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12/12/2016 Documento senza titolo

Definizione di Suono
 
 
 

 
 
Tutto ciò che ci circonda emette “segnali della sua presenza” e tutto ciò che vive è
stato attrezzato dalla natura a percepire questi segnali in diversa forma.
Gli organi di percezione sono fondamentali per la nostra esistenza. I nostri sensi ci
sono da guida in tutte le situazioni della vita.
 
 
Ma che cosa è il suono?
 
Con la parola suono indichiamo un’onda sonora generata da una vibrazione
periodica.
Invece i rumori sono onde sonore alle quali manca un preciso carattere di
periodicità.
 

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Per studiare le onde sonore è possibile utilizzare un grafico cartesiano, riportante
il tempo (t) sull’asse delle ascisse, e gli spostamenti delle particelle (s) su quello
delle ordinate. Il tracciato esemplifica gli spostamenti delle particelle.
 
I caratteri distintivi del suono sono:
 
 
1° intensità
2° altezza
3° timbro
 
 
 
1° L'intensità
 
L’intensità ( I ) e’ definita come il flusso medio di energia che, nell’unita’ di tempo,
attraversa un superficie di area unitaria disposta perpendicolarmente alla
direzione di propagazione.
L’intensità è quella grandezza che permette di distinguere i suoni deboli da quelli
forti; un suono e’ tanto più forte quanto maggiore è l’ampiezza delle oscillazioni
della sorgente che lo genera.
 

suono meno intenso suono più intenso
 
 
Tenendo presente il carattere tridimensionale delle onde sonore, l’intensità (I),
viene definita: 
I = E tot / S · t = W / 4 · pi greco · p²
Dove W indica la potenza (W = E / t) ed E indica la quantità di energia emessa
dalla sorgente e trasportata dall’onda.
E = K · f ² · A² (joule)
Più semplicemente l’intensità è il rapporto tra la potenza media e l’area della
superficie attraversata: I = W / m2
L’intensità si misura in Decibel (dB ).
dB =10 . log 10 ( I /IO ) 
Dove I0, è il valore d’intensità per cui la sensazione fisiologica è nulla: 
I0 = 10­12 W/m2
La scala delle intensità è logaritmica, perciò ogni incremento di 10 dB corrisponde
ad un aumento in intensità di un fattore 10: Il fruscio delle foglie, infatti, e 10 volte
più intenso dei mormorii.
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2° L’altezza
 
L’altezza (o acutezza) di un suono è dovuta alla rapidità delle vibrazioni che lo
producono e ci consente di distinguere i suoni acuti da quelli gravi.
Essa cambia a seconda della frequenza a cui l’onda vibra.
Al crescere della frequenza corrisponde l’aumento dell’altezza.
 

Onde sonore aventi uguali ampiezza ma frequenza
diversa generano suoni di diversa altezza.

 
 
suono acuto suono grave

stessa ampiezza
Un suono grave ha un periodo maggiore (e di conseguenza una frequenza minore)
di uno acuto.
 
 
 
3° Timbro
 
Il timbro, invece, è quella qualità che distingue un suono da un altro suono e
dipende dalla natura del corpo che emette il suono e dalla forma delle vibrazioni
che, a sua volta, dipende dalla sovrapposizione delle onde sinusoidali
caratterizzate dai suoni fondamentali e dai loro armonici.
La scomposizione di un suono nelle proprie componenti sinusoidali fondamentali è
detta analisi in frequenza. La frequenze vengono misurate in Hz, ovvero
oscillazioni al secondo. Le armoniche di un suono sono suoni con frequenze che
sono multipli interi del suono principale.
Nella musica, tanto più un suono è composto da diverse componenti, tanto più esso
risulta complesso: si va dal suono di un flauto dolce, composto dalla fondamentale

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e da pochissime armoniche, al suono degli strumenti ad arco, composto da
moltissime frequenze armoniche secondarie.
Tanto più le frequenze secondarie che si sovrappongono alla principale non sono
armoniche (ovvero hanno frequenze che non sono multipli interi della
fondamentale), tanto più ci si avvicina al rumore.
 
 

Il timbro rappresenta la qualità del
suono e dipende essenzialmente dalla
forma d’onda dello stesso.
Permette di distinguere suoni emessi da
sorgenti diverse, anche se essi hanno la
stessa frequenza e la stessa intensità.
Ciascun strumento musicale ha un
timbro diverso.

 
 
Quali sono le condizioni per produrre un suono?
 
La condizione fondamentale affinché si produca un suono è che sia messo in
vibrazione un corpo vibrante e perché un corpo sia definito vibrante, è necessario
che sia elastico. Una corda, ad esempio, viene definita vibrante quando viene
sottoposta a tensione. Quando una corda viene messa in vibrazione, si producono
due nodi all’estremità ed un ventre al centro e lo spazio coperto dalla corda nel suo
vibrare verso l'alto e verso il basso viene chiamato ampiezza della vibrazione.
Esistono delle leggi che regolano la vibrazione delle corde. Per capirle, però,
bisogna introdurre il concetto di frequenza, il numero di vibrazioni che vengono
compiute in una determinata unità di tempo, per noi il minuto secondo.
 
Le leggi sono:
 
La frequenza è inversamente proporzionale alla lunghezza della corda: più lunga una corda,
1° minore è il numero delle vibrazioni al minuto secondo e meno acuto è il suono prodotto;
 
La frequenza è inversamente proporzionale al diametro: più grossa una corda, minore è il
2° numero delle vibrazioni e meno acuto il suono prodotto;

 
La frequenza è direttamente proporzionale al quadrato della tensione: più si tende una corda,
3° maggiore è il numero di vibrazioni e più acuto è il suono prodotto;
 
La frequenza è inversamente proporzionale al quadrato della densità: più la corda è densa,
4° minore è il numero delle vibrazioni e meno acuto è il suono prodotto.

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