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Top bar: l’arnia naturale

tramandata dai Greci

PAOLO FONTANA
Fondazione Edmund Mach
Centro Trasferimento Tecnologico
QUANDO PENSIAMO O PARLIAMO DI API,
IN GENERE CI RIFERIAMO ALL’APE MELLIFERA….
E LA PENSIAMO IN QUESTO MODO….
MA L’APE MELLIFERA È, O MEGLIO ERA, UN ANIMALE
“SELVATICO” IN QUASI TUTTA EUROPA...
L’APE MELLIFERA APPARTIENE AL GENERE APIS
Che viene suddiviso in un numero variabile di specie, da 6 a 11

Apis mellifera

DIFFUSIONE DA PARTE DELL’UOMO

Arancio: Apis mellifera; Giallo: A. cerana s.l., Verde: A. florea,


Viola: A. dorsata s.l., Rosso: A. andreniformis.R
Apis mellifera
Apis cerana Nidificano in
Apis nuluensis preferenza entro
Apis cavità.
Apis indica
Favi multipli
Apis nigrocincta
Apis koschevnikovi

Apis dorsata
Apis laboriosa Megapis
Nidificano sempre
Apis breviligula all’aperto

Apis florea Un solo favo


Micrapis
Apis andreiniformis
CARATTERISTICHE COMUNI ALLE DIVERSE SPECIE DI APIS

• Sono insetti sociali


• Le società sono durevoli
• La divisione in caste prevede: ape regina
(femmina), fuchi (maschi) e api operaie (femmine).
• Hanno complesse modalità di comunicazione
(feromoni, danze, suoni)
• La fecondazione dell’ape regina vergine avviene
durante voli di fecondazione lontano dalla colonia.
• I favi sono costruiti di cera.
• Raccolgono nettare, melata, polline e propoli e
acqua.
• Immagazzinano scorte di miele e polline.
• Le colonie si riproducono mediante sciamatura.
IL PROCESSO DI COEVOLUZIONE TRA INSETTI E
ANGIOSPERME HA PORTATO ALLA COMPARSA DEL
GRUPPO PIÙ EFFICIENTE ED EVOLUTO DI INSETTI
PRONUBI: GLI APOIDEI
L’EVOLUZIONE DEGLI ANIMALI

MILIARDI DI ANNI FA
m il i oni di
100
a
anni f

APOIDEO IN AMBRA
60 MILIONI DI ANNI FA
MA PERCHÉ L’APE MELLIFERA È COSÌ IMPORTANTE,
ALMENO NELLE SUE AREE DI ORIGINE?

LE API SELVATICHE COME, OSMIE, API TAGLIAFOGLIE, BOMBI …..


SONO INSETTI SOLITARI, AL MASSIMO GREGARI E SE FORMANO
COLONIE SONO MOLTO PICCOLE E ANNUALI
LE API SONO INSETTI SOCIALI E SONO DIVISI IN CASTE
I CICLI NATURALI DELL’APE MELLIFERA
Possiamo distinguere due distinti cicli.
• Ciclo biologico ed etologico dei singoli individui
• Ciclo biologico ed etologico del superorganismo alveare
CICLO BIOLOGICO DELL’APE OPERAIA

UOVO LARVA PREPUPA PUPA ADULTO


I VARI COMPITI DELL’APE OPERAIA SI SUSSEGUONO (CICLO
ETOLOGICO) IN MODO DA OTTENERE DUE RISULTATI:
1) ALLENARE L’APE GRADUALMENTE
2) SFRUTTARE LE SECREZIONI DELL’APE PRIMA DEI RISCHI
DELLA VITA ALL’ESTERNO.

DENTRO LA COLONIA NELL’AMBIENTE


(SVILUPPO LARVALE + APE DI CASA) (BOTTINATRICE, ESPLORATRICE)

40 gg 15-20 gg
CICLO DEL SUPERORGANISMO ALEVARE
USCITA DELLO RADUNO INSEDIAMENTO DELLA
SCIAME TEMPORANEO NUOVA COLONIA

LA SCIAMATURA: RIPORDUZIONE E DISPERSIONE


DEL SUPERORGANISMO… E SUO MODO DI RISANARSI
SVILUPPO DEMOGRAFICO DI UNA COLONIA DI API IN
RELAZIONE ALL’AMBIENTE ORGANICO E FISICO
FLUSSO
NETTARIFERO POLLINE E
POLLINE NETTARE
ABBONDANTE

USO DELLE USO DELLE


MIGLIAIA DI API

SCORTE DI SCORTE DI
MIELE MIELE

PICCO
DEPOSIZIONE

COLONIA
COLONIA

INATTIVA
INATTIVA

UOVA
SCIAMATURA
LE VECCHIE API
MUOIONO E
NASCONO LE API
INVERNALI
PER SFRUTTARE AL MASSIMO
LE FIORITURE PRINCIPALI
LE COLONIE DI APE
MELLIFERA DEVONO
ALLEVARE UNA GRANDE
MASSA DI API ALMENO 40-50
GIORNI PRIMA DELLA
PROBABILE FIORITURA ….

40-50
GIORNI
PRIMA

E SE QUESTA FIORITURA NON


FOSSE SFRUTTABILE A
CAUSA DI CATTIVO TEMPO,
INCENDI, ETC???
STRATEGIA EVOLUTIVA DI APIS MELLIFERA
LE API FORMANO GROSSE COLONIE DUREVOLI PER
RACCOGLIERE TANTO MIELE…..

E RACCOLGONO TANTO MIELE


PERCHÉ DEVONO MANTENERE GROSSE
COLONIE DUREVOLI!
OGNI ANNO LE API RACCOLGONO TUTTO IL MIELE CHE
POSSONO ..… COME SE NEI PROSSIMI DUE ANNI NON
NE POTESSERO RACCOGLIERE!
PER QUESTO MOTIVO ESISTE L’APICOLTURA
PUNTI DI FORZA DELL’APE MELLIFERA

• COLONIE PERENNI
• DECINE DI MIGLIAIA DI API (OLTRE
50.000 IN PRIMAVERA-ESTATE)
• VASTO RAGGIO DI AZIONE (FINO A
OLTRE 3 KM)
• COSTANZA FIORALE (UN’APE BOTTINA
LO STESSO FIORE DURANTE UNA
USCITA)
• ADATTABILITÀ A MOLTISSIMI CLIMI E
AMBIENTI (ESCLUSI QUELLI ARTICI)

QUINDI LE API MELLIFERE SONO


ORGANISMI INDISPENSABILI PER LA
CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
…. MA ANCHE ADATTE ALL’APICOLTURA
L’APE MELLIFERA HA DUNQUE UN COMPLESSO
MECCANISMO DI REGOLAZIONE INTERNO ALLA
COLONIA E INTERAGISCE CON L’AMBIENTE
ESTERNO IN MODO ALTRETTANTO COMPLESSO

APE MELLIFERA

L’APE MELLIFERA SVOLGE UN RUOLO


INSOSTITUIBILE NELL’AMBIENTE, ESSENDO
RESPONSABILE DELL’IMPOLLINAZIONE DELLA
MAGGIOR PARTE DELLE SPECIE BOTANICHE
DEI NOSTRI HABITAT
LE API DEGLI APICOLTORI HANNO CONVISSUTO PER
MILLENNI CON LE COLONIE SELVATICHE
PRIMA DELLA VARROA C’ERANO SIA ALVEARI SELVATICI
CHE ALVEARI GESTITI DAGLI APICOLTORI

TRA API MELLIFERE “SELVATICHE” E QUELLE GESTITE


DAGLI APICOLTORI C’ERA SCAMBIO GENETICO
LA VARROA AL SUO ARRIVO HA FATTO STRAGE DELLE
COLONIE DEGLI APICOLTORI MA ANCHE DI QUELLE
SELVATICHE
OGGI LE UNICHE API PRESENTI NEL TERRITORIO SONO
QUELLE GESTITE DAGLI APICOLTORI CHE SONO MENO
SPARSE NELL’AMBIENTE
NON C’È PIÙ SCAMBIO GENETICO CON API SOTTOPOSTE A
SELEZIONE NATURALE: IMPOVERIMENTO GENETICO

LE UNICHE API MELLIFERE SONO QUELLE DEGLI


APICOLTORI : LA FLORA SPONTANEA NE RISENTE
LE API SONO OGGI RAGGRUPPATE IN APIARI
E NON SPARSE NELL’AMBIENTE.
BISOGNA RICREARE UNA RETE FITTA DI
PICCOLI APIARI FAMILIARI
LA RETE DI ALVEARI PRIMA DELLA VARROA
LA RETE DI ALVEARI DOPO LA VARROA
L’APICOLTURA FAMILIARE PUÒ FARE LA DIFFERENZA
SERVE UNA APICOLTURA SEMPLIFICATA MA RIGOROSA,
ALLA PORTATA DI TUTTI
PER QUESTO È NATO IL PROGETTO:

Il progetto è coordinato da Fondazione Edmund


Mach, WBA onlus e Bioapi
LANCIO DEL PROGETTO CON APICOLTORI A VIGALZANO
(18 GENNAIO 2015)
MA RIPERCORRIAMO LA STORIA DEL
RAPOPORTO TRA L’UOMO E LE API
Fin dalla preistoria l’uomo ha sfruttato la produzione di miele e cera delle
api, depredando gli alveari selvatici mediante l’utilizzo del fumo.

Pittura rupestre, Rodesia


Spagna 6000 AC

Cuevas de la Araña
CARATTERISTICHE DELLE API MELLIFERE
CHE HANNO FAVORITO IL LORO
SFRUTTAMENTO DA PARTE DELL’UOMO

• Produzione di un cibo eccezionale: il miele


• Produzione di abbondanti quantità di miele
• Timore del fumo
• Produzione di cera
LA NASCITA DELL’APICOLTURA

L’apicoltura potrebbe
essere nata quasi
casualmente, per
l’abitudine dell’ape
mellifera di nidificare
entro cavità….
Le api potrebbero aver
scelto qualche
manufatto umano come
loro ricovero e poi…..
Cesti, vasi etc… hanno
volumi compatibili con
quelli dei nidi delle api
L’UOMO È DIVENTATO APICOLTORE SFRUTTANDO LE
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE DELL’APE MELLIFERA
• L’ape mellifera nidifica entro cavità
• L’ape mellifera si riproduce per sciamatura
• Gli sciami inizialmente si posano a poca distanza
• Le colonie formatesi dagli sciami sono destinate a prosperare
nella stagione seguente

L’APICOLTORE ANTICO DUNQUE SI LIMITAVA A:


• Catturare gli sciami cui veniva fornita una cavità artificiale (bugno
villico o arnia rustica)
• Prelevare favi di miele oppure sfruttare le colonie originarie
mediante l’apicidio per l’ottenimento del miele e della cera

Tomba di Rekh-mi-re 1450 AC


LE LACRIME DI RA
Un’antichissima leggenda scritta su
un papiro egizio conservato
al British Museum di Londra, racconta
che quando il dio Sole, Ra, piangeva
d’amore, le sue lacrime cadendo a terra
si trasformavano in api: “E le api
costruirono la loro dimora riempiendola
di fiori di ogni genere di pianta; nacque
così la cera ed anche il miele, tutto
originato dalle lacrime di Ra”
APICOLTURA NELL’ANTICO EGITTO
ARNIE ORIZZONTALI
USO DEL FUMO
PRELIEVO DEI FAVI
DA MIELE SENZA
APICIDIO
Tel Rehov (Israele), X-IX sec. AC
ENTRATA DELLE API
CHIUSURA POSTERIORE
RICOSTRUZIONE
ALVEARI DI FANGO COTTI AL SOLE USATI
ANCORA OGGI IN EGITTO, GIORDANIA….
APICOLTURA TRADIZIONALE IN GIORDANIA….
APICOLTURA NELL’ANTICA GRECIA
ARISTAIOS o Aristeo, si narra nella mitologia
greca, era il figlio del dio Apollo e della pastorella
Kyrene. È stato cresciuto dalle ninfe del monte
Pelio, che gli hanno insegnato a domare le api e a
tenerle in alveari. Lui, a sua volta, ha insegnato
questo ai greci, che lo hanno glorificato come il
dio protettore dell’ apicoltura. Il suo nome deriva
dalla parola greca aristos che significa “il più
utile”. L'umanità ha guadagnato grande vantaggio
dalle sue molte scoperte in agricoltura e lo ha a
lungo venerato.

Ha insegnato numerose altre arti agricole utili e


non è stato solo il dio protettore dell’apicoltura,
del miele e dell’idromele ma anche della
pastorizia, dei caseifici, delle olive, degli alberi da
frutto, della caccia, dei bovini e delle erbe
officinali.
Artemide, Cibele, Persefone..

Nella Mitologia Greca e del


mediterraneo Orientale molte
divinità sono legate alle api e al
miele
ARNIE ORIZZONTALI GRECHE

ESEMPLARE TARDO
ROMANO DA ISTHMIA
(PELOPONNESO)

ESEMPLARI
ELENNEISTICI DI
TRACHONES
(ATTICA)
ARNIE ORIZZONTALI GRECHE

Arnia usata nel periodo classico-ellenistico a


Eritria (Attica), usata come tomba per un bimbo
VASO ORESTADA
Non è chiaro se fosse realmente un’arnia
(a favi mobili): le fonti antiche non ne
parlano e una capacità di soli 22 litri ….
VASO ORESTADA
38 cm

30 cm

CAPACITÀ DI
23 cm
CIRCA 22 LITRI
ARNIA TOP BAR IN PIETRA DA SYROS (GRECIA)
APICOLTURA NELL’ANTICA ROMA

I romani preferivano (almeno in


Italia centrale) arnie di sughero o
legno o di paglia o vimini
spalmate di sterco.
Le conoscenze e l’importanza
dell’apicoltura erano notevoli ma
non ci sono molte raffigurazioni
APIARIO DI EPOCA ROMANA A MALTA
AVUCCHIARO DI LONOCE (TARANTO)
ARNIA TRADIZIONALE PUGLIESE IN MURATURA
SALVADANAIO ROMANO (II-III d.c.) A FORMA DI ALVEARE
APICOLTURA NEL MEDIOEVO
ARNIE O BUGNI VILLICI: ARNIE VERTICALI A FAVO FISSO
QUESTA APICOLTURA È DURATA PER MOLTI
SECOLI FINO
L’USO DI BUGNI VERTICALI IN GENERE PREVEDEVA
L’APICIDIO
IN REALTÀ ESISTEVANO IN
VARIE CULTURE BUGNI
VERTICALI CHE PREVEDEVANO
L’AGGIUNTA DI “MELARI” E CHE
QUINDI NON PREVEDEVANO
L’APICIDIO
MA NEL MEDIOEVO E NEI SECOLI SUCCESSIVI
NON SI USAVANO SOLO ARNIE VERTICALI

Exultet di Troia, Foggia (XI-XII secolo)


Exultet di Troia, Foggia (XI-XII secolo)
Exultet Barberini Montecassino (XI-XII secolo)
IN QUESTI BUGNI ORIZZONTALI SI ESTRAEVANO
FAVI DI MIELE SENZA APICIDIO

Exultet Barberini Montecassino (XI-XII secolo)


Exultet di Montecassino (XI-XII secolo)
ARNIA IN FERULA (GIÀ USATA DAI ROMANI)
La FERULA (Ferula communis L.), è una ombrellifera spontanea, i cui
fusti venivano ridotti in rocchetti a sezione quadrata (cm 3x3) lunghi
circa 22 cm che venivano assemblati facendo passare, attraverso
appositi fori, fusticini di agnocasto, di olivo o di salicone.
Si otteneva in tal modo un poliedro a base quadrata delle dimensioni
interne di cm 19x19x81 ed esterne di cm 25x25x86
IL VOLUME INTERNO È DI CIRCA 29-30 LITRI
ARNIE IN FERULA (SICILIA)
ARNIE ORIZZONTALI DELLA VAL RESIA
(Friuli Venezia Giulia)
ARNIE ORIZZONTALI DELLA VAL RESIA
(Friuli Venezia Giulia)

IL VOLUME
Visione INTERNO È DI
18 cm

frontale CIRCA 36 LITRI

Visione laterale
25 cm (sezione)

80 cm
ARNIE ORIZZONTALI DELLA VAL RESIA
(Friuli Venezia Giulia)
Per il prelievo del miele l’arnia veniva capovolta e
aperta sollevando il fondo incernierato
ARNIE ORIZZONTALI DELLA VAL RESIA
(Friuli Venezia Giulia)

PRELIEVO DEI FAVI DA MIELE


DALL’ARNIA ROVESCIATA
MA ESISTEVANO ANCHE ARNIE A FAVO MOBILE

Arnie a favo mobile usate in Grecia fino al XVII secolo


ARNIA GRECA A FAVO MOBILE

BARRA
SUPERIORE
Nel 1682 Sir George
Wheler scrive A Journey
into Greece in cui riporta
con meraviglia di aver
visto presso il monastero
SPAZIO D’APE
di San Ciriaco sul monte
Imetto un tipo di arnia con
favi mobili a cui da il nome
di “arnia greca
QUESTE ARNIE A FAVO MOBILE ERANO
PRESENTI ANCHE NELL’ANTICHITÀ?

?
L’APICOLTORE NEL
PASSATO NON
INTERFERIVA CON LA
NATURALE BIOLOGIA
DELLE API
Non agiva all’interno della
colonia, ma assecondava e
sfruttava il naturale sviluppo degli
alveari.
Lo sfruttamento o la soppressione
delle colonie vecchie e la
preparazione delle colonie
produttive per la stagione
seguente a partire da sciami,
garantiva colonie sane e forti.

Con questa gestione degli alveari


le problematiche sanitarie delle api
erano alquanto ridotte.
L’ARNIA GRECA A FAVI MOBILI È STATA ALLA
BASE DELLA REALIZZAZIONE DELLE ARNIE
RAZIONALI MODERNE

Fino al XVII secolo XIX secolo:


ARNIA RAZIONALE”
(spazio d’ape)
L’ARNIA A FAVI MOBILI NASCE PER ESIGENZE
DI STUDIO: CONOSCERE LA BIOLOGIA
DELL’APE MELLIFERA

Arnia a libro di Huber Arnia a favi mobili di


Langstroth
Rev. Lorenzo Lorraine Langstroth
(25 December 1810 - October 6, 1895)

1853: The Hive and the Honey Bee


SPAZIO D’APE: è
esattamente lo spazio SPAZIO
LARGO,
che permette ad CHIUSO
un’ape di passare CON
CERA
facilmente tra due
strutture (7.5 mm +/-
1.5 mm per l’ape SPAZIO
mellifera, un po’ meno STRETTO,
CHIUSO
per l’ape cerana, less CON

for the eastern hive PROPOLI

bee). Se lo spazio è
maggiore viene SPAZIO
ostruito con cera, se D’APE,
NON
minore, tappato con CHIUSO
propoli.
Lo spazio d’ape
IL FAVO MOBILE
Il concetto di spazio d’ape permise la costruzione di arnie a favi mobili. In
questo modo fu possibile indagare a fondo la biologia delle api e scoprire tutti
quegli aspetti che sono alla base dell’apicoltura moderna
APICOLTURA MODERNA = ARNIA RAZIONALE
L’adozione all’arnia razionale fu rapido ma
l’uso di bugni villici durò in Europa fino al
secolo scorso ed è ancora in uso in alcune
regioni (ad esempio in Sardegna).

ARNIA VILLICA

ARNIA RAZIONALE
PASSAGGIO DALL’ARNIA VILLICA A QUELLA RAZIONALE
DOPO IL FAVO MOBILE (TELAINO) L’ALTRA GRANDE
“INVENZIONE” È STATA IL FOGLIO CEREO

+
QUANTA DIFFERENZA C’È TRA LE CELLETTE NATURALI
E QUELLE USATE OGGI NEI FOGLI CEREI??
Se si considera solo la misura lineare sembra non fare
molta differenza, ma se si ragiona in volume?
Cellette Standard 5.43 = 157.464
Cellette ridotte 4.93 = 117.649
Cellette Naturali 4.63 = 97.336

5.4mm

4.9mm
4.6mm
BAUDOUX, 1893
OTTENNE API PIÙ GRANDI
USANDO CELLETTE PIÙ GRANDI.
Pinchot, Gontarski e altri portarono la celletta a 5,74 e
molti altri provarono misure
(ABC XYZ of beekeeping 1945, pagg 125-126)

API PIÙ GRANDI = LIGULA PIÙ LUNGA E BORSA


MELARIA PIÙ VOLUMINOSA = PIÙ PRODUZIONE

MA È PROPRIO COSÌ??
Misure interfavo
e delle celle
naturali in
diverse
sottospecie di
Apis mellifera e
Apis cerana e
misure dei fogli
cerei in varie
parti del mondo
DIMENSIONI DELLE CELLETTE E ZONE CLIMATICHE
DIMENSIONI DELLE CELLETTE SECONDO
BAUDOUX
Larghezza Volume
5.555 mm 301 mm3
5.375 277 (Cellette standard)
5.210 256
5.060 237
4.925 222 (Cellete ridotte)
4.805 206
4.700 192 (Cellette naturali)
Da: ABC XYZ of Bee Culture, edizione del1945, pg 126

In natura i favi da covata femminile contengono circa 415-425


cellette per dm2 mentre quelli da covata maschile ne
contengono circa 350 per dm2
5.4mm

4.9mm
OGGI L’APICOLTURA È QUESTA …… IN GENERE
L’APICOLTORE MODERNO
CONOSCE A FONDO LA
BIOLOGIA DELLE API

Ostacola la sciamatura naturale.


Trasferisce favi da una colonia
all’altra.
Riutilizza per lungo tempo i favi.
Cerca di ridurre al minimo
l’assenza di covata nelle colonie.
Mantiene sempre colonie molto
popolose.

Con questa gestione degli


alveari le problematiche
sanitarie delle api sembrano
essere aumentate…..
MA DALL’ARNIA GRECA È NATO ANCHE UN DIVERSO
TIPO DI APICOLTURA: L’APICOLTURA TOP BAR

Fino al XVII secolo


XX secolo
ARNIA “TOP BAR”
(solo barre superiori)
L’ARNIA KENYA TOP BAR) È STATA SVILUPPATA NEI PRIMI
ANNI ‘70 DA UN RICERCATORE CANADESE, MAURICE
SMITH, PER FAR PROGREDIRE L’APICOLTURA AFRICANA.
L’APICOLTURA AFRICANA SI BASAVA E SI BASA IN PARTE
ANCORA OGGI SU BUGNI VILLICI CILINDRICI, ORIZZONTALI
(PIÙ O MENO) IN GENERE APPESI AGLI ALBERI
KENYAN TOP BAR GHANA VERSION
FAVI MOBILI
ARNIA A
ORIZZONTALI
ARNIE

La kenya top bar è la sintesi


delle antiche arnie orizzontali e
delle arnie greche a cesto a favo
mobile
OLTRE CHE IN AFRICA L’ARNIA TOP BAR SI È DIFFUSA IN
TUTTO IL MONDO PERCHÉ PERMETTE UNA APICOLTURA
NATURALE
VANTAGGI DELL’ARNIA TOP BAR

• APICOLTURA NATURALE
• BENESSERE DELLE API
• API PIÙ CALME
• NO MELARI DA STOCCARE
• NO FOGLI CEREI
• NO SMIELATORE
• NO MAGAZZINO
• NUTRIZIONE MINIMA
• NO PESI DA ALZARE
• CONTROLLO INTERNO EFFICACE
• GESTIONE SANITARIA CORRETTA
• POSSIBILITÀ DI RACCOLTO SCALARE
L’APE MELLIFERA HA UN COMPLESSO
MECCANISMO DI REGOLAZIONE INTERNO ALLA
COLONIA E INTERAGISCE CON L’AMBIENTE
ESTERNO IN MODO ALTRETTANTO COMPLESSO

APICOLTURA NATURALE

L’APE MELLIFERA SVOLGE UN RUOLO


INSOSTITUIBILE NELL’AMBIENTE, ESSENDO
RESPONSABILE DELL’IMPOLLINAZIONE DELLA
MAGGIOR PARTE DELLE SPECIE BOTANICHE
DEI NOSTRI HABITAT
L’APICOLTURA NATURALE
Apicoltura naturale è una termine spesso usato per
descrivere molti approcci diversi all’apicoltura. Anche
se non c'è una definizione univoca, una definizione
generale di apicoltura naturale si basa su:
Favi naturali (senza fogli cerei)
Manipolazione minima
Nessun trattamento chimico
Questo è in netto contrasto con le pratiche predominanti
in apicoltura oggi che includono generalmente ispezioni
frequenti degli alveari, sostituzione della regina,
alimentazione forzata, cellette di una unica misura, uso
di prodotti chimici e una miriade di altre operazioni.
APICOLTURA NATURALE QUINDI NON SIGNIFICA
APICOLTURA BIOLOGICA
LASCIAR FARE ALLE API E MINIMI INTERVENTI

Lasciar fare alle api significa assecondare al massimo


la biologia di Apis mellifera, avendo come primo
obiettivo quello di allevarle, cioè di farle prosperare e
di accudirle da un punto di vista sanitario.
La produzione di miele deve essere secondaria in
questo tipo di apicoltura e si deve lasciare alle api tutto
il miele che necessitano per il loro benessere.
Ma lasciar fare alle api non significa abbandonarle.
Oggi le api hanno problemi sanitari che non sono in
grado di contenere da sole.

Minimi interventi significa dunque intervenire in favore


delle api e per ottenere il loro benessere.
L’APICOLTURA NATURALE
L’apicoltura naturale dovrebbe:
• Assecondare e sfruttare tutte le caratteristiche
ed esigenze bio-etologiche dell’ape mellifera
• Rispettare il delicato e fondamentale rapporto
tra alveare e ambiente
• Fornire alle api un’arnia che rispetti le esigenze
della colonia
• Il prelievo di miele dovrebbe essere
commisurato all’esigenza di non dover nutrire le
api e potrebbe avvenire in stagioni diverse da
quelle in cui l’apicoltura razionale preleva il miele,
ad esempio in primavera…
L’APICOLTURA NATURALE: TUTTA UNA
QUESTIONE DI CERA
LA COSTRUZIONE DEL FAVO È UN LAVORO DI GRUPPO

LA CERA VIENE MODELLATA DALLE API FORMANDO IL COSIDDETTO


GLOMERE CERIGENO, AD UNA TEMPERATURA DI CIRCA 35°
LA FORMA NATURALE DEL FAVO
LA LAVORAZIONE DEL FOGLIO CEREO È UN LAVORO
INDIVIDUALE
L’ALVEARE “NATURALE”
VANTAGGI DEL FAVO NATURALE
• Tipologia di cellette scelta dalle api
• Costituzione armonica della colonia
(operaie/fuchi/miele)
• Dimensione delle cellette naturale per Apis mellifera
• Possibile influenza sulla Varroa?
• Eliminazione dei residui della cera commerciale
• Nessuna necessità di acquistare fogli cerei
• Maggior benessere delle api (La costruzione dei favi
è una operazione di gruppo e che stimola il
metabolismo dell’ape).
IN UN FAVO NATURALE COSTRUITO DALLE API LE
CELLETTE SONO DI VARIE DIMENSIONI

CELLETTE DA MIELE PIÙ GRANDI

CELLETTE DA
COVATA
FEMMINILE PIÙ
PICCOLE
LE API MOLTO SPESSO
COSTRUISCONO PIÙ IN
FRETTA FAVI
NATURALI CHE NON I
FOGLI CEREI LORO
FORNITI…. QUESTO
DEVE FAR PENSARE.

A TUTTI GLI
APICOLOTRI È
CAPITATA QUESTA
ESPERIENZA….
APICOLTURA NATURALE SIGNIFICA
USARE ARNIE NATURALI?

IN REALTÀ SI POSSONO USARE


MOLTI TIPI ARNIE DIVERSE.
Si può fare in modo che le api
costruiscano favi naturali anche
dentro arnie standard, ma alcune
arnie non garantiscono un adeguato
controllo delle malattie….
ARNIE NATURALI

NON ESSENDO
Bugno villico ISPEZIONABILI IN
FAVI NON O TEORIA NON
Warrè SONO AMMESSE
DIFFICLMENTE
DAI
ESTRAIBILI REGOLAMENTI
Perone VETERINARI IN
FAVI ALCUNE AREE
Kenya Top Bar
ESTRAIBILI

MIELE IL MIELE OTTENUTO DA


ESTRATTO PER SPERIMTURA HA DELLE
SPREMITURA CARATTERISTICHE MOLTO
DEI FAVI PARTICOLARI (POSITIVE)
ARNIE NATURALI

SVILUPPO
Nido naturale Situazione naturale
CASUALE

SVILUPPO
Bugno villico Sit. quasi naturale VERTICALE o
ORIZZONTALE

Warrè
Arnie modulari SVILUPPO
Perone VERTICALE

Arnia a volume SVILUPPO


Kenya Top Bar variabile ORIZZONTALE
NIDO NATURALE

SVILUPPO
GRADUALE:
ORIZZONTALE O
VERTICALE
MIELE

BUGNO VILLICO
WARRÈ

SVILUPPO PER
MODULI
SOVRAPPOSTI

PERONE

SVILUPPO ORIZZONTALE FAVO PER FAVO

KENYA TOP BAR


VOLUMI DI VARIE ARNIE E BUGNI
TIPOLOGIA ARNIA NIDO AGGIUNTE
Orizzontale conica tardoromana (Isthmia, Grecia) 17 litri
Orizzontale conica greca (Trachones, Grecia) 25 litri 7 litri
Vaso Orestada (Grecia) 22 litri
Tel Rehov (Israele) e cilindriche Giordania 81 litri
Orizzontale di ferula 29 litri
Orizzonatle Val Resia 36 litri
Kenia Top Bar 93 litri
Kenia Top Bar (Ghana version) 82 litri
Gold Star Hneybee Top bar 84 litri
BF Top bar 57 litri
Warré 18 litri 18 litri
Arnia Dadant Blatt (10 telaini) 55 litri 28 litri
Arnia Dadant Blatt (12 telaini) 66 litri 34 litri
Arnia Langstroth 42 litri 42 litri
British National 35 litri
William Broughton Carr (WBC) 33 litri
CONFRONTO TRA I VOLUMI
DI DIVERSI TIPI DI ARNIA
POPOLAMENTO DELLE ARNIE NATURALI

LE ARNIE NATURALI
BUGNO POSSONO VENIRE POPOLATE
CON SCIAMI NATURALI,
WARRE
PACCHI DAPI + REGINA,
PERONE OPPURE SCUOTENDOVI
TOP BAR DENTRO LE API E LA REGINA
DI UNA COLONIA ALLOGGIATA
IN UNA ARNIA RAZIONALE.

SOLO LA TOP BAR PERMETTE DI


TOP BAR FORMARE NUOVE COLONIE CON
FAVI DI COVATA E SCORTE.
VANTAGGI DELLE ARNIE NATURALI
• APICOLTURA NATURALE
• BENESSERE DELLE API BUGNO
• NO MELARI DA STOCCARE
WARRE
• NO FOGLI CEREI
• NO SMIELATORE PERONE
• NO MAGAZZINO TOP BAR
• NUTRIZIONE MINIMA
• API PIÙ CALME
• CONTROLLO INTERNO EFFICACE
TOP BAR
• GESTIONE SANITARIA CORRETTA
• POSSIBILITÀ DI RACCOLTO SCALARE

PER QUESTO MOTIVO SI È SCELTA


LA TOP BAR PER IL PRGETTO
ARNIA TOP BAR

È un’arnia orizzontale,
costituita da una unica
cassa.
È molto lunga almeno
nella sua forma originale
Non prevede telaini ma
stecche superiori.
È l’arnia naturale più
dffusa nel mondo.
QUALE ARNIA TOP BAR?
KENYAN TOP BAR GHANA VERSION
ASPETTI DA DEFINIRE
• Dimensioni e sagoma delle top bars (stecche)

• Altezza, angolo alle pareti laterali e lunghezza dell’arnia

• Collocazione della/e entrata/e

• Gestione della colonia al centro o ad una estremità dell’arnia

• Fondo chiuso o in rete

• Forma dei diaframmi, escludiregina, nutritori

• Presenza di un vassoio conta Varroa

• Presenza di una finestra laterale

• Presenza di una eventuale finestrella per raccolta propoli/arieggiamento


LARGHEZZA DELLE TOP BARS (STECCHE)
Le api costruiscono favi di larghezza varia, più stretti nel nido e più
larghi per le scorte di miele. In UK le larghezze (compreso lo
spazio d’ape variano da 32 a oltre 40 mm dal nido alle scorte.

Da questo fatto deriva il problema che le api,


specialmente per le scorte possono non seguire le
barre e fare favi trasversali

Tutte le barre uguali e larghe 35 mm


Per larghezza
Barra da 35 mm nel nido + listello
delle barre ci
da 5 mm per le scorte
sono quindi
varie soluzioni
Listello rotante di Gareth: barra da
28 mm + un listello di 7x12 mm
BARRA TUTTE UGUALI DA 35 mm

35 mm
barra

NIDO SCORTE

COVATA
COVATA

COVATA

MIELE

MIELE
MIELE
BARRA DA 35 mm NEL NIDO + LISTELLO DA 5 mm PER LE
SCORTE
35 mm 5 mm
barra listello

NIDO SCORTE

COVATA

COVATA
COVATA

COVATA

MIELE

MIELE
MIELE
LISTELLO ROTANTE DI GARETH:
BARRA DA 28 mm + UN LISTELLO DI 7X12 mm

barra
listello

7x12 mm
28 mm
NIDO COVATA
SCORTE
COVATA

MIELE

MIELE
MIELE
ULTERIORI VANTAGGI DEL METODO DI GARETH
1) In fase di riaccosto delle barre il listello semplifica al
massimo la chiusura delle barre scacciando in modo
semplice ed efficace le api.
ULTERIORI VANTAGGI DEL METODO DI GARETH

2) Controllo visivo della


presenza di ponti, favi
errati etc., con la sola
estrazione dei listelli
ULTERIORI VANTAGGI DEL METODO DI GARETH

3) Facilità di trattamento con Ac. Ossalico gocciolato solo


rimuovendo i listelli
LUNGHEZZA DELLE TOP BARS (STECCHE)

In genere sono usate due misure:


17 pollici (= 43,18 cm)
19 pollici (= 48,26 cm)
Si potrebbe usare anche una lunghezza compatibile
con un’arnia standard, nel caso della Dadant 47
cm…..

La lunghezza delle barre è anche correlata all’altezza


dell’arnia…
SAGOMA E SEZIONE DELLE TOP BARS (STECCHE)

INCERATO
LISTELLO
FOGLIO
CEREO
CERA
FUSA
1A

1B

INCERATO

2A

NON INCERATO
2B
LA “GOLD STAR HONEYBEES® TOP BAR”
USATA DA CHRISTY HEMENWAY
ALTEZZA E ANGOLO ALLE PARETI LATERALI

Bassa e larga:
paesi caldi

Alta e stretta :
paesi freddi
IN NATURA LE API TENDONO A COSTRUIRE I FAVI CON
DIREZIONE NORD-SUD
E CON ENTRATE IN DIREZIONE SUD

ENTRATA

N S
COLLOCAZIONE DELLA/E ENTRATA/E
La collocazione delle entrate è strettamente legata alla
gestione della colonia e del suo sviluppo

N
ENTRATA
SUL LATO
CORTO

ENTRATTA SUL ENTRATTA SUL


LATO LUNGO LATO LUNGO AL
ALL’ESTREMITÀ CENTRO
S
POSIZIONE E FORMA DELLE APERTURE
SUL LATO CORTO

FORI IN ALTO

FESSURA IN BASSO
POSIZIONE E FORMA DELLE APERTURE
SUL LATO LUNGO

IN ALTO

IN BASSO

AD UNA AL CENTRO
ESTREMITÀ
ENTRATA SUL O VICINO AL LATO CORTO
La collocazione dell’entrata sul lato corto o nei suoi pressi è
adatta alla gestione della colonia e del suo sviluppo in una
sola direzione.
N
ENTRATA SVILUPPO
SUL LATO COLONIA
CORTO

ENTRATTA SUL
LATO LUNGO
ALL’ESTREMITÀ
S
ENTRATA AL CENTRO DEL LATO LUNGO
La collocazione dell’entrata al centro del lato lungo è adatta
alla gestione della colonia e del suo sviluppo in due
direzioni.
N
SVILUPPO SVILUPPO
COLONIA COLONIA

ENTRATTA SUL
LATO LUNGO AL
CENTRO S
FONDO CHIUSO O A RETE CON O SENZA CASSETTO

FONDO IN RETE: PAESI CALDI

OVVIAMENTE È POSSIBILE UNA


SOLUZIONE INTERMEDIA CON
FONDO IN RETE E CHIUSURA
MOBILE

FONDO CHIUSO: PAESI FREDDI


I PRIMI 12-14 FAVI I FAVI SUCCESSIVI
VENGONO SEMPRE POSSONO ESSERE
LASCIATI ALLE API RACCOLTI E SPREMUTI

DIAFRAMMA

COVATA MIELE

LA RACCOLTA DEL MIELE PUÒ ESSERE PROGRESSIVA


NON DOVENDO LE API RIEMPIRE UN MELARIO O UN
CORPO DELL’ARNIA. IL PRIMO ANNO IL RACCOLTO PUÒ
ESSERE MINIMO O MANCARE DEL TUTTO.
I PRIMI 14-16 FAVI I FAVI SUCCESSIVI
VENGONO SEMPRE POSSONO ESSERE
LASCIATI ALLE API RACCOLTI E SPREMUTI

COVATA MIELE

UN’ARNIA ALLOGGIATA IN UNA ARNIA TOP BAR IN


GENERE ENTRA IN PRODUZIONE VERA E PROPRIA SOLO IL
SECONDO ANNO. PUÒ PRODURRE ANCHE SOLO IL 10% IN
MENO DI UNA COLONIA IN ARNIA NORMALE
PROGETTO PER L’
L’AUTOCOSTRUZIONE
DELL’
DELL’ARNIA

BF TOP BAR
CON ALCUNE VARIANTI COSTRUTTIVE
Febbraio 2016

Progetto realizzato da Paolo Fontana


con la collaborazione di Marco Valentini
BF TOP BAR UN PROGETTO CONDIVISO
L’ARNIA BF TOP BAR SI BASA SULL’ANGOLO DI 120°.
LA SUA SEZIONE INTERNA, CIOÈ IL DIAFRAMMA,
È L’ESATTA METÀ DI UN ESAGONO

120°

120°
MISURA BASE DELLA BF TOP BAR: DIAFRAMMA
440 mm
22 mm
110 mm
22 190 mm 110 mm

190 mm
190 mm

190 mm
190 mm

190 mm
mm
0m
m

220
60° 190 mm

22 mm
110 mm 110 mm
410 mm
I VARI SCHEMI DEL PROGETTO SI RIFERISCONO, SE NON ALTRIMENTI
SPECIFICATO, A TAVOLE DI 22 mm DI SPESSORE. IN CASO DI SPESSORI
DIVERSI LE MISURE DELLE VARIE PARTI VANNO ADATTATE AGLI SPESSORI
CHE SI STANNO USANDO.
LATO ANTERIORE: CON APERTURE

100 mm
220 mm

20 mm
100 mm
500 mm

1000 mm

L1 LATO POSTERIORE: SENZA FINESTRA


220 mm

1000 mm
VERSIONE CON APERTURE SUL LATO CORTO

20 mm 30 mm

100 mm 100 mm
280 mm

20 mm
60 mm
CASSETTO FONDO ANTIVARROA

RETE

STECCA
FISSA
APICOLTURA TOP BAR

• COMPRENSIONE PIÙ PROFONDA


DEL SUPERORGANISMO ALVEARE
• APICOLTURA FAMILIARE
• API PER LA BIODIVERSITÀ
• RICREAZIONE DI ECOTIPI LOCALI?
• NUOVO MODELLO DI APICOLTURA
PROFESSIONALE?
ESPERIENZE PRATICHE SULL’ARNIA PRESSO LA
FONDAZIONE EDMUND MACH (TN)
Operazioni Preliminari
Preparazione della postazione
• La parete lunga con i fori deve essere orientata a SUD o SUD-EST.

• Le BF Top bar vanno posizionate ad una altezza da terra di circa 50-70 cm.

• Si possono usare in tal senso dei blocchi di cemento. L’appoggio deve


essere solido e stabile.

• Le Top bar devono essere sistemate perfettamente in piano, quindi in bolla,


sia nel senso longitudinale che trasversale (un posizionamento
errato può influire sulla corretta costruzione dei favi).

SUD o
SUD-EST 50-70 cm
Operazioni Preliminari
Verifica della perfetta battuta del cassetto inferiore sulla parete anteriore
Verificare che non vi sia uno spazio che durante il popolamento della Top bar
possa indurre le api a entrare sotto la rete del fondo.
Predisposizione delle barre
Si deve decidere se utilizzare le barre della BF Top Bar applicandovi nel solco
predisposto un listello di 2 cm di foglio cereo (cera biologica) o gli appositi listelli
in compensato.

In caso si usi il listellino di legno,


questo va fissato con un chiodino o
una graffetta nel mezzo.
Il listellino meglio non sporga oltre
5 mm 5 mm.
Preparazione delle barre
Si può usare una soluzione ibrida, iniziando
con le prime 8 barre con strisciolina di foglio
cereo e poi proseguire lo sviluppo della
colonia con i listelli di legno. Altra possibilità
è l’uso di barre triangolari.
La scelta sembra poco influente ma ognuno
deve farsi la propria esperienza.

Preparare almeno 3 litri di sciroppo zuccherino 1:1 (1 litro di acqua, 1 kg di


zucchero e 2,5 cc di aceto bianco) e riempire due barattoli da 1 kg di miele,
praticando tre forellini da circa 1,5-2 mm) nel tappo: Conservare il resto per i
giorni successivi. Per gli sciami naturali questa operazione è opzionale.
COME Popolare un’arnia BF TOP BAR
Per popolare un’arnia Top Bar ci sono diverse opzioni. L’aspetto più importante
è la stagione in cui si pensa di popolare l’arnia perché la colonia di api deve
avere il tempo e le risorse per costruire almeno 12-14 favi con covata e scorte
abbondanti. La costruzione di un tale numero di favi può richiedere anche solo
1-2 mesi, ma in genere è consigliato non popolare una Top Bar dopo la fine di
maggio.
Ci sono 5 modalità per polare una Top Bar:
1. Inserendo uno sciame naturale.
2. Inserendo un pacco d’api ed una regina feconda riposta in una gabbietta .
3. Trasferendo le api scosse da 5-7 telaini di una colonia in arnia standard
accompagnate dalla loro regina riposta in una gabbietta.
4. Utilizzando l’arnia Top bar come “trappola” per sciami naturali,
posizionandola cioè nei pressi di un apiario.
5. Trasferendo favi con api, scorte e covata giovane (o con regina) da un’altra
colonia allevata in una Top Bar (divisione della colonia).
La possibilità di ritagliare dei favi abitati da una colonia in arnia standard
adattandoli alla Top Bar è troppo cruenta e in contrasto con i vantaggi del
favo naturale quindi è assolutamente sconsigliata.
Operazioni Preliminari
Posizionamento di barre, diaframmi e nutritore; chiusura di alcuni fori d’entrata

In tutti i casi si consiglia in primo luogo di predisporre le barre e i diaframmi


nel modo illustrato:
Diaframma Diaframma Coprire tutto lo spazio
con fori senza fori ed eventualmente
aggiungere uno o più
listelli

Otto barre e relativi listelli in Otto barre e relativi listelli Otto barre e relativi listelli in
posizione stretta (7 mm) in posizione stretta (7 mm) posizione larga (12 mm)

Fori

Fori tappati aperti tappati

NUTRITORE

Sezione dell’arnia in visione posteriore


Operazioni Preliminari
Apertura del vano di inserimento delle api

Rimuovere tutte le barre e i listelli della porzione centrale:

Diaframma Diaframma Coprire tutto lo spazio


con fori senza fori ed eventualmente
aggiungere uno o più
listelli

Otto barre e relativi listelli in Otto barre e relativi listelli in


posizione stretta (7 mm) posizione larga (12 mm)

Fori

Fori tappati aperti tappati

NUTRITORE

Sezione dell’arnia in visione posteriore


Operazioni Preliminari

Scegliere un giorno con clima caldo che sarà seguito da giornate belle e
soleggiate.
Le api infatti dovranno costruire i favi, operazione che richiede temperature
non basse oltre che risorse alimentari adeguate.
1. Inserimento di uno sciame naturale/A

1. Posizionare la BF Top Bar nei


pressi dello sciame.

2. Prelevare lo sciame intatto se


SCIAME
possibile o scuoterlo dentro un
secchio.

SCIAME 3. Scrollare lo sciame come in


una normale arnia o versarlo
dal secchio.

Fori

Fori tappati aperti tappati

NUTRITORE
1. Inserimento di uno sciame naturale/B
4. Riposizionare le barre sopra lo sciame con
cautela. Spazzolare eventuali api da sopra le N.B. Uno sciame naturale
barre una volta posizionate. potrebbe anche non
essere nutrito.. ma un
5. Verificata l’avvenuta “cattura” dello sciame aiutino può giovare.
(le api entrano e non escono), e dopo Posizionare i vasi con lo
mezzora circa posizionare la Top Bar nella sciroppo zuccherino 1:1
postazione definitiva. sul nutritore solo dopo
aver collocato la Top bar
6. Verificare la corretta posizione del nutritore e in posizione definitiva.
posizionare i barattoli con lo sciroppo 1:1.

Fori

Fori tappati aperti tappati

NUTRITORE
SCIAME
12 stecche con strisciolina di foglio cereo

stoppagiani@virgilio.it
5 maggio 2015
Caricata con uno
sciame

stoppagiani@virgilio.it
Lo sciame prende
possesso del nuovo
abitacolo

stoppagiani@virgilio.it
Posizionato il diaframma,
si procede a posare le
stecche più un distanziale
da 7 mm

11/03/2016 9.51 stoppagiani@virgilio.it


stoppagiani@virgilio.it
Inserite le dodici stecche si
termina con un secondo
diaframma, la famiglia è
posizionata al centro
dell’arnia

stoppagiani@virgilio.it
11 maggio

stoppagiani@virgilio.it
Vista da sud

stoppagiani@virgilio.it
Vista da nord

stoppagiani@virgilio.it
Hanno lavorato su
8 stecche

stoppagiani@virgilio.it
6 favi erano
quasi completi

stoppagiani@virgilio.it
Inserimento di un pacco per TB d’api e regina
3. Spruzzare leggermente le api nel pacco e posizionare il pacco d’api alla destra.
4. Riposizionare 5-6 barre con i relativi listelli.
5. Togliere la chiusura del pacco.
6. Completare la chiusura delle barre eventualmente spingendo verso sinistra il
pacco e il diaframma di destra.
PACCO D’API PER
BF TOP BAR

Rimuovere la
chiusura del
pacco

Gabbietta
con ape
regina
NUTRITORE
Inserimento di un pacco per TB d’api e regina
7. Togliere il cassetto del fondo per garantire l’aereazione della colonia
8. Lasciare l’arnia con tutti i fori chiusi per tutto il giorno successivo.
9. Aprire due fori dell’arnia nel tardo pomeriggio del secondo giorno.

Gabbietta
con ape
regina
NUTRITORE

RIPOSIZIONARE IL CASSETTO DEL FONDO


Inserimento di un pacco per TB d’api e regina
10. Rimettere il cassetto del fondo
11. Dopo altri 2-3 giorni rimuovere la scatola del pacco d’api
12. Riposizionare il diaframma e le barre mancanti.
13. Verificare il consumo di nutrimento ed in caso integrare.

NUTRITORE
2. Inserimento di un pacco d’api e regina/A
1. Posizionare la Top bar nella posizione definitiva e sistemare anche i vasi
con lo sciroppo zuccherino 1:1.
2. Prelevare la gabbietta con la regina dal pacco d’api (togliere l’eventuale
linguetta di chiusura) e posizionarla nella prima barra a sn (vedi istruzioni
di montaggio BF Top Bar).
3. Togliere l’eventuale barattolo
di nutrimento o il candito
dalla scatola del pacco d’api e
scrollare le api dentro il vano
PACCO centrale.
D’API

Gabbietta
con ape
regina
NUTRITORE
2. Inserimento di un pacco d’api e regina/B

4. Riposizionare con cautela le barre sopra lo sciame e spazzolare eventuali


api prima di collocare il tetto.

5. Mettere la scatola del pacco d’api ai piedi della Top bar, con l’apertura
verso l’alto, per il recupero delle poche api non uscite.

6. Nei giorni seguenti verificare il consumo di sciroppo sollevando le barre


del primo vano a sn o dalla finestra posteriore. Per l’inizio della nuova
colonia con un pacco d’api serviranno almeno 3-4,5 litri di sciroppo, ma
questo fabbisogno deve essere verificato in base alla costruzione dei favi.

Fori

Fori tappati aperti tappati

NUTRITORE API DEL


PACCO
ALLESTIMENTO DI UN APIARIO TOP BAR IN FEM (Vigalzano)
eseguito il 20 maggio 2015 con pacco d’api di 1,8 kg
3. Trasferimento di api e regina da una colonia in arnia
standard/A
1. Se la colonia in arnia standard è su 10 telaini abitati, si possono prelevare le
api da 6-7 telaini e lasciare le altre nell’arnia per l’allevamento di una nuova
regina suppletiva. Se invece è una colonia su 6 telaini se ne possono
prelevare 5 di api. Lasciare nell’arnia standard le api che coprono un telaino
di covata giovane.
2. Individuare la regina e inserirla in una gabbietta con alcune api
accompagnatrici.
3. Spostare l’arnia standard ed al suo posto collocare l’arnia Top bar con tutte
le barre a posto ed anche il nutritore con i due barattoli di sciroppo 1:1.
4. Spostare le barre del vano centrale e posizionare la gabbietta con la regina
nella prima barra a sx (vedi istruzioni di montaggio BF Top Bar).

Gabbietta
con ape
regina
NUTRITORE
3. Trasferimento di api e regina da una colonia in arnia
standard/B
5. Prelevare a uno a uno i 5-7 telaini coperti di api e scrollarli, tenendoli
verticalmente, con un colpo secco (senza toccare la Top bar) dentro il vano
ventrale.

6. Rimettere i telaini da cui 6.Completato lo scuotimento


sono state scosse le api delle api richiudere il vano
nell’arnia o arnietta centrale con le barre e i listelli
standard. e spazzolare eventuali api
prima di collocare il tetto.

Gabbietta
con ape
regina
NUTRITORE
Collocare la Top Bar con la porzione centrale aperta
presso la colonia da trasferire.
Individuare e con cautela ingabbiare la regina con alcune api operaie.
Togliere, se presente, la linguetta di chiusura della gabbietta da regine.
Mettere la Top bar al posto dell’arnia contenente la colonia e fissare alla prima
barra a sinistra la gabbietta con la regina.
Prelevare a uno a uno i 5-7 telaini coperti di api e scrollarli con un colpo secco
(senza toccare la Top bar) dentro il vano ventrale.
Completato lo scuotimento delle api richiudere il vano centrale con le barre e i listelli e
spazzolare eventuali api prima di collocare il tetto.
Nel giro di mezzora o poco più la maggior parte delle api si sarà orientata e già dopo un
paio di ore ritornerà l’ordine di volo alle porticine.
5. Formazione di un nucleo da colonia in Top Bar
Avendo una colonia dentro una Top bar con almeno 10 favi con covata e 5-6
completi con scorte, si può procedere alla divisione della colonia.
In questa colonia ben sviluppata sono aperti i due primi fori a sn e almeno 3 di
quelli centrali.
Se si trova la regina conviene lasciarla nell’arnia originaria e si prelevano da
questa 4-5 favi con covata, di cui almeno un paio con uova e larvette di 1-2
giorni, e 3 di scorte. Tutti i favi vanno prelevati ben coperti da api.

Barre con favi di covata Barre con favi di miele Barre vuote o in Diaframma
costruzione con fori

COLONIA ORIGINARIA
5. Formazione di un nucleo da colonia in Top Bar
Dopo il prelevo dei favi per la costituzione del nucleo, la colonia originaria va
spostata verso il centro dell’arnia (per far sviluppare in seguito il nido di
covata verso sn), inserendo un diaframma a sn.
Collocare 2 barre all’inizio ed alla fine dei favi di covata (con listello a 7 mm), e
lasciare 2 barre a fine dei favi di scorte (con listello a 12 mm).
Alla colonia originaria si chiudono i 2 fori di sx e si lasciano aperti 3 di quelli
centrali.

Barre con favi di covata e Diaframma


2 barre vuote con listelli a Barre con favi con fori
7 mm di miele

Fori tappati 3 Fori aperti

COLONIA ORIGINARIA
5. Formazione di un nucleo da colonia in Top Bar
Anche la nuova colonia va posizionata al centro dell’arnia (per far sviluppare in
seguito il nido di covata verso sx), inserendo un diaframma a sx e uno a dx.
Lasciare 1 barra alla fine dei favi di covata ed una alla fine dei favi di scorte (con
listello a 12 mm).
Alla nuova colonia si chiudono i 2 fori di sn e si lasciano aperti 2 di quelli
centrali.
La nuova colonia va spostata in un apiario ad almeno 1,5-2 km.
La colonia orfana dovrà costruirsi delle celle reali e allevare una regina
Barre con favi di
suppletiva. Barre con favi di miele e 2 barre Diaframma
covata e barra con vuote con listello a con fori
listelli a 7 mm 12 mm

Fori tappati 2 Fori aperti

NUOVA COLONIA (NUCLEO ORFANO)


L’estrazione del Miele
L’estrazione del miele avviene prelevano un favo di miele, tagliando il
favo e poi per spremitura
Trattamenti Antivarroa

Il trattamento contro la varroa nello scorso anno è stato eseguito


effettuando l’ingabbiamento della regina e successivamente trattato con
Apibioxal gocciolato.

L’applicazione dell’apibioxal è stato fatto rimuovendo il listello di Garreth.

Dose di applicazione: 2 cc per interbarra abitata.


Confronto: Costruzione dei favi

5 COLONIE CON STRISCIA DI FOGLIO CEREO E 5 CON SOLO LISTELLO DI LEGNO

TB 1-5 solo listello di legno

TB 6-10 striscia foglio cereo


SOLO LISTELLO DI LEGNO

STRISCIA DI FOGLIO CEREO


Sviluppo delle colonie: Apiario di Vigalzano
Sviluppo delle colonie: Apiario di Vigalzano

• Tutte le colonie sono vive


ad eccezione di una colonia
in cui la regina ha
abbandonato l’arnia dopo il
caricamento.
•Le regine sono quelle che
sono state inserite
•Le colonie al 24 febbraio
2016 presentano uova, larve
e covata opercolata con
regine quindi in attività
PRIME CONSIDERAZIONI POSITIVE
• Il sistema del listello di Gareth sembra funzionare bene e non è
macchinoso, permette l’utilizzo di apibioxal gocciolato.
• L’apertura sul lato lungo e soprattutto la gestione tra i diaframmi
funziona molto bene.
• Il nutritore a depressione proposto è
adeguato nella maggior parte
dei casi.
• Il favo di dimensioni ridotte facilità
la costruzione e il completamento
come pure lo sviluppo
delle colonie.
PRIME CONSIDERAZIONI POSITIVE

• Le arnie caricate con sciami naturali non hanno necessitato di


nutrizione aggiuntiva ed in pochi giorni hanno costruito
• L’apertura sul lato lungo e soprattutto la gestione tra i diaframmi
funziona molto bene.
• Il nutritore a depressione proposto è adeguato nella maggior parte
dei casi.
• Il favo di dimensioni ridotte facilità la costruzione e il
completamento come pure lo sviluppo delle colonie.
PRIME CONSIDERAZIONI NEGATIVE
• Le arnie top bar vanno “caricate” con un numero
consistente di api, specie se usando il pacco di api
• Con la tecnica del pacco di api più regina nuova la
probabilità di deriva è elevata: sarebbe necessaria
una gabbia per pacchi d’api conformata per il suo
inserimento nella top bar al fine di rilasciare le api
dentro l’arnia chiusa..
• Le colonie vanno insediate prima possibile in primavera e
possibilmente 2-3 settimane prima di una
abbondante fioritura come l’acacia altrimenti i favi
posso risultare non del tutto regolari.
• È opportuno non sconvolgere l’ordine dei favi specie nel
nido di covata
PRIME CONSIDERAZIONI NEGATIVE
• Le colonie da cui è stata tolta la covata a fine giugno per
la costituzione di nuovi nuclei sono collassate,
mentre i nuclei stanno bene
• Si sono verificati casi in cui il favo è collassato, nella
maggior parte dei casi quando è stato utilizzato
come innesto costituito da un pezzetto di foglio
cereo
•In pochi casi il nutritore a depressione è stato sostituito
con un nutritore a ciambella
Favo collassato

11/03/2016 9.51 stoppagiani@virgilio.it


PROSPETTIVE DI INDAGINE

• Dimensioni minime delle colonie per lo svernamento


• Quantità di scorte adatte allo svernamento
• Ripresa primaverile
• Propensione alla sciamatura
• Produttività
• Andamento delle infestazioni da Varroa
• Altri prodotti contro la varroa (es ac. Formico)
• Dimensione delle cellette
• Dimensioni delle api
• Altri aspetti sanitari
ESPERIENZA IN MAREMMA 2015
Maremma: 18 marzo 2015
Maremma: 18 marzo 2015
Maremma: 18 marzo 2015
Maremma: 18 marzo 2015
Maremma: 20 marzo 2015
Maremma: 22 marzo 2015
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 7
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 6
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 5
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 4
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 3
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 2
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 1
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 9
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 8
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 7
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 6
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 5
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 4
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 3
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 2
Maremma: 28 marzo 2015 BARRA 1
GRAZIE PAOLO FONTANA
Fondazione Edmund Mach

DELL’ATTENZIONE Centro Trasferimento Tecnologico

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