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RiSEM
Rischio Sismico negli Edifici
Monumentali
Primo Semestre
(1 giugno 2011 – 30 novembre 2011)
Sommario
Introduzione ............................................................................. 2
Descrizione generale ................................................................. 5
Descrizione del progetto ............................................................................ 5
Descrizione delle attività previste nel primo semestre ................................ 7
Attività previste nel WP-1: coordinamento ................................ 9
Attività svolte nel periodo di riferimento .................................................... 9
Attività previste nel WP-2: sismicità......................................... 13
Tasks SISM-1 e SISM-2: Reperimento dati di sottosuolo da analisi
geologiche e geotecniche già effettuate e inizio della caratterizzazione
geologica e geomorfologica del sottosuolo ......................................... 13
Task SISM-3: Caratterizzazione geotecnica, risposta sismica locale e
interazione dinamica terreno struttura................................................ 17
Attività previste nel WP-3: rilievo............................................. 21
Task RIL-1: Rilievo geometrico, analisi del manufatto e degli interventi di
restauro .............................................................................................. 21
Task RIL-2: Reperimento della documentazione disponibile a livello
iconografico e storico-archivistico ....................................................... 36
Attività previste nel WP-4: caratterizzazione ........................... 53
Task CARAT-1: Analisi con tecniche GPR non a contatto .......................... 53
Task CARAT-2: Definizione dei parametri meccanici ................................ 59
Conclusioni ............................................................................. 78
Sintesi delle attività svolte ........................................................................ 78
Deliverables / Attività di disseminazione .................................................. 78
Criticità / Aggiornamenti del progetto ...................................................... 79
RiSEM è… ................................................................................................. 80
Allegati ................................................................................... 82
Scheda di lancio del “blind benchmark” .................................................... 82
Introduzione
Aspetti organizzativi generali del progetto e inquadramento della relazione
La presente relazione si riferisce alle attività svolte nel corso del primo
semestre del progetto RiSEM (Rischio Sismico negli Edifici
Monumentali), ossia nel periodo dal 1 giugno 2011 (data di inizio delle
attività) al 30 novembre 2011.
*
Il Dipartimento di Architettura partecipante al progetto è rappresentato da DiCR
(Dipartimento di Costruzioni e Restauro), mentre in fase di progetto era stato
indicato il DIRES (Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici);
la differenza è dovuta alla diversa afferenza dei docenti di Restauro partecipanti al
presente progetto.
Descrizione generale
Nel seguito si riassumono brevemente gli obiettivi del progetto e si inquadrano le
attività svolte nel primo semestre, delle quali si riferirà nelle parti successive della
presente relazione.
San Gimignano
Dovendo definire e mettere a punto delle procedure, il progetto si è
indirizzato verso un caso studio particolarmente rappresentativo,
rappresentato dalla città di San Gimignano e dalle sue torri.
Il caso di San Gimignano rappresenta al tempo stesso un caso unico nel
panorama mondiale ed un caso contraddistinto da una forte
omogeneità tipologica. Gli elementi dai quali prende spunto il progetto
si identificano ovviamente in tutte le Torri presenti nel Centro Storico
del comune di San Gimignano (sia quelle di proprietà pubblica che di
Nei primi 6 mesi, le attività del gruppo del Dipartimento di Scienze della
Terra dell’Università di Siena sono state essenzialmente finalizzate alla
realizzazione della cartografia geologica e geomorfologica finalizzata
alla formulazione del modello geologico di riferimento per la
Microzonazione Sismica di Primo Livello del Comune di San
Gimignano. In particolare sono state eseguite indagini nei seguenti
ambiti:
- Individuazione e reperimento dati cartografici e topografici di
riferimento per il rilevamento di campagna e per la stesura finale degli
elaborati;
- Reperimento dei dati geologici e geomorfologici esistenti
- Reperimento dei dati di sottosuolo esistenti
- AereoFotointerpretazione: dati gelogici e geomorfologici
- Rilevamento geologico ex-novo di campagna
- Rilevamento Geomorfologico ex-novo di campagna
- Creazione DataBase Cartografico
Di seguito viene riportata una breve descrizione delle attività svolte in
ciascuno di questi ambiti.
Individuazione e reperimento dei dati cartografici e topografici di
riferimento per il rilevamento di campagna e per la stesura finale
degli elaborati
Premessa
La ricerca del gruppo DiCR prevedeva lo svolgimento delle indagini
metriche nella prima fase del lavoro. Si sono individuati due indirizzi, il
primo prevalentemente rivolto ad acquisire informazioni sugli interni
delle diverse torri e sulle loro vicende costruttive e materiche, il
secondo rivolto ad acquisire informazioni geometriche e materiche
degli esterni, difficilmente rilevabili con metodologie tradizionali. Per
raggiungere il primo obbiettivo, da ottenere con rilievi strumentali
puntuali e manuali dei vani interni, si sono in via preventiva acquisite
strumentazioni di misura (teodolite, livello, distanziometro,…) e sono
stati fatti due bandi per collaborazioni di supporto alla ricerca. In
particolare nei bandi si richiedeva lo svolgimento di attività supporto
alle indagini sulle torri di San Gimignano, mediante la ricerca di
materiale archivistico e bibliografico, il rilievo architettonico di
dettaglio e a grande scala delle torri e del loro contesto, l’elaborazione
di tavole tematiche.
Per gli esterni, con un rilievo condotto per documentare
completamente lo stato di fatto delle strutture, si è scelto di misurare la
geometria e la tridimensionalità degli spazi con l’uso di scanner laser,
documentando la composizione materica e lo stato di degrado delle
superfici esterne da immagini prospetticamente corrette, con un rilievo
topografico e satellitare a costituire l’ossatura che consente alle due
metodologie di convivere. Per questa ragione è stato bandito un
assegno di ricerca con decorrenza 01/07/2011 avente per oggetto
“Strumenti e tecniche della geomatica per la salvaguardia dei Beni
Monumentali: il caso studio delle Torri di San Gimignano”.
L’assegno, di durata annuale, prevedeva in dettaglio:
• Impianto topografico per la creazione di un sistema di riferimento
per tutte le operazioni successive;
Figura 8. Schema di presa per il rilievo 3D degli esterni delle Torri Salvucci.
In giallo sono indicate le 9 postazioni di scansione
La torre nord ha una pianta alla base all’incirca larga 5,00 m e profonda
6,00, in sommità 4,80X5,90 m. Lo spessore delle murature perimetrali,
al livello di piazza delle Erbe, è pari a 205 cm. All’interno è stato ricavato
un vano di ridotte dimensioni, di 190X100 cm, l’altezza complessiva sul
lato di via S. Matteo è di ca 41,30 m. Le sezioni longitudinale e
trasversale, nonché le piante eseguite a sei livelli, mostrano l’esistenza
di 8 e 10 cm che aumentano lievemente la dimensione dello spazio
interno.
Figura 17. Sezione verticale della torre Ardinghelli nord (Torre 18)
Figura 18. Sezioni orizzontali della torre Ardinghelli nord (Torre 18)
Figura 19. Sezione verticale della torre Ardinghelli sud (Torre 19)
Figura 20. Sezioni orizzontali della torre Ardinghelli sud (Torre 19)
Figura 21. Quadro riassuntivo dei rilievi eseguiti ed in corso alla fine del
Gennaio 2012
Premessa
Fin da subito si è inteso affrontare gli obiettivi previsti nell’ambito del
WP3, RIL-2 (reperimento della documentazione disponibile a livello
iconografico e storico-archivistico) con un approccio più vasto di quanto
inizialmente preventivato.
Figura 27. La torre Becci (Torre 24) vista da via San Giovanni
Figura 29. Interventi sul lato nord della torre “gemella” settentrionale
(Torre 8)
Il primo semestre di attività
L’avvio delle ricerche ha coinciso con l’immediato approccio alle
strutture, comprensivo della parte logistica inerente i contatti con i
diversi proprietari che, a vario titolo, possiedono porzioni di torri o di
edifici a esse addossati. Tale attività è stata messa anche a disposizione
degli altri gruppi di ricerca in tutti i casi in cui le esigenze del progetto lo
hanno reso necessario.
Altre volte i sopralluoghi sono stati condotti congiuntamente al gruppo
di rilievo (DiCR), oppure con la totalità dei partecipanti alle attività di
ricerca, come nel caso delle ispezioni ad alcuni ambienti ipogei, scavati
in prossimità delle fondazione di torri.
Dal punto di vista più strettamente archeologico si è inizialmente
proceduto alla ricognizione dell’intero centro storico, tenendo conto
delle informazioni raccolte in anni di ricerche sul tessuto insediativo di
San Gimignano. Il primo risultato ha coinciso con il posizionamento di
tutte le torri gentilizie urbane sulla planimetria del centro storico
(Figura 30), strumento messo a disposizione di tutti i gruppi di ricerca
entro il primo semestre di indagini. Sono state censite 49 torri
rispondenti alle caratteristiche prefissate, pur se rispondenti a differenti
macrotipologie.
In parallelo sono iniziate le indagini dirette delle strutture, fino
dall’incipit improntate alla apparentemente banale, eppure inedita
novità, almeno su una scala così vasta, di procedere, in tutti i casi in cui
fosse stato possibile, alla ricognizione di tutti e quattro i lati esterni e
interni delle torri, raccogliendo dati circa le principali attività di
accrescimento e di distruzione, le tecniche costruttive (materiali, posa
in opera, lavorazione e finitura, dimensione degli elementi,
caratteristiche del nucleo e delle fondazioni etc.), nonché lo sviluppo
dei corpi di fabbrica addossati.
Si è proceduto da sud verso nord affrontando tutte le torri schierate
lungo via San Matteo, piazza del Duomo, Piazza delle Erbe, Piazza della
Cisterna e un tratto di via del Castello. Restano tuttavia ancora escluse
porzioni più o meno vaste di alcune torri, nonché l’intera torre del
Diavolo (Torre 23) (Figura 31), per problemi logistici o legati alla
temporanea indisponibilità dei proprietari. Fra quelle affrontate nella
loro completezza si citano le due torri “gemelle” (Torri 8, 9) (Figura 32) e
le due Ardinghelli (Torri 18, 19) (Figura 33), sulle quali si andavano
concentrando anche le attività di rilievo (DiCR).
Anche le indagini della torre Coppi (Torre 37) (Figura 34) sono ormai
complete; si attendono solo alcune verifiche per chiudere i
sopralluoghi.
La mole di dati raccolta durante questa prima tornata di indagini, per
quanto ancora in gran parte da interpretare correttamente, ha
consentito fin da subito di individuare almeno tre modelli di torre
ricorrenti, seppure di volta in volta interpretati in nuove varietà. È stato
pure possibile verificare, in alcuni casi, cronologie relative fra i differenti
modelli, vegliate anche alla luce dello sviluppo delle tecniche
Figura 30. Planimetria del centro storico con posizione delle torri
TORRE 8
La torre, conservata integralmente fino alla quota massima raggiunta nel tempo dalla
costruzione e parzialmente alterata soltanto in occasione degli ultimi interventi di
ristrutturazione (primi anni novanta del XX secolo), è probabilmente il risultato di tre
distinte fasi costruttive, alle quali si aggiungono le molteplici trasformazioni interne
relative, in primo luogo, a una serie di svuotamenti ottenuti riducendo a varie quote lo
spessore dei muri perimetrali. A questi si sommano le modifiche dell’assetto originario
dei solai, non facilmente verificabile a causa della recente installazione di un ascensore
interno che oblitera buona parte del vano verticale.
verticale che per orizzontale con funzioni di regolarizzazione dei corsi, altri conci sono
stati utilizzati nella realizzazione del piccolo portale di accesso alla torre comunicante
con piazza delle Erbe. Due, appena arrotondati verso l’interno del vano, costituiscono le
imposte dell’enorme (cm 81x159, spessa 34,5) architrave monolitica in calcare
cavernoso. Un’altra serie compone il filare soprastante l’architrave, appena eccedente
la sua lunghezza e corrispondente alla base d’imposta dell’arco a tutto sesto che lo
sormonta. Altri quattro definiscono un settore della ghiera comprendente la chiave,
mentre i cunei rimanenti e la lunetta semicircolare sono d’arenaria. Si tratta dell’unica
apertura originale tra quelle che oggi traforano la porzione inferiore della torre; la
realizzazione del ben più ampio portale del livello sottostante, che si apre sul lato
opposto, delineato solo più tardi nelle proporzioni che oggi è dato di osservare (cfr.
Periodo III, Fase 6), ha definitivamente eliminato la possibilità di verificare se l’ambiente
al piano più basso fosse dotato fin dal principio di un accesso autonomo, direttamente
comunicante con la viabilità principale, o se invece la comunicazione col ridottissimo
vano interno venisse garantita soltanto dalla piccola porta del lato occidentale, al
momento della costruzione dell’edificio probabilmente raggiungibile solo con una
scala, in quanto situata a diversi metri da terra.
La considerevole sensibilità all’azione degli agenti atmosferici dimostrata dal materiale
pliocenico ha condotto all’alterazione di gran parte delle superfici e, in particolare, di
quelle da sempre esposte al dilavamento. Soltanto i lati sud e nord, per il fatto di esser
rimasti a lungo compresi, per un buon tratto, all’interno di edifici innalzati assai presto a
ridosso della torre, conservano almeno in parte traccia delle finiture originali, a quanto
sembra riconducibili ad attrezzi a punta quali le subbie. Giunti e letti di posa sono invece
mediamente assai sottili, anche se non sempre regolari a causa di alcune discontinuità
di squadratura degli elementi lapidei.
Non sono molte le buche contemporanee alla realizzazione dell’edificio che è dato di
individuare, quasi tutte quelle che si leggono sono più tarde, poco penetranti, scavate
grossolanamente a subbia e spesso irregolari. Soltanto le due riconoscibili ai lati
dell’arco del portale del fronte orientale potrebbero essere autentiche, ma per la loro
dimensione, assai superiore rispetto a quella delle buche pontaie e per la presenza di
frammenti residui delle mensole lapidee aggettanti che le sottolineavano, sembrano
più consone ad alloggiare i sostegni di un ballatoio che quelli di un palco da costruzione.
Se fosse prevista una struttura lignea permanente si dovrà ritenere che circondasse in
qualche modo la torre, dato che l’unica comunicazione con l’interno, a questo livello,
come abbiamo detto, era garantita dalla singolare porta del lato opposto. D’altronde si
noterà che la porzione inferiore della torre, sostanzialmente priva di buche pontaie vere
e proprie, poteva esser stata realizzata impiegando ponti da costruzione ancora
poggianti direttamente sul terreno, oltre che gli impalcati sviluppati nel vano interno.
Se, all’esterno, nel suo complesso, la porzione inferiore della torre si presenta
abbastanza integra, tutt’altra è la situazione dell’interno. Tutti e due i livelli conservati
presentano, infatti, una decisa scarnitura delle superfici che ha alterato profondamente
l’assetto originario nel tentativo di dilatare gli spazi disponibili (cfr. Periodo III, Fase 6) .
Al primo piano tutti i lati sono stati scavati, anche se quello orientale e quello
occidentale in maniera particolarmente pervasiva. La recente realizzazione di un
ascensore interno alla torre (cfr. Periodo VI, Fase 9), che si sviluppa proprio a partire da
questo ambiente, complica ulteriormente, congiuntamente alla diffusa presenza di
strati di rivestimento, la lettura delle superfici. Lacerti ben conservati dei paramenti
murari interni sono comunque individuabili nella porzione orientale del vano,
retrostante la cella dell’ascensore e oggi adibita a vano tecnico. Le murature originali,
ridotte a pochissimi filari di conci ben squadrati, si conservano solo a diretto contatto
con il solaietto moderno, in latero-cemento, che chiude, in alto, la vista del tratto
superiore della canna interna della torre. Verso oriente le lacune dei rivestimenti
lasciano intravedere limitate porzioni del nucleo interno, costituito da ghiaie, sabbie e
ciottoli legati da malta di calce abbastanza tenace. Gli elementi costituenti i paramenti,
accuratamente spianati ma privi di nastrino perimetrale e di segni riferibili con certezza
a specifici attrezzi da finitura, risultano prevalentemente di travertino. L’impiego di
conci d’arenaria risulta invece assai limitato. Qualora l’osservazione si mostrasse
corretta e anche non estendendola all’intero sviluppo delle pareti perimetrali, ove gli
originali rivestimenti lapidei risultano in buona parte asportati dai tagli funzionali alla
dilatazione degli ambienti, si dovrà concludere che, all’interno, il ricorso prevalente a
elementi calcarei e, in particolare, ai travertini, precede almeno di qualche filare quanto
Fase 2
Corrisponde alla realizzazione della porzione intermedia della torre, caratterizzata
dall’impiego prevalente di conci di calcare cavernoso alternato a più rari elementi in
travertino, in genere compatto bianco e ad ancor più rari pezzi d’arenaria. I conci, sia
all’esterno che all’interno sono in genere ben squadrati, organizzati su filari orizzontali e
paralleli solo di rado sdoppiati in corrispondenza delle angolate. Il nastrino perimetrale
non è sempre presente su tutti i lati ma le superfici centrali delle pietre presentano
comunque i segni di una spianatura accurata, anche se ancora realizzata con grossolani
attrezzi a punta quali la subbia, dei quali si conservano, grazie al discreto stato di
conservazione del materiale da costruzione, segni abbastanza evidenti.
All’esterno si nota l’alternarsi di filari costituiti da elementi di maggiori proporzioni ad
altri di conci più piccoli, comunque mai inferiori alle dimensioni medie, dato che
potrebbe esser ricondotto all’approvvigionamento del materiale lapideo.
Anche in questo caso i rivestimenti risultano ben collegati al nucleo interno, costituito
da sabbie, ghiaie, e ciottoli, anche di discrete dimensioni, probabilmente di provenienza
fluviale, uniti con malta assai tenace anche a elementi di spacco, forse derivanti dalla
lavorazione del materiale da costruzione.
Fase 3
Secondo e ultimo rialzamento.
Figura 36. La torre Cantagalli (Torre 41) vista dalla torre Becci (Torre 24)
Introduzione
Le attività svolte dall’unita DET durante il primo semestre del progetto
RiSEM sono relative al solo work package WP_4 – CARAT (definizione
delle caratteristiche meccaniche e dinamiche delle torri).
In particolare l’unità DET è stata coinvolta nel task WP_4 – CARAT – 1,
in cui lo scopo è quello di ottenere una caratterizzazione della tessitura
muraria mediante l’utilizzo della tecnica radar penetrante (GPR).
Il task CARAT – 1
L’obiettivo del Task è quello di individuare alcune caratteristiche di tipo
meccanico delle torri mediante l’uso di strumenti di indagine che
permettano l’introspezione muraria non invasiva.
Il Ground Penetrating Radar (GPR) è uno strumento dotato di
un’antenna trasmettente e una ricevente e utilizza le microonde per
trarre informazioni sulla composizione dei mezzi che queste
attraversano nel percorso tra le due antenne.
Il GPR è ormai diffuso per la ricerca di oggetti sepolti nel terreno, dalla
mappatura dei sottoservizi urbani alla ricerca di reperti archeologici, ma
trova applicazione anche nell’ambito dell’ingegneria civile, per la
verifica a posteriori delle armature presenti nel cemento, per la misura
dello spessore dei manti stradali, ecc…
Per il progetto in corso, l’uso del GPR dovrebbe consentire
l’identificazione della costituzione muraria delle Torri di San Gimignano
(mura sostanzialmente realizzate con paramenti e sacco), la verifica
della presenza di un sacco di malta coesa oppure di un riempimento con
presenza di sacche d’aria.
Le misure verranno effettuate con tecnica a contatto. Nella proposta di
progetto era stata indicata anche la tecnica di ispezione a distanza che
Il GPR CW-SF
Lo strumento che verrà utilizzato per l’attività sperimentale è un GPR
ad onda continua e passi di frequenza (Continuous Wave – Stepped
Frequency, CW-SF) che è stato inizialmente sviluppato per un
precedente progetto dell’unità di ricerca DET.
In Figura 38 è visibile il radar nella sua versione finale posto su carrello
per la scansione del terreno.
La tecnica CW-SF in ambito GPR rappresenta attualmente la frontiera
tecnologica perché permette di incrementare in modo significativo la
dinamica e la banda operativa dello strumento (al netto della banda
operativa propria dell’antenna).
Al fine di utilizzare il nostro GPR per le misure sulle pareti delle torri
avevamo necessità di ottenere la massima risoluzione possibile, in
modo tale da poter discriminare nel dettaglio la composizione muraria.
Per questo motivo è stata estesa la banda dello strumento fino ad un
massimo di 900MHz. Considerando una velocità di propagazione media
su una muratura asciutta di circa 130000 km/s, si ottiene una risoluzione
per lo strumento di circa 7 cm, ovvero la possibilità di distinguere due
bersagli diversi che distano almeno 7 cm tra loro. La banda deve anche
garantire la massima penetrabilità possibile nel mezzo investigato. Per
Figura 39. Potenza del segnale ricevuto in funzione del tempo di ritardo
Spessore
a a a
Altezza pareti Sezione 1 Freq. 2 Freq. 3 Freq.
Torre
(m) (alla base) (m × m) [Hz] [Hz] [Hz]
(m)
Saint Andrea Masonry
a a b
bell-tower 58 1.04 7.60 × 7.64 0.61 0.73 2.81
(Venice, Italy) [1]
Cathedral of Monza bell-tower a a b
74 1.4 - 0.598 0.708 2.456
(Monza, Italy) [2]
Nuestra Sra. de la Misericordia
a a b
Church bell-tower 41 1.2 5.6 × 5.6 1.294 1.489 4.321
(Valencia, Spain) [3]
Torrazzo in Cremona a a b
112 3.3 × 0.437 1.66 2.36
(Cremona, Italy) [4]
Torre Grossa a a b
55 2.6 9.5 × 9.5 1.306 1.331 3.410
(San Gimignano, Italy)
Torre Capocci a a b
36.2 - 8.2 × 9.4 2.0 2.170 6.70
(Roma, Italy) [5]
Serra San Quirico bell-tower a a b
34 1.2 - 1.950 2.200 6.750
(Ancona, Italy) [6]
Tower of Matilde a a b
35 - 10 × 7 1.196 1.913 3.221
(San Miniato, Italy) [7]
Tower of the
a a b
University of Coimbra 35 1.3 5.6 ×5.7 2.133 2.473 6.557
(Coimbra, Portugal) [8]
Mogadouro Clock Tower a a b
20.4 1.0 4.7 × 4.5 2.150 2.580 4.980
(Mogadouro, Portugal) [9]
[1] Russo G, Bergamo O, Damiani L, Lugato D. Experimental analysis of the Saint Andrea
Masonry Bell Tower in Venice. A new method for the determination of Tower Global Young's
Modulus E. Engineering Structures 2010; 32(2): 353-360.
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identification and damage assessment. Construction and Building Materials 2007; 21(6): 1311-
1321.
[3] Ivorra S, Pallares FJ. Dynamic investigations on a masonry bell tower. Engineering Structures
2006; 28(5): 660-667.
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Europe. Proceeding of the International symposium on Bridging Large Spans (BLS) from
antiquity to the present, Istanbul (Turkey), 2000, pp. 100–110.
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Measurement and Modelling of the Tower Motion. Journal of Structural Engineering ASCE
2005; 131(11): 1656-1664.
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modal identification. Engineering Structures 2008; 30(12): 3468-3477.
[9] Ramos LF, Marques L, Lourenço PB, De Roeck G, Campos-Costa A, Roque J. Monitoring
historical masonry structures with operational modal analysis: Two case studies. Mechanical
Systems and Signal Processing 2010; 24(5): 1291-1305.
Nelle prime tre tipologie lo spessore del pannello non è stato fissato,
poiché sono state considerate modellazioni bidimensionali in stato
piano di tensione o di deformazione ed il risultato in termini di taglio è
stato adimensionalizzato rispetto al peso del pannello. Per il pannello di
dimensione 4×3 m, sono stati considerati tre diversi livelli di carico
verticale: 0.50 MPa (corrispondente a 0.10 fwc, essendo fwc la resistenza
a compressione), 2.50 MPa (0.50 fwc) e 3.75 MPa (0.75 fwc). Le geometrie
degli elementi considerati sono volutamente semplici in modo da porre
in risalto gli aspetti epistemici sotto indagine.
Ew c fwc fwt
2 2 o o 2 2
(N/mm ) (N/mm ) () () (N/mm ) (N/mm )
1500 0.25 0.24 38 15 5.00 0.24
0 u b 1 k
2 2 2 2
(N/mm ) (N/mm ) (N/mm ) (N/mm )
0.440 0.415 1.5 0.440 0.293
TREMURI
Il codice di calcolo è concepito per la verifica sismica di edifici con
struttura in muratura portante mediante lo sviluppo di analisi pushover
(Galasco et al., 2002; Cattari et al., 2004). Il solutore implementa il
metodo FME (Frame by Macro Elements), che schematizza la struttura
mediante tre tipologie di elementi, denominati macro-elementi:
maschi, fasce e nodi rigidi, tutti caratterizzati da un comportamento
piano. Il comportamento di maschi e fasce è di tipo elastico
perfettamente plastico, con taglio e spostamento ultimi determinati
mediante indicazioni della normativa (D.M. 14/01/2008). In particolare,
il taglio ultimo è valutato come il minimo tra i valori di resistenza per
pressoflessione, fessurazione diagonale (murature esistenti) e
scorrimento (murature nuove), e lo spostamento ultimo è ricavato
convenzionalmente come percentuale dell'altezza in funzione del
meccanismo di rottura.
La prima modellazione della mensola è consistita nella definizione di un
unico elemento (Figura 40a) di dimensioni 10×40×2.5 m. Tale
modellazione, pur fornendo i valori attesi ai sensi del D.M. 14/01/2008,
mal si presta per il caso in esame in quanto non schematizza la
distribuzione di carico uniforme. Per questo è stata quindi condotta
un’analisi di sensibilità suddividendo la struttura in più macro-elementi
nelle due direzioni, tutti individuati come elementi di tipo maschio.
Inizialmente la suddivisione è stata effettuata creando macro-elementi
con larghezza pari a 10 m, e altezza via via decrescente (Figura 40b-c-
d), con lo scopo di schematizzare una distribuzione uniforme delle
forze. Successivamente gli elementi sono stati suddivisi anche in
verticale (Figura 40e-f).
3DMacro
Il codice di calcolo 3D Macro schematizza le pareti in muratura
mediante un macro-elemento piano sviluppato presso il DICA
dell’Università di Catania, che riesce a cogliere il comportamento non
lineare di una porzione di muratura, sia questa un maschio murario, una
fascia di piano o una zona di nodo (Caliò et al., 2005). Il macro-
elemento costituisce quindi un modello discreto equivalente ad un
pannello murario; la modellazione di un’intera struttura viene ottenuta
per assemblaggio di più pannelli. Il macro-elemento è costituito da un
quadrilatero articolato, in cui i lati sono collegati da bielle infinitamente
rigide e i vertici da molle diagonali che simulano il meccanismo di
rottura per fessurazione diagonale. Lungo il perimetro è disposto un
insieme discreto di molle distribuite che schematizzano il legame non-
lineare con gli elementi adiacenti (eventuali macro-elementi, vincoli,
aste, etc.); tale sistema è caratterizzato da molle ortogonali (che
rappresentano la deformabilità assiale e flessionale, e simulano i
meccanismi di rottura per schiacciamento e per ribaltamento) e da
molle parallele (che simulano il meccanismo di rottura a taglio per
scorrimento). Questo approccio riduce notevolmente l’onere
computazionale dell’analisi, rispetto ad una modellazione agli elementi
finiti, dati il numero ridotto di gradi di libertà e la schematizzazione del
comportamento non lineare dell’elemento mediante elementi
monodimensionali.
40 0.9
0.2
35 0.8
30 0.7
0.15
25 0.6
[-]
y [m]
20 0.1
0.5
15 0.4
10 0.05
0.3
5 0.2
0 0 0.1
0 0.005 0.01 0.015 0.02 0.025 0.03 0.035 0.04 0.045 0.05
[-]
0
-20 -10 0 10 20
Figura 42. SMARTmasonry: (a) configurazione al collasso (amplificata) e
x [m]
(a) (b)
Figura 43. Codice Diana (mod. 2D): (a) mappatura tensioni verticali al
0.20
0.15
Vx / PT [-]
0.10
0.05
CASO 2D
CASO 2D, NLG
0.00
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
DRIFT [x1000]
Figura 44. Codice Diana (mod. 2D): confronto tra curve di capacità nel
modello con e senza non linearità geometriche
FATTORE DI
COEFFICIENTE DI ENERGIA DI LARGHEZZA DI
RITENZIONE DEL
POISSON FRATTURA Gf BANDA h
TAGLIO
(-) (N/m) (m)
(-)
0.00 38.97 0.75 0.35
Tabella 5. Parametri aggiuntivi necessari per la definizione del modello
meccanico
(a) (b)
Figura 46. Codice Diana (mod. 3D): (a) Curva di Hordijk in trazione; (b)
Curva di Thorenfeldt in compressione.
Il carico è stato applicato in due fasi: in una prima è stato fatto agire il
peso proprio, mentre in una seconda fase è stato assegnato il carico
orizzontale (proporzionale alla masse e crescente monotonamente). Le
analisi sono state svolte in controllo di carico adottando l’algoritmo di
Newton-Raphson. Alcuni test preliminari sono stati svolti sia sulla
finezza della mesh impiegata (Figura 47a-b) che sulla sensibilità della
risposta DPai parametri che definiscono il materiale muratura. La mesh
[c=0.32; =40°; =20°] & WW [Ft w w =0.29; Fc w w = 5; t=0.25; c =0.75]
finale adottata è riportata in Figura 47b e consta di 401 elementi solidi e
903 nodi,
0.2 per un totale di 2643 gradi di libertà. In Figura 47c è riportato
il quadro
0.15
fessurativo rilevato sulla mensola a conclusione dell’analisi
t
(in MPa)0.1 allo stesso passo. Le analisi sono state condotte imponendo
Mod. lineare
x
uno stato
0.05 piano di deformazione, ed il coefficiente di Poisson
CASOè stato
2D
CASO
assunto pari a zero. Oltre alle non linearità meccaniche è stata svolta 2D, NLG
0
un’analisi0 in campo 50 geometricamente
100 150 non lineare,
200 ed 250
il confronto
300 tra il 350
caso geometricamente lineare e non lineare ux [mm] è riportato in Figura 48.
DP [c=0.32; =40°; =20°] & WW [Ft w w =0.29; Fc w w = 5; t=0.25; c =0.75]
0.2
0.15
t
V /P
0.05 CASO 2D
CASO 2D, NLG
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
Drift [x1000]
Figura 48. Codice ANSYS (mod. 3D): confronto tra curve di capacità nel
modello con e senza non linearità geometriche
Figura 49. Codice Code Aster (mod. 3D): mappa del parametro di danno
rilevato alla fine dell’analisi.
d
e
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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concrete”. IABSE Seminar on Concrete Structures Subjected to Triaxial Stresses,
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Così come per il task 2, anche le attività del task 5 del WP 4 hanno visto
un anticipo sui tempi previsti di effettivo avvio delle attività. Ciò è stato
reso possibile dalla disponibilità dei primi risultati della campagna di
rilievo geometrico (sia tradizionale sia con tecnica laser-scanner).
Quindi, sulla base di questi primi risultati della campagna di rilievo
geometrico si è proceduto ad individuare le torri sulle quali avviare la
modellazione numerica (milestone M2, punto 4.5). Queste sono state le
Torri Gemelle (le due torri Salvucci) e la Torre Coppi/Campatelli.
Per queste torri, sulla scorta delle operazioni di rilievo è stato eseguito
un modello solido che ricostruisce la geometria in 3D (necessario alla
successiva discretizzazione ad elementi finiti).
Conclusioni
Nel seguito si riportano alcune indicazioni aggiuntive riguardanti altri aspetti
generali del progetto e le analisi delle possibili criticità emerse nel periodo di
riferimento.
[1] Bartoli, G., Betti, M. (2012). “Il progetto RiSEM: rischio sismico negli edifici
monumentali”, atti di WONDERmasonry2011 (Workshop on Design for
Rehabilitation of Masonry Structures), Firenze 10-11 novembre 2011 [in stampa].
[2] Bartoli, G., Betti, M., Biagini, P., Borghini, A., Caccetta, C., Ciavattone, A., Del
Monte, E., Facchini, L., Marra, A.M., Orlando, M., Ortolani, B., Salvatori, L., Spinelli,
P., Vignoli A. (2012). “Analisi push-over di una parete snella in muratura:
modellazioni a confronto”, atti di WONDERmasonry2011 (Workshop on Design for
Rehabilitation of Masonry Structures), Firenze 10-11 novembre 2011 [in stampa].
[3] Bartoli, G., Betti, M. (2012). “The RiSEM project: seismic risk of monumental
buildings”, proceedings of 5th International Congress on "Science and Technology
for the Safeguard of Cultural Heritage in the Mediterranean Basin", Istanbul
(Turkey), 22-25 november 2011.
RiSEM è…
Si riporta di seguito l’elenco di tutti i ricercatori (strutturati e non) che
stanno partecipando al progetto, la realizzazione del quale non sarebbe
possibile senza il loro apporto.
Università di Firenze
DICeA
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Facoltà di Ingegneria
Gianni Bartoli (coordinatore)
Michele Betti (*)
Paolo Biagini
Andrea Borghini
Carlo Caccetta
Alberto Ciavattone
Luca Facchini
Claudia Madiai
Antonino Maria Marra (*)
Maurizio Orlando
Barbara Ortolani (*)
Stefano Renzi (*)
Luca Salvatori
Giovanni Vannucchi
Andrea Vignoli
DiCR
Dipartimento di Costruzioni e Restauro
Facoltà di Architettura
Luca Giorgi (coordinatore)
Pietro Matracchi
Alessia Nobile (*)
Grazia Tucci
Francesca Venturini (*)
Francesca Zanetti (*)
DET
Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni
Facoltà di Ingegneria
Massimiliano Pieraccini (coordinatore)
Devis Dei
Gianni Cheli
Daniele Mecatti (*)
Filippo Parrini
Università di Siena
DST
Dipartimento di Scienze della Terra
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Dario Albarello (coordinatore)
Mauro Coltorti
Dario Firuzabadì
Giacomo Peruzzi
Pierluigi Pieruccini
Fabio Sandrelli
Allegati
www.risem.unifi.it
Il progetto RiSEM (Rischio Sismico negli Edifici Monumentali) è un progetto
finanziato nel biennio 2011-2013 dalla Regione Toscana nell’ambito dei progetti
PAR FAS (Linea di Azione 1.1.a.3 - Scienze e tecnologie per la salvaguardia e la
valorizzazione dei beni culturali). Il progetto nasce con lo scopo di mettere a punto
tecniche di indagine, di analisi e di diagnosi che consentano, in maniera
sufficientemente speditiva e con costi relativamente contenuti, di stabilire il
rischio sismico di beni monumentali di rilevanza.
Nel corso di RiSEM si utilizzerà come caso studio l’analisi delle Torri di San
Gimignano (SI). San Gimignano rappresenta un caso al tempo stesso unico nel
panorama mondiale e contraddistinto da una forte omogeneità tipologica.
Inoltre, la presenza di più elementi con comportamento dinamico “analogo” (le
torri) fa si che la situazione individuata rappresenti un “banco di prova” per la
messa a punto di nuove tecniche di indagine e di analisi. In questo senso, San
Gimignano rappresenta un possibile “progetto pilota” per la messa a punto di
metodologie che potrebbero in seguito essere estese, oltre che agli elementi di
interesse storico-monumentale presenti nello stesso territorio comunale, anche
ad altre realtà presenti sul territorio regionale e nazionale. Il progetto si propone
di affiancare a tecniche di indagine classiche, una serie di metodi innovativi
(definiti e messi “alla prova” proprio all’interno del progetto) che consentano di
acquisire le informazioni necessarie allo sviluppo del complesso percorso che
porta alla definizione del rischio sismico.
Il progetto vede il coinvolgimento di tre Dipartimenti dell’Università di Firenze
(DICeA - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, coordinatore del
progetto; DICR - Dipartimento di Costruzioni e Restauro; DET - Dipartimento di
Elettronica e Telecomunicazioni) e di un Dipartimento dell’Università di Siena
(DST - Dipartimento di Scienze della Terra), oltre che del Comune di San
Gimignano.
Caratteristiche geometriche
Le quattro strutture di riferimento assunte come casi studio sono le seguenti:
base altezza spessore
tipologia forze orizzontali
[m] [m] [m]
distribuzione proporzionale
pannello molto snello 4 40 t
alle masse
distribuzione proporzionale
pannello snello 10 40 t
alle masse
azione distribuita in testa al
pannello tozzo 4 3 t
pannello
torre in muratura a base distribuzione proporzionale
10×10 40 2.5
quadrata alle masse
Nel caso del pannello tozzo 4×3, si considereranno tre livelli diversi di sforzo
normale:
livello 1: σN = 0.50 MPa (σN = 10%·fwc)
livello 2: σN = 2.50 MPa (σN = 50%·fwc)
livello 3: σN = 3.75 MPa (σN = 75%·fwc)
Nelle prime tre tipologie, lo spessore del pannello è lasciato a discrezione dei
singoli ricercatori, visto che si tratta di un parametro che dovrebbe risultare di
fatto ininfluente sulla soluzione (se questa viene espressa in termini
adimensionali rispetto al peso del pannello); se viene imposta (ad esempio nel
caso di modelli agli elementi finiti) una condizione piana (di tensione o di
deformazione), questa dovrà essere esplicitata nel foglio di riepilogo.
Nel caso della torre quadrata, la dimensione del lato (10m) si riferisce al lato
esterno della torre e, in prima approssimazione, si prescinderà dalla presenza
di qualsiasi apertura.
3
In tutti i casi si assumerà per la muratura un peso specifico pari a 18 kN/m .
I risultati dovranno essere riportati nel format predisposto nel foglio di
riepilogo allegato.
Firenze, 23.12.2011