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Metodo pratico per gestire la propria realtà

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“Ciò che disegno, vedo!”
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A cura di
Andrea Giavara
www.iocreo.info / info@iocreo.info

REALITY TRANSURFING a cura di Andrea Giavara www.iocreo.info 1


INDICE
INTRODUZIONE

IL MODELLO DI REALTÀ DEL TRANSURFING


LO SPAZIO DELLE VARIANTI
LA REALIZZAZIONE DELLA REALTÀ

IL SISTEMA TECNOGENO
I PENDOLI
LA TECNOSFERA
LA BIOSFERA

PRINCIPI BASE DEL TRANSURFING


LE FORZE EQUILIBRATRICI
L’INTENZIONE
L’ANIMA E LA RAGIONE
LE DIAPOSITIVE
I FINI E LE PORTE
LA COORDINAZIONE
IL FREILING
LA SCELTA DELLE VARIANTI

LA GESTIONE DELLA REALTA’


L’ILUSIONE DELLO SPECCHIO
LE REGOLE DELLO SPECCHIO
IL PROIETTORE (ricevitori e trasmettitori)
ESSERE L’OSSERVATORE

ALCUNE TECNICHE PER PRATICARE IL TRANSURFING


L’OSSERVAZIONE CONSAPEVOLE
IL DIARIO DEL TRANSURFING PER CONFIGURARE IL PROPRIO FILE
LA VERBALIZZAZIONE
TECNICA DEL DOPPIO FLUSSO ENERGETICO
IL BICCHIERE D’ACQUA
L’ARTEFATO DI INTENZIONE
LA VISUALIZZAZIONE BENEFICA
LA TRANSAZIONE

CONCLUSIONE

APPENDICE: UNA GUIDA RAPIDA PER LA PRATICA DEL TRANSURFING NEL QUOTIDIANO

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INTRODUZIONE

Il Transurfing è un sapere antico che spiega come scegliere senza sforzo la realtà
migliore in relazione al proprio percorso di vita qui sulla Terra. Possiamo definirlo
anche un “metodo” pratico per la gestione della realtà; di fatto è un modo
pragmatico di vedere le cose.
Qualunque definizione si scelga per descrivere il Transurfing sono solo parole.
Quello che conta è la messa in pratica dei suoi principi nella vita quotidiana così da
scoprire che teoricamente tutto è possibile, mentre in pratica quasi tutto sembra
diventare impossibile da realizzare; dipende solo da te, da come sei stato
condizionato a credere nel mondo esterno e da quanta energia ci metti nel gestire
la tua realtà.
Questo pensiero è stato diffuso attraverso i libri di Vadim Zeland (gli unici ufficiali
che descrivono nel dettaglio il Transurfing). Zeland è un personaggio russo
piuttosto enigmatico esperto in fisica quantistica ed informatica; ha più volte
dichiarato che il Transurfing non è un suo pensiero, è un insieme di conoscenze
antiche che gli sono state rivelate in sogno e che è suo intento renderle disponibili
e fruibili a tutta l’umanità.
La parola Reality Transurfing significa “scivolare tra le realtà”. A differenza di tutti
i metodi che hanno a che fare con questi argomenti (legge dell’attrazione,
visualizzazione, ecc.), secondo il Transurfing non c’è nessuna realtà da creare e la
forza di volontà arriva fino a un certo punto. Ogni realtà è già lì davanti a te,
dobbiamo solo imparare ad andare a prenderla senza sforzo. Quindi in estrema
sintesi la realtà si crea quando si smette di volerla creare, quando si smette di
combattere contro il mondo, quando si entra in uno stato di equilibrio interiore.
Il Transurfing è un percorso di consapevolezza per il risveglio della coscienza, può
sembrare un cambio di paradigma quando fondamentalmente non insegna niente
di nuovo; la sua essenza è fatta da informazioni che sono già presenti in ognuno di
noi, dobbiamo solo permettere che tutto avvenga, senza sforzo e cominciare a
vedere la vita come una festa, ogni giorno, attimo per attimo, succeda quel che
succeda. Solo così ognuno di noi avrà garantito il “suo posto al Sole”.
Vediamo in quale modo è possibile realizzare tutto questo, non si pretende di
insegnare il metodo completo frutto dei nove libri di Zeland. Con questa dispensa
viene proposta una elaborazione molto pratica del metodo, dando maggiore
risalto agli insegnamenti degli ultimi libri e dell’unico Convegno al quale Zeland ha
partecipato a Milano nel 2013 dove disse che, rispetto ai primi libri, la descrizione

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del Transurfing ha avuto una evoluzione, forse una semplificazione che ne
permette più facilmente la sua messa in pratica.

IL MODELLO DI REALTÀ DEL TRANSURFING

LO SPAZIO DELLE VARIANTI


La realtà materiale è il risultato di un campo informazionale di energia definito lo
Spazio delle Varianti. In pratica in questo spazio virtuale coesistono
simultaneamente tutte le possibili realtà, comprese quelle passate, presenti e
future, le realtà possibili sono infinite, mentre la realtà fisica è il risultato
materiale di una delle infinite varianti del campo virtuale.
Spazio e Tempo non ci sono nello Spazio delle Varianti, mentre la realtà materiale
esiste proprio grazie alla loro esistenza. Se il mondo è formato da una molteplicità
di varianti, se ognuno di noi può sperimentare una delle infinite possibilità, cosa
determina l’essere dentro a questa o quella potenziale realtà? Questo è l’oggetto
del Transurfing, poco a poco tutto sarà più chiaro.
Quindi nello Spazio virtuale delle varianti tutto esiste, ogni realtà, ogni
informazione, ogni branca del sapere, ogni realizzazione artistica, ogni cosa che va
al di là dell’immaginazione dell’uomo.
Il Transurfing non è un metodo per creare la propria realtà, è un metodo per
imparare a scegliere consapevolmente il giusto settore delle varianti
corrispondente allo specifico strato di realtà materiale, quello che porta benessere
e soddisfazione alla propria vita.
Ognuno di noi interagisce costantemente con lo Spazio delle Varianti, fa il suo
ordine e realizza una specifica realtà materiale. Succede però che il 99,9% della
gente lo fa in modo inconsapevole, come se fossero addormentati, perdendo così
la capacità di scegliere la realtà giusta, in poche parole veniamo come dire scelti.
Tutto questo accade perché viviamo la realtà materiale come un illusione,
crediamo all’esistenza del solo mondo materiale, ci identifichiamo con esso e
perdiamo così il nostro potere di sceglierlo e quindi cambiarlo.
Il Transurfing è un percorso di risveglio della propria consapevolezza in quanto la
messa in pratica dei suoi principi consente di risvegliare in noi l’osservatore, quel
guardiano interiore che sa chi siamo, da dove veniamo e cosa siamo venuti a fare.
Dobbiamo solo permettere che tutto avvenga limitando al minimo l’intervento
della ragione e agire in accordo alla nostra anima.

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LA REALIZZAZIONE DELLA REALTÀ
Esiste un mondo materiale (quello reale tangibile che vediamo fuori di noi) ed un
mondo metafisico immateriale (quello formato dallo spazio delle varianti che
esiste in una dimensione virtuale collegata Ai nostri pensieri). Quindi il mondo
materiale è la realizzazione del mondo metafisico, è il suo specchio duale, ciò che
ne permette la sua materializzazione siamo proprio noi, a partire dai nostri
pensieri.
Ognuno di noi ha il potere di scegliere una determinata realtà a partire
dall’energia emessa dai propri pensieri ed emozioni. Se i nostri pensieri sono
sempre sintonizzati alle frequenze della paura e della tristezza, non potremo che
realizzare una realtà materiale con queste caratteristiche. Se ci concentriamo nella
prosperità, nella salute, nell’amore, in tutto ciò che ci dà gioia, realizzeremo prima
o poi una realtà materiale corrispondente,
Succede però che l’attenzione della maggior parte della gente è completamente
catturata dal mondo esterno (vedo sofferenza, vedo povertà, vedo indifferenza,
vedo ingiustizia); così perdiamo completamente la capacità di gestire la realtà,
rafforzando la sola realtà esterna che vediamo.
Molti di noi non credono nell’esistenza del mondo interiore o metafisico perché è
invisibile ai nostri occhi; altri ci credono ma lo percepiscono come un mondo
comunque esterno e separato da noi stessi, finendo nella maggior parte dei casi
nel credere ed invocare divinità esterne, oggetti di culto e cercare le risposte dagli
altri.
E’ fondamentale diventare consapevoli dei nostri pensieri, delle immagini che
girano nella nostra testa, delle emozioni che sentiamo, delle azioni che compiamo
e del perché le facciamo. Il Transurfing è un metodo basato sulla consapevolezza,
se continuiamo a dormire, sarà il mondo esterno a scegliere per noi e a rimanere
sempre lo stesso.
Secondo Zeland nessun pensiero è propriamente nostro ma appartiene anche esso
allo Spazio delle Varianti e alla Matrice originale che ha generato il tutto (chiamalo
Dio, Universo, Coscienza Universale). Quindi i pensieri vanno scelti con attenzione
perché sono direttamente collegati alle infinite possibilità e riportano nel mondo
materiale il corrispettivo pensato con la giusta energia.
Da quando siamo nati ogni nostro pensiero ha contribuito a creare il nostro strato
di mondo; non ce ne accorgiamo perché vivendo nello spazio-tempo esiste come
un ritardo tra il momento in cui l’ho pensato e quando l’ho materializzato. E’
questo ritardo che crea l’illusione che non siamo responsabili per quanto
realizzato. Sveglia!

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Il mondo materiale esterno è sempre lo specchio del nostro mondo metafisico
interno, ogni pensiero emanato ritorna indietro con ritardo come un boomerang.
Impariamo a diventare osservatori, senza giudizio, di quanto sta accadendo,
ripetiamo a noi stessi: “bene, anche questo l’ho manifestato io, lo accetto, lo
ringrazio e decido di cambiarlo scegliendo pensieri diversi”. Poi concentriamo la
nostra attenzione sui nuovi pensieri corrispondenti alla nuova realtà che vogliamo
realizzare.
Riassumendo scegliere una nuova variante consiste nello scegliere nuovi pensieri e
farli girare nella nostra testa.

IL SISTEMA TECNOGENO

I PENDOLI
Quello che distrae la nostra capacità di scegliere la realtà migliore dipende da
tantissime forme-pensiero collettive che si sono stratificate nel mondo. Zeland le
chiama “Pendoli”, ovvero pensieri e credenze rafforzati da tanti individui che la
pensano nella stessa maniera. Sono come le “egregore” ed hanno bisogno
dell’energia delle persone sostenitrici per esistere e rafforzarsi.
Esempi di pendoli sono le ideologie, i partiti, le religioni, le associazioni, le
comunità, le sette, la moda, le rock star, la crisi, il nazionalismo, le malattie, la
povertà, tutto ciò al quale grandi masse di persone credono e fanno di tutto per
difendere questa credenza.
Il pendolo si nutre dell’energia dei suoi sostenitori e spesso lotta contro altri
pendoli per accaparrarsi il maggior numero di adepti. Il nostro mondo attuale è
formato da tantissimi pendoli e la maggior parte di essi sono distruttivi in quanto
se proviamo ad andare contro il pendolo, il pendolo andrò contro di noi. Il mondo
esterno è sempre lo specchio del mondo interno, se andiamo contro qualcosa e la
odiamo, quel qualcosa farà altrettanto contro di noi (questo è il segreto del
Transurfing, tra poco ti sarà tutto più chiaro).
Le forme-pensiero comuni che hanno generato i pendoli (come quando tutti
pensano che c’è la crisi, c’è il terrorismo, bisogna combattere contro, bisogna
difendersi da …) spesso diventano talmente forti che il pendolo acquisisce una
coscienza propria e continua ad esistere più forte che mai, usando i suoi
sostenitori per raggiungere i suoi scopi manipolatori.

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Ogni pendolo ha una sua oscillazione, una specifica frequenza; la persona che con i
suoi pensieri oscilla alla stessa frequenza del pendolo viene agganciata e questo
inizia a rubargli in modo inconsapevole tanta energia in quanto il motto del
pendolo è: “Fai come me e sarai felice”.
Andare contro un pendolo significa andare contro il mondo e di rimando il mondo
andrà contro di te. Il Transurfing insegna una serie di strategie per vivere più
serenamente e abbassare l’influenza dei pendoli. Sicuramente non tutti i pendoli
sono distruttivi e molti esistono come manifestazione dei pensieri positivi
trasmessi dalle persone (es.: credere nell’amore, nella pace, la cooperazione, lo
scambio, anche il Transurfing o una disciplina olistica possono essere un pendolo
positivo se non hanno fini manipolatori).
Per liberarsi dall’influenza di un pendolo l’unica via è prendere consapevolezza di
essere stati agganciati da un pendolo e staccarsi mentalmente da esso, togliergli
tutta l’energia mentale della quale si nutre, in poche parole si deve mostrare
indifferenza verso di esso e non dargli nessuna forma di attenzione. Se la
frequenza dei nostri pensieri cambia, l’oscillazione del pendolo cessa di esistere
nella nostra vita. Per questo bisogna evitare ogni forma di giudizio e di lamentela
verso qualcosa o qualcuno, altrimenti ci ritorna indietro amplificato.
La realtà materiale che stiamo vivendo non è altro che un sogno ad occhi aperti, se
la nostra coscienza creativa è di fatto addormentata, deleghiamo la nostra
capacità di scelta ai pendoli e al mondo esterno. La cosa incredibile è che la
maggior parte di noi non ne è consapevole, preferisce delegare le propria decisioni
all’esterno ed accontentarsi delle briciole, visto che il piatto ricco se lo stanno
spartendo i pendoli con il sistema tecnogeno che c’è dietro.
Ci volgiamo svegliare una volta per tutte? Sei pronto ad uscire dalla Matrix? Bene,
cominciamo a farlo per davvero!

LA TECNOSFERA
Come Zeland ha messo in evidenza nel libro “Scardinare il sistema tecnogeno”, la
società e il modello di socializzazione in cui viviamo sta attraversando profondi
cambiamenti a livello mondiale. Tutto è in procinto di globalizzazione e di
connessione ad una rete, tutto è facilitato dal mondo tecnologico e informatico, la
rete internet, i social network che stiano di fatto cambiando l’essere umano.
Tutto questo ha creato un ambiente di vita definito “Tecnosfera”, che ha di fatto
neutralizzato la consapevolezza delle persone (con i media, internet, i social
network, i notiziari) e abbassato la consapevolezza intossicando il corpo con cibo

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morto (alimenti cotti e trasformati con prodotti chimici, alimenti di origine animale
pieni di ormoni e antibiotici, prodotti a lunga conservazione, ecc.), acqua e aria
piene di sostanza chimiche.
Questo sistema tecnogeno è diventato una sorta di entità vivente con una sua
coscienza ed è quasi fuori controllo; per sopravvivere si comporta come i pendoli,
catturando la nostra attenzione, anestetizzando la coscienza, limitando di fatto la
nostra libertà di scelta e la capacità di scivolare intenzionalmente dentro lo spazio
delle varianti per costruire liberamente il nostro strato di mondo.
Il sistema sociale attuale poggia su una ragnatela universale di informazioni (rete)
e il suo compito è quello di cancellare l’individualità, polverizzare e diluire le
aspirazioni e i fini individuali, affondandoli nel rumore dell’opinione pubblica. Se
prima funzionava il principio divide et impera, ora è il contrario: unisci e domina
incontrastato su tutti.
La rete sociale che si è formata è diventata una grande Matrix che sta cercando di
sincronizzare le menti delle persone e manipolarne le coscienze. La Matrix
funziona come un entità autonoma se le menti dei suoi sostenitori pensano ed
agiscono in sincronia.
Il sistema manipola le menti facendo girare dei programmi (forme-pensiero) che
innescano emozioni negative quali la paura, l’insicurezza, la rabbia; in questo
modo il sistema ci aggancia attraverso i suoi pendoli e addormenta le coscienze
con la regola “fai come dico io e sarai sereno, protetto, sano e felice”.
Questo processo andrà sempre più rafforzandosi trasformandoci tutti in cyborg
obbedienti, intossicati da cibo sintetico e da una miriade di informazioni che
agiscono come un sonnifero sulla nostra coscienza. E’ arrivato il momento di
svegliarci, qui e adesso, essere trasmettitori consapevoli dei nostri pensieri.
Bisogna scardinare questa Matrix, smettere di credere “che se tutti pensano e
fanno così vuol dire che è giusto”; uscire dai ranghi; smettere di marciare dietro al
surrogato del successo altrui e dirigersi alla ricerca del proprio successo.

LA BIOSFERA
Per muovere le coscienze verso un mondo nuovo dove l’equilibrio con se stessi e
la natura divengono la regola e non l’eccezione, ognuno di noi deve fare il suo
percorso di risveglio, usando il Transurfing per andare in questa direzione così da
creare una Biosfera sostenibile, in sostituzione dell’attuale Tecnosfera.
Per imparare a muoversi dentro lo spazio delle varianti e gestire la propria realtà ci
vuole tanta energia, non solo mentale. A causa del cibo sintetico che ingeriamo,

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dell’acqua che beviamo e dell’aria piena di metalli pesanti indotti dalle scie
chimiche, finiamo col limitare al massimo il potenziale dei nostri canali energetici,
cadendo più facilmente in trappola dei pendoli e di tutte quelle strutture
energetiche che ci rubano energia.
Per quanto riguarda l’alimentazione Zeland consiglia di consumare cibo vivo,
ovvero alimenti vegetali, biologici, possibilmente non cotti che sono cresciuti sotto
al sole. Il potenziale energetico del cibo vivo è altissimo e aiuta a mantenere
sveglia la nostra coscienza.
Allo stesso tempo anche l’acqua andrebbe ionizzata con degli apparecchi speciali
per renderla alcalina e lo stesso vale per l’aria.
A livello fisico un po’ di movimento (ginnastica dolce ed esercizi) quotidiano è
fondamentale per evitare che si atrofizzino i muscoli ed i legamenti.
A livello energetico si può realizzare ogni giorno la tecnica dei flussi energetici
descritta più avanti.
Non si può pensare di cambiare stile di vita in un giorno, è un percorso che
comincia con piccoli passi: pensare al mondo della Biosfera già realizzato ed agire
nel quotidiano facendo scelte sempre più in linea a questa nuova realtà.

PRINCIPI BASE DEL TRANSURFING

Da adesso in poi andiamo a conoscere il Transurfing nello specifico, i suoi principi e


come metterli in pratica nella vita quotidiana. Ricorda che questo metodo rimane
una bella teoria inutile se non messa in pratica; metterlo in pratica correttamente
significa diventare padroni della proprio destino, siamo sicuri di volerlo
veramente?

LE FORZE EQUILIBRATRICI
La visione dell’equilibrio è una parte centrale del pensiero del Transurfing.
Nel mondo agiscono delle forze che portano sempre all’equilibrio. La regola
dell’equilibrio vale per tutto e tutti. Quello che ci porta a creare squilibrio al nostro
mondo è il dare troppa importanza a qualcosa. Questo crea un potenziale
superfluo che mette in azione le forze equilibratrici (questo assomiglia un po’ alla
Legge di Murphy).

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Se ad esempio diamo troppa importanza al fatto che vogliamo più denaro (e ci
pensiamo emotivamente sempre perché in verità ci manca) creeremo un
potenziale superfluo rafforzato dalla nostra energia mentale negativa (sentiamo
che ci manca e ci stiamo male). Questo mette in moto il vento delle forze
equilibratrici che mi collocherà nella variante dove di fatto manca il denaro e la
realtà corrispondente sarà che avrò sempre meno denaro. Si manifesta sempre ciò
su cui stiamo emotivamente concentrati.
L’azione delle forze equilibratrici è spesso opposta all’intenzione che ha creato il
potenziale superfluo. Dobbiamo imparare a vivere nel mondo con un
atteggiamento di equilibrio, quasi di sana indifferenza senza dare troppa
importanza sia a noi stessi (importanza interna) che alle altre cose o persone
esterne (importanza esterna).
Se la mia vita attuale non mi piace e prendo atto consapevolmente che fa schifo,
devo stare molto attento a non dare troppa importanza a ciò che voglio, perché
rischio di fortificare in senso negativo lo strato del mondo nel quale sto vivendo.
Qui il Transurfing suggerisce l’atteggiamento mentale del “darsi in affitto”, ovvero
osservarsi dall’esterno come quando si vede una vita che però non ci appartiene.
In poche parole accetto lo stato attuale e parallelamente mi muovo senza dare
troppa importanza all’attuale vita e quella desiderata (Es. è come quando
dobbiamo vivere temporaneamente in una casa in affitto in attesa che i lavori di
ristrutturazione della casa di proprietà siamo terminati, portiamo pazienza
consapevoli che la vera realtà sarà vivere nella casa ristrutturata).
Quindi se il mondo esterno non mi piace, non posso reagire negativamente ad
esso, ma devo cominciare a trasmettere una equilibrata energia positiva, non
carica di importanza.
Il saper amare in modo incondizionato ha una frequenza che accetta tutto e
trasmette energia positiva. Desiderare con ossessione qualcosa o qualcuno,
pensarlo in relazione alla sua mancanza crea il potenziale superfluo, in pratica
nella corrente dello Spazio delle Varianti circola la forma-pensiero che a me manca
quella cosa e le forze equilibratrici realizzano proprio quella mancanza.
Dobbiamo rinunciare all’idea di reagire alle tentazioni del mondo esterno perché è
come se gli stessimo dicendo: “mondo esterno, ti vedo, mi fai schifo e ti voglio
combattere e per combatterti devi restare con me”. Di rimando questa realtà
indesiderata si rafforza.
Per arginare le provocazioni dei pendoli e la paura in relazione a ciò che ci manca
si deve lavorare sull’equilibrio. Smettere di dare importanza e mostrare una sana

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indifferenza verso ciò che non piace. Già solo fare questo mette in moto forze
positive che ci accompagnano senza sforzo alla realizzazione della realtà migliore.
Tutto il potenziale creativo è dentro di noi, se continuiamo a dare troppa
importanza al mondo esterno, finiamo con il dargli troppa energia; bisogna che
adesso cominciamo a lavorare nell’origine della manifestazione, solo così
possiamo gestire piacevolmente la nostra realtà.
Se ridurre l’importanza risulta quasi impossibile dobbiamo usare qualche strategia
come accettare la potenziale sconfitta. Solo così si abbatte totalmente il
potenziale superfluo e si permette al pensiero di essere più libero di guidarci nella
realtà migliore.

L’INTENZIONE
Per realizzare ciò che vogliamo nella vita non si deve lavorare sui desideri ma
sull’intenzione. I desideri restano spesso dei semplici sogni carichi di potenziali
superflui che portano ad ottenere esattamente il contrario di quanto desiderato.
L’intenzione nel Transurfing è il motore che muove tutto, è ciò che ci aiuta a
navigare in modo mirato nello Spazio delle Varianti e scegliere lo strato di realtà
voluto. L’intenzione è dove concentriamo la nostra attenzione, i nostri pensieri, la
nostra volontà, le nostre aspirazioni.
Per esempio se ho l’intenzione di comprare il giornale, non devo certo pensare a
come fare, vado e lo compro, e se non lo trovo non mi preoccupo perché sono
certo di trovarlo da un altro giornalaio. Ecco perché l’intenzione è la risolutezza ad
agire ed avere. L’intenzione è ciò che muove l’energia, è la decisione presa
correlata da azioni compiute per raggiungere il fine.
L’intenzione nel Transurfing è vista da due diverse prospettive che insieme
portano alla realizzazione della realtà. Si ha l’intenzione interna (voglio, lotto e
ottengo) quando la nostra attenzione è concentrata sul processo che porta alla
realizzazione del fine (es. la sequenza di azioni che compio per comprare il
giornale); si ha l’intenzione esterna (permetto che le cose accadono) quando la
nostra attenzione è concentrata su come il fine si realizza da solo (es. il giornale lo
troverò comunque). Ogni giorno possono accadere i miracoli, grazie all’intervento
dell’intenzione esterna*.
L’intenzione interna è la risolutezza a fare, ad agire e dipende dalla ragione e dalla
volontà, comportando impegno, fatica, sforzo e a volte lotta. L’intenzione esterna
invece esiste già nello Spazio delle varianti dove il fine realizzato è potenzialmente
presente. Con l’intenzione esterna si pensa al fine già realizzato e si permette alla

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corrente delle varianti di portarlo alla sua materializzazione. Nell’intenzione
esterna c’è l’azione dell’Anima.
Dice Zeland che “il desiderio è la concentrazione dell’attenzione in un determinato
fine e non porta a nulla; l’intenzione interna è la concentrazione dell’attenzione sul
processo che muove verso un fine (funziona ma è dispendiosa a livello energetico);
l’intenzione esterna è la concentrazione dell’attenzione di come il fine arriva a
realizzarsi da solo”.
In pratica il Transurfing ci insegna ad usare sempre l’intenzione esterna e ridurre al
minimo l’intenzione interna come semplice sequenza di azioni da compiere. Il
desiderio va ridotto al minimo a causa dei potenziali superflui generati dalla sua
importanza. L’intenzione interna va attivata mentre si agisce per realizzare il fine,
mentre l’intenzione esterna deve essere il faro, l’attenzione verso il fine realizzato
(cominciarlo a vedere dentro per realizzarlo materialmente fuori).
Lo spazio delle varianti va visto come un catalogo, un menù dove sono presenti
tutti gli scenari potenziali della realtà materiale con le sue decorazioni. Ogni
scenario è potenzialmente possibile ed è l’intenzione esterna (risolutezza ad
avere) che ne permette la realizzazione, ovvero una equilibrata concentrazione dei
nostri pensieri sul fine (realizzato), senza però dargli troppa importanza. In questo
modo lo spazio delle varianti come uno specchio proietta nel mondo materiale lo
scenario ordinato.
L’intenzione esterna è la decisione del fine prescelto accompagnata da una
incrollabile certezza che già potenzialmente esiste. L’intenzione interna sono i
piccoli passi, le azioni intermedie che servono a concretizzare l’ordine fatto.
Perché tutto ciò sia possibile bisogna che la nostra ragione sia d’accordo con
l’Anima.
Ricapitolando:
L’INTENZIONE INTERNA è fare qualcosa con le proprie forze, applicare la volontà
interna (risolutezza a fare).
L’INTENZIONE ESTERNA è fare accadere qualcosa lasciando agire l’esistenza stessa
(risolutezza ad avere).
Tutto il Transurfing non è altro che una grande preparazione per arrivare ad essere
in grado di padroneggiare questa speciale attitudine.

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L’ANIMA E LA RAGIONE
In noi coesistono due livelli di coscienza che sono la Ragione e l’Anima.
La Ragione può essere vista come la volontà o la mente razionale ed è sede
dell’intenzione interna, è la parte di noi che elabora i pensieri e prende le
decisioni. E’ anche la parte che spesso si identifica con il mondo materiale e cerca
di lottare contro di esso per cambiarlo. Da sola fa praticamente il contrario di
quanto insegnato nel Transurfing.
L’Anima è la parte di noi costantemente collegata allo spazio metafisico delle
varianti, è collegata all’intenzione esterna, è priva di volontà pratica. È quella parte
di noi che sempre esiste e che scende in questo mondo per realizzare un suo fine
ben preciso. A differenza della ragione, l’anima non pensa alle cose perché è già
connessa a tutto. L’Anima, se lasciata essere, permette che tutto accada senza
sforzo. Per qualcuno l’Anima nel Transurfing va vista come la mente subconscia.
Per realizzare materialmente una specifica variante della realtà bisogna che Anima
e Ragione siano d’accordo. L’anima è energeticamente più forte della ragione e se
le due sono d’accordo si può realizzare materialmente tutto, si ha quindi unità tra
Anima e Ragione, la volontà della ragione viene sottomessa all’intenzione esterna
dell’Anima.
L’intenzione interna è della ragione; l’intenzione esterna è dell’anima, quando si
realizza l’unità tra ragione e anima, allora l’intenzione interna si trasforma in
intenzione esterna e il fine viene raggiunto. Come faccio a comprendere se ciò che
vuole la ragione corrisponde a quello che vuole l’anima?
L’anima ha dentro di sé una sua sostanza individuale, una sua frequenza specifica
che Zeland definisce “freile”. In essa sono celati i fini ultimi dell’anima e la nostra
capacità per raggiungerli. La ragione con la sua volontà e la troppa importanza
tende a schiacciare il freile dell’anima vivendo in balia dei pendoli che ci
condizionano a fare come vogliono loro.
Entrare in risonanza con la propria anima ci restituisce il potere di scegliere nello
spazio delle varianti la realtà migliore per la nostra vita. L’anima comunica
attraverso le sensazioni. Se ad una scelta della ragione corrisponde un benessere
interiore, allora l’anima sta vibrando ed è pronta ad aprire le porte dell’intenzione
esterna, avviene quindi l’unità tra anima che canta e la ragione che si frega le mani
soddisfatta.
Se ad una decisione corrispondono uno stato di incertezza, di autogiustificazione,
bisogno di convincere noi e gli altri, questi sono dei segnali che l’anima non è
d’accordo e che quel percorso non è quello giusto per noi. Ciò che percepiamo

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intimamente buono non ha bisogno di alcun autoconvincimento. Ascoltare la
nostra anima significa saper ascoltare “il fruscio delle stelle al mattino” e tutte le
porte saranno aperte in modo sincronico, entriamo in sostanza con un’onda della
fortuna dove ogni singola variante aiuta la realizzazione di quella successiva.
"La ragione ha una capacità di lettura della realtà limitata. Lasciamo lavorare
l’anima. L’anima non pensa e non parla, sente e sa. Il nostro subconscio è collegato
al campo d’informazione che contiene la soluzione di tutti i problemi; perciò
rilassiamoci e liberiamoci da ogni paura, tanto sappiamo che la soluzione c’è già."
Dobbiamo cominciare a credere alle infinite possibilità della nostra anima,
permetterle di guidarci, di ispirarci aprendoci tutte le porte che ci portano alla
realizzazione materiale del fine. “Permettersi di avere” è la chiave, accettare e
ricordare che tutto è possibile e che l’intenzione esterna ci porta al fine senza
sforzo e con il migliore risultato possibile. La risolutezza ad avere dell’anima è
priva di desiderio, l’anima è, e non può essere agganciata dai pendoli. E come
quando vado ad una fonte a prendere dell’acqua, la prendo senza pensare a come
e quando.
Più avanti sono spiegate diverse tecniche per concretizzare quanto detto fin ora.

LE DIAPOSITIVE
Nel Transurfing la pratica maestra usata per raggiungere il proprio fine è quella
della visualizzazione. Questa pratica è diversa dalle classiche tecniche di
visualizzazione in quanto la visualizzazione nel Transurfing non riguarda il
desiderio che è carico di potenziali superflui e non riguarda nemmeno il solo
risultato finale visualizzato fuori di noi; è al contrario un processo interiore e
dinamico.
Ognuno di noi ha dentro di sé uno strumento mentale che possiamo definire
proiettore. Tutto ciò che viene visualizzato nella nostra mente come una
diapositiva o come un film (forme-pensiero, immagini, sensazioni) viene proiettato
all’esterno e girando nello spazio delle varianti va a materializzare la realtà
corrispondente. Il fuori materiale riflette il dentro metafisico visualizzato.
Per dare forza ed energia al proprio fine si deve realizzare un doppio livello di
visualizzazione, quella del fine che viene rappresentato come una diapositiva e
quella del processo che porta alla sua realizzazione.
In sostanza partiamo dal fine, esprimiamolo nella nostra mente, sentiamo se porta
benessere interiore, se la nostra anima è d’accordo e visualizziamolo come una
diapositiva, però non come un quadro esterno a noi, ma come un’immagine dove

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noi siamo dentro in veste di protagonisti. Questa diapositiva del fine deve essere
percepita come se il fine fosse già realizzato, meritato, senza dubbi, e sentiamone
il benessere interiore che genera. In questo modo si attiva l’intenzione esterna
dello spazio delle varianti.
Una volta stabilita la diapositiva del fine e visualizzata dentro di noi, si può
cominciare a visualizzare il processo, le prime azioni da intraprendere per la sua
realizzazione. Non si tratta di visualizzare il come raggiungere il fine, ma le prime
azioni pratiche da compiere. Questo perché se il nostro fine è molto lontano,
dentro lo spazio delle varianti il processo di realizzazione richiede il passaggio per
diversi settori (catena del transfer). Per questo ogni giorno visualizziamo gli step
intermedi così da caricarli di energia. Mantenendo parallelamente accesa la
diapositiva del fine questa fungerà da guida, da faro che andrà a mostrarci le
singole porta da aprire.
Se il cammino per il raggiungimento del fine è ignoto, pratichiamo la
visualizzazione della diapositiva del solo fine (è comunque la parte più importante
della visualizzazione), essa così ci condurrà nella direzione giusta. Se ho chiaro il
fine ma non so assolutamente cosa fare per realizzarlo (in sostanza sono privo di
intenzione interna), cerco comunque di agire e fare qualcosa. Evitiamo di stare con
le mani in mano.
Per comprendere meglio ed approfondire come avviene la realizzazione del
mondo materiale, leggi con attenzione il paragrafo dedicato alle Regole dello
Specchio.

I FINI E LE PORTE
Ognuno di noi scende in questo mondo materiale con un fine bel specifico, quello
dell’Anima. Dobbiamo impedire di essere agganciati dai pendoli che ci costringono
a realizzare fini non nostri. Questo rappresenterebbe una violenza per se stessi
che porterebbe sicuramente ad una vita infelice.
A cosa aspira la nostra anima? Cosa renderà la nostra vita gioiosa e felice? È su
questo che dobbiamo lavorare. Sentire qual è il fine dell’anima permette di
intraprendere il percorso migliore e scivolare senza sforzo nella realtà prescelta. E’
così che tutte le porte dello spazio delle varianti vengono aperte portando alla
realizzazione fisica del fine stesso.
Un fine non deve essere un’idea campata in aria, si deve concretizzare in una
decisione che porta benessere alla nostra anima. Questa decisione diventa
l’intenzione che da interna della ragione si trasforma in esterna dell’anima e

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permette che tutto avvenga nella massima gioia e col minimo sforzo (risolutezza
ad avere).
La funzione della ragione è quella di prestare attenzione allo stato di benessere
dell’anima e prendere quelle decisioni intermedie che si concretizzano in azioni
materiali che portano alla realizzazione del fine.
Poiché le varianti contengono già tutte le soluzioni, a che pro sforzarsi e
scervellarsi per trovare la via di uscita da un problema? È insita nella struttura del
campo informativo delle varianti la strada che porta verso la miglior soluzione e
con il minimo dispendio di energia. La ragione può solo ostacolare questo
processo**.
La nostra porta è quel cammino che ci conduce alla realizzazione del fine. Se il
cammino non è conosciuto, intanto proiettiamo nei nostri pensieri la diapositiva
del fine, così l’intenzione esterna aprirà la porta di accesso alla linea della vita
legata al fine. Se si prova ispirazione durante il cammino verso il fine, vuol dire che
si tratta della porta giusta e tutto avviene con semplicità e piacere.
Dobbiamo abituarci all’dea che il proprio fine verrà raggiunto, ovvero permettersi
di avere, attivando così la forza dell’intenzione esterna. Se stai cercando qualcosa
smetti di cercarla, pensa che la otterrai comunque. Chi pratica il Transurfing
permette che le cose accadano, senza forzature, senza dare troppa importanza a
se stessi e agli altri, senza andare contro alla vita perché è la vita stessa il fine più
nobile.
Permettersi di essere, accettarsi così come siamo, essere sinceri con noi stessi,
accettare che gli altri siano come sono, accettare il mondo così come lo si vede è la
base che permette al Transurfing di funzionare perfettamente nella nostra vita.

LA COORDINAZIONE
Per favorire il raggiungimento dei propri fini possiamo lavorare sulla coordinazione
dell’importanza e dell’intenzione.
La coordinazione dell’importanza consiste nel trovare un giusto equilibrio tra
l’esprimere il proprio valore e rinunciare alla sua importanza. Serve appunto ad
evitare l’insorgere di potenziali superflui che ci potrebbero agganciare a qualche
pendolo. Nel Transurfing tutto già esiste ed è, quindi se siamo convinti di qualcosa,
non abbiamo bisogno di dimostrare niente a nessuno. Bisogna avere un autentica
e pacata sicurezza di sé, un senso di autosufficienza interiore che non ha bisogno
di alcuna approvazione dall’esterno.

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Essendo sicuro che la pratica del Transurfing mi porta alla realizzazione del fine,
posso permettermi anche di rallegrarmi degli insuccessi, ovvero percepire ogni
cosa come positiva. Questo è il principio della coordinazione dell’intenzione.
“Ogni volta che ti trovi di fronte a un determinato evento, scegli il modo di
occupartene. Se lo tratti come un evento positivo, vai al ramo favorevole della
linea della vita. Ma la tendenza a pensare negativo ti fa lamentare e scegliere il
ramo sfavorevole. Nel momento in cui sei seccato e irritato, otterrai un nuovo
problema. Il principio della coordinazione dell'intenzione consiste in quanto segue:
se si ha intenzione di considerare positivo un evento apparentemente negativo,
sarà così. Ricordati: non importa quanto possa essere difficile proprio adesso, il
futuro ha una piacevole sorpresa in serbo per te, a condizione che tu continui a
mantenere la coordinazione dell'intenzione." Ovvero avere una visione positiva.
Anche se qualcosa va male, bisogna prenderla con indifferenza, evitando di
alimentare con la mente energie negative. Il problema non è tanto l’evento in sé,
ma come io mi rapporto e reagisco ad esso. Bisogna evitare di lottare contro i
pendoli e creare un vuoto dentro di noi (nessuna importanza) così da impedire al
pendolo di agganciarci.
Come fare per non aver paura? Trovare una copertura, una variante di riserva, una
via di uscita!
Come fare per non agitarsi e non angosciarsi? Agire!
Come fare per non desiderare? Rassegnarsi alla sconfitta ed agire!
Come fare per non aspettare? Agire!
Come fare per non irritarsi? Giocare col pendolo violando le regole del suo gioco!
Come fare per liberarsi dal senso di colpa? Smettere di giustificarsi!
Come gestire l'indignazione? Cessando la battaglia e muovendosi assecondando la
corrente!

IL FREILING
Il Freiling è una tecnica efficace di gestione delle relazioni interpersonali che aiuta
anche il raggiungimento dei propri fini. Il principio fondamentale del Freiling si può
formulare nel modo seguente: “Rinunciate all’intenzione di ottenere, sostituitela
con l’intenzione di dare e otterrete ciò a cui avete rinunciato”. Questa tecnica
consiste nel favorire l’intenzione interna degli altri, lasciando stare il senso del
proprio valore, aumentando quello dei nostri interlocutori.

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Per esempio se dobbiamo sostenere un colloquio di lavoro, anziché essere
concentrati su noi stessi e l’importanza di ottenerlo (creando così potenziali
superflui e forze equilibratrici), cerchiamo di capire cosa vuole il datore di lavoro (è
la sua intenzione interna), aiutiamolo così nel raggiungimento del suo fine. Di
rimando succede qualcosa di magico, si mette in azione l’intenzione esterna che
realizza proprio il nostro fine, quello al quale avevamo rinunciato.
Questo metodo di sostituire la nostra intenzione di ottenere con quella del dare,
favorendo così quella degli altri, ha il potere di aprire molte porte e può essere
applicato in tutti i tipi di relazioni con gli altri, comprese quelle sentimentali.
Attenzione a non utilizzarlo a fini manipolatori e solo con sincerità, perché tutto
quello che emaniamo (buono o brutto che sia, poi ritorna indietro amplificato
come un boomerang)***.

LA SCELTA DELLE VARIANTI


Quanto esposto fino ad esso è la descrizione dei principi base del Transurfing,
quelli descritti da Zeland nei suoi primi tre libri (Lo spazio delle varianti, Il Fruscio
delle stelle al mattino e Avanti nel passato). Questi principi sono stati in un certo
senso semplificati, rafforzati e resi più pratici nei sei libri successivi.
Si deve sempre pensare allo Spazio delle Varianti come ad un qualcosa dove tutto
già esiste. Quindi non c’è nulla da creare, c’è solo da fare la scelta, prendere la
decisione, ed andare a prendere il bottino, evitando di ostacolare il modo di
ottenerlo. Non è necessario sapere come faremo ad ottenere il successo;
muovendoci lungo la corrente delle varianti, lo atterremo senz’altro. Dobbiamo
solo permetterci di ottenere, lasciando andare il controllo.
Il compito della ragione è solo quello di non ostacolare la corrente delle varianti
con il proprio controllo. Se la scelta è stata fatta lasciamo agire il principio della
coordinazione dell’intenzione: “la mia scelta è stata fatta, la mia intenzione si sta
realizzando, tutto sta andando per il verso giusto ed è come deve essere”!
Se allo stato attuale sto vivendo una vita lontana anni luce da quella desiderata
allora “diamoci in affitto”, continuiamo a viverla senza darle troppo importanza
negativa, osserviamo e basta, facendo girare contemporaneamente nel proiettore
della nostra mente la diapositiva del fine e del processo che ci porta alla sua
realizzazione.
Non dobbiamo fare altro, dobbiamo solo cessare la lotta, abbassare l’importanza
e permettere che tutto accada in conformità alla scelta, all’intenzione espressa nel

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fine. Sarà sempre la magia dell’intenzione esterna ad aprire tutte le porte e a far
diventare la vita come una festa.

LA GESTIONE DELLA REALTÀ

L’ILLUSIONE DELLO SPECCHIO


Nella vita di tutti i giorni l’uomo vive in balia delle circostanze e non è in grado di
influire significativamente nel corso degli eventi. La vita sembra che accada, come
se fosse un brutto sogno inconscio. Gli eventi si susseguono l’un l’altro senza
prestare attenzione al nostro voglio e non voglio e questa situazione di fatale
inevitabilità sembra impossibile da gestire. Di fatto una via di uscita esiste, bisogna
solo prendere consapevolezza che il mondo materiale non è altro che
un’illusione, un sogno ad occhi aperti, perché di fatto siamo ancora addormentati.
Il mondo ha due forme, una fisica che si può toccare con mano e una metafisica
che si estende al di là della percezione. Il mondo si configura come uno sconfinato
specchio duale che contiene da un lato l’universo materiale (la realtà) e dall’altro
lo spazio metafisico delle varianti, una struttura di informazioni che rappresenta
tutti gli scenari possibili.
L’uomo, incantato dallo specchio (la realtà materiale), crede che il riflesso che
vede sia la vera realtà. L’effetto speculare genera l’illusione che il mondo esterno
esista di per sé e non si presti ad essere gestito. L’uomo cerca di influenzare il suo
mondo ma non ci riesce in quanto non gli è stato spiegato come funziona.
Vediamo come fare a liberarci dall’illusione dello specchio.
La presenza dei pendoli, di queste forze manipolatorie ha portato l’uomo a
credere solo all’esistenza della realtà materiale e considerare il mondo metafisico,
ammesso che si creda, come un qualcosa di inaccessibile. In questo modo è stata
messa in opera una vera e propria azione di addormentamento dell’anima e dei
suoi fini, facendoci credere che esiste solo la regola del pendolo (fai come dico io e
sarai felice).
Per ognuno di noi arriva prima o poi il momento del proprio risveglio e anche
quando si è in questa fase bisogna sempre prestare attenzione alle avvenenti
illusioni dei pendoli della consapevolezza, quelli che si nascondono dietro a metodi
new-age o percorsi che promettono, dietro il pagamento di ingenti somme di
denaro, di regalare la libertà e la felicità.

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Sempre in questo “mercato” della consapevolezza l’offerta si fa sempre più
massiccia. Innumerevoli sono i sensitivi, i cartomanti o astrologhi, costruttori di
destini che credono di poter leggere il futuro della gente così da facilitare la
propria evoluzione. Tutto questo è davvero incredibile in quando ogni individuo
non ha un destino segnato, ma se crede ai costruttori di destino se lo sta anche
determinando. Sono le persone ancora addormentate a credere nell’illusione del
mondo materiale e di tutto quello che c’è dentro.
In verità ognuno di noi è un essere speciale, unico e irripetibile. Tutti possiamo
accedere allo spazio delle varianti, compiere la nostra scelta e determinare il
nostro destino. Il Transurfing spiega perfettamente come fare, dobbiamo solo
permettere che accada, permetterci di essere noi stessi, permettere agli altri di
essere se stessi e sganciarci dalla psico-illusione dello specchio del mondo
materiale. Tutto qua!
Risvegliamo la nostra anima, domandiamo sempre a noi stessi, al nostro cuore:
“cosa può rendere la mia vita una festa? Cosa mi può dare benessere?” Li c’è il fine
e l’intenzione esterna, che durante la proiezione della diapositiva, ti permette di
realizzarla. Evolviamo grazie ai fini che vogliamo raggiungere, sono il motore della
vita e non possiamo assolutamente permetterci che li stabiliscano gli altri (pendoli
o sensitivi che siano!).
Essere consapevoli significa: “in questo momento non dormo, e mi rendo ben conto
di quello che sto facendo e del motivo per cui lo sto facendo”!
La nostra attenzione deve essere sempre concentrata sui nostri fini e sul processo
che porta alla loro realizzazione. I pensieri hanno un grande potere, devono essere
ben indirizzati. Smettiamo di farci distrarre dai pendoli e dal mondo materiale,
compresa la televisione, internet e i social network.
La scelta del proprio scenario con le sue decorazioni, che poi è la diapositiva da
visualizzare, deve partire da noi, dal nostro cuore, va coltivata con amore, e
lasciare che il mondo realizzi quanto scelto senza dare troppa importanza.
La presenza dei pendoli e di tante forme di manipolazione è una realtà di fatto che
non può essere neutralizzata. Viviamo in questo mondo e dobbiamo imparare
come convivere con tutto quello che c’è; se serve possiamo usare i pendoli a
nostro vantaggio.
La prima cosa è dichiarare continuamente la nostra intenzione, come un decreto;
va espressa al presente come se fosse già realizzata, (es.: sto vivendo in una casa
meravigliosa, faccio un lavoro che mi gratifica, vivo relazioni meravigliose, la mia
vita è piena di amore, il mio mondo si prende cura di me, ecc.). In questo modo

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proiettiamo allo specchio esterno quello che stiamo scegliendo nello spazio delle
varianti.
Se incontriamo qualcosa che non ci piace, utilizziamo la coordinazione
dell’intenzione, ripetiamo: “tutto sta andando a meraviglia perché io con la mia
intenzione formo la mia realtà e so come farlo”! Poi bisogna sempre mantenere un
livello di importanza basso e re-indirizzare la propria attenzione al nostro fine.
Altra regola importante è smettere di doverci paragonare agli altri. Siamo perfetti
così come siamo, con le nostre caratteristiche, pregi e difetti. Nel mondo siamo
scesi così ed è proprio grazie a come siamo che possiamo evolvere. Questo aiuta
ad abbassare l’importanza esterna; smettiamo di dover sempre chiedere il parere
degli altri: altro modo per non farci agganciare dai pendoli.
Siamo tutti figli dello stesso Dio che ha creato l’intero universo. Dio ci ha dato la
libertà di scelta e si rallegra con noi per quanto stiamo co-creando insieme.
Smettiamo di idolatrare divinità o poteri esterni a noi, dichiariamo l’intenzione a
noi stessi come espressione perfetta del Dio in noi.
Quando dichiariamo un intenzione è come se stessimo dichiarando l’intenzione di
Dio, come possiamo dubitare che non venga realizzata? La regola è non chiedere,
non pretendere, non preoccuparsi, ma creare, co-creare insieme a Dio, formare la
propria realtà con l’aiuto dell’intuizione consapevole. Non c’è nulla da chiedere,
sarebbe come se Dio chiedesse a se stesso; bisogna solo dichiarare la propria
intenzione, la propria decisione, compiere la propria scelta!
Alla fine otteniamo sempre quello che scegliamo, se pensiamo che il mondo è
ostile e fa schifo, questo incontreremo. Iniziamo a usare correttamente le regole
dello specchio.
Cambiamo paradigma: passiamo dal <<ciò che vedo, poi disegno>> a <<ciò che
disegno, poi vedo>>!

LE REGOLE DELLO SPECCHIO


Il mondo materiale è la realizzazione dell’energia mentale emessa attraverso i
nostri pensieri. Non c’è giusto, non c’è sbagliato, il mondo come uno specchio è
sempre d’accordo con l’emissione dei nostri pensieri. Il mondo è sempre
d’accordo con tutti e davanti a ognuno si presenta nella veste da lui ordinata.
Ecco quindi come l’uomo, con l’immagine dei suoi pensieri, forma lo strato del suo
mondo. Vediamo quali sono i principi dello specchio.

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1. Il mondo come uno specchio riflette il nostro modo di rapportarci nei suoi
confronti. Il mondo accetta tutto quello che pensiamo di lui.
2. Il riflesso, la realizzazione materiale del mondo, si forma nell’unità tra anima e
ragione. Se la ragione non entra in conflitto con gli imperativi del cuore e
viceversa, compare una forza incredibile che è l’intenzione esterna che
materializza il settore dello spazio delle varianti corrispondente all’immagine dei
pensieri. Però nella vita succede quasi sempre che l’anima ambisce mentre la
ragione dubita e così l’immagine rimane sfuocata.
3. Lo specchio duale reagisce con un certo ritardo. Per questo occorre far girare la
diapositiva dei pensieri sistematicamente per un periodo più o meno lungo. Quindi
ci vuole pazienza e tutto, dico tutto, è possibile realizzare.
E’ importante creare un buon rapporto con il mondo perché è il terreno su cui
stiamo lavorando. Possiamo ripeterci: “il mio mondo si occupa di me”. Questa
affermazione ripetiamola sempre, anche quando lo specchio riflette situazioni
spiacevoli, in poche parole evitiamo di emettere pensieri contrari al nostro fine.
Fintanto che l’uomo pone la sua attenzione sul riflesso e non sull’origine, gli
sembrerà che le cose accadono, anche quelle peggiori. Ma è solo un’illusione,
bisogna solo lavorare sull’emissione dei pensieri originali. Evitiamo pertanto stati
di irritazione, fastidio, rabbia, giudizio e lamentela verso il mondo perché cosi
andiamo solo a rafforzare una realtà che non ci piace.
Bisogna smettere di inseguire il riflesso e fermarsi, in pratica distogliere lo sguardo
dall’intenzione interna così da permettere al mondo di fermarsi e cominciare a
girare a nostro favore (il mondo si cura di me). Per questo i poveri diventano
sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
4. Per attivare l’intenzione esterna occorre trasferire l’attenzione dal riflesso
esterno all’immagine originale, ovvero prendere il controllo dei pensieri, pensare
non a quello che non si vuole evitare, ma a quello che si ambisce raggiungere.
Se io osservo che piove e dico “non voglio che piova” sto semplicemente ripetendo
quel che vedo e così questa realtà si rafforza. Devo imparare a vedere prima
dentro ciò che non si è ancora realizzato nello specchio.
I nostri pensieri devono essere sempre orientati in positivo verso quello che
vogliamo vedere, soltanto così lo specchio renderà quanto pensato. Ci vuole
pazienza e consapevolezza e far girare le immagini delle diapositive
sistematicamente, senza farsi distrarre dai riflessi. Mai reagire al mondo, mai dare
importanza a quello che si vede e rimanere sempre centrati, osservatori.

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5) Bisogna prima creare un buon rapporto con noi stessi affinché lo specchio
rifletta altrettanto. Concentriamo l’attenzione sui risultati che vogliamo
raggiungere e osserviamo nello specchio tutto quello che ci piace e che si avvicina
alla realizzazione del fine. Ripetiamo: “di giorno in giorno, va sempre meglio”. La
realtà non si cambia in un click, ma a piccoli passi. Ripeto, ci vuole pazienza.
Tutto quello che serve è fare un ordine e permettere al mondo di soddisfarlo, ma
noi non glie lo permettiamo perché pretendiamo, richiediamo, temiamo e
dubitiamo. Anche il mondo in questo caso pretende, richiede, teme e dubita, cioè
rispecchia perfettamente il nostro atteggiamento.
L’attenzione deve essere concentrata sul traguardo finale, sul fine ultimo, come
se fosse già raggiunto. Il mondo si muove incontro a noi per tutto il tempo che
siamo concentrati nell’immagine della diapositiva. Ma se ci distraiamo un attimo e
vediamo il riflesso dello specchio (il mondo materiale), la nostra attenzione può
essere catturata e finiamo col dare energia allo specchio, quindi la realtà che non
ci piace.
In pratica mentre ci si guarda allo specchio (io nel mondo materiale), occorre
muovere non il riflesso (il mondo materiale), ma l’immagine stessa, cioè il proprio
rapporto con il mondo e l’orientamento dei pensieri. L’intenzione interna della
mente cercherà di farci intervenire sul riflesso, con l’intenzione esterna lasciamo
tranquillo lo specchio e focalizziamo l’attenzione sull’immagine dei nostri pensieri,
ottenendo così tutte la forza che serve per cambiare il nostro mondo.
Qualunque sia la realtà che osserviamo, anche la più oscura, evitiamo di farci
distrarre emettendo emozioni basse che rafforzano quella realtà stessa. Il
problema non è la realtà materiale ormai realizzata, ma come io mi relaziono ad
essa. Il problema non è la rabbia, ma come io reagisco ad essa.
Ci vuole un grosso controllo dei nostri pensieri e delle nostre emozioni,
altrimenti non si va da nessuna parte!
6) Come abbiamo visto la corrente delle varianti, se non viene disturbata, dirige il
corso degli eventi verso un percorso ottimale, quindi questo principio dice di
mollare la presa sul mondo e permettergli di muoversi lungo la corrente delle
varianti.
Si crea un paradosso, rinunciando al controllo, si finisce per ottenere un reale
controllo della situazione. Dobbiamo guardare al mondo esterno da “osservatori”,
partecipare alla recita e rimanere allo stesso tempo estranei e concentrati nel
nostro mondo interno. Se qualcuno ci propone una cosa, non abbiamo fretta di
rifiutare, se qualcuno ci propone un consiglio, aspettiamo a rifiutare, e così via.

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7) Dobbiamo accettare ogni riflesso come positivo e permettere alla corrente delle
varianti di muoversi liberamente, pensare che tutto sta andando per il verso giusto
e che tutto si risolve con poco, che tutto gioca a nostro favore. Siamo tutti
osservatori e la nostra volontà non risiede nel sottomettere, ma nel permettere.
Lo specchio duale concorda con tutto, controllando il corso dei propri pensieri, si
arriva a gestire la propria realtà. Per dare maggiore forza alla manifestazione della
nuova realtà bisogna imparare a sentirla dentro, a sentirsi tutt’uno con l’immagine
della nuova realtà, a non sentirci separati da essa perché altrimenti lo resterà
davvero.
Quindi, riassumendo, bisogna restare concentrati sul fine con una forte
intenzione. Bisogna tenere sotto controllo i propri pensieri e dichiarare la propria
intenzione continuamente, al presente, come se fosse già realizzata: “io sono
pieno di prosperità, io sono sano, io sono do e ricevo amore, io sono pienamente
soddisfatto della mia vita, nel mio mondo sono felice, ecc”.
Dobbiamo impedire ai pensieri cupi e negativi di girare nella nostra testa perché
sono solo spazzatura che rallenta il nostro processo di realizzazione della realtà.
Essere sempre positivi: “il mio mondo si occupa di me”.

IL PROIETTORE (ricevitori e trasmettitori)


Il sistema tecnogeno nel quale viviamo sta acquistando sempre più potere senza
che ce ne rendiamo conto. La modalità adottata per accrescere la sua influenza
nella nostra vita con il controllo delle nostri menti è quella della cattura
dell’attenzione. Se siamo continuamente distratti dal mondo esterno, dallo
specchio, chiaramente la nostra attenzione, i pensieri, le diapositive e l’energia
finiscono per essere concentrati sul mondo esterno, sulle proiezioni degli altri,
rafforzate sempre dall’idea “fai come me e sarai felice”. Ciò anche grazie al cibo
sintetico che addormenta la nostra coscienza, privandoci totalmente della nostra
libertà.
A livello metafisico la nostra mente è come un proiettore che funziona sia in
uscita (trasmettitore dei nostri pensieri), sia in entrata (ricevitore dei pensieri
altrui). Se ci abituiamo per pigrizia ad essere solo dei ricevitori, perdiamo
totalmente la nostra libertà, diventiamo degli zombie e annulliamo il nostro
potere divino di scegliere la variante che permette l’unità tra anima e ragione,
quella che porta alla nostra felicità.
I pensieri non nascono nella nostra testa ma esistono già tutti nello spazio delle
varianti. Quando visualizziamo qualcosa prendiamo da lì le immagini che facciamo

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girare nel proiettore della nostra testa come un film. Se lo facciamo per un tempo
piuttosto lungo, il film diventerà realtà.
Nel Transurfing gli strumenti principali di raggiungimento del fine sono la
visualizzazione del fine e la visualizzazione del processo. La prima può essere
definita come “dichiarazione”, la seconda come “constatazione”.
La dichiarazione consiste nel posizionamento della nostra attenzione sul fine,
quindi la proiezione delle forme-pensiero sotto forma di diapositiva del fine.
La constatazione è la conferma continua del fatto che il processo sta andando
avanti, le cose si muovono, le porte si aprono e che il metodo ci porta ad
autoconvincerci che funziona davvero.
Il metodo della dichiarazione-constatazione permette di gestire la propria realtà
operando da trasmettitori. Dobbiamo trasmettere continuamente i nostri
pensieri, le nostre idee, le nostre aspirazioni, creare le diapositive del fine
raggiunto e farle girare nel proiettore della nostra testa come un film. Non
dobbiamo fare altro.
Invece la maggior parte della gente funziona solo da ricevitore, si fa catturare
l’attenzione dalle cose del mondo esterno (telegiornali, internet, post e foto degli
altri su facebook e twitter, la politica, le partite di calcio, la crisi, il terrorismo, le
malattie, il clima, ecc.), immergendoci in un sogno subconscio collettivo che ci fa
dimenticare di funzionare come trasmettitori. Con questo non si vuole dire che
bisogna spegnere tutto e distaccarci dal sistema, ma che si deve stare nel sistema
con consapevolezza e intelligenza, evitando che venga catturata la nostra
attenzione attraverso le emozioni e mantenere sempre accesa la proiezione dei
nostri fini.
Per accrescere la nostra capacità di visualizzare aiuta molto la lettura dei libri e
l’ascolto, mentre vedere troppa TV o i film, inibisce questa capacità. Cerchiamo di
usare la rete in modo intelligente, per i nostri fini e non essere solo utilizzati per i
suoi fini.
Siamo bombardati da una quantità inaudita di informazioni, siamo informazioni-
dipendenti e questo ci priva quasi totalmente della nostra capacità di trasmettere.
Decidiamo di passare a un regime di trasmissione, non più consumatori ma
creatori di informazioni, trasmettitori del nostro film e farlo girare in tutti i modi
possibile, a voce, in rete, nelle foto, in tutto ciò che rappresenta il nostro mondo.
Si otterrà sicuramente successo perché i trasmettitori sono pochi, mentre i
ricevitori sono miliardi.

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ESSERE L’OSSERVATORE
Il modo più efficace per non farsi catturare l’attenzione e rimanere in un regime
di presenza, essere osservatori. Quando la mente e i pensieri sono da noi
osservati in una lucida presenza, nulla può rubare la nostra energia a meno che
non siamo noi a permetterlo consapevolmente. Essere l’osservatore, colui che nel
momento presente osserva i propri pensieri, che valuta i pensieri degli altri, che si
domanda che cosa sto facendo e perché lo sto facendo è la strategia vincente per
gestire la propria realtà e raggiungere il successo.
Se ci accorgiamo che abbiamo perso la nostra presenza, distratti da un evento
esterno, da una notizia che ci genera paura o dalle lamentele di qualcuno,
riattiviamo l’osservatore facendo un bel respiro e ripetendo a noi stessi: IO SONO
PRESENTE, QUI E ORA!
------------------------------------------
Quindi, ricapitolando, la forma radicale e più potente di azione per la gestione
della nostra realtà è la trasmissione della propria intenzione, del proprio film, a
dispetto di quello che succede intorno. Se qualcosa ci opprime bisogna accendere
la lampadina rossa e attivare il regime di osservazione. Poi bisogna passare da un
triste regime di obbedienza alle circostanze a un regime attivo di trasmissione del
proprio film.
La realtà visibile è uno specchio, l’autentica realtà, l’origine, è nella nostra testa.
Qualsiasi cosa stia succedendo nella realtà visibile evitiamo di farci guidare dal film
esterno, continuiamo a trasmettere in modo inflessibile e ostinato il nostro
scenario, il nostro film interno.

ALCUNE TECNICHE PER PRATICARE IL TRANSURFING

Il Transurfing pone l’accento sul suo pensiero in sé e meno sulle tecniche. Essere
un transurfer significa conoscere i principi del Transurfing e saper scivolare da una
realtà ad un'altra attraverso lo spazio delle varianti.
Per questo le tecniche qui proposte sono solo alcune suggerite da Zeland; tuttavia
ognuno può usare anche tecniche di altri metodi, l’importante è praticarle con la
consapevolezza del Transurfing. Per questo percorsi quali il Reiki, l’Ho’Oponopono,
gli Healing Code, la Meditazione e altri rimangono sempre validi e funzionano per
il tipo di lavoro che si vuole fare con essi.
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Per potenziare la pratica del Transurfing si riportano alcuni esercizi pratici suggeriti
dallo stesso Zeland il quale avverte che non è l’esercizio in se a funzionare ma
l’intenzione staccata dalle aspettative e dall’importanza. In pratica ognuno di noi
può inventarsi il proprio esercizio perché quando siamo connessi allo spazio delle
varianti tutto il sapere è a disposizione e possiamo ricevere istruzioni
personalizzate per la realizzazione nostro fine.
In sostanza divertiamoci nella realizzazione del nostro fine e cerchiamo sempre di
vedere il positivo in tutto.

L’OSSERVATORE CONSAPEVOLE
Questa più che una tecnica deve diventare uno stile comportamentale nel quotidiano. Ci
dobbiamo abituare ad osservare costantemente, in forma distaccata e senza giudizio ogni cosa
dentro di noi (pensieri, emozioni, movimenti fisici ed eventuali dolori) e ogni cosa fuori noi (le
persone, le loro reazioni, i pendoli gli oggetti, ciò che cattura la nostra attenzione).
Questo esercizio serve a favorire la coordinazione, a tenere accesa la consapevolezza e
compiere le nostre scelte delle varianti con maggiore determinazione e concentrazione.

IL DIARIO DEL TRANSURFING PER CONFIGURARE IL PROPRIO FILE


Questo esercizio è uno strumento molto potente perché ci aiuta ad educare la nostra mente
ad essere concentrata il più possibile su quello che vogliamo.
Procuriamoci un block notes che ci aiuta a creare e gestire mattina e sera il file di
configurazione del nostro fine.
Dividiamo il block notes in due parti: una sarà dedicata alla dichiarazione (scriveremo il fine, il
risultato finale, ciò che vogliamo raggiungere espresso in termini positivi, affermativi come se
la avessimo già ottenuto); l’altra sarà dedicata alla constatazione (scriveremo selettivamente i
momenti che nel corso della giornata ci hanno avvicinati al nostro fine, è come un giornale di
bordo dove si da risalto ai momenti positivi).

STRUTTURAZIONE DEL DIARIO


Parte 1: DICHIARAZIONE (scriverla ogni mattina) - Mette in moto l’intenzione esterna grazie
all’unità di anima e ragione.
Parte 2: CONSTATAZIONE (scriverla ogni sera) - Mette in modo l’intenzione interna, con
l’attenzione selettiva sul processo che porta alla realizzazione del fine.

Possiamo anche usare due block notes, uno per la dichiarazione, uno per la constatazione.
Con questo esercizio quotidiano andiamo a dare una configurazione al nostro mondo, quello
che vogliamo realizzare a partire dalla nostra aspirazione interna, selezionando con attenzione
solo ciò che ci deve essere. In pratica disegniamo non ciò che vediamo, ma proprio ciò che
vogliamo vedere. Così trasmettiamo il nostro film.

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Ripetendo ogni giorno la nostra dichiarazione e constatando la sua realizzazione riusciamo a
intervenire nello spazio delle varianti che poco a poco ci porterà alla realizzazione materiale
dello strato di mondo desiderato.
Questo esercizio, svolto pochi minuti la mattina e sera, aiuta a portare ordine ai nostri pensieri
e concentrare l’attenzione sul nostro ordine che andrà a tradursi in realtà.

LA VERBALIZZAZIONE
Ripetere a voce alta o dentro di noi la descrizione del film, dello scenario che abbiamo scelto
di far girare nella nostra mente aiuta a dare forza alla realizzazione del fine. Ogni
verbalizzazione va espressa in positivo e al presente, come se fosse giù realizzata.
Per esempio possiamo verbalizzare il raggiungimento del fine (es. io sono felice, vivo una vita
meravigliosa circondato da belle persone, in una grande casa al mare, svolgendo un lavoro che
amo). E allo stesso tempo verbalizzare il processo che stiamo attuando per il raggiungimento
del fine (es. il colloquio di lavoro è andato a buon fine, intendo dare all’azienda il meglio di me
per realizzare i loro bisogni, tutto va per il meglio).
Usiamo le verbalizzazioni sempre, anche quando la realtà materiale ha prodotto eventi poco
piacevoli; qui entra il gioco la coordinazione dell’intenzione, cerchiamo sempre di vedere e
verbalizzare in positivo ogni situazione (es.: tutto succede per una ragione, anche questo è il
risultato di miei vecchi pensieri, adesso poco a poco la realtà andrà assumendo la
configurazione che ho scelto, ecc.)

TECNICA DEL DOPPIO FLUSSO ENERGETICO


Questo esercizio aiuta ad accrescere la nostra energia vitale a livello sottile.
Cominciamo l’esercizio rilassando ogni parte del corpo e lasciando andare ogni tensione. La
tecnica consiste nel visualizzare un doppio flusso energetico, il primo nel nostro canale assiale
centrale che scorre lungo la colonna vertebrale. Poi visualizziamo un secondo flusso di energia
ascendente originato dalla terra che dai piedi scorre su lungo il nostro corpo arrivando alla
testa e dalla sommità della testa sgorga come una fontana; allo stesso tempo immaginiamo un
flusso di energia discendente originato dal cielo, che scorre in giù lungo il nostro corpo e
fuoriesce a fontana da sotto i piedi. Entrambi gli zampilli poi si vanno ad unire al centro del
nostro corpo così da formare una sfera energetica protettiva.
Pratichiamo questo esercizio qualche minuto la mattina o quando abbiamo bisogno di un
immediato ricarico di energia.

IL BICCHIERE D’ACQUA
Questo semplice esercizio serve a dare forza alla nostra intenzione.
Scrivi su un foglio di carta la forma-pensiero del tuo fine. Metti sopra al foglietto un bicchiere
d’acqua. Sfregati i palmi delle mani, poi tienile aperte una di fronte all’altra come se stessi
reggendo un palloncino; senti la tue energia nelle mani. Poi metti i palmi delle mani attorno al

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bicchiere, facendo attenzione a non toccarlo. Pronuncia ad alta voce o mentalmente, in modo
consapevole e convinto, la tua forma-pensiero, possibilmente visualizzando la diapositiva. Poi
bevi l’acqua.
Fai quest’operazione al mattino, subito dopo esserti svegliato, e la sera prima di andare a
letto. La tua intenzione verrà realizzata.
L’acqua è un elemento portatrice di memorie come un registratore, se viene caricata con le
immagini della nostra diapositiva, essa bevendola aiuterà a veicolare l’informazione in tutte le
cellule del corpo. Scrivere la forma-pensiero sul fogliettino gli da maggiore forza del solo
pronunciarla e appoggiare la scritta sul bicchiere trasmette l’informazione all’acqua. L’energia
delle mani infine rafforza il processo e l’acqua verrà caricata velocemente. Infine
l’informazione trasmessa nell’acqua si distribuisce per tutto il corpo e aiuta così la
materializzazione del fine.

L’ARTEFATTO DI INTENZIONE
Questo rituale serve per fissare la nostra attenzione sul fine.
Procuriamoci un oggetto che diventa il nostro amuleto magico (un pupazzo, una pietra, un
oggetto qualsiasi). Teniamolo nelle mani e diciamogli: “buongiorno mio caro, ti voglio bene e
ho cura di te. Così tu hai cura di me e dei miei desideri”. In seguito pronunciamo la nostra
dichiarazione di intenzione nella stessa modalità del diario del Transurfing. Sentiremo una
sensazione positiva indice che la dichiarazione è quella giusta.
Ripetiamo questo rituale tutte le mattine e sera, o ogni volta che l’amuleto è tra le nostre
mani.

LA VISUALIZZAZIONE BENEFICA
Questa tecnica è molto utile quando abbiamo a che fare con persone fastidiose o
insopportabili, di cui per motivi di lavoro o familiari non ci possiamo liberare facilmente.
In pratica la tecnica consiste nel creare dentro di noi un’immagine positiva della persona,
visualizzarla immersa nella luce, serena e ben disposta nei nostri confronti. In questo modo si
attiva l’intenzione esterna che ci può portare nella variante dove il rapporto con questa
persona è sereno e armonioso.
Allo stesso tempo ricordiamoci sempre di praticare il freiling nelle relazioni con gli altri.

LA TRANSAZIONE
Quando si mettono in pratica i principi del Transurfing si entra in contatto in modo
consapevole con lo spazio delle varianti, per passare da una variante sfavorevole (es.: la
situazione attuale), ad una più favorevole (es.: la realizzazione del fine).
L'esercizio è preferibile farlo passeggiando all'aperto in posti conosciuti.
Questo esercizio aiuta a visualizzare il momento esatto del passaggio da una linea di vita
all'altra praticando la "transazione", che avviene in questo modo:

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- allentiamo le tensioni muscolari del corpo e visualizziamo il flusso di energia nel canale
ascendente e in quello discendente. Efficace è immaginare due lancette orizzontali
contrapposte e parallele al terreno, una che sporge in avanti dal corpo di almeno trenta
centimetri e l'altra che sporge posteriormente; a un certo punto vanno girate mentalmente,
nello stesso tempo, l'anteriore verso l'alto e la posteriore verso il basso. Questo "giro di
chiave" che attiva istantaneamente il flusso delle correnti.
- Poi è necessario visualizzare la diapositiva del fine, proiettandola nei propri pensieri per
almeno un minuto o più.
- Il terzo ed ultimo passaggio della transazione consiste nel mantenere uno sguardo chiaro e
consapevole davanti a sé, senza pensare a nulla. Ciò che potrà essere osservabile è un
cambiamento delle sfumature delle decorazioni nell'ambiente circostante, qualcosa di poco
netto ma comunque effettivo, ed un affioramento di sensazioni positive.

IL CD del seminario in omaggio contiene:


 Il file della dispensa in formato .pdf
 La traccia audio meditativa sulla pratica della visualizzazione della diapositiva, guidata
dalla bellissima voce di Mauro Barca.
 Il testo esclusivo ed unico al mondo della conferenza tenuta da Vadim Zeland a Milano il 6
aprile 2013 con le risposte alle domande del pubblico.

CONCLUSIONE
Grazie per essere giunto alla lettura dell’intera dispensa. Come tutti i metodi, il
Transurfing funziona al 100% se messo in pratica e così anche tu potrai ritrovare il
tuo “posto al sole”. Mettere in pratica i principi del Transurfing non significa
“pensare di metterli in pratica”, significa usarli quotidianamente e
sistematicamente, con semplicità come quando andiamo all’edicola a comprare il
giornale. Conoscere e praticare il Transurfing per soli cinque minuti al giorno non è
la stessa cosa di metterlo in pratica per un ora o ventiquattro ore!
Questa dispensa ti mostra il cuore del Transurfing, dando maggiore attenzione agli
ultimi sviluppi del metodo (Il sistema Tecnogeno e l’uso del Proiettore) e su come
metterli in pratica. Puoi sempre leggere i nove libri pubblicati in Italia dove pezzo
per pezzo tutto viene spiegato e approfondito.
Lo stesso Zeland non tiene seminari sul Transurfing in quanto i suoi libri
descrivono il metodo in modo completo. Zeland è venuto una sola volta in Italia
nell’aprile 2013 a Milano durante un convegno e anche i contenuti del suo
intervento formano parte di questa dispensa (quando si parla di trasmettitore e
ricevitore).

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Per concludere ti invito semplicemente a cessare la lotta contro il tuo mondo
perché è sempre una lotta contro te stesso. Inoltre smetti di essere solo un
ricevitore delle informazioni del mondo esterno. Diventa tu stesso il Trasmettitore,
trasmetti al tuo mondo i tuoi pensieri, le tue idee, le tue scelte, le due decisioni e il
mondo, come uno specchio, ti riporterà dallo spazio delle varianti, la giusta realtà
da te decretata, quella che ti porta benessere perché mette d’accordo la tua
ragione con la tua Anima.
E allora potrai sempre dire: “ciò che disegno, vedo!”.

APPENDICE
UNA GUIDA RAPIDA PER LA PRATICA DEL TRANSURFING NEL QUOTIDIANO
Prima di tutto prendi consapevolezza che sei tu a trasmettere i tuoi pensieri, quindi
comportati da trasmettitore e non più da ricevitore passivo.
Definizione del fine; la tua dichiarazione (ciò che porta benessere interiore, che crea unità tra
anima e ragione).
Creazione della diapositiva del fine (visualizzati dentro a un quadro come protagonista con il
fine realizzato, sentendo la gioia, il benessere dentro al tuo cuore).
Visualizzazione della diapositiva del fine (lo fai tutte le mattine per cinque minuti appena
sveglio, così da attivare la forza dell’intenzione esterna).
Dichiarazione verbale e scritta del fine (esprimilo con una frase al presente e in positivo,
come se il fine fosse già realizzato).
Durante il giorno vivi da osservatore e visualizza i singoli passi che ti conducono alla
realizzazione del fine; la tua constatazione (con un atteggiamento positivo basato sull’avere
ciò che mi spetta, agendo e facendo le cose in direzione del fine).
 Durante il giorno mantieni la tua attenzione concentrata sul fine e su tutto ciò che c’è di
positivo, che ti accompagna alla sua realizzazione.
 Evita di dare importanza al fine stesso e alla sua realizzazione.
 Mantieni sempre un atteggiamento positivo, anche se succedono situazioni fastidiose.
 Se quello che stai facendo adesso non ti piace, piuttosto che lamentarti, datti in affitto.
 Evita di emanare pensieri negativi, pieni di giudizi e lamentele verso il mondo attuale.
 Resisti alla tentazione di arrabbiarti o giudicare e canalizza le tue energie verso la
realizzazione del fine.
 Ripeti sempre: “il mio mondo si prede cura di me”.
 Stai attento a non farti rubare l’attenzione dai pensieri e le immagini del mondo esterno.
 Ogni giorno introduci nella tua dieta del cibo vivo e fai un po’ di movimento, oltre a
praticare esercizi che aumentano la tua energia vitale.

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NOTE
* Quando Zeland parla di intenzione esterna non intende qualcosa di esterno a
noi, casomai esterna alla ragione. Di fatto lo spazio delle varianti si trova in una
realtà virtuale metafisica che può essere considerata esterna o parallela in
contrapposizione alla realtà materiale che stiamo vivendo nel momento presente.
L’intenzione esterna può essere vista come la volontà dell’anima o di Dio nel
realizzare il proprio fine, andandolo a prendere in un settore dello spazio delle
varianti che non si è ancora realizzato nel mondo materiale.
** Quando stiamo lavorando per un fine ben preciso, a volte può essere utile non
parlarne troppo e continuare a farlo girare nel proiettore della nostra testa
compiendo le azioni giuste. Questo perché se non siamo bravi a gestire e ridurre
l’importanza esterna (coordinazione), rischieremo di essere condizionati dagli altri,
dai loro consigli che possono rallentare la nostra realizzazione. Parliamone solo
con chi la pensa come noi e usiamo sempre il Freiling occupandoci anche degli
altri.
*** Il Freiling può essere applicato su tutti e non per scopi manipolatori. Il
vantaggio verso di noi arriva come conseguenza per aver pensato prima al
benessere degli altri. Pensare prima a dare per poi ricevere. Se vogliamo usare
questa tecnica per attrarre una specifica persona della quale siamo innamorati
può funzionare a condizione che sia quello che vuole anche la sua anima.
Altrimenti quella persona si allontanerà più rapidamente.

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LA LIBERA DONAZIONE
QUESTA DISPENSA VI VIENE LIBERAMENTE DONATA COME RINGRAZIAMENTO
PER AVER PARTECIPATO AL SEMINARIO REALITY TRANSURFING, SOSTENUTO
DALLA VOSTRA DONAZIONE CONSAPEVOLE A TITOLO DI COPERTURA DELLE
SPESE.
SIETE LIBERI DI CONDIVIDERE QUESTO SAPERE CON CHI VOLETE, IL TRANSURFING
È UN SAPERE UNIVERSALE; EVITIAMO DI APPORTARE TRASFORMAZIONI E
MODIFICAZIONI NON AUTORIZZATE DALL’AUTORE DI QUESTA DISPENSA PER
MANTENERE VIVA L’ENERGIA DI QUESTO LAVORO.
QUALORA NELLA PRATICA DI QUESTO METODO ABBIATE, COME TANTI,
RAGGIUNTO RISULTATI ECCELLENTI, POTETE SEMPRE SOSTENERE IL LAVORO
DELL’AUTORE CON LIBERE DONAZIONI CHE PRESTO SARANNO POSSIBILI
EFFETTUARE TRAMITE IL SITO WWW.IOCREO.INFO O IN ALTRE MODALITÀ.
AUGURO A TUTTI DI REALIZZARE UNA VITA LUMINOSA E MERAVIGLIOSA.

Qualunque domanda, chiarimento o condivisione di un’esperienza positiva vogliate fare,


potete sempre scrivere mandando una email, un messaggio privato su facebook o un
whatsapp. Riceverete risposta non appena possibile, consapevole che il tempo a disposizione
è un bene prezioso e va comunque sempre rispettato e valorizzato.

Andrea Giavara, info@iocreo.info - whatsapp: 320.7451565 - www.iocreo.Info

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“IL MIO MONDO MI AMA”

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