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“Ciò che disegno, vedo!”
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A cura di
Andrea Giavara
www.iocreo.info / info@iocreo.info
IL SISTEMA TECNOGENO
I PENDOLI
LA TECNOSFERA
LA BIOSFERA
CONCLUSIONE
APPENDICE: UNA GUIDA RAPIDA PER LA PRATICA DEL TRANSURFING NEL QUOTIDIANO
Il Transurfing è un sapere antico che spiega come scegliere senza sforzo la realtà
migliore in relazione al proprio percorso di vita qui sulla Terra. Possiamo definirlo
anche un “metodo” pratico per la gestione della realtà; di fatto è un modo
pragmatico di vedere le cose.
Qualunque definizione si scelga per descrivere il Transurfing sono solo parole.
Quello che conta è la messa in pratica dei suoi principi nella vita quotidiana così da
scoprire che teoricamente tutto è possibile, mentre in pratica quasi tutto sembra
diventare impossibile da realizzare; dipende solo da te, da come sei stato
condizionato a credere nel mondo esterno e da quanta energia ci metti nel gestire
la tua realtà.
Questo pensiero è stato diffuso attraverso i libri di Vadim Zeland (gli unici ufficiali
che descrivono nel dettaglio il Transurfing). Zeland è un personaggio russo
piuttosto enigmatico esperto in fisica quantistica ed informatica; ha più volte
dichiarato che il Transurfing non è un suo pensiero, è un insieme di conoscenze
antiche che gli sono state rivelate in sogno e che è suo intento renderle disponibili
e fruibili a tutta l’umanità.
La parola Reality Transurfing significa “scivolare tra le realtà”. A differenza di tutti
i metodi che hanno a che fare con questi argomenti (legge dell’attrazione,
visualizzazione, ecc.), secondo il Transurfing non c’è nessuna realtà da creare e la
forza di volontà arriva fino a un certo punto. Ogni realtà è già lì davanti a te,
dobbiamo solo imparare ad andare a prenderla senza sforzo. Quindi in estrema
sintesi la realtà si crea quando si smette di volerla creare, quando si smette di
combattere contro il mondo, quando si entra in uno stato di equilibrio interiore.
Il Transurfing è un percorso di consapevolezza per il risveglio della coscienza, può
sembrare un cambio di paradigma quando fondamentalmente non insegna niente
di nuovo; la sua essenza è fatta da informazioni che sono già presenti in ognuno di
noi, dobbiamo solo permettere che tutto avvenga, senza sforzo e cominciare a
vedere la vita come una festa, ogni giorno, attimo per attimo, succeda quel che
succeda. Solo così ognuno di noi avrà garantito il “suo posto al Sole”.
Vediamo in quale modo è possibile realizzare tutto questo, non si pretende di
insegnare il metodo completo frutto dei nove libri di Zeland. Con questa dispensa
viene proposta una elaborazione molto pratica del metodo, dando maggiore
risalto agli insegnamenti degli ultimi libri e dell’unico Convegno al quale Zeland ha
partecipato a Milano nel 2013 dove disse che, rispetto ai primi libri, la descrizione
IL SISTEMA TECNOGENO
I PENDOLI
Quello che distrae la nostra capacità di scegliere la realtà migliore dipende da
tantissime forme-pensiero collettive che si sono stratificate nel mondo. Zeland le
chiama “Pendoli”, ovvero pensieri e credenze rafforzati da tanti individui che la
pensano nella stessa maniera. Sono come le “egregore” ed hanno bisogno
dell’energia delle persone sostenitrici per esistere e rafforzarsi.
Esempi di pendoli sono le ideologie, i partiti, le religioni, le associazioni, le
comunità, le sette, la moda, le rock star, la crisi, il nazionalismo, le malattie, la
povertà, tutto ciò al quale grandi masse di persone credono e fanno di tutto per
difendere questa credenza.
Il pendolo si nutre dell’energia dei suoi sostenitori e spesso lotta contro altri
pendoli per accaparrarsi il maggior numero di adepti. Il nostro mondo attuale è
formato da tantissimi pendoli e la maggior parte di essi sono distruttivi in quanto
se proviamo ad andare contro il pendolo, il pendolo andrò contro di noi. Il mondo
esterno è sempre lo specchio del mondo interno, se andiamo contro qualcosa e la
odiamo, quel qualcosa farà altrettanto contro di noi (questo è il segreto del
Transurfing, tra poco ti sarà tutto più chiaro).
Le forme-pensiero comuni che hanno generato i pendoli (come quando tutti
pensano che c’è la crisi, c’è il terrorismo, bisogna combattere contro, bisogna
difendersi da …) spesso diventano talmente forti che il pendolo acquisisce una
coscienza propria e continua ad esistere più forte che mai, usando i suoi
sostenitori per raggiungere i suoi scopi manipolatori.
LA TECNOSFERA
Come Zeland ha messo in evidenza nel libro “Scardinare il sistema tecnogeno”, la
società e il modello di socializzazione in cui viviamo sta attraversando profondi
cambiamenti a livello mondiale. Tutto è in procinto di globalizzazione e di
connessione ad una rete, tutto è facilitato dal mondo tecnologico e informatico, la
rete internet, i social network che stiano di fatto cambiando l’essere umano.
Tutto questo ha creato un ambiente di vita definito “Tecnosfera”, che ha di fatto
neutralizzato la consapevolezza delle persone (con i media, internet, i social
network, i notiziari) e abbassato la consapevolezza intossicando il corpo con cibo
LA BIOSFERA
Per muovere le coscienze verso un mondo nuovo dove l’equilibrio con se stessi e
la natura divengono la regola e non l’eccezione, ognuno di noi deve fare il suo
percorso di risveglio, usando il Transurfing per andare in questa direzione così da
creare una Biosfera sostenibile, in sostituzione dell’attuale Tecnosfera.
Per imparare a muoversi dentro lo spazio delle varianti e gestire la propria realtà ci
vuole tanta energia, non solo mentale. A causa del cibo sintetico che ingeriamo,
LE FORZE EQUILIBRATRICI
La visione dell’equilibrio è una parte centrale del pensiero del Transurfing.
Nel mondo agiscono delle forze che portano sempre all’equilibrio. La regola
dell’equilibrio vale per tutto e tutti. Quello che ci porta a creare squilibrio al nostro
mondo è il dare troppa importanza a qualcosa. Questo crea un potenziale
superfluo che mette in azione le forze equilibratrici (questo assomiglia un po’ alla
Legge di Murphy).
L’INTENZIONE
Per realizzare ciò che vogliamo nella vita non si deve lavorare sui desideri ma
sull’intenzione. I desideri restano spesso dei semplici sogni carichi di potenziali
superflui che portano ad ottenere esattamente il contrario di quanto desiderato.
L’intenzione nel Transurfing è il motore che muove tutto, è ciò che ci aiuta a
navigare in modo mirato nello Spazio delle Varianti e scegliere lo strato di realtà
voluto. L’intenzione è dove concentriamo la nostra attenzione, i nostri pensieri, la
nostra volontà, le nostre aspirazioni.
Per esempio se ho l’intenzione di comprare il giornale, non devo certo pensare a
come fare, vado e lo compro, e se non lo trovo non mi preoccupo perché sono
certo di trovarlo da un altro giornalaio. Ecco perché l’intenzione è la risolutezza ad
agire ed avere. L’intenzione è ciò che muove l’energia, è la decisione presa
correlata da azioni compiute per raggiungere il fine.
L’intenzione nel Transurfing è vista da due diverse prospettive che insieme
portano alla realizzazione della realtà. Si ha l’intenzione interna (voglio, lotto e
ottengo) quando la nostra attenzione è concentrata sul processo che porta alla
realizzazione del fine (es. la sequenza di azioni che compio per comprare il
giornale); si ha l’intenzione esterna (permetto che le cose accadono) quando la
nostra attenzione è concentrata su come il fine si realizza da solo (es. il giornale lo
troverò comunque). Ogni giorno possono accadere i miracoli, grazie all’intervento
dell’intenzione esterna*.
L’intenzione interna è la risolutezza a fare, ad agire e dipende dalla ragione e dalla
volontà, comportando impegno, fatica, sforzo e a volte lotta. L’intenzione esterna
invece esiste già nello Spazio delle varianti dove il fine realizzato è potenzialmente
presente. Con l’intenzione esterna si pensa al fine già realizzato e si permette alla
LE DIAPOSITIVE
Nel Transurfing la pratica maestra usata per raggiungere il proprio fine è quella
della visualizzazione. Questa pratica è diversa dalle classiche tecniche di
visualizzazione in quanto la visualizzazione nel Transurfing non riguarda il
desiderio che è carico di potenziali superflui e non riguarda nemmeno il solo
risultato finale visualizzato fuori di noi; è al contrario un processo interiore e
dinamico.
Ognuno di noi ha dentro di sé uno strumento mentale che possiamo definire
proiettore. Tutto ciò che viene visualizzato nella nostra mente come una
diapositiva o come un film (forme-pensiero, immagini, sensazioni) viene proiettato
all’esterno e girando nello spazio delle varianti va a materializzare la realtà
corrispondente. Il fuori materiale riflette il dentro metafisico visualizzato.
Per dare forza ed energia al proprio fine si deve realizzare un doppio livello di
visualizzazione, quella del fine che viene rappresentato come una diapositiva e
quella del processo che porta alla sua realizzazione.
In sostanza partiamo dal fine, esprimiamolo nella nostra mente, sentiamo se porta
benessere interiore, se la nostra anima è d’accordo e visualizziamolo come una
diapositiva, però non come un quadro esterno a noi, ma come un’immagine dove
I FINI E LE PORTE
Ognuno di noi scende in questo mondo materiale con un fine bel specifico, quello
dell’Anima. Dobbiamo impedire di essere agganciati dai pendoli che ci costringono
a realizzare fini non nostri. Questo rappresenterebbe una violenza per se stessi
che porterebbe sicuramente ad una vita infelice.
A cosa aspira la nostra anima? Cosa renderà la nostra vita gioiosa e felice? È su
questo che dobbiamo lavorare. Sentire qual è il fine dell’anima permette di
intraprendere il percorso migliore e scivolare senza sforzo nella realtà prescelta. E’
così che tutte le porte dello spazio delle varianti vengono aperte portando alla
realizzazione fisica del fine stesso.
Un fine non deve essere un’idea campata in aria, si deve concretizzare in una
decisione che porta benessere alla nostra anima. Questa decisione diventa
l’intenzione che da interna della ragione si trasforma in esterna dell’anima e
LA COORDINAZIONE
Per favorire il raggiungimento dei propri fini possiamo lavorare sulla coordinazione
dell’importanza e dell’intenzione.
La coordinazione dell’importanza consiste nel trovare un giusto equilibrio tra
l’esprimere il proprio valore e rinunciare alla sua importanza. Serve appunto ad
evitare l’insorgere di potenziali superflui che ci potrebbero agganciare a qualche
pendolo. Nel Transurfing tutto già esiste ed è, quindi se siamo convinti di qualcosa,
non abbiamo bisogno di dimostrare niente a nessuno. Bisogna avere un autentica
e pacata sicurezza di sé, un senso di autosufficienza interiore che non ha bisogno
di alcuna approvazione dall’esterno.
IL FREILING
Il Freiling è una tecnica efficace di gestione delle relazioni interpersonali che aiuta
anche il raggiungimento dei propri fini. Il principio fondamentale del Freiling si può
formulare nel modo seguente: “Rinunciate all’intenzione di ottenere, sostituitela
con l’intenzione di dare e otterrete ciò a cui avete rinunciato”. Questa tecnica
consiste nel favorire l’intenzione interna degli altri, lasciando stare il senso del
proprio valore, aumentando quello dei nostri interlocutori.
Il Transurfing pone l’accento sul suo pensiero in sé e meno sulle tecniche. Essere
un transurfer significa conoscere i principi del Transurfing e saper scivolare da una
realtà ad un'altra attraverso lo spazio delle varianti.
Per questo le tecniche qui proposte sono solo alcune suggerite da Zeland; tuttavia
ognuno può usare anche tecniche di altri metodi, l’importante è praticarle con la
consapevolezza del Transurfing. Per questo percorsi quali il Reiki, l’Ho’Oponopono,
gli Healing Code, la Meditazione e altri rimangono sempre validi e funzionano per
il tipo di lavoro che si vuole fare con essi.
REALITY TRANSURFING a cura di Andrea Giavara www.iocreo.info 26
Per potenziare la pratica del Transurfing si riportano alcuni esercizi pratici suggeriti
dallo stesso Zeland il quale avverte che non è l’esercizio in se a funzionare ma
l’intenzione staccata dalle aspettative e dall’importanza. In pratica ognuno di noi
può inventarsi il proprio esercizio perché quando siamo connessi allo spazio delle
varianti tutto il sapere è a disposizione e possiamo ricevere istruzioni
personalizzate per la realizzazione nostro fine.
In sostanza divertiamoci nella realizzazione del nostro fine e cerchiamo sempre di
vedere il positivo in tutto.
L’OSSERVATORE CONSAPEVOLE
Questa più che una tecnica deve diventare uno stile comportamentale nel quotidiano. Ci
dobbiamo abituare ad osservare costantemente, in forma distaccata e senza giudizio ogni cosa
dentro di noi (pensieri, emozioni, movimenti fisici ed eventuali dolori) e ogni cosa fuori noi (le
persone, le loro reazioni, i pendoli gli oggetti, ciò che cattura la nostra attenzione).
Questo esercizio serve a favorire la coordinazione, a tenere accesa la consapevolezza e
compiere le nostre scelte delle varianti con maggiore determinazione e concentrazione.
Possiamo anche usare due block notes, uno per la dichiarazione, uno per la constatazione.
Con questo esercizio quotidiano andiamo a dare una configurazione al nostro mondo, quello
che vogliamo realizzare a partire dalla nostra aspirazione interna, selezionando con attenzione
solo ciò che ci deve essere. In pratica disegniamo non ciò che vediamo, ma proprio ciò che
vogliamo vedere. Così trasmettiamo il nostro film.
LA VERBALIZZAZIONE
Ripetere a voce alta o dentro di noi la descrizione del film, dello scenario che abbiamo scelto
di far girare nella nostra mente aiuta a dare forza alla realizzazione del fine. Ogni
verbalizzazione va espressa in positivo e al presente, come se fosse giù realizzata.
Per esempio possiamo verbalizzare il raggiungimento del fine (es. io sono felice, vivo una vita
meravigliosa circondato da belle persone, in una grande casa al mare, svolgendo un lavoro che
amo). E allo stesso tempo verbalizzare il processo che stiamo attuando per il raggiungimento
del fine (es. il colloquio di lavoro è andato a buon fine, intendo dare all’azienda il meglio di me
per realizzare i loro bisogni, tutto va per il meglio).
Usiamo le verbalizzazioni sempre, anche quando la realtà materiale ha prodotto eventi poco
piacevoli; qui entra il gioco la coordinazione dell’intenzione, cerchiamo sempre di vedere e
verbalizzare in positivo ogni situazione (es.: tutto succede per una ragione, anche questo è il
risultato di miei vecchi pensieri, adesso poco a poco la realtà andrà assumendo la
configurazione che ho scelto, ecc.)
IL BICCHIERE D’ACQUA
Questo semplice esercizio serve a dare forza alla nostra intenzione.
Scrivi su un foglio di carta la forma-pensiero del tuo fine. Metti sopra al foglietto un bicchiere
d’acqua. Sfregati i palmi delle mani, poi tienile aperte una di fronte all’altra come se stessi
reggendo un palloncino; senti la tue energia nelle mani. Poi metti i palmi delle mani attorno al
L’ARTEFATTO DI INTENZIONE
Questo rituale serve per fissare la nostra attenzione sul fine.
Procuriamoci un oggetto che diventa il nostro amuleto magico (un pupazzo, una pietra, un
oggetto qualsiasi). Teniamolo nelle mani e diciamogli: “buongiorno mio caro, ti voglio bene e
ho cura di te. Così tu hai cura di me e dei miei desideri”. In seguito pronunciamo la nostra
dichiarazione di intenzione nella stessa modalità del diario del Transurfing. Sentiremo una
sensazione positiva indice che la dichiarazione è quella giusta.
Ripetiamo questo rituale tutte le mattine e sera, o ogni volta che l’amuleto è tra le nostre
mani.
LA VISUALIZZAZIONE BENEFICA
Questa tecnica è molto utile quando abbiamo a che fare con persone fastidiose o
insopportabili, di cui per motivi di lavoro o familiari non ci possiamo liberare facilmente.
In pratica la tecnica consiste nel creare dentro di noi un’immagine positiva della persona,
visualizzarla immersa nella luce, serena e ben disposta nei nostri confronti. In questo modo si
attiva l’intenzione esterna che ci può portare nella variante dove il rapporto con questa
persona è sereno e armonioso.
Allo stesso tempo ricordiamoci sempre di praticare il freiling nelle relazioni con gli altri.
LA TRANSAZIONE
Quando si mettono in pratica i principi del Transurfing si entra in contatto in modo
consapevole con lo spazio delle varianti, per passare da una variante sfavorevole (es.: la
situazione attuale), ad una più favorevole (es.: la realizzazione del fine).
L'esercizio è preferibile farlo passeggiando all'aperto in posti conosciuti.
Questo esercizio aiuta a visualizzare il momento esatto del passaggio da una linea di vita
all'altra praticando la "transazione", che avviene in questo modo:
CONCLUSIONE
Grazie per essere giunto alla lettura dell’intera dispensa. Come tutti i metodi, il
Transurfing funziona al 100% se messo in pratica e così anche tu potrai ritrovare il
tuo “posto al sole”. Mettere in pratica i principi del Transurfing non significa
“pensare di metterli in pratica”, significa usarli quotidianamente e
sistematicamente, con semplicità come quando andiamo all’edicola a comprare il
giornale. Conoscere e praticare il Transurfing per soli cinque minuti al giorno non è
la stessa cosa di metterlo in pratica per un ora o ventiquattro ore!
Questa dispensa ti mostra il cuore del Transurfing, dando maggiore attenzione agli
ultimi sviluppi del metodo (Il sistema Tecnogeno e l’uso del Proiettore) e su come
metterli in pratica. Puoi sempre leggere i nove libri pubblicati in Italia dove pezzo
per pezzo tutto viene spiegato e approfondito.
Lo stesso Zeland non tiene seminari sul Transurfing in quanto i suoi libri
descrivono il metodo in modo completo. Zeland è venuto una sola volta in Italia
nell’aprile 2013 a Milano durante un convegno e anche i contenuti del suo
intervento formano parte di questa dispensa (quando si parla di trasmettitore e
ricevitore).
APPENDICE
UNA GUIDA RAPIDA PER LA PRATICA DEL TRANSURFING NEL QUOTIDIANO
Prima di tutto prendi consapevolezza che sei tu a trasmettere i tuoi pensieri, quindi
comportati da trasmettitore e non più da ricevitore passivo.
Definizione del fine; la tua dichiarazione (ciò che porta benessere interiore, che crea unità tra
anima e ragione).
Creazione della diapositiva del fine (visualizzati dentro a un quadro come protagonista con il
fine realizzato, sentendo la gioia, il benessere dentro al tuo cuore).
Visualizzazione della diapositiva del fine (lo fai tutte le mattine per cinque minuti appena
sveglio, così da attivare la forza dell’intenzione esterna).
Dichiarazione verbale e scritta del fine (esprimilo con una frase al presente e in positivo,
come se il fine fosse già realizzato).
Durante il giorno vivi da osservatore e visualizza i singoli passi che ti conducono alla
realizzazione del fine; la tua constatazione (con un atteggiamento positivo basato sull’avere
ciò che mi spetta, agendo e facendo le cose in direzione del fine).
Durante il giorno mantieni la tua attenzione concentrata sul fine e su tutto ciò che c’è di
positivo, che ti accompagna alla sua realizzazione.
Evita di dare importanza al fine stesso e alla sua realizzazione.
Mantieni sempre un atteggiamento positivo, anche se succedono situazioni fastidiose.
Se quello che stai facendo adesso non ti piace, piuttosto che lamentarti, datti in affitto.
Evita di emanare pensieri negativi, pieni di giudizi e lamentele verso il mondo attuale.
Resisti alla tentazione di arrabbiarti o giudicare e canalizza le tue energie verso la
realizzazione del fine.
Ripeti sempre: “il mio mondo si prede cura di me”.
Stai attento a non farti rubare l’attenzione dai pensieri e le immagini del mondo esterno.
Ogni giorno introduci nella tua dieta del cibo vivo e fai un po’ di movimento, oltre a
praticare esercizi che aumentano la tua energia vitale.