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Altan

L’Espresso 17 giugno 2018 5


Sommario L’Espresso N.25 17 giugno 2018
Ingrandimento
Il tempo della selezione Il M5S si scopre debole, la Lega si prende tutta la scena Marco Damilano 8
Le mazzette degli onesti Sui grillini arriva la bufera Emiliano Fittipaldi 12
Un palazzinaro in curva Chi è Luca Parnasi, l’uomo dello stadio Gianfrancesco Turano 14
Dai Matteo, rendi quei soldi Dopo le inchieste dell’Espresso, la Procura indaga G. Tizian e S. Vergine 18
Gli strani appalti di Telecom L’azienda di telecomunicazioni nel mirino di Cantone Stefano Vergine 20

PRIMA PAGINA
Ribelliamoci al cinismo Perché serve, oggi più che mai, opporsi al vento xenofobo Roberto Saviano 28
Odio gli indifferenti Per la destra negare l’empatia con gli altri è diventato un valore Wlodek Goldkorn 32
Chi vince con la legge del più forte Non basta fare la faccia feroce per risolvere i problemi Fabrizio Gatti 34
Precari e schiavi, sinistra di domani Dialogo con Soumahoro, sindacalista dei braccianti Giovanni Tizian 37
Noi, nella prigione chiamata Libia Malati e perseguitati in cerca di un gommone Francesca Mannocchi 38
E chi accoglie adesso ha paura Il nuovo clima spaventa i volontari Francesca Sironi 40
Quei sovranisti così amici e così nemici I partiti xenofobi hanno interessi opposti fra loro Colin Crouch 42
Ora Salvini piace all’eurocrate Colloquio con il capogruppo del Ppe Manfred Weber Federica Bianchi 44

Governo I minorenni
Voltafaccia a 5 Stelle Colloquio con l’economista Giovanni Dosi
Finché c’è Tria c’è speranza Qual è la vera linea del governo in tema di conti?
Vittorio Malagutti 48
Bruno Manfellotto 53
e l’Aids
56
Aids
Ragazzi senza rete Il numero di giovani che contraggono l’Hiv continua a crescere Elena Testi 56
Copertina
M. Alpozzi - LaPresse,
Il ricordo A. Casasoli - FotoA3
Quanto manca il militante Rodotà L’eredità di un maestro a un anno dalla scomparsa Luigi Manconi 60

REPORTAGE
Passaggio in Macedonia Il Paese inalmente ha un nome, ma non ancora un’identità Federica Bianchi 64

Le idee La morte chimica dei derelitti Luigi Zoja 72

CULTURA Abbonati
Palermo città aperta Il grande risveglio del capoluogo siciliano tra arte e cinema Emanuele Coen 74 a L’Espresso
Grand Tour sulle tracce di Goethe Ricalcando le orme del grande poeta sull’Isola Stefano Vastano 76 Ricevi la rivista
In 1 foglio Antonio a San Siro Gianfrancesco Turano 83 a casa tua per un
anno a poco più
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Rubriche Opinioni Film lespresso.it


Eweek 54 Altan 5 The Artist
Libri 84 Michele Serra 23 La storia dell’attore
Illustrazione: Pierluigi Longo

Classica 87 Denise Pardo 25 George e della ballerina


Ho visto cose 89 Marco Belpoliti 27 Peppy nella Hollywood
Cinema 91 Makkox 46 in cui il cinema muto sta
Food & Drinks 100 Luca Bottura 63 per lasciare spazio
Noi e Voi 105 Eugenio Scalfari 110 all’avvento del sonoro

L’Espresso 17 giugno 2018 7


MARCO DAMILANO

Il tempo del
L
a Repubblica dei cittadini - così l’aveva pravvivere e i più deboli a soccombere. Sciamano in
deinita Luigi Di Maio solo qualche set- ordine sparso, nei vicoli attorno a Palazzo Chigi,
timana fa - si rivela alle prove d’esordio Montecitorio, Palazzo Madama, i 5 Stelle di governo,
in troppo simile alla Prima, alla Secon- il portavoce del governo Rocco Casalino, un gruppetto
da, alle repubbliche di sempre. Una cosa di indistinti parlamentari guidati da Silvia Virgulti e
pubblica da depredare a colpi di appalti, dall’uomo forte della presidenza del Consiglio Pietro
incarichi, consulenze, sodalizi informa- Dettori. Passa anche Davide Casaleggio, silenziosa
li o occulti, come raccontano le carte presenza issa a Roma nei giorni caldi delle scelte dei
dell’indagine sul nuovo stadio della Ro- ministri, dei viceministri e dei sottosegretari. In pochi
ma, l’unica (futuribile) realizzazione giorni, con una velocità stupefacente, il Movimento 5
della giunta di Virginia Raggi, anticipate Stelle diventa Palazzo, Casta, si inabissa ad occuparsi
in alcuni casi dalle inchieste giornalistiche dell’Espres- di nomine e non più di rabbia sociale.
so. Una Repubblica fondata sulle mazzette, per quanto
ingegnerizzate, e sulla corruzione di sempre, anche se Le tanto celebrate periferie spariscono dalle priorità,
in apparenza di nuovo conio perché si muove negli e anche dall’elettorato, almeno a giudicare dai parziali
ambienti asettici degli studi professionali, secondo le e contraddittori risultati delle elezioni amministrative
conclusioni dei magistrati della procura di Roma. La di giugno. E M5S inisce coinvolto a Roma nella prima
novità è che in questa Repubblica avanza la discrimi- grande inchiesta giudiziaria della nuova era, con la
nazione tra cittadini di serie A, quelli che hanno vota- messa agli arresti domiciliari del presidente dell’Acea
to per i partiti della nuova maggioranza gialloverde o Luca Lanzalone, un personaggio rampante venuto dal
gialloblu, e di serie B, quelli che hanno preferito non nulla per conquistare la Capitale, come tanti altri: av-
farlo, e tra uomini e no, come li abbiamo ritratti in vocato di Beppe Grillo e del movimento degli onesti,
copertina. Il ministro sicuro del suo potere politico e campione dei boiardi a 5 Stelle, la nuova razza padrona
mediatico, deciso a proseguire la sua campagna elet- che aspira a occupare i vertici della Cassa depositi e
torale permanente sulla pelle dei migranti, acclamato prestiti, della Rai, dei consigli di amministrazione del-
dalle platee televisive trasformate in giurie popolari le partecipate e delle municipalizzate. Esponente di un
che giudicano e condannano. E il sindacalista che di- cerchio magico già precocemente spezzato, in conti-
fende i suoi fratelli e compagni di lotta nei campi cala- guità con il costruttore dello stadio Luca Parnasi che i
bresi o pugliesi, in mano alle maie o agli sfruttatori, lettori dell’Espresso hanno incontrato nelle inchieste
come un tempo faceva Giuseppe Di Vittorio, la sinistra, di Giovanni Tizian e Stefano Vergine sui soldi della
quando ancora esisteva. Ciascuno può giudicare chi Lega di Matteo Salvini, tra i inanziatori dell’associa-
tra i due sia l’uo- zione Più voci, blindata dagli uomini che gestiscono i
mo e chi no. soldi della Lega per conto del leader, oggi ministro
Il governo del dell’Interno, il politico più potente d’Italia che però
cambiamento at- non ha mai sentito il bisogno di spiegare la fonte dei
traversa la sele- suoi inanziamenti.
zione darwiniana La reazione in M5S è da copione, avviene per Lanza-
della specie poli- lone quello che accadde per Rafaele Marra, l’ex Raspu-
tica, con i più for- tin della sindaca Raggi, sempre più in diicoltà,
ti destinati a so- come racconta Emiliano Fittipaldi. Gli indagati, gli

8 17 giugno 2018 L’Espresso


la selezione

Matteo Salvini, ministro dell’Interno

Con l’inchiesta di Roma, il M5S si scopre


Foto: A. Casasoli - A3, F. Fotia - Agf

lato debole del governo e scalabile


dall’affarismo. Mentre Salvini occupa
tutta la scena: nel Palazzo e nella società

L’Espresso 17 giugno 2018 9


Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sui banchi del governo tra i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro

arrestati, i reprobi, sono tutte mele marce o corpi mento dell’afarismo e dei rapporti pericolosi neppure
estranei, da escludere, da scomunicare, ma in que- partiti di lunga tradizione e di appartenenza assoluta
sta dannazione per chi ha sbagliato resta da deinire come gli eredi del Pci o del Movimento sociale. Che il
chi deinisce l’ortodossia, chi stabilisce da quale iden- contatto con il potere travolga qualsiasi pretesa di di-
tità si sia estranei. È una domanda politica, non giudi- versità etica e morale è storia di lunga data, nessuna
ziaria. Perché senza questa deinizione, e questa di- sorpresa. Ma quel che manca al M5S, per evitare un
stinzione, saltano i conini, il movimento della Terza triste destino da partitino di sottogoverno, è un’iden-
Repubblica e della nuova politica rimane senza anti- tità culturale, un’organizzazione, una leadership capa-
corpi culturali per difendersi dalle tentazioni dei sa- ce di fronteggiare le tempeste e non soltanto di reagire
lotti, dalle buone frequentazioni che si rivelano cattive, quando ormai non c’è più nulla da fare.
dal potere. Di identitario resta il contratto irmato dai
parlamentari con la società Casaleggio, che a sua volta Mentre il principale partito di governo ancora una vol-
blinda in Parlamento il contratto stipulato da Di Maio ta si ritrae a testuggine, fa quadrato sui suoi capi na-
con la Lega per far nascere il governo del cambiamen- zionali e locali in afanno, il partner di governo blocca
to, ma di irma in irma manca un insieme di valori il Mediterraneo, dichiara guerra mediatica alla Fran-
comuni e un’organizzazione che serve a mettere al si- cia, scompiglia le cancellerie europee. Matteo Salvini
curo il movimento dagli scossoni politici e giudiziari. occupa tutti gli spazi, ogni angolo della scena. Si siede
Si tratta di una misura minima, una protezione fragile, sulla poltrona di capo del governo, lasciata vuota dal
che non è bastata in passato a difendere dall’inquina- premier Giuseppe Conte, durante l’intervento di mer-

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coledì 13 giugno nell’aula del Senato, Nelle aule parlamentari Salvini ha
l’informativa del ministro dell’Interno, conquistato il centro, muovendo dal-
preparata con professionalità dagli la posizione più estremista. In Euro-
uici del Viminale, si trasforma nelle pa il suo nome rimbalza dalle prime
mani di Salvini in un comizio, una di- pagine dei giornali alle riunioni nelle
retta facebook, un’arma contundente cancellerie.
da scaraventare addosso agli avversari,
tra le standing ovation massiicate dei Ma il suo punto di forza resta quella
gruppi di maggioranza ridotti a claque. parte di società che si sente più arrab-
«Non leggo numeri e cifre», il vice-pre- biata, più abbandonata, lasciata in so-
mier agita i fogli e riduce a cartaccia le litudine. Su quel pezzo di società, per
statistiche del ministero. No, non si nulla periferico ma centrale, la questio-
danno strumenti di comprensione, ne immigrazione riscrive il modo di
quelli appartengono alla vecchia poli- pensare, rimescola le identità sociali e
tica, si lanciano slogan crudeli, si ac- politiche, costringe tutti a uscire dai
cendono le tifoserie e le fazioni, come conini di partenza. Afrontare dubbi,
quando la presidente Elisabetta Casel- non scartare domande, riscrivere l’a-
lati invita i senatori dell’opposizione a genda delle risposte perché quelle an-
tirare giù i cartelli e Salvini invece li tiche non servono più. Soltanto dopo
incita: «Tirateli su!». O quando deini- che si è compiuto questo esercizio, che
sce i migranti «morti di Stato», lui che richiede memoria, capacità di ascolto
è un ministro, rappresentante delle e di autocritica, è possibile ricostruire
istituzioni, uomo di quello Stato. la frontiera che divide gli uomini e no
della nuova Repubblica e di questo
Resta a Matteo Salvini lo spazio di potere. In questo numero dell’Espresso
leadership del governo, in assenza del provano a farlo, tra gli altri, Roberto
premier Conte. Non è un’assenza isi- Saviano, Wlodek Goldkorn, Fabrizio
ca, ma politica, non una parola è arri- Gatti, Francesca Mannocchi, Colin
vata dal capo del governo - mai espres- Crouch, Makkox, Michele Serra. Io
sione fu più inadeguata - mentre l’Ita- penso a Luciana Alpi, che non ha mai
lia bloccava la nave Aquarius in mezzo smesso di cercare giustizia per sua i-
al Mediterraneo e sidava la Francia di glia, la giornalista Ilaria, e per l’opera-
Emmanuel Macron. Il capo vero è Sal- tore della Rai Miran Hrovatin, assas-
vini, questo il responso della prima sinati in Somalia il 20 marzo 1994.
selezione della specie che fa presagire Luciana se n’è andata senza conoscere
quale sarà la futura evoluzione del la verità. Quello di Ilaria Alpi era un
governo gialloblù. Nel Palazzo il Mo- giornalismo che investigava sui trai-
vimento si riduce a un gruppo di im- ci illeciti, di riiuti, di armi, di tutto ciò
provvisati turisti ministeriali, felici di che inquina e avvelena le nostre demo-
esserci, costretti ad andare a rimor- crazie. Sono seguiti anni di arretra-
chio del capo della Lega. Il resto della mento, anche della professione, ci
vecchia coalizione elettorale, Forza siamo occupati spesso di questioni
Italia e Fratelli d’Italia, si mettono in piccole e meschine e senza che ce ne
ila, applaudono il leader leghista che accorgessimo uomini piccoli e me-
punta a svuotarli di significato. Le schini hanno conquistato il cuore del-
destre sono tre e sul governo Conte Le recenti copertine che la società, lo hanno inondato di paure
hanno votato in tre modi diversi, a fa- L’Espresso ha dedicato ai cui non sanno dare soluzione ma che
vore la Lega, contro Forza Italia, aste- legami e agli affari di Salvini continuano ad accendere senza sosta.
nuta la formazione di Giorgia Meloni, Per questo, nella comprensione di
ma nel trasformare il mar Mediterra- questi tempi nuovi, di questi tempi
Foto: A. Serrano’ - Agf

neo in un campo di detenzione contro le navi dei mi- duri, prima o poi, senza smanie di onnipotenza, toc-
granti sono tutte d’accordo, ritrovano l’unità, il comu- cherà parlare anche di noi, di chi per professione e per
ne sentire, condividono dalla prima all’ultima parola mestiere questa realtà la racconta e la rilette. E non ha
il Salvini-pensiero, come ha detto Maurizio Gasparri. nessuna intenzione di smettere di farlo. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 11


INCHIESTA Affari gialloverdi

Le mazzette
degli onesti
Foto: C. Mantuano - OneShot
Luigi Di Maio

G
di EMILIANO FITTIPALDI ià arrivare viva alla fine di questo manda-
to sarà un grandissimo successo». Virgi-
nia Raggi, annunciando che non si sarebbe
mai e poi mai candidata un’altra volta alla
guida del Comune di Roma, è stata facile
L’arrestato Luca profeta. Perché sono in tanti, oggi, ad af-
fermare che vedere la sindaca grillina ar-
rivare a fine consiliatura nel 2021 sarà
Lanzalone fu scelto davvero un miracolo.
Dopo il caso di Raffaele Marra, l’ex

dal M5S per scortare braccio destro inito agli arresti nel dicem-
bre 2016 per corruzione insieme all’immobiliarista Sergio
Scarpellini, dopo il rinvio a giudizio per falso della stessa
la Raggi. E adesso Raggi per la nomina del fratello di Marra, l’inchiesta della
Procura e dei Carabinieri del Nucleo investigativo della Ca-
pitale sullo stadio della Roma a Tor di Valle investe di
i vertici tremano nuovo i Cinque Stelle. Con il rischio di terremotare una

L’Espresso 17 giugno 2018 13


INCHIESTA Affari gialloverdi
Il Movimento aveva stro alla Giustizia Alfonso Bonafede, che nel gennaio del 2017
lo segnalò alla Casaleggio come il Mr. Wolf che avrebbe risol-
to i problemi della Raggi orfana del suo braccio destro (Marra
affidato al capo fu arrestato per corruzione a ine 2016); ma poi appoggiato
senza se e senza ma anche da Riccardo Fraccaro, oggi a capo
del dicastero per i Rapporti con il Parlamento e la “Democra-
dell’Acea il dossier zia diretta” e da Luigi Di Maio, da sempre principale sponsor
di Virginia e ammaliato dalle capacità professionali di Lanza-
più delicato: lo lone: sono stati proprio Gigi e Davide Casaleggio a dare l’ok
deinitivo ainché il legale - da semplice consulente - fosse
promosso a capo della più importante azienda romana.
stadio della Roma «Chi ha sbagliato pagherà», ripete ora Virginia, non com-
mettendo lo stesso errore di qualche mese fa, quando spergiu-
giunta sempre più debole, iaccata dai deludenti risultati rando disse davanti alle telecamere che il suo ex vice capo di
elettorali (l’“efetto Raggi” ha provocato un’emorragia di gabinetto Marra inito a Rebibbia, che lei stessa aveva promos-
consensi nei due municipi romani dove si è votato domenica so due mesi prima a capo del Personale del Campidoglio,
scorsa) e dall’assenza di risultati nella gestione della Città fosse «solo uno dei 23 mila dipendenti del Comune di Roma».
Eterna, che ormai pure i simpatizzanti più ortodossi non Nemmeno adesso, però, la sindaca ammette che possa aver
esitano a descrivere come «allo sbando più totale». commesso anche lei qualche passo falso: se le vicende giudi-
Di più. Stavolta lo tsunami giudiziario colpisce non solo ziarie della storiaccia dello stadio non la toccano direttamen-
l’enclave pentastellata che guida la Capitale, ma - politicamen- te, è un fatto che - ancora una volta - la Raggi abbia regalato
te - anche i vertici del movimento nazionale. Già Paolo Ferra- iducia incondizionata a chi, probabilmente, non la meritava.
ra, indagato per corruzione, è capogruppo dei Cinque Stelle Mettendo la città di Roma nelle mani di un avvocato di Geno-
in Campidoglio e un pretoriano
della Raggi, ma soprattutto l’avvo-
cato Luca Lanzalone, il presidente
di Acea messo dai pm agli arresti
domiciliari per presunti rapporti
corruttivi con l’imprenditore Luca
Parnasi, non solo è il sindaco-ombra
Un palazzinaro in curva
di Virginia da un anno e mezzo, è di Gianfrancesco Turano
anche stato scelto come “badante” Il palazzinaro è trasversale per mestiere. Totti. Non per scherzo: un minuto solo,
della sindaca proprio dai pezzi da Luca Parnasi aveva buoni rapporti con tutto alla ine di una partita di ine campionato.
novanta del Movimento. lo spettro della politica, dal Pd a Forza Italia Parnasi si è dovuto rassegnare ai tornei di
Un “commissario straordinario” alla nuova giunta grillina che gli avrebbe calciotto fra i circoli sul Tevere. Nello stesso
individuato in primis dal neo mini- dovuto far costruire il nuovo stadio dell’As modo, si è dovuto rassegnare ad avere
Roma, dopo innumerevoli varianti. Se si buoni rapporti con tutti, salvo uno. È
parla di cuore, però, quello di Parnasi stava Francesco Gaetano Caltagirone,
a destra quanto quello del suo amico cementiere, editore, inanziere,
Alessandro Dafina, numero uno di immobiliarista, imprenditore edile che
Rothschild Italia, advisor di Parnasi e di avrebbe voluto costruire lo stadio al posto
James Pallotta, a sua volta ultrà di Donald di un’Eurnova carica di debiti passati pari
Trump. In mancanza di un equivalente di pari dalla Capitalia di Cesare Geronzi
The Donald, oggi in Italia c’è la Lega del all’incorporante Unicredit.
milanista Matteo Salvini, inanziata da Il disgelo non è mai riuscito e non per
Parnasi senza interferenze di passione mancanza di tentativi. In fondo, sia Parnasi
calcistica. Parnasi è un romanista a sia Caltagirone sono soci del circolo
oltranza, oltre che proprietario della holding Canottieri Aniene insieme al presidente del
Eurnova, ereditata dal padre Sandro che Coni Giovanni Malagò, al numero uno del
aveva incominciato come manovale e, Comitato Roma 2024 Luca di Montezemolo
semmai, simpatizzava con i partiti dei e al direttore generale della Roma Mauro
lavoratori. È talmente romanista, Luca Baldissoni, compagno di stanza allo studio
Parnasi, da supplicare gli ex mister Tonucci di Pieremilio Sammarco, il mentore
giallorossi Zdenek Zeman e Rudi Garcia di di Virginia Raggi.
giocare almeno un minuto di un match di Ma Caltagirone frequenta poco. Delle reti
serie A accanto al suo idolo, Francesco relazionali dell’Aniene non ha bisogno e, se

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va che secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo era al soldo stica Paolo Berdini, l’architetto lo ha deinito in un libro «il
non degli interessi pubblici della Capitale, ma di un’associa- sindaco vicario della città»), l’avvocato venuto dalla Liguria
zione a delinquere guidata dal costruttore Parnasi, da cui è stato difeso strenuamente dalla Raggi per mesi. Anche
Lanzalone avrebbe ricevuto circa 100 mila euro tra utilità e davanti agli attacchi dell’opposizione, che hanno chiesto a
consulenze in cambio di un iter rapido per il via libera al pro- che titolo un esterno si occupasse della vicenda, delicatissi-
getto dello stadio di Tor Di Valle. ma, dell’arena della Roma.
È evidente che Lanzalone, come Marra, non è un dipen- A ine 2017, ottenuto dal Consiglio comunale a trazione
dente qualsiasi. Ma un legale che nel corso di un anno e pentastellata il via libera al progetto caro pure a Beppe Grillo
mezzo ha assunto in Campidoglio enormi poteri. Prima co- («sarà uno stadio fatto con criteri che da queste parti non
me mediatore dell’afaire dello stadio, poi consigliere uicia- hanno mai visto, e se ne dovrà occupare un costruttore e
le della sindaca (e nemico giurato dell’assessore all’Urbani- non un palazzinaro», spiegava il garante del M5S), le
Foto: Ansa, V. Tersigni - EIDON, R. Gasbarri - Ansa

Luca Parnasi e, a destra, il rendering dello stadio della Roma. Nell’altra pagina: Luca Lanzalone

pensa di avere subito un torto, non basta pubbliche di collegamento, i capitali non Lo hedge-funder statunitense non si
chiedergli scusa. sono venuti fuori. Solo l’impresa Pizzarotti mostra preoccupato all’idea che il nuovo
Il Messaggero, principale quotidiano ha fatto sapere di essere interessata a stadio possa ricevere uno stop a tempo
romano (Caltagirone editore), da anni una frazione dell’investimento. indeterminato dall’inchiesta. L’aggiunto
spara ad alzo zero sullo stadio della Roma Quando L’Espresso ha scritto che gli Paolo Ielo ha dichiarato che il club non
e non perché sia più sensibile della media investitori latitavano, già nel 2016, c’entra. Ma Pallotta ha anche detto che
a eventuali, del tutto ipotetici, input della Parnasi aveva protestato informalmente, potrebbe vendere in caso di ritardi.
proprietà quanto perché, obiettivamente, con cortesia. Aveva promesso di spiegare Molti negoziati, e non di calciomercato,
il progetto dello stadio giallorosso è un tutto, che i cantieri sarebbero partiti e che potrebbero saltare. Dopo l’accordo sulla
pasticcio atroce. In modo più eufemistico: Pallotta sarebbe rimasto perché si era sponsorizzazione della maglia, con gli
«È un processo di una complessità innamorato della Roma. Un amore emiri del Qatar erano in discussione
incredibile ma ci sono le premesse per interessato. Lo stadio nuovo sarebbe i naming rights, i redditizi diritti
fare qualcosa di buono per la città», come inito sotto il personale controllo del di battezzare un impianto.
aveva dichiarato lo stesso Parnasi. inanziere di Boston e non sotto l’ombrello Per ora l’unica certezza è che l’intervento
Il progetto originale approvato dal sindaco del club, uno dei tre italiani quotati della Procura è stato un fulmine a ciel
Ignazio Marino e dal suo assessore in Borsa. sereno. Martedì 12 giugno, poche ore
Giovanni Caudo, impegnato al ballottaggio Il presidente giallorosso Pallotta non ha prima del blitz della Procura di Roma, il
come minisindaco della circoscrizione preso bene la notizia dell’arresto di sindaco Raggi aveva twittato: «Lo stadio
Roma III, è stato gradualmente stravolto. Parnasi. La notizia gli è arrivata mentre a Tor di Valle è sempre più vicino». E su
Il primo assessore all’urbanistica della era in Italia. Una vacanza con qualche Facebook: «Vogliamo che il sogno dello
giunta Raggi, Paolo Berdini, ci si è giocato impegno di lavoro, una gita a Bologna, stadio Tor di Valle diventi presto realtà».
una buona quota di impopolarità nel breve un pranzo con Franco Baldini, suo Considerando che di stadio nuovo si parla
intervallo dalla nomina alle dimissioni. consulente, e con Claudio Fenucci, ex dall’arrivo della cordata americana
Anche dopo la corsa al risparmio che ha manager giallorosso passato ai rossoblù (2011), l’avverbio presto andrebbe usato
ridotto di pari passo le cubature e le opere della famiglia italo-canadese Caputo. con prudenza. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 15


Affari gialloverdi INCHIESTA
processo per falso alla Raggi, che dovrebbe cominciare il 21
Per la sindaca ormai giugno, davanti al giudice monocratico. La procura di Roma
ha rinviato a giudizio il sindaco lo scorso settembre, con l’ac-
è una Via Crucis. cusa di aver dichiarato il falso ai dirigenti dell’anticorruzione:
dopo che l’Anac di Rafaele Cantone aveva segnalato - di
fronte alla promozione di Renato Marra, fratello di Rafaele,
E il 21 giugno inizia a capo del Dipartimento del Turismo - il rischio evidente di
un conlitto di interessi, Virginia per proteggere il suo consi-
anche il processo gliere spiegò che era stata lei, e non Rafaele, a decidere in
piena autonomia lo scatto di stipendio (e di carriera) del
congiunto Renato.
penale per falso Una balla sesquipedale, smentita dalle conversazioni tro-
vate dai pm di Roma nella chat su Telegram tra Raggi e Mar-
quotazioni di Lanzalone salgono alle stelle. L’avvocato ra: «Rafaele, questa cosa dello stipendio mi mette in diicol-
prestato alla causa dei Cinque Stelle non solo viene pro- tà, me lo dovevi dire», scrisse la prima cittadina, che aveva
mosso numero uno della multiutility dell’acqua e dell’energia, letto sui giornali dettagli sull’aumento del salario di Renato di
ma diventa consigliere privilegiato della Raggi per questioni cui era del tutto ignara. Se la bugia sia o meno reato, lo deci-
di ogni ordine e grado. Dall’Atac all’Ama, dalle nomine inter- deranno i giudici. Ma se Virginia fosse condannata in primo
ne alle strategie sulle società controllate. Vicinissimo all’as- grado, con il rito immediato, la sua giunta rischierebbe dav-
sessore al Bilancio Gianni Lemmetti (la coppia aveva lavorato vero di saltare. Secondo il Codice di comportamento dei
insieme a Livorno realizzando con successo il concordato Cinque Stelle Virginia si dovrebbe dimettere all’istante. «Se
preventivo per salvare l’azienda locale dei riiuti), Lanzalone non lo facesse», ha spiegato lo stesso Fraccaro, che è anche
coltiva rapporti sempre più stretti con Bonafede (è il primo a componente del collegio dei probiviri «alla Raggi e alla sua
portarlo alla corte di Grillo e Casaleggio nel 2016, quando giunta sarebbe tolto il simbolo del Movimento».
chiede al toscano di trasformarsi in cacciatore di teste e tro- Chissà se ora Beppe Grillo si è pentito. Ripensando quan-
vare manager per la disastrata azienda dei riiuti), con Stefano do, all’indomani degli arresti del consigliere Marra, decise
Bufagni, il “Luca Lotti” del movimento, e soprattutto con Di di pubblicare sul suo blog un post nel quale dava il benser-
Maio, tanto da essere indicato da qualche giornale come vito deinitivo alla sindaca che aveva lavorato nello studio di
possibile successore di Claudio Costamagna alla Cassa Depo- Cesare Previti. Il comico lesse il testo accorato a tutti i capi
siti e Prestiti. del Movimento, ma alla ine Davide Casaleggio gli consigliò
«Chi ha sbagliato pagherà», ripete come un mantra la Rag- vivamente di soprassedere. E di pazientare: «Vedrai, la com-
gi, come se non fosse stata lei a consegnare a Lanzalone le missariamo con gli uomini migliori, si riprenderà», gli dis-
chiavi dell’Acea e dei dossier più sensibili del Comune. Impas- sero. Un mese dopo Lanzalone faceva il suo ingresso trion-
sibile di fronte alle condizioni della città (dalle buche ai bus fale come salvatore della Patria. Q
che prendono fuoco, dalla monnezza
alla cura del verde, dagli appalti non Il sindaco di Roma Virginia Raggi
assegnati alle promesse, ininite, non
mantenute, la risposta di Virginia è
sempre la stessa: «È colpa delle giunte
precedenti, vedrete i risultati tra un
po’»), l’inchiesta sullo stadio è altra
stazione della Via Crucis personale
della sindaca. Un’onta e un paradosso,
per chi non voleva le Olimpiadi perché
temeva la corruzione dei «vecchi po-
tentati che vogliamo sconiggere», ma
l’inchiesta sullo stadio forse non sarà la
tappa inale della sua parabola: assai
diicile che la sindaca decida di dimet-
tersi, e improbabile che la spingano al
grande passo i vertici del Movimento,
Foto: A. Casasoli - A3, A. Serrano’ - Agf

appena arrivati al governo del Paese e


consapevoli che un rovescio in Campi-
doglio rischia di essere per il partito un
colpo durissimo, esiziale.
C’è un altro appuntamento, però, che
alla Casaleggio Associati hanno segna-
to in rosso sul calendario: l’inizio del

L’Espresso 17 giugno 2018 17


INCHIESTA Affari gialloverdi

Dai Matteo, rendi


di GIOVANNI TIZIAN e STEFANO VERGINE

C
accia al tesoro sparito della Lega ai tempi
della Terza Repubblica. E ai inanziatori segre-
ti del Carroccio. Che ine hanno fatto i milioni
di euro pubblici frutto della trufa sui rimborsi
elettorali firmata da Umberto Bossi? E che
ruolo ha l’associazione “Più voci”? Sono le do-
mande da cui siamo partiti in questi mesi per
ricostruire i lussi inanziari della galassia leghi-
sta post Bossi e Maroni, per capire dove sono
initi i 48 milioni messi sotto sequestro dai magistrati (che però
ne hanno trovati solo 3) dopo gli scandali orchestrati dal vecchio
tesoriere Francesco Belsito. Con la sentenza di primo grado del
tribunale di Genova è stata riconosciuta la trufa ai danni dello
Stato realizzata da Belsito, Bossi e altri uomini del partito di
quell’epoca. Ma i giudici hanno anche stabilito che quei soldi
devono essere restituiti. Matteo Salvini non perde occasione per
sottolineare come le casse della Lega siano vuote. La stessa cosa
si legge sui bilanci uiciali del partito. E allora come sopravvive
la Lega? Come paga le sue campagne elettorali?
A partire dall’inchiesta “Salvinidanaio” (2 ottobre 2017), L’E-
spresso ha cercato di ricostruire i lussi inanziari che hanno
attraversato le tre diverse gestioni della Lega: Bossi, Maroni e
Salvini. Quest’ultimo ha sempre sostenuto che di quei 48 milio-
ni non ha mai visto uno spicciolo. I report interni del Carroccio
però smentiscono il ministro dell’Interno e segretario del parti-
to. E dimostrano l’esistenza di un ilo diretto tra la trufa archi-
tettata dalla coppia Belsito-Bossi e i suoi successori. Tra la ine
del 2011 e il 2014, infatti, prima Maroni e poi Salvini hanno in- ha incassato 12,9 milioni di euro. Rimborsi relativi a elezioni
cassato e usato i rimborsi elettorali frutto del reato commesso comprese tra il 2008 e il 2010, quando a capo del partito c’era
dal loro predecessore. E lo hanno fatto quando ormai era chiaro Bossi e a gestire la cassa era Belsito. Insomma, proprio i denari
a tutti che quei denari rischiavano di essere sequestrati. A ine frutto della trufa ai danni dello Stato. Quando Salvini subentra
2013, cioè al termine del mandato di segretario, Bobo Maroni a Maroni poco cambia. Il nuovo segretario incassa 820 mila
euro per le elezioni regionali del 2010. Perché allora sostiene che
Dopo le inchieste quei soldi non li ha mai visti?
È proprio seguendo i soldi, analizzando documenti bancari e
contabili del partito, che sono emersi altri due dati rilevanti: un
dell’Espresso, portafoglio di titoli inanziari di cui è titolare il partito di Salvini
e un’associazione culturale, la “Più voci”, usata dopo la condan-
na per trufa per incamerare contributi volontari da imprendi-
la procura di Genova tori amici. Un’inchiesta giornalistica che ha dato il titolo a una
delle copertine dedicate dal nostro settimanale al tesoro scom-
chiede alla Lega parso della Lega. “I Conti segreti di Salvini” (1° aprile 2018)
svelava per la prima volta l’esistenza di un patrimonio inanzia-
rio del Carroccio fatto di buoni del tesoro italiano e obbligazio-
i 48 milioni rubati ni societarie. Oltre alla liquidità, quindi, il partito poteva conta-

18 17 giugno 2018 L’Espresso


quei soldi In senso orario: il palazzo di Più voci; il suo citofono; l’ingresso
allo studio dei commercialisti della Lega; l’entrata dell’edificio;
la targhetta dell’ufficio; il tesoriere leghista Giulio Centemero
della nuova Lega sovranista, sulla quale si sono intanto accesi i
rilettori della procura di Genova e della Guardia di inanza. Le
perquisizioni presso le sedi della Sparkasse, la banca in cui per
un certo periodo il Carroccio ha parcheggiato la sua liquidità,
hanno infatti l’obiettivo di ricostruire lo spostamento del dena-
ro fuori dai conini nazionali. I detective sono alla ricerca di in-
vestimenti passati per il Lussemburgo. Sono convinti che il
materiale sequestrato darà loro molte risposte. Perché è anche
da quei conti che è transitato il denaro poi improvvisamente
sparito. Un passaggio che già nel 2015 L’Espresso raccontava in
un’altra inchiesta dal titolo “Caccia al tesoro padano”. L’indagine
della magistratura è ancora a carico di ignoti, e l’ipotesi di ope-
razioni di riciclaggio efettuate tramite Sparkasse è solo uno dei
iloni. L’attività principale riguarda infatti la ricerca del denaro
da sequestrare, così come ordinato dal tribunale dopo la senten-
za di condanna per trufa.
Di certo la Lega non è riuscita a chiarire ino in fondo il ruolo
dell’associazione “Più voci”. L’Espresso aveva rivelato, nell’in-
chiesta sui “Conti segreti di Salvini”, che questa organizzazione
fondata nell’autunno 2015 aveva ricevuto parecchi inanziamen-
ti privati. A tenere le redini dell’associazione sono tre commer-
cialisti lombardi che Salvini ha voluto al suo ianco nel nuovo
partito: Giulio Centemero, tesoriere, assistito dai colleghi Al-
berto Di Rubba e Andrea Manzoni. La “Più Voci” inora non ha
pubblicizzato alcuna attività politica o sociale, ma ha ricevuto
parecchi boniici. Soldi - 313 mila euro in pochi mesi, da ine
2015 a metà 2016 - che entrano, fanno una sosta e poi ripartono
re su un sostanzioso tesoretto. Investito parzialmente in titoli per altri lidi. O meglio, verso altri conti intestati a società della
vietati per un partito politico, dato che la legge permette di galassia leghista: aziende in cui i commercialisti preferiti da
scommettere denaro solo su titoli di Stato della zona euro. Nel Salvini hanno incarichi di rilievo, come Radio Padania e la Mc
dicembre del 2013, quando Maroni è ancora il segretario fede- Srl, l’impresa che edita il quotidiano online Il Populista, nuovo
rale, la Lega è titolare di titoli per 11,2 milioni di euro. Due terzi strumento della propaganda salviniana in rete.
della somma equivalgono a buoni del tesoro italiani, mentre il Come avevamo raccontato, sul conto della “Più Voci” sono
resto sono obbligazioni societarie. E ci sono anche 380 mila arrivati in particolare due boniici per un totale di 250 mila euro
euro investiti in un derivato, basato sull’andamento del Ftse Mib, dalla Immobiliare Pentapigna di Luca Parnasi. Già, proprio
il principale indice azionario della Borsa di Milano. Insomma l’uomo che dovrebbe costruire il nuovo stadio della Roma e che
una Lega che, a dispetto della legge e delle dichiarazioni uicia- è appena inito in carcere per corruzione nell’inchiesta che ri-
li contro la inanza speculativa, ha scelto di rischiare parecchio schia di travolgere il Campidoglio a Cinquestelle. «Lo conosco
con i soldi dei rimborsi elettorali. Con l’arrivo di Salvini la stra- personalmente come una persona perbene», ha dichiarato Sal-
Foto: Cortesia Lecconotizie.com

tegia non cambia. Nello speciico, il neo ministro ha puntato 1,2 vini dopo l’arresto riferendosi al costruttore. Il ministro ha però
milioni su Mediobanca, Arcelor Mittal e Gas Natural. Ma c’è un dimenticato di ricordare dei 250 mila euro versati da Parnasi
fatto ulteriore che emerge dallo studio dei saldi bancari: da di- all’associazione gestita dai commercialisti della Lega. D’altra
cembre del 2013 al maggio del 2014 il patrimonio è crollato, parte l’immobiliarista romano non è stato il solo benefattore.
passando da 14,2 milioni a 6,6 milioni. In che modo sono stati L’Espresso ha documentato come anche Esselunga abbia
spesi così rapidamente tutti quei soldi resta uno dei misteri donato 40 mila euro. Ora è l’indagine della procura di Roma,

L’Espresso 17 giugno 2018 19


INCHIESTA Affari gialloverdi
con l’arresto di Parnasi, che permette
di compiere un passo avanti. L’im-
prenditore, intercettato, si mostra agita-
to dopo aver ricevuto le nostre telefonate
in cui gli chiedevamo conto di quei boni-
Telecom, strani appalti
Affidamenti diretti. Documenti mancanti. Restrizione della concorrenza.
ici alla “Più voci”. Decide di non rispon-
Mentre pare scongiurata la guerra con i sindacati per i tagli annunciati (previsto
dere alle nostre domande, così come ha
il contratto di solidarietà per quasi 30 mila dipendenti oltre a circa 5 mila
fatto Salvini, ma conida a un suo colla-
prepensionamenti), Telecom si trova a dover affrontare un altro problemino. A
boratore che quei soldi servivano per i-
farlo emergere è stata l’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone,
nanziare la campagna elettorale di Stefa-
che ha passato al vaglio gli appalti per banda larga e ultralarga, le infrastrutture
no Parisi (candidato per il centro destra,
che permettono di navigare velocemente su Internet. Opere che il gruppo
Lega inclusa) a sindaco di Milano del
controllato dal francese Vincent Bolloré ha afidato ad altre aziende, come
2016. Se fosse vero, questo smentirebbe
da prassi, violando però i «principi di imparzialità, parità di trattamento e
la versione del tesoriere Centemero, che
trasparenza». Invece di fare gare aperte a tutte le imprese potenzialmente
al nostro giornale aveva spiegato: «I fon-
interessate. Telecom ha infatti preferito pescare tra i suoi storici partner. Sielte,
di raccolti non sono stati trasferiti al
Sirti, Valtellina e Alpitel: queste le aziende che si sono aggiudicate più appalti.
partito o utilizzati in attività di carattere
La scelta dell’ex monopolista telefonico «ha sensibilmente ristretto il mercato»,
politico, come per esempio le campagne
ha riassunto l’Anac argomentando così la tesi: «L’albo fornitori di Telecom al
elettorali».
momento dell’espletamento delle procedure negoziate includeva solo 26
Di sicuro, una volta saputo della nostra
operatori qualiicati», mentre le aziende potenzialmente idonee a svolgere quei
inchiesta, il gruppo Parnasi si mette al
lavori «erano quasi 600». Risultato? Gli appalti, suddivisi in 28 lotti, sono stati
lavoro per trovare una giustiicazione al
afidati in tutto a sole 11 imprese. Una limitazione alla concorrenza emersa
inanziamento. Tramite il suo commer-
in maniera evidente in Calabria e Campania, dove «il numero degli offerenti è
cialista, l’immobiliarista contatta Andrea
risultato pari a quello dei lotti in gara», con la conseguenza che «ciascuno dei
Manzoni, il contabile fedele a Salvini. Gli
partecipanti si è aggiudicato un lotto». Come dire: la torta è stata spartita
vuole chiedere di «fare una cosa retroat-
in casa e in parti uguali, senza scontentare nessuno. È questa in sostanza
tiva». E poi aggiunge: «Te lo avevo detto
la conclusione della delibera irmata da Cantone a ine marzo, ben prima
che era una rogna», riferendosi alle nostre
dell’instaurazione del governo Lega-M5S.
domande. Ma è il passaggio successivo
I contratti initi sotto la lente dell’Anticorruzione riguardano sette regioni, quasi
che rende l’idea di quanto scompiglio
tutte del Mezzogiorno: Calabria, Campania, Sicilia, Veneto, Basilicata, Lazio e
avesse creato la nostra richiesta. Parnasi
Molise. La posa della ibra ottica in queste zone è stata realizzata sfruttando
infatti propone a un suo collaboratore di
denaro pubblico: quasi 230 milioni di euro messi a disposizione dall’Unione
«creare una giustiicazione contabile re-
europea attraverso i fondi Fesr. L’Anac non ha il potere di multare Telecom (né le
trodatata grazie alla quale sostenere che
aziende a cui questa ha afidato i lavori) per un’eventuale violazione delle norme
l’erogazione sia avvenuta a favore di Radio
sulla tutela della concorrenza e del mercato. Questo compito spetta all’Antitrust. E
Padania». Ma perché tanta preoccupa-
infatti, tra i destinatari della delibera, oltre alla stessa Telecom e al ministero dello
zione? In ogni caso quando Parnasi capi-
Sviluppo economico c’è proprio l’Autorità diretta da Giovanni Pitruzzella. S.V.
sce che non c’è nulla da fare e che lo scoop
dell’Espresso verrà pubblicato si arrende:
«Pazienza, ma sotto un certo aspetto è
positivo perché tutti sapranno che siamo vicini alla Lega che farà tesoro padano”. Una traccia del metodo usato dai leghisti per
il governo». Tesi sostenuta anche da Luigi Bisignani. Il faccen- blindare il patrimonio milionario l’abbiamo raccontata nell’ul-
diere evergreen prima chiede all’amico quanti sono gli impren- tima inchiesta di copertina, “L’Europa ofshore che piace a Sal-
ditori che hanno versato soldi all’associazione leghista “Più vini” (3 giugno 2018). Scavando negli afari del trio di commer-
Voci”. «Una decina», risponde Parnasi: dunque molti di più ri- cialisti Centemero-Di Rubba-Manzoni, L’Espresso ha scoperto
spetto ai due scoperti dal nostro giornale. Poi Bisignani dice una ragnatela di piccole imprese di cui è impossibile conoscere
all’amico che «non serve rispondere ai giornalisti ma cavalcare il proprietario, perché a controllarle è una iduciaria che porta
la cosa», perché in fondo è amico di tutti quelli che contano visto lontano, ino in Lussemburgo. I cassieri della Lega hanno rispo-
che «ha inanziato la Lega e il M5S». Che l’uomo incaricato di sto alle nostre domande sostenendo che queste società nulla
costruire lo stadio della Roma abbia inanziato anche i grillini è hanno a che fare con il partito. Questioni private, insomma.
tutto da provare. Di certo l’intercettazione rivela un inedito Gestite però da professionisti con ruoli pubblici in Parlamento.
spaccato sul nuovo potere. Ma anche sul vecchio: nella stessa Di certo è curioso notare come i commercialisti scelti da Salvini
conversazione i due sostengono che a sinistra «non possono abbiano legami con il Lussemburgo, paradiso iscale europeo
dirgli nulla» sul inanziamento alla Lega, perché «anche quelli guidato per anni dal guardiano dei vincoli di bilancio, il presi-
conoscono la sua società Pentapigna». dente della Commissione Jean-Claude Juncker. E ancora più
Se l’inchiesta della procura di Roma conferma l’esistenza di curioso è rilevare che proprio nel Granducato la procura di
canali alternativi usati dalla Lega per inanziarsi, evitando così Genova ha appena inviato una rogatoria per indagare sui lussi
il possibile sequestro dei soldi, resta aperto il capitolo “vecchio inanziari partiti dall’Italia e macchiati dalla trufa di Bossi. Q

20 17 giugno 2018 L’Espresso


MICHELE SERRA SATIRA PREVENTIVA

superabile dai gommoni-aerostato

CONTRO I BARCONI,
fatti in casa e dai gommoni-sommer-
gibile (ricavati da vecchi scaldabagno)
già disponibili nei porti libici. Ma inal-
mente una frontiera ben visibile divi-

IL MURO GONFIABILE derebbe il mare in Acque Pure, quelle


settentrionali, e Acque Impure, quelle
africane. Ogni cento metri un pirulino
estraibile permette di tenere la strut-
tura gonia al punto giusto. Decine di
Nuove idee per fermare i flussi: erigere migliaia di volontari polacchi, unghe-
resi, ceki e austriaci si sono oferti di
barriere galleggianti, mettere il senso goniare a bocca la struttura galleg-
giante, indossando il tipico costume da
unico in mare, far bollire il Mediterraneo bagno patriottico, con la stella marina
e la svastica che si confondono in un
Che fare del Mediterraneo? Ormai le, imboccano imperterriti il Mediter- giocoso trompe-l’oeil. Controindica-
da millenni questo mare si è rivelato il raneo in senso contrario, da Sud a zioni: la presenza documentata, nel
vero punto debole dell’Europa. Perché Nord, mettendo a repentaglio la sicu- Mediterraneo, dei pesci sega.
se da un lato ha consentito agli europei rezza propria e altrui. A favore: l’as-
di invadere, sottomettere e depredare, sunzione di un milione e mezzo di Riscaldamento Chi oserebbe mai at-
come loro diritto, l’Africa e il Vicino vigili del mare (uno per miglio qua- traversare un mare in ebollizione? Un
Oriente, dall’altro ha consentito ai drato) incaricati di multare i contrav- gruppo di scienziati leghisti, raccolti
popoli non europei di venire qui a di- ventori, darebbe molto beneicio all’e- nell’Associazione Ossimoro, propone
sturbarci con le loro assurde paccotti- conomia europea. di munire i fondali del Mediterraneo
glie: radioline, braccialettini, pipette, di un sistema di resistenze elettriche
statuine, ciabattine. Per non dire del Il Muro Erigere un muro Ovest-Est, da che, sul modello dei comuni bollitori
iorente spaccio di droghe, che la gio- Gibilterra alla Turchia, dividendo così domestici, porti in pochi minuti l’inte-
ventù europea ormai ingerisce a cuc- il Mediterraneo in due mari ben di- ro bacino a cento gradi, rendendo im-
chiaiate, come il minestrone. Fino a stinti, North Med e South Med. Il possibile la navigazione. Controindi-
che erano siciliani e calabresi, ad arric- progetto è costosissimo, perché ri- cazioni: la navigazione sarebbe impos-
chirsi con la droga, si trattava pur sem- chiede il prosciugamento dell’intero sibile per tutti, anche per Briatore, con
pre della salute della nostra economia. bacino, la costruzione di un muro in grave danno economico; il turismo
Ma come possiamo sopportare che cemento armato in alcuni tratti alto sarebbe in ginocchio, con fuga di mas-
siano i nigeriani e i tunisini a trarre più di un chilometro, il successivo sa dalle coste in cerca di refrigerio; il
profitto dalla decadenza dell’uomo riempimento. Gli animalisti sono pesce bollito è in grande calo presso i
bianco? Preoccupata dalla situazione, contrari, si chiedono dove conservare consumatori convertiti al pesce crudo
l’Unione Europea ha indetto un bando il pesce durante il periodo di svuota- e al sushi; le popolazioni costiere mo-
per la riconversione del Mediterraneo. mento del mare, non si idano delle rirebbero in poche ore; l’intera umani-
Queste le proposte più interessanti. migliaia di pescherie e ristoranti che tà potrebbe scomparire in poche setti-
si sono già fatti avanti per ospitare mane in seguito al surriscaldamento
One Way Sea Istituire in tutto il Me- temporaneamente la fauna ittica. del pianeta. Gli scienziati leghisti han-
diterraneo il senso unico: da Nord a no giudicato strumentali le critiche,
Sud e non viceversa. È una soluzione Il Muro galleggiante Molto meno dettate dal solo scopo di ostacolare il
semplice e molto economica, bastano costoso del muro in cemento armato, governo del cambiamento, e hanno
alcune migliaia di boe con il cartello di si tratterebbe di un lungo budello gon- chiesto ai loro alleati di governo, i gril-
senso vietato rivolto verso l’Africa. Le iabile di circa tremila chilometri, co- lini, di rendersi inalmente utili verii-
Foto: Filippo Milani

controindicazioni: il solito spiritoso munque in grado di tagliare longitudi- cando sul web gli efettivi impatti am-
che si diverte a invertire i cartelli. E i nalmente il Mediterraneo. Una barrie- bientali dell’ebollizione, tra l’altro solo
soliti incivili che, incuranti delle rego- ra soprattutto simbolica, facilmente momentanea, del Mediterraneo. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 23


DENISE PARDO PANTHEON

ne faceva un uso quotidiano, ecco un

ADDIO ALL’INDICE,
Facebook del 15 febbraio «L’Italia è il
Paese con l’indice di natalità più basso
etc etc»). Ma era prima della vittoria
del 4 marzo e Di Maio, più che Fonzie,

ALZATE IL POLLICE è un tipo sveglio come Pollicino.

Gettato alle ortiche il metro dell’indi-


ce (Giovanni Tria ministro dell’Eco-
nomia sarà stato avvertito del nuovo
Non contano i dati economici, corso?) il capo politico del primo par-
tito ha una sua teoria per testare stato
sostiene Di Maio, ma il gradimento e umore del Paese. L’ha esposta alla
Camera dei deputati in diretta tigì.
popolare, che si esprime sulla Rete Testuale: «Sarà il benessere delle per-
sone, saranno le persone a dirci se ab-
Vade retro indice. «Non sarà un go- mutare i criteri per giudicare l’Italia. biamo lavorato bene o no, se sono feli-
verno che dirà di aver fatto bene grazie Che si spremano le meningi, s’inventi- ci oppure no». Aria furbetta e non ha
a qualche indice». Ah no? A Monteci- no qualcos’altro, oppure si girino i voluto aggiungere altro.
torio incassata la iducia e davanti ai pollici, anzi meglio, gli indici.
microfoni della stampa il vicepresi- Sarà una delle sue solite boutade?
dente del Consiglio e ministro al qua- In effetti è il pollice d’Internet alzato L’arcano rimane. E allora come verrà
drato (due dicasteri) Luigi Di Maio si verso l’alto o verso il basso, la vera espresso il giudizio sul governo e sul
dimostra ancora una volta politico misura simbolo semantico del cambia- benessere degli italiani? Ci sarà il solito
dotato di non futile scaltrezza. «Non mento, usato già nell’antica Roma co- referendum on line? Impossibile, non
saranno gli indici a determinare se me rituale per decidere i destini dei tutte le “persone” sono digitalizzate.
questo paese sta bene oppure no». E gladiatori ma anche dal mitico Arthur Forse si organizzeranno delle adunate
allora cosa?, s’interroga qualche me- Fonzarelli detto Fonzie nella gloriosa nelle piazze con il popolo che alza il
schino privo di sprint gialloverde. sitcom anni Ottanta “Happy days”. pollice danzando. Magari sul palco il
All’indice l’indice? Nella nuova politi- gran capo Davide Casaleggio che non è
ca, voto a parte, l’indicatore numero Rappresenta il viatico primario del proprio una pasqua e il ministro della
uno è il pollice (e in casi scostumati consenso a Cinque stelle, senza i ca- Giustizia Alfonso Bonafede balleranno
anche il dito medio). pogiri provocati dai calcoli astrusi da taranta e tarantella omaggiando il Sud
casta e da demoniaci poteri forti del grande elettore del grillismo.
Tira un’aria incerta per istituti come vecchio mondo (per esempio tempo
l’Istat, e molti altri che da anni attra- fa Putin aveva deinito la S&P un «or- Forse si correranno le maratone della
verso gli eretici indici hanno analizza- dine di Washington», poi si è ricredu- felicità e al posto delle parlamentarie
to e spiegato il Paese agli italiani. Sem- to) e senza lo sventolare dell’arrivo ci saranno le sorrisarie e le risatarie.
brano caduti nel cono d’ombra per della Troika, non così nota a tutti, Oppure chissà verrà indetta una gran
opera di un mammasantissima del spesso scambiata per il nome della lotteria della gioia con Casaleggio e il
giovane governo del cambiamento. città omerica con le imbarazzanti premier Conte che estraggono a sorte
Per non parlare di quale potrà mai es- confusioni del caso. cittadini di provata fede pronti a di-
sere il giudizio sulle agenzie di rating chiarare la loro somma goduria.
straniere, le iccanaso S&P (Standard L’indice è un segno minaccioso, iden-
& Poor’s), Moody’s, Fitch Ratings di- tiica anche la scansione dei capitoli di Al rogo gli indici tradizionali, comun-
spensatrici di A e di B, di segni positivi un libro, oggetto che non va per la que. L’astuto annuncio insinua il so-
e negativi, un togli e metti continuo e maggiore nel Movimento. Rappresen- spetto che nessun indice possa giudi-
tutti a strapparsi i capelli per una lette- ta il calcolo di valutazioni incontrolla- care il governo del cambiamento. Al
ra in più o una in meno. I tempi sono bili ed extra piattaforma Casaleggio’s. massimo il pollicione, del popolo na-
cambiati, si adeguino anche loro a Eppure l’attuale Savonarola dell’indice turalmente. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 25


MARCO BELPOLITI UNA FOTOGRAFIA

N
on è l’installazione di un artista dominatori del cielo sono trasformati in men-
contemporaneo, un allestimen- dicanti d’alimenti da scovare tra rimasugli e
to della Biennale di Venezia o di scarti umani. Dappertutto, la plastica. Da
Documenta di Kassel, bensì strumento di civiltà, di cui andare orgogliosi
un’immagine della discarica che - è un notevole prodotto dell’ingegno umano
sorge ad Aceh in Indonesia, - è diventata una minaccia e un grave perico-
sull’estremità settentrionale lo. Secondo i dati a disposizione, solo il 9 per
dell’isola di Sumatra. L’ha scat- cento della plastica prodotta oggi nel mondo
tata il fotografo Fachrul Reza, è riciclata, una piccola parte è eliminata negli
prestigiosa irma del National Geographic. Vi inceneritori - circa il 12 per cento - mentre
si aggirano uccelli alla ricerca di cibo. Gli tutto il resto è nelle discariche della Terra,
eleganti volatili dal capo e dal collo color sparsa su campi, oppure galleggia nelle acque
marrone hanno qualcosa di afascinante, e dei mari. Il fotografo che ha scattato questa
insieme anche di spettrale. Lo stormo bec- immagine ha issato i bellissimi volatili vivi,
chetta infatti avanzi di cibo in mezzo a sac- ma è come se li avesse di colpo uccisi trasfor-
Foto: F. Reza - Barcroft Media

chetti, cordami sintetici, avanzi vegetali, mandoli in oggetti tra altri oggetti: oggetti
deiezione di ogni tipo. Dominano su tutto le vivi in mezzo a oggetti morti. I nostri riiuti
colorazioni dei sacchetti di plastica gettati sono cose morte, scorie del nostro consumo.
alla rinfusa nel mucchio: azzurri, rossi, verdi. Uccidono il Pianeta e le splendide creature
Un’immagine disperante della Natura dove i che lo abitano. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 27


PRIMA PAGINA Uomini e no

foto di ALESSIO ROMENZI


28 17 giugno 2018 L’Espresso
Ribelliamoci
al cinismo
Dicono che opporsi al vento xenofobo non porta
voti. Anzi, fa il gioco di Salvini. Quindi sarebbe
meglio tacere. Invece dobbiamo parlare. Sempre
L’Espresso 17 giugno 2018 29
PRIMA PAGINA Uomini e no

N
on si fa campagna Paese non può avere efetti su di loro, sui
elettorale sulla pelle loro scritti e che la letteratura non si può
delle persone, sulla sporcare con dichiarazioni sul qui e ora.
pelle di 629 persone, Dare a elettori, lettori e telespettatori
sulla pelle di 123 mi- ciò che vogliono signiica da un lato as-
nori non accompa- secondare le loro paure senza provare a
gnati, 11 bambini e 7 spiegare che sono indotte, non sempli-
donne incinte. Non si cemente infondate, ma indotte. Dall’al-
fa campagna elettora- tro signiica sentire l’esigenza di essere
le sulla pelle di chi ha sul mercato in maniera competitiva.
vissuto l’inferno in Esprimere un parere signiica schierarsi
terra e in mare. Non so più quante volte e spesso schierarsi signiica non stare
queste semplici affermazioni di buon dalla parte della maggioranza e se non si
di ROBERTO SAVIANO senso e umanità le ho dette e scritte. E sta dalla parte della maggioranza si per-
non so più quante volte “amici di sini- dono lettori e telespettatori. Si perdono
stra” mi hanno invitato a smettere di persino elettori. E allora la domanda
parlare di migranti, di sbarchi, di acco- (una domanda in fondo semplice) è:
glienza, di lager libici. «Fai il gioco di possibile che per contare qualcosa, per
Salvini», «più ne parli, più la destra xe- essere visti, letti ed eletti bisogna far
nofoba si rafforza». Come fare a non vincere le “regole di mercato” che, oggi
mettere in correlazione chi mi invita al come sempre, presuppongono una forte
silenzio sulle Ong («è per il nostro bene, componente di cinismo che fa bene agli
Robbe’») a chi mi dice che parlare di ascolti e alle vendite ma che consegna il
maie difama il Paese (fa male al made Paese alla completa rovina? Le risposte
in Italy) o crea emulazione? Non so più a questa domanda sono le più fantasiose.
quante persone, “da sinistra”, mi hanno Prendo quella che ricevo più spesso:
invitato in questi anni al silenzio senza «Saviano, cosa hanno fatto i tuoi amici
capire che non erano le mie parole il buonisti? Se siamo in questa situazione
problema - su maie e immigrazione - ma la responsabilità è principalmente loro».
il loro nicchiare, il loro dare, qua e là, Questa afermazione meriterebbe una
implicitamente ragione a chi sostiene di risposta assai articolata. Potrei dire, in-
La sofferenza, la paura,
sentirsi invaso. tanto, che non sono miei amici, che io
la stanchezza, la felicità
Hanno trattato elettori, telespettatori non li considero tali e che loro non con-
di essere vivi: le immagini
e lettori da idioti, hanno dato loro esat- siderano me amico o alleato. Di certo la
di queste pagine sono ritratti
tamente ciò che i loro istinti più bassi si dottrina Minniti ci ha portati esattamen-
di donne e uomini provenienti
aspettavano. Per non parlare dei colleghi te dove siamo. Lo scorso anno Marco
dall’Africa sbarcati in Italia
scrittori, la cui stragrande maggioranza Minniti, al tempo ministro dell’Interno,
negli ultimi tre anni
ha deciso che quello che accade in questo per primo ha minacciato di chiudere i

30 17 giugno 2018 L’Espresso


porti facendo una comunicazione leghi- che ormai non prova nemmeno più a continuamente: «Roberto ma che pro-
sta che ha spianato la strada a Salvini e dissimulare. Lavorare sull’accoglienza e blema tieni? Perché invece di farti il
ha raforzato la convinzione che il M5S renderlo un settore virtuoso, signiica sangue amaro non ti godi la vita?».
già aveva, che sparare sui migranti (spa- afrontare ancora una volta le ingerenze L’Italia sta vivendo la sua ora più buia,
rare in senso metaforico) era la via giusta delle organizzazioni criminali, signiica preda di una destra xenofoba e di un
da seguire. Questi sono gli errori dei miei afrontare organizzazioni che lucrano su partito populista disorganizzato e ormai
“amici buonisti”: sidare i razzisti e gli tutto, che si riciclano in pochissimo fagocitato da pulsioni bassissime, eppure
xenofobi sul loro stesso terreno, propor- tempo, che se non è l’accoglienza è la quando tutto sembra perduto scorgiamo
re false soluzioni senza trattare gli italia- boniica, se non è la boniica è la rico- una luce. Mentre il Pd cerca - a mio avvi-
ni da persone con un cervello e un cuore struzione di aree terremotate, se non è so inutilmente - di mettere assieme pez-
e il resto del mondo, soprattutto quello la ricostruzione delle aree terremotate zi, una opposizione alla barbarie esiste
a sud del Mediterraneo, come feccia da sono le grandi opere. Che facciamo? Ci già. L’opposizione sono Mimmo Lucano
scacciare. Le genti d’oltralpe, invece, condanniamo a morte per non dare oc- e Aboubakar Soumahoro. Andate da loro
secondo la politica italiana, sono nordi- casioni alle maie? Abdichiamo a fare il non per mettervi una stelletta sul bavero
ci senza cuore. L’Italia sarebbe circonda- nostro dovere per quieto vivere? Per non da mostrare a Roma. Andate da loro per
ta: al sud da barbari che premono per dare fastidio alle maie? restarci. Andate e imparate cosa signiica
invadere, al nord da alleati distratti che Io sono l’esempio vivente di cosa signi- fare politica, cosa signiica amare la po-
ci lascerebbero in balia degli invasori. ichi essere del sud e occuparsi di sud: litica. Loro sono un iume in piena in cui
signiica dare fastidio, signiica farsi dire conluire, non rivoli da cooptare. Q

Il iume in cui conluire


In mezzo, un Paese che sta morendo. Un
Paese che ha necessità di nuovi cittadini
Impariamo da Mimmo Lucano,
e ne ha bisogno come l’aria, come il san-
gue. Sullo sfondo una politica, di destra il sindaco di Riace, in Calabria.
e di sinistra, che non ha solo smesso di
afrontare le side che la politica deve O da Aboubakar Soumahoro,
accettare, risolvere e vincere, ma una
politica che prova per il sud uno schifo il sindacalista dei braccianti
L’Espresso 17 giugno 2018 31
PRIMA PAGINA Uomini e no

La paura
e la vergogna
di WLODEK GOLDKORN

L
e parole sono: paura e vergogna. Della ver- delle menti e dei porti. Partiamo da una rilessione quasi margi-
gogna «dell’Europa più che di Salvini» ha nale, in apparenza fatta a caso, di Zygmunt Bauman. Era l’anno
parlato Liliana Segre, senatrice, custode della 2007, un anno prima dell’inizio della grande crisi, di quell’even-
memoria e guardiana di un linguaggio che in to che da una decade ormai rende insicuri non solo i nostri ri-
queste settimane, anzi in questi ultimi anni, sparmi e posti di lavoro, ma che ha messo in questione la stessa
molti di noi - a destra come a sinistra - abbiamo parola avvenire. Bauman stava scrivendo uno dei suoi numero-
cercato di rimuovere, dimenticare, gettare si libri, intitolato “L’arte della vita”. E tra le altre cose ragionava
nell’oblio. Dare il nome alle cose, sembra un sui casi delle persone, nella storia europea, per le quali (parole
esercizio da persone ingenue, nel migliore dei sue) «il senso della vergogna era più forte della paura della mor-
casi, o da proittatori e agenti di chissà quali te». Intendeva coloro che mettevano a rischio la propria vita,
oscure potenze che usano masse di ignari e pur di salvare le vite degli ebrei durante la Seconda guerra mon-
manovrabili derelitti (quasi tutti privi di nome) che invadono diale, ma anche degli eroi delle lotte per la libertà e la dignità
le nostre coste, violano il nostro territorio, calpestano il nostro umana di quei Paesi (Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Russia)
bagnasciuga, abusano della nostra generosità. che oggi sono all’avanguardia nel calpestare ogni concetto della
E allora, cerchiamo di dare davvero i nomi alle cose. Senza dignità umana; e a cui come a un faro guardano certe forze po-
perifrasi. Su una questione il ministro dell’Interno ha ragione: litiche italiane. Diceva il sociologo e ilosofo polacco, esule in
la crisi dei migranti, la gestione dei lussi degli esseri umani che Inghilterra: per queste persone il senso della vergogna era più
dall’Africa e dalle altre parti del mondo tentano di arrivare nel forte della paura della morte. Erano eroi? Forse, ma prima di
nostro Continente è un afare europeo. Peccato che lui, come tutto erano uomini e donne che nell’altro, in colui che sofre, che
i suoi amici Orbán, Kaczynski e la banda di Visegrad, all’Euro- viene umiliato e privato di ogni diritto, perino del diritto alla
pa hanno già detto da tempo addio; e la costruzione di un de- vita, vedevano un fratello, una sorella, un altro io. E per para-
stino e un futuro comune l’hanno abbandonata per optare a frasare Hannah Arendt: la banalità del male è l’assenza dell’em-
favore di una retorica nazionalista, spesso etnocentrica, sovra- patia. O forse quella cosa che due sopravvissuti alla Shoah, la
nista. Le vittorie (provvisorie come tutte le vittorie) di quella senatrice Segre, appunto e il comandante in seconda della rivol-
gente portano in serbo altri conlitti e potenziali guerre. ta nel ghetto di Varsavia, Marek Edelman, hanno chiamato
Ma torniamo alla vergogna e alla paura. Partendo da una ri- “indiferenza”. L’indiferenza, spesso, equivale alla condanna a
lessione di un intellettuale cosmopolita, vittima (più volte) e morte. Parlando dell’Europa e muovendo oggi accuse (giuste)
avversario (per scelta) di ogni nazionalismo, di ogni chiusura all’Europa conviene ricordarselo.
C’è una parola di cui abbiamo fatto
abuso (anche noi di sinistra) e che per le
Nella narrazione della destra destre, per tutti gli imprenditori della
paura è un termine chiave, un lemma che
negare l’empatia con gli altri è deve incutere terrore. La parola è “clan-
destino”. Ma che cosa è un clandestino?
La risposta è semplice: è un essere umano
diventato un valore. E la sinistra sprovvisto di documenti che gli permet-
tono di spostarsi, più o meno liberamen-
ha ceduto a questa visione te, nel mondo. Il cittadino di uno dei

32 17 giugno 2018 L’Espresso


Paesi benestanti, munito di regolare passaporto ha tutti i dirit- dito più che le lotte sindacali. Lotte che peraltro, nella nostra
ti e tutti i mezzi di trasporto a sua disposizione. Il clandestino, stanca Europa sono sempre più rare, perché con la delocaliz-
invece no. Il clandestino per spostarsi deve rischiare la vita. zazione delle imprese e quindi la separazione tra capitale ap-
Quando diciamo “clandestino” diciamo anche, quella persona punto e il territorio anche la sinistra è più uno stato d’animo
ha meno diritto a vivere di noi; e non perché ha commesso che espressione di classe e di interessi sociali.
delitti, ma perché è nata in un posto sbagliato. Di clandestinità In questo contesto, per tornare ad altri scritti di Bauman, il
è morto Walter Benjamin, quando si suicidò alla frontiera tra migrante, lo straniero, colui o colei che fugge dalle guerre, dal-
Spagna e Francia; aveva paura di essere consegnato ai tedeschi, le carestie, dalla fame, è il messaggero della cattiva notizia.
perché sprovvisto di validi documenti. Facile oggi versare una L’immigrato, il clandestino è come uno specchio: vi vediamo la
lacrima, ricordando quell’uomo e il suo Angelo della Storia che nostra mancanza di sicurezza; la nostra radicale siducia in un
con le ali spiegate e sospinto dal vento contempla le macerie del avvenire migliore per noi e per i nostri igli, la precarietà della
mondo. Ma, siamo onesti: chi pensa che è giusto perseguitare nostra esistenza e del nostro status sociale. La sinistra, una
i clandestini, come Benjamin e come lo era Arendt, farebbe volta era la portatrice e l’agente del futuro: democrazia, pro-
bene ad astenersi dalla partecipazione alla Giornata della Me- gresso, benessere, libertà erano concetti legati indissolubilmen-
moria il 27 gennaio, anniversario della liberazione di Auschwi- te l’uno all’altro. La sinistra era ottimismo e quindi volontà di
tz (e sia chiaro: parliamo per assonanze e non per analogie; lottare. Solidarietà era uno strumento utile perché la vita, ne
comune tra le due situazioni è l’indiferenza, non il meccanismo eravamo certi, sarebbe stata migliore, nell’avvenire, appunto.
della morte). Oggi abbiamo paura. E la paura favorisce la destra; perché
la destra è nostalgia del passato; chiusura; mancanza di
Nello specchio del clandestino immaginazione. E la sinistra, va detto, alla paura ha ceduto.
Si può discutere su dove sia stato raggiunto il punto del non
La parola clandestino, ci riporta alla paura e anche alla resa ritorno, in Italia come altrove in Europa. Forse, non andava
della sinistra di fronte alla narrazione xenofoba e di destra. abbandonato il progetto di estendere la cittadinanza italiana
Facciamoci una domanda: di che cosa abbiamo paura, quando a chi qui ha studiato e qui è cresciuto; forse, anziché cercare
parliamo degli immigrati? Fermo restando - occorre ripeterlo di limitare i lussi migratori trattando coi libici, andava fatto
- che non è né giusto né possibile che un solo Paese afronti uno sforzo in più per coinvolgere l’Unione europea nella
un fenomeno di portata epocale, perché proviamo paura gestione del fenomeno. In ogni caso le sinistre, qui nel Vec-
quando parliamo degli immigrati e degli stranieri? La risposta chio Continente hanno ceduto alla narrazione delle destre.
non è diicile. Viviamo nei tempi del divorzio tra politica e Hanno detto, tutto sommato: noi faremo meglio delle destre
potere. E anche tra capitale e territorio. Ecco, i politici non ciò che le destre promettono ma non sono in grado di fare.
sono in grado di governare, possono solo fare delle promesse E anche: lo faremo con un po’ più umanità (e non è poco).
sapendo di non poterle mantenere, perché le decisioni riguar- E allora, forse occorre cambiare registro; emanciparsi
danti la nostra vita e la nostra sovranità sono prese altrove. Il dall’egemonia culturale e linguistica della destra. Per esem-
volto del potere, all’epoca della globalizzazione, è anonimo pio, tornare a pensare che non siamo individui soli e isolati,
come forse non lo era mai stato nella storia dell’umanità. Per che il futuro è un’impresa collettiva, immaginata da un in-
carità, nessun grande vecchio né cospirazioni; ma per fare un sieme di persone e forze sociali che non hanno paura. E ogni
esempio banale, un fondo pensionistico delle vedove dei pom- tanto ammettere: proviamo vergogna, senza paura di senti-
pieri di qualche parte del Canada può inluire sul nostro red- mentalismo. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 33


Chi vince
con la legge
del più forte
di FABRIZIO GATTI
Uomini e no PRIMA PAGINA

I
l problema per il presidente del Marina e della Guardia costiera impe- aveva scoperto di avere un tumore alle
Consiglio, Giuseppe Conte, è gnati nell’operazione umanitaria Mare vie linfatiche. Con il marito, che aveva
che la realtà è più complessa del nostrum: «Maia e scaisti ringraziano regolarmente chiesto asilo, stava rag-
contratto firmato da Lega e 5 per l’aiuto lo Stato italiano, l’unico che giungendo la sorella in Francia perché si
Stelle. Come si fa ad afrontare usa l’Esercito per farsi invadere». Allo- prendesse cura del suo piccolo Israel una
la ripresa delle partenze dei ra la pagina pubblica di Salvini aveva volta nato. Qualunque mamma, sapen-
gommoni e il rimpatrio degli 89.131 like: oggi sono due milioni 525 do di dover morire, raggiungerebbe la
immigrati irregolari senza av- mila 432. parente più vicina. La burocrazia euro-
viare relazioni con i Paesi d’ori- pea però è più feroce delle metastasi.
gine? Il programma gialloverde
non lo dice: nelle sue cinquan-
ll doppio volto di Parigi Esclusa la possibilità di un ricongiungi-
mento familiare, il 9 febbraio Destiny, 33
totto pagine la parola “Africa” nemmeno Il leader della Lega non ha fatto nulla di anni, la moglie Beauty, 31, e il suo pan-
esiste. E poiché Conte non prende ini- nuovo: paradossalmente, proprio lui che cione al settimo mese si sono incammi-
ziativa, è il ministro dell’Interno, Matteo intende scardinare i vincoli dell’Unione nati al Colle della Scala lungo il percorso
Salvini, a dettare la linea. I risultati si europea ha allineato l’Italia ad altri go- tracciato da migliaia di piedi nella neve.
vedono già: dall’incidente diplomatico verni europei. Francia, Austria e Unghe- Raccontano che la mamma stesse molto
con la Tunisia («Paese che esporta gale- ria in prima ila. La decisione di Matteo male. Ogni volta che si sedeva sinita, il
otti», ha detto il ministro leghista), allo Salvini di impedire l’attracco alla nave tumore le toglieva il iato. Arrivati in
scontro frontale con la Francia. La nave Aquarius con il suo carico di 629 rifugia- Francia, nella notte la gendarmeria ha
Aquarius dell’organizzazione non go- ti raccolti in mare non è diversa nella fermato lei e il marito. Non li hanno
vernativa “Sos Méditerranée”, bloccata sostanza da quella del presidente Ma- accompagnati all’ospedale più vicino: li
per giorni dal Viminale in alto mare, era cron (e dei suoi predecessori) di chiude- hanno riportati a Bardonecchia e scari-
il pretesto atteso per inaugurare la nuo- re a tutti i richiedenti asilo la frontiera di cati al freddo. Beauty è stata ricoverata
va fase lungo la rotta centrale del Medi- Ventimiglia. Oppure di respingerli in a Torino in gravi condizioni. Non ne è
terraneo. Una fase di caos e violazione pieno inverno lungo il valico a monte di più uscita. Negli stessi giorni la polizia
premeditata del diritto internazionale. Bardonecchia in Piemonte. Soltanto tre francese ha denunciato Benoît Ducos,
Non ci si può sorprendere. Il 21 apri- mesi fa, a ine marzo, una mamma nige- guida alpina, per aver soccorso un’altra
le 2014 su Facebook il futuro ministro riana è morta dopo il parto all’ospedale emigrante incinta e per averla caricata
dell’Interno insulta così i militari della Sant’Anna di Torino. Sbarcata in Italia sulla sua auto.
«Italia cinica e irresponsabile», ha
commentato il presidente Macron. Ma
Il governo realizza il programma il braccio di ferro di Salvini non è nem-
meno più freddo dell’accordo con la
del capo leghista. E in questo Libia del suo predecessore, Marco
Minniti: l’intesa irmata il 2 febbraio
2017 ha ridotto dell’83 per cento le
lo aiutano gli egoismi nazionali partenze dal primo gennaio a oggi,
senza però curarsi della sorte di
degli altri paesi europei decine di migliaia di persone bloc-

L’Espresso 17 giugno 2018 35


PRIMA PAGINA Uomini e no

cate nei centri di detenzione e nei rotta ordinato da Salvini. Dal 2013, con to è scarno perino nella forma: soltanto
covi dei traicanti libici. l’inizio di Mare nostrum, esisteva una 287 parole, 2001 caratteri titolo com-
consuetudine tra Roma e Malta: da allo- preso, appena l’1,5 per cento sul totale
Alzare la voce paga ra l’Italia si faceva carico dei profughi,
lasciando alla Valletta le eventuali emer-
di 18.175 parole e 126.961 caratteri.
L’isolamento internazionale dentro
Il presidente della Commissione euro- genze mediche. Una scelta ragionevole, cui si sta inilando l’Italia non riduce la
pea, Jean-Claude Junker, come si dice nei visto che nell’isola-Stato su una super- spesa prevista nel 2018 dal Documento
corridoi, ha mediato ainché il premier icie più piccola di Brindisi vivono 445 di economia e inanza al capitolo “Mi-
spagnolo Pedro Sánchez accogliesse la mila persone e la concentrazione di ri- granti”: tra i 4,6 e i 5 miliardi, a fronte
nave della Ong “Sos Méditerranée”: solo fugiati ino al 2012 era di 21 richiedenti di un contributo dell’Unione Europea
quando è arrivato un ministro populista asilo ogni mille abitanti (il doppio dell’I- di appena 80 milioni. Parte dei costi è
a Roma Bruxelles ha capito che l’Europa talia: 10,4 ogni mille abitanti, conside- comunque coperta con i versamenti
non può scaricare sull’Italia tutti i dove- rando il totale delle 624 mila persone per il rilascio e il rinnovo dei permessi
ri e gli oneri dell’accoglienza. Avessero sbarcate tra il 2014 e il 2017). C’è anche di soggiorno. I cinque milioni di stra-
risposto prima, oggi forse non avremmo un corollario pratico: come L’Espresso nieri regolarmente residenti in Italia
un governo di estrema destra. Con que- ha potuto verificare, dall’11 ottobre pagano infatti tra i 126 e i 273,50 euro
sta scelta però Bruxelles non ha impe- 2013 le forze armate maltesi conservano a persona, in base alla durata del docu-
dito la violazione della legge di cui il le foto di nave Libra, il famoso pattuglia- mento.
governo italiano va iero: quindici feriti tore della Marina militare italiana, men- Tunisia, Eritrea, Sudan, Nigeria, Co-
con gravi ustioni sulla pelle, sette donne tre si allontana da un peschereccio in sta d’Avorio, Mali, Guinea, Pakistan,
incinte, undici bambini, 123 minori non emergenza poi afondato dopo cinque Algeria sono i primi Stati di provenien-
accompagnati lasciati per giorni e notti ore di inutile attesa. Una strage: 268 si- za degli immigrati sbarcati nel 2018:
all’addiaccio in alto mare sul ponte riani annegati, tra cui sessanta bambini. l’attività diplomatica del ministero degli
dell’Aquarius, ino alle 21 di martedì 12 Sarà una coincidenza. Ma da quel gior- Esteri dovrebbe cominciare da qui. Ma
giugno quando la nave è potuta riparti- no non c’erano stati più screzi tra Roma anche in questo capitolo, nel vuoto di
re per altri quattro giorni di viaggio e Valletta. iniziativa del premier Conte e del mini-
verso il porto spagnolo di Valencia. stro Moavero, la linea del governo la
Il contratto vuoto traccia Salvini: «Alla Nato chiediamo
Il ruolo di Malta Le pagine del programma di governo
un’alleanza difensiva... L’Italia non è
attaccata da est ma da sud. Il problema
Il ministro dell’Interno ha preferito Lega-5 Stelle dedicano un corposo ca- non è l’invasione dei carri armati dalla
prendersela con la piccola Malta, accu- pitolo agli obiettivi del ministro dell’In- Russia: proviene dalla Libia e dalla Tu-
sandola di non voler fare la sua parte. terno (942 parole, 6.582 caratteri, 5,1 nisia», dichiara pochi giorni fa in vista
Eppure il governo della Valletta non per cento sul totale del testo). Ma non del G7 in Canada. Basterà dare nuovi
doveva accogliere l’Aquarius perché prevedono che il ministro degli Esteri, ordini alle unità militari ora impegnate
non si trattava di una sua operazione. Il Enzo Moavero Milanesi, sviluppi rela- nelle operazioni di soccorso: le premes-
trasporto dei naufraghi verso la Sicilia zioni con i Paesi d’origine degli emigran- se di un pericoloso blocco armato da-
era infatti autorizzato e coordinato dal- ti, anche solo per siglare i necessari ac- vanti alle coste africane sono già eviden-
la centrale operativa di Roma della cordi di rimpatrio tanto sbandierati da ti. Il baratro dentro cui la Lega ci vuole
Guardia costiera. Fino al cambio di Salvini. Il punto “10. Esteri” del contrat- trascinare. Q

36 17 giugno 2018 L’Espresso


Precari e schiavi, sinistra di domani
di GIOVANNI TIZIAN
Lavorano dall’alba al tramonto, “da sole a sole”. Senza schiavi organizzare numerose assemblee, portando fuori dalle
africani - quelli che il ministro dell’Interno chiama “clandestini” - tendopoli-ghetto le persone. «Riunioni con 500 persone, in cui
crollerebbe un intero comparto industriale. È su di loro, il primo si parlano cinque lingue, italiano, francese, inglese, bambara,
anello della iliera, che l’agroindustria scarica i costi della crisi e asanti. Abbiamo anche chiesto alla prefettura di istituire un
della tirannia della grande distribuzione organizzata. Aboubakar tavolo permanente contro lo sfruttamento, al primo incontro -
Soumahoro, 38 anni, sindacalista dell’Usb, laureato in prima dell’uccisione del nostro compagno - c’eravamo solo
Sociologia a Napoli, ne è convinto. Aboubakar, del resto, prima di noi. Assenti le aziende, i sindaci, gli assessori regionali. Una
diventare avanguardia del movimento sindacale, è passato dal situazione drammatica, dalla quale si esce solo collettivamente.
girone infernale dello schiavismo moderno. Umiliato sì, mai però L’esempio di Giuseppe Di Vittorio è lì a ricordarcelo».
prostrato ai piedi dei padroni italiani che lo ingaggiavano di volta
in volta. Se chiedete a Soumahoro che cosa sogna, lui risponde L’illegalità, secondo Soumahoro, è iglia di una legge dello Stato
con tono garbato ma deciso: «Giustizia sociale, dare voce targata Lega-ex fascisti: la Bossi-Fini. «Va abrogata, per liberare
ai lavoratori invisibili, agli ultimi, quelli schiavizzati dalla dalla schiavitù e dal ricatto i lavoratori stranieri». Un tema caro
globalizzazione». Da sfruttato a sindacalista al ianco di altri alla sinistra, ma a quella pre-Pd: dificile oggi trovare differenze
sfruttati della piana di Gioia Tauro, in Calabria. Un’area ricca tra centrodestra e centrosinistra, dice il sindacalista. «Le loro
di agrumi, che arrivano sulle nostre tavole. Gioia, Rosarno, politiche poggiano sulla medesima ilosoia di lavoro
San Ferdinando, Rizziconi. In un raggio di appena 18 chilometri precarizzato. I rider delle consegne a domicilio guadagnano
troviamo l’epicentro della schiavitù moderna. Non da oggi, ben quanto un bracciante della piana di Gioia Tauro. E anche
prima che si accendessero i rilettori il 2 giugno scorso dopo l’approccio al tema dei migranti è simile: gli accordi con la Libia
l’omicidio del bracciante e sindacalista del Mali Soumayla ne sono la prova». Soumahoro immagina un grande blocco
Sacko. In quanti ricordano la rivolta del gennaio 2010? La sociale. Unito da un comune denominatore, lo sfruttamento, le
scintilla fu l’ennesima vessazione subita da due africani di paghe da fame. «Bracciante e rider sono accomunati da salari
ritorno dai campi, bersaglio di giovani in cerca di fama criminale vergognosi. Per questo è necessario immaginare un percorso
che li hanno colpiti con pistole ad aria compressa. comune, di una nuova classe operaia, ricomponendo il quadro
parcellizzato di chi lavora senza diritti».
Aboubakar combatte in questa trincea, dove il profumo della Il 23 giugno a Reggio Calabria Soumahoro e il suo sindacato
zagara si confonde a quello della povertà delle tendopoli organizzeranno una manifestazione per ricordare Soumayla
e delle baracche dei braccianti africani. La piana dalle mille Sacko. Non ci saranno solo braccianti. Ma anche le categorie più
contraddizioni. Teatro di aspre lotte contadine e di una lacerate dal precariato e dallo sfruttamento. In testa al corteo ci
’ndrangheta vorace. A resistere un tempo c’erano i comunisti saranno i parenti di Socko, che hanno chiesto ad Aboubakar di
guidati da Peppino Lavorato e Giuseppe Valarioti, dirigenti del Pci proseguire la battaglia nel nome del compagno ucciso nel giorno
locale. Valarioti verrà ucciso nel giugno del 1980. Peppino della festa della Repubblica italiana. Q
Lavorato molto tempo dopo diventerà sindaco di Rosarno. Oggi
c’è Aboubakar Soumahoro. «Nella piana abbiamo uno sportello
dedicato ai lavoratori, italiani e stranieri», racconta all’Espresso,
«li informiamo sui diritti sociali e sindacali. Il progetto va avanti
da tempo e ha fatto emergere i loro bisogni reali. Questo è il
territorio che ha eletto il ministro dell’Interno Matteo Salvini,
leader di un partito, la Lega, che discriminava gli emigrati
calabresi. Oggi il ministro può riscattarsi da quella vergogna,
prendendo atto delle condizioni disumane di cui è ostaggio la
manodopera, su cui si basa la più importante economia della
regione». Soumahoro passa le sue giornate tra gli operai agricoli:
«Li sindacalizziamo attraverso la rivendicazione di uguale lavoro
uguale salario. Nella piana di Gioia Tauro, in piena stagione
agrumicola, tra italiani e stranieri si raggiungono 4-5 mila unità.
Chi è fortunato arriva a una paga di 100 euro al mese, dall’alba
al tramonto per 2 euro l’ora. C’è persino chi riceve al posto del
salario olio o pacchi di pasta. Il contratto di categoria, invece,
prevede sei ore mezzo di lavoro, con straordinario per ogni ora
in più». Così Aboubakar e i suoi compagni hanno iniziato a Il sindacalista dei braccianti Aboubakar Soumahoro

L’Espresso 17 giugno 2018 37


PRIMA PAGINA Uomini e no

Noi, in questa
prigione
chiamata Libia
di FRANCESCA MANNOCCHI

H
o studiato per diventare infermiere, aiuta- diario tragico dei suoi anni con la Mezza luna libica. «Ho visto
re le persone, ora sono povero tra i poveri, corpi di bambini annegati, intere famiglie riportate indietro dalle
non ho soldi neppure per aiutare mio padre, onde dopo che i gommoni erano afondati. Lo Stato non ci paga-
anziano». Khaled mette una mano in tasca, va e non ci paga lo stipendio, però ci mette a disposizione i sacchi
estrae il portafogli, lo apre per mostrare che per i cadaveri, quello sì» dice, indicando la fotograia del corpo di
è vuoto. Non una banconota, non una mo- un bambino, che avrà avuto non più di sette, otto anni e poi la
neta. «Negli ultimi quattro anni lo stato mi fotograia di una donna, sotto un albero con il corpo sepolto per
ha pagato 5000 dinari, che al cambio ui- metà «l’hanno sicuramente abbandonata lì a morire, forse si è
ciale sono 4000 euro, ma al cambio al mer- sentita male, forse l’hanno stuprata. Spesso troviamo corpi di
cato nero a malapena ottocento. Siamo donne abbandonati in mezzo alle piante, nei punti che i traican-
dipendenti statali, invece passiamo mesi ad ti usano per radunare le persone lungo le coste. Le donne sole
aspettare stipendi che non arrivano». pagano il prezzo più alto qui».
Khaled ha ventotto anni, è nato a Surman, nella parte occiden- Passa in rassegna decine di immagini, Khaled, istantanee di
tale della Libia, zona che è stata per anni snodo nevralgico del storia recente della Libia. Si ferma sulle immagini del giugno del
traico di uomini, controllata dalle maie locali. Appena termi- 2016 a Zuara, cinquanta chilometri dal conine tunisino, allora
nati gli studi ha deciso di dedicarsi alle vittime del traico di uo- i corpi sulla spiaggia, alcuni in disfacimento da tempo, erano
mini, recuperando i migranti dopo i naufragi dei gommoni, ha 117. «Uno dei giorni più tristi della mia vita», dice. Poi si ferma,
raccolto cadaveri sulle spiagge e riempito decine di sacchi neri con sospirando sull’unica immagine apparentemente serena, due
corpi senza identità. Mostra le fotograie degli ultimi anni, il ragazzi che si abbracciano sorridendo, all’interno di un’auto.
Hanno gli occhiali da sole, sembrano
felici. Spensierati.
Malati gravi. Perseguitati politici. Uno è Khaled «l’altro è il mio amico
Husen, pochi mesi fa ha scoperto di esse-
Vittime di guerra. Per salvarsi re malato, ha un cancro e qui non può
curarsi. Abbiamo chiesto un visto, Husen
ha bisogno che i medici valutino la sua
la vita devono scappare. E la loro condizione, ha bisogno di raggiungere
l’Europa per curarsi. Ci hanno negato il
unica speranza sono i gommoni visto. Siamo nati col passaporto sbaglia-

38 17 giugno 2018 L’Espresso


to», Khaled esita, come chi sta per ammettere una verità faticosa, L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid
come chi sta per infrangere un tabù, poi conclude «senza un visto, Ra’ad Al Hussein ha lanciato un grido di allarme sulle violazioni
senza la possibilità di arrivare in Europa legalmente non ci resta nei centri di detenzione libici, sottolineando che, anziché sotto-
che contattare i traicanti, è paradossale, perché noi combattiamo porre a controllo e rigide regole i membri delle milizie, i governi
ogni giorno contro la corruzione e il malafare della Libia, è il libici hanno sempre più fatto aidamento sui loro mezzi e uomi-
dramma di cui ho testimoniato le conseguenze per anni: il con- ni, delegando la funzione di garantire sicurezza, fornendo loro
trollo dei traicanti sulla vita dei libici. Un’ombra nera che ci mezzi, salari, attrezzature e uniformi. In una parola: legittimità.
mangia. Eppure oggi mi sento messo all’angolo, non ho scelta. In pratica le milizie armate spesso coinvolte in traici illeciti
Sette anni dopo la rivoluzione, questa è la sola prospettiva per un tra cui il contrabbando di carburante, i rapimenti, il traico di
giovane libico che vuole lasciare il paese: rischiare di morire an- uomini e la gestione arbitraria e criminale delle prigioni, anziché
negato nel Mediterraneo, mettersi in mano ai traicanti». essere ostacolate dal potere politico, sono state cooptate, diven-
Dall’inizio del 2018 i libici arrivati in Italia via mare sono 260. tando parte di quelle istituzioni che avrebbero dovuto combat-
Molte famiglie, bambini. Lo scorso 10 marzo la nave della Ong terle. Così il loro potere è cresciuto, senza controllo «sono di
spagnola Proactiva Open Arms ha soccorso un gommone con tre fatto liberi da una supervisione governativa», si legge ancora
fratelli. Una fuga disperata per portare uno di loro, il più piccolo nelle 42 pagine del rapporto Onu.
di quattordici anni, in Europa e dargli la possibilità di curarsi, si «I migranti sono torturati e i libici, semplicemente scompaio-
chiama Allah, e ha la leucemia. «Avevano duecento litri di benzi- no», dice Massoud Ali, cinquant’anni, guardando il mare «a
na sul gommone e si sono messi in mare per avere la possibilità Bengasi puoi uscire di casa al mattino senza che nessuno sappia
di curarsi - ha detto Oscar Camps, direttore della Ong - veri eroi». più nulla di te. Poi dopo una settimana o un mese trovano il tuo
Il 10 aprile scorso lo Human Rights Oice delle Nazioni Unite ha corpo nascosto dietro un cassonetto, e magari nel frattempo la
pubblicato un report sull’attuale situazione in Libia, denunciando tua famiglia ha venduto tutto quello che aveva per pagare un
che i gruppi armati nel paese detengono ancora migliaia di per- riscatto. Noi a Bengasi siamo stati gli uomini della rivoluzione,
sone arbitrariamente (nel solo centro di detenzione sulla strada oggi la città è in mano ai banditi, le nostre case sono state bru-
dell’aeroporto di Mitiga ci sono 2600 persone) sottoponendole a ciate dagli uomini di Haftar. Noi siamo la prova che non esiste
torture e costanti violazioni e abusi. alcun tentativo di stabilità in questo paese, il processo democra-
Tra queste milizie anche quelle ailiate al governo riconosciu- tico è una farsa». Massoud Ali a Bengasi era un insegnante uni-
to dalla comunità internazionale. Alleato con i governi europei. versitario, ha perso un fratello, rapito e ucciso da bande crimi-
«Le vittime hanno poco o nessun ricorso a rimedi giudiziari», si nali, la casa e il lavoro. È scappato perché «se gli uomini di
legge, «mentre i membri dei gruppi armati godono di impunità». Haftar decidono di farti sparire, lo fanno», dice: «Io sono un

L’Espresso 17 giugno 2018 39


PRIMA PAGINA Uomini e no
Che cosa
oppositore del generale, perché per me rappresenta il ritor-
no al passato, tutto ciò contro cui ho combattuto: il ritorno
del regime. Ma lui ha la scusa buona per i titoli dei giornali, dice
che i suoi oppositori sono terroristi islamici. Guardami, ti sem-
bro un terrorista? Non lo sono. Sono un cittadino libico che
lotta ainché nel suo paese non torni una dittatura militare». La
famiglia di Massoud Ali è una delle 25 mila famiglie scappate da
Bengasi. Oggi Massoud, sua moglie e i suoi igli vivono in quel-
lo che era un villaggio turistico sul mare di Misurata, una zona
residenziale che un tempo ospitava la villeggiatura delle famiglie
rischia
benestanti dell’area, ma dal prossimo mese il governo Sarraj non
pagherà più l’aitto degli alloggi e tutti si ritroveranno di nuovo
in strada, senza un posto dove stare.
«Vivo in una Libia che non riconosco più, questo non è più il
chi accoglie
mio paese. Mi sveglio guardo il mare e mi chiedo cosa ne sarà
della mia vita e di quella dei miei igli, mi sento illegale a casa
mia. A noi i visti sono negati, non possiamo muoverci di qui: di FRANCESCA SIRONI
l’unica soluzione sembra essere un gommone, e provare ad
arrivare in Europa». Accanto a Massoud c’è Ali Haadani, a
C’è la politica che grida, e quella che risponde. La
Bengasi aveva un’azienda agricola, e Mohammed Ennace, che
politica che insulta, minaccia. E quella che prova a
aveva un’azienda edile e dieci dipendenti, e Omar Ali un inge-
risolvere, che accoglie, che ha a cuore la coesione
gnere elettronico: «eravamo la classe media del paese, oggi non
sociale. Oggi in Italia sono ospitati circa 170 mila
abbiamo che una busta di plastica con un mucchio di abiti, richiedenti asilo. Vivono in strutture temporanee,
tanto ci resta del nostro passato», dice Omar, «a Bengasi non coordinate dalle prefetture, o in centri ordinari che
possiamo tornare, qui ci fanno vivere come miserabili, la sola rientrano nel sistema Sprar dei Comuni.
possibilità che ci resta sono i traicanti». Per entrambi i rami, il ruolo del ministero dell’Interno
Pochi giorni dopo la pubblicazione del report delle Nazioni è centrale. Ma con un titolare del ministero sempre più
Unite, nei boschi vicino Surman sono stati ritrovati i corpi dei demagogico nelle scelte che prende e sostiene, senza
tre igli di Riyad Al Shershary, un uomo d’afari. I bambini era- opposizioni nel resto del governo, l’infrastruttura
no stati rapiti dalle milizie criminali locali in pieno giorno, nel dell’accoglienza si trova ora sbalzata su una nuova
dicembre del 2015. Una raica di spari ad un semaforo, l’autista frontiera. «Lo avvertiamo. Il discorso d’odio è più facile.
del veicolo ferito alle braccia e i tre bambini portati via da sei Chi era contro i progetti si sente autorizzato a parlare più
uomini incappucciati, sulla strada principale della città, di forte», rilette Matteo Vairo, operatore in una cascina
fronte agli occhi dei passanti. della rete di Don Gallo che si trova in provincia di
La famiglia ha pagato riscatti per anni, nella speranza di ria- Alessandria, dove abitano 18 profughi: «Con il Comune
vere i bambini. Speranza vana. Le milizie, comprese quelle af- abbiamo un rapporto ottimo, i ragazzi fanno spesso i
iliate al governo, usano i rapimenti contro gli oppositori poli- volontari, organizziamo eventi. Gesti ostili non ne
tici, come vendette personali, non solo a scopo estorsivo. abbiamo mai vissuti. Ma siamo preoccupati». In provincia
È il caso delle forze Al Firqa 17, sotto il ministero dell’Interno di Brescia sono già accaduti anche i gesti, invece:
di Tripoli, che hanno rapito un uomo, l’hanno torturato con molotov contro un albergo che avrebbe dovuto ospitare
bruciature di sigarette, pugni e percosse e rilasciato dopo tre dei migranti; attacchi istituzionali a chi si occupa di
giorni solo dietro il pagamento di un riscatto, perché aveva integrazione. «Il periodo elettorale è stato dificilissimo.
denunciato la corruzione dei funzionari del ministero. Sono stato invitato ad alcuni dibattiti: quando mostravo
Il 16 febbraio sulle spiagge di Zuwara sono stati ritrovati la busta paga, spiegavo come lavoriamo, esponendo
dieci corpi, otto dei quali di cittadini libici. Alcuni dei so- numeri e conti in modo trasparente, non volevano
ascoltare. Ci urlavano “ladri” e basta. Alcune tv hanno
pravvissuti a quel naufragio hanno raccontato che sulla
trasmesso attacchi contro i profughi ogni settimana. Loro
barca afondata ci fossero altri ottanta libici. Probabilmente
sentivano quello. Alla ine abbiamo preferito rimanere
morti. Ayoub Qasim, portavoce della marina libica si è af-
sottotono», racconta Carlo Cominelli, responsabile di
frettato a smentire. K-Pax, una cooperativa che si occupa di rifugiati nell’alta
Diicile sapere quanti fossero, quello che è certo è che una Lombardia, con risultati d’inclusione eccellenti:
delle vittime si chiamava Abdul Bari, era un giovane di Tripo- «Assurdamente, le cose stavano cominciando ad andare
li, voleva arrivare in Europa per un vita migliore, voleva fug- meglio, ultimamente: riusciamo a dare più prospettive
gire dalle paure dei rapimenti e delle torture di cui il governo di occupazione, su impieghi da panettieri, tornitori, o in
libico è consapevole, voleva un visto. Ma gliel’hanno negato, fonderia. E i controlli voluti dall’ex ministro Minniti nei
così un giorno ha contattato un traicante e ha provato a centri straordinari stavano portando, almeno qui nel
scappare via mare. Bresciano, alla chiusura delle strutture improvvisate,
Aveva una vita sola e voleva viverla altrove, queste le sue ul- migliorando gli standard. Ora, invece, siamo di nuovo in
time parole, scritte al computer, prima di morire afogato. Q

40 17 giugno 2018 L’Espresso


attesa». Liviana Marelli rappresenta il coordinamento Aumentare il rischio di faglie, e conlitti. Nel contratto di
nazionale delle comunità per minori, italiani e stranieri. governo alla voce “immigrazione” sono dedicate tre pagine
«La nostra paura», racconta: «è che venga distrutta la parte in cui si insiste soltanto sui rimpatri, sui controlli, sulla
eccellente di quanto abbiamo costruito a fatica in qui. creazione di hub regionali in cui si avverte l’ombra dei
Ovvero il modello dell’accoglienza diffusa, in piccoli numeri, vecchi Centri d’espulsione, sul togliere “i servizi ai privati”
da cui provare a impostare legami di vicinanza. Che aiutano e alzare frontiere. «Mentre dovremmo ricominciare a parlare
tutti ad andare oltre gli stereotipi. Temiamo si torni ai grossi d’integrazione, e non solo di sbarchi», rilette Mohammed
centri, che creano più conlitti e dolore, solo per avere un Saady, referente nazionale sui migranti della Cisl. «È il
maggiore controllo. Le strutture disoneste, quelle del momento di farci sentire», gli fa eco da Scicli, in Sicilia,
“business”, vanno semplicemente chiuse, non cavalcate, Giovanna Scifo, mentre corre da appuntamento all’altro
come sta accadendo». È nell’abbandono, nelle ipocrisie sui nell’hub per minori di cui è coordinatrice, un progetto della
lussi, nelle incertezze burocratiche, nelle strutture aperte chiesa Valdese intitolato “Mediterranean Hope”, speranza
di corsa per un’emergenza che non è più tale, spiegano, mediterranea, una speranza sempre più sotto attacco: «Noi
che nasce il degrado. Mentre a dare forza a chi si occupa almeno abbiamo la federazione valdese, che sostiene
seriamente d’accoglienza sono quelle buone pratiche. l’attività sia economicamente - contiamo solo sull’8 per
La verità dell’esperienza, sul territorio, dove i legami sono mille, per portare avanti il centro - sia socialmente e sul
possibili, anche in segno spesso opposto rispetto alla piano politico nazionale. Ma la sinistra invece dov’è?
paura macinata dai leader. «Ciò che interessa ai prefetti Io ho 57 anni, sono di sinistra, sono qui per l’urgenza
come ai sindaci, di destra o di sinistra, ai cittadini come alle dell’impegno etico e morale che mi muove nei confronti del
forze sociali, a tutti, è in fondo solo che le cose funzionino. prossimo. Chi ci rappresenta?». Il 20 giugno, ricorda, sarà la
Ma funzionano soltanto quando i servizi ci sono, e vengono festa del rifugiato. In questo clima istituzionale di conlitto,
gestiti bene», aggiunge Oliviero Forti della Caritas: «Penso di crisi umane e diplomatiche come quanto accaduto
a un esempio: in provincia di Benevento supportiamo una all’Aquarius, «bisognerebbe ritrovare l’impegno sociale. Su
rete di Comuni che grazie ai richiedenti asilo può tenere Facebook siamo sommersi d’odio anche noi. A Scicli tutti
aperte le scuole, fermando lo spopolamento, dando lavoro sanno che lavoriamo per il bene». Tiziana Bianchini, che
ai residenti, trattenendo i giovani. Non dico sia semplice, o ogni sera cerca di sottrarre vittime di tratta dalla schiavitù
ovunque ugualmente positivo il risultato, ma c’è un intero sessuale, con Coop lotta, a Sesto San Giovanni, è convinta
paese che sa cosa signiica integrazione». Che non lo dice della stessa necessità: «Bisogna raccontare la realtà.
forse abbastanza. Attaccare queste esperienze signiica Le esperienze positive come le dificoltà. Non solo le
allora non solo non risolvere un problema. Ma crearne. polemiche ideologiche. Noi che seguiamo le persone fra
medici, avvocati, norme, quotidianità, non
sempre possiamo dedicarci come
Ecco come il nuovo corso servirebbe al lavoro culturale, che è invece
necessario». Per dare una risposta all’odio
politico mette in pericolo che parta dalla verità possibile
dell’accoglienza. Che affronti le riforme
necessarie in Italia, e in Europa, nella
le esperienze di integrazione gestione dei lussi, delle destinazioni,
dei servizi, partendo però dalla realtà.
che funzionano E non dagli slogan. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 41


PRIMA PAGINA Uomini e no

Quei sovranisti
così amici
e così nemici
di COLIN CROUCH

D
avvero è una strana solidarietà quel- anza anti-liberale. Trump chiede il ritorno della Russia
la dell’«internazionale xenofoba». I al G8, ma ha anche detto che i rapporti tra Russia e Stati
populisti della destra italiana e i loro Uniti sono oggi «peggiori di quanto siano mai stati». Lo
amici ungheresi - ad esempio - hanno stesso Trump ha poi elogiato la Brexit perché vuole il
interessi totalmente opposti. I primi crollo dell’Unione europea, ma non esclude il Regno
insistono perché l’Unione europea Unito dalla sua guerra commerciale contro l’Europa e il
imponga ai paesi dell’Europa centrale resto del mondo.
l’obbligo di aiutare Italia e Grecia con Intanto gli inglesi pro-Brexit vedono nuovi amici “eu-
i profughi che arrivano sulle loro coste. roscettici” nell’Italia dei populisti nazionalisti. Ma tra i
L’uomo forte di Budapest, Viktor Or- primi atti del governo Conte c’è stato uno smarcamento
bán, ha invece ottenuto un ampio con- dalle posizioni anti-Russia dell’Ue e della Nato. E si trat-
senso proprio sul riiuto di tale obbligo. Sono avversari ta di posizioni molto importanti per il governo britanni-
tra loro, dunque. Eppure sembrano ottimi amici. Orbán co dopo l’incidente Skripal, l’ex spia russa attaccata con
ha aiutato la campagna elettorale della Lega e si sentono gas nervino in una città inglese.
tutti come parte dello stesso movimento, quello della È una cosa strana, dunque, questo movimento interna-
destra neonazionalista. zionale della destra xenofoba. Ha un progetto condiviso
Un’amicizia molto simile è quella tra Donald Trump e e potente, ma visto che l’oggetto di questo progetto è di
Vladimir Putin. Tutti e due fanno parte della nuova alle- opporsi alla cooperazione tra nazioni (e alle organizza-
zioni che rappresentano questa coo-
perazione e ai protagonisti della co-
La Lega, Le Pen, Orbán e Trump: operazione) non vogliono fare grandi
cose insieme. La loro solidarietà si
è l’internazionale xenofoba. Ma radica nella reciproca ostilità. Quan-
do Marine Le Pen festeggia il «ritor-
no del patriottismo» in Gran Breta-
hanno interessi opposti tra loro. E gna, in Austria, in Ungheria e in Ita-
lia, ciò non vuol dire che questi paesi
ci porteranno al “si salvi chi può” possono lavorare insieme su un pro-

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getto comune ma al contrario che devono separarsi anche nuova identità nazionalista con cui ricompattare i loro
di più l’uno dall’altro, costruendo barriere. La cosa che Le popoli .
Pen chiama «ritorno del patriottismo» non promette un Da Trump ino ai governi polacchi e ungheresi, gli xeno-
mondo amichevole, ma un grande «si salvi chi può». fobi devono gran parte del solo successo proprio all’estre-
mismo islamico. Saranno nemici dei terroristi, quindi, ma
Con l’aiuto del Califfo e di Al Qaeda appunto con interessi condivisi.
E l’alleanza “malgrado se stessa” tra la destra occidenta-
Se gli xenofobi occidentali sono tra loro “amici con interes- le e quella islamica include anche qualcos’altro. Gli islami-
si ostili”, per contrasto sono anche “nemici con interessi sti hanno annunciato un attacco ai valori e alle istituzioni
condivisi” rispetto ai terroristi islamici. Ogni volta che una occidentali. Senza capire che cosa stanno facendo, i nostri
bomba islamista esplode o un camion travolge una folla in xenofobi li aiutano in questo compito. In molti paesi la
una città occidentale, i partiti della destra xenofoba guada- destra attacca i valori di tolleranza, le istituzioni costitu-
gnano voti. E lo stesso quando le guerre provocate dai ter- zionali, l’idea dello Stato sotto la legge. I danesi - normal-
roristi in Nord Africa e Medio Oriente producono onde di mente tra i più multiculturali e generosi nel mondo - han-
profughi in Europa. Prendete, ad esempio, il partito Alter- no deciso che non possono tollerare che un piccolo nume-
native für Deutschland: originariamente aveva una sola ro di donne islamiche portino lo hijab. Un crollo del valore
caratteristica politica (contro l’euro che «ha ferito l’econo- della tolleranza. I protagonisti della Brexit hanno attacca-
mia tedesca») e così prendeva pochi voti. Dopo un paio di to il ruolo della Corte Suprema, perché ha detto che il
attacchi terroristi in Germania, Afd è diventato anti-isla- Parlamento avrebbe dovuto giocare un ruolo nelle decisio-
mico ed è cresciuto ino a essere oggi il terzo partito del ni sull’uscita dell’Unione. La Lega e il M5S hanno minac-
paese. Allo stesso modo in Italia la paura e l’odio verso gli ciato i poteri del Presidente della Repubblica. In Ungheria
immigrati hanno aiutato la Lega a trasformarsi da un pic- e in Polonia i governi intervengono sul potere giudiziario
colo partito separatista a una forza politica nazionalista, in nome della “democrazia illiberale”. Le reazioni del po-
triplicando i propri consensi. Anche in Inghilterra i prota- polo europeo e di quello americano alla minaccia terrori-
gonisti della Brexit hanno usato con molto successo la stica stanno portando al potere partiti e gruppi, che diven-
paura dell’islamismo come un argomento contro l’Unione gono “bombe suicide” contro le nostre proprie istituzioni.
europea. E nei paesi ex comunisti dell’Europa centrale, la Stanno facendo, insomma, il lavoro dei terroristi.
classe politica ha trovato nella “paura per gli immigrati” una Per la destra estrema questo attacco alle istituzioni è

L’Espresso 17 giugno 2018 43


PRIMA PAGINA Uomini e no
Ora Salvini
un’occasione perfetta. Per decenni le istituzioni costi-
tuzionali nei paesi occidentali sono state preparate per
attacchi “da sinistra”, particolarmente dai comunisti. Oggi
è molto diverso. Ci sono conservatori del centrodestra,
come Angela Merkel, che sono protagonisti del costituzio-
nalismo; ma in molti paesi - per esempio l’Italia - è il cen-
trosinistra, a presentarsi come il difensore principale del
costituzionalismo.
Questo non deve sorprenderci. I democratici proteggo-
no le regole della legge e della costituzione. Quando i pri-
piace
vilegiati hanno paura della minaccia potenziale delle
masse e quando le masse hanno paura del potere dei privi-
legiati, c’è la possibilità di un compromesso sociale: quasi
tutti preferiscono la regola della legge che una lotta aperta
all’eurocrate
e incerta. Ma oggi sta cambiando il quadro. Una massa
arrabbiata e di sinistra non c’è più, nella società postindu- colloquio con Manfred Weber
striale. C’è invece una massa di estrema destra arrabbiata di Federica Bianchi
contro profughi e altri stranieri. E la destra dei privilegiati
può rimettere in discussione il fatto di aver bisogno delle
Al sesto piano del suo uficio di Strasburgo,
istituzioni per mantenere la pace sociale.
Manfred Weber - il quarantaseienne tedesco a capo
del primo gruppo del parlamento europeo, il Partito
Il loro modello si chiama Vladimir popolare - si mostra sorridente e di buon umore. Fino
a poche settimane fa temeva che il nuovo governo
Questo ripensamento si vede principalmente tra i neocon-
italiano desse seguito alle tante dichiarazioni pre-
servatori, particolarmente i più estremi, che oggi sono
elettorali contro l’Europa e (soprattutto) contro la sua
molto inluenti alla Casa Bianca. Credono di poter vince-
moneta unica. Adesso invece vede con soddisfazione
re ogni conlitto, sia commerciale sia militare; e pensano
che tutta l’attenzione politica di Roma
dunque di non aver bisogno di alleanze, di organizzazioni
è concentrata sulla questione migranti, sulla quale
internazionali, di trattati, di regole, perché questi impon-
il leader del centrodestra Ue dice di essere del tutto
gono obblighi e una conformità alle regole. Tutte cose che
d’accordo con Salvini e la Lega. «Il vero pericolo per la
impediscono l’uso del potere degli Stati Uniti: «Le guerre
tenuta dell’Unione non è più l’euro ma l’immigrazione
commerciali sono buone perché si vincono», ha dichiara-
illegale. Che deve essere risolta al massimo entro
to Trump.
l’autunno», spiega all’Espresso Weber, senza
Il comunismo non c’è più; il socialismo democratico è
nascondere la sua approvazione per come il ministro
debole; i sindacati sono in declino; e molti appartenenti a
dell’Interno italiano sta gestendo i nuovi sbarchi: «Mi
quel che sopravvive della classe operaia si sentono vicini
piace il fatto che con la sua dura decisione
alle politiche degli xenofobi. Un paio di vittorie in più e la
sull’Aquarius Salvini abbia fatto chiaramente capire
destra non avrà bisogno delle istituzioni e delle regole che
che l’Italia non ne può più, che ha raggiunto il colmo.
restringono l’uso del potere. L’uomo forte, fuori dai con-
Un dato positivo. Sono pienamente d’accordo con lui.
trolli istituzionali, può arrivare sulla scena. La Russia di
E lo ero anche con i muri eretti in Bulgaria e in
Putin è già a questo punto. E non a caso quasi tutti i mo-
Spagna. Finché ci saranno conini aperti per i migranti
vimenti xenofobi sviluppano rapporti particolari con il
illegali questi continueranno ad arrivare.
regime russo. Da Trump all’ala più estrema pro Brexit, dal
Dobbiamo fermare il fattore di attrazione che
Fronte nazionale francese al duo Lega-M5S, dagli ex na-
li spinge a tentare l’approdo in Europa
zisti al governo in Austria alla destra dell’Europa orienta-
e investire sempre di più nel controllo dei conini
le: tutti tifano per quella autarchia plutocratica. Natural-
e nei rimpatri».
mente, “nel nome del popolo”. E anche questo è un altro
Respingimenti e muri, insomma. Al di là di ogni
aspetto paradossale dell’internazionale xenofoba. Q
obiezione morale, è un’operazione più facile a dirsi
che a farsi...
«Sono critico nei confronti della
Hanno in comune il nazionalismo Commissione europea che non ha fatto
abbastanza in questi mesi per stringere
estremo. Sognano l’autarchia accordi con i Paesi africani e per fare in
modo che questi si riprendano i loro
plutocratica. E brindano insieme cittadini. Il metodo esiste. I paesi

a ogni attentato islamista


44 17 giugno 2018 L’Espresso
africani vogliono commerciare con noi? Bene, allora deve essere lasciata sola: per ogni italiano sulle
occorre da una parte trovare un accordo sul rimpatrio imbarcazioni di Frontex ci deve esser lì ad aiutare anche
dei migranti e dall’altra sulla costruzione di campi un altro europeo».
profughi sulle coste nordafricane all’interno dei quali Confini sicuri. E la solidarietà?
selezionare coloro che hanno davvero i requisiti di «La questione umanitaria è prioritaria, non
rifugiati. È nell’interesse di tutti. Certo la cosa comporta dimentichiamocelo. Innanzitutto dobbiamo salvare
un grande esborso di denaro per l’Unione europea ma i le vite umane perché non è accettabile che la gente
soldi vanno trovati. Un Paese come l’Olanda non può muoia nel Mediterraneo. Applaudo all’Italia per avere
tenere una posizione intransigente contro i migranti tirato fuori i migranti dal mare e al governo spagnolo
illegali e poi dire che non ha soldi con cui contribuire. per essersi fatto carico di far sbarcare i migranti.
È giusto che i Paesi che sono in prima linea a gestire Ma allo stesso tempo chiedo a Pedro Sánchez
i migranti per scelta, come la Germania, o per fattori di controllare rapidamente le persone che arriveranno
geograici, come l’Italia, ricevano aiuti economici a Valencia e di respingere i migranti illegali.
importanti e dunque approvo la proposta del Non è mancanza di cuore. In tutto il mondo esistono
commissario Dimitris Avramopoulos di investire 35 conini e controlli ai conini, negli Stati Uniti
miliardi nei prossimi anni per controllare le frontiere come in India».
e aiutare i rifugiati veri». Ma visto che la maggioranza degli sbarchi sono
D’altra parte però i soldi, ancora insufficienti per di migranti in cerca di lavoro e che, come ripete
l’Italia, non sono tutto. Solidarietà europea vuol dire sempre il presidente del Parlamento europeo Antonio
anche redistribuzione degli impegni e della logistica Tajani, nei prossimi anni continueranno comunque ad
volta a stabilire chi è arrivare, non sarebbe opportuno creare delle vie legali
rifugiato e chi è europee per farne entrare una parte in Europa?
migrante... «Secondo il trattato di Lisbona i rifugiati politici
«Comprendo che sono un problema europeo e i migranti economici
l’Italia non possa un problema nazionale. Ed è giusto così. Ogni Paese
diventare il campo europeo ha una situazione diversa del suo mercato
profughi d’Europa. del lavoro. L’Italia con il suo tasso di disoccupazione
Certo, proteggere il non può assorbire manodopera ulteriore dall’esterno,
trattato di Schengen a differenza della Germania».
(che consente la Ma non sarebbe più utile avere un sistema
libera circolazione all’americana per redistribuire i lavoratori migranti?
delle persone) è Negli Stati Uniti non si rimpallano certo i messicani tra
costoso per l’Italia. Arizona e Texas...
Lo ripeto. Per questo «Il problema è che i migranti africani non hanno
abbiamo bisogno le competenze lavorative di cui hanno bisogno
Manfred anche di più agenti di Paesi come Olanda e Germania. E la loro formazione
Weber Frontex. L’Italia non sarebbe troppo costosa per l’Europa». n

L’Espresso 17 giugno 2018 45


CRONACHE DA FUORI
di Makkox

46 17 giugno 2018 L’Espresso


L’Espresso 17 giugno 2018 47
GOVERNO Il “J’accuse” di chi ci ha creduto

Voltafaccia
a 5 Stelle
«Programma tradito. Favori ai ricchi. È il contrario
di quello che dicevamo». Parla l’economista
più ascoltato dal Movimento. Fino a un mese fa

colloquio con Giovanni Dosi di Vittorio Malagutti

E
adesso, professore? tenti del sedicente governo del cam- de l’ennesimo condono.
«Adesso sono deluso. biamento restano solo vaghi accenni Professore, la sua delusione è compren-
Anzi no, peggio: mi ai progetti a suo tempo discussi da sibile, viste le premesse. Non sembra
preoccupa molto la Dosi con Luigi Di Maio e altri espo- scontato, però, che il futuro sia così nero.
direzione di marcia nenti del Movimento. Economisti co- Dati alla mano sono i Cinque stelle il
che ha preso questo me Andrea Roventini (anche lui do- socio di maggioranza del governo. E al-
governo. Tutto è dav- cente al Sant’Anna di Pisa) e Luigi cuni punti del loro programma economi-
vero diverso da come Tridico sono stati subito messi da co sono confermati anche nel contratto
ce lo eravamo imma- parte dal Movimento grillino, che con la Lega. I nuovi ministri non si meri-
ginato». Giovanni pure li aveva indicati come ministri in tano una minima apertura di credito?
Dosi, 64 anni, ordina- pectore alla vigilia delle elezioni. L’on- «Sono molto preoccupato perché i
rio di politica economica alla scuola da dell’alleanza con la Lega di Matteo risultati sul fronte economico, sem-
superiore Sant’Anna di Pisa, è lo stu- Salvini ha cambiato tempi e priorità. mai ci saranno, potranno essere rag-
dioso di fama internazionale che nei Il reddito di cittadinanza è ormai giunti solo in un arco di tempo molto
mesi della campagna elettorale, e an- scomparso dai radar, mentre si studia lungo, si parla di anni. La Lega invece
che prima, ha cercato di orientare a la pace iscale, eufemismo che nascon- punta ad allargare la propria area di
sinistra il programma dei
Cinque stelle. Tanti consigli,
con alcuni punti fermi: più
tasse ai ricchi, maggiore in-
tervento pubblico in econo-
mia, investimenti supple-
mentari nei servizi pubblici a
carattere universale, come
Debito e cuccagna
Le cifre che spaventano l’Italia e quelle
sanità, trasporti, scuola. che fanno felici soltanto i ceti più benestanti
Parole al vento, o poco di
più. Nelle dichiarazioni d’in-

48 17 giugno 2018 L’Espresso


economica, che arriveranno
chissà quando. Se arriveran-
no».
Intanto anche sul fronte delle
riforme economiche il vecchio
cavallo di battaglia leghista, la
Flat tax ora trasformata in Dual
tax, sembra diventata di gran
lunga l’argomento centrale del
dibattito, non le pare?
«La Flat tax è un errore ma-
dornale sotto tutti i punti di
vista. Il solo fatto che possa
essere presa in considerazio-
ne in un programma di go-
verno serio mi sembra una
totale follia».
Chiarissimo. Può spiegarci co-
me giustifica affermazioni così
forti?
«I progetti che ho visto circo-
lare in queste settimane,
quelli che prevedono un’uni-
ca aliquota Irpef e anche
quelli che suddividono la pla-
tea dei contribuenti in due
soli scaglioni, sopra o sotto
gli 80 mila euro di reddito
annuo, non sono altro che un
enorme regalo ai ricchi. Per
questo, da una prospettiva di
sinistra, una riforma di que-
sto tipo è assolutamente
inaccettabile».
Salvini però sostiene che se le
famiglie benestanti sono tas-
Giovanni Dosi sate di meno, allora avranno
più reddito a disposizione da
consenso con misure propagandisti- ra più pesantemente rispetto al passa- spendere e i loro acquisti rilancerebbero
che attuabili in fretta e di fatto a costo to. Penso per esempio alla campagna i consumi e quindi la crescita. Come ri-
zero». sui rimpatri forzati, i nuovi centri di sponde?
Può fare qualche esempio? detenzione per richiedenti asilo o la «È un’afermazione priva di fonda-
«La politica dell’immigrazione è nelle chiusura dei porti alle navi delle Ong. mento, sia teorico sia empirico. La
mani di Salvini, che dalla poltrona di Una serie di annunci eclatanti seguiti Flat tax serve solo ad aumentare i ri-
ministro dell’Interno è ora in grado di da pochi provvedimenti iniscono per sparmi delle fasce più abbienti
inluenzare l’opinione pubblica anco- oscurare eventuali successi di politica della popolazione, ma questo non

4,5
miliardi. Costo aggiuntivo per il
bilancio pubblico se aumentano
dell’1% gli interessi sui titoli di Stato

L’Espresso 17 giugno 2018 49


GOVERNO Il “J’accuse” di chi ci ha creduto
ha efetti sulla doman- no granché a risolvere il
da. I ricchi diventano problema della disoccupa-
più ricchi e i poveri più po- zione».
veri. Tutto qui». Nel contratto di governo c’è
Non trova sorprendente che il un riferimento molto sfumato
Movimento Cinque stelle ab- al Jobs Act introdotto dal go-
bia firmato un programma di verno di Matteo Renzi. Non
governo che include una nor- viene espressa la volontà di
ma come la Flat tax? Prima abolirlo, come aveva propo-
delle elezioni ne aveva mai sto Pasquale Tridico, indicato
parlato con Di Maio? prima delle elezioni come mi-
«No, l’argomento non era nistro del Lavoro dai Cinque
mai stato discusso, quanto stelle. Come spiega questa
meno con me. Personal- inversione di rotta?
mente sono favorevole a un «Non riesco a spiegarmela,
aumento dell’imposizione se non come un’ulteriore
sui redditi più elevati, ac- concessione alla Lega. La
compagnato da una qualche mia posizione, che a suo
forma di tassazione supple- tempo avevo espresso an-
mentare sui grandi patri- che ai Cinque stelle, è che
moni inanziari». l’aumento della lessibilità
Ammetterà che in Italia le del lavoro, causato anche
imprese sono già molto tas- dal Jobs Act, contribuisce
sate e questo di sicuro non fa a ridurre la produttività
bene alla crescita. Il governo delle aziende, che possono
parla di ridurre l’aliquota uni- reclutare manodopera
ca sul reddito delle società precaria, pagarla poco e
dal 23 al 15 per cento. È una mandarla via con facilità.
misura che ritiene efficace? Invece le aziende dovreb-
«Sono dell’opinione che gli Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria bero essere costrette a rin-
investimenti delle imprese novarsi, a investire in tec-
siano inluenzati non tanto dal livello duttivi che il nostro Paese ha già spe- nologia oppure a chiudere se non
delle imposte sui profitti quanto rimentato negli anni scorsi con la co- sono più competitive».
dall’andamento della domanda globa- siddetta legge Tremonti». Lei quali misure aveva suggerito a Di
le. Abbassare le tasse sugli utili serve a E intanto il reddito di cittadinanza propo- Maio per creare occupazione?
poco se il mercato è fermo, se le im- sto dai Cinque stelle sembra passato in «Un primo passo potrebbe essere una
prese non sanno a chi vendere i loro secondo piano. Per il momento si parla politica della spesa pubblica mirata a
prodotti. Vorrei ricordare che negli solo di rendere più efficienti i centri per inanziare progetti che abbiano uno
anni Cinquanta del Novecento, perio- l’impiego. scopo ben preciso. Un esempio, uno
do di straordinaria crescita per gli «È senz’altro un passo indietro. E co- tra i tanti possibili, potrebbe essere un
Stati Uniti, il isco Usa tassava le im- munque il successo è tutt’altro che piano per arginare il dissesto idrogeo-
prese fino al 60 per cento dei loro garantito. Se non c’è domanda di lavo- logico. Oppure investimenti per l’edi-
proitti. Piuttosto sono molto più ei- ro, come per esempio in vaste aree lizia scolastica».
caci forme mirate di sgravio come la dell’Italia meridionale, anche i centri Misure come queste si traducono però
detassazione degli investimenti pro- per l’impiego più eicienti non aiuta- in nuovi oneri per un bilancio dello Stato

21%
Aumento del reddito per una
famiglia con entrate annue di
110 mila euro grazie alla dual tax

50 17 giugno 2018 L’Espresso


già schiacciato da un debito Un’altra proposta che mi
pubblico colossale, in Europa sembra molto market frien-
secondo solo a quello greco dly è anche quella che pre-
se misurato in rapporto col vede l’intervento di un fon-
Pil. Quali margini di manovra do salvastati (molto diverso
ci restano? da quello attuale) che assi-
«La spesa pubblica italiana curi il debito dei vari Paesi
non è afatto insostenibile, tramite vere e proprie po-
tanto è vero che abbiamo lizze. Queste soluzioni
un avanzo primario. Cioè comportano costi e diicol-
al netto della spesa per in- tà, ma l’inazione, ci espone
teressi sui titoli di Stato i a rischi maggiori, come
conti dell’Italia non sono in quello di continuare a subi-
deicit. Si tratta quindi di re la dittatura dello spread,
ottenere il via libera che minaccia di portare i-
dell’Europa, per poter fare, no a livelli insostenibili il
con gradualità, nuovi inve- costo del debito pubblico.
stimenti. Se però noi ci pre- Poi c’è anche un rischio po-
sentiamo a Bruxelles con litico, che mi sembra altret-
un programma economico tanto grave».
che prevede una riforma Quale sarebbe?
fiscale che crea un buco «Se non si fa nulla, per cam-
supplementare di decine di biare le regole del gioco,
miliardi, mi sembra im- qualcuno, anche dentro al
pensabile che i partner eu- governo, potrebbe appro-
ropei ci concedano mag- ittare delle crescenti ten-
giore lessibilità». sioni con l’Europa per ten-
Nonostante le rassicurazioni tare di rovesciare il tavolo.
del ministro dell’Economia, In altre parole per imporre
Giovanni Tria, governi e inve- Andrea Roventini, “ministro” proposto da Di Maio prima del voto a furor di popolo l’uscita
stitori internazionali sembra- dall’euro. I sovranisti avreb-
no ancora diffidenti sulle reali intenzioni cia all’euro ci costringerebbe a pagare bero così partita vinta con costi enormi
di Roma riguardo l’euro. Nella Lega la un prezzo altissimo, del tutto insoste- per il Paese. Se a questo sommiamo
corrente sovranista e contraria alla mo- nibile per il nostro Paese. Quindi dob- l’impronta oggettivamente razzista e
neta unica è fortissima e anche i Cinque biamo rassegnarci e nel frattempo xenofoba che Salvini sta dando a que-
stelle hanno cambiato posizione più negoziare con l’Europa delle misure sto governo, la mia preoccupazione
volte in proposito. Lei, professore, che condivise che ci garantiscano maggio- aumenta di molto».
cosa aveva consigliato a Di Maio sulla re lessibilità per rilanciare la crescita» Soluzioni?
moneta unica? Per esempio? «Spero che molti parlamentari del Mo-
«La mia opinione è che l’euro sia stato «Sono ipotizzabili diverse soluzioni. vimento 5 Stelle si riiutino di appog-
un errore. Non andava fatto così. Non Si può per esempio pensare di pagare giare con il voto questa deriva e che
può funzionare una moneta unica che i titoli di Stato in scadenza con altri questa alleanza innaturale con la destra
Foto: P. Tre / A3 (2)

non abbia alle spalle un Paese, o una titoli con durata molto maggiore. In abbia ine il più presto possibile. Poi, nel
comunità di Paesi, con un’unica poli- questo modo il debito si spalma su un caso, io sarò sempre pronto a dare una
tica iscale. Ritengo però che la rinun- orizzonte temporale molto più ampio. mano con i miei consigli». Q

0,7%
Aumento del reddito per una
famiglia con entrate annue di
40 mila euro grazie alla dual tax

L’Espresso 17 giugno 2018 51


BRUNO MANFELLOTTO
FINCHÉ C’È TRIA
C’È SPERANZA
Probabilmente non sapremo mai Parlamento e dopo numerose Certo, in economia più delle parole
che cosa è successo tra martedì sollecitazioni: «Non è in discussione contano i fatti ma questi, per capirci,
15 maggio, quando “Hufington Post” l’uscita dall’euro», ha scandito il discenderanno dalle frasi del Contratto
ha divulgato una prima bozza del ministro. Prendiamo poi i due o dalle convinzioni del ministro?
programma gialloverde con la proposta spauracchi della politica economica, Insomma, quale sarà la linea di politica
di cancellare 250 miliardi di debito il debito e il deicit. Salvini & Di Maio economica del primo governo della
e il piano per mollare l’euro e tornare sostengono che il debito - oggi oltre il Terza Repubblica? Se sarà quella che
alla liretta, e domenica 10 giugno 130 per cento del pil - sarà contenuto ha in mente il professor Tria, allora il
quando invece Giovanni Tria, ministro grazie a una crescita economica Contratto sarà presto frullato dalla
dell’Economia del gabinetto Salvini-Di opportunamente stimolata con inestra, con conseguenze politiche
Maio, parlando al Corriere della Sera investimenti pubblici; i vincoli al deicit sull’alleanza facilmente immaginabili;
con il linguaggio di un Pierre Moscovici, saranno invece rivisti battendo i pugni se invece è solo tattica per ottenere da
si è preoccupato di smontare parola sul tavolo di Bruxelles per ottenere Bruxelles più lessibilità - magari per
per parola il Contratto di governo, più spesa in deicit. Il ministro aggirare le clausole di salvaguardia
disinnescando mine e boniicando dell’Economia, invece, non la pensa aumentando il deicit - o solo per
il terreno. Perché? affatto così. Al “Corriere”, quetare l’opinione pubblica, presto il re
prudentemente, ha parlato piuttosto di sarà tragicamente nudo; se viceversa
Forse il professore, entrando per la «reciproca iducia con le istituzioni Ue», Salvini e Di Maio terranno il punto,
prima volta nella stanza dei bottoni, «ha di vincoli di mercato, di riduzione del il ministro sarà prima o poi smentito,
visto cose che voi umani non potreste debito, di manovra economica coerente zittito, messo in condizione di non
immaginarvi», altro che i bastioni di con l’obiettivo perché «non è il caso di nuocere, magari spinto a dimettersi,
Orione; oppure aveva semplicemente incrinare la iducia sulla nostra stabilità come accadde a Renato Ruggiero,
voglia di dire la sua, da tecnico, inanziaria». Potrebbe averlo detto ministro degli Esteri del governo
segnando una differenza dai nuovi Padoan.. Berlusconi nel 2001, sacriicato proprio
padroni del vapore; o invece s’è preso su pressione della Lega che non
talmente tanta paura per l’impennata Ma anche sul resto nel governo apprezzava il suo fervore europeista
dello spread da voler rassicurare tutti si parlano due linguaggi diversi. Di mentre nasceva la moneta unica.
la prima domenica possibile, al termine condono iscale e di lat tax, gli altri
di una settimana dificile, prima che cavalli di battaglia di Matteo Salvini, Dunque, grande è la confusione sotto
riaprissero i mercati. E certo l’effetto sembra che il ministro non voglia il cielo, ma la situazione non è affatto
lo ha ottenuto, perché lunedì la Borsa è nemmeno sentir parlare, la cautela di eccellente. Pochi giorni fa il governatore
salita e lo spread ha preso a scendere, linguaggio è tale da far immaginare che della Banca d’Italia ha ricordato che si
anche se si è fermato comunque ben se fosse per lui non ne farebbe niente: può anche fare il passo più lungo della
oltre quota 200, lontano cioè dai livelli facciamo prima bene i conti, spiega, gamba, ma stando ben attenti che
precedenti, quasi a voler marcare il e cerchiamo di individuare coperture questo non ci porti nel burrone. Senza
livello di rischio del nuovo esecutivo. e gettito di ogni misura. Detta così dirlo, forse Ignazio Visco si riferiva
Evidentemente l’incertezza continua sembra proprio una pietra tombale. anche al momento in cui la Bce
anche perché non si capisce bene E le cose per Di Maio e Salvini non rallenterà e poi sospenderà l’acquisto
che cosa farà ora il governo Conte-Tria: vanno meglio nemmeno per l’altro di titoli pubblici italiani (inora lo ha fatto
una mezza rivoluzione, come annuncia piatto forte dell’offerta gialloverde: per 300 miliardi). La Fondazione Hume,
il patto che il primo è stato chiamato a le pensioni. Tria tira il freno e non si con un’ardita proiezione, ha calcolato
eseguire, o niente di niente come lascia sbilancia né sull’abolizione né sulla che senza l’ombrello che ha inora
intravedere l’intervista del secondo? revisione della legge Fornero né sulla protetto l’Italia lo spread avrebbe già
Certo, si fronteggiano due mondi del mitica quota 100, preferisce parlare superato quota 500, come ai tempi
tutto diversi. Tria, per cambiare subito vagamente di miglioramenti, ma del governo Monti. Proiezione o no,
verso, ha inalmente chiarito ciò che il avvertendo che si tratta di progetti il problema c’è, grosso come una casa,
Contratto tace, che lo stesso Conte ha complessi e dalle conseguenze di lungo ma non se ne parla. E poi dice che
Foto: M. Sestini

detto solo nella replica sulla iducia in periodo. Una doccia gelata. i mercati non si idano… Q

L’Espresso 17 giugno 2018 53


TAGLIO ALTO MAURO BIANI
’Eweek

PIOVONO RANE
ALESSANDRO GILIOLI
La Boschi,
le foibe
e Di Maio
Messi alle strette, un tempo
i talkshowisti berlusconiani
rispondevano sempre: «E allora
le foibe?». Uno parlava del lodo
Alfano, loro rispondevano: «E le
foibe?». Oggi purtroppo tale
trucchetto farlocco pare
tracimato ovunque: se uno
dice che Conte è scarso o che
la flat tax è un regalo ai ricchi,
scatta la stupefacente
POTERI & VELENI STEFANO LIVADIOTTI
risposta dei pentaleghisti: «E la
Boschi allora?». Se si sostiene
che Renzi ha fatto orrendi
Tesoro, Tria si gioca tutto e subito
danni, ecco l’ultrà pd che spara Primo banco di prova per Giovanni Tria. Nei prossimi giorni il neo-ministro
subito un bel: «Ah invece bravo dell’Economia si giocherà buona parte della sua reputation sul rinnovo della
DI Maio, eh?». A tale caciara si direzione generale del Tesoro, partita che si intreccia con quella per il vertice del
può reagire scuotendo la testa salvadanaio pubblico Cdp. Si tratta di sostituire Vincenzo La Via, già scaduto e
e salutando. Oppure ricordando trattenuto da Pier Carlo Padoan, con la sponda di Mario Draghi e del Quirinale,
alcune regole base di ecologia per scongiurare l’arrivo di un renziano (dopo che l’ex leader del Pd aveva
del dibattito. Ad esempio: bocciato il capo della segreteria tecnica del ministero Fabrizio Pagani,
1. Le schifezze della parte considerato troppo vicino a Enrico Letta). I bookmaker danno in calo Antonio
avversa non giustificano quelle Guglielmi, il responsabile dell’equity market di Mediobanca che da tempo
della propria. scalpita e sembra essersi ormai affrancato dal controllo del suo capo Alberto
2. Due schifezze provenienti da Nagel. Candidato dei 5Stelle (alla vigilia delle elezioni lesto ha presentato
opposte fazioni non si elidono a Giggino Di Maio agli investitori londinesi), legato al giro dell’ex panterona di
vicenda, bensì si assommano. palazzo Chigi Maria Elena Boschi, Guglielmi è autore di un discusso studio sulle
3. La schifezza della parte A conseguenze di un’uscita dell’Italia dall’euro. Soprattutto, è considerato troppo
non genera diritto d’oblio alle in sintonia con il nemico pubblico numero uno della stabilità, il “fratello” ministro
schifezze della parte B (e professor Paolo Savona. Per questo il corpaccione di via XX settembre, a partire
viceversa, ovviamente). dal capo di gabinetto Roberto Garofoli, non si ida. E punta su un interno: il
4. Argomentare solo sulle veterano Alessandro Rivera, che vanta anche l’appoggio di Giuseppe Guzzetti.
schifezze altrui anziché sulle In alternativa, se non riuscisse a piazzarlo in prima battuta alla Cdp, il grande
idee proprie è segno di vecchio delle fondazioni pensa a Dario Scannapieco (Bei), che farebbe dormire
debolezza, non di forza. sonni più tranquilli anche a Draghi e al Quirinale. Sullo sfondo fa capolino
5. Saper vedere anche le Salvatore Rossi, prezzemolino della Banca D’Italia. Per lui (come del resto per
schifezze della propria parte Guglielmi e Scannapieco) ci sarebbe un problema in più: il tetto di 240 mila euro
è un pregio, non un difetto. Q allo stipendio. Proprio quello testé allegramente aggirato, sotto il naso di Tria,
dai presidenti delle società pubbliche quotate. Q

54 17 giugno 2018 L’Espresso


FAKE DOCTORS
VOCI DAL PALAZZO In pole position per la
poltrona di portavoce
SUSANNA TURCO della nuova ministro
della Difesa Elisabetta
Bonafede beato tra le donne Trenta quell’Augusto
Rubei di cui molto
Quando era ancora un semplice giustizia, con funzioni si è detto e scritto
parlamentare aveva proclamato: amministrative. Stesso destino durante l’avventura
«Basta casi Finocchiaro». Adesso anche per un’altra ex Pd, in Campidoglio come
che è Guardasigilli, ironia della Doris Lo Moro, già giudice del spin doctor di Virginia
sorte, il grillino Alfonso Bonafede Tribunale di Roma, in ultimo Raggi. Il suo arrivo
si ritrova l’ex ministra direttamente non ricandidata da Leu dopo in via Venti Settembre
nei corridoi del ministero della l’approdo ad Articolo 1. Due ex gli garantirebbe debita
Giustizia. Senza aver potuto dire Pd che si aggiungono almeno ad distanza da Palazzo
né a né ba. un’altra new entry del ministero, Chigi, dove si è
Nulla di personale, ovviamente. Vania Contrafatto, già pm a trasferito Rocco
Il fatto è che dopo trent’anni e otto Palermo, poi assessora in Casalino. Che non
legislature (cinque alla Camera, Regione Sicilia con Crocetta lo ama.
tre al Senato), Anna Finocchiaro, in quota Pd, fuori ruolo da Cristina Cucciniello
magistrata che è stata di ruolo per febbraio. Agli ingenui potrà forse
qualche anno nei lontani Ottanta apparire strano il percorso
del secolo scorso, si è comportata
proprio come aveva annunciato.
senza soluzione di continuità,
dal centrosinistra (ministre,
L’Espresso corretto
Niente porte girevoli, niente ritorno assessore) alla piena era giallo- Sull’Espresso n. 24 nell’articolo
in magistratura dopo tanta politica. verde del cosiddetto «governo “Il Sultano non balla più”a pag. 66
L’ancora Guardasigilli Andrea del cambiamento». Ma invece il nome dell’ex ministra turca Meral
Orlando, peraltro suo capocorrente è tutto regolare. Il via libera del Aksener è stato scritto per errore
nel Pd, il 18 aprile aveva infatti Csm è arrivato nei giorni scorsi. “Mehral”. Nell’articolo “E adesso,
fatto istanza perché fosse E il Guardasigilli, appena Draghi?”, a pag. 47, abbiamo scritto
confermata nel fuori arrivato, può mettere che «nel primo trimestre il Pil
ruolo: destinazione via becco sugli incarichi dell’Eurozona ha registrato una
Arenula, Dipartimento di vertice, non sui crescita del 2,5 per cento» senza
per gli affari di funzionari. Q
specificare che ovviamente si tratta
del dato anno su anno.

generale è una fortezza in cui i giornalisti accreditati


VOCI DA BRUXELLES sono coninati in una biblioteca all’ingresso e hanno
FEDERICA BIANCHI accesso all’Agorà, la grande piazza interna, dove si
trova anche il luogo delle conferenze stampa, solo se

Ora la Nato è una fortezza accompagnati da un membro della sicurezza. È


costato un miliardo e duecentomila euro ai Paesi
membri. Spiccioli rispetto a quel 2 per cento del Pil
Sono di vetro, come l’edifico delle Nazioni Unite a che ciascuno di loro sarebbe tenuto a versare e che
New York, ma tutt’altro che trasparente. Così si solo in 4, tra cui la Grecia, hanno ino ad oggi
ergono, appena fuori Bruxelles, le lunghe mezzelune rispettato. Ma i tempi stanno cambiando. Per il quarto
che compongono il nuovo quartier generale della Nato anno consecutivo gli europei e il Canada hanno
in Europa. Dopo 50 anni passati all’interno delle aumentato la spesa per armamenti, come chiesto
strutture prefabbricate poco distanti, costruite in dagli Stati Uniti, maggior contribuente. Eppure,
fretta e furia nel 1966, a inizio giugno hanno considerate le recenti bordate commerciali
ospitato per la prima volta il vertice dei di Trump contro Canada e Europa e il suo
ministri della Difesa; a luglio vi si atteggiamento equivoco verso la Russia di
incontreranno i 29 capi di stato. «Non Vladimir Putin, un nuovo punto interrogativo
sembra nemmeno di lavorare alla Nato ma ha iniziato a serpeggiare al di là delle
in un’agenzia di design», si meraviglia una vetrate: «Questa alleanza ha ancora senso
dei quattromila dipendenti. Il nuovo quartier per l’Europa?» Q

L’Espresso 17 giugno 2018 55


SALUTE Dove colpisce l’Hiv

AIDS
Ragazzi
senza rete
Minorenni abbandonati e impossibilitati a
fare il test. Così il numero dei giovanissimi
infettati dal virus è in costante aumento
di Elena Testi illustrazione di Pierluigi Longo
O
spedale Sacco di Milano, passano alcuni secon- una via d’uscita. L’avvocato Matteo Schwarz, consulente legale
di, una dottoressa risponde e, ascoltando la ri- del telefono Verde Aids e Ist, spiega: «In Italia efettuare un test
chiesta, dirotta la chiamata al reparto di pedia- dell’Hiv su un minore è vietato, ma è possibile, qualora vi siano
tria. Ad accogliere la domanda è una voce: «Non particolari criticità, chiedere di poter procedere tramite l’auto-
so se esistono dei modi per poter fare un test rizzazione del giudice tutelare. A farlo sono pochi operatori
dell’Hiv senza chiedere ai tuoi genitori, lasciami sanitari, anzi pochissimi». Centralini che non rispondono,
il numero di cellulare e ti faccio sapere». È ne- chiamate dirottate, medici che non conoscono le norme. I forum
cessario ingersi un adolescente per comprende- si riempiono di richieste d’aiuto e per molti ragazzi i motori di
re la zona grigia in cui si muove il personale ricerca diventano l’unico approdo possibile, anche psicologico.
medico quando si parla di minorenni e Aids. Sono circa 500 i Al Sant’Elia di Caltanissetta prima rispondono «è assoluta-
ragazzi in Italia che hanno contratto il virus dell’Hiv, un nume- mente vietato senza il permesso dei genitori», ci mettono in
ro che, in base agli ultimi dati, sembra essere in costante cresci- attesa, a prendere la telefonata è un assistente sanitario: «Vieni,
ta. L’Istituto Superiore di Sanità segnala «un’incidenza maggio- te lo facciamo quando vuoi, tanto è tutto anonimo». All’ospe-
re» della sindrome nei giovani con un’età compresa tra i 25-29 dale Umberto I di Ancona sanno con chiarezza la procedura e
anni, non escludendo che il virus possa essere stato contratto tentano di convincere l’interlocutore con poche frasi: «Se risul-
quando erano ancora minorenni. Colpa dell’assenza d’informa- tassi positivo non potresti comunque nasconderlo ai tuoi geni-
zione, di una mancata prevenzione ma soprattutto di una dia- tori, perché la tua vita cambierebbe radicalmente». Alziamo di
gnosi tardiva, vietata a chi ancora non ha compiuto il diciotte- nuovo il telefono. Trentino Alto Adige, ospedale Santa Chiara,
simo anno d’età, se non accompagnato. Una precauzione, alla richiesta non hanno esitazioni: «Puoi presentarti qui da noi
quest’ultima, che, nella verità dei dati, provoca ulteriori conta- alla stanza numero Sei, reparto dermatologia. Ti facciamo l’e-
gi e condanna un giovane all’assenza di cure tempestive. same e anche le analisi per vedere sei hai contratto l’Epatite C,
In tutta Italia ogni reparto di malattie infettive ha una propria se risulti positivo a qualcosa chiamiamo i tuoi». Al Santa Maria
idea sulla procedura da applicare nel caso in cui un adolescente della Misericordia di Perugia parliamo con quattro persone
chieda di sapere se ha contratto il virus dell’Hiv, sottoponendo- diverse. Siamo costretti a spiegare ogni volta la stessa cosa:
si a un accertamento senza essere condotto in reparto da un «Sono un minore posso fare il test dell’Hiv senza doverlo dire
genitore. Obbligo che la legge impone. È questa la barriera che ai miei genitori?». La risposta è un secco no. Il viaggio con-
deve superare un adolescente per poter efettuare il test. Ma c’è tinua in un elenco di mancanze: nessun servizio di consu-

L’Espresso 17 giugno 2018 57


SALUTE Dove colpisce l’Hiv
lenza, nessuna domanda sul perché di tale richiesta, nessu-
na parola di conforto, nessuna richiesta di presentarsi in
reparto e parlarne con tranquillità. Un vuoto che coincide con I numeri della paura
l’aumento di infezioni da Hiv tra giovani e giovanissimi. Testi-
Nel 2107, 1272 giovani tra i 15 e i 24 anni si sono
moni i dati dell’Istituto Superiore di Sanità che segnala: «Negli
rivolti al telefono verde Aids e Ist (800.861.061)
ultimi anni si osserva un lieve aumento della quota delle perso-
ne con una nuova diagnosi di infezione in fase clinica avanzata».
Non fare il test dopo un comportamento a rischio può signii- Genere Orientamento
care peggiorare l’evoluzione della malattia. Spiega la dottoressa Eterosessuali
Stefania Bernardi, pediatra infettivologo dell’ospedale Bambino 86,8% 74,3%
Gesù di Roma: «Oggi è dimostrato che l’infezione da Hiv trat- Maschi Omosessuali
tata in fase molto precoce, cioè appena contratta, ha uno svilup-
po diverso rispetto a chi inizia le cure in una fase ormai avanza- 8,8%
ta. I danni al sistema immunitario, se la terapia viene assunta 13,2% Non risponde
troppo tardi possono essere irreversibili». Femmine 16,9%
L’unica vera cura per la sindrome da immunodeicienza è una
diagnosi precoce, ma un report del ministero della Salute lancia
l’allarme: «La comunicazione della diagnosi tra gli adolescenti Divisione 23%
è scarsa e complessa. Gli operatori non sono preparati ed esiste geograica Centro
un grosso rischio che la terapia venga interrotta una volta co-
municata la diagnosi. Inoltre la comunicazione del proprio
stato al partner è rara negli adolescenti». 
47,3%
Nord

«Chiedere ai miei? No, mi spaventa» 22,1%


7,5% Sud
Analisi, studi scientiici, terapie avanzate che si intrecciano alla Isole
fragilità di essere ragazzi. Stefania Bernardi racconta la storia
di due minori omosessuali: «Mi hanno conidato di avere una
relazione e di essere stati incauti. Ci sono volute alcune ore di
pazienza, ma alla ine sono riuscita a farli tornare con la scusa ultimi anni, gli interventi di prevenzione sembrano aver subi-
di fare qualche esame di routine insieme ai genitori ed è stato in to, nella scuola e tra la popolazione giovanile in generale, un
quel momento che ho proposto di efettuare il test dell’Hiv, processo involutivo, accompagnato da un marcato calo di
fortunatamente era negativo». interesse sia delle Istituzioni, sia tra i giovani stessi».
Ma sono tanti gli adolescenti che preferiscono evitare il test In Italia sono pochi i centri di consulenza a cui è possibile
pur di non dirlo ai genitori. Fuori da un liceo di Roma le opinio- rivolgersi per chiedere aiuto. E c’è chi in assenza di un luogo
ni sono diverse. «Io non lo farei mai, dirlo ai miei mi spaventa», opta per il Telefono Verde Aids e Ist (800.861.0.61) dell’Istitu-
dice un ragazzo. «Io ne parlerei con mia madre, ma molti coe- to Superiore di Sanità, attivo da oltre trenta anni e raggiungibi-
tanei non hanno la fortuna di avere un buon rapporto con i le dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 18. La dottoressa Anna
genitori», risponde un’altra. Maria Luzi, responsabile del servizio nazionale, spiega: «Abbia-
C’è chi lamenta l’assenza di educazione sessuale nelle scuole: mo giovani che chiamano per chiedere informazioni sul test e
«Non ci preparano ai rischi che corriamo». Poco informati noi forniamo con un adeguato intervento di counseling, tutte le
sulle modalità di trasmissione, disorientati e alcune volte in- informazioni necessarie. Molti si preoccupano quando spie-
consapevoli. Colpa di una strategia assente, come denunciano ghiamo loro che per potersi sottoporre alle analisi serve il
le associazioni che da anni si battono al ianco delle persone consenso del genitori o l’autorizzazione del giudice tutelare».
con Hiv e per una corretta prevenzione. Massimo Oldrini, Per combattere il virus «servirebbero più eicaci interventi
presidente di Lila, denuncia: «Nel 2017 i soldi a budget per la di educazione sessuale e di prevenzione delle infezioni sessual-
campagna pubblicitaria contro l’Aids ammontavano a soli 80 mente trasmesse, nonché l’attivazione di procedure di accesso
mila euro. Ci hanno informato che nel 2018 ci sarà una cifra al test omogenee e mirate ai minori», insiste la dottoressa Anna
analoga, e che esistono altri fondi, ma nessuno ha saputo dir- Maria Luzi, che conclude invitando «a collegarsi al sito www.
ci i soldi a disposizione. Certo è che, per un’adeguata informa- uniticontrolaids.it che integra l’attività di counseling del Tele-
zione, ci vorrebbe molto di più. Altre nazioni europee stan- fono Verde. Il sito attivo dal 2013 presta particolare attenzione
ziano milioni di euro». Ma se le campagne progresso appaio- ai bisogni informativi dei giovani, non solo in merito all’Hiv,
no poche e mirate, a risentirne maggiormente sono sempre ma più in generale alle altre infezioni sessualmente trasmesse».
loro: i giovani. Nel 2015 Miur e ministero della Salute avevano Ma la verità è che l’Assemblea generale delle Nazione Unite
istituito un tavolo di lavoro per dar vita a un “piano di educa- aveva chiesto a tutti gli Stati membri, compresa l’Italia, di elimi-
zione della salute incentrato sull’Hiv”. Il tavolo dal 2015 ad nare, soprattutto per le generazioni più giovani, ogni barriere,
oggi non si è mai incontrato, eppure il Ministero è consape- permettendo così una progressiva riduzione delle infezioni. Ad
vole dei rischi. Come riporta il report datato 2017: «Negli avere abbassato il limite d’età a sedici anni sono stati Danimar-

58 17 giugno 2018 L’Espresso


Le domande rivolte agli operatori
32,1% 0,6%
Malata a 16 anni:
Modalità di
trasmissione
Terapia o ricerca

3,0%
«Non sapevo cos’è»
4,8% Sintomi Al suo fianco una psicologa. La porta sigillata, niente deve
Prevenzione fuoriuscire all’esterno. È una storia che vuole raccontare
8,6% protetta da quattro mura bianche e una scrivania, dove a
Caratteristiche volte si appoggia, guardando il suo interlocutore negli occhi.
27,3% del virus Ci vuole un ilo di voce per tornare indietro e togliere dalla
Informazioni mente l’attimo in cui all’ospedale le dissero: «Hai il virus
sul test 23,6% dell’Hiv». Ci pensa e poi ci pensa di nuovo, ino a rompere
Altro l’imbarazzo con un: «Io non sapevo neanche cosa fosse
questo virus dell’Hiv, mi è piombato tutto addosso».
Limite di età per test Hiv in Europa Sedici anni e mezzo e una data issata nel calendario,
quella in cui sarebbe dovuta andare in un centro
14 anni 15 anni 16 anni specializzato per effettuare un’operazione. La data slitta
di tre mesi, ma nel frattempo una complicazione rischia
Germania Estonia Danimarca di ucciderla. Viene ricoverata d’urgenza e preparata per
Svizzera Lettonia l’intervento tempestivo che le salverà la vita. Ma prima
Regno Unito Portogallo di entrare in sala operatoria la dottoressa procede con
Slovenia le analisi, obbligatorie in queste casi. Ed è dagli esami
Spagna che si scopre che ha contratto il virus dell’Hiv. «Siamo una
generazione poco preparata, ci sono molti adolescenti che
Fonte: telefono verde Aids e Ist Infograica: Studio Mistaker non sanno bene neanche come si usa un proilattico».
Mentre lo dice sembra arrabbiata. E poi: «In molti pensano
che l’Hiv non esista più, cioè sai che esiste, ma che è una
ca, Estonia, Portogallo, Slovenia e Spagna. In Germania, Sviz-
cosa così». E Prosegue: «Io non l’avrei mai fatto il test
zera e Regno Unito è invece possibile efettuare il test senza
dell’Hiv se non mi fossi operata, magari l’avrei scoperto dopo
essere accompagnati dai genitori al compimento del quattordi-
anni. Questo non posso saperlo». Dice di avere una vita
cesimo anno d’età. In Lettonia serve avere 15 anni.
tranquilla e normale, ma «con le amiche non parlo di queste
L’Italia è rimasta ad ascoltare in silenzio. Nell’ultimo piano
cose. Nessuno sa la mia storia». La psicologa la sprona ad
nazionale di interventi contro Hiv e Aids c’è una sola riga dedi-
aprirsi, ma lei dondolando il capo, risponde: «È una cosa che
cata al test: «Deinire le procedure che permettano l’accesso ai
ti porti dietro tutta la vita, ti rimane dentro. Ne posso parlare
minori, senza obbligo di richiesta del consenso da parte dei
in famiglia. In famiglia e basta». E se le chiedi come mai ha
genitori, con interventi normativi adeguati». Nulla viene ag-
accettato di raccontare la sua storia, lei risponde con un
giunto sulle possibile tempistiche di attuazione, né su come
impeto di coraggio: «Perché i ragazzi devono sapere a cosa
procedere su base nazionale. Uno stallo normativo che ha del
vanno incontro, ai rischi che si corrono facendo sesso». Ha
paradosso, se si pensa che l’auto-test è facilmente accessibile.
l’indole della ribellione, di chi non accetta le cose imposte,
Poco pubblicizzato, comodamente acquistabile in farmacia o
soprattutto quelle non programmate. «Questa cosa del test
nei distributori che vendono proilattici, ne sono provvisti anche
vietato ai minori è assurda, un controsenso. Dovrebbero
i siti internet. Costo dai 20 ai 30 euro, dipende dalla casa farma-
imporlo, perché alcuni di loro non usano la testa quando
ceutica produttrice. Nel foglio illustrativo appare in piccolo la
fanno certe cose». Ci pensa un attimo e aggiunge: «Altrimenti
dicitura “vietato ai minori di 18 anni”, ma una volta solcata la
lo devono comprare nei distributori che vendono i proilattici».
linea gialla di riservatezza di una qualsiasi farmacia, in pochi
Il ragionamento di domande e risposte continua: «Non lo so
chiedono l’età. Dentro la scatola tutto il kit necessario per pro-
cosa avrei fatto se lo avessi scoperto da sola, magari
cedere alla diagnosi. Se appare una linea il test è negativo. Due
andando anche io a comprarlo in farmacia. Forse ti viene
è meglio rivolgersi a un medico. Il tutto può essere eseguito
voglia di scappare». Adesso però ha un compito, «quello
dentro un bagno, senza un’assistenza medica, senza sapere che
di far capire che bisogna starci quando si ha un rapporto
l’auto-test è attendibile solo se il comportamento a rischio risa-
con qualcuno». E se deve consigliare qualcosa, l’unica
le a tre mesi prima, ma soprattutto solo nel caso in cui sia posi-
raccomandazione che si sente di dare è: «Fare sempre sesso
tivo. Adolescenti, soli senza un aiuto psicologico. Divieti, disin-
protetto, soprattutto con le persone che pensi di conoscere
formazione, assenza di centro di counseling, ospedali imprepa-
meglio». Niente di più, ma come dice lei «niente di più
rati: ecco la lista delle mancanze. Mancanze che hanno il mar-
importante». E.T.
chio del iocco rosso pronto a tornare più presente di prima. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 59


IL RICORDO Il pensiero e le battaglie
Solidarietà. Sinistra. E “diritto di avere diritti”.
L’eredità di un maestro a un anno dalla scomparsa

Quanto manca
il militante Rodotà
di LUIGI MANCONI

A
ccade raramente che un supera l’astrazione del vecchio indivi- secolo” (Laterza, 1992) si trovano i temi
“militante politico” (de- dualismo liberale e riscopre la centralità dei vent’anni successivi: un’agenda per
inizione che, pensiamo, della concreta esperienza della persona una sinistra profondamente rinnovata,
non sarebbe dispiaciuta umana a partire dal suo corpo e dai suoi dalle nuove frontiere della democrazia al
a Stefano Rodotà) attra- bisogni. Una nuova morfologia è la chia- pluralismo culturale, una inedita conce-
versi la vita pubblica, e ve interpretativa con cui Stefano Rodotà zione della privacy nell’era digitale e le
spesso da protagonista, ci guida per le strade più impervie: la problematiche del bio-diritto. Nel frat-
sapendo combinare in- corporeità isica o elettronica è il centro tempo ulteriori sviluppi maturano in
sieme con tanta eicacia di attrazione di vecchi e nuovi diritti così vecchi iloni di ricerca. Come quello sul
conlitti politico-istituzionali ed elabora- come il corpo è il luogo della diferenza «terribile, forse non necessario» diritto
zione teorica e scientiica. Così la sua delle persone e dei loro bisogni, tutte e di proprietà (deinizione di Beccaria), cui
biografia intellettuale accompagna un tutti meritevoli di riconoscimento e di aveva dedicato una raccolta fondamenta-
percorso di conquiste sul piano delle li- garanzia. le di studi (“Il terribile diritto”, appunto)
bertà civili e, al tempo stesso, di intuizio- Per chi ha fatto della lotta per i diritti la all’inizio del suo percorso di ricerca. Ri-
ni su quello delle nuove generazioni dei ragione del proprio impegno, Stefano cerca che gli consentirà, un quarto di
diritti. È utile, pertanto, partire da una Rodotà - scomparso il 23 giugno di un secolo dopo, di elaborare una proposta di
citazione che gli era cara e che ispira il anno fa - è stato un maestro e un compa- riconoscimento giuridico dei “beni co-
titolo di uno dei suoi libri più importanti. gno di strada irrinunciabile, dalle batta- muni”. O, infine, l’approdo al “Diritto
«Il diritto ad avere diritti, o il diritto di glie per le libertà civili degli anni Settan- d’amore” (Laterza, 2015) di una antica
ogni individuo ad appartenere all’umani- ta alle nuove frontiere dell’identità digi- critica dell’uso coattivo del diritto nelle
tà, dovrebbe essere garantito dall’umani- tale e del post-umano, senza dimenticare relazioni familiari, critica che in Rodotà
tà stessa»: con queste parole di Hannah l’impegno garantista che lo vide in prima si rovescia in opportunità di riconosci-
Arendt si apriva qualche anno fa “Il dirit- fila nella promozione di “Antigone”, il mento della libera scelta di convivenza di
to di avere diritti” (Laterza, 2012). A chi bimestrale di critica dell’emergenza pub- coppie dello stesso sesso o di sesso oppo-
sia negato il diritto di avere diritti, è ne- blicato da il manifesto alla metà degli sto.
gata la stessa appartenenza alla condizio- anni Ottanta. Ecco, se volessimo deinire il lascito di
ne umana, ci dicono Arendt e Rodotà, il “Il diritto di avere diritti” si apre con Rodotà per il proseguimento delle batta-
primo, fondamentale diritto dell’homo una riflessione sul “mondo nuovo dei glie di libertà a cui ci ha introdotto o in
dignus. L’homo dignus è la nuova mani- diritti”. Rodotà, sulla scia di Bobbio, ave- cui ci ha accompagnato, innanzitutto si
festazione della personalità umana nel va interpretato la ine del Novecento co- dovrebbe dire questo: se il diritto è un’ar-
costituzionalismo dei diritti di cui scrive- me una inestra di possibilità per una età ma a doppio taglio, ci sarà pure un verso
va Rodotà: l’eguale dignità di ciascuno dei diritti. Già nel suo “Repertorio di ine da cui prenderla per ottenere più garan-

60 17 giugno 2018 L’Espresso


Stefano Rodotà
(1933-2017)

Inine c’è l’agenda: i beni comuni, il


diritto al cibo e alla conoscenza; il diritto
all’esistenza, anche attraverso il ricono-
scimento universale di un diritto al red-
dito; l’autodeterminazione nelle scelte
procreative e in quelle sulla propria vita;
la tutela della riservatezza e della identi-
tà digitale e l’uso della rete per il rafor-
zamento della partecipazione democra-
tica alle scelte di convivenza. Ciascuna di
esse, ovviamente, aprirebbe uno spazio
ininito di rilessioni e di iniziative, ben
oltre le caricature che ne vengono date
in alcune versioni politiche correnti. E
ciascuna di esse, d’altra parte, consente
di trascrivere ogni capitolo dell’elabora-
zione teorica di un intellettuale così cu-
rioso e innovativo, in uno speciico pas-
saggio della storia italiana dell’ultimo
mezzo secolo. Si pensi a un testo (del
1974!) dal titolo “Elaborazione elettroni-
ca e controllo sociale” (era l’epoca in cui
i computer si chiamavano processori o
calcolatori) che dice bene quale fosse la
capacità di analisi di Rodotà delle tra-
sformazioni in atto, in quasi alla preveg-
genza. Così, ogni tappa della sua elabo-
razione coincide, quando non anticipa,
la sequenza delle mobilitazioni della
società italiana intorno a cruciali batta-
glie di libertà. Rodotà, insieme ai radica-
li e a una parte della sinistra ancora riot-
zie e più libertà. Dunque, la critica del gua di Rodotà è la solidarietà: quel che tosa, è lì, a battersi per il divorzio, l’in-
diritto esistente, se non vuole essere ci tiene insieme, ognuno con la propria terruzione volontaria di gravidanza, le
messianica attesa di una rivoluzione diferenza, ognuno con la propria digni- garanzie nel processo e nell’esecuzione
improbabile e (spesso) liberticida, deve tà. E lo spazio della umanità dei diritti penale (ovvero quel garantismo che
essere il fondamento di un diritto possi- non può essere rinchiuso nelle piccole deve a lui e a Luigi Ferrajoli le poche
bile, già oggi ricavabile con una lettura patrie, non solo per i conlitti identitari espressioni di limpidezza politica e in-
rigorosa dei principi e dei valori cui si che esse inevitabilmente generano tra tellettuale conosciute in Italia), ino alla
ispirano la carta costituzionale e il dirit- chi vi appartiene e chi no, ma anche per Carta dei diritti fondamentali dell’U-
to internazionale. Si pensi, per esempio, la realistica considerazione che nel nione Europea e alla Dichiarazione dei
a quella lettura rigorosa dell’articolo 32 mondo globale, diritti e solidarietà si diritti in Internet. E si pensi a una que-
della Costituzione, che ha consentito di muovono in una dimensione globale. stione tanto circoscritta e altrettanto
dar pace a Eluana Englaro e ai suoi fami- Non a caso, Rodotà resterà ino alla ine ignorata quanto simbolicamente di-
liari. È ancora la citazione di Hannah legato alla sua idea di un’Europa dei di- rompente come il riconoscimento ana-
Arendt a ricordarcelo: la prospettiva ritti, quella della Carta che contribuì a graico della condizione transgender.
dell’homo dignus è l’umanità dei diritti e scrivere: un’Europa come attore istitu- Insomma, il pensiero di questo studioso
Foto: M. Chianura - Agf

dunque il loro universalismo, senza bar- zionale sovranazionale all’altezza della così intellettualmente irrequieto ha
riere né confini. Non a caso, dai suoi sida dei diritti umani nell’epoca della contribuito più di tante manifestazioni
primi studi sulla proprietà ino a uno dei globalizzazione e dei grandi poteri pri- collettive e di tante parole parlamentari
suoi ultimi libri, parola chiave nella lin- vati su scala mondiale. a fare dell’Italia un paese più civile. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 61


Recensioni senza inutili millanterie L’INCOMPETENTE
di LUCA BOTTURA

porale che la politica Usa sconta rispetto al nostro Paese. Nel


Matteo Salvini 1994 un tycoon arancione pieno di problemi con la giustizia
portò il proprio conlitto d’interessi alla guida dell’Italia. Nel
2017 è toccato a he Donald. Nel 2018 De Niro urla vafanculo
Fotomodello da un palco: tra dieci anni manderà un suo robot a guidare gli
Usa dopo essersi alleato coi peggiori falchi repubblicani.
La foto con cui Matteo Salvini ha adornato su Twitter l’hashtag
#chiudiamoiporti lo ritrae in posa asseritamente marziale, con Giudizio:
le braccia conserte, il vestito della prima comunione, la cravat-
ta blu ton sur ton con la camicia che per una volta presenta
anche l’ultimo bottone chiuso. Al di là di ogni valutazione ide-
ologica, è molto possibile che quest’ultimo particolare - il bot-
tone serrato - abbia rallentato il lusso del sangue al cervello del
Our New President
leader leghista e favorito sia l’hashtag di cui sopra, sia la deci- Pellicola decisiva
sione leggermente nazista di rimbalzare carichi di disperati in
giro per il Mediterraneo. La curiosità: su Wikipedia, di ianco Maxim Pozdorovkin è un regista russo che ha studiato a Har-
all’aggettivo lugubre, è presente proprio il ritratto qui recensito. vard, ma per davvero, dunque non fa il premier in Italia. Il suo
ultimo ilm si intitola “Our new president” e racconta con ma-
Giudizio: teriale d’archivio, giustapposto con tecnica blobbistica, l’ince-
dere delle elezioni Usa sui media russi. Tra le igure centrali,
Oscar Farinetti Dmitry Kiselev, dominus di tutta l’informazione televisiva della
Grande Madre, che arringa i suoi cronisti a fare il bene della
Nazione. Una spaventosa macchina di disinformatija struttura-
Buongustaio ta per abbattere Hillary Clinton e innalzare, appunto, “il nostro
nuovo presidente”. Struggente e inquietante anche la deriva alla
L’inventore di Eataly si conferma un intenditore di prelibatez- Cinico Tv che fa da iligrana del ilm, costituita dai video di
ze sempre pronto a cogliere le nuove tendenze. Le sue recenti semplici cittadini russi che su Youtube si inventano ogni sorta
dichiarazioni contro Matteo Renzi (“Se ha perso, qualcosa ha di inno per l’amico Trump. Si parla anche dei canali online che
sbagliato”) e l’apertura di credito al nuovo Governo, dimostra- tanto piacciono a Salvini e ai Cinque Stelle. Istruttivo.
no una volta di più che il gastronomo avveduto deve intender-
si principalmente di bolliti, e soprattutto individuare al volo Giudizio:
quando sono diventati tali. Geniale anche la linea di street
food che Farinetti sta per lanciare in onore del Governo Sal-
vimaio. Pare si chiamerà “Il carro del vincitore”.

Giudizio:
Corsia di destra
Luogo dell’anima
Robert De Niro Nell’imminenza dell’esodo, scopriamo insieme una rotta
poco frequentata: la corsia di destra delle autostrade. Snob-
bata da tutti, costituisce un itinerario misterioso. Ma è co-
Leader politico moda per raggiungere aree di ristoro e per riscoprire il pia-
cere della musica quando gli imbecilli a sinistra (l’unica si-
Dopo aver allietato i Tony Awards di due anni fa dando dello nistra davvero amata dagli italiani) si lamentano della vostra
stupido a Donald Trump e rivelando che gli avrebbe volentieri posizione e potrete suonargli il clacson per segnalar loro di
tirato un cartone, De Niro si è ripetuto durante la stessa mani- rimanere concentrati sulla strada. Cambia la tua estate: sco-
festazione, mandando - con licenza - a fare in culo il presiden- pri la corsia di destra!
te degli Stati Uniti. La performance ha molto rallegrato la sini-
stra americana, evidentemente dimentica della parabola tem- Giudizio:

L’Espresso 17 giugno 2018 63


REPORTAGE

A 15 anni dall’indipendenza,
finalmente il Paese ex
jugoslavo avrà un nome.
La sua identità però è ancora
sospesa, tra miti antichi e Ue

Passaggio in
di Federica Bianchi foto di Davide Monteleone

64 17 giugno 2018 L’Espresso


Statue e colonne neoclassiche in un parco di Skopje

Macedonia
L’Espresso 17 giugno 2018 65
REPORTAGE

D
opo anni di limbo esistenziale, la ex re- Anche con la Bulgaria ora le cose vanno meglio. Soia ha
pubblica jugoslava della Macedonia, sempre considerato la lingua macedone un dialetto di quel-
temporaneamente identiicata dall’acro- la bulgara e non ha mai riconosciuto l’indipendenza della
nimo Fyrom, avrà presto un nome vero e Chiesa ortodossa di Macedonia; così nel 2012 si era unita ad
deinitivo, riconosciuto da tutta la comu- Atene sul veto all’entrata di Skopje nell’Unione. Ma di recen-
nità internazionale. “Fyrom” sta appunto te Fyrom e Bulgaria hanno stretto un accordo di buon vici-
per Former Yugoslav Republic of Mace- nato che dovrebbe eliminare anche questo ostacolo. Inine,
donia, che fa un po’ sorridere come nome la scorsa primavera, con un atto di pragmatismo politico e
di uno Stato. Non enorme - è grande di realismo storico, il governo socialdemocratico di Skopje
come la Sicilia e ha più o meno gli abitan- ha riconosciuto l’albanese come seconda lingua nazio-
ti della Calabria - ma pur sempre indi- nale, squarciando l’isolamento della minoranza schipe-
pendente da 15 anni, membro delle
Nazione Unite e candidato all’ingres-
so sia nell’Unione Europea sia nella
Nato. La risoluzione dell’acerrima
querelle con la Grecia sul nome elimi-
nerà l’unico ostacolo all’ingresso della
Fyrom in queste istituzioni internazio-
nali, in sospeso da 13 anni a causa del
veto di Atene. Il timore greco era che il
riconoscimento internazionale dell’ap-
pellativo “Macedonia” potesse gettare
le basi per future pretese da parte di
Skopje sulla regione macedone greca,
ambita non solo per ragioni storiche
ma anche per il prezioso sbocco sul
mare. «Nei loro libri scolastici si dice
che la Macedonia è uno stato dotato di
litorale», spiegava qualche giorno fa
hanos Verenis, storico dell’Università
di Atene: «Ma la Fyrom il litorale non
ce l’ha. La Macedonia greca invece sì.
La nostra opposizione a Skopje non è
solo per il un nome ma soprattutto per
la salvaguardia dei nostri conini».
Poi però si è arrivati a un accordo tra
i due Paesi, anche grazie al premier
macedone Zoran Zaev che negli ultimi
mesi ha fatto di tutto per rassicurare
Atene. Una lunga e amichevole telefo-
nata con il leader greco Alexis Tsipras,
A Skopje svetta una mega
l’11 giugno scorso, ha velocizzato la
ricerca di una soluzione. E il giorno
dopo è arrivato l’annuncio: il Paese non
statua di Alessandro Magno.
si chiamerà “Macedonia”, appellativo
che la Grecia reclama per la sua pro- E gli edifici anni ’60 sono
vincia settentrionale, ma “Repubblica
della Macedonia del Nord”, formula
che alla ine ha prevalso sulle altre due
ricoperti con false facciate
ipotesi in campo, cioè Macedonia Alta
e Nuova Macedonia. Su richiesta di neoclassiche in polistirolo
Tsipras, Skopje dovrà anche cancellare
gli articoli costituzionali che hanno
connotazioni irredentiste e accettare
che il nome scelto abbia valenza erga
omnes, ovvero dentro e fuori i conini
nazionali.

66 17 giugno 2018 L’Espresso


Il monumento equestre ad Alessandro Magno nel centro della capitale. In basso: il restauro del teatro dell’Opera e, a destra,
l’area pedonale vicina al fiume Vardar. Nella pagina a sinistra: edifici civili d’epoca comunista recentemente restaurati

L’Espresso 17 giugno 2018 67


REPORTAGE
tara, che vale circa un quarto della popolazione.
Risolta la lunga disputa, a un quarto di secolo dal
disfacimento della Jugoslavia di Tito, Skopje può iniziare la
costruzione di una identità che si spinga oltre la retorica
delle parole e degli stravaganti monumenti voluti dal pas-
sato governo ultranazionalista di Nikola Gruevski, al pote-
re tra il 2006 al 2016, che si ispirava alla Macedonia storica.
Che però era un territorio trasversale: oltre all’attuale
Fyrom comprendeva la regione al nordest della Grecia (con
capoluogo Salonicco), oltre a una piccola fetta della Bulga-
ria sudoccidentale. Il Regno di Macedonia, quello che si
studia nei libri di storia, era un piccolo Stato periferico di
lingua ellenica che con Alessandro Magno arrivò a esten-
dersi non solo su tutta la Grecia ma ino all’Indo, a Oriente.
Dopo la decadenza e la dominazione romana, iniziarono
gli insediamenti di popolazioni slave che avrebbero poi
interessato tutto il territorio della Macedonia storica. L’i-
dea di una moderna Macedonia nasce solo alla ine dell’Ot-
tocento, ai tempi del tardo impero ottomano, su iniziativa
di un drappello di bulgari. Il piccolo territorio inì però
quasi subito sotto l’inluenza serba per poi essere uicial-
mente annesso da Belgrado all’indomani della Prima guer-
ra mondiale. I bulgari furono espulsi e i serbi intrapresero
la nazionalizzazione della regione.
Ma l’orgoglio di una nuova identità macedone aveva ormai
attecchito. Si narra che persino Tito avesse tutta l’intenzione
di coltivarlo all’interno della sua Jugoslavia, con il piano di
allargare in futuro i conini della Federazione a danno della
Grecia. Tutto cambiò con la ine della Jugoslavia unita. E l’8
settembre del 1991 un referendum in Macedonia diede la
vittoria schiacciante agli indipendentisti. Fu così proclama-
to il nuovo Stato, che ebbe riconoscimento internazionale
due anni dopo. Riconoscimento, ma non un nome appunto:
il governo di Skopje ha tentato di farsi chiamare semplice-
mente “Macedonia”, ma invano. Atene - membro della Nato
e della Ue - ha sempre impedito questa scelta, temendo che
dietro le pretese di adottare quel nome si nascondesse la
volontà di perseguire i piani espansio-
nistici di Tito.
Non potendo vincere la partita con
la comunità internazionale, l’allora
La popolazione è slava e
primo ministro Gruevski ha cercato di
raforzare l’identità del Paese insce-
nando un remake completo di Skopje,
in maggioranza di religione
che ha trasformato da modesto villag-
gio (tra l’altro distrutto dal terremoto ortodossa. I musulmani,
del 1963) a piccola metropoli in stile
neoclassico, così da sottolineare l’ori-
gine ellenica e da cancellare una buona
circa un terzo, sono un
parte della sua eredità islamica, lascito
del dominio ottomano. lascito dell’epoca ottomana
Oggi il centro della capitale, appog-
giata lungo le sponde del iume Vardar,
è divento un susseguirsi di colonne
completamente bianche che si irradia-
no intorno alle due piazze princi-
pali, ciascuna su una sponda del

68 17 giugno 2018 L’Espresso


Qui sotto: lavori in corso a Skopje. In basso: un negozio della città vecchia e, a destra, la preghiera dei musulmani
sotto la moschea. Nell’altra pagina: una giostra per bambini e (sotto) il fiume Vardar

L’Espresso 17 giugno 2018 69


REPORTAGE
iume, collegate da un maestoso ponte puntellato da Zoran Zaev, un economista di centrosinistra proveniente da
statue di uomini illustri. In ciascuna piazza si ergono Strumica, una cittadina del sudest macedone citata anche
gigantesche statue dei fondatori della Macedonia antica: da Plinio il vecchio con il nome greco di Astraîon, “la stella-
Alessandro Magno, raigurato a cavallo, e suo padre Filippo ta”. Appena insediato, Zaev ha subito chiarito: «Il tempo
II, primo arteice dell’espansionismo macedone. L’idea di delle spese per monumenti e statue è inito». Le priorità del
Gruevski era chiara: afrancarsi dal mondo slavo (da cui i governo ora sono altre: sviluppare il Paese e portarlo nell’U-
macedoni contemporanei invece derivano) per recuperare nione europea. A chiedere l’adesione è l’83 per cento dei
la grandiosità della storia greca. Così l’aeroporto interna- cittadini della Macedonia del Nord, secondo i sondaggi. Ma
zionale di Skopje è stato chiamato Alessandro Magno, come a fare il tifo è anche Bruxelles: in tempi di Brexit e di crisi
la principale autostrada, e lo stadio ha preso il nome di Fi- dell’Unione, un giovane Stato che invece vuole entrare in
lippo II. A sua volta, delle due piazze la più grande si chiama Europa può far solo piacere. Q
piazza Macedonia, esattamente come
l’arco di trionfo posto ai limiti della
zona pedonale. Di trionfale peraltro
non ha nulla, se non il fatto che lascia
intravedere la mega statua equestre del
giovane condottiero vissuto ventitré
secoli fa.
Ancora peggio è andata ad altri edi-
ici in zona semicentrale che, costruiti
secondo i canoni dell’architettura so-
vietica degli anni Sessanta e Settanta,
sono stati trasformati in baracconi
neoclassici grazie a facciate di polisti-
rolo espanso che hanno suscitato le
risate incredule di una buona parte dei
700 mila abitanti della capitale. Basta
infatti girare l’angolo alla ricerca della
iancata di uno di questi sontuosi edi-
ici per scoprire l’inganno.
D’altra parte le risorse sono quelle
che sono e anni di spese folcloristiche
- insieme a una gestione del potere
fondata sulla corruzione endemica e su
perdoni arbitrari distribuiti ad alleati e
familiari - alla fine hanno obbligato
Gruevski a farsi da parte. Non prima
però di sei mesi di crisi politica al limi-
te della guerra civile. Una battaglia che,
non a caso, aveva preso di mira la nuo-
va Skopje: per sottolineare la loro op-
Ora la sfida è uscire dalla
posizione all’elargizione di dozzine di
condoni ai grandi corrotti, gruppi di
studenti muniti di secchi e vernice
nostalgia di un passato
avevano preso a infrangere il candore
dei monumenti, simboli di un governo mai esistito. E guardare
e di un’identità in cui non si sono mai
riconosciuti, espressioni della megalo-
mania di un leader che usava il passato
al domani, entrando
per giustiicare il presente anziché co-
struire un futuro verso cui traghettare finalmente in Europa
le nuove generazioni. L’avevano chia-
mata la “rivoluzione del colore” ed è
stata l’inizio della ine per il leader ultra
nazionalista.
Oggi oltre il 60 per cento della popo-
lazione sostiene il quarantatreenne

70 17 giugno 2018 L’Espresso


Il colonnato neoclassico nel centro della capitale macedone. Sotto: un vecchio ufficio postale e,
a destra, la facciata del museo archeologico. Nell’altra pagina: la capitale vista dalla fortezza

L’Espresso 17 giugno 2018 71


Le idee Quasi 70 mila overdose da
oppioidi all’anno. Negli Usa la Presto anche il numero di morti per il
loro abuso si moltiplicò per quattro, av-
chiamano epidemia, ma è un vicinandosi ai 20 mila: molti consuma-
tori si iniettavano i prodotti come se
fenomeno endemico. E sociale fossero eroina, spesso mescolandoli a
casa. Si levarono allarmi: ma diversi de-
di LUIGI ZOJA moni erano usciti dall’inferno e non vo-
levano tornarci. Certi medici rilasciava-
no fino a 70 ricette al giorno, dietro

La morte chimica
parcelle tra i 100 e i 300 dollari, anche
senza incontrare il paziente. Esplose il
mercato nero: parcelle contraffatte,
comprate, antidolorifici rivenduti in
gran quantità perché le dosi prescritte

dei derelitti largheggiavano. L’industria farmaceuti-


ca introdusse oppiacei a rilascio lento
per impedire l’overdose (OxyContin).
Ma ormai si consumavano miscugli in-
controllabili: la quasi totalità delle morti
Le dinamiche della società america- “endemico”. C’erano tutte le condizioni sono oggi dovute a overdose di almeno
na dopo qualche tempo arrivano anche perché durasse: l’abitudine ai consumi 2 o 3 sostanze diverse. Il mercato, e il
da noi. Con i loro beneici e i loro pro- non necessari, il diritto acquisito allo lato oscuro del progresso, hanno intanto
blemi. È avvenuto con la industrializ- svago e ai piaceri. Nella edizione del reso fragili le altre dighe. Un milligram-
zazione, il consumismo, i mezzi di 2003 dovetti aggiungere il nuovo con- mo del principale oppioide, il Fentanyl,
comunicazione. Esaminiamo allora cetto di “tossicodipendente compatibi- è cento volte più potente di un mg di
cosa accade in America con la tossico- le”, limitato al ine settimana, che con morina, 40 volte più di uno di eroina. I
dipendenza. La crescita delle morti per qualche sforzo di lunedì torna in uicio. laboratori clandestini sono diventati
overdose da oppioidi (eroina, ma an- Chiamare “epidemie” le tossicodipen- piccoli, produttivi, facili da gestire. Lun-
che Fentanyl e analoghi) è stata inarre- denze di oggi non è solo un errore lin- go certe strade una dose può costare
stabile: da 20 mila annui nel 2000 a 64 guistico: sottintende un atteggiamento solo 10-15 dollari. All’ultimo gradino
mila nel 2016. In quel solo anno, oltre clinico, filosofico, sociologico, uno della società, molti consumatori sono
dieci volte i caduti nelle pluridecenna- sguardo distorto. Esso spinge a concen- tanto senza tetto quanto senza soldi.
li guerre in Iraq e Afghanistan: è ormai trarsi sul sintomo: a somministrare
la maggior causa di decesso per gli aspirina (nel nostro caso: afrontare la ***
americani ino ai 50 anni. dipendenza con nuovi prodotti chimici A differenza di un tempo, in cui si teme-
La tossicodipendenza è una caratteri- o nuove leggi) invece di fronteggiare la va il tossicodipendente in astinenza
stica stabile delle società sviluppate. malattia che provoca la febbre. Purtrop- perché poteva commettere una rapina,
Negli anni ’60 gli Stati Uniti sono stati po gli articoli americani sul tema usano si mette insieme la somma in pochi atti-
percorsi da movimenti di rinnovamen- tutti il termine “epidemic”, come se mi e senza delinquere: ogni passante può
to, arrivati in Europa più tardi: in Italia trattassero di una fase: drammatica, ma darti un dollaro o due pur di esser lascia-
vengono identiicati con gli anni ’70. Le che verrà superata. Controfaccia incon- to in pace. Il mercato ha intanto prodot-
utopie di rinascita esterna, politico-so- scia del consumismo dei tossicodipen- to un’altra novità: il Narcan che, inietta-
ciale, erano accompagnate da altre, denti, questa visione implica una mio- to subito, rovescia l’overdose, salvando
destinate alla dimensione interiore. Ci pia rispetto ai tempi lunghi e un’ottica la vita. È entrato sul mercato a 50 dollari.
si rivolgeva a ilosoie e religioni orien- specialistica. Ha qualche sotterraneo Piccola cifra per una vita, ma grande per
tali, ma anche all’uso di droghe. Poi le legame con la cultura che ha prodotto il tossicodipendente. La guerra è aperta
utopie evaporarono, la dipendenza no. Hollywood: dove nel finale i buoni tra associazioni di assistenza, che cerca-
Negli anni ’70, in una clinica di Zurigo, trionfano. no di distribuirlo gratis fra i soggetti a
ho lavorato con tossicodipendenti. Ne- rischio, e politici che non vogliono spen-
gli anni ’80 pubblicai sul tema un testo *** dere per rendere la tossicodipendenza
clinico e antropologico. Sottolineavo Al volgere del 2000 lo sviluppo scienti- ancor più “compatibile”: tollerabile,
come l’uso di droga si stesse “accomo- ico ed economico degli Stati Uniti ga- normalizzata. Si possono infatti formare
dando” all’interno di un atteggiamento loppava: le associazioni impegnate nella circoli viziosi, con alternanze di droga e
ormai stabile della società occidentale: medicina del dolore ampliarono quindi Narcan continue.
il consumismo. Non andava quindi af- gli interventi per le soferenze croniche. È diicile conservare l’ottica giusta
frontato come “epidemia” o “emergen- La quantità di oppioidi prescritti dai quando l’intero paese, leader nel mondo,
za” transitoria, ma come qualcosa di medici quadruplicò fra il 1999 e il 2010. adotta l’inconscia aspettativa secondo

72 17 giugno 2018 L’Espresso


cui da un male sociale si guarisce senza chi ha soferto per la perdita delle indu- sicodipendenti sono soggetti locali, di
modiicare la società. Il vino esiste da strie tradizionali e la chiusura delle mi- basso livello economico e d’istruzione:
millenni, l’alcolismo pure: anche quan- niere. Milioni di uomini non hanno più ma bianchi, mentre un tempo apparte-
do è eccessivo, il suo consumo è ende- niente. Dal punto di vista economico nevano alle minoranze di colore. Lo
mico, non epidemico. Il New Yorker ha possono conservare il minimo per una stesso strato sociale che ha eletto Trump,
analizzato la West Virginia, Stato dove esistenza “dignitosa”. Ma vivono nel notano gli articoli: ma qui si fermano,
la morte per overdose è oltre il doppio vuoto culturale ed esistenziale: senza proponendo soluzioni legislative, assi-
della media. La zona dei Monti Appala- dignità. La grande maggioranza dei tos- stenziali, farmaceutiche. Purtroppo,
siamo ormai usciti irrime-
diabilmente dalle tradizio-
nali dispute politiche, in cui
una simile base popolare
poteva farsi sentire e strap-
pare qualche conquista. In
tutto il mondo, l’abisso tra
l’élite e simili derelitti cresce.
È facile quindi che la loro
massa aumenti e che consu-
mi droghe sia chimiche che
psichiche: fra queste sta il
trumpismo.
***
Il campo di battaglia è la
post-politica, i nuovi biso-
gni appartengono alla psi-
cologia collettiva. Forse la
cultura americana è troppo
positiva: spinge ad attender-
si che, con il progresso, il
dolore prima o poi venga
eliminato (proprio il pro-
gresso, invece, allunga la
vita: ci sono così più persone
che sofrono di dolori croni-
ci). Con questo sottinteso
inconscio, molti cercano di
curare un permanente dolo-
re psichico con prodotti de-
stinati a quello isico. Questi
illusi hanno perduto la loro
identità e vorrebbero recu-
perarla: ma ciò richiedereb-
be ben altro che sostanze
chimiche o assistenziali-
smo. Persino l’analisi del
New Yorker resta invece in-
terna al cadavere di una di-
soccupazione deinitiva, di
miniere chiuse e di un capi-
talismo non sociale consi-
derati permanenti: non re-
dimibili ma neppure sosti-
tuibili da altro. In tempi e
luoghi sparpagliati, tutto
questo andrà afrontato an-
che in Europa.

illustrazione di Eric Pujalet-Plaa


L’Espresso 17 giugno 2018 73
Cultura Visioni mediterranee

PALERMO
città
aperta
S
Set cinematografici. I ERA INSINUATA
sotto il pavimento
antico di maioli-
Spazi riconquistati. che la radice della
jacaranda che om-
breggia il cortile,
Itinerari segreti. E ora robusta come un
ramo dell’albero
dai iori blu. L’han-
Manifesta, la biennale no scoperta du-
rante i lavori di
d’arte. Il grande risveglio restauro di Palazzo Butera, grandioso
edificio settecentesco alla Kalsa, il
centro storico di Palermo. In segno di
del capoluogo siciliano rispetto per la natura l’hanno lasciata
dov’era e adesso, sotto un vetro tra-
sparente, fa parte del percorso espo-
sitivo voluto dal collezionista milane-
se Massimo Valsecchi, 74 anni, e dal-
la moglie Francesca Frua de Angeli.
di EMANUELE COEN Hanno acquistato due anni fa il palaz-
zo di settemila metri quadrati - una
illustrazione di Carlo Stanga sequela di saloni afrescati e una ter-
razza spettacolare - con l’intento di
farlo restaurare e trasformarlo in un
laboratorio aperto a tutti. Ospiterà la
favolosa raccolta dei nuovi proprieta-
ri e una serie di iniziative rivolte al
pubblico, le op ere di Andy
Warhol, Gilb er t & G e orge,

L’Espresso 17 giugno 2018 75


Cultura Visioni mediterranee
Gerhard Richter, Annibale Car- ne esperienze di lavoro
racci, la collezione di vasi in vetro all’estero. Nel frattempo
Favrile di Tifany e tanto altro. «Quan- anche il mondo guarda al
do la famiglia Branciforti fece costru- capoluogo siciliano con oc-
ire l’ediicio volle che la terrazza fosse chi nuovi, o almeno ci pro-
più alta delle mura civiche, negando va. Dopo l’inserimento nel
ai palermitani la vista del mare. Dopo patrimonio dell’umanità
quasi quattro secoli vogliamo ricon- Unesco, quest’anno Paler-
nettere la città con il suo mare», spie- mo è capitale italiana della
ga Valsecchi, mentre attraversiamo cultura (il calendario degli
cortili e saloni, uici e scalinate alla eventi sul sito palermoca-
vigilia dell’apertura del palazzo, in pitalecultura.it) e ospiterà
occasione di Manifesta 12. per cinque mesi gli artisti di
La biennale di arte contemporanea Manifesta 12, provenienti
sbarca in questi giorni a Palermo (ino da tutto il pianeta. «La
al 4 novembre) con il titolo “Il Giardi- biennale ha scelto di inter-
no Planetario. Coltivare la Coesisten- venire sulla città per inne-
za”. Centinaia di opere disseminate dal scare processi duraturi, at-
centro alla periferia: il lussureggiante traverso l’arte e progetti
Orto Botanico, gli ediici storici Palaz- educativi», dice Mariachia-
zo Forcella De Seta, Palazzo Costanti- ra Di Trapani, coordinatri-
no e Palazzo Ajutamicristo, il quartie- ce dei rapporti tra il team
re Zen. E, appunto, Palazzo Butera. dei curatori e la città, men-
tre sorseggia un caffè nel
Una storia d’accoglienza quartier generale di Mani-
festa, al Teatro Garibaldi. Il celebre immaginario inedito, che fa i conti con
È riservato al punto da non possedere paesaggista francese Gilles Clément, la cappa mafiosa del passato - e del
un telefono cellulare, Valsecchi. Ma ad esempio, ha realizzato in pieno presente - ma non si arrende agli ste-
quando parla di Sicilia, dove è appro- quartiere Zen “Becoming garden”, un reotipi. Il riscatto parte dall’elabora-
dato per la prima volta solo nel 2014 giardino in collaborazione con gli zione di una nuova topograia, dalla
insieme alla moglie, tradisce una certa abitanti, destinato a durare - si spera riconquista di spazi negati come La
emozione. «La nostra epoca è caratte- - anche dopo la manifestazione. Marina, il lungomare diventato per
rizzata dal fenomeno delle migrazio- Se la città è in fermento, l’onda parte decenni deposito di detriti dei bom-
ni», dice: «C’è chi in Europa e in altre da lontano: già da qualche anno foto- bardamenti. «Già Leonardo Sciascia
parti del mondo reagisce alzando mu- grafi e registi, operatori culturali e aveva fatto notare che la Città aveva
ri. Il valore che può salvare l’Europa scrittori lavorano per fabbricare un voltato le spalle al mare. Gli abitanti
invece è l’accoglienza e Palermo, per la
sua storia millenaria così composita e
stratiicata, può rappresentare un pun-
to di partenza per ripensare l’identità
europea».
Basta una visita di pochi giorni per
rendersi conto che oggi il capoluogo
siciliano guarda al mondo puntando
Grand Tour sulle
sulle proprie radici, sull’entusiasmo di Il racconto dei racconti dell’anima Palermo, in particolare dalle grotte di
chi è tornato, sulla buona volontà - e i tedesca è l’“Italienische Reise”, Santa Rosalia sul monte Pellegrino,
“piccioli”, come chiamano i soldi- di il viaggio in Italia che Goethe compì dal ma irritato dal greve design di certe
chi viene da fuori, folgorato da tanta settembre 1786. Sbarcato a Palermo, fontane e palazzi palermitani (specie di
bellezza trascurata per troppi anni. il poeta 38enne annota: «L’Italia, Villa Palagonia) e dalla stravaganza dei
Un’alleanza contagiosa tra generazio- senza la Sicilia, non lascia alcuna loro signori. Poi si perde anche lui sulle
ni. «All’inizio ero scettico, pensavo immagine nell’anima: qui è la chiave di tracce di Giuseppe Balsamo, meglio
che Palermo non fosse pronta per un tutto». Tra le capre e i campi di grano, il noto come Cagliostro, il più brillante
progetto del genere. Ora ho cambiato poeta del Werther e del Faust scopre impostore del diciottesimo secolo.
idea: la città ha una enorme sete di (e disegna) ovunque rovine Miti antichi, riti e superistizioni varie,
cultura», dice Claudio Gulli, giovane di templi greci. baroni e disastri sociali a non inire: da
storico dell’arte che si occupa delle Oltre che da una natura sempre l’anima tedesca è sbalordita
attività culturali di Palazzo Butera, lussureggiante, Goethe è ammaliato dal mix di bellezze, orrori e sapori
rientrato dopo gli studi a Siena e alcu- dalle processioni e dai santuari di sparsi a piene mani nel capoluogo

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L’Orto Botanico. A lato: una scena del film “Sicilian Ghost Story”
di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

della Città rinunziano a cuor leggero contrario per non guardare il mare». implosioni violente, tra contraddizio-
alla tentazione di un panorama azzur- Il riscatto culturale è palpabile, mal- ni e incompiutezze, ha comunque
ro», scrive Roberto Alajmo in “Paler- grado la profonda crisi economica e reso l’accusa di “irredimibilità” una
mo è una cipolla” (Laterza), uno degli sociale - oltre un giovane su due è di- forma nostalgica e cristallizzata di
afreschi recenti più vividi della città. soccupato - la chiusura di alcune li- nominare le cose che intanto sono
«Il mare si sente e si presuppone, ma brerie storiche, la carenza cronica di mutate». Eppure le cose riescono a
Foto: G. Parlato, CAVE Studio

non si vede mai da nessuna parte, né si spazi culturali, la diidenza difusa. E, cambiare, nonostante tutto. E il meri-
vuole vederlo. Anche quando si è data come sostiene la scrittrice palermita- to va anche alla scrittrice, che insieme
una sistemazione provvisoria al Foro na Evelina Santangelo «questo divi- a Paola Caridi dà vita a Panormos
Italico, le persone hanno cominciato dersi su quel che dovrebbe unire. Uno International Weeks, ciclo di in-
ad adoperare le panchine di marmo al dei vizi di una città che, tra slanci e contri con scrittori al cinema Rou-

tracce di Goethe di Stefano Vastano

siciliano e dintorni. «Palermo mi ricorda l’artista. In effetti, la prima immagine Arizona. O nell’altra terribile visione
L‘Avana, ma a differenza della di Sieverding che ci spiazza, entrando intitolata “Am falschen Ort” - nel falso
fatiscente capitale cubana qui ho nella “Haus der Kunst”, luogo - sulle orrende condizioni di
trovato per strada lastre di marmo la Casa dell’arte aperta nel 2016 80mila profughi siriani nei campi di
splendenti in una città in fermento dall’Associazione Düsseldorf Palermo Zaatari, in Giordania.
culturale», dice Katharina Sieverding. nei Cantieri culturali alla Zisa, «Noi artisti e curatori tedeschi
Non a caso sono le strade “luccicanti” è un volto dorato, ripetuto otto volte e sentiamo ancora tanti impulsi vitali in
di Palermo il motivo che la fotografa in un formato di 252 per 356 questa città», dice Michael Kortländer,
tedesca, allieva di Joseph Beuys, ha centimetri. Impressionanti anche le scultore e fondatore dell’Associazione
scelto per il poster della mostra che altre gigantograie, come “Global Düsseldorf Palermo. La sua “Haus der
porta in città (ino al 4 novembre). Desire I”, in cui l’artista rilette sui Kunst”, una ex fabbrica di sedie di 400
«Con le mie foto voglio mettere in fantomatici desideri di capitalismo di metri quadrati che gestisce insieme al
discussione la politica delle identità e Kim Jong-Un, ritratto davanti a un giovane curatore palermitano
dei codici di potere», prosegue centro commerciale a Phoenix, in Alessandro Pinto, è una delle

L’Espresso 17 giugno 2018 77


Cultura Visioni mediterranee
ge et Noir, in un palazzo Liberty a
ianco del Teatro Massimo. Men-
tre in molte città d’Italia le sale
chiudono, qui ogni lunedì decine di
giovani fanno la ila per vedere i ilm-
cult della storia del cinema.

Foresta boniicata
Già, il cinema. E una certa tv. Che rac-
contano la realtà e Cosa Nostra con uno
sguardo nuovo. Registi come Fabio
Grassadonia e Antonio Piazza, che in
“Sicilian Ghost Story” narrano in chiave
iabesca la terribile vicenda del seque-
stro e dell’uccisione del piccolo Giusep-
pe Di Matteo. Oppure Pif, Pierfrance-
sco Diliberto, che in “La maia uccide
solo d’estate”, ilm e serie tv di Rai1, rie-
voca sul ilo dell’ironia e del paradosso
Un salone di Palazzo Butera. A destra: una scena della serie tv “La mafia uccide solo
luoghi, fatti e personaggi della Palermo
di ine anni Settanta, attraverso le vicen- la città può rinascere, tornare a essere a Maresco», scherza Battaglia nel suo
de di una famiglia comune che abita in un faro nel Mediterraneo», aggiunge. Centro internazionale di fotografia,
piazza Sant’Anna, in centro storico. Una scelta drammaturgica, quella di inaugurato pochi mesi fa ai Cantieri cul-
«Si può raccontare la maia in un altro raccontare la realtà mescolandola alla turali alla Zisa, aperto ad artisti di ogni
modo, diverso da quello tradizionale, inzione, condivisa anche da Franco Ma- parte del mondo e a progetti educativi
cercando di far capire i meccanismi che resco, con il suo consueto linguaggio con i ragazzi del posto. C’è poi Roberto
stanno dietro a una mentalità radicata», sarcastico e tragicomico. Dopo “Bellu- Andò, che in dal primo lungometraggio,
ragiona Luca Ribuoli, regista della serie scone - Una storia siciliana”, in queste “Diario senza date” (1995), ha contribu-
tv tratta dal ilm, a pranzo in una tratto- settimane il regista palermitano sta rea- ito a ribaltare una certa visione di Paler-
ria alla Kalsa insieme all’attore Carmelo lizzando “La maia non è più quella di una mo. È ambientato nella sua città anche
Galati, rientrato dopo diciott’anni vissu- volta” (titolo provvisorio), protagonista “Una storia senza nome” (con Micaela
ti a Roma. È iducioso il regista alessan- Letizia Battaglia, grande fotografa e sim- Ramazzotti, Alessandro Gassmann,
drino, che ora lavora a un documentario bolo dell’impegno contro Cosa Nostra. Laura Morante e Renato Carpentieri,
su Palazzo Butera. «Palermo è una fore- «Non è un documentario ma un ilm su uscirà in autunno), una sorta di ilm nel
sta boniicata. Si respira un’aria nuova, tutto ciò che rende la vita insopportabile ilm dal tono leggero, sullo sfondo del

istituzioni di punta nei Cantieri riesposto, insieme alla sua Wagner terminò il Parsifal (lo sgabello
alla Zisa, uno dei centri culturali meravigliosa “Natività”, altra opera in su cui suonò è in una vetrina dell’hotel)
più attivi in città. lattice, alla mostra “Gloria” a Villa Zito, che visse e morì Raymond Roussel,
Oltre alle sedi del Goethe Institut e pinacoteca della Fondazione Sicilia). uno dei padri spirituali del surrealismo.
dell’Institut Français, nell’ex distretto Per Manifesta, invece, Franzella tirerà Un giorno speciale: il 14 luglio 1933,
industriale troviamo i giganteschi spazi su, insieme a Clemens Goldbach, uno la festa di Santa Rosalia.
dello Zac (Zisa Arti Contemporanea) e degli artisti più apprezzati di Ed è al genio della cosiddetta
le mostre che la vitalissima Letizia Düsseldorf, una nuova installazione “pataisica” che Trevisani e l’artista
Battaglia allestisce nel suo Centro sulla piazza delle Dogane, un tempo la tedesco Olaf Nicolai hanno dedicato
Internazionale di Fotograia. «Anche per foce commerciale della città. il progetto “Raymond”, sinfonia di 29
noi artisti siciliani il dialogo con l’arte La coppia Franzella-Goldbach, la Haus autori e altrettanti interventi sparsi fra
e cultura tedesca sono essenziali», der Kunst di Kortländer, Pinto non sono camere e saloni, vetrine e fontane
puntualizza Daniele Franzella, uno degli le uniche sinergie italo-tedesche che del leggendario hotel palermitano
artisti più creativi dell’effervescente farebbero felice il sommo Goethe. (tutte le informazioni sul sito
scena palermitana. È a Düsseldorf, nel «Se rigiri la mappa del Mediterraneo ti Raymond2018.com).
2015, in un atelier dell‘Associazione accorgi che il vero centro è Palermo», Dopo il primo inchino di Leonardo
Düsseldorf Palermo, che Franzella ha dice Luca Trevisani nella hall dell’Hotel Sciascia, che nel 1977 scrisse per
scolpito “Dell’inutilità”, uno dei suoi delle Palme. il dandy francese gli “Atti relativi alla
primi bassorilievi in lattice (ora È in questo grandioso albergo in cui morte di Raymond Roussel”. «A

78 17 giugno 2018 L’Espresso


gola scena del capolavoro di Luchino
Visconti, e ogni location a partire dalla
famosa terrazza di Palazzo Valguarne-
ra-Gangi. «Tre anni prima di Visconti,
Rossellini aveva girato nelle stesse zone
“Viva l’Italia!”», sottolinea Mario Bello-
ne, cineilo appassionato e fondatore del
leggendario circolo culturale La Base,
che negli anni Settanta sidava maiosi e
potenti. «Di questa città conosco ogni
“balata”», scherza Bellone, riferendosi
alle lastre di pietra che coprono le strade,
mentre ordina una spremuta d’arancia
al bar di fronte alla maestosa scalinata
del Teatro Massimo, dove Francis Ford
Coppola girò la scena inale de “Il padri-
no - parte III”.
Una passeggiata in Vespa con Bellone,
che sta scrivendo un libro sulla storia
“antropologica e morfologica” dei set a
d’estate”, diretta da Luca Ribuoli
Palermo, è un viaggio nella storia del
misterioso furto de “La Natività” di Ca- iction televisive. L’agiograia dei magi- cinema tra vicoli arabi e bizantini, piaz-
ravaggio, avvenuto nel capoluogo sicilia- strati, seppure meritevole, rischia di non ze, chiese normanne. Dai grandi classici
no nel 1969. Una vicenda piena di ombre contribuire alla crescita delle coscienze di Vittorio De Sica e Damiano Damiani
su cui lavora la commissione antimaia, in una città a lungo oppressa da una nar- a “Baarìa” di Giuseppe Tornatore (2009),
la quale di recente è arrivata alla conclu- razione obbligata, stretta fra mafia e dai disgraziati di “Cinico tv” di Ciprì e
Foto: CAVE Studio, Webphoto, Corbis via Getty Images

sione che l’opera non è andata distrutta “Gattopardo”. C’è un ilo rosso che lega Maresco a “Mery per sempre” (1989) di
ma è stata venduta in Svizzera a un mer- molti registi a Francesco Rosi e al suo Marco Risi. Fino a “Via Castellana Ban-
cante d’arte dal boss maioso Tano Bada- capolavoro, “Salvatore Giuliano”, diven- diera” (2013), esordio alla regia di Emma
lamenti. «L’unico modo per raccontare tato modello di narrazione della realtà in Dante, e ai ilm in lavorazione.
questa storia lacunosa è prendersi la re- chiave fantastica». Durante il tour capitiamo per caso
sponsabilità di farne una ricostruzione vicino a piazza San Domenico, dove
fantastica», dice Andò, che chiama in
causa colleghi e maestri: «È la scelta an-
In Vespa con il cineilo Daniele Luchetti sta girando il ilm ispi-
rato al romanzo di Francesco Piccolo
che di registi come Pif, che mostrano una A proposito di “Gattopardo” (1963), a “Momenti di trascurabile felicità”
sensibilità lontana dalla retorica di molte Palermo c’è chi sa a memoria ogni sin- (Einaudi), con Pif protagonista. Più

Palermo si intersecano e inseminano della Sala Gattopardo dell‘albergo.


fra loro diverse diacronie, Più cruento il posacenere - con fallo
questa follia geopolitica risuona nei bruciacchiato al centro - che Bojan
suoi vicoli», suggerisce Nicolai. Sarcevic ha posto accanto alla Sala
«Non solo il robusto Goethe o l’esile Azzurra. Lì dove, nel 1953, Cosa
Roussel, tutti gli artisti di Manifesta Nostra decise di entrare nel business
risentono tuttora del fascino di una dell’eroina.
creatività non addomesticata qui a A un’ora da Palermo poi, da non
Palermo», sintetizza Trevisani. mancare l’installazione (un massiccio
Nei bagni dell’Hotel delle Palme si blocco di sapone) che Nicolai ha posto
trova uno dei pezzi di “Au service”, una nei magici spazi del Museo civico di
delle 500 saponette di olio extra Castelbuono. Cos’è oggi Palermo?
vergine di oliva che Nicolai ha creato «Un bambino selvaggio che scoppia
«in omaggio alla follia dell’arte di voler di energie e fai fatica a educare»,
lavare la realtà». conclude Trevisani, tra ironia e
Candida e luminosa anche “The Blue sarcasmo. Un bambino scostumato da
Magic Library“ che Angela Bulloch - morire, ma vitalissimo. Che continua
artista canadese di stanza a Berlino - ad attirare nei suoi oscuri meandri Ritratto di Johann Wolfgang Goethe,
ha affastellato fra le mensole del bar i nipotini di Goethe. Q realizzato da Franz Van Kugelgen

L’Espresso 17 giugno 2018 79


Cultura Visioni mediterranee
avanti sarà la volta di Marco Belloc-
chio con la pellicola sul pentito di
Cosa Nostra Tommaso Buscetta; e
a seguire toccherà di nuovo a Emma
Dante. «Un tempo molti registi ambien-
tavano i ilm nei mercati storici, in par-
ticolare alla Vuccirìa. Oggi non ha più
senso», sintetizza così la metamorfosi il
cineilo scooterista.

Mistero del Pozzo Arabo


Cambia la isionomia della città. Luo-
ghi un tempo simbolici iniscono in un
cono d’ombra, alcuni spazi dimentica-
ti diventano oggetto di narrazione. Il
Pozzo Arabo è un cratere misterioso,
dodici metri per dodici, protetto da
un’inferriata in piazza Edison, Quar-
tiere Matteotti, la zona più borghese
di Palermo, un complesso di piccole L’artista irlandese John Gerrard. Sotto: la guida di Repubblica “Palermo Felix”
strade e palazzine tardo Liberty. Nes-
sun cartello, un rebus che scatena Secondo Vasta, la seconda pulsione è spazio un “terrain vague”, il pozzo è
mille congetture. «A un certo punto quella all’inerzia. «Una buca è uno l’emblema più straordinario e afasci-
prende piede l’idea secondo cui il poz- spazio cavo che, se non viene protet- nante e avvilente di questo bisogno di
zo è il cratere dell’unico vulcano di to e mantenuto, tende a riempirsi di indistinzione». Metafora di una civil-
Palermo, una tesi che si mescola a materia. Se Palermo esprime di con- tà in divenire, in attesa della prossima
quella secondo cui il Pozzo Arabo non tinuo una vocazione a fare di ogni mutazione. Q
è altro che ciò che resta della Torre di
Babele», ragiona Giorgio Vasta, 48
anni, tra gli scrittori palermitani più
brillanti della sua generazione (“Il
tempo materiale”, minimum fax;
“Spaesamento”, Laterza), tornato in
Dalla Kalsa alla Zisa,
città dopo vent’anni trascorsi a Tori-
no e a Roma. Ha scelto questa buca,
sconosciuta ai suoi concittadini, co-
guida per scoprirla
me parte integrante del progetto in
mostra al Teatro Garibaldi per Mani- Ci fu un tempo in cui (312 pp., euro 9,90 oltre al prezzo del
festa: cinque testi audio (scritti da Palermo veniva quotidiano). Il volume di Repubblica
Vasta, Emma Dante, Fulvio Abbate e deinita Felix. Era è una miniera di informazioni, indirizzi
da un gruppo di studenti palermita- l’inizio del secolo per mangiare e dormire, itinerari in
ni), suoni e rumori (Vacuamoenia) scorso e il città, itinerari fuori porta (Monreale,
capoluogo siciliano Bagheria, Madonie sud, Madonie nord
per raccontare alcuni spazi. «Il Pozzo
era al centro e Cefalù, itinerario arbëreshë) con i
“dice” Palermo. Ne fa aiorare un li-
dell’Europa, ne principali appuntamenti di Palermo
neamento, anzi due: due pulsioni in-
dettava il ritmo, capitale della cultura e di Manifesta
trinseche a questa città», prosegue lo era nel fantastico 12, la biennale di arte contemporanea.
scrittore: «La prima pulsione riguar- vortice di trafici Uno sguardo originale su Palermo,
da l’impossibilità di conoscere esatta- commerciali secondo una prospettiva inedita.
mente qualcosa. Così come del Pozzo entusiasmanti ed innovativi... Comincia Ma, soprattutto, “Palermo Felix” è
Arabo sfuggono origine e funzione, così la sua presentazione di “Palermo l’occasione per dare voce ad alcuni
che si tratti di spazi isici, della loro Felix” Giuseppe Cerasa, irma e personaggi, scrittori e intellettuali, che
estensione, dei loro conini, di perso- direttore delle Guide di Repubblica. hanno fatto la storia di questa città.
ne e immaginazione, di episodi, cri- Rievoca i fasti di una volta - l’epoca dei Con i loro testi hanno contribuito al
mini e in generale di fatti giuridica- Florio, della borghesia aperta al mondo volume Roberto Alajmo, Roberto Andò,
Foto: M. Glassner

mente rilevanti, a Palermo non c’è - per parlare d’oggi Cerasa, attraverso Letizia Battaglia, Eric Biagi, Mimmo
modo di arrivare a una conoscenza la “Guida alle meraviglie della città Cuticchio, Francesco Flaccovio, Dacia
chiara di ciò che è accaduto e accade». capitale italiana della cultura 2018” Maraini, Giuseppina Torregrossa. E.C.

80 17 giugno 2018 L’Espresso


GIANFRANCESCO TURANO
quelli dell’Arsenal o del Bayern.
Lui stesso ha imparato a cavarsela
con le lingue perché a casa che fa?
La strada, se ti morde, ti tiene. È

S
come Lucifero. Promette lunga vita e
bastonate. Ma devi stare in

IN 1 FOGLIO
strada.
Chi si rimangia il patto,
inisce come quel collega che
aveva fatto i soldi con i porta-
chiavi durante i Mondiali del
e parli con Antonio, ti spiega che 1990. Da lì aveva aperto quat-
i tifosi del Milan comprano anche se hanno tro, cinque negozi. Gestiva da
perso. Quelli dell’Inter, solo se vincono. An- Lugano. Volava.
tonio è del Milan, questo sì. Ma con due ban- Qualche giorno fa, si è
carelle nel piazzale di San Siro da oltre cin- saputo che gli hanno seque-
quant’anni, il commercio lo obbliga all’impar- strato tutto. Fallito. Forse per-
zialità. Se parli con lui, non è come presentar- de anche la casa.
si all’Ufficio Facce di Jannacci e Viola per Antonio, invece, piedi
farsi classiicare nel tifo. Se ci parli, senti la per terra. Figli sistemati. Sol-
storia di migliaia di partite che non ha guar- di a suicienza. Gli amici di-
dato, di nebbia, di secondo e terzo anello, di cono che ne ha portati in Sviz-
quando il Palasport è zera anche lui, e questi sono
crollato sotto la neve e di
quando la gente, piutto-
ANTONIO A gli amici. Lavoro a parte, gio-
ca la partitella settimanale,
sto che vedere una squa-
dra non all’altezza di Mi- SAN SIRO magari anche due, di espe-
rienza.
Da un po’ usa la parola vecchio che è no-
lano, se ne andava all’ippodromo lì accanto
per giocarsi la trio a girare nella quinta corsa. civa. Ma nessuno può accusarlo di averla
Antonio ha settantasette anni verso i set- usata troppo presto, come tanti che si arren-
tantotto. Parla ancora con l’accento di quando dono e impigriscono. Persino i igli stanno a
è partito verso il Nord e il suo paese si chia- casa più di lui.
mava Lucania. A suo genio, ogni tanto regala qualcosa.
Potrebbe starsene a casa. Ha superato Un paio di calzettoni con il suo nome sopra,
anche la tempesta della merce autorizzata, un beretto rossonero per tua iglia. Non c’è
dopo decenni di magliette tarocche. Ha una bisogno di ringraziarlo. Basta dirgli che lo
commessa cinese che riesce a comunicare con rispetti. Antonio sa distinguere se è vero. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 83


Cultura
Libro Mario Fortunato

Quella libertà
che fa paura
Carlo Levi indaga il sentimento
che ha generato il fascismo
Lo scrittore e pittore Carlo Levi

veramente una sorpresa leg- a Giorgio Agamben che irma un’intro- scismo (oggi, con la crisi del modello

È gere oggi “Paura della libertà”


(Neri Pozza, pp. 154, € 15) di
Carlo Levi (1902-1975), “po-
ema ilosoico”, secondo il suo
stesso autore, scritto fra il 1939 e il 1940
nel nord ovest della Francia, a La Baule
- mentre l’Europa cominciava quell’eser-
duzione di poche e limpide pagine, in cui
racconta fra l’altro come a suo tempo il
libro sia stato malinteso o forse sempli-
cemente non capito dall’intellighenzia
comunista a cui pure Levi fu legato so-
prattutto negli anni Sessanta. In efetti,
già nel suo tono direi sapienziale, nella
della democrazia rappresentativa, siamo
a un passo dal medesimo clima emotivo).
Per analizzare tale paura, lo scrittore si
cala nei centri nervosi da cui il suddetto
sentimento origina, trasformandosi in
sistema: l’opposizione tra il sacro e il re-
ligioso, l’analisi dello Stato come idolo
cizio di autoannientamento deinito Se- scrittura misteriosa e avvolgente, Levi sociale, il ruolo della guerra quale nucleo
conda guerra mon- sembra provenire da un altro pianeta, originale della massa moderna, il lin-
diale – ma pubblica- rispetto al dibattito italiano delle idee guaggio e la funzione dell’arte, l’idea
to solo nel 1946, nell’immediato dopoguerra. Né Gobetti della morte. Allo Stato-idolo, Levi con-
all’indomani del né Gramsci sembrano presiedere a que- trappone lo “stato di libertà”: che corri-
grande successo di ste pagine, ma casomai (è un suggeri- sponde a una sostanziale fuoriuscita dal
“Cristo si è fermato a mento di Agamben) Mauss e Durkheim. modello di sviluppo capitalistico che,
Eboli”. Levi individua nella “paura della libertà” secondo lui, non può che perpetuare
La riscoperta del te- – cioè nel segreto ma essenziale deside- «l’eterno fascismo italiano». La sua è una
sto (mai più ristam- rio di schiavitù, che si annida nelle masse proposta di “libertà nelle passioni”, che
pato come autono- soprattutto metropolitane del XX secolo mi pare oggi di un’attualità politica dav-
mo dal 1964) si deve – il sentimento che ha dato luogo al fa- vero, ma davvero sorprendente. Q

Leggi anche Marco Pacini


L’appello dello sciamano
Claude Lévi-Strauss, novantottenne, scrisse al collega con la potenza di un linguaggio “altro”. Il
di cui aveva letto il manoscritto: «Sono enormemente linguaggio di chi, in una notte insonne in
impressionato, mi cattura completamente». Il collega mezzo alla foresta, continua a chiedersi
antropologo è Bruce Albert, 66 anni, che dal 1975 vive da dove venga tutto ciò che lo circonda, «dove sono andati
in Amazzonia tra gli Yanomami. Ma l’autore vero di quel gli spettri di tutti quelli che sono morti prima di noi». Come
manoscritto, che impressionò lo scrittore-scienziato di se fosse la prima volta. Ma cattura anche per la forza
“Tristi tropici”, è Davi Kopenawa, sciamano yanomami della denuncia della repressione culturale e della
e portavoce del suo popolo. Quella straordinaria devastazione ambientale che il suo popolo continua a
Foto: F. Giaccone / Contrasto

testimonianza, quell’appello al mondo occidentale subire. Per la critica all’ipoteca che l’Occidente ha posto
(il primo) ora arriva in Italia (“La caduta del cielo”, sul futuro del mondo, non solo del suo mondo. Un viaggio
Nottetempo, pp. 1069, € 35). straordinario, frutto di dieci anni di colloqui nella foresta
Una lettura luviale che cattura come catturò Lévi-Strauss, tra l’antropologo e lo sciamano. Q

84 17 giugno 2018 L’Espresso


Freschi di stampa Sabina Minardi

DUE SIRENE bagaglio leggero e pensieri


IN UN BICCHIERE pesanti. Ad accoglierle ci
Federica Brunini sono Dana, che cura tutto
Feltrinelli con centrifugati bio, e
pp. 222, € 15 Tamara, artista di mezza età
Il richiamo del mare, del sole, patita del mare. Tra corsi
della spensieratezza. Di quei di yoga, arte, cucina e
luoghi remoti dove sembra chiacchiere la guarigione
concentrarsi l’equilibrio del è garantita.
mondo. Miracoli che talvolta
diventano luoghi del cuore, in ROMA
cui si inciampa vagando per Fulvio Abbate
mare, per lo più. Come sa Bompiani Stanze di Raffaello e delle giornalista di 27 anni, acuto
l’autrice, scrittrice e pp. 466, € 13 camere di Palazzo Grazioli. osservatore, a Genova per
viaggiatrice impigliata da anni È una Roma controvento, di Ci sono murales, grafiti, e indagare su uno strano
nell’isola di Gozo. È in questa chi vive la città con curiosità trafori. La gente di Roma: trafico di sostanze
ansa di terra in mezzo al continua, e non si limita a Carlo Verdone, Claudio Villa, radioattive. Dall’altra uno
Mediterraneo il b&b inveirle contro o ad amarla Gina Lollobrigida, Renato scienziato brillante, genovese,
protagonista di questo senza riserve. Al contrario, Zero. E ci sono gli esegeti emigrato a 24 anni negli Usa,
romanzo che inesorabilmente Abbate, con l’occhio distante di Roma: come Filippo e di lì inito a progettare
richiama alla mente Villa e mai neutro da palermitano, Ceccarelli, “lo Svetonio delle bombe atomiche. Una storia
Donna, l’hotel greco di Donna- tratteggia una guida turistica cronache del potere”. I e una lettera che si interseca
Meryl Streep in “Mamma random e accurata al tempo quartieri, naturalmente. E la come un racconto. In mezzo
mia!”. Quattro camere, non stesso. Dov’è il dettaglio Roma vista dagli altri: da la vicenda di quattro ragazzi
una di più. Un indirizzo esilarante a tenere insieme il Woody Allen a Peter Blume. degli anni Sessanta, coi loro
conosciuto soltanto grazie al dramma e la commedia. Ecco Un breviario da giorni attuali sogni e l’idea di una vita fatta
passaparola, dove si accede perché servono punti di vista che rinnova l’amore per di scelte chiare e pochi
dopo l’accurato vaglio di una nient’affatto scontati e la Capitale. compromessi: da che parte
richiesta scritta e motivata. È prospettive insolite per stare; quale ideologia, rossa
qui che approdano i pochi coglierlo: come il nastro LA SECONDA VITA o nera, preferire; gli Stati Uniti
ospiti in cerca di viaggi trasportatore bagagli Enrico Pedemonte come nemico da abbattere. Il
interiori. Sirene stanche, dell’aeroporto di Fiumicino, Frassinelli mestiere, le passioni e gli
come Eva, Jonas, Olivia, Lisa emblema di un caos che ti dà pp. 266, € 17,50 studi di una vita dell’autore - il
e Lara, che da parti diverse il benvenuto. C’è la Roma dei Sette giorni e due binari giornalismo, la scienza - in
del mondo arrivano sull’isola, delitti, dei palazzinari, delle paralleli. Da una parte un un thriller molto poetico. n

Saggio Alchimia dei sogni Roberto Di Caro


Cappozzo recupera i codici di interpretazione più diffusi nel Medioevo
a Apollodoro a Kerouac, dalla tradizione arabo-i- pp. 416, € 35). Lo scorri e consulti con la

D slamica ino alla Smoria napoletana, catalogare


i sogni è dipanare il mondo, sviscerarne il senso
attraverso i segni, svelarne le nascoste correla-
zioni, razionalizzare l’irrazionale: la realtà ester-
na, divino incluso, per gli antichi come per gli uomini del
Rinascimento; l’individuo e l’inconscio, per il Novecento
marchiato da Freud. Stupefacente è semmai, per la gioia
stessa leggerezza con cui spulceresti la
Smoria per sapere che numero giocare al
lotto, questo dottissimo lavoro di recupe-
ro di tutti i codici tra loro anche molto
diversi che riprendono, traducono e inte-
grano il testo oniromantico più difuso e
usato tra Medioevo e Rinascimento. Per
degli innatisti, il fatto che «durante il corso di 3.200 anni scoprire, apriamo a caso, che «cholla ver-
dall’antico Egitto a oggi, l’interpretazione dei sogni è rimasta gine favellare anghoscia signiica, chon putana iacere securi-
sorprendentemente coerente, dimostrandoci che nel mo- tà signiica». In una vorticosa scorribanda tra sogni divinato-
mento in cui la razionalità viene disattivata l’essere umano ri, scaramantici, profetici, danteschi e boccacceschi, rivela-
si scopre uguale a se stesso». zione di Dio o inganno del Demonio, cabala, alchimia e tutti
Così Valerio Cappozzo, direttore di Italianistica all’Univer- i possibili universi di simboli. Perché, come scriveva Leonar-
sity of Mississippi, nel suo “Dizionario dei sogni nel Medio- do da Vinci, «vede più certa la cosa l’occhio ne’ sogni che
evo. Il Somniale Danielis in manoscritti letterari” (Olschki, colla immaginazione stando desto». n

L’Espresso 17 giugno 2018 85


Rock&Co. Alberto Dentice

Luca Carboni in orbita con Sputnik


Atmosfere retro-futuriste nel nuovo album del cantautore bolognese
Le strade del pop sono infinite ma inediti della sua carriera. Un oggetto dato un contributo alla freschezza
non tutte portano a Roma. Qualcuna talmente compatto e luccicante nella del linguaggio, non solo una furbata
porta a Bologna. È da quella pista di sua efimera consistenza pop da per non perdere il trend.
lancio infatti che Luca Carboni è risultare quasi perfetto per il ritorno al Di stampo retro-futurista anche la
decollato con il nuovo album, futuro che la missione prevede. veste elettro-pop dell’album prodotto
“Sputinik”, il dodicesimo disco di Il rapporto con la memoria, infatti, con Michela Canova, disegnata dalle
gioca un ruolo non indifferente nelle tastiere, dai synth, dalla
nove canzoni di questo nuovo lavoro. programmazione di un arrangiatore
E in un paese che dà l’impressione di di rango come Christian Rigano,
averla perduta, questa sembra già una strizzando l’occhio alla dance into
scelta politica. Il confronto tra passato spensierata dei Righeira anni Ottanta.
e presente afiora nell’ironia di “Amore «Da quassù la Terra è bellissima senza
digitale”, nel romantico amarcord de “I frontiere né conini» è la famosa frase
ilm d’amore” anche in termini di un pronunciata da Yuri Gagarin riprodotta
confronto generazionale. Non a caso, sulla copertina. Ma anche se il pianeta
per la scrittura Carboni ha chiamato ha iniziato a girare al contrario, sembra
alcuni esponenti di spicco del pop/rap dire il cosmonauta Carboni, il pop è qui
dominante come Calcutta (“Io non per dimostrare che fa bene provare
voglio”) Giorgio Poi (“Prima di partire”), a ballarci sopra sidando la legge
Gazelle (“L’alba”). Uno scambio che ha di gravità. Q

apparenze, sistemato comodamente in poltrona c’è Monsieur

Teatro Rita Cirio


Super Io, il custode della coscienza morale. In “Sarto per signora”
del 1886 una garçonnière è la faccia nascosta ma complementare
del salotto borghese; afittata al protagonista Moulineaux, la porta

Garçonnière Feydeau d’ingresso non si chiude bene e questo permette l’ingresso a


personaggi sbagliati nel momento più sbagliato. Regola somma
della drammaturgia di Feydeau. Adattato e diretto al Teatro delle
Georges Feydeau si faceva da solo anche le regie; scrivendo Muse di Roma dal protagonista Marco Zadra, con una regia
didascalie minuziose, progettando trame e situazioni intoccabili: incalzante e spumeggiante,“Sarto per signora” conferma un suo
a spostare qualcosa si rischia il mancato funzionamento della nonsense che sottolinea l’antinaturalismo di Feydeau. Q
macchina. «Il teatro era il suo vizio. Vi metteva la cura meticolosa
dei maniaci», testimoniava Cocteau, che, giovanissimo, qualche Una scena di “Sarto per signora”. In alto: Luca Carboni
volta tirava tardi insieme a lui accompagnandolo, dopo Maxim’s,
all’edicola dei giornali della stazione Saint-Lazare. Meccanismo,
ma anche macchina celibe in anticipo su quelle escogitate dalle
avanguardie storiche, e anche “apparato”, come Freud deiniva la
psiche, e qualcosa di “Freud malgré lui” lo si ritrova in Feydeau.
I suoi personaggi sono costretti nei loro ruoli di moglie-marito-
amante da una spinta che li obbliga a intrecciare complicatissimi
adulteri, quasi mai consumati. Questo sottintende, in termini
freudiani, non tanto il soddisfacimento di una pulsione sessuale
quanto piuttosto una sorta di coazione a ripetere. La “ripetizione
del bisogno” - incontrare l’amante - si trasforma quindi per i
protagonisti in un “bisogno di ripetizione”. Tra i frequentatori in
incognito di stanze d’albergo e di garçonnières, dove al secondo
atto si dovrebbero scatenare le pulsioni, ci sarà forse anche l’Es, il
“grande serbatoio” della libido; mentre nel salotto borghese del
primo e del terzo atto, dove i protagonisti rispettano il codice delle

86 17 giugno 2018 L’Espresso


Classica sue sonorità, ma anche agli
strumenti a corda, ai iati,
Cultura
all’orchestra barocca, all’organo e in
Riccardo Lenzi modo particolare alla danza (che
studiò da bambina). La Hewitt si
dimostra poi sensibile interprete
beethoveniana nel cd appena uscito
che comprende le sonate numero
13, 17, 25 e 30 (Hyperion).
Buuh!
Quest’ultima, la celeberrima opera
109, è da sempre ritenuta una delle
pagine più complesse: da una parte
tutto vi pare come improvvisato, a
iniziare dall’apertura; dall’altra il
materiale è elaborato minutamente,
Alfonso Pecoraro Scanio, che già
come si può rilevare dalle molte
aveva avuto come ministro
indicazioni sullo spartito.
dell’Ambiente i suoi problemi con

Bach rapito Il dificile è renderla


omogenea nella realtà
di tempo e di suono. La
l’emergenza riiuti in Campania,
torna alla carica con una petizione

da un’Angela Hewitt fa sembrare che il


testo si dischiuda da solo,
spontaneamente. In
per candidare il belcanto e l’opera
lirica italiana a patrimonio Unesco.
«Dopo aver lanciato con
entusiasmo la candidatura della
Un festival italiano e un particolare l’ultimo tempo,
pizza a patrimonio immateriale
“Andante molto cantabile
disco celebrano l’arte ed espressivo”, è
Unesco, ho ritenuto opportuno
sostenere questa nostra
pianistica della Hewitt immerso in un’atmosfera
straordinaria realtà», afferma
lirica e contemplativa: il
ringalluzzito. Dalla pizza a Verdi per
Non ha i tacchi a spillo e non veste tema iniziale ricorda una sarabanda
un po’ di consenso e visibilità. n
gonne con spacchi vertiginosi come la «e Czerny era nel giusto quando
collega Yuja Wang, eppure nei paesi scriveva che il movimento è nello
anglosassoni è un autentico punto di stile di Händel e Bach», spiega
riferimento. È infatti considerata
l’interprete bachiana al pianoforte per
eccellenza, tanto che la prestigiosa
rivista “Gramophone” indica nel
la stessa Hewitt nel libretto
d’accompagnamento. «Ricorda
la sarabanda dalla “Sesta suite
francese” di Bach, nobile ma con
Bravo!
“Trasimeno music festival”, dal 29 qualche sfumatura di tristezza».
giugno, uno degli appuntamenti più Perché Bach è ovunque. n
interessanti dell’estate. A parte la
locazione meravigliosa, fra i teatri storici La pianista Angela Hewitt
e le chiese di Perugia, Monte Castello di
Vibio, Cortona e Magione, a “valere la
deviazione” è proprio lei, la sua
animatrice, la pianista canadese Angela Una bella soddisfazione per il
Hewitt, che del genio di Eisenach direttore d’orchestra Gianandrea
eseguirà, fra l’altro, il Concerto per due Noseda, dopo le polemiche che lo
tastiere e orchestra Bwv 1060 con hanno coinvolto nel “Caso Regio di
Gabriela Montero e l’intero Torino”. Principale bacchetta ospite
“Clavicembalo ben temperato”. Come della prestigiosa London Symphony
interpreta Bach la Hewitt? Parco uso del Orchestra, ha iniziato a incidere
pedale, suono cristallino, polifonia l’integrale delle quindici sinfonie di
Dmitrij Sciostakovic per Lso Live.
Foto: Fairfax Media - GettyImages

trasparente nella sovrapposizione delle


voci, ogni elemento risolto sempre in L’Ottava sinfonia, scritta nel 1943
espressione. Non utilizza il pianoforte in un momento drammatico della
solo con le dita, ma soprattutto con la storia della Russia impegnata in
testa: non pensa esclusivamente alle una guerra spaventosa contro la
Germania nazista, è appena stata
registrata al Barbican Centre di
Londra e uscirà in ottobre. n

L’Espresso 17 giugno 2018 87


Cultura
appena sfornati. Dall’alto dei suoi

Hovistocose Beatrice Dondi


quindici milioni di dischi venduti, del suo
successo tanto duraturo quanto fané e
dei suoi gorgheggi studiati con ostinato
impegno, l’usignolo di Cavriago ha
accettato di buon grado il compito di
riempire i palinsesti infestati dalle urla
Trash News
come alghe appiccicose per schiarire le Gianmatteo Pellizzari
acque, come ospite d’onore, master chef
vip, giurata d’eccezione e commentatrice
da talk show. L’ultimo esempio è il nuovo
programmino di Amadeus irmato Carlo
Scienza
Conti, “Ora o mai più”, in cui piccole
meteore dei passati Sanremo si
formato spot
rimettono in gioco. Giudice e fata madrina Una delle rime più oneste della
è la signora Berti, che un bel sette non lo canzone italiana, eternamente
nega a nessuno, senza governata dai gemelli siamesi

Orietta o mai più polemiche né contrappunti.


Moglie di Osvaldo, madre di
Omar e Otis, padrona dei
“cuore” e “amore”, porta la firma
degli Elii (Elio e le Storie Tese, per
l’anagrafe): «Son tante le cose
segrete dal nostro organismo
Dai talk show alle meteore cani Olimpia e Otello, oltre
l’ostinata propensione per secrete». Un verso poeticamente
di Amadeus imperversa la la lettera O, la capinera discutibile, forse, ma ineccepibile
signora Berti dell’Emilia ha vestito a onor sotto il profilo metrico. E anche
del vero pochi abiti, sotto il profilo scientifico. Del
Quando la nave è senza nocchiero in gran sicuramente meno di quelli delle bambole resto, cosa può normalizzare un
tempesta le soluzioni possono essere che colleziona sui copriletto ricamati argomento repulsivo meglio della
diverse. Una delle più facili è cercare volti all’uncinetto. Restano impressi i fasti scienza? Cosa può neutralizzare
rassicuranti, capaci di trasformare quella di Suor Sorriso con “Dominique” il nostro fastidio con altrettanto
nave in semplice barca, e senza opporre (nicche nicche) e lo sdegno cantato in (soave) distacco? Gli scienziati
resistenza né remate, lasciare che “Tarantelle” di Umberto Balsamo in cui spiegano, i pubblicitari
conduca in porto sani, inutili e salvi. Così tuonava (si fa per dire): «Non è permesso ascoltano. Imparano l’arte
accade che ripescando dall’ampio bacino vivere adesso senza rubare di qua e di là, della normalizzazione, della
di antiche glorie in odor di delicato trash un assessore, senza rumore, la villa al neutralizzazione, e poi cercano
sia stata presa Berti Orietta, al punto da mare così farà». Tutto il resto è un placido di tradurre quel (soave) distacco
far diventare ardua l’impresa di cambiare luttuare sul mare piatto senza scossoni. in spot. No, non esiste sporco
canale senza incappare nelle sue rose Dove con le sopracciglia disegnate e il impossibile, e non esistono temi
fucsia stampate su magliette in simil giusto tocco di surrealtà, la signora Berti repulsivi: lo dice la scienza,
lana. Sera dopo sera, l’Orietta continua a dispensa consigli e ringraziamenti lo ripete la pubblicità. Lo ripete
rilasciare con grazia maldestra spruzzate indistinti, destinati a durare quanto una ogni santo giorno, tempestandoci
di cipria rosata, commenti e sorrisi passata di lucidalabbra. E lasciando quel allegramente di odori, umori,
sempre con la stessa identica tonalità, senso di inutile benessere, come quando catastrofi veneree e sciagure
sia che stia elogiando Di Maio o i biscotti ci si immerge nel mare di Riccione. n intestinali mentre facciamo
colazione, mentre pranziamo e

Semaforo TV mentre ceniamo! Niente di nuovo,


certo, però i filtri narrativi
del passato, una tivù dove gli

l l
Un esperimento riuscito «Quella dei 170mila presunti ippopotami “parlavano” di
firmato Rai Due: un supplente profughi che ora stanno pannolini e il paracadutismo
a sorpresa entra in una classe vedendo la tv in albergo “parlava” di assorbenti, sono
di maturandi. E mette i ragazzi nelle è una pacchia che non ci possiamo diventati pura informazione.
condizioni di parlare di mafia, legalità, permettere» ha tuonato il neo ministro Diretta. Dettagliata. Le perdite
talento, bullismo e passione politica. dell’Interno Matteo Salvini. Molto urinarie si chiamano “perdite
Senza tanti filtri, né trucchi, né inganni. meglio allora far loro guardare il piccolo
urinarie”: punto. È la scienza,
Dopo Saviano e la Maionchi toccherà a schermo da una nave in mezzo al mare
bellezza. E tanti cari saluti alla
J Ax e Mentana. Vuoi vedere che fuori dai porti giusto? Il segnale
nostra colazione, al nostro pranzo,
abbiamo trovato la Buona scuola? è garantito, la barbarie anche.
alla nostra cena. n

L’Espresso 17 giugno 2018 89


Cultura
Cinema Fabio Ferzetti
che sono la cifra esistenziale e poetica
della Dickinson. Protagonista assoluta
ma non unica di questo ilm che incor-
pora i suoi versi al racconto senza ombra

Sognando Emily Dickinson di artiicio. E ripercorre la sua esistenza


da autoreclusa, i rapporti con i familiari,
i sogni, la scrittura, le amicizie, il tempo
“A Quiet Passion” di Davies. Da non perdere che passa inesorabile, schivando i cliché
i voleva Terence Davies, il americana (1830-1886), che non lasciò romantici per esaltare invece il coraggio,

C grande autore inglese di mai il tetto familiare di Amherst, Mas- la ierezza, l’ardore, perino le gioie e
“Voci lontane sempre pre- sachusetts, per vincere le sirene dell’at- l’umorismo di una vita diversa da tutte
senti”, per dedicare alla i- tualizzazione forzata portando noi ver- e insieme uguale a quella di ognuno di
gura immensa e insieme so l’intrepida Emily, non viceversa. Così noi, come i suoi versi non smettono di
umbratile di Emily Dickinson un ilm come ci volevano tutta l’arte e l’imme- dire. Che chieda umilmente al padre
così profondo e commovente, sempre desimazione dell’incredibile Cynthia (Keith Carradine) il permesso di scrive-
miracolosamente alla sua altezza. Ci Nixon per cogliere quel misto di forza e re di notte, o sistemi insegnanti e bigot-
voleva il rigore di un regista pronto a fragilità, rivolta e rassegnazione, educa- ti di ogni risma con argomenti proto-
girare nella casa della grande poetessa zione puritana e iero anticonformismo, femministi; che aggredisca il fratello
sposato, sorpreso con l’amante, o rim-
Una scena del film “A Quiet Passion”. In basso: il Museo Zeppelin proveri l’uomo che ha osato “corregge-
re” la sua punteggiatura, Emily tiene
sempre i piedi piantati nel mondo (e
nella Storia: sullo sfondo passano schia-
vismo e Guerra Civile) e lo sguardo isso
verso l’eternità che ci attende. Diicile
immaginare igura più estranea alle re-
toriche dominanti. Anche per questo “A
Quiet Passion”, con i suoi ampi movi-
menti di macchina che sembrano dav-
vero catturare il Tempo, è un ilm da non
perdere. Q
“A Quiet Passion”
di Terence Davies
Gb - Belgio, 125’ aaaab

Luoghi d’arte Stefano Vastano

Nell’aria il mito degli Zeppelin


Le scale, in alluminio, sono di un azzurro elettrico. Dopo dieci tecnica all’arte»,
scalini ecco il ristorante dello LZ Hindenburg, l’ultimo dei dirigibili spiega la direttrice
Zeppelin. Siamo a Friedrichshafen, sulle acque del Bodensee, dove Claudia Emmert. Oltre
dal 1900 il conte von Zeppelin fece volare le sue “navi dell’aria”. alla mostra
L’ultimo dirigibile in 48 ore arrivava a New York, era lungo 245 permanente sugli
metri ed aveva 72 letti a bordo. Ogni anno, oggi, vengono 250mila Zeppelin, è appena
visitatori ad ammirare i divani arancioni del suo salone, la sala- partita (ino al 4
posta in stile Bauhaus ricostruiti alla perfezione nel museo. Un novembre) “Innovationen!”, retrospettiva che riscostruisce 100
mito, quello degli Zeppelin. Che non furono solo un prodigio della anni di novità tecnologiche attraverso la storia del gruppo Zeppelin.
tecnica, ma propaganda per il Terzo Reich di Hitler. E una Al primo piano, ino al 3 febbraio 2019, “La proprietà impegna“,
catastrofe in cui morirono - il 6 maggio del 1937, vicino a New York i capolavori della collezione del museo analizzati dal punto di vista
- 36 passeggeri. Anche il museo Zeppelin, costruito nei primi anni politico. Una bellissima Madonna gotica, ad esempio, che dal
Trenta, è una perla dell’architettura razionale del Bauhaus, 1939 appartenne ad Hermann Göring, maresciallo della Luftwaffe
fantastici il ristorante del museo, le scale e la terrazza sul lago. di Hitler. «Siamo tra i primi a ricostruire la provenienza di ogni
«Siamo l’unico museo in Germania a unire nelle nostre sale la pezzo della collezione», dice orgogliosa la curatrice, Fanny Stoye. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 91


Cultura
Arte Germano Celant

Se il sacro è
contemporaneo
Le immagini di ascensione e purificazione
firmate da Bagnoli. A San Miniato al Monte
Art box
I
l dialogo tra arte e sacro si sta sempre più aievolendo. Le ragioni posso-
no risiedere nella ritrosia estetica verso le proposte contemporanee, da Alessandra Mammì
parte delle istituzioni religiose, quanto nell’indiferenza ai soggetti di fede L’ULTIMO VOTO
da parte degli artisti, protesi verso una dimensione sempre più servile al Ella Bergmann-Michel. 23 giugno -
sistema del mercato internazionale. Tuttavia alcune sacche di resistenza, 1 luglio. XXXII Cinema Ritrovato.
che s’identiicano spesso con interventi sulle grandi vetrate, da Gerhard Richter Sedi varie. Bologna.
(Colonia) a Sigmar Polke (Zurigo), da Robert Morris (Maguelone) a Jennifer Di solito usava il collage oppure
Bartlett (Houston), continuano a esistere. Rari sono invece gli esempi sul piano la fotograia e realizzava le sue
della progettazione di ediici, come la Cappella di Santa Maria degli Angeli, composizioni /scomposizioni in
disegnata da Mario Botta e decorata da Enzo Cucchi sul monte Tamaro, oppu- obbedienza al costruttivismo,
re su quello delle installazioni, come Bill Viola nel Duomo di Milano, in osmo- movimento di cui faceva parte.
si con i suoi elementi storici, dalla navata alla cripta. Nell’ambito del primo si Ma nel clima progressista della
colloca Austin, un’architettura, disegnata nel 1986 e terminata nel 2015, di Repubblica di Weimar, Ella riuscì anche
Ellsworth Kelly (1923-2015), in Texas, che riprendendo la monumentalità a girare alcuni documentari che,
della luce nella Cattedrale di Chartres, porta all’ediicazione di un innesto vo- sempre con spirito d’avanguardia,
lumetrico primario, dove i colori funzionano, sia nel frontone e nell’abside, sia raccontavano la nascita delle cucine
nei quattordici dipinti che raigurano la Via Crucis, quali veicoli di un sentire comuni, la nuova architettura sociale
spirituale, dalle connotazioni ino alle riprese sull’ultima campagna
astratte. Nell’ambito del secon- elettorale della Germania libera nel
do, all’interno della Chiesa di 1932. Rarissimi materiali che ora
San Miniato al Monte, Firenze recuperati e restaurati la Cineteca
(ino ad aprile 2019), in occasio- di Bologna ripropone nel suo storico
ne del suo millenario 1018- e imperdibile festival.
2018, l’artista Marco Bagnoli
IL MIO AMICO HARALD
(1949) è intervenuto dando voce
Balthasar Burkhrad.
e luce ad immagini di ascensione
10 giugno - 30 settembre -
e di purificazione, dalla scala Masi sede del Lac. Lugano.
alla ciotola. È un ricorso all’ico- Come cronista documentò l’efimera e
nograia e alla simbologia che radicale rivoluzione degli anni Settanta,
mette in collegamento il raccon- sempre accanto ad Harald Szeemann,
to e le vicende del credere in una il grande curatore di cui immortalò
dimensione “altra”, connessa al mostre ed eventi che senza i suoi
percepire e all’esistere nel pre- scatti avremmo perduto. Come artista
sente: un transito e una rilessio- trasformò la foto in installazione e
ne dal materiale all’immateriale, insieme a Markus Raetz usò la tela
dal visibile all’invisibile che su- come un lenzuolo sgualcito su cui
pera i reciproci limiti. Q stampare immagini di grande formato:
ritratti, architetture, gambe e braccia,
paesaggi urbani e selvaggi diventano
presenze monumentali, apparizioni
Marco Bagnoli, “La voce”. o allucinazioni sfumate in bianco
In alto: Balthasar Burkhard e nero. Q

“Der Koerper “

L’Espresso 17 giugno 2018 93


Cultura Classica

Nuovo
Horowitz
cercasi

di RICCARDO LENZI
La generazione di pianisti under 40 esibisce
grande personalità nel modo di suonare
e di apparire. Venti nomi per sognare
94 17 giugno 2018 L’Espresso
I
POSSENTI ACCORDI DI UN ARRAU, le ottave
indemoniate di un Horowitz, la capacità di far can-
tare il proprio strumento di un Rubinstein, pianisti
riconoscibili fra mille al primo ascolto per il loro
tocco unico, un paio di decenni fa furono, per il cri-
tico musicale del “New York Times” Harold Schon-
berg, l’occasione di un acuto e inconsolabile rimpian-
to, se paragonati alla seriosità e alla verve dimessa
degli interpreti delle generazioni successive, molto
più rispettosi dello spartito, ma così impersonali, «incapaci di
eseguire Mozart, Beethoven o Chopin con i propri tratti stili-
stici, i colori irripetibili». La nuova generazione under 40
sembra aver assimilato quelle critiche, cercando di dare un’im-
pronta ben precisa al suo modo di suonare, talvolta, grazie ad
alcuni protagonisti, afermando il proprio stile. Intanto, nelle
sale da concerto, assistiamo a un lento cambiamento dei pro-
grammi: non sono stati abbandonati i tradizionali punti di ri-
ferimento del repertorio, ma viene dato maggior rilievo a brani
tecnicamente di media diicoltà, suggestivi nel loro colorito
esotismo e molto sentimentali, del genere di alcuni di Albeniz
e Grieg o a compositori un tempo reputati minori come Mom-
pou, Satie, Rachmaninov e Medtner, e sempre più spesso fanno
capolino la musica barocca trascritta per il pianoforte, quella
del ventesimo secolo, quella dei contemporanei, il jazz e inan-
co un tocco di pop.
Ma i cambiamenti più visibili riguardano il look: la 31enne
cinese Yuja Wang, a esempio, ha grandi capacità comunicative
e successo mediatico, non a caso il suo ultimo recital solistico
a Santa Cecilia, in abito lungo con grande spacco velato e schie-
na nuda, è stato accolto con un tifo da stadio (è miracoloso
come riesca a padroneggiare i pedali del suo strumento con i
tacchi a spillo che spesso calza). E non è afatto una sprovvedu-
ta, tecnicamente: come Lang Lang studiò con Gary Grafman,
a sua volta allievo di Horowitz, al Curtis Institute di Filadelia.
Non a caso il suo cavallo di battaglia sono gli autori russi, nei
quali eccelle per la capacità di ricrearne i colori accesi e il bril-
lante virtuosismo digitale. Per tracciare un ritratto della gene-
razione under 40, ci vengono in mente venti nomi. Dopo Yuja,
il suo 36enne compatriota Lang Lang, da qualche mese blocca-
to per una fastidiosa iniammazione al braccio sinistro dalla
Il pianista Federico Colli e, quale si sta riprendendo. È ormai un fenomeno sociale: quando
sotto, la collega Yuja Wang L’Espresso lo intervistò circa un anno fa, contava sull’on line 11
milioni di follower sul sito Sina Weibo e 12 milioni sul Tencent
Weibo. Sul suo operato a dire il vero la critica ha sentenziato
opinioni diformi. C’è Piero Rattalino che sottolinea come il
fenomeno mediatico esista perché prima di tutto il cinese è un
interprete eccellente. E Paolo Isotta, che vede nella sua manie-
ra di esibirsi «un cocktail che contiene al 50 per cento Chopin
e al 50 per cento Frank Sinatra». Lang Lang accettò divertito
quest’ultima afermazione: «In efetti quando fraseggio una
melodia e cerco di “cantare” al pianoforte, ho sempre in mente
Chopin. Egli è, probabilmente, il compositore più lirico che
abbia mai scritto per questo strumento. Sinatra poi è uno dei
maggiori cantanti del Ventesimo secolo e il mio amico e men-
tore Nikolaus Harnoncourt mi insegnò a fraseggiare una linea
melodica come avrebbe fatto Sinatra».
Un altro suo connazionale, il 36enne Yundi Li, pare l’op-

L’Espresso 17 giugno 2018 95


Cultura Classica
posto del supermediatico Lang Lang: timido, un’antipatia caratterizzato da potenza, pienezza, levigatezza, “iridescen-
per le estrosità virtuosistiche ini a se stesse. Senz’altro za”, come scriveva Neuhaus. 
questo atteggiamento ha giovato alle sue poetiche interpreta- È l’ainità con il compatriota re del pianoforte Vladimir
zioni chopiniane. Proprio con il successo del concorso di Var- Horowitz, a caratterizzare il 34enne Alexander Romanovsky, già
savia dedicato al compositore polacco è entrato a diciotto anni vincitore del prestigioso premio Busoni. Intanto l’origine ucrai-
nel irmamento dei “pianisti che contano”. D’aspetto asiatico na, poi una certa somiglianza isica, ma ciò che più conta, l’a-
(dovuto alla madre) e nazionalità tedesca (al padre) pure la more per Rachmaninov, autore al quale ha dedicato alcune
trentenne Alice Sara Ott. Il mondo culturale è di lingua germa- delle sue esibizioni più convincenti. L’ultimo prodotto presti-
nica, con studi al Mozarteum di Salisburgo a partire dai dodici gioso della scuola russa, cresciuto all’Accademia Gnessin di
anni, come il suo più grande amore musicale: Bach (ma le Mosca, è il 17enne Alexander Malofeev. Il suo entusiasmo per il
piace anche ascoltare i Pink Floyd, Led Zeppelin e i Queen). La pianoforte è tale che arriva a suonarlo dalle 12 alle 14 ore al gior-
delicata sensibilità del Sol levante ha invece inluenzato la sua no, mettendo il silenziatore di notte per non disturbare i vicini
indole romantica, come dimostra il suo cd “Wonderland”, con- di casa. Un viso ancora imberbe e due manone che spiccano su
sacrato a Grieg, dove esprime al meglio il suo eccellente gusto un isico da ragazzino. È ignaro di giochi all’aperto, discoteche
timbrico. Viene dall’Oriente anche Seong-Jin Cho, il ventiquat- e palestre, però già a 8 anni suonava uno dei concerti più ama-
trenne pianista sud-coreano che si è conquistato il prestigioso ti della letteratura pianistica, il Primo di Ciaikovskij, sfoggian-
Premio Chopin di Varsavia nel 2015. Suona, come quasi tutti i do una tecnica delle ottave impressionante. 
vincitori dei grandi concorsi pianistici, con una maestria che si Fra i pianisti d’indole slava abbiamo il trentaduenne polacco
può raggiungere solo attraverso una lunga e meticolosa prepa- Rafal Blechacz, anche lui vincitore dello Chopin. Simpatico,
razione. Un Mozart, il suo, contraddistinto da eccezionale li- quando sostiene di non avere mai vissuto crisi emotive così
bertà di fraseggio, con abbondante uso del pedale. forti da non poter essere risolte a tu per tu con il pianoforte. Il
Ovviamente in questa silata di nomi non potevano man- suo Chopin, secondo lo storico della musica Bruno Cagli, sem-
care i pianisti di scuola russa. In particolare Daniil Trifonov, 27 bra iltrato dallo stile Biedermeier: più Mendelssohn che i furo-
anni, che in un recente concerto scaligero ha confermato di ri del romanticismo. D’origine polacca è pure il 23enne canade-
appartenere al miglior genere di virtuosismo pianistico. Do- se Jan Lisiecki, protagonista in una delle ultime esibizioni pub-
ti che fanno venire in mente le parole di Heinrich Neuhaus, bliche di Abbado con un Quarto concerto di Beethoven che
il maestro di alcuni dei più grandi solisti usciti dal Conserva- sciorinò con tocco leggero e frasi modellate con certosina cura
torio di Mosca, quando ricordava che la parola “virtuosità” timbrica, padrone di un luido fraseggio. La sua carriera iniziò
proviene dal latino “virtus” che signiica “valore”. E con Tri- quando fanciullo incise i due concerti per pianoforte e orchestra
fonov abbiamo appunto la vera “virtus” a uno stato puro, in di Chopin pubblicati dietro precisa volontà dell’Istituto Chopin.
quanto questo “valore-virtuosità” è strettamente legato alle Le sue ainità elettive volgono verso il primo romanticismo.
due basilari categorie musicali, ovvero al ritmo e al suono, Dotato di verve anticonformista è il 37enne lussemburghese
Francesco Tristano, allievo della Juilliard School: a dimostrazio-
ne di ciò le sue integrali di Berio e delle “Toccate” di Frescobal-
di rilette al pianoforte, il suo passare dalla tastiera al sintetiz-
zatore con sovrana indiferenza, da un’esecuzione delle “Varia-
zioni Goldberg” a una performance berlinese con Derrick May,
pioniere della Techno. Anche il 26enne britannico Benjamin
Grosvenor presenta programmi capricciosi e intelligenti. Al
Manzoni di Bologna un paio d’anni fa lo ricordiamo protago-
nista di un concerto con musiche di Mendelssohn, Chopin e,
dopo l’intervallo,  Ravel  e Liszt, con bis di Mompou, Dohnanyi
e Gershwin trascritto da Grainger. In ogni sua performance i
brani sono narrati come un racconto, ora creando sapiente-
mente contrasti drammatici, ora levitando minuetti onirici ed
eleganti. Un altro spirito eclettico è quello del 28enne parigino
Lucas Debargue: ama il jazz e l’improvvisazione e possiede una
tecnica molto personale con una diteggiatura anarchica. Ma  il

Dall’Oriente arrivano artisti tecnicamente


preparati. Ma è la tradizionale scuola russa
a confermare la propria eccellenza
96 17 giugno 2018 L’Espresso
Daniil Trifonov. Nella pagina accanto: il diciassettenne fanciullo prodigio Alexander Malofeev

risultato inale è quello di un virtuosismo di livello superiore. tore artistico del San Carlo, lo ricorda pure per una spavalda
Al Concorso Ciaikovskij di Mosca provocò passioni e clamori interpretazione della Sonata opera 109, eseguita rispettando i
e vinse  il gran premio della critica «per la sua libertà creatrice» tempi metronomici del compositore tedesco.
Arrivando agli italiani segnaliamo Beatrice Rana, 25enne pu- Gianluca Cascioli, 39enne torinese, la cui carriera iniziò nel
gliese, che ha avviato un’importante carriera dopo il secondo 1994 con la prestigiosa vittoria al Concorso pianistico “Um-
premio al Van Cliburn di Fort Worth. I suoi insegnanti sono berto Micheli” in una giuria presieduta da Berio e Pollini, ha
stati Benedetto Lupo in Italia e, ad Hannover, l’israeliano Arie sempre privilegiato la musica del Novecento, ma interessante
Vardi. «Il primo mi ha rivelato con grande generosità i segreti è anche il suo Mozart ricco d’espressione. «Non ammiro mol-
del mestiere. Indispensabili, perché l’arte di suonare il piano- to quei musicisti che lo interpretano semplicemente come se
forte ha aspetti manuali molto importanti. Con Vardi ho ap- fosse un compositore rococò che scrive musica graziosa ed ele-
profondito i temi dell’ispirazione artistica, della reciproca in- gante», ci spiegò. Pure Vanessa Benelli Mosell, pratese di
luenza culturale con altri mondi simbolici, a esempio con la trent’anni, ama la musica del Novecento: non ha dubbi sul
letteratura». Per il 29enne bresciano Federico Colli il suo cd momento che le ha cambiato la vita artistica, vale a dire l’in-
Foto: pagine 94 - 95 Amy T. Zielinski - Redferns / Getty Images, R. Kniat, pagina 57 D. Acosta

Chandos appena uscito dedicato alle sonate di Scarlatti è un contro con il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen. E
magniico biglietto da visita. Ascoltandolo, vengono in mente infatti di questo repertorio, che nei concerti aianca a quello
le parole che ha speso per lui la prestigiosa rivista “Gramopho- più consueto, è divenuta aidabile interprete. Il 35enne vene-
ne”: «Una brillantezza cristallina di lettura che ti porta nel ziano Alessandro Taverna, inine. Ha avuto un grande estima-
cuore di tutto ciò che suona». Così queste sonate, immaginati- tore, a inizio della sua carriera, conosciuto grazie all’estempo-
vamente eseguite e diferenziate sgranando con precisione ogni ranea iniziativa di un amico, che mandò una sua registrazione
singola voce del tessuto contrappuntistico. alla Fondazione Keyboard Trust di Londra che seleziona gio-
Daniele Pollini, 40enne iglio di cotanto padre, ama la musica vani pianisti: Lorin Maazel lo invitò perciò al Festival di Cast-
in toto, padroneggiandola nelle vesti di compositore, direttore leton. Suonarono insieme Prokoiev a Monaco e a Vienna e così
d’orchestra e, ovviamente, pianista. Nel suo ultimo disco ha gli si aprirono le porte della stima critica, tanto che “he Inde-
proposto un programma giocato sui suoi eclettici gusti musi- pendent” l’ha paragonato, per lo scrupoloso dominio delle
cali: Chopin, Scriabin, Stockhausen, cavandosela con la disin- sonorità, a Benedetti Michelangeli.
voltura e il senso della forma tipici di chi è di casa con le parti- Ci sarebbe pure molto da scrivere di Gloria Campaner, Giu-
ture. Il brianzolo Filippo Gorini, classe 1995, pupillo di Alfred seppe Andaloro, Giuseppe Albanese, Alessandro Marangoni,
Brendel, esibisce in disco le “Variazioni su un tema di Diabelli” Mariangela Vacatello, Vincenzo Maltempo, Emanuele Deluc-
di quello che pare essere il suo nume tutelare, Beethoven, mo- chi, Katia Buniatishvili, Behzod Abduraimov, Michail Liits,
strando ottima tecnica nei passi più impervi e “cantando” im- Kirill Gernstein, Dmitrij Shishkin, Leonora Armellini, Mauro
peccabilmente nei momenti più lirici. Paolo Pinamonti, diret- Bertoli e Ginevra Costantini Negri. Lo faremo in futuro. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 97


Iniziative Cultura
Brivido Noir
Musso, Camilleri.
Markaris, Nair...
Trentatré gialli
di grandi autori
italiani
e stranieri.
In edicola con
L’Espresso
di Angiola Codacci-Pisanelli Guillaume Musso

G
ALEOTTO fu il caso: gno, al prezzo di 7,90 oltre a quello suo malgrado a indagare su un delitto.
è un errore di prenota- dell’Espresso. Mentre “Pericolo giallo” di Fulvio Er-
zione a far incontrare La selezione di titoli segue le nuove vas, porta l’autore del fortunatissimo
una giovane poliziotta vie del giallo, quelle che portano il “Se ti abbraccio non aver paura” a rac-
e uno scrittore di tea- thriller a spaziare in lungo e in largo sul contare la morte di una coppia di amici
tro. Tutti e due hanno pianeta, dalla Norvegia di Anne Holt del commissario Stucky: che inisce così
preso in aitto lo stes- (“La minaccia”) al Botswana di Alexan- a cercare di far luce sulla morte ma
so appartamento di Parigi, una casa der McCall Smith (“Salone di bellezza prima ancora sulla vita di una coppia di
bellissima, dove aveva vissuto un pitto- per piccoli ritocchi”), dalla Amburgo amici, e un po’ anche sulla propria.
re morto da poco, distrutto dalla tragica di Simone Buchholz (“Revolver”) alla Il thriller può essere un’occasione
ine del suo unico iglio. Ma dove sono Liguria di Roberto Centazzo (“Opera- ghiotta per riscoprire, attraverso una
initi i suoi ultimi dipinti? Chi ha ucciso zione Portoino”). Ma le indagini spes- indagine di cronaca nera, la storia di
il ragazzo? E quanti altri misteri nascon- so si concentrano soprattutto all’inter- grandi del passato. C’è Arturo Tosca-
dono quelle stanze? no dei personaggi, per svelare crepe, nini al centro dell’inchiesta raccontata
Si parte così, con un romanzo di debolezze, conlitti pronti a trasforma- da Filippo Iannarone (“Il complotto
Guillaume Musso (“Un appartamento re cittadini al di sopra di ogni sospetto Toscanini”), sono le memorie di Casa-
a Parigi”) per il viaggio tra i thriller in killer spietati. nova a ispirare “Giallo Viola” di Andrea
dell’estate irmato dal Gruppo edito- Come succede Ballarini. Perché lo spunto per un buon
riale Gedi. Sono trentatré, di altrettan- nei gialli di Brigitte thriller si può nascondere ovunque: in
ti afermati autori italiani e stranieri: ci Glaser, che in “Mor- una casa di riposo (“Mistero a villa del
sono i maestri del genere, da Andrea te sotto spirito” rac- Lieto Tramonto” di Minna Lindgren),
Foto: J. Saget /afp / Getty Images

Camilleri a Michael Connelly, da Pe- conta un’avventura in un’università americana (“Solo per
tros Markaris a Massimo Carlotto, da della cuoca Katha- Ida Brown” di Ricardo Piglia) o alle
Antonio Manzini a Donato Carrisi, ma rina: la giovane chef olimpiadi invernali di Torino del 2006
anche romanzieri di fama conquistati torna nella Foresta (“L’ultima notte bianca” di Alessandro
dal noir, come Anita Nair (“La ferocia Nera per gestire la Perissinotto). E quando lo spunto è
del cuore”). L’appuntamento è ogni locanda dei suoi ge- buono e il giallista pure, il lettore non
lunedì in edicola a partire dal 18 giu- nitori ma si ritrova si stacca più. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 99


Tentazioni buone belle divertenti irraggiungibili
Gusto Enzo e Paolo Vizzari

Quei grandi piatti senza copyright


Il Magnolia esalta l’arte
della riproduzione.
Dall’uovo tropicale alle
tagliatelle di seppia

U
n piatto, una preparazione
gastronomica, in quanto
“creato” da un cuoco è ope-
ra dell’ingegno e merita
quindi di essere tutelato
con un copyright? La questione si ripro-
pone di tanto in tanto, viene discussa e,
regolarmente, viene accantonata. La
sollevò parecchi anni fa una leggenda
come Alain Senderens, in Francia; la ri-
prese nel 2016 Gualtiero Marchesi, alle-
stendo un vero e proprio processo con
pubblica accusa e difensori di parte; è
riesplosa l’anno scorso nella clamorosa

Auto Paolo Sardi

Boxster e Cayman
in cerca di riscatto
I porschisti tradizionalisti, il per i cerchi da 20 pollici e i
cui cuore batte solo per numerosi dettagli neri, in tinta
l’iconica 911, hanno sempre con l’interno in Alcantara. Le
guardato con un po’ di 718 Gts montano un motore
suficienza le varie Boxster e 2.5 turbo che eroga 365 cv
Cayman. L’ultima generazione ed è abbinato a un cambio
delle piccole di Zuffenhausen, manuale, cui sarebbe tuttavia
che rispolvera il leggendario da preferire il robotizzato Pdk Porsche Boxster 718 Gts. In alto: piatto del ristorante Magnolia
nome 718, sta però offerto in opzione, più
conquistando pian piano rilassante ed eficace. Oltre ogni situazione. Boxster e praticità, come tradizione
anche i più prevenuti, a garantire scatti fulminanti, e Cayman sono docili Porsche. Basta infatti girare
puntando su prestazioni e questo quattro cilindri è molto ai comandi del pilota, il manettino che seleziona le
piacere di guida. E ora le due elastico e ha pure il pregio perfettamente bilanciate e modalità di guida sul volante
gemelle diverse - spider la di consumare il giusto se non fanno sentire chiunque un per cambiare pelle alle 718
Boxster e coupé la Cayman - si strapazza l’acceleratore. vero asso del volante, stabili e Gts, trasformandole da
cercano la deinitiva Con dimensioni contenute e precise come se viaggiassero sportive afilate in comode
consacrazione con la grintosa un peso ridotto, le 718 Gts su binari invisibili. Il tutto compagne per gli
versione Gts, che si riconosce restano facili e divertenti in senza penalizzare comfort spostamenti quotidiani. Q

100 17 giugno 2018 L’Espresso


Bottiglia
Alto 2014 (55 euro) è iglio di quel sapiente equilibrio di moderna
visionarietà e ancestrale attaccamento alla terra che identiica la
cantina Petra. La prevalenza di Cabernet Sauvignon ha trovato
giusto equilibrio con la minor percentuale di Merlot, grazie ai 18
mesi di barrique e gli altrettanti 18 di bottiglia. L’anima toscana –
precisamente di Suvereto – si esprime con accento francese: al
naso il frutto rosso e le erbe aromatiche, anche balsamiche,
introducono un sorso squillante.
Andrea Grignaffini
Facebook.com/viniespresso

mune, cui interessa che un piatto sia il suo ristorante si distingue per l’accura-
buono più che di conoscerne la genesi. tezza del servizio e per l’ampia cantina
Ha quindi meritato successo l’ottima (con un rimarchevole focus sulla Borgo-
cucina del Magnolia di Cesenatico - ri- gna), oltreché per una cucina, soprattut-
storante bello e buono, il migliore della to di mare, di grande piacevolezza, gio-
riviera romagnola - che serve fra gli amu- cata più sulla rotondità dei sapori che sui
se-bouche delle inte “olive” e un panino contrasti, con piatti come l’opulento
al vapore con lamella di tartufo uguali a “risotto Riviera Adriatica” o il “piccione
polemica fra i cuochi Niko Romito e quelli che da anni si assaggiano al Celler al sesamo con anguilla afumicata”. Per
Francesco Sposito circa la paternità di un de Can Roca di Girona; e poi una replica un centinaio di euro. Q
piatto. Fra gli addetti ai lavori vince il delle “tagliatelle di seppia” di Mauro
partito di chi sostiene il diritto alla tutela Uliassi; e ancora la riproduzione pedis- Magnolia
della proprietà intellettuale d’un piatto, sequa dell’ “uovo tropicale”, dessert con- Cesenatico (Fc)
come per un’opera d’arte, una canzone, cepito qualche anno fa da Andrea Berton. Viale Trento 31
un manoscritto. Il legislatore, però, non Il critico-cronista non può che rilevare e Tel. 0547.81598
dimostra particolare interesse per la raccontare, così come deve riconoscere Chiuso mercoledì; aperto solo la sera,
questione. Così come, tutto sommato, che il proprietario e chef del Magnolia a pranzo nei festivi
poco ne è coinvolto il consumatore co- Alberto Faccani è solido professionista e www.magnoliaristorante.it

Taccuino Fotograia in bianco e nero / Musica in festival / Jazz nel parco


Ogni foto rappresenta l’istante decisivo, che per il maestro volontà del Duca Alessandro Farnese.
è il «riconoscimento immediato, nella frazione di un secondo, È davvero ricco il cartellone di Cittadella Music Festival: tra
del signiicato di un fatto e, contemporaneamente, della gli ospiti il maestro Ennio Morricone, Lauryn Hill, Apparat,
rigorosa organizzazione della forma che esprime quel fatto». 2ManyDjs, Digitalism e tanti altri. Morricone celebrerà i 60
La mostra “Henri Cartier-Bresson. Landscapes/Paysages” anni di carriera con un tour. Sotto la sua direzione
(ino al 21 ottobre), realizzata dal Forte di Bard (Aosta) in un’orchestra di 100 musicisti e un coro di 80 elementi
collaborazione con Magnum Photos International e eseguiranno un programma nuovo: dai grandi classici per
Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, (a cura di Andréa i ilm di Sergio Leone - ma anche alcuni brani mai diretti
Holzherr) presenta 105 immagini in bianco e nero scattate dal maestro - alle musiche composte per le pellicole
tra gli anni Trenta e Novanta fra Europa, di Quentin Tarantino.
Asia e America. Gli scatti sono raggruppati
per tema: alberi, neve, nebbia, sabbia, Tornano a Roma I Concerti nel Parco. Tanti
Foto: G. Zanotti, Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

tetti, risaie, treni, scale, ombra, pendenze e gli appuntamenti in programma alla Casa
corsi d’acqua. del Jazz (2 luglio - 1 agosto) tra musica
afroamericana, rock, pop, teatro e danza:
Dal 21 al 23 giugno Parma, capitale tra gli altri, il 2 luglio Graham Nash e il suo
Italiana della cultura 2020, ospiterà spettacolo “An Intimate Evening of Songs
una nuova manifestazione di carattere and Stories”; il giorno successivo
internazionale. In uno spazio che torna “Eclipse”, il live del giovanissimo pianista
a vivere dopo molti anni di silenzio: indonesiano Joey Alexander, unica data in
la Cittadella, fortezza monumentale, Italia; il 28 luglio Teresa Salgueiro e il suo
innalzata alla ine del Cinquecento per live “O Horizonte... e a Memória”. Q

L’Espresso 17 giugno 2018 101


Tentazioni buone belle divertenti irraggiungibili
Glamour è la notte
I codici della moda seguono traiettorie nuove e paillettes. Gli accessori, in linea con l’eleganza
alternative: capita di indossare jeans, maglietta più classica, sono essenziali. Per lei sì ai gioielli
e sneakers a una riunione di lavoro come a una importanti, ma da indossare con parsimonia per
cerimonia. C’è l’eccezione della sera, in cui le valorizzarli meglio. Scarpe e borsa devono
regole del ben vestire restano salde. Anzitutto essere quantomeno abbinate nel colore e nel
per il colore, il nero assoluto, che tiene la scena materiale. E se anche il trucco vuole la sua
per abiti lunghi e completi giacca e pantalone; parte con un make up che punta tutto sul viso,
poi per la preziosità dei materiali, che attingono per lui essenziale è l’orologio giusto, a dare un
a materie lucide o a ricami in cristalli e tocco rafinato al look notturno. Laura Antonini

Una cascata
di luce per l’abito
lungo Salvatore
Ferragamo.
Color glicine,
L’eleganza del ha spalline
cigno Swarovski sottilissime
Bouncy reinterpretato da sottoveste
Highlighter nella collezione
è il nuovo Facet Swan
illuminante
di Givenchy.
Con la sua
texture leggera Accessorio
ad alta da gran sera
percentuale il porta-
di acqua ombretto
rivitalizza “shadow
la pelle e extreme”
la illumina firmato da
Tom Ford

Un classico della
notte da calzare Occhi al centro
ai piedi. della scena anche
La décolleté di notte. A vestire
in raso nero brilla le ciglia ci pensa
grazie agli il mascara Diorshow
strass nel Pump ‘N’ Volume,
modello resistente all’acqua.
Flap di Rodo Firmato Dior

102 L’Espresso
A mano o
a tracolla,
grazie alla
catena
abbinata,
la clutch
in eco pelle
effetto nappa
con perle
e borchie.
Liu Jo

Giocoso tuxedo per chi


vuole essere formale
con disinvoltura. La Giacchina senza
giacca da smoking collo dal taglio
bianca e revers grigio minimal abbinata
argento. Dsquared2 a pantalone
nero morbido
per l’eleganza
inconfondibile
firmata
Giorgio Armani
Oro massiccio
18K per l’ametista
e tre diamanti.
Per dare luce alla
mano. Alexandra
Albini Jewels

Come una sirena,


la donna Valentino
veste un abito che
sembra di squame
luccicanti. Milioni di
paillettes color
argento per un abito
da gran sera per
grandi occasioni

Tagliatore 0205
realizza preziosi
capospalla anche
al femminile.
Come questa
giacca da
smoking, linea
sartoriale e
colore laminato

Al polso di lui un
grande classico
ideale anche
per la sera.
L’orologio Cellini
di Rolex celebra
l’eterna eleganza
L’Espresso 103
Noi e Voi N. 25 - 17 giugno 2018 Senza risposta
senzarisposta@espressoedit.it

GLI SCHIAVI NEI CAMPI / 1


Risponde STEFANIA ROSSINI Ho letto l’inchiesta sullo schiavismo
nei campi (L’Espresso n. 24 pag. 58)

stefania.rossini @ espressoedit.it
e ho pensato al discorso di insedia-
mento del nuovo presidente del
Consiglio Giuseppe Conte, in parti-
colare quando ha detto che una del-
le priorità del suo governo sarà lot-
tare contro «chi fa business grazie

Scuola: ritorno all’ordine agli immigrati». Ottimo proposito:


ne deduco che sicuramente il nuovo
esecutivo quest’estate manderà
Cara Rossini, nel suo primo discorso personale estraneo. È giusto controlli quotidiani nei campi di
al Senato il presidente Conte non ha che gli insegnanti riacquistino pomodori e nei paesini del nostro
degnato nemmeno di una parola la autorevolezza e che gli studenti Mezzogiorno dove, alla luce del sole,
scuola. Bisognerebbe invece sidare riprendano ad assolvere agli ogni mattina i caporali radunano i
i sovranisti a far vedere se fanno sul obblighi scolastici come un tempo, migranti per portarli a lavorare in
serio proprio a partire dalla cartina rispettando le più elementari norme nero e sottopagati. O no?
di tornasole dell’insegnamento. Da civiche e presentandosi nelle aule Giovanna Corti
loro ci aspetteremmo il ritorno a una con abbigliamento adeguato.
scuola come fu pensata, non abbiamo Aldo Nicotra
paura a dirlo, da Gentile ma anche da
Gramsci. Giuseppe Cappello Come sempre agli inizi di una Perché il Pd non poteva
legislatura, la scuola è al centro allearsi con Di Maio
In Francia si pensa al ritorno del dei pensieri di quanti si aspettano
grembiule nelle scuole elementari. È misure che ne arrestino il lento Secondo i sondaggi, una notevole par-
un abbigliamento che aiuta a sentirsi degrado. E forse mai come questa te dell’elettorato Pd ha ritenuto inac-
parte di una comunità e a osservarne volta, con il bullismo dilagante cettabile un accordo di governo con il
le regole. Da bambino vivevo a Bari e la cronaca zeppa di episodi di M5s forse in modo indipendente dalla
nel quartiere dei “signori”, la mia violenza verso gli insegnanti da presa di posizione di Renzi in merito.
famiglia non era ricca, però quel parte di alunni e genitori, se ne La qualcosa appare coerente con il
grembiule nero col iocco blu mi sente l’urgenza. Ma Conte, che giudizio pressoché unanime a sinistra
faceva sentire uguale agli altri, almeno al Senato ha omesso di parlarne, (nel tempo) sui personaggi e sulle pro-
ino al suono della campanella, ne ha fatto cenno alla Camera posizioni populiste, piazzaiole e insen-
quando mio padre veniva a soltanto per assolvere “la buona sate, intrise di turpiloquio e di minacce
prendermi a piedi e i miei compagni scuola” di Renzi. Così in assenza di sfracelli delle istituzioni democrati-
rincasavano in macchina e talvolta di proposte per il futuro, a molti che. In una coalizione di governo Pd-
con l’autista. I grembiuli sono una non resta che guardarsi indietro M5s, il Pd - preso da lotte intestine,
“livella” come direbbe Totò, coprono per rimpiangere la riforma Gentile frastornato dalla sconitta elettorale e
indiferentemente capi da boutique e del 1923 che dette struttura al in minoranza - sarebbe stato facile
da mercatino. Michele Massa modello educativo fascista, per preda di Grillo, di Casaleggio (la piat-
eliminare la presenza delle famiglie taforma Rousseau) e di Di Maio, e so-
Sembra che il neo ministro introdotta cinquant’anni dopo prattutto reso corresponsabile del fal-
dell’Istruzione abbia intenzione di o per riproporre le rigide divise limento di un programma politico
eliminare i genitori dalle riunioni scolastiche. Tutte idee che in pieno di promesse irrealizzabili. I risul-
collegiali, perché la loro maniera frammentata vanno alla tati delle elezioni del 4 marzo devono
partecipazione sembra rivolta ricerca dell’autorevolezza perduta. essere interpretati in senso democrati-
esclusivamente alla difesa Quando basterebbe restituirla di co, per cui la parte sconitta va all’op-
incondizionata dei propri igli. Era fatto ai protagonisti dimenticati posizione e la parte vincente al gover-
ora che qualcuno pensasse di della scuola, gli insegnanti, no, anche se quest’ultima (per efetto
eliminare le imposizioni collegate blindando la loro rispettabilità con di una legge elettorale insensata) appa-
ai Decreti delegati. In nessun’altra preparazione, selezione, controllo e re dominata da un trombone politico
amministrazione pubblica è uno stipendio all’altezza di chi ha il di stampo fascista, se così si può dei-
permessa la partecipazione di compito di formare i futuri cittadini. nire un sostenitore della Le Pen e
di Orbán. E questo apparire di

L’Espresso Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma letterealdirettore@espressoedit.it precisoche@espressoedit.it Altre lettere e commenti su lespresso.it

L’Espresso 17 giugno 2018 105


GLI SCHIAVI NEI CAMPI / 2
Le attuali tecnologie consento-
DIRETTORE RESPONSABILE: MARCO DAMILANO
no una completa identificazione VICEDIRETTORI: Lirio Abbate, Alessandro Gilioli
della iliera attraverso la quale i pro- CAPOREDATTORE CENTRALE: Leopoldo Fabiani
UFFICIO CENTRALE: Marco Pacini (caporedattore vicario),
dotti dei campi arrivano nei punti Sabina Minardi (vicecaporedattore), Stefano Livadiotti
(vicecaposervizio)
vendita. Questa identiicazione può ATTUALITÀ - POLITICA - ECONOMIA: Beatrice Dondi
avvenire anche da parte del consu- (caposervizio Web), Mauro Munafò (vicecaposervizio),
Giovanni Tizian, Susanna Turco, Stefano Vergine
matore, nel momento in cui acqui- La copertina dell’Espresso n. 24 (vicecaposervizio)
del 10 giugno 2018 CULTURA: Angiola Codacci-Pisanelli (caposervizio), Emanuele
sta. Mi chiedo perché non si permet- Coen, Riccardo Lenzi
ta a chi come me fa la spesa dal frut- INVIATI: Federica Bianchi (Bruxelles), Paolo Biondani, Emiliano
Fittipaldi, Fabrizio Gatti, Vittorio Malagutti, Gianfrancesco Turano
tivendolo o al supermercato di sape- vizio sul nuovo premier. Si scopre CONTROLLO QUALITÀ: Fabio Tibollo
ART DIRECTOR: Giuseppe Fadda
re se la frutta-verdura che mi viene che, come era facile immaginare, il UFFICIO GRAFICO: Stefano Cipolla (vicecaporedattore),
proposta è stata raccolta in aziende “governo del cambiamento” è pieno Catia Caronti (caposervizio), Martina Cozzi (caposervizio),
Daniele Zendroni (caposervizio, copertina), Caterina Cuzzola
agricole certiicate per il regolare di personaggi, che non sono afatto PHOTOEDITOR: Tiziana Faraoni (caposervizio)
RICERCA FOTOGRAFICA: Giorgia Coccia, Mauro Pelella,
trattamento dei dipendenti o al con- “nuovi”. Hanno le loro brave relazio- Elena Turrini
trario in condizioni di schiavitù co- ni di potere, solo che il “vecchio” SEGRETERIA DI REDAZIONE: Valeria Esposito (coordinamento)
Sante Calvaresi, Rosangela D’Onofrio, Pietro Giardina (Milano)
me quelle esposte nella vostra in- sistema li teneva ben lontani dalle OPINIONI: Michele Ainis, Altan, Massimo Cacciari, Lucio Caracciolo,
Alessandro De Nicola, Roberto Esposito, Luciano Floridi, Riccardo Gallo,
chiesta. prime ile. Ma se oggi siamo in mano Bernard Guetta, Piero Ignazi, Sandro Magister, Bruno Manfellotto,
Alessandra Gnecchi a gente mediocre e reazionaria chi Ignazio Marino, Ezio Mauro, Michel Onfray, Soli Ozel, Denise Pardo,
Massimo Riva, Pier Aldo Rovatti, Giorgio Ruffolo, Roberto Saviano,
dobbiamo ringraziare? Questo bel Eugenio Scalfari, Michele Serra, Raffaele Simone, Bernardo Valli, Gianni
Vattimo, Soia Ventura, Luigi Vicinanza, Luigi Zoja
IL CONTE ZELIG E RENZI capolavoro è opera del Pd e di Renzi. RUBRICHE: Stefano Bartezzaghi, Marco Belpoliti, Mauro Biani,
Ho letto con molto interesse il ser- Emanuele Usai Germano Celant, Rita Cirio, Oscar Cosulich, Alberto Dentice,
Fabio Ferzetti, Mario Fortunato, Makkox, Alessandra Mammì,
Luca Molinari, Gianmatteo Pellizzari, Guido Quaranta,
Stefania Rossini, Enzo Vizzari
COLLABORATORI: Enrico Maria Albamonte, Laura Antonini,
Eleonora Attolico, Loredana Bartoletti, Giuliano Battiston,
Alessandra Bianchi, Caterina Bonvicini, Roberto Calabrò, Alessandra
Salvini sulla scena politica nazio- particolare l’episodio gravissimo della Cattoi, Fabio Chiusi, Stefano Del Re, Cesare de Seta, Roberto
Di Caro, Paolo Di Paolo, Alberto Flores d’Arcais, Letizia Gabaglio,
nale ed europea contro seicentodi- nave riiutata. Che tristezza! Mai avrei Wlodek Goldkorn, Enzo Golino, Claudio Lindner, Alessandro Longo,
Francesca Mannocchi, Andrea Muni, Michela Murgia, Massimiliano
ciannove migranti salvati dal naufragio pensato di inire i miei giorni in una Panarari, Claudio Pappaianni, Gianni Perrelli, Paola Pilati, Marisa
Ranieri Panetta, Gigi Riva, Gloria Riva, Paolo Sardi, Caterina Serra,
e costretti a sofrire su una nave vagan- Italia cinica, razzista e generosa di Francesca Sironi, Leo Sisti, Lorenzo Soria, Luca Turner, Chiara
te nel Mediterraneo (pare una rifaci- consensi per Matteo Salvini. Valentini, Stefano Vastano, Andrea Visconti, Andrea Zhok

mento di “Exodus”) sta a signiicare Rita de Giacomo Zumin GEDI GRUPPO EDITORIALE SPA
PRESIDENTE ONORARIO: CARLO DE BENEDETTI
quale ideologia lo ispira. Ma il silenzio CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
accondiscendente di Di Maio (cui fa Ma dove vanno PRESIDENTE: MARCO DE BENEDETTI
VICE PRESIDENTI: John Elkann, Monica Mondardini
riscontro la dichiarazione del Presi- AMMINISTRATORE DELEGATO: Laura Cioli
dente del Consiglio di non avere nulla i movimenti CONSIGLIERI: Agar Brugiavini, Giacaranda Maria Caracciolo di
Melito Falck, Elena Ciallie, Alberto Clò, Rodolfo De Benedetti,
da dire in merito) dimostra anche la Sono un cittadino della minoranza, di Francesco Dini, Silvia Merlo, Elisabetta Oliveri,
Luca Paravicini Crespi, Carlo Perrone, Michael Zaoui
vera ed emergente meschinità e pover- quelli che non votano per protestare né DIRETTORI CENTRALI: Pierangelo Calegari (Produzione
tà ideologica del M5s. La qualcosa ofre per scommettere su un cavallo di razza e Sistemi Informativi), Stefano Mignanego (Relazioni Esterne),
Roberto Moro (Risorse Umane)
gli argomenti ad una nuova sinistra di o su un brocco pompato; voto per so- DIVISIONE STAMPA NAZIONALE
00147 Roma, Via Cristoforo Colombo, 90
compattarsi in una opposizione ferma stenere soluzioni realistiche a proble- DIRETTORE GENERALE: Corrado Corradi
e decisa. mi concreti: per le “visioni” proiettate VICEDIRETTORE: Giorgio Martelli
DIREZIONE E REDAZIONE ROMA:
Claudio Villari verso il futuro, non per la cecità dell’i- Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma,
gnoranza. Noto che le ragioni del con- Tel. 06 84781 (19 linee) - Fax 06 84787220 - 06 84787288.
E-mail: espresso@espressoedit.it
senso alle forze che si deiniscono “mo- REDAZIONE DI MILANO:
Morire salviniani vimenti”, sono “conservatrici”, in movi- Via Nervesa, 21 - 20139 Milano,
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Sono un’anziana signora di 76 anni e mento sì, ma verso una restaurazione. Registrazione Tribunale di Roma n. 4822 / 55
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nel corso del tempo ho sperato di non Vogliono restaurare ciò che i progres- PUBBLICITÀ: A. Manzoni & C. S.p.A.
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(sì proprio lui) dichiarò che ciascuno forma tipo blog, alla Rousseau, priva di Responsabile trattamento dati (d.lgs.30.06.2003, n.196):
Marco Damilano
doveva fare la sua parte ed adottò tre rigore quando si tratta di obiettività e
Questo giornale è stampato su carta con cellulose, senza
ragazzi albanesi sottoscrivendo un ragionamento; né sotto un gazebo, cloro gas, provenienti da foreste controllate e certiicate nel
impegno per il loro mantenimento ed dove non iltra la luce delle diferenze rispetto delle normative ecologiche vigenti.

una assicurazione a loro favore. Quale e quindi dei diritti di tutti. Certificato ADS
diferenza con ciò che accade oggi, in Nicola Picardi n. 8420 del 21/12/2017
Codice ISSN online 2499-0833
N. 25 - ANNO LXIV - 17 GIUGNO 2018
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L’Espresso 17 giugno 2018 109


EUGENIO SCALFARI IL VETRO SOFFIATO

QUEL MISTERO
CHIAMATO ENERGIA
La vecchiaia indebolisce il corpo ma onde magnetiche, le particelle ele-
mentari, le loro leggi, la loro prove-
arricchisce la mente. E le domande nienza. Questi sono i semi della vita
che debbono avere una loro storia,
si concentrano sui fondamenti della vita la loro creazione, un loro Essere e il
suo eventuale divenire.

La vecchiaia è allo stesso tempo una Ma questa non è la storia, è la mi- La vecchiaia, a diferenza della gio-
malattia e un arricchimento. Il corpo tologia. Il mito fa parte della storia vinezza, è più vicina alla morte e
è assai più debole, i muscoli indeboli- ma soprattutto della fantasia e può questa vicinanza la spinge a porsi
ti, la spina dorsale a star dritta non ce aiutarci in un modo di pensare che concretamente il problema del dopo
la fa e se non ha un bastone e un brac- si appoggia anch’esso alla vecchiaia. e quello del prima. Ecco perché la
cio di una persona per appoggiarsi I giovani, secondo gli studi che han- vecchiaia che ha molte debolezze ha
cammina piegato in due e muove po- no fatto e le scuole che hanno fre- però uno “status” assai privilegiato.
chi passi. Qualcuno sfugge a questi quentato, conoscono i miti e posso- Chi morirà ha alle spalle la nascita.
malanni ma è una realtà che la vec- no anche esserne afascinati, ma la Tra questi due momenti c’è il pen-
chiaia, specie chi ha varcato i no- vecchiaia è in grado di dare ai miti siero. Viene da un corpo, da un or-
vant’anni, mette a dura prova. un’altra intensità: vive il mito come gano del corpo; ha dunque un’origi-
un aspetto fondamentale della sto- ne corporea ma è privo di isicità. Le
L’arricchimento riguarda la mente, ria, ma non soltanto: della poesia, onde? Certo. Le particelle? Certo.
non sempre ma spesso. Soprattutto della musica, del pensiero e perino Tutto è collegato con il resto degli
riguarda la memoria che registra delle religioni. organi, delle cellule, degli atomi,
balzi assai strani: di solito non ricor- degli organi atomici? Certo. Tutto è
da il passato prossimo, ma quello Può sembrare assai azzardato col- collegato, tutto è esistente, tutto è
remoto ti è sempre più chiaro e com- legare le religioni ai miti ma non lo studiabile, comprensibile, almeno
prensibile, l’esperienza ti illumina i è: le religioni forgiano una nascita e per il nostro genere. Ma anche per
ricordi e dà un senso alla vita, non prefigurano un Aldilà che dà un noi, come per un atomo, per una
soltanto alla tua ma a quella di tutti senso alla vita. L’ateo respinge la qualunque forma di energia, resta il
i tuoi simili, specie se le loro gesta religione come una verità che non mistero del principio e della ine,
hanno costruito la storia. vediamo. Dopo la morte, per un della nascita e della morte. L’ener-
Ecco il punto: la storia. Si dice che vero ateo non c’è nulla. Ma que- gia: questo è il mistero. Noi vecchi,
essa sia comprovata da documenti sta’afermazione non spiega la na- che di energia siamo pressoché
di sicura attendibilità, altrimenti scita. I semi della vita. sprovvisti, pensiamo che questo sia
rischia di alimentare varie leggende il vero mistero.
che ciascuno racconta a suo modo. Non abbiamo alcuna prova dell’ori- La matematica forse; ma i numeri
Ci fu la guerra di Troia? Ci furono gine dell’Universo (o degli Univer- chi li ha inventati? Sono nati ma vi-
gli eroi come Achille, Ettore, Aiace si). Non parliamo dei vari generi vranno all’ininito, sia col segno più
Telamonio, Odisseo? Ci fu il poeta vitali: i vegetali, gli animali e della sia con quello meno. Ma se nessuno
Omero? Ci fu la bella Elena, una loro evoluzione. Parliamo di qual- li pensa non esistono.
donna che seduceva amici e nemici? che cosa assai meno corporea: le Questo è tutto e questo è niente. Q

110 17 giugno 2018 L’Espresso


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