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Cristina Terzaghi

Artemisia Gentileschi a Londra

“Q
uesta è una terra piccola, distan- Il padre Orazio risiedeva infatti nella ca-
ze di poco conto, voci come brusio pitale inglese stabilmente dal 1626, giuntovi
[…]; sennonché ogni cosa e ognu- da Parigi, dove aveva trovato posto alla cor-
no, ad accostarsene, ritornava alla misura te di Maria de’ Medici. Egli sbarcò sul suolo
regolare, e anzi la gente era alta, bella e vi- inglese al servizio di George Villers, duca di
gorosa. Non più di Orazio Gentileschi, tutta- Buckingham, che aveva incontrato nella cit-
via, che parve un di loro, dritto come quando tà francese, dove il diplomatico e favorito di
era partito d’Italia e con quelle pupille grige, Carlo I Stuart si era recato per concludere
quella barbetta spiritosa che ancor canuta il matrimonio del sovrano con la principessa
non era. Se lo trovò davanti a Canterbury, Henrietta Maria, figlia di Maria de’ Medici e
mentre scendeva di vettura e non sapeva di sorella del re Luigi XIII, che negli stessi mesi
dove fosse scaturito, così presente, fedele alla si era messa in cammino per Londra. Buckin-
sua forma antica, da non provarne neppur gham venne assassinato nel 1628 e alla sua
sorpresa. Gioia sì, immensa gioia. Le pose morte Orazio entrò al servizio del re e della
quella sua mano leggera sulla spalla e disse: regina3.
‘Sei qui, bambina’, ogni affanno sparì da Ar- L’esistenza a Londra non fu facile per il
temisia”1. clan dei Gentileschi, perennemente a caccia di
Cinquant’anni di letteratura: romanzi, denari, combattuto tra l’alto tenore della vita
saggi psicoanalitici, analisi storiche, non sono cui i doveri di corte e la necessità di procurar-
riusciti a offuscare il fascino immoto e pene- si committenti di alto lignaggio costringeva e
trante di quella prima straordinaria evocazio- l’incertezza dei proventi del lavoro, e soprat-
ne della vita di Artemisia Gentileschi prodot- tutto alla mercé dell’invidia dei cortigiani4.
ta da Anna Banti. Inoltre Orazio, l’unico dei quattro a maneg-
Anche la critica più propriamente stori- giare seriamente i pennelli, invecchiava5. In
co-artistica si è più volte interrogata sul si- questa congiuntura l’arrivo di Artemisia do-
gnificato del breve e fugace passaggio di Ar- veva apparire al pittore e ai suoi figli come
temisia Gentileschi in Inghilterra, una terra l’unica soluzione praticabile per onorare gli
lontana, in un momento in cui, ultraquaran- impegni e mantenere la posizione sinora rico-
tenne, la pittrice sembrava ormai saldamente perta a corte.
installata nella Napoli vicereale2. Le trattative per averla a Londra furono
Di tutti gli spostamenti della “pittora”, comunque lunghe e complicate. Dal punto di
certamente il viaggio in Inghilterra appare vista prettamente documentario un futuro
tra i più misteriosi per la brevità del soggior- viaggio inglese è menzionato in cinque lette-
no e per la scarsità di notizie a esso legate, e, re scritte dalla pittrice tra il 25 gennaio 1635
anche premendo al minimo sul pedale della e il 24 novembre 1637, la prima a Francesco
retorica, non può essere letto totalmente al I d’Este duca di Modena e Reggio, l’ultima a
di fuori della logica di un ricongiungimento Cassiano Dal Pozzo a Roma, intermediario tra
familiare. È dunque una corda molto privata i cardinali Francesco e Antonio Barberini e
Artemisia Gentileschi,
Allegoria della Pittura,
quella che si va a toccare ragionando di quel l’artista6. Da esse ricaviamo le seguenti infor-
particolare periodo della carriera della Gentileschi. mazioni: tra il 1635 e il 1637 Artemisia si tro-

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venirmene a cotesta volta per godermi della denari dalla regina per un viaggio in Italia in- La critica ha inoltre di volta in volta ipo-
patria e servir gli amici e padroni” 8, intenden- trapreso per suo conto13. tizzato o ridimensionato la partecipazione di
do con questo i cardinali Francesco e Antonio Le fonti contemporanee, peraltro avare Artemisia alla realizzazione del soffitto at-
Barberini, a cui aveva appena spedito dipin- di dati sul conto della pittrice, lo sono ancora tualmente conservato a Marlborough House,
ti a mezzo di Cassiano9. Nei vari carteggi il di più su questo soggiorno cui non si fa mai ma un tempo nella residenza di Greenwich,
viaggio inglese è peraltro menzionato a scopi cenno14. Una traccia sensibile di esso rimane dipinto da Orazio per la regina Henrietta Ma-
promozionali, ed è dunque difficile valutare tuttavia nella citata lettera a Francesco I d’E- ria. Ragionare di questo testo non sarà dun-
l’effettiva intenzione di partire della pittrice ste duca di Modena, e in una serie di registra- que inutile per renderci conto del ruolo rico-
che nel 1635 sondò in modo molto accurato la zioni di opere assegnate alla Gentileschi negli perto dalla pittrice a Londra.
possibilità di installarsi nelle maggiori corti inventari della collezione di Carlo I Stuart. In A giudicare dai dati in nostro possesso,
italiane: l’ingaggio inglese non doveva sem- base a esse la pittrice avrebbe realizzato per infatti, appena giunta sul suolo inglese Arte-
brarle particolarmente attraente. il re e la regina oltre al già citato Tarquinio misia trovò il padre coinvolto nell’impresa del
Ma a completare il quadro dei rapporti di e Lucrezia, che come abbiamo visto giunse a soffitto della Queen’s House di Greenwich.
Artemisia con gli Stuart manca un altro im- Londra prima della sua autrice: anche una Una prima inedita avvisaglia dei lavori
portante tassello, questa volta di natura pitto- Fama, e una Susanna e i vecchioni entro il in corso nel palazzo risale a una lettera della
rica. Al 1633-1634 risale infatti un pagamen- 163915; una misteriosa Santa che appoggia la primavera del 1635 scritta da Gregorio Pan-
to per la cornice di un Tarquinio e Lucrezia mano sulla frutta16, un Autoritratto, un’Alle- zani a Francesco Barberini: “Il giorno della
registrato nella residenza di Greenwich con goria della Pittura, e una Diana al bagno con Pentecoste fui a Granuccio che è assai pieno
l’attribuzione alla pittrice10. Esso fu incorni- le ninfe ricorrono invece soltanto nell’inventa- di case; il palazzo del Re è assai commodo,
ciato insieme ad altri tre importanti dipinti rio successivo alla morte del sovrano redatto et la Regina ne fa finire un altro già comin-
di Orazio: il Ritrovamento di Mosè (collezione nel 1649, e dunque vanno datati tra il 1639 e ciato dalla Regina Madre di questo Re”19. La
privata, attualmente in deposito presso la Na- il 1640 quando, come vedremo, la pittrice fece residenza di Greenwich in effetti era stata
tional Gallery di Londra), Giuseppe e la mo- rientro in Italia17. Una sola di queste tele è voluta da Anna di Danimarca, madre di Car-
glie di Putifarre (Royal Collection, ora esposto 2. Orazione e Artemisia identificabile con certezza e cioè l’Allegoria lo I Stuart, Henrietta Maria aveva ereditato
Gentileschi, ovale centrale del
a Hampton Court) e un Apollo e le Nove Muse della Pittura (fig. 1), tuttora conservata pres- il progetto dell’architetto reale Inigo Jones e
soffitto della Queen’s House,
(già New York, Lily Lawlor, noto solo attraver- London, Marlborough House so la Royal Collection18. a quest’altezza evidentemente i lavori erano
so una fotografia in bianco e nero), anch’essi in ancora in corso, del resto si ha notizia della
seguito destinati a ornare la Queen’s House11. posa del pavimento nel salone d’onore della
Benché difficilmente nel 1634 la residenza di dimora soltanto nel 1636-163720.
Henrietta Maria a Greenwich fosse pronta Orazio Gentileschi fu chiamato a ornare il
per accogliere le tele, mi pare probabile che soffitto della Great Hall con una serie di nove
esse rispondessero a un progetto comune, e il tele dal programma iconografico molto ambi-
1. Artemisia Gentileschi, vava a Napoli, dove riceveva commissioni da fatto che un dipinto di Artemisia fosse inclu- zioso. Si tratta di una celebrazione del buon
Allegoria della Pittura,
1638-1639 circa, Londra, mecenati illustri, tra cui Filippo IV di Spagna. so nel gruppo appare significativo del nesso governo di Carlo I Stuart come patrono delle
Royal Collection Trust Oltre al proprio onore e decoro, ella era preoc- che intercorre in questo momento tra l’arte di arti, in stretto rapporto con le rappresentazio-
cupata di trovare con il suo lavoro denari suf- Orazio e quella della figlia, per la prima volta ni teatrali a sfondo politico e propagandistico
ficienti per la dote della figlia Prudenzia, che da quando questa aveva lasciato la casa pa- che in quello stesso periodo venivano prodotte
doveva accasarsi nell’inverno del 1637. Carlo terna, circa vent’anni prima. alla corte degli Stuart. L’Iconologia di Cesare
I Stuart aveva più volte richiesto la sua pre- Dal 24 novembre 1637, data della citata Ripa venne scelta come repertorio di immagi-
senza a Londra e nei primi sei mesi del 1635 lettera a Cassiano, si perdono le tracce di Ar- ni dell’intero progetto21.
il fratello Francesco aveva compiuto ben due temisia, che ritroviamo a Londra il 16 dicem- Le tele vengono per la prima volta elenca-
volte il viaggio per condurla in Inghilterra. bre 1639, intenta a scrivere al duca di Mode- te nel 1649 al momento della dispersione del-
Nell’estate ella sembrava seriamente inten- na, Francesco I d’Este per procacciarsi ancora le collezioni reali22 e l’assenza dagli inventari
zionata a partire, poiché scrive a Ferdinando una volta i suoi favori e un posto a corte12, né di Greenwich compilati dieci anni prima, nel
II de’ Medici di essere in attesa del nullaosta più né meno che prima della partenza. Stando 1639, sinora mai messa in luce dalla critica,
per il passaggio in Francia dalla “Serenissima dunque al carteggio, Londra appare una pa- mi pare un dato da considerare con grande at-
duchessa di Savoia”7. Tuttavia due anni dopo, rentesi nella vita dell’artista. tenzione nell’ottica di stabilire l’effettiva con-
alla fine del novembre 1637, Artemisia si tro- A ogni modo Artemisia giunse nella ca- clusione e collocazione dei dipinti nel soffitto
vava ancora a Napoli e manifestava a Cassia- pitale inglese in un momento del 1638 a oggi della Great Hall. Con l’ipotesi di un montag-
no Dal Pozzo l’intenzione di lasciare la città imprecisabile, probabilmente scortata dal gio delle tele successivo a questa data sembra
per recarsi a Roma: “E l’assicuro che, scarica- fratello Francesco, che in quello stesso anno tuttavia contrastare un pagamento registrato
tami del peso di questa figliuola, voglio subito e ancora nella primavera del 1639 percepiva entro settembre 1638, relativo a “Framing and

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3-4. Particolari dell’ovale del liope, Thalia e forse Euterpe, tutte le altre
soffitto della Queen’s House
con la Fortezza e l’Astronomia andrebbero ascritte ad Artemisia, che co-
munque dovette lavorare seguendo i disegni
del padre, probabilmente dopo la sua morte27.
Più scettico sull’effettiva partecipazione del-
la pittrice all’impresa appare invece Gabriele
Finaldi, secondo cui il silenzio su Artemisia
del testamento di Orazio, dettato in punto
di morte soltanto in favore dei tre figli ma-
schi, appare molto significativo per escludere
la presenza della pittrice a corte prima della
morte del padre avvenuta al principio del feb-
braio 163928.
Con grande probabilità l’ideazione e la
concezione generale del soffitto, saldamente
ancorate alla tradizione del Cinquecento ita-
liano, vanno assegnate a Orazio, Artemisia
però ebbe larga parte nei lavori. Nel grande
ovale centrale (fig. 2), la porzione superiore,
quella che oggi è volta verso la porta d’in-
gresso, appare quasi ingiudicabile a causa
dei rifacimenti e delle ridipinture, ma nella
zona inferiore meglio conservata, oltre all’A-
ritmetica, credo si debbano assegnare ad
Artemisia la bellissima figura della Fortez-
za (fig. 3), raffigurata con l’elmo e lo scudo a
forma di Medusa alla destra della Pace, e l’A-
stronomia (fig. 4) alla sinistra della Pace, la
cui rappresentazione scarmigliata, concitata
e fortemente naturalistica sembra frutto del
pennello della pittrice più che del padre. In
questa parte di tela alla mano di Artemisia
setting upp p’ticons [partitions] and putting sembra inoltre da ricondurre la bella natu-
up the Queen’s Canvases”, che potrebbe forse ra morta nella cornucopia che accompagna
riferirsi ai dipinti getileschiani23. Comunque la Pace, un genere questo che le fonti ricor-
siano andate le cose, se Artemisia raggiunse dano come appannaggio dell’artista. Ancora
Londra già nei primi mesi del 1638, avrebbe di Artemisia appaiono le Muse Thalia, Clio,
avuto tutto il tempo di intervenire nel soffitto. Euterpe e Polimnia. Clio e Polimnia di una
L’ipotesi di una sua partecipazione all’im- potenza naturalistica fuori dal comune, le
presa assume infatti il sapore di una certezza altre due di più difficile lettura, ancora una
alla luce dell’accurata campagna fotografica volta a causa dello stato di conservazione. Ad
recentissimamente condotta24. Anche al net- Artemisia va inoltre assegnata la figura che
to dei restauri e dei problemi conservativi Bissell riconosce come Apollo (fig. 5) in uno
compiuti dai vari smontaggi e rimontaggi dei dei quattro riquadri angolari e il confronto
dipinti25, la mano della pittrice può essere in- con la Minerva degli Uffizi (fig. 6), firmata
dividuata in molte delle figure che popolano dalla stessa Artemisia, appare schiacciante,
il soffitto. Secondo Bissell nel grande meda- suggerendo di assegnare anche l’esecuzione
glione centrale soltanto l’Aritmetica sarebbe di questa tela, se non proprio agli anni londi-
riconducibile alla pittrice, sue risulterebbero nesi, a stretto giro29.
inoltre le Muse Polimnia, e, con minor con- La stessa situazione stilistica e menta-
vinzione, Clio ed Erato26. Secondo la Garrard, le pare trasparire da un dipinto ascritto solo
tra le Muse Orazio avrebbe dipinto solo Cal- recentissimamente alla pittrice, la monu-

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più instabile soprattutto per i cattolici che vi
risiedevano, non stupisce che Artemisia indi-
rizzasse ai principi italiani lettere accorate
per assicurarsi un futuro diverso da quello
che poteva riservarle la corte degli Stuart.
Alcuni nuovi documenti consentono di pre-
cisare la data della sua partenza da Londra
sino a oggi ancora sub iudice. Risale infatti al
25 febbraio 1640 una lettera inedita di Fran-
cesco Barberini al residente papale a Londra,
monsignor Carlo Rossetti: “Nel ritorno che fa
il S.r Francesco Gentileschi a cotesta Corte,
ha desiderato che io raccomandi alla diligen-
za di V[ostra].E[minenza]. l’interesse di lui,
e di suo fr[ate]llo intorno alle esiggenza di
buona somma di denari, de quali asserisco-
no esser creditori di codesta camera regia per
residuo di provisioni et mercedi destinate già
a suo padre, conforme al distinto ragguaglio
che in voce dovrà da esso darsene a V[ostra]
S[ignoria], la quale perciò non lascerà d’in-
terporre i suoi uffici con quella circospetta
maniera che giudicherà possa essere giovevo-
le alla confidenza et affetto che la destrezza
di lei saggiamente va procurando di sempre
5. Artemisia mentale Cleopatra (Galerie Sarti) che qui si più”33. Il rientro di Francesco nella capitale
Gentileschi, Apollo, particolare
dell’ovale del soffitto della espone, la cui eleganza e raffinatezza deve inglese non era ancora avvenuto il 6 aprile
Queen’s House molto alla temperatura stilistica delle eroine dello stesso anno, ma poco prima di questa
6. Artemisia Gentileschi, inglesi di Orazio30. data un altro fratello Gentileschi aveva preso
Minerva, 1635 circa, Firenze, Alla collaborazione di padre e figlia sem- la via dell’Italia dopo aver inutilmente prega-
Gallerie degli Uffizi
bra che possa risalire anche il dipinto raffi- to il re di onorare i suoi debiti34. Dato il tenore
gurante Ulisse scopre Achille tra le figlie di della corrispondenza mi pare difficile che que-
Licomede, transitato sul mercato antiquario sti reclami avvenissero in presenza e durante
milanese nel maggio 2009 come Artemisia l’attività di Artemisia alla corte degli Stuart.
Gentileschi. La tela venne nello stesso anno La pittrice aveva molto probabilmente già ri-
ricondotta al periodo londinese di Orazio31, preso la via di casa, rientrando in patria tra
per poi essere nuovamente pubblicata come il gennaio e il febbraio 1640, accompagnata
Artemisia intorno al 1641, l’anno successi- dal fratello Francesco. Liquidate le pendenze
vo32. Il bellissimo dipinto, la cui inequivoca- con il re grazie al lavoro della sorella, ai fra-
bile vicinanza stilistica e compositiva con il telli Gentileschi non restava che rivalersi dei
Ritrovamento di Mosè realizzato da Orazio vecchi debiti che Carlo I aveva da tempo con-
a Londra nelle due versioni del Prado e del- tratto con il padre. Ancora una volta la scena
la National Gallery riporta inesorabilmente lasciata da Artemisia aveva determinato un
al periodo britannico dell’artista toscano, va considerevole vuoto in chi le stava accanto.
molto probabilmente considerato un’opera
di collaborazione. Alla mano di Artemisia mi
pare infatti da riferire la figura femminile
seduta di spalle sulla sinistra, che conserva
un’aria più naturalistica rispetto al resto del-
la composizione.
Portate a termine le imprese paterne, in
una Londra dalla situazione politica sempre

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7. Orazio e Artemisia 11
G.H. Chettle, The Queen’s House, Greenwich (London Survey maggior connessione dell’opera alla cultura della corte Carolina e in
Gentileschi, Achille travestito XIV), London 1937, p. 104; R.W. Bissell, Orazio Gentileschi and the particolare al genere teatrale del masque, largamente apprezzato
tra le figlie di Licomede, Poetic Tradition in Caravaggesque Painting, London 1981, p. 106; dagli Stuart. A queste voci va aggiunta quella di Mary Garrard, Ar-
Milano, collezione privata R.W. Bissell, Artemisia Gentileschi and the authority of art… cit., temisia Gentileschi. The image of the female hero in Italian Baroque
pp. 389-390; A. Weston-Lewis, Orazio Gentileschi’s two versions of Art, Princeton 1989, pp. 113-121 che sottolinea l’inserimento delle
the Finding of Moses reassessed, in Orazio Gentileschi… cit., p. 42. Arti Figurative (Pittura, Scultura ed Architettura)alle Arti Liberali,
Giustamente Wood. appannaggio dell’inventiva di Orazio Gentileschi.
12
Le lettere di Artemisia… cit., p. 121, Lettera 51. Pubblicata da 22
O. Millar, The Inventories and Valuations… cit., p. 137.
F. Imparato, Documenti relativi ad Artemisia Lomi Gentileschi, in 23
London, PRO, AO1, 2428/69, cfr. G.H. Chettle, op. cit., p. 104 e
“Archivio storico dell’arte”, II, 1889, p. 425, l’originale è conservato Orazio Gentileschi… 1999, p. 32. Gabriele Finaldi (op. cit., pp. 31-
presso l’Archivio di Stato di Modena, Archivio Segreto Estense, Can- 32), cui si deve il testo più interessante ed aggiornato sul soggiorno
celleria Ducale, Archivio per Materie, Arti Belle e Pittori, busta 14/2. di Orazio Gentileschi a Londra, ritiene che questo documento segni
13
G. Finaldi, op. cit., p. 19. la fine dei lavori del soffitto di Orazio Gentileschi e che Artemisia
14
Gli unici sporadici riferimenti ad Artemisia nella letteratura arti- non intervenne nel soffitto.
stica del XVII secolo si devono a Giovanni Baglione nella biografia 24
Le fotografie sono state scattate da Fabio Speranza. Ringrazio vi-
di Orazio (G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori et architetta dal vamente Lucy Whitaker per aver favorito l’accesso alla residenza e
pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a’ tempi di Papa Urbano la galleria Rosenfeld Porcini di Londra per aver contribuito al repe-
Ottavo del 1642, Andrea Fei, Roma 1642, p. 36), Raffaello Soprani rimento del materiale tecnico necessario alla campagna fotografica.
(R. Soprani, Delle Vite dei pittori scultori ed architetti genovesi, Ge- 25
Il soffitto subì almeno tre gravi traumi: il primo durante la desti-
nova 1674, annotata da C.G. Ratti, Genova 1768-1769, 2 voll., II, p. tuzione della monarchia degli Stuart, poiché nel 1662 si ha notizia
453) sempre nella biografia di Orazio e Joachim von Sandrart, che del pagamento di un ponteggio nella Great Hall di Greenwich per
conobbe bene Orazio e dedica un passo della sua Academie der Bau, montare i dipinti: “putting a scaffold in the great hall and putting
Bild- und Mahlere-Künste (J. Von Sandrart, Academie der Bau-, up the pictures” (PRO, Works 5/3, f. 435v, cfr. Orazio Gentileschi…
Bild- und Mahlere-Künste von 1675. Leben der berühmten Maler, cit., p. 36, nota 77); il secondo allorché l’intera macchina fu smontata
Bildhauer und Baumeister, München 1925, p. 290) e a Giovan Bat- e rimontata tra il 1711 e il 1736 a Marlborough House, sua sede at-
tista Passeri che ne fa cenno nella biografia di Agostino Tassi (G.B. tuale, in una stanza più piccola di quella originaria, venendo dunque
Passeri, Vite de’ pittori scultori et architetti che hanno lavorato in parzialmente decurtata (R.W. Bissell, Artemisia Gentileschi and the
Roma, Roma 1772, pp. 105-106, come tutti sanno il testo di Passeri authority… cit., pp. 271-272 con bibliografia precedente. Finaldi ha
risale al 1679). Sicché la biografia di Filippo Baldinucci risulta il precisato la data in cui il soffitto venne rimosso da Greenwich, in
testo seicentesco più completo dedicato alla pittrice (Filippo Baldi- base a un pagamento per lavori nel soffitto della Great Hall possia-
nucci, Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua, Firenze mo dedurre che le tele non erano più in situ nel luglio del 1708); e il
1681, edizione a cura di F. Ranalli, Firenze 1975, III, pp. 713-716, terzo, a scopo conservativo, nel 1941 quando l’intero soffitto venne
che tace del soggiorno londinese della pittrice). smontato e arrotolato per essere custodito in un deposito a Mentmo-
15
Come si diceva data dell’inventario dei beni di Carlo I, redatto re preservandolo dai bombardamenti della seconda guerra mondia-
da Van der Doort, O. Millar, Abraham Van Der Doort’s… cit., pp. le (PRO, AE3284/1, cfr. M.C. Terzaghi, op. cit., pp. 40-41 e Terzaghi,
46, 177, 194, 203. in corso di stampa). In quest’ultima occasione fu lo stesso Kenneth
16
Per quanto in uno dei manoscritti la figura sembri registrata Clark, all’epoca direttore della National Gallery, a lamentare i danni
come maschile, questa appare la lettura più corretta dell’inventa- inferti alle tele dal recente spostamento: “I am sorry to say that the
1
A. Banti, Artemisia, Firenze 1947. ne, onde il povero s.re ambas.re impiegò tutta la sua famiglia et se rio, si veda in proposito M.C. Terzaghi, Notes on Artemisia Gentile- work has not been at all well done. Large areas had been allowed to
2
Le opinioni risultano discordi sia riguardo alla tempistica che alle stesso nell’opera” (Biblioteca Apostolica Vaticana, d’ora in poi BAV, schi in London, in G. Porzio, M.C. Terzaghi, Artemisia Gentileschi. crack and the paint has flaked off” (PRO, AE3284/1, cfr. M.C. Terza-
motivazioni del viaggio. Bissell ritiene che Artemisia si sia sposta- Barb. Lat. 8636, c. 316r, 30 aprile 1636, lettera di Gregorio Panzani Cleopatra, G. Sarti Antiques, London 2014, pp. 42-45. ghi, op. cit., pp. 40-41 e Terzaghi, in corso di stampa). Il solo restauro
ta in Inghilterra tra la primavera e l’estate del 1638 (R.W. Bissell, a Francesco Barberini). Non è dato sapere in cosa consistesse la “li- 17
Tutti elencati da O. Millar, The Inventories and Valuations of the documentato risale al principio degli anni sessanta del Novecento
Artemisia Gentileschi and the authority of art: critical reading and cenza pittoresca” di cui sopra, ma è chiaro che Orazio doveva ormai King’s Goods 1649-1651, in “The Walpole Society”, 1970-1972, pp. (R.W. Bissell, Orazio Gentileschi and the Poetic Tradition… cit., p.
catalogue raisonné, Pennsylvania 1999, pp. 59-60); Alexandra La- faticare parecchio per tener fede ai vari impegni. 186; 306, 312, 316, 315 e le relative schede di R.W. Bissell, Arte- 195). A una visione ravvicinata tuttavia molte delle figure che fanno
pierre ipotizza invece un passaggio insieme a Maria de’ Medici, nel 6
Una seconda missiva al duca di Modena del 22 maggio 1635 e misia Gentileschi and the authority of art… cit., pp. 363, 367, 381, parte del grande ovale al centro appaiono pesantemente ridipinte e
novembre dello stesso anno (A. Lapierre, Artemisia, Paris 1998, p. un’altra di poco successiva a Ferdinando II Granduca di Toscana 388-390. Per le registrazioni inventariali dei dipinti di Artemisia si talvolta quasi radicalmente rifatte, così come le quattro che decorano
387); Mary Garrard indica genericamente il 1638 come momento (20 luglio 1635) e una terza a Galileo Galilei residente a Firen- veda l’utile regesto di Y. Primarosa, Artemisia nelle collezioni euro- gli angoli, una prassi conservativa che non può essere novecentesca
di arrivo della Gentileschi sul suolo inglese (M. Garrard, Artemisia ze (20 ottobre 1635) completano il quadro delle notizie in nostro pee (1612-1723), in Artemisia Gentileschi. Storia di una passione, ma certamente precedente. Già Hess (op. cit.) supponeva l’intervento
Gentileschi. The image of the famale hero in italian Baroque art, possesso, cfr. Le lettere di Artemisia… cit., Lettere 41 (25 gennaio catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 22 settembre 2011 di Louis Laguerre (Versailles, 1663 - London, aprile 1721), attivo al
Princeton 1989, pp. 174-179); infine Francesco Solinas ha ipotizza- 1635) e 42 (22 maggio 1635), pp. 94-96; Lettera 43 (20 luglio 1635, - 29 gennaio 2012), a cura di R. Contini, F. Solinas, Milano 2011, principio del Settecento a Marlborough House, probabile autore di
to che il passaggio a Londra avvenisse sotto la regia di Cassiano pp. 104-105; Lettera 44 (20 ottobre 1635), pp. 109-110; Lettera 50 in particolare per i dipinti nelle collezioni di Carlo I, pp. 273-274. una parziale ridipintura delle tele.
dal Pozzo, agente della politica barberiniana di cui Artemisia sa- (24 ottobre 1637), p. 118. 18
Olio su tela, 96,5 x 73,7 cm, Royal Collection, inv. RCIN 405551. 26
R.W. Bissell, Artemisia Gentileschi and the authority of art… cit.,
rebbe stata ambasciatrice (F. Solinas, Fortune di Artemisia, in Le 7
Le lettere di Artemisia… cit., p. 104, Lettera 43, con bibliografia L’opera è registrata nell’inventario della collezione di Carlo I Stuart pp. 87 e 271-272.
lettere di Artemisia. Edizione critica e annotata con quarantatré precedente. redatto nel 1649, dopo la sua tragica fine: “A Picture of Painting by 27
M. Garrard, op. cit., pp. 113-121.
documenti inediti, a cura di F. Solinas, con la collaborazione di Y. 8
Le lettere di Artemisia… cit., p. 117, Lettera 49. Arthemesia” (London, Public Record Office [d’ora in poi PRO], L.R.2, 28
Per il testamento e la sua discussione si veda Orazio Gentileschi…
Primarosa e M. Nicolaci, Roma 2011, pp. 12-13). 9
Da qui l’ipotesi (F. Solinas, op. cit., pp. 12-13) che il viaggio di Ar- 124, che recita: “97: A Pintura A Painteinge: by Arthemisia”, cfr. cit., pp. 32-33. Va tenuto presente che per Orazio Gentileschi… cit.,
3
Su tutte queste vicende si veda in particolare Orazio Gentileschi temisia a Londra costituisse una missione diplomatica patrocinata Oliver Millar, The Inventories and Valuations… cit., p. 191). Per il pp. 31-32 il soffitto venne installato nell’autunno del 1638.
at the Court of Charles I, catalogo della mostra (Londra, National da Francesco Barberini, all’epoca protettore della corona inglese e dipinto si veda la dettagliata scheda di R.W. Bissell, Artemisia Gen- 29
Nulla osterebbe comunque a un’esecuzione londinese giacché la
Gallery - Bilbao, Museo de Bellas Artes - Madrid, Museo del Pra- tramite dei suoi rapporti con il papato. Non ho però sinora potu- tileschi and the authority of art… cit., pp. 272-275 e recentemente: storia antica del dipinto, precedente il 1926 anno di acquisizione
do, a cura di Gabriele Finaldi, London 1999; G. Finaldi, J. Wood, to trovare alcun riscontro della plausibile e suggestiva tesi nella L. Whitaker, Aislinn Loconte, scheda, in The Art of Italy in the Royal dell’opera da parte delle Gallerie Fiorentine è assolutamente igno-
Orazio Gentileschi alla corte di Carlo I, in Orazio e Artemisia Gen- corrispondenza tra il cardinale e i suoi intermediari inglesi che ho Collection Renaissance & Baroque, London 2007, pp. 301-302 e Ro- ta. R.W. Bissell, Artemisia Gentileschi and the authority of art…
tileschi, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia; New York, potuto compulsare sia a Londra che a Roma. berto Contini, “Quello che sa fare una donna”: Napoli anni Quaranta, cit., pp. 261-263 ipotizza un’esecuzione del dipinto al 1635-1636.
The Metropolitan Museum of Art; Saint Louis, The Saint Louis Art 10
Lo si trova infatti censito dal pittore olandese Abraam Van der in Artemisia Gentileschi. Storia di una passione cit., pp. 109-110. La Più o meno dello stesso parere appare molto recentemente Prima-
Museum), a cura di K. Christiansen, J. Mann, Skira, Milano 2001, Doort nell’inventario dei beni del palazzo di Greenwich elencati in critica ha ipotizzato che il dipinto possa essere in realtà un autori- rosa, in Artemisia Gentileschi. Storia di una passione cit., p. 226
pp. 223-247); J. Wood, Orazio Gentileschi and some Netherlandish calce a quelli delle altre residenze reali nel 1639 (l’edizione critica tratto della stessa Artemisia (per la discussione di questa ipotesi che (con bibliografia precedente).
Artists in London, in “Simioulus”, 28, 2001, pp. 103-128. dell’inventario è in O. Millar, Abraham Van Der Doort’s catalogue non appare così piana si veda recentemente M.C. Terzaghi, op. cit., 30
Olio su tela, 223 x 150 centimetri. L’opera è stata presentata come
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Basti citare la congiura ordita ai danni dei figli di Gentileschi of the collections of Charles I, con introduzione di Oliver Millar, pp. 31-32). Artemisia al Tefaf di Maastricht 2014 (G. Porzio, M.C. Terzaghi, Arte-
dal pittore di corte, il fiammingo Balthazar Gerbier. Per la vicenda in “Walpole Society”, 37, 1960, p. 194). Com’è noto la datazione 19
ASV, Barb. Lat. 8634, c. 63r, 30 maggio 1635. misia Gentileschi. Cleopatra, G. Sarti Antiques, Londra 2014). Per la
si veda G. Finaldi, Orazio Gentileschi at the Court of Charles I, in dell’inventario Van der Doort è abbastanza chiara: l’inventario 20
G.H. Chettle, op. cit., pp. 90-91. Lo studioso individua inoltre pa- discussione del dipinto si rimanda alla scheda in catalogo.
Orazio Gentileschi… cit., pp. 17-19 (con bibliografia precedente). venne compilato tra il 1637 e il novembre 1639, con alcune ag- gamenti per gli intagli lignei dei soffitti del palazzo nel 1636. 31
M. Pulini, Il grandangolo gentileschiano, in Da Caravaggio ai
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Alle considerazioni di carattere strettamente anagrafico, si ag- giunte che risalgono al 1640 (O. Millar, Introduction, in O. Millar, 21
Su questi problemi si veda in particolare J. Hess, Die Gemälde Caravaggeschi, a cura di M. Calvesi, A. Zuccari, Roma 2009, pp.
giunge ora un inedito documento che testimonia la fatica con cui Abraham Van Der Doort’s… cit.). La descrizione dei quadri di Gre- des Orazio Gentileschi für das “Haus des Königin”, in Greenwich, 369-370.
il pittore ormai portava a termine le commissioni. In occasione del- enwich venne inserita tra le ultime ed è riportata nel manoscritto in “Kunstgeschitliche Studien zu Renaissance und Barock”, Roma 32
J. Mann, Artemisia Gentileschi: caravaggesca?, in I Caravagge-
la Pasqua del 1636, che si celebrò il 30 aprile, gli ambasciatori di principale, conservato a Oxford presso la Bodleian Library, Ash- 1967, I, pp. 241-257, 421-422; II, 171-183, pubblicato per la prima vol- schi. Percorsi e protagonisti, a cura di Alessandro Zuccari, II, Milano
Francia e di Venezia vollero ornare le proprie cappelle con splendidi mole 1514. Il dipinto di Artemisia è registrato nella “Withdrawing ta in “English Miscellany”, 3, 1952, pp. 159-187; R.W. Bissell, Orazio 2010, pp. 218-219.
“sepolcri” a beneficio dei cattolici inglesi: “Il S.re Ambas.re di Venetia Chamber” della Regina (O. Millar, Abraham Van Der Doort’s… cit., Gentileschi and the Poetic Tradition… cit., pp. 195-198; Orazio Genti- 33
BAV, Barb. Lat. 8646, c. 472r, 25 febbraio 1640.
per fare un bel sepolcro si era raccomandato al Pittore Gentileschi p. 194). Come rileva J. Wood, op. cit., p. 121 non siamo certissimi leschi… 1999, pp. 27-32. Mentre Hess interpreta l’iconografia del sof- 34
A narrare i fatti è questa volta Carlo Rossetti a Francesco Bar-
acciò gli facesse un bel disegno, il quale promise farlo ma quando che i dipinti fossero trasportati subito dopo essere incorniciati nel- fitto come una sistematizzazione del pensiero universale sulla scorta berini, il diplomatico non specifica se si trattasse di Marco o Giulio
fu il Martedì Santo si scusò con licenza pittoresca, e con mal termi- la Queen’s House e non nel palazzo reale di Greenwich. della filosofia di Francis Bacon, Bissell e Finaldi propendono per una Gentileschi (BAV, Barb. Lat. 8647, c. 96v, 6 aprile 1640).

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