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Dott.ssa Cieri - Ottobre 2003 - PANORAMICA SUGLI ADEMPIMENTI FISCALI NEL FALLIMENTO
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La circolare 26/E delle Entrate costituisce una indicazione degli adempimenti fiscali da porre in essere da
parte dei curatori fallimentari.
Si pone l’attenzione sulla GHWHUPLQD]LRQH GHOOD EDVH LPSRQLELOH in caso di apertura della procedura
concorsuale e quindi sul residuo attivo che ne emerge. Il reddito relativo al periodo che va dalla apertura alla
chiusura della procedura e’uguale alla differenza tra il residuo attivo ed il patrimonio netto presente all’inizio
del fallimento secondo valori fiscalmente riconosciuti.
Occorre considerare che il SDWULPRQLR QHWWR LQL]LDOH VL DVVXPH XJXDOH D ]HUR anche in presenza di passivo
che supera l’attivo. La definizione di residuo attivo dato dalla circolare, invece si riferisce semplicemente al
valore restituito al fallito. Si può'quindi sostenere che LO UHVLGXR DWWLYR RJJHWWR GL WDVVD]LRQH e'quello che
viene dato alla fine del fallimento una volta che siano pagate tutte le passività'iscritte nella procedura.
Rimane pero'il dubbio se possa parlarsi di residuo attivo e quindi soggetto a tassazione nel caso in cui non
avvenga il pagamento dei crediti ammessi al passivo perch'ad esempio, estinti.
La circolare nulla specifica in merito, riferendosi così'solo alla chiusura della procedura senza che il
curatore abbia posto in essere attivita'di vendita di beni o pagamento di debiti e chiarendo che in questo caso
non si e'in presenza di residuo bensi'si ha una mera restituzione di beni al titolare.
Nel documento vengono altresi'ribaditi altri punti importanti per la determinazione dei residuo attivo: non si
portano in diminuzione di questo le rinunce dei creditori inseriti nell' elenco del fallimento; in caso di
restituzione dei beni all' imprenditore, questi vengono valutati secondo il valore normale come avviene per
l'
estromissione di beni di impresa.
Altra precisazione attiene al fatto che LO IDOOLWR ULPDQH VHPSUH FRQWULEXHQWH e che gli adempimenti del
curatore sono limitati alla presentazione dei quadri di Unico relativi alla determinazione del reddito
precedente l' apertura del fallimento. Rimane pero'ferma la liquidazione del tributo ad opera del fallito.
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A norma dell’art. 18, comma 4, del DPR n. 42 del 1988, il curatore, contemporaneamente alla presentazione delle
dichiarazioni iniziale e finale, deve consegnarne o spedirne copia all’imprenditore persona fisica, ai familiari
partecipanti all’impresa o a ciascuno dei soci di società di persone, ai fini dell'inclusione del reddito o della perdita che ne
risulta nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d' imposta in cui ha avuto inizio o si è chiusa la procedura.
Infatti, ai sensi del comma 3, dell' art. 125 del TUIR, il reddito della procedura concorsuale è imputato all' imprenditore nel
periodo d' imposta in cui si è chiuso il procedimento.
Al riguardo, occorre considerare che il nuovo e più ampio termine di dieci mesi entro cui devono essere presentate le
dichiarazioni da parte del curatore potrebbe scadere anche successivamente a quello entro il quale i soggetti falliti sono
obbligati a presentare la propria dichiarazione dei redditi, che, come detto, deve includere il reddito o la perdita comunicata
dal curatore.
In tali casi, sarà opportuno che il curatore comunichi tale reddito o perdita non contemporaneamente alla presentazione delle
dichiarazioni, come prescritto dall' art. 18, comma 4, del DPR n. 42 del 1988, ma anche prima di tale momento, per consentire
al fallito di liquidare le imposte complessivamente dovute per il periodo d' imposta e presentare la relativa dichiarazione
dei redditi.
Pur in considerazione della improbabilità'del caso, occorre infine considerare la possibilità che il reddito di periodo dia un
risultato positivo e che quindi sia determinabile un reddito imponibile e si rendano dovute una o più'imposte. In tal caso, il
curatore si farà cura di calcolare le imposte dovute, indicandole in dichiarazione senza provvedere al pagamento delle
stesse. Le imposte suddette potranno essere recuperate in sede concorsuale, in quanto riferite al periodo antecedente la
dichiarazione di fallimento, né potrà essere opposta al curatore alcuna inadempienza per l' omesso versamento delle imposte
medesime.
La dichiarazione deve essere redatta utilizzando i modelli ufficiali per la denuncia dei redditi approvati, utilizzando i quadri
relativi al reddito d'impresa.
Si precisa inoltre che per i periodi che si chiudono antecedentemente al 31.12 vanno utilizzati i modelli approvati nel corso
dello stesso anno. A seguito del decreto del Tribunale che dichiara chiuso il fallimento, il curatore deve procede alla
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dichiarazione finale entro i termini sopra indicati
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Dal punto di vista operativo, in base a quanto riportato dall’art. 125 T.U
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SOCIETÀ'DI CAPITALI
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IMPRENDITORE INDIVIDUALE
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SOCIETÀ'DI PERSONE
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Il curatore non e’ sostituto d’imposta, non deve quindi effettuare ritenute ne rilasciare certificazioni
previste dal DPR 600/72. La conclusione non e’ altro che un corollario di un orientamento della
giurisprudenza, che ha costantemente escluso il curatore dal novero dei soggetti tenuti agli
obblighi dei sostituti, malgrado le istruzioni al modello riportano i curatori tra i soggetti obbligati alla
redazione dello stesso. Come chiarito anche dalla sentenza del 14 settembre 1991 n.9606 prima
sezione civile, l’opinione ministeriale tendente a un’applicazione analogica, estendendo gli
adempimenti dell’imprenditore al curatore non può essere condivisa, in quanto contrastante con il
principio della tassatività'degli obblighi tributari e delle sanzioni.
L'unico dubbio potrebbe sorgere nel caso di esercizio provvisorio come in effetti ha ipotizzato la
stessa Corte di cassazione con la sentenza del 13 gennaio 1996 n. 237; Chi rilascia i modelli di
certificazione delle ritenute e i CUD? il curatore non di certo, e non solo per i motivi illustrati: nella sua
veste di pubblico ufficiale non può certificare l' operato del fallito, anzi spesso non dispone
neppure dei dati. L' unico soggetto tenuto a questi adempimenti e il fallito: l' obbligo infatti non viene
meno con la dichiarazione di fallimento.
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Con D.Lgs 15/12/1997 n.446 attuativo dell’art. 3, comma 143, della legge delega 23/12/96 n.662 e’
stata introdotta l’IRAP.
Tra i soggetti passivi indicati nell’art. 3 del D.Lgs non e’ espressamente indicato il fallimento,
ma certamente vi rientra in relazione alla situazione di soggettività'passiva in cui versava l'
impresa
prima del fallimento. Infatti il comma 6 dell' art.19 D.Lgs 446/97 prevede gli adempimenti in
termini di dichiarazione IRAP nei casi di fallimento, liquidazione coatta amministrativa,
fusione, scissione e trasformazione.
La prima parte del comma 6 sopra citato rinvia agli art. 10 e 11 del DPR 600/73 e quindi richiama tutti
gli adempimenti previsti per le imposte sui redditi, ne consegue l' obbligo per il curatore di
dichiarare entro l'ultimo giorno del decimo mese successivo la nomina, il periodo prefallimentare,
che va dall'
inizio del periodo d'imposta alla data di fallimento.
L'imposta che ne deriva e'un credito concorsuale. Il fallimento con esercizio provvisorio e'soggetto
passivo IRAP limitatamente al valore della produzione netta realizzata nella fase dell' esercizio
provvisorio; fallimento senza esercizio provvisorio non e'soggetto passivo ai fini IRAP.
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1. Per le operazioni effettuate anteriormente alla dichiarazione di fallimento (.....), gli obblighi di
fatturazione e registrazione, sempreche’ i relativi termini non siano ancora scaduti, devono essere
adempiuti dal curatore (...) entro quattro mesi dalla nomina.
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L’art. 74 bis D.P.R. 633/72 e successive modificazioni, disciplina gli adempimenti del curatore fallimentare in
materia di imposta sul valore aggiunto assoggettando ad iva le cessioni di beni e prestazioni di servizi relative
all’esercizio dell’impresa fallita, con esclusione, quindi, dei beni personali dell’imprenditore individuale o dei soci
illimitatamente responsabili.
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Entro quattro mesi dalla nomina il curatore deve provvedere all’emissione delle fatture relative
alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate prima della dichiarazione di fallimento. Tale
obbligo sussiste a condizione che non siano scaduti i termini previsti per l’emissione della
fattura.
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In base a quanto sopra, si può'concludere che il curatore, in questa fase della procedura, non si
troverà'mai nelle condizioni di dover emettere fattura per cessioni di beni immobili, per i quali il
termine per l'
emissione e'già scaduto; mentre per le per cessioni di beni effettuate con l' utilizzo
del documento di trasporto, sarà tenuto ad emettere la fattura limitatamente ai documenti di
trasporto emessi nel mese in cui e'stato dichiarato il fallimento ed in quello precedente.
Per le prestazioni di servizi vale quanto detto per gli immobili, fermo restando che qualora
sussistano prestazioni effettuate nel periodo antecedente il fallimento e non riscosse, la fattura
dovra'essere emessa dal curatore al momento della riscossione che, essendo successiva all' inizio
della procedura, rientrerà'nelle modalità e nei termini di fatturazione applicabili nel corso della
stessa
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Entro quattro mesi dalla nomina il curatore deve registrare le operazioni effettuate dal fallito prima
della dichiarazione di fallimento. Tale obbligo sussiste qualora le registrazioni non siano state
effettuate dal fallito e non siano ancora scaduti i termini di registrazione.
I termini sono:
per le fatture emesse (art.23): 15 giorni dalla data di emissione, salvo il caso di fattura differita, la
cui registrazione può'essere effettuata entro il 15° giorno del mese successivo alla consegna o
spedizione;
per i corrispettivi (art. 24): in caso di rilascio di scontrino o ricevuta fiscale possibilità'di
unica registrazione entro il giorno 15 del mese successivo a quello di registrazione. Per le altre
operazioni (non soggette a certificazione), l' annotazione deve essere eseguita con riferimento al
giorno in cui le operazioni sono state effettuate, entro il giorno non festivo successivo;
per le fatture ricevute (art.25); dopo il ricevimento e prima della liquidazione e/o
dichiarazione annuale nella quale e'esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta e
comunque mai oltre il secondo anno di imposta successivo.
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Il curatore, potrebbe pertanto trovarsi nella condizione di dover registrare corrispettivi relativi al
mese in corso e a quello precedente la data del fallimento, registrare fatture emesse nei 15 giorni
precedenti la dichiarazione di fallimento, registrare fatture differite emesse nel mese in corso e
in quello precedente la procedura concorsuale.
Il curatore deve registrare anche le fatture relative al periodo antecedente la dichiarazione di
fallimento e da lui emesse ai sensi dell’art. 74 bis, come già sopra specificato, affinché vengano
inserite nella dichiarazione relativa al periodo antecedente al fallimento.
Per le fatture di acquisto la registrazione dovra'essere effettuata relativamente a quelle la cui
data di emissione o la data, documentalmente dimostrabile, di ricevimento sia compresa tra
l'
inizio del mese precedente e la data di fallimento.
Le suddette registrazioni possono essere effettuate sui registri della ditta fallita.
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Entro il termine ordinario ( nel caso in cui i termini per tale adempimento non siano scaduti a tale data) il
curatore deve provvedere:
1) alla presentazione della dichiarazione annuale I.V.A.relativa all’esercizio precedente a quello in
cui e’ avvenuta la dichiarazione di fallimento redatta su modello approvato.
Tale dichiarazione comprenderà'le operazioni registrate fino al 31.12.dell' anno antecedente
l'
apertura della procedura.
Dal risultato di detta dichiarazione si potranno verificare due situazione:
la dichiarazione evidenzia un credito: in tale ipotesi lo stesso dovra'essere riportato nella
successiva dichiarazione da redigersi con il mod. 74 bis;
la dichiarazione evidenzia un debito: in tal caso il c uratore presenterà la dichiarazione
senza effettuare il relativo versamento, sarà'cura dell' Ufficio recuperare l'importo in sede
concorsuale.
2) alla presentazione della dichiarazione iva relativa al periodo compreso tra l' inizio dell'
anno in
cui viene dichiarato il fallimento e la data della sentenza su apposito modello 74 bis da
consegnare al competente ufficio IVA ai fini dell' eventuale insinuazione.
La dichiarazione su modello 74 bis non essendo assimilabile alla dichiarazione annuale ai sensi
dell'art. 28, non costituisce titolo per la richiesta di rimborso.
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Il curatore, ai sensi dell’art.74 bis 2 comma e’ obbligato ad emettere fattura entro 30 giorni
dall’effettuazione dell’operazione indipendentemente dalla natura della stessa.
Le fatture, vanno numerate progressivamente.
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In curatore nella vendita di beni mobili provvederà'ad emettere fattura. Se la vendita riguarda
beni personali del fallito o dei soci illimitatamente responsabili, i beni ceduti dal curatore non
saranno assoggettati ad IVA e sarà sufficiente emettere una semplice ricevuta.
9(1',7$%(1,,002%,/,
Se il fallito e'persona fisica e i beni rientrano nella sfera personale, la vendita sarà assoggettata
ad imposta di registro ed il curatore non dovra'emettere alcun documento. Se il bene e'relativo
all'
azienda fallita il curatore, accertato il versamento dell' intero importo provvederà ad emettere
fattura.
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Le fatture attive e passive relative al periodo fallimentare vanno registrate dal curatore che
proverà'a versare l'IVA scaturente dalla liquidazione periodica.
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Il curatore deve presentare la dichiarazione annuale relativa alle operazioni effettuate nell'
anno
solare precedente, se i termini non sono scaduti, senza particolari indicazioni.
La dichiarazione annuale successiva all' apertura del fallimento, comprende sia i dati
antecedenti il fallimento, già evidenziati nel modello 74/bis, sia i dati relativi al periodo che
va dall'apertura della procedura fallimentare al 31.12. E'previsto per tale adempimento la
compilazione di un unico modello composta da due moduli al fine di tener distinti i due
momenti.
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Nel caso venga autorizzato l'
esercizio provvisorio, gli adempimenti rimangono quelli già
specificati.
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Il curatore entro 30 giorni dal decreto di chiusura del fallimento deve presentare la
dichiarazione di cessazione al competente ufficio IVA.
Nel caso che antecedentemente alla chiusura della procedura siano state ultimate tutte le
operazione rilevanti ai fini IVA il curatore può procedere alla cessazione anche prima della
chiusura del fallimento
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Entro il termine annuale il curatore deve presentare la dichiarazione relativa al periodo che
va dal 1 gennaio alla data di chiusura di fallimento.
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L’imposta di registro nel fallimento e’ regolata dal D.P.R. 26 aprile 1986 n.131.
Alcuni atti nel fallimento sono soggetti all’imposta di registro tra questi si evidenziano:
Per quanto riguarda la registrazione del piano di riparto, si può'considerare ormai consolidato
l'
orientamento sul comportamento da seguire. L' amministrazione finanziaria ha precisato (C.M.
n.58 del 30 luglio 1990) che:
in linea generale non e'necessario registrare il piano di riparto esecutivo, anche se modificato
purche' non vi siano transazioni in ordine a contestazioni da parte di creditori per
l'ammissione allo stato passivo
qualora, invece, il decreto di esecutività'del piano di riparto definisca anche controversie sorte
tra i creditori e gli organi della procedura occorre provvedere alla sua registrazione
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Il curatore deve attivarsi affinché, dopo la dichiarazione di fallimento non continuino a maturare,
impropriamente, diritti alla riscossione di tributi da parte di unita'locali.
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Nessun obbligo e’ posto a carico del curatore per il periodo antecedente la vendita dei beni immobili.
Il versamento dell’imposta deve essere effettuato entro il termine di tre mesi dalla data in cui il prezzo
e’ stato incassato. Entro lo stesso termine deve essere presentata la dichiarazione.
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