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Pensare la storia Una lettura cattolica dell’avventura umana edizioni paoline VITTORIO MESSORI (Siassuolo di Made- na, 1941) si é laureate a Torino in Scienze Politiche, Giornalista professionista, ha la- lingo presso i gruppo de La stam- pa. Sul quotidiano Avvenire pubblica due volte la settimana (domenica ¢ giovedi) la ru- brica «Vivaiow — da cui proviene buona parte del r . Su fe vorato ale di questo libro — e ogni iS, «1 caso Cristo», una ticer sulla storicité dei vangeli Dopo Ipares! su Gesit (edizioni Sei e Tea, ol- tre un milione di copie in Italia, pit di venti edizioni nel mondo), ha pubblicato altri quattro libri, anch*essi di larghissima diffu- sione ivionale: Scommesse site morte (Sci), Rapporte sulla fede: « colloquio con i cardinale Ratzinger (Ed ne), Fr fiesta sul cristianesimo (Sei), Un italiana serio; i! beato Fed di Brio (Edizioni Paoline). Con questo volume, Messori da inizio per le Edizioni Paoline a una nuova collana, e me: ter La collana é destinata a raceogliere in vo- lume quanto Vittorio Messori scrive dal 1987 nella rubrica « Vivaio sul quotidiano Av venire. Con Ia chiarezza e il vigore del cro nista © insieme con la preparazione aggior- nata esolida dello studioso, Messori rilegge — partendo da spunti di attualita — avve- nimenti storici, politici, sociali, religiosi in una prospettiva esplicitamente cattolica. Una lettura, dunque, davvero anticonformista, non allineats a mode del momento oa slo- gan della cultura oggi dominante. Libri — questi della nuova callana — che costituiscone strumentl preziosi per alutare la riflessione del credente ¢ per svolgere yeiomnata attivird pastorale, aiu contempe ac avvicinare alla proposta cristia nacolora che la ri 1.0 on La esamina- no per colpa di una conoscenza imprec distoria, de al un’a jorid Messori, Pensare fe storia, Una lettura cattolica dell'avvenqura umana. VITTORIO MESSORI PENSARE LA STORIA Una lettura cattolica dell’avventura umana Prefazione del cardinate Giacomo Biffi edizioni paoline Quarra edizione maggio 1992 © EDIZIONI PAOLINE s.r.L, 1992 Piazza Soncino, 5 - 3082 Cinisello Balsamo (Milano) Distribuzione: Commerciale Edizioni Paoline s.r1. Corso Regina Margherita, 2 - 10153 Torino PCC CF See ee ee ee ee sess = I 50 23. Celso 24, Kolbe 25. Italia diffamata 26, Laici 27, Piani regolatori 28. Diavolo a Torino 29. Maestri 30. Mito di Milano 31. Veuillot 32. Al Monumentale 33. Scalpellini 34. Saciologi 35. Schemi 36. Sacramento di Satana 37. Vittime da non dimenticare 38. Avanguardie e retroguardic 39. Due lune 40. Edith Stein 41. I Padroni del Mondo 42. «Vengo da Kursk » 43, Fascismi e antifascismi se evevvevyvyvyyyE SSSIRAGeSS4Rrs 44, Schiavi neti Pag. 45, nome di Roma » 46. lupoecVagnello » 47. La fuga di Tiberio > 48. ag. 30. Sh. 52. 53. 54, 72. a3. Td. Don Bosco Santi sociali Lourdes/1 Lourdes/2 Vecchi militanti Apparizioni taciute? “Cuore™: massoneria per il popolo . Una “festa” inventata . Moschea a Milano . Legge truffa . 18 aprile 1948 . Santa Russia ), Gerusalemme . Nazional- socialismo . Caporetto . Pluralisme . Lotta di classe . Madonne pellegrine . Cintura di castita . “Tl Vicario” . Corpus Domini Strade |. Metternich , Atomica ed eucaristia Razzismi ‘Scisma lefebvriana Casa Freud » » » » w = Seer ess FSS SSE ees ye 83 87 88 95 102 104 107 108 il M1 114 115 118 19 121 134 126 127 128 129 130 131 132 134 138 89. 90. 1. 92. 53. 94. 55. 96. 97. 98. 99. 100. ol. 102. 103. 104, 105, 106. . Atanasio . Trionfalisma » In Ttalia . La guerra € Tamore Hiroshima . Ambiente/1 . Ambiente/2 . Socialismo e capitalismo . In Burundi Colonialismo. . Olimpiadi Croce Rossa - Francesoo . Religione in cucina Stabilitas Inglesi Gnosi Germani Dai confini Costituzione Engels Premi Nobel Uno stemma Marco Aurelio Reati di opinione Eterogenesi dei fini Ferrovie Stazioni Mafia/1 Mafia/2 Potenti Una “maledizione’’ 107, Giustizia per il passato pag. ee eS = sey eee Sere ee eee = gee es = 1, Il ‘popato” 4, Perdita del vite € i tralci Teorie e pratiche © Juno o laltra pag. 210 ee be SS¢erhe Se sw Ss BSR Re Ss eS = soe = 24 217 223 140, 141. 142. 143, 144, 145. . Calcio 147, 148, 149, 150. 151. 152. 133. 155. 156. 157. 158. 159. 160. Tél. 162. 163. 164, 165, 166. 167. 168. 169, 170. 171. Concerdato Iberi Cristiani & nazisti/1 Cristiani € nazisti’2 Persone € masse Regole del gioco Surrogati “Con i piedi"" Italiani Un pallone Post-modernay 1 Post-moderna/2 Europa unita . Bastiglia Luigi XVI Comploitta Patrie Felix Austria Unita Diri dell’uomo/'l Diritti dell’ uomo/2 Diritti dell’ uomo,/'3 Diritti dell’ uomo/4 Hong Kong «Passa in Macedonia! » Inculturazione Anonimato Montecassino Auschwitz/1 Auschwitz/2 Zingari » PUPP PPS ee ye ese ees OF = ¥ ¥ SS eee ee pag. 279 280 281 328 331 335 338 339 345 M8 352 355 359 172, Teresa Neumann pag. 363 pag. 529 266. ‘“‘Intellighenzia” pag. 586 173. Cause ed effetti/1 » 365 589 » 532 267. Risorgimento a 174. Cause ed effetti/2 » 368 » 534 268. Alberi ed ex- 175. Cause ed effetti} » 372 Nicaragua » 460 » 535 comunisti » 592 176, «Bien penser 207, Il collasso ne 463 » $36 269. PadridellaPatria » 595 pour bien agir® » 376 208, Fedee patria » 466 270, Perazzo » 598 177. In Polonia » 379 209. Unateismo preso » $38 271. TralraqeLibano » 602 178. Galileo Galilei/1 » 383 troppo sul serio» 470 272. Mercenari e 179. Galileo Galilei/2, » 386 210. Democristiani » 472 » 441 ies » 60S 180. Galileo Galilei/3 » 391 211. Aggiornamenti 4 476 » S44 279. Cremazione » GOS 181. Parchie piazze » 398 212. Divorzio » 478 » 546 274. Islam/1 » 611 182. Garibaldi ¢i 213. Segreto » $47 275. Islam/2 » 6l4 gesuiti » 401 massonico » 479 276, Islam/3 » 617 183. Unregnoebraico » 405 214. Don Camillo » 482 » $48 277. Islam/4 » 621 184, Rimorsi cattolici » 408 215. Ipotesi sull’arte » 485 » 551 278. Islam/5 » 624 185, Penadimorte/! » 412 216 Donnealcomando » 489 279. Islam/6 » 627 186. Pena dimorte/2 » 415 217. Appelloa Pietro » 4¥1 » 55) 280. Islam/7 » 630 187. Penadimorte/3 » 419 218. Pedagogie » 493 » 553 281. Unarcheologo » 634 188. Tl Muro e il 219. Un’ orchestra. » 494 » 554 282. ‘Leggenda diavolo » 424 220. Le ostie di Siena » 495 » 356 ae » 637 189, Voglia di sesso» 426 221. Intellettuali e 283. \Leuwenda 190. Popper beghine » 498 » 559 nera’’/2 » 640 accontentato » 428 222. Sartre » $00 » $62 284. “Lepgenda 191. Due nemici » 429 223, Pulpiti » S01 » 563 nera’’/3 Bad 192. Frati ¢ saio » 431 224, L’anima delle 285. “Leggenda 193. Nobili w 432 donne » 301 » 56d nera’/d » 6d8 194, ‘La Feroce” » 434 225, Jusprimacnoctis » 504 » 567 286. “Legeenda 195, Amicie nemici » 436 226. Waldheim » 307 » 567 nera’/3 » 651 196, Tedeschi dell"Est » 436 227.MartiriinSpagna » S11 » 569 287. “Leggenda 197, SolZenicyn. » 439 228. Madonne che » 570 nera’"/6 » 654 198. Museo piangono » 3514 » 573 288. “‘Leggenda dell’ateismo » 441 229, L’Anticristo » S17 STS nera’/7 guy 199, Nel 1937 » 442 230, Una sintesi * S19 289, Augusto Del Nove: 200, Ceausescu » 444 231, Battaglia a » STS ja “‘catastrofe” 201. Chi resiste e Legnano » $20 della modernita » 661 chi no » 446 232. Gli anni del » 578 Indice dei nomi di 202, Celibato dei preti » 449 consenso » $23 » 581 persona » 673 203. Streghe e droga » 452 233. Portoghese » 527 i » 584 Indice dei nomi di 204, Afuturamemoria » 455 234. Linciaggio » 328 8. Quattro fasi » 586 lvogo » 684 uando un ragazzo, educato cristianamente dalia famiglia e dal- nunitd parrocehiale, di fronte agli asserti apodittici di quai- ante o di qualche testo comincia a vergognarsi della sto- a sua Chiesa, @ oggettivamente posto in grave pericolo di e ja fede. E un rilievo penoso, ma incontestabile; anzi ha, oltre if contesto scolastico, una sua generale validita. mie qui uno tra i pit pungenti problemi pastorali; e ci si che raccolga negli ambient ecclesiali casi poca attenzione. salvare ja gioia e la flerezza della nostra appartenenza al “pic- ‘gregge”’ cui é stato assegnato come destino if Regno di Dio, serve ja rinuncia ad approfondire le questioni. Al contraria, ensabile Uattitudine a vagliare tutto con tranquilla spregiu- : diversamente da quanto comunemente si pensa, nella a cultura contemporanea non scarseggiano le fole, scarseg- ‘spirito critic; percid i! Vangelo si trova cosi spesso a mal ho gid detto in altre occasioni, il guaio pit: radicale conse- je alla scristianizzazione, a mio parere, non é la perdita della ‘éla perdita della ragione: riprendere @ ragionare senza pre- é gid un bel passo verso [a riscoperta di Cristo e del disegno onde, & anche vero che Miniziativa salvifica di Dio ha una fe funzione sanante: salva tutto Vuomo; e, dunque, anche ‘naturale capacitéd conoscitiva, jiernativa alla fede, pertanto, non é ta ragione e la liberté di ), come ci # stato ossessivamente riperuto negli ultimi seco- invece, almeno nei casi di estrema e sventurata coerenza, if die della ragione e la rassegnazione all’assurdo. I Th materia di storia della Chiesa e delle difficolia pastorali che provoca, @ hene richiamare le necessitd di una iriplice analisi. La prima é di natura essenzialmente teologica, ¢ come tale pua essere condivisa solo a misura che si posseggano “gli acchi della fede’. Si iratia in sostanze di acquisire e portare @ espliciia consa- pevolezza una ecclesiologia degna di questo nome. Si poira in essa a@rrivare a comprendere che la Chiesa é, come diceva sant 'Ambro- gio, cx maculatis immaculata: wna realtd intrinsecamente santa co- stituita da uomini che sone tutti, in grade e in ntisura diversi, pee- catort. Qui sta appunto if sue prodigio e il suo fascino: PArtefice divi- no, usando ia materia povera é difettosa che Curnanitd gli mette a disposizione, riesce in ogni epoca a modellare un'opera d’arte, splendente di verité assoluta e di sovrumana bellezza; verita ¢ bel- Jezza che sono anche nosire, di cinscuno di noi, seconde fa pro- porzione del nostro effettivo inserimento ne! corpo di Cristo. Sidimostra pertanto vero e acuio teolage — quale che sia la sua qualifice accademica e Ia suo culture ricomosciuta — non tanto co- dui che s“indigna e si scandalizza perché cf sono dei vescovi che se- condo iui sono asini, quanto cold che si commuove @ sf entusia- sma perché — passi Mirriverenza — ci sono degli asini che sono vescovi, Sorta questo profilo, il credente pud accostarsi alle vicende ¢ agli accadimenti della storia della Chiesa con anima malta piti emancipate del non credente: la sua ecclesiologia gli consente di non rifenere a priori inaccettabile nessun dato che risultasse dav- vero stabilito e certo, per quanto disonorevole appaia per if nome cristiano; menire Vincredulo sard costretto @ rifiutare o a banaliz- sare tutti gli erotsmi sovrumeani, i valori irascendenti, i miracali so- prannaturalmente motivati in cui st imbatte. Press’a poco come av- viene nel caso della Sindone, per citare un argomento che appas- siona Messori. Formalmente, noi lo sappiamo, fa nostra fede non é scalfita, co- mungue ia scienza decida in merito di pronunciars!: noi poirem- Wa permenerci anche if lusso di nan crederci. Invece, accetiare [au- tenticité di quel lenzualo @ moralmente impossibile a chi non rico- nosce in Gest di Nazareth il Cristo Figiio del Dio vivente, tanto 12 (ipieabile 2 i cumulo di eventi straordinari che connotano la sua “Urigine e ia sue conservazione. i! sospetto di pregiudizio, come si ved, grave it questo caso sul campo d'Agramante piuttosto che fi quelio dei Paladini. Tisecondo tipo di ragionamento é di indole filosafica, @ pud es- sere condivisa de quanti dispangana di ua minima di onesid intel- (ruate. | Quando si parla delle colpe storiche della Chiesa, non bisogna oMOvalutare i fatto che essa & la sola realtd a restare identica a i Hd! trascorrere dei secoli, sieché finisce con Messere la sola chia- ala @ rispondere degli errari di tutti. Ohi sisogna mai di chiedersi, ad esempio, quale sia state al tem- delPaffare Galileo Vattegziamento delle varie Universita e de- (fri organism di rilevanza sociale nei confronti dell ipatest ca- wiicena? Chi domanda conta all’odierna magistratura delle idee dei comportamenti comuni ai giudici del secola XVIT? O, per es- ancora pili paradassale, a chi viene in mente di rinfacciare alle lid poliliche milanest (sindace, prefetto, presidente della re- Je malefatie dei Visconti o degli Sforza? da notare che il meittere sotto accuse fa Chiesa viva, di oggi, avven/menti, le decisioni, ali atti di epoche ormal trascorse r xe stesso uni inplicito ma palese riconoscimento della reale a della Sposa di Cristo, della sua intengibile identita che, 2d di tutte fe alire oggrepazioni, non é mai travolta dalla ‘del sup essere “‘quosi-persona”’ e percid, lei sola, soggetto wo di responsabilita, wie state d’anime che — proprio attraverso gif atteggiamenti fa viverza dei rancori — rivela quasi wn initium fidei ecclesiale: il che, probabilmente, accende (ilarita degit in Cielo, i “eeclesiologia soprannaturale e naturale’, non si pud esi- pel dallentrare nel merito: si fa percid doveroso esaminare I'at- itd di quanto comunemente si dice e si scrive sulla Chiesa. veritd va appurata, salvata dalle alterazioni, prociamata, ono- 13 rata, comungue ci si presenti e quate che sta ta fonte cut |‘atfingia- mmo, Pit di una volta san Tommase dAquine ct insegna che omne verum, a quocumque dicatur, a Spiritu Sancto est (‘‘ogmi veritd, da chinnque sia detia, viene dallo Spirito Sento"); e basterebbe qure- Sta citazione a farci intravedere quale invidiabile larghezza di spi- vito caratterizzava i maestri medievalt. Reciprocamente va anche detta che le falsitd, le manipolazioni, eli errort vanno smascherati e condannati, da chiunqtie siana pro- posii e per quanto vasta sia la lore diffusione. Orrbene, bisognerd che ci decidiamo a renderei conto — ci dice, tra Valtro, Vittoria Messori con queste pagine — del cumulo ai gin- dizi arbitrari, di sostanziali deformazioni, di vere e proprie bugie, che incombe su tutto cid che é@ storicamente attinente alla Chiesa. Siamo letieralmente assediati dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedone, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percossa sulla guancia destra, la perfezione evange- fica mi propone di offrire la sinistra, Ma se si attenta alia veritd, la stesse perfezione evangelica mi fa obbliga di adoperarmi a rista- bilirla: perché, dove si estingue il rispetio della veritd, comincia a precludersi per I'uame ogni via di salvezza. Da questa persuasione, ritengo, @ nato questo libro, che é auspi- cabile diventi subito uno stramento indispensabile dell’odierna azio- ne pastorale, Quaiche volta mi vien fatto di pensare che il corpo della cristia- nité attuale sia afflitte, diciama casi, da deficienca inmmnnitaria, Laggressione a! Regno di Dio iam praesens in mysterio & fene- meno di tutti i tempi, ene siame stati ripetutamente avvertiti dal Signore, anche se le sue parole a questo proposito sono state in questi decenni un po" trascurate. Cid che invece caratterizza particolarmente (a nostra epoca é la fearizzazione che non si debba reagire: la retorica del dialogo a tutti f casti, un malinleso irenisinto, una strana specie di masachismo ecclesiale, sembrano inibire ai cristiani ogni naturale difesa, sicché 14 virnienza degli elementi patogeni pud aperare indisturbata le sue vastazions. Per fortuna lo Spirito Santo non lascia mai senza intrinseca pro- Juelone ta Sposa di Cristo. E sempre attivo, e suscita in varie for- @ a vari Jivelli le necessarie antitossine. _ fi presente volume — che raccoglie larga parte degii apprezzati Hi di Vittorio Messori, apparsi sul quotidiano cottolico na- — ¢ appunto uno di questi provvidenziali rimedi at nostri i: fa sua comparsa é un segno che Dio non ha abbandonato ti popalo. Messori 2, ringraziando il Cielo, autore originale e personalissi- enon c'é obbligo di condividere futte ¢ singole fe sue sempre iali opinion. Ma non possiamo non condividere tutti — e tutti — il sue coraggioso servizio alla veritd 2 il suo amore ta Chiesa. + GLACOMO card. BLFFI Arcivescovo di Bologna 15 Da quando circostanze impreviste mi spinsero alla scoperta del- tlantide cristiana, per me fino allora quasi sconosciuta, non ci forse giorno in cui non cercassi di riflettere sulla fede, sulla sua ibilita, sulla sua possibilita stessa. Una riflessione che, i Hi, ha ingrossato il mio archivio di una massa di note, bozzi, solo in piccola parte utilizzati nei libri via via pubbl _ Approfittando cell’ ‘hevole sollecitazione dell’allora direttore di Avvenire, Guido Folloni, a partire dal maggio del 1987 pubbli- wo, su quel quotidiano, “Vivaio": due colonne (prima bisetti- ¢ poi addirittura, a lungo, trisettimanali) nelle quali far con- qualcosa del materiale di cui gid disponevo e di altro deriva- da nuove ricerche. ‘Ti nome della rubrica mi fu suggerito dal Diario postumo di anni Papini, il quale progettava un’opera — peraltro non bblicata — nella quale raccogliere spunti ¢ “‘trame’’ per possi- fi libri; o anche soltanto idee ¢ provocazioni, magari allo stato per suscitare riflessione e dibattito. Cosi io pure intesi di uno spazio giornalistico che mi ha concesso di avverti- giorno dopo giorno — la calda, vigile, talvolta anche critica 1 sempre affettuosa attenzione di un pubblico di lettori sor- dentemente vasto ¢ variegato, andando (come mi testimonia- di lettere) dall’operaio al professionista, dalla casalin- ‘al docente universitario. Quanto resta dello spesso miscono- eiuito — ¢ sottovalutato, ma solo da certa ignara arroganza laici- “mondo cattolico” conta (lo so ormai per lunga esperien- lettori tra i pid gratificanti, per acume e solerzia, per chi an- ra si ostini a scrivere articoli e libri. ‘Di queste righe, dunque, approfitto ora per ringraziare tante ami- 17 che e tanti amici che hanno volute farmi sapere che la mia ricerca sulle ragioni della fede era anche la loro. E comunque un tingraziamento che ho tentato di rendere con- ereto con questo libro (tante volte sollecitatomi dai molti che rita- gliavano e raccoelievano la rubrica), dove ho operato una scelta ‘ira le prime 400 “‘puntate™. Dallingente materiale pubblicate si- no ad allora (oltre 1.600 cartelle) ho estratto quanto rientrasse sot- to il titolo scelto per Ja raccolta; Pensare fa storia, Pensarla, cio¢ — 6 ripensarla — in una prospettiva “‘cattolica’’; nella consapevolezza, data dalla fede, di un enigmatica Piano, di una Provvidenza che tanto nascostamente quanto fermamente guida lavventura di ogni singola uomoe e dell’intera umanita. Un picco- lo, faticoso ma tenace tentativo, questo nostro, di praticare quella carita della verita che oggi sembra negletta anche da uomini di Chie- Sa, ma che, in una dialettica cristiana, dovrebbe accompagnarc (an- zi, precedere) ogni altra carita, Perché «non di solo pane vive l'uo- mo»; e, perche — parola ancora del Vangelo — é la verita il pre- supposio indispensabile della liberia. Non agglungo aliro, tralasciando volenticri proclami ¢ manife- sti, per rinviare alle molle pagine che seguono: a proposite delle quali daré soltanto, qui, alcune avvertenze per use. Innanzitutto: essendo — per scelta ¢ per mestiere — un croni- sta, ¢ tale volendo restare, nei frammenti riportati sono spesso par- lito dall’attualita fornita con tanta abbondanza dalla pirotecnica fine degli anni Ottanta e dall'inizio dei Novanta, Se, dunque, lo spunto per iniziare il discorso potra sembrare talvolta ‘‘datato", mi sono sempre sforzato che non lo fosse la riflessione sui fauti di una cronaca che qui ha lasciato il suo polline: sorte il quale, pero, spero resista un modo, un metodo per riflettere “cattolicamente™ fe, dunque, in profondo ¢ durevolmente) sul mistero della vicenda umana, Stet crine dum volvitur orbis: la croce sta ferma mentre il mondo gira, per dirla con il bel motto del pit che millenario Or- dine Certosine. L’origine giornalistica dei (rammenti é segnalata anche da qual- che ripetizione, qua e la. Nel lavoro di revisione ¢ di integrazione del materiale in vista del volume, ho deciso di lasciare alcune di 18 lle ripetizioni. Penso, infatti, che uno dei modi di utilizzazione questo libro sia “‘ad apertura di pagina”. Una lettura frammen- i, ciog, che esige che !'argomento sia ogni volta chiaramente \nquadrato — magari con premesse ¢ conseguenze — anche per chi on abbia letto quanto precede. i Pur nella unitarieta del metodo — nella costanza, cioé, di quel “‘4aglio" cattolico di lewura che sempre ho cercato di praticare — Je molie centinaia di pagine qui riunite vogliono essere una sorta di “magazzino™, di “emporio"’ (0, per i pill animosi, di “santa- burbara™), cui attingere affidandosi anche a una lettura disconti- wa, L’indice dei nomi e quello dei 289 frammenti potranno gui- dare chi desiderasse seguire il filo di una ricerca sistematica. Tnoltre, quel fornare su certi discorsi, quell’insistere su determi- hati argomenti segnala l'importanza particolare che ad essi é attri- buita: dunque qui, forse, davvero repeita iuvant. Non si dimenti- ‘chi, tra l'aliro, che la riflessione si é sviluppata negli anni della straordinaria svolta storica rappresentata dal collasso non solo del vosiddetto “‘socialismo reale™’ ma di ogni marxismo, dj ogni uto- pia comunistica tour court; @ dunque naturale che su un simile te- ritornina molte pagine. Ricorda lantico principio che il moto non si prova con complesse ma, semplicemente, muovendosi. Cosi, anche per il cristia- simo: fede in un Dio che ha preso il tempo degli wornini tanto serio da parteciparvi non per finta — incarnandosi in un luo- in un tempo, in un popolo, con un volta ed un nome la veri- del Vangelo Ia si ‘‘prova"’ nella storia concreta. E Gest stesso lanciare la sfida: l’albero lo si giudica dai frutti. Sono questi che “qui si é cereato di analizzare, scegliendone alcuni da una vicenda ‘i ormai quasi venti secoli (o di quaranta, se — come ¢ doveroso non si dimentica che le radici della fede del Nazareno sono in continuité con quanto inizia da Abramo). Protagonista di questo libro ¢ dunque il Cristo che continua la 3 vita nella storia con quel suo corpo vive che (cosi il eattolico ‘grede) & la Chiesa, Ho dunque esctuso l'indagine sulla verita del ‘Cost testimoniato dai Vangeli: a quest'ultima ricerca non ho sol- janto dedicate certe “‘ipotesi”’ che danno titolo al mio primo li- ‘bro, ma continuo a riservare riflessione ¢ fatica ne ‘Il caso Cri- sto" che, pubblicato ogni mese su Jesus, sara riunito in an libro a sé. 19 Altri libri, del resto, dovrebbero presto seguire questo Pensare fa storia: si trattera delle prime 400 puntate di “Vivaio” non uti- lizzate qui e delle molte altre che sono seguite ¢ seguono su Avve- nire, dove la rubrica prosegue. Questo volume, in effetti, é il pri- mo di una nuova collana che le Edizioni Paoline hanno voluto ini- ziare con i] nome, appunto, di ‘‘Vivaio'’, destinata ad accogliere il materiale della rubrica. Preciso, per finire, che in nessuna pagina, nemmeno in quelle apparentemente pit polemiche, ho dimenticato il monito di san- UAgostino: interficife errores; homines diligite. Non tutte le idee né tutte le azioni sono rispettabili. Da rispettare a ogni costo sono, invece, tutti gli uomini. I] credente affida al giudizio di Dio, e di lui saltante, anche coloro che quelle idee e azioni inaccettabili, quando non esecrabili, incarnano e compiono. vm, Anche questa volta (eome gid per i libri precedenti) sard grata ai lettori che vorranne comunicarmi osservazioni, precisazioni, ¢ri- tiche, integrazioni, conferme. I molti che gid hanno volute entrare cosi in digloge con Pautore — rompendo almeno in parte il carat- tere “autoritario™, di monologo, legato necessariamente al genere libro, questo modo per parlare senza essere interrotti — sanno con quale attenzione abbia esaminata cid che hanne volute comurni- carn, A differenza di quanto suggerisce l’eierna tentazione gno- Stic — oget pericolosamente riaffiorante in forze — la veritd non é “segreta"' né tantomeno é privilegio di pochi iniziati, eletti, esperti. A tutti 2 afferta e tutti passono (debbono) partare il proprio can= tributo alla sua ricerca. Indirizzare a: Vittorio Messori, via Ariosto 3, 25015 Desenzano del Garda (BS). diy a plaisir d’étre dans un vaisseau baitu de lorage, Jorsqu’on est assuré qu'il ne périra point. Les tribulations qui travailient I"Eglise sont de cette nature. Blaise Pascal at »- 1. Sensi di colpa ¥ Dopo tre giorni di faticoso viaggio insieme, Léo Moulin, $1 an- @ fresco, elegante, attento ¢ cordialissimo come sempre. Mou- , per mezzo secolo docente di storia ¢ di sociologia all’ universi- fa di Bruxelles, autore di decine di libri rigorosi e affascinanti, & gli intellettuali pit prestigiosi d’Europa. E forse il maggiore co- degli Ordini religiosi medievali, pochi come lui sono am- dalla sapienza di quei monaci. Eppure, si ¢ distaceato si dalle massoniche, dove ha militato («Spesso — mi dice — affi- € condizione indispensabile per fare carriera nelle universita, ‘nei giornali, nelle case editrici: il mutuo soccorso tra i ‘“fratelli mu- atori’’ non é un mito, é una realta ancora attuale»), ma é restato un laico, un razionalista, di un agnosticismo che confina con I’a- Mi raccomanda, Moulin, di ripetere ai credenti una sua convin- ‘zione, maturata in una vita di studio e di esperienza: « Date retta ‘ame, vecchio incredulo che se ne intende: il capolavoro della pro- oda anti-cristiana é l’essere riusciti a creare nei cristiani, nei soprattutto, una cattiva coscienza; a instillargli l"imbarazzo, do non la vergogna, per la loro storia. A furia di insistere, alla Riforma sino ad oggi, ce I*hanno fatta a convincervi di esse- responsabili di tutti o quasi i mali del mondo. Vi hanno para- nell’autocritica masochistica, per neutralizzare la critica di cid che ha preso il vostro posto», Femministe, omosessuali, lerzomondiali ¢ terzomondisti, paci- i, esponenti di tutte le minoranze, contestatori ¢ scontenti di ogni fisma, scienziati, umanisti, filosofi, ecologisti, animalisti, morali- fi aici: « Da tutti vi siete lasciali presentare il conto, spesso truc- 23 calo, senza quasi discutere. Non c'é problema © errore o sofferen- 2a della storia che non vi siane stati addebitati. E voi, cosi spesso ignoranti del vostro passato, avete finito per crederci, magari per dar loro manforte, Invece io (agnostico, ma storico che cerca di essere opgettivo) vi dico che dovete reagire, in nome della verita. Spesso, infatti, non ¢ vero, E se talvolta del vero c’é, é anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgo- no di gran lunga sulle ombre, Ma poi: perché non chiedere a vo- stra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori irisultati di cid che ¢ venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, con- triti, certe prediche? ». Mi parla di quel Medioevo che da sempre frequenta come studioso: « Quella vergognosa menzogna dei ''se- coli bui’’, perché ispirati dalla fede del Vangelo! Perché, allora, tutto cié che ci resta di quei tempi é di cosi fascinosa bellezza e sapienza? Anche nella storia vale la legge di causa ed effetto...». Penso allo storico di Bruxelles in auto, una mattina qualunque, attraversando |’hinterland milanese, Qui, come in ogni altra peri- feria urbana, un Dante contemporaneo potrebbe ambientare qual- che girone del suo inferno: rumori assordanti, odori mefitici, cu- muli di rottami e di rifiuti, acque yelenose, marciapiedi ingombri di auto parcheggiate, scuratagei ¢ ratti, cemento impazzito, bran- delli di prato tossico. Ovunque, senti l'ira e odio di tutti contro tutti: automobilist| contro camionisti, pedoni contra motorizzati, acquirenti contro venditori, settentrionali contro meridional, liani contro stranieri, operai contro padroni, figli contro genitori. Nl degrado é nei cuori, prima ancora che nell’ambiente. Finalmente la méta, il grande monastero, l'antica casa religiosa, Liberato con sollievo dail’auto, varco il partone. Di colpo, il mondo mi ¢ambia intorno. Un grande, secolare cortile, chiuso su tutti i lati da un porticato che placa |'animo con l'armonia delle arcate. Silenzio, bellezza di affreschi, ritmo di architetture, freseura di om- bre. Al di ld del cortile, un vasto giardino, ultima spiaggia sui cui alberi si é rifugiato quanto soprayvive ¢ vola nella terra desolata tutto attorno. Nell’accoglienza, poi, dei religiosi senti che é@ gente che — malgrado tutto — cerca di voler bene, che crede che amare sid ancora possibile, Con un misto di ironia ¢ di angoscia, penso alle vendetie della storia negli ultimi due secoli, popolati da gente diversa ma unita 24 furia di sopprimere i segni cristiani, a cominciare dalle con- “pregazioni religiose; dal bisogno di distruggere, con esse, i loro Iuo- “thi di pace e di bellezza, visti come angoli immondi di oscuranti- ‘mo, ostacoli anacronistici sulla strada per edificare il sognato “mondo nuovo”. Adesso, eccoli i frutti del promesso domani radioso, al di li del fue che ripara il giardino. In nome dell” urmanita, mai monde fu feso pil disumano, Le attese si sono rovesciate: la realta ¢ la spe- ranza di un mondo pit vivibile resistono — ma per quanto? — in questi brandelli religiosi, sopravvissuti (per miracolo, per easo, per ostinazione dei cristiani che ritornano dopo ogni soppressione) al- ‘ja furia degli “illuminati”. [ cui figli ¢ nipoti si rifugiane aneh’essi qui, ora, aTimpiangere quanto ¢ stato perduto. B a rallegrarsi che qualcosa si sia salvato dalla rabbia dei distruttori. Se é dal frutto che si riconosce l’albero, c’é forse qualche conse- puenza da trarne, anche per seguire Vammonimento ai credenti di Moulin, i! vecchio storico agnostico: «causa ed effetto...». 1 no- stri scheletri nell’armadio li abbiamo pure noi; ¢ guai a far finta diniente. La realt4 cristiana mescola pur sempre il diving eTuma- nos casta et meretrix ¢ la Chiesa, secondo il detto dei Padri. E tai, " kempre, furono ¢ sono i suoi figli. Ma guardiamoci anche attorno, ‘non pil cosi vergognosi e intimoriti, Non c’é carila possibile senza Verita; su di noi ¢ sugli altri, 2. Elezioni Per ora, é finita. Parlo, ovviamente, di quella vischiosa melassa (lella quale hanno grondato giornali ¢ telegiornali, muri e piazze, ‘elle lunghe settimane della campagna elettorale, = : Jn pensosi editoriali, in seriose tavole rotonde, certi miei ben pil: gutorevoli colleghi del media-system hanno cercato, come sempre, “diconvincerei a ogni costo; « Nulla c’é di pi importante del con- _ fronte tra un Ciriaco e un Beitino. Sola speranza di salvezza ¢ sta- bilire s¢ abbiano ragione Natta o Nicolazzi, Spadolini o Pannella. Non aveete aliro Altissimo che quello dei iberali». Beco l’anti-evangelo, Ia “‘cattiva notizia’’, il kérygma eapovol- to: quel «di solo pane vived l'uomo» del Tentatore, dal quale il 2 Cristo é venuto a salvarci, perché non soffocassimo di claustrofo- bia. Loi, che ha aperto una breccia nel muro del monde ¢ della sua cronaca: una feritoia da cui giunge ossigeno ¢ dalla quale sbir- ciare verso I"Infinito ¢ I’Eterno. Questa la prima, indispensabile Tiberazione’’, da cui tutte le altre derivano. Perché «é la verita che ci fa liberi»: ¢ davvero, per chi prenda sul serio i] Vangelo, ¢ un equivoco o wna menzogna la scala di va- lori che al primo posto, quello decisivo, mette i risultati di un’ele- zione, Riconoscere l'importanza ¢ la necessita, ma al contempo la relativita, di un simile evento é riscoprirsi, di colpo, uomini liberi, Certo, stamane ¢i saro anch’io a «fare il mio dovere di cittadi- no» (si dice casi?) nell‘aula della solita scuola milanese. Diligente- mente, indicherd anche le preferenze che — dopo essermi infor- mato ¢ consultato — mi saranno parse le pitt “giuste’’, I tutto con serielA, ma anche con quel pizzico di humour, virth cristiana per eccellenza, che é richiesto ai credenti davanti ad ogni cosa “'pe- nultima’’. Mi auguro, forse, che il “mio'’ deputato e il “mio** senatore Siano eletti (anche se, a dire il vero, so a mala pena chi siano: il mito illuminista dei *‘rappresentanti del popolo” &, appunte, un mito retorico trai tanti che ci vengono dall’astratto ujapismo set- tecentesco). Ripongo in loro (forse) qualche piccola speranza, Ma guai sc, come tanti vorrebbero fanci credere, fossero essi la Spe- ranza. E proprio per liberarci da questa disperazione che il Cristo é venuto. Per questo, la mia preferenza andra a chi meno promet- te, a chi non vuole farmi credere che, lo lasciassero fare, potrebbe risolvere tutti i problemi, miei e degli altri, 11 politico che meno crede nella virtd taumaturgica, da toceasana, della politica, él pit augurabile per il credente. Gente modesta, perché consapevole dei limiti det suoi strumenti: questa vorrei uscisse dalle urne, non peri- colosi profeti né falsi cristi dalla visione messianica. 1] Cristo ¢ i profett veri mi ostinerd a cercarli dopo, in unaltre luogo: é dome- nica, uscendo dal seggio me ne andré alla messa. «Ja, aber»: si, ma... In quell’ aber, in quel «ma», mi disse un giorno un leologo tedesco, sta tutta la visione cristiana del mon- do. Chi crede solo alla storia non pud dire che je, a cominciare dalla politica ¢ dalle sue periodiche elezioni. B rischia cosi di finire 26 Jn uinocchio davanti a qualcuno. E nell’aber che sta i di pid del cristiano: «Si, d'accordo. Mea c’é anche dellaliro, Molte cose che appassionano i! mondo sono importanti; ma nulla é decisivo, niente édavvero tragico per chi riesca a intravvedere l'eterno», Uno che dice cosi, finisce si in ginocchio, ma solo accanto a qualcune. Dicono che l'intolleranza sia la tentazione del credente, A me sembra che un simile pericolo minacci invece colui per il quale nul- jac’é al di la del risultato delle urne; per lui tutto, qui, sta o cade. Ilcristiano @ soccorso, sempre, dall*ironia bonaria, da quel dono divino del sorriso indulgente che dh izza e disarma la elava che insanguina la storia. In quel «7a» c’é l'antidoto a ogni fanatismo. Continuano a sgranarci il vecchio rosario: «inquisizione, cro- ‘late, caccia alle streghe...». Scusate, le cataste di cadaveri — di gran Junga le pid spaventose di ogni epoca storica, ¢ in cuit cristia- fi furono spesso vittime, mai carnefici — che ingombrano gli ulti- mi due secoli, le ha causale forse |'**intolleranza’ dei credenti? O fon é, per caso, che quei mucchi di morti sone stati voluti da chi, da destra o da sinistra, all'adorazione dell’“‘intollerante’’ Dio cri- stiano, ha sostiluite il culta ai suoi déi? Quelli nel cui Pantheon Ja Politica (¢ solo quella) ha Paltare centrale? [| Cielo ci scampi (ozgi, domani, in Fururo) da simili sacerdoti ¢ dai loro fedeli; ten- ga lontane da noi il grido, dalle risonanze agghiaccianti: « Noi non abbiame altro re che Cesare» (Gv 19,15). 3, Statistiche Visto che é tempo di percentuali elettorali, di numeri, facciamo ‘Ancora un piccolo sforzo, Ne vale la pena: qui non si tratta di par- titi e partitini, ma del cristianesimo stesso. i ; La Wee (World Christian Encyclopaedia) ha pubblicato il suo periodico rapporio. Ne risulta che i battezzati di tutte le confessio- ‘Ni cristiane detengono ancora la maggioranza relativa: sarebbero Infanti 11 32,8 per cento della popolazione del mondo, 1) doppio, ‘eee, rispetto ai musulmani, che seguono con il 16,5 per cenio; ven- ‘gon poi gli induisti (13,3) e i buddisti (6,3). ~ [leristianesimo, pero, perde colpi. II massimo livello quantitati- ¥o fu raggiunto attorne al 1900, con il 34,4 per cento della popola- 27 zione mondiale, C’é poi da tenere presente che — a differenza del blocco musulmano il quale, malgrado certe differenze, sul piano della fede & sostanzialmente monolitico — jl mondo cristiano épro- Tondamente diviso. Inoltre, si parla ovviamente di ‘“‘battezzati’’ ¢ non di “praticanti™ o, addirittura, di “credenti'*: statistica, que- sta, che Dio solo pud fare. Gili stessi specialisti calcolano infatti che meno di un terzo di quel 32,8 per cento dei “cristiani ufficiali”” tragga qualehe conseguenza 9 si riconosca interamente nella fede in cui pure @ stato inserito con il battesimo. Dunque, forse meno del 10 per cento della popolazione mon- diale sembra disposto a confessare in Gest il Cristo annunciato dai profeti. E, per giunta, con differenze dottrinali talmente profonde che molti preferiscono parlare di “‘cristianesimi", al plurale. Inol- tre, la peroentuale é in continuo declino, tante che in Europa ein Nord America c’é stata una diminuzione del 3 per cento negli ulti- mi dieci anni: rifiuto di batezzare i figli, conyersione a religioni ¢ a sétte non cristiane o passaggio nell’area crescente di coloro che si dichiarano «senza religione». (In Olanda, addirittura la meta dei giovani; in Francia il 40 per cento), Cosi, su mille persone che oggi, a quasi ducmila anni da Betlem- me, vivono sulla faccia della terra, oltre novecento sono estranee o indifferenti se non ostili al Vangelo. Se poi guardiamo ai cattoli- ci, quella “estrancita’ coinvolge circa 950 persone su 1000, «Ma il Figlio dell’uome, quando ritornera, troveré ancora fede sulla terra?» (Le 18,8). Domanda misteriosa ¢ drammatica, sulla quale preferiva sorvolare certo trionfalismo cattolica preconcilia- re; e che sembra rimossa anche da certo neotrionfalismo del dopo Concilio, che ha fatto di un acritico “ottimismo” alla Candide («tout va bien dans ta meilleure des Extises possibles...) il sosti- tuto della virté cristiana della speranza, Quella che spera contra Spent: malerado, » Non rifiuti di vedere j problemi, come certi attuali “ottini a ogni costa. E pur vero che le cifre hanno un significato relativo nella pro- spelliva cvangelica. Tra i manifesti elettorali che shiadiscono sui muri, cé n’é uno del Pei sul quale, sotto i numeri di iseritti, sezio- ni, parlamentari, amministratori locali, campeggia lo slogan: «1 28 Humeri sono la nostra forza». Ci fu un‘altra ideologia, secondo fa quale «il numero é potenza». E tutti sappiamo come fini e che vosa me restato, . : Quando si vuol troncare una discussione, si fa ricorso al «lin- guaggio delle cifre»: che ¢ cloquente ¢ definitive avunque. Ma non fella dimensione della fede. «La stoltezza della Parola della croce Ja potenza del nostro Dio», ricorda Paolo al «piccolo gregge» ' cui & stato raccomandato di non temere per la sua insignificanza humerica. F Anche il «piccolo gregge» deve perd fare i conti, nei sual aspet- ti umani, con Te leggi che la sociologia dei gruppi ha individuato da tempo, sulla base dell esperienza storica. Dice una di quelle leggi che, quanto pill un gruppo é di minoranza, tanto pit, per non es- acre fagocitato dalla maggioranza, deve essere motivato, prepara- to, unito, deciso a restare fedele alla sua visione del mondo, In- somma, deve davvero essere come cid che il Vangelo chiama « lie- yilow e «sale non insipido», Siamo davvero cosi, noi che, in questi anni, abbiamo persino teo- fizzato che quella base minima ¢ comune data un tempo dai cate chismi era ormai anactonistica e inutile? Noi che delle nostre divi- sioni, anche le pit profonde, abbiamo fatto un motivo di fierezza, quasi fosscro sempre ¢ comungue il segno di una “‘creseita’’, di “una ticcherza’’, di un segno di “eta adulta’’? 4. Male (Gid che parliamo di statistiche, ne vedo un'altra dalla quale ri- sulta che, sul totale delle morti violente, meno di un quarto sareb- hero determinate da “catasirofi naturali’, come terremoti, allu- vioni, eruzioni di vulcani. . La stragrande maggioranza ¢ dovuta a cause in cui luoma ha ina precisa responsabilita, diretta o indiretia. Tra gli argomenti per il rifiuto di Dio c’é, oggi come sempre, la presenza del male ‘nel mondo. Obiezione drammatica, Avvertiva pero Lanza del Va- f to (e quella iragica statistica conferma); « L'uomo ¢ come un bam- ‘bine che lancia pietre per aria; ¢ poi accusa Dio se Je pietre gli rica- ‘scano sulla testa». 2 5, Ignoranze Tempo di esami, le consucte lagnanze sull"impreparazione degli studenti. Viene in mente Massimo Cacciaci, il filosofo che, dopo avere teorizzato utopie di comunistiche palingenesi sociali, ha ora rinnegato quel passato. Pur da agnostico radicale qual é tuttora, Caeciari va dicendo che uno dei disastri dell’*Occidente é l’assoluto analfabetismo religioso. ‘Come esempio, cita quanto gli disse, ¢ serio, un esaminando all’u- niversita; « Gest Cristo? Non é quel tizioche ha scritto la Bibbia? ». Per Caceciati, un problema vero questa ignoranza in fatto di religione che contrassegna non solo gli studenti somari, ma buona parte della /eadership che detiene il potere, sia culturale che politi- co. «Come é possibile — si chiede — capire qualcosa non solo del passato ma anche del presente, senza un minimo di informazione religiosa? E se non si capisce niente qui, come si fa a insegnare o @ governare? ». Se sto alla mia esperienza, c'é qualeosa di peggio dell’iznoran- za; é l'ostentazione di essa; quasi il non sapere, qui, fosse un fiore allocchiello. Moltissime volte mi sono imbattuto in intellettuali che Menayane vanto di nulla sapere e di nulla volere sapere in materie religiose; ¢ che mi guardavano con aria di compalimento perché, pur venendo dalla loro Cultura (la sola con la maiuscola, si inten- de), perdevo tempo a occuparmi di un simile ciarpame clericale. Facciamo il caso di un credente italiano che sia womo di cultura @ che ignori chi siano un Gramsci ¢ un Gobetti, tanto per fare i due nomi cui fanno riferimento da noi il filone marxista ¢ quello liberal-demoecratico. A quel tale sarebbe ritirato lo status di intel- lettuale e sarebbe messo in un canto, come un ignorante. E giusta- mente, ci pare. Cosi non capita, invece, a coloro che cristiani non sono ¢ che cadono dalle nuvole se eli fai il nome, che so?, dei due Karl, Barth ¢ Rahner, considerati il mageior teologo prorestante € il maggior teologo cattolico di questo secolo. Eppure é gente che ha significato qualcosa non soltanto per la “religione’’ ma anche per Ja cultura in generale, Dubito che ci sia qualche intellettuale credente che legga soltan- to Avvenire, Famiglia Cristiana, Civilté cattolica, Legge anche que- a0 i, #ovvio, ma non solo questi. Enon perché questi giornali non “diino.(come danno) un'informazione seria ¢ utile; ma perché, per ui, informarsi significa ascoltare pid veci e confrontarle con la sua pildspeltiva: che ¢ la condizione del dialogo vero. Non é un caso C i, Sant? Offizio ¢ Jndex librorum prohibitorum sembrano an- ivi ¢ vegeti, ma da parte “‘laica’’, non-cristiana. Provare, per dere, a chiedere un libro di un editore cattolico in tanti di quet ‘sacrari della tolleranza e del. pluralisma’” che sarebbero certe li- eric. HH commesso vi guardera dall’alto in basso: « Non teniamo quella roba ». ‘Da questa situazione grottesca e dannosa per tutti, non pochi bittolici hanno ricayato in questi anni un complesso di inferiorita, ottobosco culturale. Qualcuno di loro ha addirittura Tovesciata le carte, accusando di “chiusura’ proprio il suo mondo, quello det eredenti. Ma, se ‘‘inferiorita’* ¢ ‘‘chiusura™ ci sono, queste sono parte di una caliura monca che, se non fa posto ad allre, & per- é non solo non vuole, ma forse non pud. Dice infatti Adriano Bausola, il rettore dell’ Universita del Sa- Cuore: «E vero: i cattolici leggono i laici, ma questi quasi mai ono i cattolici, A mio avviso, cid avvienc perché la cultura lai- 4 ¢# una sola dimensione, l’orizzontale; mentre quella dei cre- fe ben pil ampiae completa, facendo posto a entrambe le di- ni, dunque anche a quella verticale. Un cristiano pud inte- ia quanto pensano ¢ scrivono i non credenti senza cessare essere se stesso, anzi arricehendosi. Ma un agnostico oun ateo nm possono fare altrettanto, gli mancano gli strumenti di com- sione; a, se per caso cominciasse a capirci qualcosa, vorrcbbe e che comincia a non essere pill se stesso», i Se Bausola ha ragione, ancora una volta le apparenze inganna- ‘apertura, la liberta di visuale, il rifiuto del ghetto, la possibi- diconfronto (insomma, la cultura vera) stanno dalla parte pro- rio di chi sarebbe i] dogmatico, il chiuso, l'intellettuale di serie “fi, Perché, anche qui, non scrollarsi di dosse certi immotivati com- plessi? Arcivescovado di Milano, aprile 1945: Mussolini in cerca di scam- po eil cardinal Schuster che tenta — evangelicamente — di sot- 31

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