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Direttore responsabile: Maria Castelli - Registrazione Tribunale di Como numero 3/2018 del 1/3/2018
Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago
campane.uggiate_ronago@yahoo.it
Per ricevere via e-mail
l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
IL SILENZIO
Cosa più vera è pensarti appena
se pur la mente resiste al pensiero:
dei molti nomi non uno è degno
solo il silenzio conviene al mistero.
4 - Intro
chiedeva di fare parlando dei farisei: “Quello che vi dicono di fare fatelo,
ma non fate quello che fanno”. I giovani hanno diritto non solo ai posti di
lavoro. Hanno diritto soprattutto a trovare sulla loro strada persone nelle
quali l’altezza degli ideali e l’impegno per realizzarli vadano di pari passo.
E questo vale in modo particolare per i genitori. Poi, a seguire, per tutti
quelli che svolgono una funzione educativa. Se gli adulti che stanno “in
alto”, nella Chiesa e nella società civile, se ne rendessero conto! Troppo
spesso le loro parole perdono valore perché risuonano vuote, non suppor-
tate da una testimonianza di vita. L’educatore, colui che occupa un posto
di responsabilità non può permettersi troppe incoerenze: i giovani, grazie
a Dio, sono molto esigenti e sanno cogliere molto bene la differenza tra
l’insegnante che si prepara bene, che si impegna, che dà il meglio di sé e
quello che invece tira a campare, che non si aggiorna, che non studia più.
E i ragazzi più deboli saranno portati ad imitare i tratti negativi dell’inse-
gnante, mentre i più bravi saranno demotivati nello studio di quella ma-
teria. Ho fatto l’esempio dell’insegnante, ma avrei potuto fare quello del
papà, della mamma, del prete … Se tutti ci ricordassimo di più che dare il
buon esempio è un preciso dovere forse tante cose andrebbero meglio e
non saremmo ingolfati in una crisi che, prima che economica, è di valori e
di certezze. Come diceva don Bosco allora: “Studia di farti amare”
don Sandro, parroco
GRAZIE
Con i familiari, ringrazio di cuore per la commossa e sentita partecipazione
al nostro dolore nei giorni del saluto alla mia cara mamma Agnese. Grazie
alla vostra presenza, espressa in tanti modi e soprattutto nella preghiera,
abbiamo affidato dolcemente ogni fatica e ogni lacrima alla bontà miseri-
cordiosa di Dio Padre certi di trovare in Lui consolazione e in voi il calore di
un bene grande e prezioso.
Vi abbraccio e assicuro un ricordo per tutti
don Sandro, parroco
Quando il bollettino era pronto per essere distribuito, le numerose copie ve-
nivano accatastate nell’ingresso della casa parrocchiale. Si entrava e subito
da lì giungeva un forte odore d’inchiostro e di tipografia. Allora iniziavamo
ad attaccare sul retro della copertina gli indirizzi delle famiglie cui ciascun
fascicolo doveva essere portato. Un lavoro lungo. Ci volevano forbici, colla,
pazienza perché ogni tanto le etichette cadevano e poi non tornavano più i
Se qualcuno aveva bisogno, sapeva dove trovarlo. Non era necessario rac-
contare tanto o troppo. Bastava un’occhiata, un attimo di tempo e il suo
consiglio arrivava semplice, sintetico e sempre efficace. La Redazione del
Bollettino lo ringrazia perché molti dei suoi suggerimenti sono validi ancor
oggi e se amiamo questo giornalino è anche grazie a don Pierangelo.
Buon viaggio, don, sicuramente sei in un posto in Paradiso tra tutti coloro
che hanno fatto parte della mia vita, verso i quali sarò sempre riconoscente
e ai quali ho voluto bene. Quando ci incontrammo dopo tanti anni in quel di
Olgiate Comasco, tuo paese natale, mi dicesti: “Non avevo dubbi che ti avrei
trovato qui”. Ciao, don.
Un tuo chierichetto
16 -Riflessioni
da tempo (adescamento da parte di pedofili, violenza contenuta nei
videogiochi, etc.), si stanno diffondendo ultimamente minacce mol-
to più subdole. In particolare, sta divenendo sempre più frequente il
fenomeno per cui, all’interno di video per bambini apparentemente
tranquilli, vengano inseriti contenuti non adatti a utenti così picco-
li. Può capitare, pertanto, che un genitore, magari mentre cucina o
svolge faccende domestiche, lasci il proprio figlio con un tablet dopo
essersi sincerato che stia scorrendo video su YouTube assolutamen-
te innocui: può capitare, purtroppo, che tali video contengano invece
messaggi o immagini che spaventino i minori, generando ansie che i
bambini manifestano poi in vari modi, a scuola o a casa (paure ingiu-
stificate, fatica a mantenere l’attenzione, difficoltà a prendere sonno).
Cosa si può fare per evitare questi pericoli? I dispositivi elettronici non
vanno assolutamente demonizzati, visto che, come detto, forniscono
opportunità impensabili fino a pochi anni fa. È importante, però, che
gli adulti di riferimento vigilino sempre sulle attività che i più piccoli
svolgono con essi: il modo più efficace per prevenire spiacevoli sor-
prese è conoscere ciò che i bambini fanno, quello che vedono, i giochi
che praticano… e, se ci si accorgesse che qualcosa non è adatto a loro,
spiegarglielo nel modo più chiaro possibile.
Un aspetto molto importante è anche quello temporale: il tempo da
trascorrere davanti ad uno schermo deve essere regolamentato e,
una volta stabilito, fatto rispettare, anche per evitare il fenomeno del-
la dipendenza che questi mezzi possono generare.
Da ultimo, gli adulti possono offrire la possibilità ai minori di praticare
attività che presuppongano l’allontanamento dagli schermi: pratica-
re sport, suonare uno strumento musicale, riscoprire la bellezza dei
giochi in scatola, tornare ad inventarsi attività ludiche all’aperto. In
generale: stare insieme agli altri, perché essere in compagnia senza
cellulare o tablet è sempre la scelta migliore!
Luca B.
Riflessioni - 17
POPOLAZIONE, VERSO L’INVERNO?
In un recente studio relativo alle dinamiche demografiche in Italia, è stato con-
fermato il preoccupante dato sulla denatalità nel nostro Paese. Il cosiddetto
“gelo demografico” fa registrare un saldo negativo annuale tra nati e morti pari
alla scomparsa degli abitanti di una città italiana di medie dimensioni.
Esistono innanzitutto ragioni di carattere economico e lavorativo, riconduci-
bili alla crisi che stiamo attraversando, come la precarietà dell’occupazione, lo
scarso sostegno finanziario alle famiglie con figli (certificato dall’irrisoria entità
degli assegni familiari), che stanno determinando questa situazione. Dall’inda-
gine effettuata, emerge che il 79% dei ragazzi prima dei trent’anni avrebbe de-
siderio di avere figli, mentre, una volta superata quella soglia d’età, il 55% degli
adulti è deciso a non formare una famiglia o è comunque molto incerto: più di
un italiano su due!
Un segno evidente che i sogni cullati fino alla giovane età tendono a svanire di
fronte alle prime difficoltà, come la conquista di un contratto di lavoro in grado
di dare sicurezza economica o l’acquisto di un’abitazione. Il sociologo dell’Uni-
versità Cattolica Francesco Belletti, in un’intervista al quotidiano “Avvenire”, ha
sottolineato come il tema della denatalità non debba essere però considerato
solo un fatto privato, ma vada affrontato a livello politico e culturale. Condivi-
do la sua riflessione e credo sia urgente avere piena consapevolezza anche di
questi altri due aspetti della problematica per poterla affrontare con interventi
adeguatamente efficaci, scongiurando il rischio di analizzarla solo sotto il pro-
filo strettamente economico.
Serve una sfida culturale, capace di far percepire la bellezza di essere genitori,
anche se è un impegno che richiede fatica e sacrificio. Oggi sembra invece che
un figlio limiti la libertà di una coppia, ne condizioni le scelte determinando i
ritmi di vita. Sembriamo immersi in un clima sociale e culturale drammatica-
mente schiacciato sul presente e poco propenso a pensare al futuro. L’Arcive-
scovo di Milano Mario Delpini, in una sua riflessione ha scritto: “Quand’è che
abbiamo smesso di sperare? Da quando l’immagine del futuro incombe come
una minaccia, invece che come una promessa? Com’è successo che a proposito
dei bambini ci si chieda quanto costano e non come possano trovare un mondo
accogliente?”.
Sono queste le domande ineludibili in cerca di risposte che una società sana e
moderna ha il dovere di porsi. Altro che avere paura di inesistenti e fantomati-
che invasioni che possano minare la nostra identità nazionale!
Maurizio R.
18 - Riflessioni
LA SOCIETÀ DEL BENE La risposta è stata di tre volte superiore
alle aspettative: sono stati raccolti fondi
La rete di solidarietà e di collaborazione per tre pulmini attrezzati e una società si
tra istituzioni, volontariato e associazio- occuperà della manutenzione dei mezzi,
ni si rafforza con altri due episodi che ri- dal cambio gomme, alla riparazione, al
guardano la nostra comunità. bollo, all’assicurazione. Gli sponsor: tut-
Il primo: i coscritti del 1968 di Uggiate ti i bei nomi di imprenditori ed operatori
Trevano hanno coronato il loro mezzo economici del territorio, che non hanno
secolo di vita e di vitalità con una dona- indugiato a concorrere per l’acquisto del
zione di 1.500 euro al Consorzio Servizi mezzo e per l’officina che lo manterrà in
Sociali dell’Olgiatese per l’acquisto di efficienza. È stata come “La carica dei
elettrodomestici, forno, frigorifero e for- 101”. Infatti, ben 101 operatori si sono
nello, a servizio di un appartamento nel fatti avanti, hanno erogato risorse e ora
Centro Diurno Disabili di via Dante. Dal 116 persone di ogni età, dai bambini agli
mese di settembre, infatti, in questo ap- anziani, dispongono di un mezzo di tra-
partamento vivranno tre persone in età sporto funzionale ed efficiente.
matura che non hanno possibilità di sta- È “il grande cuore” della nostra società,
re in famiglia. È un’iniziativa del proget- quello che batte e che si apre quando
to “Dopo di noi”, che si propone di offrire spunta un bisogno di bene.
un alloggio a persone sufficientemente “Le due donazioni testimoniano il pa-
autonome e rimaste sole e il Consorzio trimonio del nostro territorio, fatto di
le accoglie in un “modello familiare”, al- generosità verso le persone e di fiducia
ternativo a un istituto di ricovero e cure, nelle istituzioni – sottolinea il direttore
assicurando risposte a ogni bisogno. del Consorzio, Andrea Catelli, uggiatese
La sensibilità della classe 1968 è stata – Ma ci responsabilizzano per valorizzare
apprezzata come una mano fraterna, questo patrimonio, così vicino, così rico-
ancor più che umana e solidale, rivolta noscibile e per lavorare sempre nel modo
a un progetto che riguarda il paese, la migliore: dobbiamo risponderne al ter-
comunità di Uggiate Trevano e le espres- ritorio, a chi ci ha dato fiducia e sprone
sioni di sostegno alle persone. con il suo aiuto”. E non è finita qui: al
Pochi giorni prima, il secondo episodio. Il termine della cerimonia di consegna dei
Consorzio Servizi Sociali, 23 Comuni as- pullmini, benedetti dal nostro parroco,
sociati, a inizio anno, aveva lanciato una don Sandro, una signora si è avvicinata
raccolta di fondi per l’acquisto di un pul- al direttore del Consorzio, gli ha dato in
lmino attrezzato per il trasporto dei disa- mano una busta. “È per il gasolio”, ha
bili che frequentano le strutture consor- detto. E se n’è andata. Nella busta, c’era-
tili di Uggiate Trevano, Lurate Caccivio e no dieci pezzi da cento euro l’uno. Mille
Olgiate Comasco o le varie attività, spor- euro. Tutti senza parole. Commossi.
tive e di animazione sul territorio e fuori.
Riflessioni - 19
LA SETA, UN FILO LUNGHISSIMO, ANCHE LOCALE
Erano di seta gialla le calze che nel 1511 un mercenario svizzero invia-
va da Pavia (Paffi, nel loro idioma) alla moglie in uno sperduto villaggio
bernese raccomandandole di “conservarle e indossarle al momento del
suo vittorioso ritorno in patria” dalle campagne d’Italia. Ed erano ancora
di seta, comasca, le stoffe intercettate e sequestrate dalla carrozza di
Giuseppina Bonaparte al suo rientro in Francia da un viaggio lombardo.
Proviamo a immaginare l’imbarazzo dei cavalleggeri che poco prima
del fiume Ticino eseguivano l’ordine impartito nientemeno che dal con-
sorte, il generale Napoleone Bonaparte, il quale, tra l’altro, tra le prime
disposizioni quale regnante sulla Cisalpina terra, pose il veto all’espor-
tazione delle nostre preziose stoffe poiché dirette concorrenti di quelle
di Lione.
Tra alti e bassi, la nostra provincia conserva ancora il testimone della
tradizione setaiola presente in Lombardia fin dal XIV secolo, ma che
conobbe applicazione e sviluppo fin nelle campagne più sperdute con
l’introduzione del “Morus alba: gelso” a noi ancor più comunemente co-
nosciuto con il nome di “Murùn”, voluto da Ludovico Maria Sforza, detto
il Moro, al governo del ducato di Milano nel secolo successivo. Anche la
nostra Pieve non sfuggì all’editto sforzesco che “obbligava” tutti i conta-
dini a impiantare il gelso.
Di questi alberi ne sono rimasti
pochissimi esemplari, in realtà
poco amati dai nostri antenati
perché le loro fronde toglieva-
no il sole ai frutti di più diretta
trasformazione e consumo,
quali i cereali e i tuberi ma in-
dispensabili perché le loro
preziose foglie alimentavano i
voracissimi “bombyx mori o ba-
chi da seta”, portando, quindi,
qualche lira d’aiuto alle magre
entrate delle famiglie.
Si potrebbe valutare un censi-
mento di questi silenziosi testi-
moni ancora viventi e con loro
Nel 1935 sono presenti ancora in Italia 165 stabilimenti “semai” per il
baco, suddivisi tra le città di Ascoli Piceno e Vittorio Veneto, che rifor-
niscono anche le nostre esigenze. Il numero la dice lunga su una tradi-
zione antichissima, purtroppo mutilata, che lascia comunque ancora
oggi alla nostra provincia un invidiabile primato nella trasformazione
e nel commercio della nobile materia, di umilissima origine.
Renato A.
Angelo Clerici - 23
Santi del nostro tempo
PADRE TULLIO MARUZZO:
UN MARTIRE TRA I CAMPESINOS
Marcello e Daniele Maruzzo sono due bimbi veneti, nati negli anni ‘30 del
Novecento, in una famiglia di poveri contadini. Entrambi manifestano sin
da piccolissimi il desiderio di dedicare la propria vita al Signore. Per que-
sto entrano nell’ordine dei Frati Minori, vestendo il saio francescano. I fra-
telli cambieranno il proprio nome rispettivamente in Tullio e Lucio. Insie-
me verranno consacrati sacerdoti il 21 giugno 1953 dal Cardinale Roncalli.
Da qui però le loro strade si dividono, perché padre Tullio parte missiona-
rio per il Guatemala, nel 1960. Questa bella terra centro-americana vive
un periodo di profonde contraddizioni. La miseria e l’ingiustizia sociale
regnano sovrane: un’opera devastante di disboscazione distrugge anno
dopo anno ettari ed ettari di foresta tropicale e questi appezzamenti sono
preda di latifondisti senza scrupoli, che li sfruttano ai danni dei campe-
sinos, i quali poveri e analfabeti non hanno i mezzi per difendersi da tali
soprusi.
26 - I racconti Uruk
Da sü in giù o dal bass a rivà in scima,
la culpa l’è de chi ha guvernaa prima.
Forsi ul primm böcc l’ha faa ul Napuleun...
o un quej Lanzichenecch... o forsi ul Nerun..
- Quest l’è vera, Cesarin! Cun stu balett sa va innaz a fà balà i büüs,
e sura i büüs chiè che bala in fin di cüünt semm sempar nüm. Però
ul büüs de la TAV...
- Anmò!? Oh Giuan, lasaj sbüsà. Quand che avarann finìi, ga farem
fà un büüs che al pasa sota Drezz e al riva sül lagh de Comm, la
füniculaar che dai Gambar la riva a Sumazz e la sbrisigheta che dal
Rocul la riva ai Murnée...
- Damm scià una matita che cumenci a butà giò un prugett sura
ul panett dal naricc de carta. Dunca, me cuminciaria da la fünicul-
aar, anzi, dò füniculaar: quela che la partiss dai Murnée e la riva al
Munümeent e quela che dai Gambar la va a Sumazz, culegaa tra
de luur da una naveta...
- Ecula! Ta cumenciat a ragiunà. Va innaz che me vu a cà. Ciau. Sa
vedum duman.
- Ciau, Cesaarin. Salüda la tua dòna.
- Anca te la tua. Ciau!
Ul büüs de la tav - 27
Anagrafe
della Comunità Pastorale
Giannina Bernasconi
di anni 86 - Uggiate Trevano (29 marzo 2019)
Angelo Papis
di anni 79 – Uggiate Trevano (12 aprile 2019)
28 - Anagrafe
Rinati in Cristo per il dono del Battesimo
Anagrafe - 29
Resoconto economico
Parrocchia di Uggiate T.
Mese di Marzo 2019
Entrate
Cambio valuta € 342; N.N. € 200; N.N. € 150; N.N. € 150; N.N. € 200;
N.N. € 500; N.N. € 5000; N.N. € 100; N.N. € 100; Uso locali € 120; Vitini
€ 5620; Banco Vendita € 1096; Lotteria (netto) € 4070; Bollettini € 2180.
Uscite
A don Remo per Quarantore € 300; Addobbi floreali € 20; SIAE € 401;
R.I. Impianti (per antincendio) € 232; Rivista Il Timone € 35; Assicura-
zione Cattolica primo semestre € 7704; D.B. € 400; Macchina lavapavi-
menti oratorio € 1500; Stampa immaginette S. Giuseppe, Addolorata,
San Michele € 1000; Manutenzioni varie € 45; Thyssenkrupp € 157; Arch.
Brambilla pratiche fiscali e burocratiche dei lavori di ristrutturazione
della Casa Parrocchiale ( lavori previsti per il 2020) € 10402; Infostrada
€ 80; Enel € 950.
Entrate
N.N. € 550; N.N. € 200; N.N. € 1000; N.N. € 250; N.N. € 150; N.N.
€ 200; N.N. € 100; Uso locali € 50; Ulivo € 2716; Bollettini € 170; Offerte
Cresime 1410
Uscite
Bollette E-ON € 784; A restauratrici campata San Paolo € 20000; Pez-
zoli Petroli € 2086; Mostra Mons.Maggiolini € 250; Copyland € 2788;
Regali ai ragazzi della cresima € 640; Fornitura annuale bancale Car-
ta fotocopie € 809; Laboratorio gruppo liturgico € 175; Cartoleria
€ 16; Fatture ENEL € 1607; D.B. per cero pasquale € 210; Thyssenkrupp
€ 182; Hard disk € 65; A seminaristi Roma € 450; Centralina cancello
€ 60; Perin ponteggi saldo lavori cappella San Paolo € 8140; Eolo € 511;
Tecnografica per bollettini € 1217; Assicurazione pullmino € 460.
30 - Resoconto economico
Parrocchia di Ronago
Totale offerte per lavori chiesa Ronago da dicembre 2018 a maggio 2019:
Offerte da privati: € 84157
Da un benefattore: € 74200
Entrate
Uscite
Resoconto economico - 31
Prima Confessione
6-7 A 2019
prile
Uggiate
5 maggio 2019
Prima Comunione
Dal cuore e dalle preghiere dei bambini e delle bambine, che hanno ricevuto il sa-
cramento dell’Eucarestia nella chiesa di Uggiate il 5 maggio, sono nate queste ri-
flessioni:
Per la prima volta ero emozionata, con il cuore aperto. Mentre salivo all’altare ero
in ansia. Tutto è stato molto bello. Sabrina
Nell’attesa ero agitato ma al tempo stesso contento perché sapevo che Gesù sa-
rebbe entrato in me con il suo corpo. Francesco
Emozione bellissima. Ero pronto ad ospitare in me il corpo e il sangue di Cristo.
Gabriele
Ero tranquilla, il mio cuore era aperto, gioioso e pieno di emozione. Giorgia
Prima Comunione - 33
Quando eravamo in chiesa con l’abito ‘white’ sembrava avesse nevicato! Gioele
Ero a digiuno da un’ora e ricevere l’ostia è stata un’esperienza molto grande.
Matilda
Quando ho ricevuto l’ostia c’era in me emozione. Veronica
Ero molto felice: avevo ricevuto il Corpo di Gesù. Samuele
Mi è piaciuto ricevere l’ostia consacrata. Samantha
È così bello ricevere l’ostia. Melissa
Gesù è entrato nel mio cuoricino. Noemi
Si prova felicità. Gaia
Bello ricevere Gesù: tanta emozione e agitazione. Gaia
M’è piaciuto ricevere Gesù Cristo. Tommaso
Ero contenta perché ho ricevuto il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù
Cristo: una persona molto importante. Lui è morto in croce e dopo tre giorni è
risorto. Ricevere l’ostia è come dire grazie a Gesù. La Comunione è santa. Sophia
Fare la comunione, prendere l’ostia: che bello. Ginevra
Ho ricevuto l’ostia e il cuore m’è scoppiato.
Tante emozioni nel prendere l’ostia. Licia
Ho provato una bellissima sensazione. Francesco
Quando sono uscito dalla chiesa mi sono sentito benissimo e sono stato felice
perché ho vissuto davvero una bella esperienza. Andrea
È stata una bella festa. Daniele
Bello anche vedere i miei parenti. Andrea
Sono felice perché con l’ostia consacrata ho ricevuto Gesù nel mio cuore. Letizia
La mia comunione è stata appassionante. Lorenzo
Ho provato emozioni come paura e felicità. Sono contento di avere Gesù nel
cuore. Io voglio aiutare i bambini che sono in difficoltà di vita. Simone
L’emozione che ho provato è di sentirmi in compagnia di Gesù, protetta da lui
ovunque io vada. Stare con Gesù rende felici. Rebecca
34 - Prima Comunione
Prima Comunione - 35
Amato Gioele Curti Nicolo’ Maturo Monica
Amato Noemi Dagher Leonardo Meli Gaia
Antonini Francesco Di Pasquale Francesco Mone Giovanni
Arbore Daniele Fazio Nicolas Mura Sophia
Bartolone Alice Ferrario Lorenzo Paradiso Daniele
Benzoni Gaia Fincato Erica Picchi Elena
Bianchi Alessio Gasparini Sabrina Posca Andrea
Bontempi Noemi Sofia Girola Michele Reggiani Greta
Carbonetto Mattia Grisoni Alice Saviano Alessandro
Carrera Andrea Jiriti Asia Scarano Diego
Catelli Alessandro Lambrughi Emanuele Scavarelli Lucia
Chiodini Matilda Lisco Gaia Solito Nicole
Colombo Samuele Silvio Lo Monaco Tommaso Telve Samantha
Confente Veronica Luzzi Giorgia Tieppo Melissa
Corda Rebecca Mancuso Viola Trivellone Marta
Costa Letizia Marangoni Mattia Valenzisi Ginevra
Crivellari Viola Marzano Vanessa Vigano’ Alessio
36 - Prima Comunione
Ronago
12 maggio 2019
Ventidue bambini e bambine il 12 maggio, nella chiesa parrocchiale di Ronago,
hanno vissuto la loro Prima Comunione con questi pensieri nel cuore: “Grazie,
Gesù, con il tuo amore ci hai chiamati a questo incontro. La nostra vita, storia
d’amore, cresce con la tua grazia. Ci hai custoditi e guidati nel cammino. Abbiamo
imparato a conoscerti e tu ci hai dato gioia e felicità. Gesù, ora vogliamo amarti
come tu ci ami. Vogliamo amare tutti: compagni, genitori, amici, fratelli come fai
tu.”
Prima Comunione - 37
Cresima
Il giorno della Cresima ho provato felicità e gioia. Ero molto emozionata quando
è arrivato il momento di ricevere lo Spirito Santo. Come dono ho scelto il dono del
Consiglio, che mi accompagnerà per tutta la vita illuminando la strada che conduce
a Dio.
38 - Cresima
Durante la cerimonia ero emozionata e dopo mi sono sentita rinata. Ho scelto
il dono della Fortezza perché mi dia il coraggio di raggiungere i miei obiettivi.
Ho sentito l’importanza della Cresima non solo per me, ma anche per tutti gli
altri. Il momento in cui il Vescovo e i don hanno evocato lo Spirito Santo è stato
un momento di stupore. Come dono ho scelto il Consiglio perché penso che que-
sto periodo sia il momento delle scelte, come la scuola futura. Ho scelto questo
dono per avere una guida sicura.
La Cresima è stata una delle esperienze più belle della mia vita perché ho sen-
tito Dio accanto a me. In quel momento ho capito di aver scelto il dono giusto,
l’Intelletto, che mi accompagnerà nella vita.
Quando sono arrivato davanti al Vescovo ero emozionato. Poi lui mi ha invitato
a diventare come il discepolo di cui porto il nome, che ha lasciato le cose mate-
riali e il superfluo per seguire Gesù.
Durante l’unzione della mia fronte da parte del Vescovo mi sono sentita rina-
ta. Ho scelto come dono la Fortezza perché da grande vorrei essere una donna
forte.
Cresima - 39
Uggiate
27 Aprile 2019
40 - Cresima
Arbore Gabriele Folini Francesco Orpelli Giacomo
Arzuffi Eva Frangi Sara Palermo Alice
Baretti Mattia Garantola Simone Papagni Alan Angelo
Bernasconi Giorgia Giammarinaro Daniele Pasquillo Emy
Bernasconi Lucrezia Giunta Davide Pili Samuele
Bernasconi Marta Giunta Luca Polimeni Chiara
Bernasconi Riccardo Guccione Matteo Pozzi Brando Benedetto
Butti Silvia Lambrughi Francesco Rangon Alessandro
Cattoni Caterina Lentisco Samuele Ricetti Giulia
Ceriani Gabriele Licchetta Sara Riva Giulia
Chinaglia Lorenzo Lo Monaco Carlotta Rizzi Edoardo
Civelli Cristian Luzzani Brian Paolo Sartori Enea
Conforto Greta Maffia Lorenzo Scarano Marco
Coniglio Elena Maltese Gabriele Sclabas Nicholas
Corbari Iris Merlo Davide Serpi Filippo
Corbari Lorenzo Merlo Elio Somaini Virginia Olinda
Costa Priscilla Merlo Leda Tavasci Lucrezia
De Chirico Sara Molinaro Sasha Telve Alessandro
De Chirico Simone Oberti Maryam
Cresima - 41
Ronago
28 Aprile 2019
42 - Cresima
VIVA I CATECHISTI
Viva i catechisti! Lo scriviamo con stima e affetto, sapendo di parlare di
tante persone nascoste, poco conosciute, che donano tempo, anima,
forze e … anche polmoni … per i nostri bambini, ragazzi e giovani. Viva
i catechisti perché sono il volto bello della nostra comunità: accolgono
tutti senza distinzioni, prendono per mano, accompagnano nel cammi-
no della crescita i fiori nati nei giardini delle nostre famiglie, portando
loro come linfa vitale la Parola di Dio e gli insegnamenti di Gesù. La loro
testimonianza è un segno profetico, un’attenzione delicata, un prender-
si cura con dedizione e pazienza. La loro parola è sempre un primo an-
nuncio che arriva a toccare il cuore e la mente di tante persone che sono
di attesa di incontrare Cristo.
Di loro dice papa Francesco: “Catechista è una vocazione: essere cate-
chista, questa è la vocazione, non lavorare da catechista. Badate bene,
non ho detto fare i catechisti, ma esserlo, perché coinvolge la vita. Il ca-
techista è colui che si è mette al servizio della Parola di Dio, che questa
Parola frequenta quotidianamente per farla diventare suo nutrimento e
poterla così partecipare agli altri con efficacia e credibilità”.
E allora fermiamoci un momento come comunità a dire loro grazie e an-
che un evviva forte e deciso. Ciò che vivono e regalano a piene mani ar-
ricchisce tutti, non solo coloro che vanno a catechismo e le loro famiglie.
Capita di vederli arrivare in oratorio carichi di aspettative e di proposte.
Capita anche di vederli andare a casa, dopo l’incontro, a volte stanchi
oppure delusi e talvolta anche amareggiati per non essere riusciti a dare
il tanto che volevano. Loro però donano, e senza risparmiarsi. A tal pro-
posito afferma ancora papa Francesco: “Spesso non percepiamo la forza
della grazia che, anche attraverso le nostre parole, tocca in profondità i
nostri interlocutori e li plasma per permettere loro di scoprire l’amore di
Dio. Il catechista non è un maestro o un professore che pensa di svolgere
una lezione. La catechesi non è una lezione; la catechesi è la comuni-
cazione di un’esperienza e la testimonianza di una fede che accende i
cuori, perché immette il desiderio di incontrare Cristo. Questo annuncio
in vari modi e con differenti linguaggi è sempre il ‘primo’ che il catechista
è chiamato a realizzare!».
Viva i catechisti! È grazie alla loro fede, fantasia e creatività che le gio-
vani generazioni fanno i primi passi nella vita di fede, sperimentando la
bellezza di essere comunione con il mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito
Santo!
Viva i catechisti - 43
LA CHIESA DI RONAGO, BENEFICENZA E BELLEZZA
Decollano il cantiere e i legami tra la popolazione e la chiesa: agli 84.157 euro
raccolti entro fine maggio con la sottoscrizione lanciata a dicembre, si aggiunge
una beneficenza straordinaria di 74.200 euro, secondo le ultime volontà espresse
nel testamento di una persona che, nei mesi scorsi, ha lasciato questa vita per
la Casa del Padre. Un gesto di grande significato religioso ed umano, poiché la
chiesa non è solo il tempio del Signore, non è fatta solo di preghiere e di respiro
d’anima, ma è anche segno del lavoro, dell’arte, della cultura e dell’identità di un
paese e ogni offerta consegna tutto ciò al futuro: la vita si compie, ma nelle sacre
mura resta per sempre la testimonianza del bene compiuto.
Intanto, il piano finanziario è coperto per il 70% circa: i restanti 80mila euro
saranno acquisiti con un fido bancario a tasso agevolato e nell’elenco delle spese
si è aggiunta un’altra voce da 11mila euro: il rinforzo ai sostegni delle campane,
una a rischio.
I lavori procedono. Una gru alta 36 metri, braccio lungo 42 metri e 1.240 metri
quadrati di ponteggi intorno alla chiesa e al campanile di Ronago; le transenne
arancioni in mezzo alla piazza per delimitare l’area di cantiere; mezzi operativi
ed operai a volte in tuta bianca; muratori generici e specializzati; andirivieni di
tecnici: sono i segni distintivi dell’estate 2019 nel cuore del paese.
Sono iniziati a maggio e proseguiranno fino a luglio – agosto gli interventi di
restauro conservativo del tetto e delle facciate: dal mattino presto fino alla
sera tardi, il lavoro è incessante da parte dell’impresa Fratelli Bormolini che sta
eseguendo un’operazione storica. Il restauro complessivo di una chiesa, infatti,
non è cosa di tutti gli anni, ma di una – due volte in un secolo e l’ultima volta risale
agli anni ‘70 del 900.
Il maltempo perdurante di maggio ha rallentato l’intervento nei primi giorni e,
secondo il cronoprogramma, i tempi dovranno essere recuperati per restituire
l’agibilità della chiesa e della piazza per la festa della Madonna della Consolazione,
il 25 agosto, preceduta dalla consueta Novena con la sagra dei Fooc e Fiamm.
Per quest’anno, il Grest non animerà il sagrato e le strutture parrocchiali: per
ragioni di spazi e di sicurezza, è stato trasferito ad Uggiate e sarà pure un’estate
senza campane, né per segnare le ore, né per annunciare le funzioni. Infatti, i
bronzi sono stati legati, all’interno del campanile ingabbiato, per prevenire ogni
rischio e questa sembra un’anomalia notevole per tutti coloro che sono abituati
Rita Lambrughi, 68 anni, sposata, due figli, maestra di generazioni nella nostra
scuola elementare, uggiatese onoraria, assessore uscente, è il nuovo sindaco di
Uggiate – Trevano.
D. Cinque anni fa, è stato istituito il Fondo Famiglia e Lavoro, in sinergia tra
Parrocchia e Comune, per aiutare le persone in difficoltà a rimettersi in piedi.
L’Amministrazione a guida Lambrughi lo confermerà?
R. Assolutamente, sì. Proprio nell’ottica del bene comune e mi ripropongo di
verificare la possibilità di ulteriori sostegni.
46 - I nuovi Sindaci
questa fascia d’età. Io ho voluto inserire giovani nell’amministrazione, per
camminare insieme a chi ha più esperienza e non solo perché si rivolgano
ai coetanei con progetti, idee, iniziative. Ma perché raccolgano e portino
all’attenzione le istanze delle nuove generazioni, le inquietudini, ma anche i
sogni e chiedano risposte. A volte, presi dalle mille incombenze del presente,
noi adulti ci facciamo distrarre dal futuro. Ma i giovani sono il domani di tutti:
dobbiamo ascoltarli di più ed essere più sensibili, più attenti, più disponibili.
D. Dalle periferie dei nostri paesi, periferie non solo geografiche, giunge la
richiesta di attenzione: parrocchia e Comune possono individuare insieme
iniziative per dare risposta?
R. La Parrocchia è un’antenna fondamentale sul territorio. Arriva nelle
case e nel cuore della gente: ci sono persone che, per pudore, stentano a
rivolgersi ai servizi comunali e invece si aprono con la parrocchia. Per questo,
è fondamentale la collaborazione su un tema che mi preme: l’avvicinamento
alla gente, a cominciare dalle giovani famiglie insediate qui, per farla sentire
parte di una comunità che cammina insieme.
I nuovi Sindaci - 47
AGOSTINO GRISONI, RONAGO: RUOLI DISTINTI, MEDESIMO SCOPO:
IL BENE COMUNE
D. Cinque anni fa, è stato istituito il Fondo Famiglia e Lavoro in collaborazione tra
Comune e Parrocchia. Intende riconfermarlo?
R. Nei limiti delle nostre disponibilità di bilancio. Ma faccio presente che nel
settore sociale, l’Amministrazione Comunale di Ronago è impegnata con oltre
centomila euro l’anno: una cifra considerevole, un tentativo di risposta ai bisogni
delle persone, soprattutto delle persone ai margini.
48 - I nuovi Sindaci
D. Le tradizioni religiose hanno radici antiche nel nostro territorio: hanno
influenza sulla comunità civile?
R. Questo è certo: a Ronago, per esempio, esisterebbe la sagra dei Fööc e
Fiamm, convivialità, ma anche segno di identità di un paese e di appartenenza
a un paese, senza la devozione alla Madonna della Consolazione? La
tradizione di beneficenza, cioè di cura e di attenzione per gli altri e per il
futuro, ha radici nella fede e nella carità cristiane di Ronago, ma ha dato e dà
tuttora vita a un’istituzione come la scuola materna. Certo, non è più sorretta
dalla beneficenza, intesa in senso classico, ma la scuola d’infanzia è tuttora
espressione dell’attaccamento dei ronaghesi alle loro radici.
I nuovi Sindaci - 49
GIRO DELLE BASILICHE
Il 23 aprile con i nostri, allora, cresimandi siamo andati a Como per il consue-
to Giro delle Basiliche. In testa alla lunga fila di circa cinquanta ragazzi, c’era
don Sandro, che ci ha guidato per le vie della città portandoci nelle principali
basiliche comasche.
La prima chiesa visitata è stata quella a San Carpoforo, luogo della testimo-
nianza dei primi martiri comaschi; dopo una breve introduzione della catechi-
sta Francesca, don Gianluigi Vercelli ha abilmente illustrato la basilica, coin-
volgendo i ragazzi, i quali non dimenticheranno di aver suonato le campane di
quest’antica chiesa.
Infine, siamo rientrati nella nostra parrocchia, con la speranza che rimanga a
tutti i nostri ragazzi un ricordo di questa giornata alla scoperta delle basiliche
della nostra città di Como.
I Catechisti
52 - dall’Oratorio
E per non dimenticarci mai dell’Altro, quello con la A maiuscola, abbiamo ce-
lebrato la Messa in Duomo insieme al nostro Vescovo Oscar. Durante l’ome-
lia, il Vescovo ha richiamato l’attenzione su tre particolari citati nelle letture
del giorno che riguardavano anche noi. “È importante che facciate esperien-
za insieme” ha esordito, come i discepoli che dopo la morte di Gesù vanno a
pescare insieme sul lago di Tiberiade. Non rinchiuderci nella solitudine, ma
aprirci a nuove vie, anche se siamo tristi, anche se non abbiamo tanta voglia,
anche se facciamo fatica. Ci ha ricordato poi che siamo noi i testimoni del
Risorto, siamo noi che dobbiamo portare la nostra gioia agli altri. Probabil-
mente incontreremo delle difficoltà, “ma il cristiano ha in sé quel particolare
coraggio che lo spinge ad andare controcorrente” ci ha assicurato. E infine,
in un momento così delicato della nostra vita come la stagione di cambia-
menti che stiamo attraversando, ci ha invitato a riscoprirci amici di Gesù per
rispondere alla domanda che Lui, quel giorno, fece a Pietro: “Tu mi ami?”
dall’Oratorio - 53
dal Mondo
NEWS DA KALONGO
Care amiche e cari Amici del G.A.M.,
abbiamo ricevuto da Giovanna Ambrosoli una bella notizia: Sida Hida, la ragaz-
za da noi sostenuta negli studi di ostetricia, si è diplomata con ottimi risultati
nel dicembre 2018. Vogliamo condividere con voi questa gioia e trascriviamo la
lettera di Giovanna e quella di ringraziamento di HIDA, così che possiate sentire
direttamente dalle loro parole la riconoscenza, la felicità e la soddisfazione di
aver raggiunto un così importante traguardo.
È per tutti noi un’ulteriore conferma che il nostro aiuto, seppur piccolo, è un pre-
zioso tassello nel grande mosaico che è la realtà di Kalongo. Padre Giuseppe di-
ceva: ”Le donne sono il perno della società africana. Curate loro e curerete l’Africa.”
Sarebbe bello dare la possibilità a un’altra ragazza ugandese di realizzare il suo
sogno di diventare ostetrica: con un po’ di sfacciataggine affidiamo a voi e con
fede a Dio questa nostra proposta.
54 - dal Mondo
Il benvenuto delle studentesse della St. Mary’s Midwifery School
alle sue parole, che potete leggere nella lettera allegata, l’espressione della sua
e nostra gratitudine per aver contribuito a un progetto così importante: Sida
ha potuto beneficiare della vostra borsa di studio e realizzare il suo sogno di
diventare ostetrica, e per i prossimi due anni l’ospedale di Kalongo la avrà in
forza nel suo staff.
Sperando di fare cosa gradita, aggiungo anche alcune fotografie di Sida e delle
studentesse, scattate nel novembre 2018. Credo che trasmettano perfettamen-
te il clima di allegria e gratitudine che si respira alla scuola di Kalongo. La spe-
ranza e il lavoro che condividete con noi è proprio questo: credere in un futuro
possibile per Kalongo, il nord Uganda, e per l’Africa intera, seguendo la strade
segnata da San Daniele Comboni prima e poi da padre Giuseppe.
Grazie di cuore da tutti noi e dalle mamme e i bimbi di Kalongo.
Giovanna Ambrosoli
Presidente della Fondazione
Dr. Ambrosoli Memorial Hospital
dal Mondo - 55
LA LETTERA DI SIDA HIDA
Con questa lettera desidero esprimere la mia più sincera gratitudine innanzitutto
a Dio Onnipotente per averci protetti e guidati nell’anno passato, per il dono di un
nuovo anno e per avermi sostenuta nel completare gli studi con successo.
Desidero davvero ringraziare la direttrice della scuola, Suor Carmel, per il meravi-
glioso lavoro che ha svolto: Senza di lei non sarei riuscita a diventare ciò che sono
oggi.
Sida Hida
56 - dal Mondo
KALONGO-RONAGO: UN GRANDE ABBRACCIO
Kalongo-Ronago: un rapporto mai interrotto e che dura da tanti anni. Sabato
1 giugno questo legame si è ravvivato durante la Santa Messa celebrata da
padre Egidio Tocalli con la presenza di suor Carmel, la mitica direttrice della
St. Mary Midwifery Training School di Kalongo, in Italia per una decina di
giorni.
Dopo la celebrazione eucaristica, in una chiesa vestita a festa per l’Ascensio-
ne e sapientemente addobbata con delicate composizioni floreali, suor Car-
mel ha voluto innanzitutto ringraziare la gente di Ronago per l’accoglienza e
per il costante sostegno alla scuola di ostetricia. E, proprio prendendo come
immagine i fiori presenti sulle balaustre che disegnano un semicerchio, suor
Carmel li ha paragonati a una corona dove la parte esistente sono i fiori colti-
vati e fatti sbocciare da padre Giuseppe e dai missionari Comboniani in Africa
(le tante persone conosciute e aiutate) e la parte mancante sono i fiori che
dobbiamo far crescere noi, seguendo il loro esempio. Alla fine della Messa
le foto di rito da inviare in Africa alle sue studentesse e ancora un momento
di condivisione per approfondire la conoscenza con questa donna semplice
e determinata, che ha saputo studiare con serietà e impegno per poter ora
istruire altre donne africane e dare loro e all’Uganda un futuro di speranza.
Tutto questo senza dimenticare l’esempio di padre Giuseppe: servire gli altri
con amore e gioia. E l’abbraccio tra Kalongo e Ronago continua.
dal Mondo - 57
Sentieri di fede
SAN SFIRIO
Ci mettiamo in cammino lungo il ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno
‘di manzoniana memoria’, fino al paese di Dervio; poi continuiamo sulla strada
provinciale della Valvarrone per arrivare all’abitato di Tremenico. Giunti all’inizio
del paese si prende, sulla sinistra, la strada per i Roccoli Lorla e si prosegue fino
alla località di Lavadee. Da qui si continua ancora per un breve tratto fin dove
termina la strada, in corrispondenza di un parcheggio. Si riscende per una deci-
na di metri e s’imbocca sulla
destra una strada militare
sterrata, che in quarantacin-
que minuti porta alla sommi-
tà del Legnoncino. In questo
luogo si trova la chiesetta de-
dicata a san Sfirio.
Il culto di questo santo è le-
gato a un’antica leggenda
che narra di Santa Margheri-
ta e dei sette fratelli eremiti,
molto legati tra loro da affet-
to. Uno di loro morì tragica-
mente e si attribuì la colpa
alla sua poca fede nella Provvidenza. I fratelli rimasti, colpiti dalla tragedia, di-
vennero eremiti scegliendo come loro dimora luoghi solitari sui monti della Val-
sassina. Solo Margherita, unica sorella, si fermò in un luogo pianeggiante della
valle, a Casargo, recandosi spesso a visitare ciascuno dei fratelli nei loro eremi.
I nomi dei fratelli cambiano nelle varie tradizioni della leggenda, ma quelli più
sicuri a cui sono dedicate alcune chiesette montane sono Sfirio, Ulderico, Grato,
Fedele, Defendente. Sfirio era il più anziano dei fratelli. Pur rimanendo nei singoli
romitaggi, i santi erano in grado di comunicare tra loro accendendo dei fuochi
per far sapere che tutto andava bene. Passarono gli anni e i fuochi iniziarono a
spegnersi. Per ogni fuoco che si estingueva una stella spuntava in cielo.
Una matrice più cattolica della leggenda afferma che i sette fratelli eremiti siano
stati mandati nel Lario da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, per evangelizzare
quei luoghi. Gli abitanti però non li accolsero a braccia aperte, anzi li fecero scap-
pare sulle montagne. Qui gli eremiti trascorrevano il tempo pregando e meditan-
do, accendendo un falò ogni sera per salutarsi. Le genti del Lario, tuttavia, non
cambiarono atteggiamento nei confronti dei sette uomini e Dio, adirato, li punì
58 - Sentieri di fede
con quaranta giorni di carestia. Risparmiò solo le grotte in cui vivevano gli
eremiti. La quarantesima notte la popolazione in ginocchio scorse dei grandi
fuochi provenire dalle grotte dei sette fratelli. La mattina successiva furono
ritrovati morti. La carestia era cessata ed era arrivata la pioggia. I fratelli si
erano sacrificati per la loro salvezza. Sette chiese vennero erette in loro me-
moria nei sette luoghi che li avevano ospitati.
Altre fonti d’archivio attestano che agli inizi del “700 la chiesetta di San Sfirio
fu distrutta da un fulmine e, per interessamento del sindaco di Sueglio, ne
fu avviata la ricostruzione con la raccolta delle offerte anche nei villaggi del
lago, in Val Varrone e nella Valsassina. La chiesa fu riconsacrata nel 1709 e da
allora la data della messa fu spostata al 17 luglio, tuttora in vigore con una
processione alla chiesetta. Nel 1869 il parroco fece una ricognizione del cor-
po del santo, si rinvennero solo poche ossa e una medaglia. Il tutto fu chiuso
in una teca di vetro, oggi conservata nella parrocchiale di San Martino, in
Sueglio.
Si suppone che in realtà queste chiese fossero ubicate in posizioni strategi-
che, facenti parte di un fittissimo tessuto paramilitare-strategico di origine
alto-medioevale, con chiari scopi di avvistamento e segnalazione sulle vie
di accesso alla Valtellina e alla Valchiavenna. Sotto alla chiesetta è visitabile
una postazione in caverna che ospitava un cannone della “Linea Cadorna”.
Ottimo è il panorama a 360°, che si gode dalla chiesetta. Si ammira tutto il
lago con le sue valli, la val Chiavenna, un tratto di Valtellina, tutta la piramide
del monte Legnone, il pizzo dei Tre Signori.
Sentieri di fede - 59
Segnalibro
SOLO L’AMORE CREA
Fabio Rosini
San Paolo Ed.
60 - Segnalibro
Pagina dei bambini
IL GIOCO DELLA CAMPANA
CICCA E SPANNA
PREGHIERA A MARIA
L’ultima sera del mese di maggio, venerdì 31, ci siamo raccolti in preghiera
nel cortile dell’Oratorio di Uggiate per recitare insieme i misteri del Santo
Rosario e affidare a Maria, Madre di Gesù, il cammino di vita della nostra
Comunità. In mezzo a noi la statua della Madonna di Fatima, che alcune
mamme hanno portato in Chiesa Parrocchiale mentre si dicevano le Lita-
nie. La semplicità dei gesti e la presenza dei bambini con i loro genitori e i
catechisti ha offerto una bella testimonianza di famiglia, che prega e vive
la propria fede fermandosi un momento dalle tante cose del giorno, per
stare insieme, con la corona in mano.
62 - Notizie flash
BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Si è conclusa la benedizione delle famiglie, iniziata nel mese di febbraio. Una
scelta impegnativa che ha consentito al nostro parroco don Sandro di incontrare
tante persone. Come spiegato nell’Agenda, il Benedizionale definisce questo rito
come un’«occasione preziosa» che i sacerdoti devono avere «particolarmente a
cuore» per «avvicinare e conoscere tutte le famiglie» di un territorio. Si tratta di
un’occasione per fare memoria del Battesimo con il quale il Signore «aggrega la
società domestica alla grande famiglia dello Spirito» e per «rinnovare» l’adesione
a Cristo. La benedizione annuale è un impulso a rinsaldare i legami con la parroc-
chia e a riflettere sul percorso comunitario che le nostre famiglie sono chiamate a
fare all’interno della parrocchia. Ma vuol essere anche una possibilità per tastare
il polso della vita spirituale fra le mura domestiche, in modo da individuare le
difficoltà e le sfide che una parrocchia è chiamata ad affrontare.
Ringraziamo don Sandro per i tanti chilometri che ha macinato andando avanti e
indietro nei nostri rioni, zone e cortili, affiancato da qualche giovane chierichetto.
La sua venuta tra noi ci ha fatto sentire più vicini al Signore e ha portato un po’ del
Suo amore, soprattutto dove le fatiche sono più evidenti e il dolore rende tutto
più difficile.
Notizie flash - 63
Proseguono
i lavori
di ristrutturazione
delle nostre chiese