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l presidente dell'Inter guarda alla finale: "Africani sorprendenti e simpatici e una

finale è sempre prestigiosa. Benitez? Psicologicamente ha fatto un buon lavoro.


Zanetti fantastico. Cassano? Non cerchiamo giocatori di quel tipo. Agnelli? Ho
un'opinione leggermente diversa"
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Zanetti segna il 2-0. Reuters


ABU DHABI (Emirati Arabi), 16 dicembre 2010 - Un petroliere ad Abu Dhabi dovrebbe star bene
sempre. Non è il caso di Massimo Moratti: il presidente dell’Inter, in questi giorni, è sereno solo se
vede l’Inter che vince, e lo sarà davvero solo se tornerà a Milano con un’altra coppa. Il giorno dopo
la semifinale col Seongnam, quindi, è soddisfatto, ma siamo solo a metà dell’opera. Moratti parla ai
giornalisti italiani in una conferenza stampa improvvisata nel ritiro interista: c’è modo per
commentare la gara vinta, per pensare alla finale, per fare il punto su Benitez e sul mercato per
verrà. E non può non rispondere alla nuova puntata delle polemiche su Calciopoli.
SQUADRA COMPATTA — Si parte ovviamente dalla soddisfazione per il primo ostacolo
mondiale superato: "C’era un po’ di paura, sarebbe stato brutto uscire subito. Ma contavo
moltissimo sulla reazione dei giocatori, sono riusciti a trasferire sul campo la grinta in modo
intelligente rispetto alle caratteristiche dell’avversario. Ho ritrovato un’Inter con personalità, la
squadra era un pezzo unico, non tanti giocatori che vanno per conto loro: c’era calma, sicurezza e
grinta". Qualche citazione per i singoli è però d’obbligo: "Zanetti è stato fantastico: lui fa sempre
quello che ti aspetti e anche qualcosa in più. Il gol che ha segnato con assist di Milito mi è parsa
un’azione di due che si vogliono bene, che l’anno immaginata mille volte. Diego per noi è
fondamentale per far girare la squadra, ma ieri ho visto anche cose meravigliose di Eto’o".
Purtroppo c’è anche una nota negativa, l’infortunio di Sneijder: "A quanto pare è un pegno che
dobbiamo pagare, quest’anno, mi spiegheranno perché. Mi dispiace per Wesley, era pronto a
prendersi una rivincita dopo le liste del Pallone d’oro".
PERICOLO MAZEMBE — Ora arriva un calcio completamente diverso come quello dei congolesi
del Mazembe: "Una finale è sempre una finale, non mi curo di chi fa ironie sul torneo. Quella
africana è una squadra sorprendente e simpatica, tutte le finali sono di prestigio, noi pensiamo a
vincere".
BRAVO BENITEZ — Già, perché Rafa Benitez ha fatto solo metà del suo "dovere". Moratti gli fa i
complimenti, ma conferma che il tecnico è stato in pericolo: "Benitez è stato bravo a riprendere in
mano una situazione non facile, psicologicamente ha fatto un buon lavoro. Io ho fiducia nella
tranquillità della persona, e questo ha fatto sì che non prendessi certe decisioni. Non è stato un
periodo facile, il mio compito è quello di essere saggio e di valutare, considerate tutte le condizioni,
quale sia la strada migliore per tenere un livello alto. Non mi sono piaciute le cadute, le sconfitte
che seguivano sconfitte, ma era giusto permettere al tecnico di giocarsi le sue possibilità al meglio:
Ora però questo torneo bisogna vincerlo, non basta partecipare". Gli riferiscono che Mourinho
sostiene che il Mondiale conti nel palmares di un club, ma non in quello di un allenatore, lui se la
cava con una battuta: "Se fosse stato qui lui sarebbe stato importante anche per il palmares
dell’allenatore".
MERCATO — Poi, nonostante il caldo e le spiagge, l’orizzonte torna sull’Italia, e ci si sposta verso
il mercato di gennaio: "Ranocchia? leggo che siamo più vicini a lui, ma sinceramente non me ne
sono interessato. Comunque non faccio campagna acquisti sugli infortuni. Io testardamente
continuo a pensare che questa rosa sia completa. Cassano? È un bravo giocatore e un bravo ragazzo,
ma per il momento non abbiamo fatto niente. Non stiamo cercando un giocatore di quel genere".
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CALCIOPOLI — Chiusura su Calciopoli, e le dichiarazioni di Andrea Agnelli: "Non so cosa abbia
in mente e dove voglia arrivare la Juve, ma non commento perché non conosco bene quello che ha
detto. Di sicuro sono di un'opinione leggermente diversa". Ma non c’è voglia di pensare al passato,
a meno che non sia quello intercontinentale della grande Inter: "Mi fa

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