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Classe 4 Em
Relazione n° 4 flessione rotante UNI 3964 laboratorio tecnologico
Definizione:
La fatica è un fenomeno meccanico per cui un materiale sottoposto a carichi variabili nel tempo (in
maniera regolare o casuale) si danneggia fino a rottura nonostante l’intensità massima dei carichi sia
notevolmente inferiore a quella di rottura o di snervamento statico del materiale stesso.
Storicamente scoperta e studiata come fenomeno prettamente metallurgico, in seguito il termine
“fatica” è stato usato anche per altre classi di materiali, come i polimeri o i ceramici. A tutt’oggi, la
fatica è il fenomeno responsabile della stragrande maggioranza dei cedimenti in esercizio di organi
di macchine. Conoscere la resistenza di un materiale a fatica è di fondamentale importanza dal
punto di vista meccanico perché permette di poter dimensionare organi meccanici che vi resistano,
oppure permette di progettare a tempo,cioè costruire un organo capace di resistervi per determinati
cicli.
La prova di flessione viene eseguita per determinare la resistenza e la deformabilità dei materiali
sollecitati a momento flettente. Questa sollecitazione si ottiene facendo ruotare la provetta, fissata di
sbalzo mentre una forza applicata all’estremità libera la sollecita costantemente ad un momento
flettente, che agisce però nei riguardi della provetta continuamente in piani diversi; in tal modo una
fibra che in un dato istante è tesa, dopo mezzo giro della provetta è compressa.
Il comportamento dei materiali così sollecitati è diverso a seconda che si tratti di:
- Materiali plastici: questi materiali si deformano notevolmente prima della rottura o non si
rompono ma solamente si piegano impiegando un elevatissimo numero di cicli perché ciò
avvenga.
- Materiali fragili o materiali di limitata deformabilità: questi materiali presentano frecce
o deformazioni limitate prima della rottura che avviene in un numero modesto di cicli.
Da cosa è influenzata la resistenza a fatica:
• Impurezze , inclusioni, incisioni superficiali sono le cause più frequenti di innesco alla
rottura e di conseguenza abbassano il limite di resistenza a fatica;
• Trattamenti termici che creano tensioni interne abbassano il limite;
• Fino a 300/400 °C la temperatura non ha grande influenza sul limite di fatica;
• Bruschi cambiamenti di sezione, fori, filettature, ecc… abbassano il limite; per questo
motivo sono raccomandati raccordi piu ampi possibili, compatibilmente alla funzionalità del
pezzo;
• Corrosione e saldature creano possibili inneschi alla rottura;
• Trattamenti termici (nitrurazione) o tecnologici (pallinatura,rullatura) che aumentano la
durezza superficiale aumentano il limite;
• Una bassa rugosità aumenta il limite di resistenza a fatica, invece una finitura grossolana
favorisce gli inneschi a rottura;
Tra gli acciai la struttura che resiste meglio a fatica è la sorbite.
Limite di fatica:
Questo è la massima ampiezza di sollecitazione a fatica che anche se viene applicata un numero
infinito di volte non provoca la rottura. Alcuni materiali “fragili” non hanno limite di fatica.
Per inserire la provetta si allenta la ghiera e si sistemano i comparatori (mobili) che ci daranno
informazioni sulla flessione del provino.
Successivamente vi si inserisce il provino bloccandolo attraverso il serraggio della ghiera.
Vicino al motore della macchina vi è un conta cicli e un volantino che va a caricare il braccio, il
quale agisce su di un romano con scala 1:2.
Quando il romano è nella posizione 0 la distanza è eguagliata dal contrappeso; la massa del romano
GL = 2.5 kg
Agendo sul volantino si va così a caricare il provino con la forza voluta.
Calcoli:
E=2P *k GL*a=0
P=
Mf =