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Lezione n.

10
Il metodo dell’equilibrio: esempio #4
La rigidezza alla traslazione
E’ opportuno estendere lo studio effettuato fino a questo punto anche al caso di strutture in cui siano
possibili spostamenti dei nodi, ossia in cui, oltre alla presenza di rotazioni nei nodi, siano consentite
traslazioni dei nodi stessi.
L’estensione, sempre nell’ottica del metodo dell’equilibrio, implicherà quindi la definizione di una
rigidezza alla traslazione, in maniera perfettamente analoga a quanto a suo tempo fatto
nell’introdurre il concetto di rigidezza alla rotazione.
Il concetto verrà introdotto attraverso l’ausilio di un esempio, che consentirà comunque di arrivare a

A
conclusioni di carattere del tutto generale.
La travatura analizzata è riportata in figura seguente, ed è composta da tre aste (AB, BC e CD) e
quattro nodi (A, B, C e D). In figura si sono riportate anche le convenzioni di segno che nel seguito
verranno adottate (quindi i versi positivi assunti per gli spostamenti e le forze).
F
A C
ZZ B

L
+
F
O
L

D
L L/2 L/2

In linea generale, la struttura possiede 7 movimenti indipendenti, ossia tutti gli spostamenti nodali
B

non impediti da vincoli:


nodo A: wA ϕA
nodo B: wB vB ϕB
nodo C: wC ϕC
Introducendo l’ipotesi di indeformabilità assiale, ossia di trascurabilità della deformazione per
sforzo normale rispetto a quella per momento flettente(*), si può affermare che
wA=wB=wC
vB=0
(*)
L’ipotesi di trascurabilità della deformazione per sforzo normale rispetto a quella per momento flettente si
può esprimere affermando che la trave è indeformabile assialmente. Tale affermazione (che può essere
scritta come EA=∞) corrisponde infatti alla circostanza secondo la quale non si possono avere ne’
allungamenti ne’ accorciamenti della linea d’asse della trave.
Gianni Bartoli – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 11/11/01
Lezione n. 10 – pag. X.2

in quanto l’asta AB, l’asta BC e l’asta CD non possono subire variazioni di lunghezza.
Inoltre, alla luce delle considerazioni precedentemente effettuate, i valori della rotazione nei due
nodi A e C possono essere lasciati come movimenti dipendenti dagli altri, in virtù del fatto che le
due condizioni statiche di estremità MA=0 e MC=0 consentono comunque l’integrazione della linea
elastica nei due tratti AB e BC anche senza conoscere il valore delle rotazioni ϕA e ϕC.
Quindi la travatura può essere risolta ricorrendo a due soli movimenti indipendenti, la rotazione in
B (ϕB) e la traslazione orizzontale dell’asta orizzontale (che può essere semplicemente indicata con
w, intendendo con tale notazione il valore dello spostamento orizzontale di tutti i punti dell’asta,
ossia w= wA =wB =wC).
Ordinando i due valori (incogniti) dei movimenti indipendenti in un vettore {δ}, analogamente a
quanto fatto nell’esempio precedente, la soluzione della travatura richiederà il ricorso alla determi-
nazione della matrice di rigidezza per la struttura in esame.
 δ1  φ B 

A
{δ} =  = 
δ 2   w 
A differenza però dell’esempio precedente, siamo in questo caso in presenza di un vettore di spo-
stamenti incogniti composto sia da una rotazione che da una traslazione, per cui sarà necessario
operare in maniera un po’ diversa.
Le fasi di cui si compone la ricerca della soluzione della struttura saranno comunque sempre le
ZZ
stesse:
- soluzione della fase I (struttura con movimenti indipendenti impediti);
- determinazione della matrice di rigidezza [K];
- soluzione della fase II (struttura con movimenti indipendenti consentiti ed azioni soltanto in
corrispondenza di tali spostamenti);
- somma della fase I e della fase II.

Fase I
Nella prima fase sarà necessario risolvere la struttura riportata in figura, in cui sono stati impediti
entrambi i movimenti indipendenti.
O
F
A C
B

L
B

D
L L/2 L/2

I movimenti indipendenti sono stati impediti introducendo due vincoli ausiliari: un morsetto in B
(che obbliga la struttura a mantenere ϕB=0) ed un appoggio orizzontale in C (che, impedendo la

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Lezione n. 10 – pag. X.3

traslazione orizzontale di C, impedisce, di fatto, qualunque spostamento orizzontale all’asta ABC, e


quindi soddisfa la condizione w=0).
La soluzione della travatura in fase I può facilmente essere ricavata suddividendo la struttura nelle
varie aste che la compongono, imponendo le condizioni vincolari di estremità e, sfruttando risultati
già noti, pervenire alla definizione delle reazioni vincolari e delle sollecitazioni nei singoli tratti.
FL/4
3/16 FL F
A F/2 B C
B B
L
L/2 L/2
L
11/16 F 5/16 F

A
F

L
ZZ FL/4
D
F/2

Le reazioni riportate in figura sono state disegnate ricorrendo a risultati già noti. E’ opportuno sot-
tolineare che:
- il vincolo ausiliario che impedisce la traslazione orizzontale in C di fatto blocca, come del resto
già osservato, la traslazione di qualunque punto dell’asta ABC; è possibile quindi disegnare tale
vincolo indifferentemente in A, B o C (o in qualunque altro punto dell’asta) in quanto del tutto
equivalente. Nel disegnare i vincoli dei vari tratti, ad esempio, si è riportato tale vincolo in B an-
O
ziché in C, ottenendo i vincoli di estremità in figura
- per il tratto verticale BD (di lunghezza pari a 2L) il valore del momento flettente in B e D può
essere ricavato ricordando che, se la trave fosse stata lunga L, si sarebbe ottenuto un valore pari a
FL/8. Inserendo il valore 2L anziché L si ottiene quindi F(2L)/8=FL/4, come riportato nella fi-
gura.
In maniera del tutto analoga si possono disegnare i diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione
B

della struttura in fase I, semplicemente “assemblando” i diagrammi dei singoli tratti, o i valori delle
reazioni vincolari complessivi, oppure il diagramma della deformata.
In figura seguente sono riportati, sovrapposti, sia i valori delle reazioni vincolari che dei diagrammi
del momento flettente ottenuti in questa fase, mentre il tracciamento del diagramma del taglio, dello
sforzo normale e l’andamento della deformata non sono stati riportati e vengono lasciati come eser-
cizio.
I valori delle reazioni esercitate dai vincoli ausiliari sono anch’essi stati ottenuti per composizione
dei risultati ottenuti nei vari tratti. La reazione del vincolo ausiliario in B, ad esempio, vale
3 1 1
MB = − FL + FL = FL
16 4 16
dove i momenti alle estremità dell’asta BC e BD sono stati sommati vettorialmente, attribuendo loro
i segni come da convenzione adottata.

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Lezione n. 10 – pag. X.4

FL/16 3/16 FL
F
A 1/4 FL F/2
C
B
5/32 FL
5/16 F L

F
1/4 FL

A
L

D F/2
1/4 FL
FL/4 11/16 F
ZZ L L/2 L/2

Alla luce dei risultati ottenuti, è possibile quindi individuare quello che rappresenterà il vettore dei
termini noti nel sistema lineare che verrà risolto in fase II.
Ricordando le grandezze introdotte nella lezione precedente, si ha infatti:

{F} = {F0 }− {F(I) }= MB0  − M(BI)  = 0 − 1 16 ⋅ FL = −1 16 ⋅ FL
 ( I) 

 HC0   HC  0  − 1 2 ⋅ F   + 1 2 ⋅ F 
in cui si è indicato con HC il valore della reazione orizzontale del vincolo ausiliario in C. I valori di
MB0 e HC0 sono nulli in quanto essi rappresentano i valori di eventuali forze applicate, nella strut-
O
tura di partenza, in corrispondenza dei movimenti indipendenti: nel caso in esame, non essendoci
nella struttura di partenza ne’ coppie applicate in B ne’ forze orizzontali lungo il tratto ABC, essi
assumono evidentemente valori uguali a zero.
Infine, il valore di HC(I) è negativo in quanto la reazione in fase I offerta dal vincolo ausiliario in C
ha verso discorde rispetto a quello assunto come positivo.
B

Determinazione della matrice di rigidezza


Prima di passare alla fase II è necessario costruire, per la struttura esaminata e facendo uso dei soli
movimenti assunti come indipendenti, la matrice di rigidezza. Nel caso in esame quindi si dovrà
pervenire alla definizione di una matrice quadrata, simmetrica, di ordine 2.
Come già notato le colonne di tale matrice possono essere determinate direttamente risolvendo due
strutture nelle quali uno dei due movimenti indipendenti viene posto pari ad uno e l’altro viene
mantenuto al suo valore nullo. In particolare, la prima colonna corrisponderà al caso in cui δ1=1 e
δ2=0, secondo l’ordine utilizzato nella definizione del vettore degli spostamenti incogniti, mentre la
seconda si ricaverà ricercando le forze necessarie a mantenere, nella struttura di partenza, i valori di
spostamento δ1=0 e δ2=1. Il termine (i,j)-esimo della matrice [K], kij, corrisponde infatti alla forza
che è necessario applicare in corrispondenza dell’i-esimo movimento indipendente quando, nella
struttura, si abbia δj=1 come unico spostamento diverso da zero (relativamente al totale dei movi-
menti assunti come indipendenti).

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Lezione n. 10 – pag. X.5

1a colonna di [K]
Occorre determinare i valori delle due forze k11 e k12 (rappresentate in figura con il loro verso posi-
tivo) che servono a garantire lo stato di spostamento riportato, caratterizzato da δ1=1 e δ2=0.
La presenza del vincolo ausiliario in corrispondenza di C ricorda che nella struttura in esame la tra-
vata ABC è impedita di traslare.
k11 δ2 = w = 0
A C
B k21
δ1 = ϕB = 1

A
2L

ZZ L
D
L
Scomponendo la trave nei vari tratti che la compongono, è possibile ricondursi a casi la cui rigi-
dezza è nota. I risultati sono riportati nella figura successiva, in cui si è posto
EJ
R=
L
δ1 = 1 3R 2R 3R
A B C
O
B 3R/(2L)
B δ1 = 1
δ1 = 1
L L
3R/L 3R/L 3R/L 3R/L
B

2L

D
3R/(2L)
R
I due tratti AB e BC costituiscono due casi sufficientemente noti e non necessitano di commenti
ulteriori. Il tratto BD è costituito da una trave appoggio-incastro la cui rigidezza alla rotazione vale
4R’, essendo R’ la rigidità dell’asta BD. Dal momento che tale asta è lunga 2L (il doppio delle altre)
ne risulta che R’=R/2, dove R è la rigidità assunta come riferimento. Di conseguenza si ha che la
rigidezza kBD (rigidezza alla rotazione in B dell’asta BD) vale 4R’=4·(R/2)=2R, come riportato in
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Lezione n. 10 – pag. X.6

figura. Utilizzando poi il valore del coefficiente di trasmissione (che vale t=+½ indipendentemente
dalla lunghezza dell’asta) e imponendo le condizioni di equilibrio per l’asta in esame, si ottengono
le reazioni vincolari riportate nella figura precedente.
Assemblando i risultati ricavati per ogni singolo tratto si ottiene
k11 = k BA + k BC + k BD = 3R + 3R + 2R = 8R
3R
k 21 = −
2L
mentre i valori delle altre reazioni vincolari sono riportati nella figura seguente:
8R δ2 = w = 0
A C
B 3R/(2L)

A
δ1 = ϕB = 1
3R/L
3R/L

+
2L
ZZ
D 3R/(2L)

L R L

E’ da notare che:
O
- il valore di k21 è negativo perché il valore della reazione del vincolo (ausiliario) che impedisce la
traslazione orizzontale della travata ABC ha verso contrario rispetto alla convenzione adottata;
- il termine k21 ha le dimensioni di una forza (è infatti espresso dal rapporto tra una rigidezza, os-
sia un momento, ed una lunghezza) mentre il termine k11 è costituito da una coppia.

2a colonna di [K]
B

La seconda colonna di [K], costituita dai due termini k12 e k22 (rappresentati in figura con il loro
verso positivo) si ottiene risolvendo struttura in cui δ1=0 e δ2=1.

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Lezione n. 10 – pag. X.7

k12
A δ1 = ϕB = 0 C
B k22

δ2 = w = 1

2L

A
D
L L

Anche in questo caso, il valore delle due forze può essere ricavato scomponendo dapprima la tra-
ZZ
vatura nelle singole aste che la costituiscono:

A B
3R/(2L)
B C
2
3R/(2L ) B
L δ2 = 1 L
O
2L

D 3R/(2L2)
B

3R/(2L)
I due tratti AB e CD traslano rigidamente di una quantità pari a 1, per cui i vincoli non esercitano
nessuna forza (l’assenza di deformazioni implica infatti l’assenza di ogni sollecitazione nei due
tratti).
Il tratto verticale DB può essere risolto richiamando il risultato già visto in lezioni precedenti. La
trave vincolata con un bipendolo ad un’estremità e un incastro all’altro, sottoposta all’azione di una
forza orizzontale è già stata studiata in precedenza. La condizione di rotazione nulla alle due estre-
mità B e D impone infatti che l’area del diagramma del momento flettente (che a meno del fattore
1/EJ rappresenta la differenza tra i due valori ϕD e ϕB) debba essere nulla: di conseguenza il dia-
gramma dei momenti ha un andamento antimetrico (rispetto alla trave) e, se la trave è sottoposta ad
una forza di entità pari ad F, assume alle estremità il valore FL.

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Lezione n. 10 – pag. X.8

2L
FL D B

F
F
FL

FL

FL
Riguardo al valore dello spostamento verticale in B, è facile osservare che la deformata ed il dia-
gramma dei momenti delle due metà della trave sono gli stessi che si avrebbero nel caso di una

A
mensola di metà luce (quindi pari ad L), sottoposta all’azione di una forza verticale F all’estremità
L
D F
FL
f
F z
ZZ FL

In termini di abbassamento verticale del punto B, si può quindi affermare che questo assume un
valore doppio (data l’antimetria della trave) rispetto a quello assunto dalla mensola di metà luce
(indicato con f).
Il valore di f si può ricavare facendo ricorso al PLV, utilizzando come S.S.D. la trave in figura, e
come S.F.T.* sempre la stessa trave. Infatti si ottiene
L*e = F ⋅ f
O
mentre il lavoro virtuale interno vale
L L

∫( )
M (z ) 2 dz 2 2 dz F 2 L3
L*i =
∫ M (z ) ⋅
∫ [− FL + Fz]
2 2 2
ds = = F L − 2 ⋅ F Lz + F z = ... =
EJ EJ EJ 3 ⋅ EJ
str 0 0
e quindi
B

FL3
f=
3 ⋅ EJ
Ricapitolando, si ha quindi che nella trave in esame, se sottoposta all’azione della forza F, nascono
le reazioni vincolari e gli spostamenti riportati in figura
2L
FL D B
3
2 FL F
v= ⋅
F 3 EJ
FL
Di conseguenza, nel caso di spostamento unitario dell’estremità (quale era il caso dal quale siamo
partiti) si ha che la forza assume il valore:

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Lezione n. 10 – pag. X.9

2 FL3 3 ⋅ EJ 3 R
v= =1 ⇒ F = =
3 EJ 2 ⋅ L3 2 L2
Tale quantità rappresenta, per la trave investigata, il valore della forza che occorre applicare
nell’estremo libero di traslare per ottenere, in tale estremità, un valore unitario della traslazione.
Analogamente a quanto già fatto nel caso della rotazione, è quindi naturale definire questa gran-
dezza come rigidezza alla traslazione; questa entità gioca un ruolo fondamentale quando si deb-
bano analizzare strutture con i nodi liberi (anche) di traslare.
Nel caso di un tratto di lunghezza pari ad L (anziché 2L come è il particolare caso in esame) si sa-
rebbero ottenuti i risultati riportati in figura:
L EL R
W = 12 3 = 12 2
6 R/L L L

A
v=1 12 R/L2
12 R/L2
6 R/L

I risultati ottenuti (già riportati in precedenza per il tratto verticale BD) consentono, a questo punto,
ZZ
di ricavare i valori delle rigidezze che costituiscono la seconda colonna di [K]:

k12 = −
3R
2L
3 R
k 22 =
2 L2
dove i segni sono stati attribuiti in accordo con la convenzione adottata.

3R/(2L)
A δ1 = ϕB = 0 C 3R/(2L2)
O
B

δ2 = w = 1
B

2L

D 3R/(2L2)
3R/(2L)
L L

Fase II
La soluzione della struttura in fase II è a questo punto possibile, in quanto si è pervenuti alla defini-
zione completa della matrice di rigidezza
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Lezione n. 10 – pag. X.10

 3 R
k12   8R −
k
[K ] =  11 = 2 L
k 22  − 3 R 3 R 
k 21 
 2 L 2 L2 
mentre in fase I si era ricavato

{F} = −1 16 ⋅ FL


 +1 2 ⋅ F 
La soluzione della struttura in fase II è quindi offerta dalla soluzione del sistema lineare [K ]{δ} = {F}
FL/16 F/2
A C
B

A
δ1 = ?
δ2 = ?
ZZ 2L

D
L L

La soluzione del sistema porge


O
 8 − 3 /( 2L)  δ1  − L / 16  δ1  FL  7 / 104 
R 2    = F   ⇒  =  
− 3 /( 2L) 3 /( 2L )  δ 2   1/ 2  δ 2  R 125 L / 312
E’ a questo punto agevole ricavare le sollecitazioni (in fase II) nei singoli tratti, utilizzando i risul-
tati già ricavati in precedenza.

3Rδ1=21/104 FL
B

δ1
A
L’effetto della traslazione orizzontale
B δ2 dell’asta AB non induce stato di solle-
citazione
L
21/104 F 21/104 F

3Rδ1=21/104 FL
B C δ2
L’effetto della traslazione orizzontale
dell’asta BC non induce stato di solle-
δ1
citazione
L
21/104 F 21/104 F

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Lezione n. 10 – pag. X.11

3Rδ2 /(2L)=125/208 FL Anziché studiare la trave BD gravata


2Rδ1=7/52 FL di entrambi i movimenti indipendenti
δ1 e δ2 contemporaneamente, si può
21/208 F 125/208 F B considerare la composizione dei due
B casi riportati, in cui il primo ruota ma
δ1 δ2 non trasla, mentre il secondo trasla ma
non ruota.
Globalmente si avrà
7 125 97
M BD = FL − FL = − FL
2L
+ 2L 52 208 208
21 125 104 F

A
HB = − F+ F= F=
208 208 208 2
7 125 111
M DB = FL − FL = − FL
21/208 F D 125/208 F 104 208 208
D
21 125 104 F
HD = + F− F=− F=−
ZZ 7/104 FL 3Rδ2 /(2L)=125/208 FL 208 208 208 2

La soluzione della trave in fase II è riportata in figura seguente, relativamente ai valori delle rea-
zioni vincolari e del diagramma dei momenti.
21/104 FL

FL/16
A F/2
97/208 FL C
B
21/104 FL
O
21/104 F
21/104 F

2L
B

D F/2
111/208 FL
111/208 FL
L L

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Lezione n. 10 – pag. X.12

Fase I + Fase II
La soluzione della struttura è infine ottenibile per somma degli effetti ottenuti in fase I ed in fase II.
Nella figura seguente si riporta il risultato in termini di reazioni vincolari e diagramma del momento
flettente.
21/104 FL F
A
45/208 FL C
B

3/208 FL
107/416 FL
21/104 F
107/208 F

A
45/208 FL
H 2L

ZZ 163/208 FL
D F
163/208 FL
11/16 F
L L
Occorre notare che la composizione delle due fasi ha comportato, in B, l’equilibrio globale dei mo-
menti al nodo: si ha infatti
21 3 45
M B = MBA + M BC + M BD = FL + FL − FL = 0
104 208 208
O
come era logico attendersi dal momento che, nella struttura di partenza, non agiscono coppie con-
centrate in B.
Inoltre il tratto BH presenta un andamento costante del momento, e ciò dipende dal fatto che tale
parte della trave non è soggetta a sforzo di taglio.
B

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