Professional Documents
Culture Documents
Filippo Brunelleschi
Filippo Brunelleschi, per esteso Filippo di ser Brunellesco
Lapi[1] (Firenze, 1377 – 15 aprile 1446), è stato un architetto,
ingegnere, scultore, orafo e scenografo italiano del Rinascimento.
Fu uno dei tre primi grandi iniziatori del Rinascimento fiorentino
con Donatello e Masaccio. In particolare Brunelleschi, che era il
più anziano, fu il punto di riferimento per gli altri due e a lui si
deve l'invenzione della prospettiva a punto unico di fuga, o
"prospettiva lineare centrica"[2] . Dopo un apprendistato come
orafo e una carriera come scultore si dedicò principalmente
all'architettura, costruendo, quasi esclusivamente a Firenze, edifici
sia laici sia ecclesiastici che fecero scuola. Tra questi spicca la
cupola di Santa Maria del Fiore, un capolavoro ingegneristico
costruito senza l'ausilio delle tecniche tradizionali, quali la centina.
Biografia e opere
conoscenza diretta di personaggi illustri, come Niccolò Niccoli, umanista e bibliofilo, e il politico Gregorio Dati. In
quegli anni nacque in lui anche l'interesse per la pittura e il disegno, che diventarono la sua principale inclinazione. Il
padre acconsentì alla scelta del figlio, senza insistere nel fargli seguire le sue orme negli studi giuridici, e lo mise a
bottega da un orafo amico di famiglia, forse Benincasa Lotti, dal quale Filippo imparò a fondere e gettare i metalli, a
lavorare con il cesello, con lo sbalzo, con il niello, a praticare castoni di pietre preziose, smalti e rilievi ornamentali,
ma soprattutto praticò approfonditamente il disegno, base per tutte le discipline artistiche[5] .
Il suo primo biografo, l'allievo Antonio di Tuccio Manetti, riportò come nel periodo di apprendistato uscirono dalle
sue mani orologi meccanici e un "destatoio", una delle prime menzioni documentate di una sveglia[6] .
Nella competizione, secondo il suo primo biografo Antonio Manetti, vinse alla pari con Lorenzo Ghiberti che, però,
si rifiutò di collaborare con lui perché i loro stili erano differenti, e il lavoro fu assegnato solamente a Ghiberti, che
completò la porta del battistero[9] .
Filippo Brunelleschi 4
L'attività principale di Brunelleschi fino al 1440 circa fu quella di scultore, e anche dopo la realizzazione dei grandi
edifici per cui è maggiormente famoso continuò saltuariamente a ricevere commissioni di scultura.
Le fonti e i documenti ricordano vari lavori scultorei di gioventù, tra le quali una Maria Maddalena per Santo Spirito
che non ci è pervenuta, forse distrutta nell'incendio del 1471[12] . Resta invece il Crocifisso databile intorno al
1410-1415.
Vasari riporta con dovizia di particolari un curioso aneddoto sulla reazione di Brunelleschi alla vista del crocifisso di
Santa Croce di Donatello, che trovò troppo "contadino" e in risposta al quale scolpì il suo. In realtà gli studi più
recenti tendono a smentire l'episodio, collocando le due opere a una distanza tra i due e i dieci anni l'una dall'altra,
anche se è molto probabile che i due amici ebbero modo di confrontarsi sul tema[12] .
Se il Cristo di Donatello era colto nel momento dell'agonia con occhi semiaperti, bocca dischiusa e corpo sgraziato,
quello di Brunelleschi era improntato a una solenne gravitas, con un attento studio delle proporzioni e dell'anatomia
del corpo nudo, secondo uno stile essenziale ispirato all'antico. Esso è perfettamente inscrivibile in un quadrato, con
le braccia aperte che misurano esattamente quanto l'altezza. Secondo Luciano Bellosi[13] la scultura di Brunelleschi
sarebbe "la prima opera rinascimentale della storia dell'arte", punto di riferimento per gli sviluppi successivi di
Donatello, Nanni di Banco e Masaccio.
Filippo Brunelleschi 6
molte copie tra cui una in legno policromo al Museo del Bargello[14]
.
Nel 1412 Brunelleschi si trovò a Prato, invitato a dare una consulenza sulla facciata del duomo[15] .
Nel 1415 ristrutturò il Ponte a mare a Pisa, ora distrutto, e lo stesso anno fu consultato con Donatello per progettare
sculture da collocare sugli sproni del Duomo di Firenze, tra cui una statua gigantesca in piombo dorato, che pare non
fu mai realizzata[15] .
Per misurare le distanze (tramite il metodo dei triangoli simili, ben noto all'epoca) bastava mettere davanti alla
tavoletta uno specchio parallelo e della stessa forma e calcolare quanta distanza serviva per inquadrare tutta
l'immagine: più lo specchio era piccolo e più lontano esso doveva essere messo[17] . Si poteva così stabilire un
rapporto proporzionale costante tra immagine dipinta e immagine riflessa nello specchio (misurabile tutte le
dimensioni), e calcolare la distanza tra gli oggetti reali (il vero Battistero) e il punto di osservazione, tramite un
sistema di proporzioni. Da ciò si poteva disegnare una sorta di intelaiatura prospettica utile alla rappresentazione
artistica, e inoltre era dimostrato l'esistenza del punto di fuga verso il quale gli oggetti rimpicciolivano[17] .
Questa tecnica venne adottata anche dagli altri artisti perché si accordava con la nuova visione del mondo
rinascimentale, che creava spazi finiti e misurabili in cui l'uomo era posto come misura e centro di tutte le cose[18] .
Uno dei primi ad applicare questo metodo in un'opera artistica fu Donatello, nel rilievo del San Giorgio libera la
principessa (1416-1417) per il tabernacolo dell'Arte dei Corazzai e Spadai in Orsanmichele[18] .
Il 19 agosto del 1418 venne bandito un concorso pubblico per affrontare il problema della copertura offrendo 200
fiorini d'oro a chi fornisse dei modelli e disegni soddisfacenti per le centine, le armature, i ponti, gli strumenti per
sollevare il materiale e quant'altro. Oltre ai problemi tecnici e ingegneristici, la cupola doveva anche concludere
armonicamente l'edificio, sottolineandone il valore simbolico e imponendosi sullo spazio urbano e dei dintorni[20] .
Dei diciassette partecipanti vennero ammessi a una seconda selezione Filippo Brunelleschi, autore di un apposito
modello ligneo, e Lorenzo Ghiberti[21] . Filippo allora perfezionò il suo modello ligneo ("grande come un forno"),
apportando variazioni, aggiustamenti e modelli aggiuntivi, per dimostrare la fattibilità di una cupola senza armatura.
A fine del 1419, con l'aiuto di Nanni di Banco e Donatello, Brunelleschi inscenò una dimostrazione in piazza del
Duomo, realizzando un modello di cupola in mattoni e calcina senza armatura, nello spazio tra il Duomo e
Campanile. La dimostrazione impressionò positivamente gli Operai del Duomo e risulta pagato 45 fiorini d'oro, il 29
Filippo Brunelleschi 9
dicembre 1419[21] .
Il 27 marzo 1420 fu sollecitata una consultazione finale, che assegnò infine i lavori (il 26 aprile) a Brunelleschi e
Ghiberti, nominati Provveditori della cupola, affiancandoli al capomastro della fabbrica Battista d'Antonio. Lo
stipendio era modesto: solo tre fiorini a testa. Il "vice" sostituto di Brunelleschi fu Giuliano d'Arrigo, detto il Pesello,
mentre Ghiberti nominò Giovanni di Gherardo da Prato[21] . La decisiva consultazione venne festeggiata con una
colazione a base di vino, baccelli, pane e melarance[21] .
piano superiore misurata oltre il cornicione; mezzo modulo era inoltre il raggio delle volte e l'altezza delle finestre; il
doppio del modulo era l'altezza dal piano del calpestio del portico al davanzale delle finestre. Il risultato, forse
inaspettato per lo stesso Brunelleschi, fu quello di un'architettura estremamente nitida, dove si può cogliere
spontaneamente il ritmo semplice ma efficace delle membrature architettoniche, come una successione ideale, sotto
il portico, di cubi sormontati da semisfere inscrivibili nel cubo stesso[24] .
Il modulo calcolato in maniera tradizionale (distanza tra gli assi delle colonne) dà la misura di undici braccia, che
venne usata a sua volta come modulo nel corpo centrale dell'ospedale e in altre architetture di Brunelleschi come San
Lorenzo e Santo Spirito[25] .
Brunelleschi non si limitò a progettare la facciata dell'edificio ma ne studiò la funzione sociale, raccordando la
piazza su cui sorge (piazza della Santissima Annunziata) e il centro della città (il duomo) tramite l'attuale via dei
Servi[26] .
Nell'Istruzione del 1420 e nel Rapporto sono contenute informazioni sulla tecnica muraria della cupola: in pietra fino
a i primi sette metri circa, poi in mattoni, composti con la tecnica detta "spinapesce", che prevedeva l'inserimento a
intervalli regolari di un mattone per lungo, murato tra mattoni messi orizzontalmente. In tale maniera i tratti
sporgenti dei mattoni "in piedi" facevano da sostegno per l'anello successivo. Questa tecnica, che procede come una
spirale, era già stata usata in edifici orientali precedenti, ma era inedita per l'area fiorentina[28] .
Brunelleschi utilizzò per la cupola una forma a sesto acuto, «più magnifica e gonfiante», obbligato da esigenze
pratiche ed estetiche: infatti le dimensioni non permettevano d'impiegare una forma semisferica. Scelse inoltre la
doppia calotta, cioè due cupole una interna e una esterna, ciascuna divisa in verticale da otto vele. Il maggiore
sviluppo in altezza del sesto acuto compensava in altezza l'eccezionale sviluppo orizzontale della navata, unificando
nella cupola tutti gli spazi. Un effetto analogo si percepisce dall'interno, dove il vano gigantesco della cupola
accentra gli spazi delle cappelle radiali conducendo lo sguardo verso il punto di fuga ideale nell'occhio della
lanterna[2] .
Filippo Brunelleschi 12
Brunelleschi migliorò anche le tecnologie per alzare i pesanti blocchi di laterizio, applicando agli argani e alle
carrucole di epoca gotica un sistema di moltiplicatori derivati da quelli usati nella fabbricazione degli orologi, in
grado di aumentare l'efficacia della loro forza. Una coppia di cavalli legati a un albero verticale davano origine a un
movimento circolare ascendente, che veniva poi impresso a un albero orizzontale da cui si arrotolavano e
srotolavano le funi che sorreggevano le carrucole con i carichi. Per migliorare le condizioni di lavoro, Brunelleschi
aveva inoltre approntato un sistema di illuminazione delle scale e dei passaggi che corrono, a vari livelli, tra
l'involucro interno e quello esterno della cupola e con punti d'appoggio in ferro[29] .
Vennero previsti dei punti di sostegno per i ponteggi necessari ad un'eventuale decorazione pittorica o musiva della
calotta, mentre per l'esterno fu progettato sia un sistema di scolo delle acque piovane, sia un sistema di «buche e
diversi aperti, acciò che i venti si rompessino, et i vapori, insieme con i tremuoti, non potessino far nocumento»,
sempre secondo quanto scrive il Vasari[29] .
Filippo Brunelleschi 13
Il suo proverbiale disinteresse per aiuti da parte di altri lo portò anche nel 1434 a rifiutare di riscriversi all'Arte dei
Maestri di pietra e legname, che gli costò il carcere finché non venne liberato su intercessione dell'Opera del
Duomo[31] .
Non ci sono pervenute testimonianze dirette dei progetti di Brunelleschi per i macchinari, ma ne restano numerose
copie su disegno di Mariano di Jacopo detto il Taccola, Francesco di Giorgio Martini, Bonaccorso Ghiberti e
Leonardo da Vinci[32] .
Un altro lavoro in un palazzo civile attribuito a Brunelleschi è il cortile di palazzo Busini-Bardi, il più antico
esempio di palazzo fiorentino con tale apertura porticata su quattro lati al centro, ripresa dall'architettura delle domus
romane[35] .
Filippo Brunelleschi 15
Anche in questa opera Brunelleschi si ispirò a elementi dell'architettura medievale toscana, regolarizzandoli e
rielaborandoli con soluzioni tratte dall'arte classica romana con un risultato di grande originalità. Per esempio la
volta costolonata era già presente nell'architettura gotica, ma è innovativo l'uso dell'arco a tutto sesto. Anche la
commistione tra linee dritte e cerchi è tipica del romanico toscano, come ad esempio nelle tarsie marmoree della
facciata di San Miniato al Monte. Rispetto all'architettura medievale però, Brunelleschi usò un metodo più razionale
e rigoroso, studiando il modulo del cerchio inscritto nel quadrato, che si ripete nella planimetria e nell'alzato[38] .
Filippo Brunelleschi 16
Nonostante le alterazioni la basilica trasmette ancora un senso di concezione razionale dello spazio, sottolineata dalla
membrature portanti in pietra serena, che risaltano sull'intonaco bianco secondo il più riconoscibile stile
brunelleschiano. L'interno è estremamente luminoso, grazie alla serie di finestre ad arco che corre lungo il cleristorio.
Le colonne hanno capitelli corinzi con pulvino, come nello Spedale degli Innocenti, mentre il soffitto della navata
centrale è piano, decorato a lacunari[41] .
Filippo Brunelleschi 17
La decorazione plastica è strettamente subordinata all'architettura, come nella Sagrestia Vecchia: le pareti accolgono
dodici grandi medaglioni in terracotta invetriata con gli Apostoli, tra le migliori creazioni di Luca della Robbia[45] ;
più in alto si trova il fregio, sempre con il tema dei Cherubini e dell'Agnello. Nelle vele della cupola, altri 4 tondi
policromi, sempre in terracotta, che rappresentano gli Evangelisti, sono attribuiti a Andrea della Robbia o al
Brunelleschi stesso che ne avrebbe curato il disegno prima di affidarne la realizzazione alla bottega dei Della
Robbia: in queste opere nella scelta dell'artefice si può cogliere la polemica di Brunelleschi contro le decorazioni
troppo espressive di Donatello nella Sacrestia Vecchia, con il quale interruppe di fatto la fino ad allora proficua
collaborazione[46] .
Secondo Brunelleschi era preferibile non mettere ancone (pale dipinte o scolpite) sugli altari, preferendo il ricorso
alle sole vetrate sulle pareti. Le due vetrate della scarsella completano infatti il ciclo iconografico dei medaglioni e
sono state realizzate su disegno di Alesso Baldovinetti: raffigurano Sant'Andrea (quella rettangolare) e il Padre
Eterno (nell'oculo), che è in diretta corrispondenza con il medaglione di Sant'Andrea sulla porta d'ingresso nel
portico[46] .
I lavori vennero bloccati dopo tre anni di lavori per via della guerra contro Lucca (1437) e non furono più proseguiti
oltre i circa sette metri di altezza. Il resto dell'edificio, lasciato incompleto e chiamato comunemente con il sinistro
nome di "Castellaccio", venne realizzato solo tra il 1934 e il 1940[48] .
La cupola assurse a simbolo, oltre che religioso, anche cittadino, in quanto come essa ridefiniva e riproporzionava
l'edificio sottostante, originariamente gotico, così la città di Firenze ridisegnava e sottometteva il territorio a lei
Filippo Brunelleschi 21
vicino[50] . Dal punto di vista ideologico si è spesso detto infatti che l'ombra della cupola incombe su tutti i popoli
della Toscana[51] .
Modello ligneo della lanterna, forse Lanterna di Santa Maria del Fiore vista
dall'originale di Brunelleschi e Manetti, dal campanile
XVII secolo, Museo dell'Opera del
Duomo, Firenze
Restava da costruire la lanterna, per la quale Brunelleschi aveva fornito un progetto già nel 1432. La cupola nel
frattempo era stata chiusa da una struttura ad anello, collocata nel punto in cui si toccavano le due calotte, in modo
da serrarle tra di loro e creando anche otto stanze sulla sommità[52] .
Tuttavia nel 1436, dopo l'inaugurazione della cupola, anziché dare il via immediato al progetto brunelleschiano per
la lanterna si preferì bandire un nuovo concorso, durante il quale Brunelleschi dovette di nuovo mettersi in
discussione, gareggiando, tra gli altri, con il suo collaboratore Antonio Manetti e con il rivale di sempre Ghiberti. Il
31 dicembre 1436 la commissione giudicante, nella quale partecipava anche Cosimo de' Medici, approvò il modello
di Filippo, costruito in legno dallo stesso Manetti[53] .
Come di consueto, Brunelleschi organizzò nei minimi dettagli il cantiere, creando una gru girevole e un castello di
legno come impalcatura. La costruzione vera e propria prese il via solo nel 1446 e un mese dopo Brunelleschi morì,
quando era stata edificata solo la base. L'opera venne portata a termine da Andrea del Verrocchio nel 1461, che creò
anche la palla dorata con croce sulla sommità (la sfera originale crollò nel 1601 e venne in seguito reintegrata)[54] .
La lanterna è un prisma a otto facce con contrafforti agli angoli e alte finestre lungo i lati, coperta a cono rovesciato e
scanalato. In ciascuno degli spigoli si trova una scala "a cerbotana vota" (Vasari, 1550), cioè a forma di pozzetto
dove corrono ferri metallici a mo' di scalette. La lanterna era legata alle meditazioni sul tema degli edifici a pianta
centrale sviluppate nella rotonda di Santa Maria degli Angeli. Essa è fulcro visivo dell'intera cattedrale e conclude
formalmente le linee ascendenti che corrono lungo i costoloni. Inoltre essa ha il compito statico di chiudere gli sproni
e le otto vele circostanti. Nel disegnarla Brunelleschi si ispirò forse alle oreficerie sacre, come gli incensieri o gli
ostensori, ingrandendole su scala monumentale. La lanterna odierna è forse stata alterata in fase di realizzazione
rispetto al progetto originario, per la presenza di ornamenti eleganti e raffinati, più in sintonia con lo stile della metà
del secolo, dominato dalla figura di Leon Battista Alberti[55] .
Filippo Brunelleschi 22
Una delle tribune morte, lato nord Le funzioni delle tribune sono essenzialmente quella di
dilatare ulteriormente lo spazio radiale delle absidi
creando una sorta di corona, armonizzare la superfici facendo da mediazione con il tamburo che emerge, e anticipare
la mole della cupola[2] .
nell'ampiezza delle aperture e nella loro distanza; moltiplicato per due dà l'altezza delle aperture e per quattro
l'altezza dei piani[57] .
Nuova fu anche la presenza di una piazza antistante il palazzo, la prima destinata a un palazzo privato a Firenze, che
permetteva una visuale frontale e centrata dal basso, secondo il punto di vista privilegiato definito anche da Leon
Battista Alberti[57] .
La luce evidenzia il ritmo arioso ed elegante degli spazi, entrando in maniera graduale attraverso le differenti
aperture, più ampie nel cleristorio della navata centrale e dagli oculi della cupola. Le navate laterali si trovano così
ad essere più scure, dirigendo l'occhio inevitabilmente verso il nodo luminoso: l'altare centrale[60] .
(LA) (IT)
« QUANTUM PHILIPPUS ARCHITECTUS ARTE DAEDALEA « Quanto sia stato eminente Filippo nell'arte di
VALUERIT, CUM HUIUS CELEBERRIMI TEMPLI MIRA Dedalo è mostrato dalla meravigliosa cupola di
TESTUDO, TUM PLURES MACHINAE DIVINO INGENIO AB questo tempio molto famoso, e dalle molte macchine
EO ADINVENTAE DOCUMENTO ESSE POSSUNT - inventate da lui per divino ingegno. E per le
QUAPROPTER OB EXIMIAS SUI ANIMI DOTES eccellenti qualità del suo animo e le sue singolari
SINGULARESQUE VIRTUTES - XV- KL MAIAS ANNO MCCCC virtù, il suo corpo ben meritevole è stato sepolto in
XLVI EIUS B.M. CORPUS IN HAC HUMO SUPPOSITA GRATA questa terra il 15 maggio 1446 per ordine della sua
PATRIA SEPELIRI IUSSIT. » grata madrepatria. »
(Epitaffio di Brunelleschi nel Duomo di Firenze)
L'epitaffio si trova nella navata sinistra, al di sotto del busto del Buggiano, che fa parte della serie di artisti illustri
che hanno contribuito, nei secoli, allo splendore della cattedrale: gli altri sono Arnolfo di Cambio, Giotto, Antonio
Squarcialupi, Marsilio Ficino ed Emilio de Fabris.
Lo scenografo
« Vedere muovere un cielo pieno di figure vive, e i contrappesi di ferri girare e muovere e con lumi coperti e da scoprirsi
s'accendono: cose che diedero a Filippo grandissima lode. »
(Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, edizione del 1550.)
L'"ingegno" di San Felice in Piazza invece prevedeva un'apertura rotonda che improvvisamente si apriva con fragore
mostrando una grande nicchia rialzata sopra l'altare, illuminata da fiammelle come un cielo stellato, dove stavano il
Padreterno e dodici angeli cantori. Sotto di esso si trovava appesa una struttura a forma di cupola rotante, il "mazzo",
Filippo Brunelleschi 26
con attaccati otto angeli impersonati da fanciulli che cantavano le lodi di Maria, dal centro della quale si abbassava
una mandorla, illuminata ai bordi con piccole lucerne, con un giovane che impersonava l'arcangelo Gabriele, che
arrivava al suolo e visitava Maria, seduta dentro una specie di tempietto[41] . Il gruppo rotante di angeli in "volo",
riproposto probabilmente anche in anni successivi, dovette fare da ispirazione per la composizione della Natività
mistica di Sandro Botticelli (1501).
Gli allestimenti di Brunelleschi inaugurarono un nuovo modo di spettacolarizzare le rievocazioni sacre, usando sia
una scenografia fissa che apparati semoventi, in grado di ricreare l'illusione del volo di angeli. Nel fare questo
Brunelleschi si servì della grande esperienza messa punto nella progettazione di macchinari, argani, congegni per il
sollevamento, la sospensione e la trazione di materiali, usati nei suoi cantieri. Il tutto era reso più spettacolare anche
dall'uso di giochi pirotecnici, illuminazioni improvvise, tendaggi[41] . La ricostruzione lignea in scala di questi
apparati è stata fatta alla mostra Il luogo teatrale a Firenze del 1975 curata dallo storico dello spettacolo Ludovico
Zorzi[63] .
Le fattezze di Brunelleschi
Conosciamo l'aspetto di Filippo Brunelleschi da vari
ritratti. Ci è pervenuta anche la maschera funeraria in
stucco bianco che, presa subito dopo il decesso, è oggi
conservata nel Museo dell'Opera del Duomo. A partire
da essa si ispirò il Buggiano per scolpire il busto
"clipeato" che si trova ancora oggi sulla parete della
navata sinistra del Duomo di Firenze. Il maestro vi è
ritratto senza gli strumenti tipici del mestiere di
architetto (compasso, disegni di progetti), a sottolineare
la sua superiorità intellettuale rispetto alla prassi
artigianale, come indica anche l'epitaffio sottostante in
latino, dettato da Carlo Marsuppini[61] .
I suoi resti, rinvenuti nel 1972, testimoniano la bassa Maschera funeraria di Brunelleschi (1456), Museo dell'Opera del
Duomo, Firenze
statura e la corporatura gracile, confermando la
descrizione di Vasari, che lo ricorda come "sparuto
nella persona". La testa era grande, superiore alla media, e dai ritratti si è ricostruito il cranio calvo, gli orecchi
pronunciati, il naso largo, le labbra sottili[61] .
Una sua effigie in età più giovane dovrebbe trovarsi nel San Pietro in cattedra, affresco di Masaccio nella Cappella
Brancacci di Firenze, accanto ad altri artisti dell'epoca tra i quali lo stesso Masaccio, Leon Battista Alberti e, forse,
Masolino. Sempre secondo la tradizione Filippo fece da modello a Donatello per la statua del Profeta imberbe,
destinata al campanile di Santa Maria del Fiore (1416-1418). Il profilo di Filippo compare anche nel dipinto
dell'anonimo fiorentino del 1470 circa, già attribuito a Paolo Uccello, assieme ad altri quattro fondatori delle arti
figurative fiorentine:
Filippo Brunelleschi 27
Scultura
• Altare argenteo di San Jacopo, cattedrale di Pistoia (1400-1401)
• Sant'Agostino (attr.)
• San Giovanni Evangelista (attr.)
• Geremia e Isaia (attr.)
• Sacrificio di Isacco, Museo del Bargello, Firenze (1401)
• Madonna col Bambino (attr.), palazzo Davanzati, Firenze (1402-1405 circa) - se ne conoscono circa ottanta
repliche con lievi differenze, sparse nei musei del mondo.
• Crocifisso di Brunelleschi, cappella Gondi in Santa Maria Novella, Firenze (1410-1415 circa)
• San Pietro (attr.), Museo di Orsanmichele, Firenze (1412 circa)
• Pulpito di Santa Maria Novella (disegno), scolpito dal Buggiano, Santa Maria Novella, Firenze (1443)
Architettura
• Cupola di Santa Maria del Fiore, Firenze
(1418-1434)
• Spedale degli Innocenti, Firenze (1419-1427,
completato da altri)
• Cappella Barbadori, Santa Felicita (1420)
• Ampliamento del palagio di Parte Guelfa, Firenze
(1420 circa)
• Sagrestia Vecchia, San Lorenzo, Firenze
(1421-1426)
• Basilica di San Lorenzo, Firenze (1421 circa -
completata da altri) Staggia senese
• Mura di Lastra a Signa (risistemazione, 1424-1425)
Filippo Brunelleschi 28
Note
[1] Usato ad esempio da Vasari (1560-1568), vedi anche Capretti, cit., p. 10.
[2] De Vecchi - Cerchiari, cit., p. 36.
[3] Guido Zucconi, cit., p. 55.
[4] Capretti, cit., p. 10.
[5] Capretti, cit., pp. 10-11.
[6] Capretti, cit., p. 11.
[7] Capretti, cit., p. 14.
[8] Capretti, cit., p. 15.
[9] Capretti, cit., p. 20.
[10] Per tutto il paragrafo: Capretti, cit., pp. 22-23.
[11] Capretti, cit., p. 23.
[12] Capretti, cit., p. 24.
[13] Luciano Bellosi, Da Brunelleschi a Masaccio, in Masaccio e le origini del Rinascimento, catalogo della mostra 2002.
[14] Capretti, cit., p. 26.
[15] Capretti, cit., p. 120.
[16] Capretti, cit., p. 28.
[17] Capretti, cit., p. 30.
[18] Capretti, cit., p. 31.
[19] Capretti, cit., p. 36.
[20] De Vecchi- Cerchiari, cit., p. 35.
[21] Capretti, cit., p. 38.
[22] Capretti, cit., p. 60.
[23] Capretti, cit., p. 62.
[24] Capretti, cit., p. 64.
[25] Capretti, cit., p. 65.
[26] Capretti, cit., p. 66.
[27] Capretti, cit., p. 42.
[28] Capretti, cit., p. 41.
[29] Capretti, cit., p. 44.
[30] Scrive il Vasari: «Era già cresciuta la fabbrica tanto alto, che era uno sconcio grandissimo, salito che uno vi era, inanzi si venisse in terra; e
molto tempo perdevano i maestri nello andare a desinare e bere, e gran disagio per il caldo del giorno pativano. Fu adunque trovato da Filippo
ordine che si aprissero osterie nella cupola con le cucine, e vi si vendesse il vino, e così nessuno si partiva del lavoro se non la sera. Il che fu a
loro commodità, et all'opera utilità grandissima.»
[31] Capretti, cit., p. 46.
[32] Capretti, cit., p. 47.
[33] Capretti, cit., p. 86.
[34] Capretti, cit., p. 110.
[35] M. Bucci e R. Bencini, I palazzi di Firenze, Quartiere di Santa Croce, Firenze 1971.
[36] Capretti, cit., p. 88.
[37] Capretti, cit., p. 93.
[38] Capretti, cit., p. 96.
[39] Capretti, cit., p. 68.
Filippo Brunelleschi 29
Bibliografia
Fonti primarie
• Leon Battista Alberti, De pictura, 1435-1436,
edizione a cura di C. Grayson, in L. B. Alberti,
Opere volgari III, Bari 1973
• Leon Battista Alberti, De re aedificatoria, 1452
circa, edizione a cura di G. Orlandi, Milano 1966
• Vespasiano da Bisticci, Le Vite, 1480-1498 circa,
edizione a cura di A. Greco, Firenze 1970-1976
• Antonio di Tuccio Manetti, Vita di Filippo
Brunelleschi, 1480 circa, edizione a cura di D. De
Robertis e G. Tanturli, Milano 1976
• Il libro di Antonio Billi, 1506-1530 circa, edizione a
cura di F. Benedettucci, Anzio 1991 Tondo con busto e epigrafe in Santa Maria del Fiore, opera del
Buggiano (1446)
• Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori,
scultori e architettori, Firenze 1550 (edizione
Giuntina) e 1568 (edizione Torrentina), edizione a cura di G. Milanesi in Vasari, Le Opere vol. 9, Firenze
1878-1885.
Fonti secondarie
• Giulio Carlo Argan, Brunelleschi, Milano 1952
Filippo Brunelleschi 30
• Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
• Cornelius von Fabriczy, Filippo Brunelleschi: sein Leben und seine Werke, (in tedesco), Cotta, Stoccarda 1892.
• Giovanni Fanelli, Brunelleschi, Karl Robert Langewiesche Verlag 1988, ISBN 3-7845-6162-4
• Peter J. Gärtner, Filippo Brunelleschi 1377-1446, Könemann 2001, ISBN 3-8290-0683-7
• Ross King, Brunelleschi's Dome: The Story of the Great Cathedral in Florence, (in inglese) Pimlico, 2005. ISBN
1-84413-827-5
• Heinrich Klotz, Filippo Brunelleschi: The Early Works and the Medieval Tradition, (in inglese), Rizzoli
International 1990, ISBN 0-8478-1211-1
• Eugenio Luporini, Brunelleschi. Forma e ragione, Edizioni di Comunità, Milano 1964
• Attilio Pizzigoni, Filippo Brunelleschi (Studiopaperback). Verlag für Architektur, (in tedesco), Zürich, Monaco di
Baviera 1991, ISBN 3-7608-8127-0
• Carlo Ludovico Ragghianti, Filippo Brunelleschi. Un uomo, un universo, Firenze 1977
• Piero Sanpaolesi, Brunelleschi, Milano 1962
• Leader Scott, Filippo di Ser Brunellesco, George Bell & Sons, Londra 1901.
• Uta Schedler, Filippo Brunelleschi, (in tedesco), Imhof Petersberg 2004, ISBN 3-937251-85-5
• Guido Zucconi, Firenze, guida all'architettura, Verona, Arsenale Editrice, 1995. ISBN 88-7743-146-6
Voci correlate
• Architettura rinascimentale
• Architetture rinascimentali di Firenze
• Rinascimento fiorentino
• Prospettiva
• Il Buggiano
• Donatello
• Masaccio
• Leon Battista Alberti
Filippo Brunelleschi 31
Altri progetti
• Wikisource contiene opere originali di o su Filippo Brunelleschi
• Wikimedia Commons contiene file multimediali su Filippo Brunelleschi
Collegamenti esterni
• Brunelleschi sul'IMSS. (http://brunelleschi.imss.fi.it/genscheda.asp?appl=LIR&indice=63&xsl=slideshow&
chiave=100985)
• Struttura della cupola del Duomo di Firenze. (http://brunelleschi.imss.fi.it/genscheda.asp?appl=LST&
xsl=luogo&chiave=700145)
• Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze. (http://www.operaduomo.firenze.it/)
• Brunelleschi scultore. (http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Brunelleschi.htm)
• (EN) Biografia (http://www-groups.dcs.st-and.ac.uk/~history/Biographies/Brunelleschi.html) in MacTutor
Fonti e autori delle voci 32
File:Progetto ligneo per la lanterna, 1673 01.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Progetto_ligneo_per_la_lanterna,_1673_01.JPG Licenza: Creative Commons
Attribution 2.5 Autori:: user:sailko
File:Santa maria del fiore, lanterna ok.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Santa_maria_del_fiore,_lanterna_ok.JPG Licenza: Creative Commons Attribution 2.5
Autori:: user:sailko
File:Santa maria del fiore, absidiole.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Santa_maria_del_fiore,_absidiole.JPG Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori::
G.dallorto, Gryffindor, Sailko
File:3074 - Firenze - Palazzo Pitti - Foto Giovanni Dall'Orto, 28-Oct-2007.jpg Fonte::
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:3074_-_Firenze_-_Palazzo_Pitti_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto,_28-Oct-2007.jpg Licenza: Attribution Autori:: user:g.dallorto
File:Santo Spirito, inside 1.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Santo_Spirito,_inside_1.JPG Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: Mac9, Sailko, 1
Modifiche anonime
File:Santo Spirito Filippo Brunelleschi .jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Santo_Spirito_Filippo_Brunelleschi_.jpg Licenza: Public Domain Autori:: inkub0
File:Duomo Firenze Apr 2008 (13).JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Duomo_Firenze_Apr_2008_(13).JPG Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0
Autori:: User:Gryffindor
File:Brunelleschi, ricostruzione del modello dell'ingegno dell'annuncianzioe di san felice in piazza, da una mostra del 1975.jpg Fonte::
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Brunelleschi,_ricostruzione_del_modello_dell'ingegno_dell'annuncianzioe_di_san_felice_in_piazza,_da_una_mostra_del_1975.jpg Licenza:
sconosciuto Autori:: Sailko
File:Maschera funeraria di filippo brunelleschi, 1446.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Maschera_funeraria_di_filippo_brunelleschi,_1446.JPG Licenza: Creative
Commons Attribution 2.5 Autori:: user:sailko
File:041 le vite, filippo brunelleschi.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:041_le_vite,_filippo_brunelleschi.jpg Licenza: Public Domain Autori:: unknown engravours
File:Staggia senese pano.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Staggia_senese_pano.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: User:Vignaccia76
File:Smf, busto e epigrafe filipo brunelleschi (il buggiano).JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Smf,_busto_e_epigrafe_filipo_brunelleschi_(il_buggiano).JPG Licenza:
Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: user:sailko
File:Vicopisano04.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Vicopisano04.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: FlickreviewR, Leoboudv,
Louis-garden, Mac9, Sailko
Immagine:Wikisource-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikisource-logo.svg Licenza: logo Autori:: Nicholas Moreau
Immagine:Commons-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: User:3247, User:Grunt
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
http:/ / creativecommons. org/ licenses/ by-sa/ 3. 0/