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SOSTITUTO D’IMPOSTA
La struttura dell’obbligazione rimane intatta, il sostituto è individuato dalla legge come figura
terza che ha l’obbligo di versare allo Stato un’imposta a titolo di acconto e può esercitare il
diritto di rivalsa nei confronti del sostituito e non è soggetto passivo del tributo.
Hp patologiche:
- Se il sostituto non effettua la ritenuta e non la versa lo Stato la legge non dice nulla,
poiché la legge impone un obbligo al sostituto. Lo Stato può chiedere al sostituto di
pagare la ritenuta alla fonte a titolo di acconto e anche una sanzione. Il sostituito in
questo caso, quando va dichiarare il reddito non ha il diritto di scorporare la ritenuta
d’acconto perché non gli è stata fatta mese per mese in busta paga e non può quindi
scalarla dal reddito.
- Se il sostituto effettua la ritenuta e non la versa il dipendente avendo subito la
ritenuta non può esserne assoggettato al pagamento, né alla ritenuta che all’IRPEF
corrispondente. Tra sostituto e sostituito c’è un rapporto privatistico: intercorre un
rapporto di credito-debito, nel senso che è un rapporto di lavoro. Se allora il datore di
lavoro trattiene più del dovuto, nasce una lite tra privati che non per forza riguarda
l’amm.ne finanziaria. Solo il sostituto (datore di lavoro) sarà in debito con lo Stato.
Art. 2214 c.c. “L'imprenditore che esercita un'attività commerciale deve tenere il libro
giornale e il libro degli inventari.
Deve altresì tenere le altre scritture che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni
dell'impresa e conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei
telegrammi e delle fatture ricevute, nonché le copie delle lettere, dei telegrammi e delle fatture
spedite.
Le disposizioni di questo paragrafo non si applicano ai piccoli imprenditori.”
L’imprenditore commerciale è tenuto a compilare alcuni libri e registri (libro giornale, libro
degli inventari, libro cespiti ammortizzati, libro mastro).
Il fisco invece impone la tenuta di altre scritture contabili a seconda che si sia obbligati (limiti
quantitativi di fatturato, o per la veste giuridica dell’impresa) alla contabilità ordinaria o a
quella semplificata. Per SPA e imprenditori individuali è sempre concesso di optare per
scrittura contabili semplificate. Altrimenti i limiti sono 400.000 $ per chi eroga servizi e 700.000
per gli altri.
ORDINARIA: libri inventari mastro ecc, registri iva e cespiti ammortizzabili. Più o meno
coincidono con quelli imposti dal codice civile.
SEMPLIFICATA: è obbligato a tenere soltanto i registri iva (acquisti e vendita).
DPR 600 del 73 art 13.
Perché il soggetto che è obbligato a tenere i libri contabili deve poi consegnare la
dichiarazione anche se non ha effettuato alcun reddito (è in perdita)?
Perché la perdita rilevata in un certo periodo può essere compensata da successivi redditi.
Anche se non si è realizzato il presupposto devo presentare la dichiarazione.
Termini di presentazione:
Il contribuente attraverso l’intermediario deve presentare per via telematica entro il 30
settembre l’UNICO del 2018 relativo al reddito 2017. Questo termine è perentorio quindi
implica una violazione di legge se viene superato.
Casi di ritardo:
- Entro 90 giorni: subisco una sanzione pari a 1/8, è tardiva, ma valida.
- Oltre 90 giorni: ai fini fiscali, si considera omessa; tranne per un aspetto (utile solo al fisco),
gli effetti sono come se non l’avessi presentata, ma vale come titolo per la riscossione; come
conseguenza dell’omissione, l’amm.ne finanziaria può effettuare un accertamento d’ufficio
(può usare mezzi presuntivi e quindi può immaginare il reddito sulla base di alcuni elementi,
sta a me dimostrare il mio reddito) e decretare una sanzione pari al 100-200% dell’imposta
presunta.
- Dichiarazione nulla quando non è sottoscritta (non è firmata). La dichiarazione può
essere corretta/firmata (non è quindi vincolante). Le correzioni possono essere a favore o a
sfavore del contribuente (se si sia dichiarato di più o di meno). Non potendo annullare la
dichiarazione, ne dichiaro un’altra: una dichiarazione integrativa (a favore o sfavore).
- Dichiarazione infedele non ho dichiarato tutti i redditi, se il fisco mi scopre manda un
avviso di accertamento in cui sarà chiesta la maggior imposta non pagata più sanzioni.
Correzioni di dichiarazioni:
I termini nei quali si può correggere una dichiarazione era prima di un anno e dove non
fossero presenti accertamenti;
con la legge di stabilità è invece stata ampliata l’ipotesi di correzione anche qualora partissero
gli accertamenti di controllo, il termine è diventato di 5 anni.
I termini di decadenza dei controlli che possono farmi invece sono entro 5 anni. Se si riscontra
un reato fiscale allora il termine diventa 7 anni.
Se il contribuente ha già ricevuto un accertamento o è in corso senza ancora esito e ho avuto
un ravvedimento, posso avvisare il fisco per coordinarci.
IRPEF e IRES tassano coloro che percepiscono un reddito. La distinzione delle imposte
dipende dalla natura giuridica del soggetto passivo.
REDDITO non troviamo una definizione precisa. Ai fini Irpef troviamo categorie reddituali.
In generale esistono due nozioni del reddito, quello entrata e quello prodotto.
Il reddito entrata si riferisce a tutte le entrate che percepisce il soggetto passivo e che quindi
incrementano il suo patrimonio, a prescindere dal fatto che queste entrate siano prodotte da
una fonte produttiva (se vinci la lotteria inserisci il reddito qui dentro).
Il reddito prodotto si riferisce solo al reddito prodotto da una fonte produttiva, che può
essere un bene immobile, un’impresa od un’attività di lavoro. Tra queste nozioni noi abbiamo
una nozione ibrida. Non c’è una scelta chiara verso una delle due opzioni. Troviamo 6
categorie reddituali:
1) Redditi fondiari; 2) Redditi di capitale; 3) Redditi di lavoro autonomo; 4) Redditi di lavoro
dipendente; 5) Redditi di impresa; 6) Redditi diversi.
Il legislatore ha pensato di tassare tutti i possibili redditi.
Ogni categoria ha un suo metodo di determinazione/valutazione del reddito.
Alcune di queste categorie sono opzioni per il reddito prodotto. Molte si riferiscono al reddito
prodotto (es. quello da lavoro), tuttavia i redditi diversi (nei quali vi sono per esempio le
vincite alla lotteria) fanno parte del reddito entrata ecco la declinazione ibrida.
Il reddito è un concetto dinamico.
Patrimonio un insieme di situazioni giuridiche soggettive a contenuto economico, possono
essere sia attive che passive. È un concetto statico poiché in un certo periodo sai a quanto
ammonta il patrimonio facendo differenza tra attivo e passivo.
Reddito concetto di flusso, è l’incremento del patrimonio prodotto dall’imprenditore, infatti
è riferito ad un periodo di imposta, solitamente un anno.
ART.1 DPR 917 1986 “Presupposto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche è il
possesso di redditi in denaro o in natura rientranti nelle categorie indicate nell'articolo 6.”
Presupposto di IRPEF è il possesso di redditi in denaro o in natura elencati nell’art. 6 (quelle
viste prima). Presupposto è un elemento essenziale.
Possesso di redditi: presuppone una situazione di fatto con la cosa, ossia il diritto di godere e
disporre della cosa. È da intendere in maniera diversa dal c.c. tuttavia perché il c.c intente con
“possedere” il “percepire”. È più complicato da intendere quando ci si riferisce a redditi che
non costituiscono somme di denaro. Esempio: i redditi fondiari molte volte sono figurativi,
non incasso una somma di denaro ho una seconda casa non utilizzata, tale casa non
produce reddito. Fiscalmente il fatto di essere proprietario di una casa è visto come un’utilità;
avere una seconda casa fiscalmente produce un reddito sulla base del catasto (dove sono
iscritti tutti gli immobili). ad essi è attribuita una rendita figurativa, poiché non ottieni
denaro. Con questi redditi diventa difficile rilegarsi alla percezione di reddito.
Il possesso va inteso come possesso di fonte produttiva di reddito (astrattamente casa
potrebbe produrre reddito). La nozione di possesso è ampia e complessa. O è inteso come
percezione del reddito o possesso della fonte produttiva che astrattamente potrebbe produrre
il reddito.
Reddito può essere in denaro o in natura:
- in natura: utilità non espressa in denaro, che però ai fini della tassazione deve essere
convertita o convertibile in denaro, al fine di giungere alla base imponibile. Alcuni esempi
possono essere i benefici concessi dal datore di lavoro (auto o telefono aziendale) non
espressi monetariamente frange benefits.
Il criterio per raggiungere la base imponibile è il criterio normale espresso all’art. 9 comma 3
del testo unico (TUIR) “Per valore normale, salvo quanto stabilito nel comma 4 per i beni ivi
considerati, si intende il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della
stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di
commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e,
in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi. Per la determinazione del valore normale si fa
riferimento, in quanto possibile, ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi
e, in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle camere di commercio e alle tariffe professionali,
tenendo conto degli sconti d'uso. Per i beni e i servizi soggetti a disciplina dei prezzi si fa
riferimento ai provvedimenti in vigore.”
VALORE NORMALE è il prezzo mediamente praticato per beni e servizi similari in
condizioni di libera concorrenza. Per la determinazione del valore normale si fa riferimento in
quanto possibile ai listini e alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni, in mancanza si usano
quelli delle camere di commercio od i listini professionali.
La norma prosegue parlando anche di azioni ed obbligazioni; ad esempio per quelle di società
quotate il valore normale è determinato dalla media aritmetica dei prezzi nell’ultimo mese. Se
non sono quotate devo vedere il patrimonio netto. Il fisco si preoccupa per impedire manovre
elusive. (comma 4 “Il valore normale è determinato:
a) per le azioni, obbligazioni e altri titoli negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri, in
base alla media aritmetica dei prezzi rilevati nell'ultimo mese;
b) per le altre azioni, per le quote di società non azionarie e per i titoli o quote di partecipazione
al capitale di enti diversi dalle società, in proporzione al valore del patrimonio netto della
società o ente, ovvero, per le società o enti di nuova costituzione, all'ammontare complessivo dei
conferimenti;
c) per le obbligazioni e gli altri titoli diversi da quelli indicati alle lettere a) e b),
comparativamente al valore normale dei titoli aventi analoghe caratteristiche negoziati in
mercati regolamentati italiani o esteri e, in mancanza, in base ad altri elementi determinabili in
modo obiettivo.”)
I soggetti passivi sono le persone fisiche residenti e non nello stato. Occorre capire cos’è la
residenza. Se sei soggetto residente, l’Italia tassa i tuoi redditi ovunque prodotti nel mondo.
Tassa i non residenti solo per i redditi prodotti in Italia.
C’è il rischio di doppia tassazione che è illegittima, poiché lo stesso reddito non può essere
tassato due volte.
Il comma 2 ci dice che ai fini delle imposte sui redditi sono residenti tutte le persone che sono
iscritte nell’anagrafe dello stato residente o hanno nel territorio dello stato il domicilio o la
residenza ai sensi del c.c.
Il reddito tuttavia si riferisce all’anno solare. Dunque dire che si è iscritti all’anagrafe vuol dire
che siamo iscritti nelle liste dei comuni. Per la maggior parte del periodo di imposta significa
che devi essere iscritto all’anagrafe per almeno 6 mesi.
3 sono i criteri che riguardano la residenza:
1) Domicilio è il luogo in cui confluiscono i propri affari ed interessi. Con questa espressione
si intendono sia gli interessi personali e familiari che quelli economici.
2) Residenza (secondo c.c.) dimora abituale.
3) Iscrizione all’anagrafe della popolazione residente perla maggior parte dell’ultimo periodo
d’imposta (anno solare).
È sufficiente uno solo dei criteri per avere la residenza.
Al primo criterio non può essere data una prova diversa… negli altri due sì.
Il comma 2 bis introduce una presunzione legale. Il legislatore prevede una relazione tra
fatto noto ed ignoto. È un’ipotesi probabilistica è una relazione tra fatto noto ed ignoto:
dove la persona è residente? (fatto ignoto) il fatto noto è il fatto che in concreto mi fa capire
dove abita la persona. Si considerano residenti salva prova contraria gli italiani cancellati
dall’anagrafe e che sono residenti in stati diversi individuati dal DPR che stabilisce i paradisi
fiscali (black list). tale decreto doveva essere sostituito dal decreto con quelli della white
list. stati che collaborano per evitare evasione fiscale. Prima in Svizzera c’era il segreto
bancario, ora non più. Chi non ha aderito agli accordi e non rientra nella white fa parte della
black. Il senso di tale presunzione è quello di stabilire che se una persona si è trasferita in un
paradiso fiscale lo sta facendo solo per motivi fiscali, e allora si presume residente in Italia
salva prova contraria. La norma contrasta i trasferimenti fittizi.
“1. L'imposta si applica sul reddito complessivo del soggetto, formato per i residenti da tutti i redditi
posseduti e per i non residenti soltanto da quelli prodotti nel territorio dello Stato, al netto degli oneri
deducibili indicati nell'articolo 10.
2. In deroga al comma 1 l'imposta si applica separatamente sui redditi elencati nell'articolo 16, salvo
quanto stabilito nei commi 2 e 3 dello stesso articolo.
3. Sono in ogni caso esclusi dalla base imponibile:
a) i redditi esenti dall'imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta
sostitutiva;
b) gli assegni periodici destinati al mantenimento dei figli spettanti al coniuge in conseguenza di
separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del
matrimonio, nella misura in cui risultano da provvedimenti dell'autorità giudiziaria;
c) [i redditi derivanti da lavoro dipendente prestato all'estero in via continuativa e come oggetto
esclusivo del rapporto] ;
d) gli assegni familiari e l'assegno per il nucleo familiare, nonché, con gli stessi limiti e alle
medesime condizioni, gli emolumenti per carichi di famiglia comunque denominati, erogati nei casi
consentiti dalla legge ;
d-bis) la maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici prevista dall'articolo 1 della legge 29
dicembre 1988, n. 544.”
6^ LEZIONE – 22/03/2018
I soggetti passivi sono tutte le persone fisiche residenti e non residenti. I residenti sono tassati
per tutti i redditi prodotti nel mondo (world wide taxation) e invece i non residenti sono
tassati solo peri i redditi prodotti in Italia.
Art. 23 del TUIR dice quanto si può tassare un non residente. Il collegamento può essere reale
o personale. Si considerano prodotti nello stato:
- Redditi fondiari (relativi agli immobili) relativi agli immobili sul suolo italiano.
- Redditi da capitale (sono tassati in Italia per i non residenti, se sono corrisposti da
titoli di stato o se sono erogati da banche italiane guardi la residenza del soggetto
erogatore).
- Reddito da lavoro dipendente è tassato in Italia se il lavoro è prestato nel territorio
dello stato (idem per i redditi da lavoro autonomo).
- Reddito d’impresa, se deriva da attività svolte nel territorio dello Stato. Quando
un’impresa estera vuole esercitare la sua attività in un altro Stato, deve creare una
nuova società controllata o può istituire una stabile organizzazione, la stabile
organizzazione è una filiale che è definita all’art.162 TUIR l'espressione "stabile
organizzazione" designa una sede fissa di affari per mezzo della quale l'impresa non
residente esercita in tutto o in parte la sua attività sul territorio dello Stato. La stabile
organizzazione non è un soggetto giuridico, quindi non paga l’imposta in Germania, ma
in Italia per contro del reddito creato dalla stabile.
{Stabile organizzazione: impresa estera che vuole esercitare l’attività a Varese per esempio: o crei una
nuova filiale controllata o fai una stabile organizzazione, ossia una sorta di filiale, una costola della casa
madre che è definita all’art. 162. Tale espressione designa una serie fissa di affari per mezzo dei quali
l’impresa non residente effettua la sua attività nel territorio dello stato. Comprende un ufficio, una
succursale, un laboratorio. Crea un collegamento col territorio italiano che consente di fare una
tassazione sull’azienda estera per il reddito prodotto in Italia. La succursale non è un soggetto giuridico.
le tasse le paga la casa madre.}
- Redditi diversi sono svolti in Italia in diversi casi, poiché è una categoria molto
eterogenea. Occorre stabilire a quale reddito diverso ci si riferisce (plusvalenze
patrimoniale x es. è tassata in Italia se il bene su cui si fa plusvalenza è nel territorio
italiano).
Quando abbiamo parlato dei soggetti passivi ci siamo riferiti alle persone residenti e non.
Società ed enti con personalità giuridica pagano l’IRES. Vi sono alcuni soggetti di diritto che
hanno delle peculiarità. Un esempio sono le società di persone queste hanno 2-3
caratteristiche fondamentali. Responsabilità illimitata, l’amministrazione spetta a tutti i soci
(in maniera congiunta e disgiunta). Siccome il socio ha un ruolo attivo, la società di persone è
vista come un velo trasparente dal punto di vista fiscale. In base a questo criterio è stabilito il
principio di trasparenza. Il reddito prodotto è imputato ai soci in base alla loro % di
partecipazione. Tale regime comporta una precisazione: sono inputati per trasparenza
significa che è una finzione Se fai 200k di utili i soci beccano 100k a testa per le tasse ma è
irrilevante chi intasca poi i soldi.
Per input si guarda la compagine sociale alla fine del periodo del reddito d’imposta.
Il socio include tale reddito tra i suoi redditi ai fini IRPEF (reddito da partecipazione, è già
imputato in capo alla società). Viene sommato alle altre categorie di reddito. E’ assoggettato
agli scaglioni IRPEF. La società non è assoggettata né ad IRPEF né ad IRES. La società deve
fare le scritture contabili e presentare la dichiarazione dei redditi che serve per imputare ai
soci la loro quota di reddito.
Abbiamo anche le imprese familiari (società in cui ti avvali di soli familiari). Chi sono? dal
punto di vista civilistico non c’è una definizione di familiare, al punto che anche i collaboratori
dell’imprenditore possono far parte di una società familiare. Dal punto di vista fiscale, il
familiare è il parente entro il terzo grado od il collaterale entro il secondo (parentele sono
calcolate a partire dal capostipite in linea retta padre-figlio. Quando si va in linea
collaterale ad esempio tizio sposato con Brenda. La sorella di Brenda è parente collaterale).
Come funziona la tassazione?
Funziona come le società di persone. all’imprenditore è imputato il 51% del reddito
prodotto. Solo il 49% può essere inputato ai collaboratori. Rispetto alle società l’impresa
familiare ha anche un’altra peculiarità. Non vengono assoggettate le perdite ai soci da portare
avanti per compensare con utili.
REDDITI FONDIARI
I redditi fondiari sono quelli che venivano dai terreni e dai fabbricati situati nel territorio
dello stato e che devono essere iscritti nel catasto dei terreni o in quello edilizio urbano con
attribuzione di rendita.
Catasto è un censimento di tutti gli immobili italiani. Tutti i beni immobili sono iscritti in
questo registro. Possono anche essere iscrivibili, ossia si ha un terreno ma non se ne dichiara
l’esistenza.
Rendita catastale è un reddito finto. È il reddito medio ordinario che si intende riferito ad
uno specifico immobile. È un reddito figurativo. I redditi dei terreni si dividono a loro volta in
redditi dominicali e redditi agrari. se sei proprietario di un vigneto, e lo affitti ad
un’industria, il reddito da locazione non è un reddito fondiario.
I redditi fondiari sono imputati al proprietario dell’immobile o a colui che ha un diritto reale
sull’immobile (esempio usufrutto).
Talvolta i due possono dissociarsi proprietario che cede in affitto il terreno per usi agricoli
ad un imprenditore agricolo. Il reddito dominicale va al proprietario, quello agrario va al
locatario.
2) Il reddito agrario è imputato a chi svolge l’attività agricola sul terreno. Spesso sono
imputati alla stessa persona..
Art. 32 Reddito agrario.
“1. Il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile
al capitale d'esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialità del
terreno, nell'esercizio di attività agricole su di esso.
2. Sono considerate attività agricole:
a) le attività dirette alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura;
b) l'allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno e le attività
dirette alla produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie,
se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la
produzione insiste;
c) le attività di cui al terzo comma dell'articolo 2135 del codice civile, dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione, ancorché non svolte sul
terreno, di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, con riferimento ai beni individuati, ogni due anni e tenuto conto dei
criteri di cui al comma 1, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del
Ministro delle politiche agricole e forestali (*).
3. Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro dell'agricoltura e delle
foreste, è stabilito per ciascuna specie animale il numero dei capi che rientra nei limiti di cui alla
lettera b) del comma 2, tenuto conto della potenzialità produttiva dei terreni e delle unità
foraggere occorrenti a seconda della specie allevata.
4. Non si considerano produttivi di reddito agrario i terreni indicati nel comma 2 dell'articolo
27.”
considera attività agricole della coltivazione del fondo e allevamento di animali,
produzione di vegetali, silvicoltura. C’è un grosso problema su questa nozione. Non solo la
coltivazione produce reddito agrario e rendita catastale, ma vengono fatte delle categorie con
art. 32 di attività che si allontanano dall’agricoltura esempio pascolo di animali nutriti
anche con mangimi prodotti da terzi (purché almeno un quarto deve derivare dal proprio
terreno) allora rientri in rendita agraria.
Alla lettera c ci dice che non solo si può vendere il prodotto del fondo, ma si può anche
coltivare il terreno ed ottenere il prodotto che puoi consumare e vendere (coltivi uva e fai
vino) puoi anche comprare vino da terzi e rivenderlo, ma prevalentemente devono essere
prodotti del tuo fondo (almeno il 50%). Le imposte vengono pagate in base alla rendita
catastale (accertati).
I redditi dei fabbricati sono date dal reddito medio ordinario e ritraibile da ciascuna unità
immobiliare urbana, ossia i fabbricati o le loro porzioni. Anche qui si deriva la rendita da
categorie e classe. Le categorie sono ad esempio, la civile abitazione che possono avere una
classe (A1, A2 ecce ecc). D sono i capannoni industriali. Se è dato in affitto il reddito è canone
di locazione.
Art. 37 comma 4 bis
“4-bis. Qualora il canone risultante dal contratto di locazione, ridotto forfetariamente del 5 per
cento (2), sia superiore al reddito medio ordinario di cui al comma 1, il reddito è determinato in
misura pari a quella del canone di locazione al netto di tale riduzione. Per i fabbricati siti nella
città di Venezia centro e nelle isole della Giudecca, di Murano e di Burano, la riduzione è elevata
al 25 per cento. Per gli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, ai sensi dell'articolo
10 del codice di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, la riduzione è elevata al 35 per
cento (1).“
Se ho un appartamento con rendita catastale 2000. Lo affitto a 300 € al mese. All’anno il
canone è di 3600 €. Confronti 2000 con 3600 ridotto del 5%. Siccome il canone è superiore a
2000 il reddito dei fabbricati è 3600 x 0,95. Sugli immobili si paga l’IMU (al comune) e l’IRPEF
sul reddito che deriva da rendita catastale. È stato previsto che gli immobili assoggettati ad
IMU che producono i redditi fondiari non sono assoggettati ad IRPEF. Vale per terreni e
fabbricati che non appartengono ad imprese commerciali. Per esse non esiste il reddito
fondiario tutto è di proprietà della società.
7^ LEZIONE – 12/04/2018
(Lezione Pierro)
REDDITI DI CAPITALE
derivanti da investimento del proprio reddito in attività finanziarie. Riguarda le persone
fisiche e di enti, diversi da società di capitale o persone, che non svolgono un attività
commerciale.
Disciplina contenuta nell’ art. 44 del testo unico che non da una definizione ma un esempio.
L’articolo li classifica: “Sono redditi di capitale: …” ne fa un elenco senza definirli.
Lettera H “h) gli interessi e gli altri proventi derivanti da altri rapporti aventi per oggetto
l'impiego del capitale, esclusi i rapporti attraverso cui possono essere realizzati differenziali
positivi e negativi in dipendenza di un evento incerto.”
Classifica: “i redditi di capitale tutti i redditi derivanti dall’impiego di capitale esclusi i
rapporti negozi giuridici …”
Le categorie più importanti sono dividendi e interessi.
Art 45 “1. Il reddito di capitale è costituito dall'ammontare degli interessi, utili o altri
proventi percepiti nel periodo d'imposta, senza alcuna deduzione...”
Gli interessi:
- tassazione secondo principio di cassa
- tassazione al lordo non è ammessa alcuna deduzione: non puoi dedurre alcuna spesa
connessa all’ottenimento del reddito. Dati dal frutto dell’impiego di capitale in qualunque
forma. Sono tutti tassati: da c/c a obbligazioni.
Interessi moratori o per dilazione di pagamento: non producono capitale. Tassati come il
reddito a cui si riferiscono (es. debito per lavoro autonomo non pagato alla scadenza
interessi moratori interessi hanno natura del lavoro autonomo);
Interesse compensativo: non classificabile in nessuna categoria reddituale; sono quelli che
compensano una perdita patrimoniale. Non incrementa il mio patrimonio ma risarcisce,
reintegra una perdita di esso.
Queste tipologie sono tassabili per lo più in maniera sostitutiva. Si fa perché i redditi a cui si
riferiscono generalmente sono volatili, facilmente trasferibili all’estero ma anche per tutelare
il risparmio, invogliare al risparmio.
Con la tassazione sostitutiva questi interessi non si sommano agli altri redditi ma vengono
tassati nel momento in cui vengono distribuiti.
Aliquote: 26% e, per Titoli di Stato, 12,5%.
Una volta percepito il reddito, in questo modo, non lo devi più dichiarare al fisco.
NON costituiscono reddito la distribuzione di riserve di capitale (riserve società e
accantonamento a utili a nuovo). Se il capitale aumenta in virtù delle riserve bisogna
distinguere la natura della riserva: costituite da utili o da apporti da parte dei soci (capitale).
Se distribuisce:
- riserve di utili viene tassato perché è un reddito che è stato posticipato nella distribuzione
- riserve di capitale NON tassabile perché restituisco al socio un apporto che aveva fatto
precedentemente per diversi motivi (non è reddito).
Problema: Qualora una società abbia sia riserve di ulti sia di capitale e provveda a distribuire
del capitale si presume che per prima vengono distribuiti gli utili.
Se il socio recede dalla società (= contratto stipulato tra due o più soggetti che si uniscono per
svolgere insieme l’attività d’impresa e distribuirne gli utili scopo di lucro. Per diventare
socio devo fare un conferimento), al recesso/morte/esclusione segue la restituzione della sua
quota. Questa quota non è tassabile perché è una restituzione di capitale, non reddito.
Nel caso la quota sia più alta dell’apporto originale, il surplus è tassabile perché è
distribuzione di utile, reddito formato negli anni.
Associazione in partecipazione (= vengono presi dei collaboratori a cui viene concessa la
partecipazione all’utile; l’imprenditore ha il 51%) la quota concessa è un reddito, quindi
tassato (non fanno conferimento iniziale!).
REDDITI DIVERSI
redditi diversi da quelli precedenti. ( nella classificazione dei redditi di un soggetto).
Redditi che non rientrano in quelli già considerati precedentemente.
All’interno di questi ci sono redditi che derivano da attività finanziarie.
Art. 44 e art. 67 (lettera C-quinques) sono identici, cambia solo per un “non”.
1. Sono REDDITI DA CAPITALE i proventi che sono generalmente collegati ad un evento CERTO
es. obbligazione di una società che ha buona redditività.
Quelli collegati ad eventi INCERTI sono espressi chiaramente dal legislatore es. dividendo
dipende se la società decide di distribuirli o meno. Se percepiti da una persona fisica, sono
sempre redditi di capitale.
- Se società acquista azioni di un’altra società, il dividendo rientra nel reddito di impresa.
- Se una persona fisica o ente non commerciale cede attività finanziarie la minusvalenza/
plusvalenza è reddito diverso mentre se la stessa cosa viene fatta da persona fisica che
esercita attività d’impresa o ente commerciale rientra nei redditi d’impresa.
Sostanzialmente, se il provento o la plus/minusvalenza è fatta da ente commerciale rientra nel
REDDITO D’IMPRESA mentre se fatto da persona o ente non commerciale rientra rispettivamente
nel reddito di capitale e redditi diversi.
2. Sono REDDITI DIVERSI i proventi che derivano da rapporti dipendenti da un evento INCERTO.
Art. 48: “Non costituiscono reddito di capitale gli interessi e proventi conseguiti da società enti
di cui all’art. 83 e dalle stabili organizzazioni di cui alla lettera d nonché quelli conseguiti dalle
attività commerciale “ questi sono tassati come redditi d’impresa. (nell’esame!!!)
Art 44: elenco di ipotesi reddituali che rientrano nei redditi da capitale.
Lettera a interessi che derivano da mutui, depositi e c/c.
{ Es. sul c/c viene accreditato l’interesse già al netto della tassazione; mutuo. (Si intende
anche tra privati, non solo con la banca) }
Lettera b interessi o proventi derivanti da obbligazioni o titoli similari o certificati di
massa o titoli differenti da azioni. { LEGGE 6 2003 entrata nel 2004: riforma il diritto
societario e fiscale Il dividendo è l’utile che deriva dalla partecipazione alla società ed è
indeducibile dalla società emittente (capitale di rischio: se la società va male ti assumi il
rischio). Se la società necessita denaro può chiedere prestiti o sottoscrivere obbligazioni
(capitale di debito) ti impegni a pagare interessi e restituire la somma sottoscritta. Il
titolare dell’obbligazione non diventa socio e la società sostiene un costo che è dato
dall’interesse che viene portato in deduzione nel suo CE. }
Per i titoli che non sono azioni ed obbligazioni il legislatore verifica come il provento
viene considerato nel CE della società. Se in CE considera indeducibile il provento di un
dato titolo allora quel provento al capo al ricevitore verrà trattato come in dividendo; se
invece viene dedotto in CE viene trattato come un interesse.
In base a come la società emittente tratta il provento, il legislatore tratta il titolo,
indipendentemente dalla denominazione data al titolo.
Combinazione tra art. 44 comma a e art. 109 comma 9 del reddito d’impresa (che contiene i principi che
presiedono la determinazione del reddito d’impresa): spiega questa deducibilità e indeducibilità.
Quando si tratta di redditi di capitale di regola, non sempre, essi subiscono una ritenuta
alla fonte a titolo d’imposta (no obblighi dichiarativi e di versamento).
A titolo d’imposta: il contribuente che subisce la ritenuta non ha alcun obbligo di
dichiarazione e versamento.
A titolo di acconto: es. reddito di lavoro dipendente, ritenuta in acconto su reddito
complessivo del soggetto
Ritenuta diretta: es. nei titoli di Stato non c’è alcuna sostituto d’imposta, la ritenuta è
diretta, trattenuta direttamente dallo Stato.
I redditi di capitale non sono solo quelli indicati in questo articolo ma ha natura
esemplificativa.
Lettera c Compensi per interessi per prestazione di fideiussione (Garanzia personale
persona fisica o ente giuridico). “Nel caso tu risulti insolvente provvederò io a pagare il
tuo debito) o altra garanzia (es. ipoteca)”. Il compenso che si riceve a fronte della garanzia
prestata è un reddito di capitale.
Lettera d non studiare
Lettera e utili derivanti dalla partecipazione al capitale o al patrimonio di società o enti
soggetti a IRES.
Lettera f utile derivante da contratti di associazione in partecipazione: contratto con
cui un soggetto decide di apportare lavoro o capitale o misto (entrambi). Partecipo alla
tua impresa senza diventare socio. La società può remunerare l’apporto con utile o titoli.
Se l’apporto è misto o di capitale è reddito da capitale, se l’apporto è solo lavoro è reddito
da lavoro.
Lettera g organismi di investimento collettivo di risparmio o nel g bis quelli derivanti
dal pronti contro termine.
Lettera h rendimenti da pensione non obbligatorie piuttosto che redditi da TRUST
(istituto che prevede settlor detto anche disponente che si libera delle proprie attività e
vengono prese da un trustee es. banca che formalmente ma non sostanzialmente è titolare
di questi beni e li gestisce nell’interesse di certi soggetti. Se il reddito di tale trust va
distribuito ai beneficiari abbiamo un trust “trasparente”, se non si distribuisce è “opaco”).
Il compenso preso dal trust “trasparente” viene tassato come reddito da capitale.
Supponiamo di cedere un titolo (titolo azionario o assimilati) ed ha un valore > del prezzo
d’acquisto realizzo una PLUSVALENZA SPECULATIVA (capital gains) e viceversa.
Supponiamo di acquistare un titolo di Stato sotto la pari (es. 0,98) e che il titolo vada bene
prima della scadenza T, io cedo il titolo perché incrementato di valore. Realizzo una
PLUSVALENZA: rientra nei redditi diversi.
Tra i redditi diversi rientrano solo una parte di redditi da attività finanziarie, tra cui i contratti
derivati. Rientrano, anche, componenti reddituali che altrimenti non sarebbero soggetti a
tassazione.
Esempi:
- immobile all’estero non iscritto al catasto non produce reddito fondiario ma reddito
diverso (nell’esame!);
- quando occasionalmente si presta lavoro autonomo e non si ha partita IVA;
- (lettera b art 67) acquisto immobile, lo cedo e realizzo una plusvalenza: se non sono
passati 5 anni il legislatore assume che il tuo acquisto sia stato a scopo speculativo e
quindi tassa la plusvalenza come reddito diverso, quindi concorre a formare il reddito
complessivo (a 5 anni e 1 gg viene tassato normalmente).
Sono un imprenditore commerciale e ho due aziende, ne cedo una e realizzo una plusvalenza che
rientra tra i redditi d’impresa.
Sono un imprenditore che ha un’unica azienda, la cedo e realizzo una plusvalenza, questa non
può essere reddito d’impresa perché l’impresa è stata ceduta, quindi rientra dei redditi diversi.
8^ LEZIONE – 19/04/2018
Art 67 “1) Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono
conseguiti nell'esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome
collettivo e in accomandita semplice, ne' in relazione alla qualità di lavoratore dipendente:”
prevede tante categorie di reddito. Le più importanti (a parte quelli di natura finanziaria):
b) “Le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o
costruiti da non più' di cinque anni, esclusi quelli acquisiti per successione e le unità immobiliari
urbane che per la maggior parte del periodo intercorso tra l'acquisto o la costruzione e la
cessione sono state adibite ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari, nonché, in
ogni caso, le plusvalenze realizzate a seguito di cessioni a titolo oneroso di terreni suscettibili di
utilizzazione edificatoria secondo gli strumenti urbanistici vigenti al momento della cessione. In
caso di cessione a titolo oneroso di immobili ricevuti per donazione, il predetto periodo di cinque
anni decorre dalla data di acquisto da parte del donante;”
Esclusioni:
- Sono escluse le vendite di immobili ricevute per successione ereditaria, non posso essere
tassato tra valore eredità e plusvalenza perché non c’è il periodo dei 5 anni perché era di
proprietà del mio dante causa.
- Anche per quanto riguarda la prima casa, non ho fatto un investimento finalizzato a
comprare e rivendere ad un prezzo maggiore.
- Escluse anche le donazioni, il periodo dei 5 anni decorre dal momento della data d’acquisto
del donante.
NATURA FONDIARIA…
“e) i redditi di natura fondiaria non determinabili catastalmente, compresi quelli dei terreni dati
in affitto per usi non agricoli;”
Es.: ho un uliveto e lo concedo in affitto ad una società di energia eolica, io lo sto dando in
affitto per uso industriale e non agricolo, quindi questo è un reddito diverso e non fondiario.
Questo diversa classificazione tra i redditi serve, nonostante rientrano tutti nel reddito
complessivo, per il modo in cui viene determinato il reddito.
USUFRUTTO E SUBLOCAZIONE
“h) i redditi derivanti dalla concessione in usufrutto e dalla sublocazione di beni immobili,
dall'affitto, locazione, noleggio o concessione in uso di veicoli, macchine e altri beni mobili,
dall'affitto e dalla concessione in usufrutto di aziende; l'affitto e la concessione in usufrutto
dell'unica azienda da parte dell'imprenditore non si considerano fatti nell'esercizio dell'impresa,
ma in caso di successiva vendita totale o parziale le plusvalenze realizzate concorrono a formare
il reddito complessivo come redditi diversi;”
Sublocazione: il locatario di un bene subloca il bene ad un terzo. Il compenso del sublocatario
rientra nei redditi diversi.
Tutti i compensi derivanti dagli obblighi di fare, non fare o di permettere rientrano nei redditi
diversi fatto per far rientrare tutte le hp di reddito non specificati.
“1. Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall'esercizio di arti e professioni. Per
esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio per professione abituale, ancorché non
esclusiva, di attività di lavoro autonomo diverse da quelle considerate nel capo VI, compreso
l'esercizio in forma associata di cui alla lettera c) del comma 3 dell'articolo 5.”
Lavoratore autonomo colui che esercita arte o professione in modo abituale, cioè
professionalità e continuità nel tempo (gli occasionali infatti gli abbiamo trovati nei redditi
diversi).
Arte o professione il capo VI si riferisce all’attività di impresa. È quindi una definizione per
esclusione. È lavoratore autonomo ciò che non è impresa e quindi sono escluse le attività
commerciali. Es. attività bancaria è attività commerciale quindi rientra nei redditi d’impresa.
Art. 54
“1. Il reddito derivante dall'esercizio di arti e professioni è costituito dalla differenza tra
l'ammontare dei compensi in denaro o in natura percepiti nel periodo di imposta, anche
sotto forma di partecipazione agli utili, e quello delle spese sostenute nel periodo stesso
nell'esercizio dell'arte o della professione, salvo quanto stabilito nei successivi commi. I
compensi sono computati al netto dei contributi previdenziali e assistenziali stabiliti dalla
legge a carico del soggetto che li corrisponde.”
Anche qui viene applicato il PRINCIPIO DI CASSA che rileva il momento in cui incasso e non
quello di maturazione.
Non si parla di ricavi e costi che riportano al principio di competenza ma di compensi e spese
che riportano al principio di cassa.
Beni ad uso promiscuo: utilizzati sia per fini privati che lavorativi anche per l’IVA c’è la
stessa deduzione. Sono:
- Spese automobile: deducibile il 40% della spesa nel limite di spesa di € 18.000;
- Spese cellulare: deducibile per l’80%.
Spese per ristorazione: deduzione del 75% nel limite del 2% del fatturato annuo.
Spese per aggiornamento personale e spese di viaggio per frequentarlo: deduzione del 50%.
Immobile in cui svolgo l’attività: non ci sono limitazioni alla deduzione del canone d’affitto; se
sei proprietario non puoi dedurre la quota di ammortamento.
- Se l’immobile in cui svolgo l’attività è ad uso promiscuo: si possono dedurre le rendite
catastali per una somma pari al 50% della rendita catastale od il 50% del canone.
Compensi erogati dal coniuge o figli: non si possono dedurre dalle spese, perché si pensa che ci
sia accordo tra coniugi ed il compenso è simulato per far diminuire reddito imponibile e
quindi aliquota IRPEF faccio abbassare il reddito dividendolo con il mio coniuge (per
evitare elusione).
9^ LEZIONE – 26/04/2018
REDDITI D’IMPRESA
“Sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione, nel registro delle imprese gli imprenditori che
esercitano:
1) un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
2) un'attività intermediaria nella circolazione dei beni;
3) un'attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;
4) un'attività bancaria o assicurativa;
5) altre attività ausiliarie delle precedenti.
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese commerciali ] si
applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attività indicate in questo articolo e alle
imprese che le esercitano.”
2) agricolo (art. 2135 del c.c.) richiamato nei redditi fondiari. Imprenditore la cui
caratteristica principale è il legame con il terreno: coltivo fondo, vendo frutti fondo o
svolgo attività accessorie.
“E' imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo,
selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le
attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le
acque dolci, salmastre o marine.
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal
medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali,
nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di
attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi
comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di
ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.”
“1. Il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile al
capitale d'esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialità del
terreno, nell'esercizio di attività agricole su di esso.
2. Sono considerate attività agricole:
a) le attività dirette alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura;
b) l'allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno e le attività
dirette alla produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie,
se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la
produzione insiste;
c) le attività di cui al terzo comma dell'articolo 2135 del codice civile, dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione, ancorché non svolte sul
terreno, di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, con riferimento ai beni individuati, ogni due anni e tenuto conto dei
criteri di cui al comma 1, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del
Ministro delle politiche agricole e forestali.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro dell'agricoltura e delle
foreste, è stabilito per ciascuna specie animale il numero dei capi che rientra nei limiti di cui alla
lettera b) del comma 2, tenuto conto della potenzialità produttiva dei terreni e delle unità
foraggere occorrenti a seconda della specie allevata.
4. Non si considerano produttivi di reddito agrario i terreni indicati nel comma 2 dell'articolo 27.”
Non sono più agricolo ma commerciale (con agricolo sono tassato con catasto – con
commerciale sono tassato in modo analitico, costi e ricavi).
DISPOSIZIONI che si riferiscono ad aspetti che troviamo solo per imprese individuali:
Articoli 56 e seguenti
Art. 56 “1. l reddito d'impresa è determinato secondo le disposizioni della sezione I del capo II
del titolo II, salvo quanto stabilito nel presente capo. Le disposizioni della predetta sezione I e del
capo VI del titolo II, relative alle società e agli enti di cui all'articolo 73, comma 1, lettere a) e b),
valgono anche per le società in nome collettivo e in accomandita semplice.
2. Se dall'applicazione del comma 1 risulta una perdita, questa, al netto dei proventi esenti
dall'imposta per la parte del loro ammontare che eccede i componenti negativi non dedotti ai
sensi degli articoli 61 e 109, comma 5, è computata in diminuzione del reddito complessivo a
norma dell'articolo 8. Per le perdite derivanti dalla partecipazione in socieà' in nome collettivo e
in accomandita semplice si applicano le disposizioni del comma 2 dell'articolo 8.”
Determinazione del reddito dell’impresa individuale. Vai al capo 2 del TITOLO II (IRES).
Regime perdite in ambito fiscale è stratificato, articolato a seconda del soggetto.
Perdita risultato negativo che si verifica in relazione ad alcuni redditi: si può avere perdita
fiscalmente rilevante per reddito d’impresa e lavoro autonomo.
Questo perché sono determinate al netto cioè differenza tra componenti positivi e negativi.
Come per il reddito anche la perdita ha un rilievo fiscale. La perdita è una mancata capacità
contributiva.
Il fisco permette di compensare la perdita con altri redditi oppure negli anni successivi.
Ci sono vari regimi di utilizzo delle perdite.
Art. 8 del TUIR Riguarda i soggetti IRPEF.
Riguarda imprese non minori con contabilità ordinaria o soci in società commerciali o soci o
associati in associazioni professionali.
Società di persone e associazioni personali le perdite si sottraggono per ciascun socio o
associato in proporzione a quanto detto dall’art. 5: “I redditi delle società semplici, in nome
collettivo e in accomandita semplice residenti nel territorio dello Stato sono imputati a ciascun
socio, indipendentemente dalla percezione, proporzionalmente alla sua quota di partecipazione
agli utili.”
Le perdite derivate da s.a.s. e imprese commerciali sono imputate in diminuzione nei relativi
redditi (con stessa natura) nei periodi d’imposta fino ad arrivare a 5 anni successivi fino a
dove si trova capienza.
Art. 56 richiama la stessa cosa dell’art. 8 i riguardo alle imprese individuali ai fini IRPEF.
Comma 4) “4. Ai fini dell'applicazione del comma 2 non rileva la quota esente dei proventi di
cui all'articolo 87, determinata secondo quanto previsto nel presente capo.”
Per capire il risultato fiscale devo fare: ricavi tassabili – costi. Bisogna escludere i proventi
esenti.
Oltre alle imprese minori (art. 66) esistono regimi fiscali ancora più semplificati regimi
forfettari (contribuenti minimi) che agevolano particolari categorie di imprese o lavoratori
autonomi. Es. chi ha avviato un’attività e non hanno ricavi pari o superiori a € 30000 senza
dipendenti o beni ammortizzabili.
Il reddito prodotto è tassato al 5% . Sono regimi sostitutivi. Sono anche previsti per giovani
(requisito anagrafico).
Per imprenditori commerciali si distingue tra beni personali e dell’impresa ad uso promiscuo
come distinguerli? Regime che chiarisce è nell’art. 65: “
Sono dell’impresa quelli iscritti nell’inventario. Diventa più difficile per imprese in contabilità
semplificata che non hanno inventario. La norma riprende art 2217 del c.c. che obbliga alla
redazione dell’inventario tutti gli imprenditori commerciali indipendentemente da
dimensione, ecc..
Lettera a): “
s.r.l. , S.p.A. , s.a.p.a. , società cooperative e di mutua cooperazione più quelle europee
residente nel territorio dello Stato.
Prima si chiamava IRPEG (Imposta Sul Reddito delle Persone Giuridiche) oggi infatti resta
un’imposta sulle persone giuridiche.
Non pagano nulla solo le società di persone che non sono ne persone fisiche ne giuridiche e
val il principio di trasparenza
Lettera b): “
Consorzi, fondazioni, associazioni sia pubblici che privati, che quindi non sono società, che
abbiamo per oggetto esclusivo o principale un’attività commerciale.
Lettera c): “
Fa riferimento a enti pubblici o privati, diversi da società, che hanno per oggetto esclusivo o
principale, lo svolgimento di un’attività non commerciale.
Lettera d): “
Art. 73 comma 2 “
Il legislatore include anche soggetti che non sono persone giuridiche che realizzano il
presupposto d’imposto in maniera autonoma.
Es. comitati, partiti politici, fondi d’investimento, …. Tutti quei soggetti atipici (senza
personalità) ma che sono in grado di realizzare un reddito. Sono compresi tutti enti collettivi
di qualsiasi tipo.
Sono escluse le amministrazioni dello Stato e gli enti territoriali.
Art. 73 comma “
Precisazioni su residenza. La norma stabilisce che le società sono residenti in Italia se per la
maggior parte del periodo d’imposta hanno sede legale o amministrazione od oggetto
principale (attività svolta) nel territorio dello Stato. C’è presunzione per società e trust.
Presunzione legale: la legge stabilisce che al ricorrere di certi fatti noti, giuridicamente si ha
una certa conseguenza che la legge presume presunzione legale relativa del trust :”
Se sono istituiti in stati o territori che sono paradisi fiscali, si presume fiscalmente come
residente in Italia. Condizioni:
1) almeno uno dei disponenti o beneficiari deve essere fiscalmente residente in Italia;
2) dopo la costituzione con tutti i soggetti all’estero se un soggetto residente in Italia
conferisce in trust un bene immobile si considera fiscalmente residente in Italia.
La distinzione tra società ed enti commerciali o non è basata sul fatto che il soggetto abbia
come oggetto principale od esclusivo l’esercizio di un’attività commerciale.
Cosa s’intende per attività commerciale? già definito nella 9^ lezione. Art. 55 TUIR.
Cos’è l’oggetto principale?
In base a quale criterio si può determinare la prevalenza dell’attività se l’ente esercita più
attività?
Art. 73 comma 4 “
Una onlus nel proprio atto costitutivo o statuto definisce quali sono i fini istituzionali ( di
solito beneficienza, ecc.). Guardando all’atto costitutivo o allo statuto capisco quale è l’oggetto
principale.
Ci sono casi in cui lo statuto stabilisce una cosa e la realtà è diversa es. statuto dice finalità
di beneficienza ma in realtà esercita anche attività commerciale; es. bar del circolo ricreativo.
Per oggetto principale si riferisce all’attività essenziale per realizzare lo scopo dell’ente.
La commerciale può essere accessoria. Quindi l’ente è non commerciale perché l’attività
essenziale è non lucrativa. L’attività non commerciale non deve essere prevalente.
Se nella realtà io mi propongo di svolgere attività assistenziali ma poi nella realtà svolgo più
attività commerciale, è chiaro che prevale la realtà sullo statuto.
Ultimo problema è come stabilire qual è l’oggetto principale:
Io ho attività assistenziale e commerciale per capire quale è l’attività principale lo faccio su
alcuni parametri:
Immobilizzazioni: se come consistenza prevalgono quelle strumentali all’attività
commerciale l’ente è commerciale;
Ricavi: se l’attività commerciale ha ricavi > delle entrate dell’attività non commerciale è
ente commerciale (attività non commerciale non ha ricavi ma entrate, donazioni, ecc.).