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Football Americano

Come il più bravo dei figli, prima di realizzarsi nella vita il football americano è
passato per il College. Proprio all'interno dei campus ebbero luogo, infatti, le prime
sfide di quello che sarebbe divenuto in seguito lo sport più spettacolare, più ricco e
più seguito d'America. Tra le università americane si organizzavano degli incontri di
uno sport ibrido tra il rugby ed il calcio. Ad Harvard, il primo lunedì dell'anno
accademico, si scontravano le classi dei "freshman" (matricole) e dei "sophomore"
(secondo anno di studi) in quello che veniva chiamato il "Bloody Monday"... La
traduzione è scontata!
Con il termine della Guerra Civile lo sport iniziò a spopolare tra le università, tanto da
necessitare di una vera e propria regolamentazione e di un basilare campionato. Gli
atenei di Rutgers e Princeton stilarono un saggio sulle regole del gioco sfidandosi tra
loro nel primo match ufficiale di football americano. Così come era capitato per il
baseball, fu il New Jersey ad ospitare l'evento. Si giocò a New Brunswick il 6
novembre 1869. Di fondamentale importanza fu anche il 1873, anno in cui i
rappresentanti di Yale, Rutgers, Princeton e Columbia si incontrarono a New York per
dar vita alla "Intercollegiate Football Association".Walter Camp, coach di Yale,
migliorò ulteriormente le regole di gioco dando vita al football moderno.
Pur con delle limitazioni, il football rimaneva uno sport molto violento. Nessuno tra gli
orgogliosi atleti del college tirava indietro la testa nella mischia e non si risparmiava
nemmeno in quanto a risse. Col passare degli anni l'eccessivo agonismo, dettato spesso
dalle storiche rivalità tra i college, costò tra i giovani atleti non solo gravi ferite ma
anche alcuni decessi.
La situazione spinse addirittura il Presidente Theodore Roosevelt a sollecitare
Harvard, Princeton e Yale a rendere lo sport più sicuro. L'incontro tra le tre regine
delle università americane fu un evento storico per lo sport americano, che portò ad
un ulteriore ritocco del regolamento per una maggior sicurezza del gioco e alla
creazione di una nuova associazione per unificare sotto la stessa organizzazione le
numerose squadre collegiali americane: la NCAA, National Collegiate Athletic
Association. Tuttora la NCAA rappresenta il patrimonio sportivo più importante per
gli sport statunitensi: tutti, o quasi, gli atleti professionisti provengono da migliaia di
college dove dimostrano le loro qualità prima del grande salto tra i "pro".
Gli anni del college volavano in fretta e per un giocatore particolarmente dotato non vi
era altro luogo dove praticare football al termine del corso di studi.
Uno sport che garantiva una straordinaria intensità e che portava pubblico pagante
attorno alle 100 yards più roventi del Paese fece intuire presto che, al pari del
baseball, anche il football sarebbe entrato nei cuori degli americani. Ciò che poteva
garantire, per il football e per i suoi campioni, un futuro oltre al college era senza
dubbio l'avvento delprofessionismo.
Fu così che sul finire del secolo, in Pennsylvania e dintorni, fiorirono le prime
compagini di football extra universitarie. Erano team validi tecnicamente, grazie alla
presenza di alcuni giocatori noti ai tempi del college. In un match del 1892 gli
Allegheny Athletic Association sconfissero iPittsburgh Athletic Club. Tra le fila degli
Allegheny giocò per $500 la stella universitaria William (Pudge) Heffelfinger. Il fatto
fu assai controverso e per ben 80 anni (cioè fino al ritrovamento del contratto) non si
ebbe mai la certezza che Heffelfinger avesse incassato quella grossa somma per
disputare il match. Tuttavia quello fu il primo incontro "stipendiato" della storia del
football. Un paio d'anni dopo le città di Latrobe e Jeannette istituirono le proprie
squadre e via via si aggiunsero i Duquesnes di Pittsburg, gli Olympics di McKeesport,
dall'Ohio i Bulldogs di Canton e una compagine da Massilon.
Con l'inizio del nuovo secolo le squadre di professionisti raggiunsero un numero
sufficiente per istituire un vero campionato. Al costo di ammissione di $100 per
squadra, nacque nel 1920 la American Professional Football Association. Giudicando
però essenziale la sopravvivenza dei campionati universitari le squadre sottoscrissero
l'accordo di non ingaggiare giocatori in età ancora eleggibile per il college. Due anni più
tardi, a gestire le sorti del football, entrò in scena la lega che tutt'ora organizza il
campionato più famoso al mondo: la National Football League.
A garantire lo spettacolo fu in quel periodo una ex-stella dell'Università dell'Illinois:
Red Grange, che con i Chicago Bears attraeva enormi folle attorno al campo, fornendo
così il sostentamento finanziario necessario per il definitivo decollo dello sport.
Tuttavia, pur disponendo sempre più frequentemente di ex-giocatori universitari, la
NFL faticava ad eguagliare il livello di gioco proposto dalla NCAA. Il motivo stava più
che altro nella frequenza degli allenamenti: mentre nella NFL ci si allenava due o tre
volte la settimana, gli allenatori dei campus avevano la possibilità di affinare gli
schemi di gioco tutti i giorni.
Il 1936 fu l'anno che permise alla NFL di compiere il balzo decisivo. Venne istituito
per la prima volta il "Draft": al termine della carriera universitaria i migliori giocatori
divenivano eleggibili per accasarsi presso un team della NFL. La prima scelta del Draft
veniva attentamente valutata dagli osservatori dei team e, oggi come allora, per
ragioni di equilibrio nel campionato, il diritto a scegliere per prima andava alla squadra
peggio classificata nell'ultimo anno. Il Draft fu una vera manna sia dal punto di vista
tecnico che commerciale. Furono gli anni dei Cardinals e dei Bearsdi Chicago, dei Lions
di Detroit, dei Green Bay Packers e dei New York.

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