di fuori e di oricalco, oro e avorio all'interno, con al centro una
statua d'oro di Poseidone sul suo cocchio di destrieri alati, che arrivava a
toccare la volta del tempio.[16]
� anzitutto evidente il punto di vista da cui viene narrato il mito, che pone al
centro la citt� di Atene, simbolo di sobriet� e rigore, ma oltre all'immediato
paragone con la polis corrotta dell'epoca di Platone, � riscontrabile nel dialogo
una proposta utopica, che si esprime nella contrapposizione delle due citt�, a cui
corrispondono due diverse concezioni del modello divino.