Movimenti critici della miseria esistente, che si rifiutano di barattare un'apparenza di
riforme con la loro possibilità di liberazione, ce ne sono stati e ce ne saranno. Ma la lotta per la sovranità, per l'autodeterminazione della propria vita, non si pone esplicitamente all'ordine del giorno. Essa sonnecchia sul fondo, dove la vecchia talpa continua a scavare, senza mai uscire dal buio. E' ad essa, nel sonno che incatena il lavoro al capitale, alle macchine e al seriale delle ideologie dominanti e dei saperi riconosciuti, che guarda una moltitudine caotica come una massa gassosa. La servitù negata è la sua bandiera.