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La concezione strutturale. Ingegneria e architettura in Italia negli cinquanta e sessanta: una ricerca multidisciplinare
Seconda riunione – Torino, 9 settembre 2010
UR di Udine
(Di particolare interesse recenti studi) che utilizzano proprio le opere costruite
come punto di partenza per l'analisi di processi di ottimizzazione strutturale e
costruttiva.
La rappresentatività di tali opere è intesa sia per il ruolo rivestito all'interno del
percorso di ricerca e progettuale delle eminenti figure cui sarà fatto
principalmente riferimento sia per l'influsso che hanno esercitato sulla comunità
progettuale, all'epoca e durante i decenni successivi.
Inoltre, quali specifici casi di studio saranno individuate opere che, in aggiunta al
valore estetico, più di altre abbiano costituito punti di snodo nell'evoluzione della
concezione e della forma strutturale, nonché nell'uso dei materiali da
costruzione e delle tecniche di realizzazione.
Progetto PRIN 2008
La concezione strutturale. Ingegneria e architettura in Italia negli cinquanta e sessanta: una ricerca multidisciplinare
Seconda riunione – Torino, 9 lettembre 2010
1.
2.
la velocizzazione dei tempi di realizzazione dovuta all’impiego di questo ed altri
tipi di “accoppiamento strutturale” (diverso dalla “collaborazione strutturale”),
con risultati originali e di alto livello estetico, che aprirà la strada al successivo
uso preferenziale dell’acciaio per la copertura delle grandi luci, mentre il c.a.p.
tenderà a standardizzarsi presto in soluzioni ripetitive “di catalogo”;
3.
l’applicazione della prefabbricazione a strutture multipiano anche di grande
altezza, con particolare riguardo alla realizzazione delle membrature verticali.
Progetto PRIN 2008
La concezione strutturale. Ingegneria e architettura in Italia negli cinquanta e sessanta: una ricerca multidisciplinare
Seconda riunione – Torino, 9 settembre 2010
1.
Queste le parole con cui il Comitato Torino '61 presentò gli intenti dell'Esposizione Internazionale del Lavoro:
«Tema di questa esposizione, fulcro - con la Mostra Storica e la Mostra delle Regioni - delle manifestazioni indette a Torino nel
quadro di Italia '61, è il seguente: "L'uomo al lavoro - Cento anni di sviluppo tecnico e sociale: conquiste e prospettive".
Il problema del lavoro è profondamente congeniale allo spirito dell'uomo e, come tale, di universale comprensione. Viviamo in
un'epoca di transizione anche per ciò che concerne il lavoro dell'uomo. Se fino a poco tempo fa esso era riguardato come
passiva e sacrificante sottomissione dell'individuo alle leggi della natura in ordine alla sopravvivenza, oggi i continui progressi
della scienza, concretantisi in una sempre più marcata affermazione dell'automazione,fanno intravedere ormai non tanto lontano
il giorno in cui l'uomo potrà considerare il lavoro non più in termini di fatica e di dipendenza, ma di libertà e di autonomia …” .
Il concorso per la realizzazione del Palazzo per l'Esposizione Italiana del Lavoro fu bandito nel 1959. Il bando del 4 luglio, basato
su un precedente progetto di Ludovico Quaroni, richiedeva:
la realizzazione di un padiglione simmetrico rispetto ai due assi principali fra loro ortogonali;
3 mesi quale tempo massimo per elaborare un progetto esecutivo, comprensivo di analisi e calcoli strutturali, computo metrico
estimativo ed offerta economica
Progetto PRIN 2008
La concezione strutturale. Ingegneria e architettura in Italia negli cinquanta e sessanta: una ricerca multidisciplinare
Seconda riunione – Torino, 9 settembre 2010
La giuria era presieduta da Vittorio Bonadè Bottino, ingegnere torinese, e composta da:
Borini & Padana, con Roberto Gabetti, Aimaro Isola e Riccardo Morandi
Guffanti, con Piero Locatelli
Recchi, con Gino Levi Montalcini, Aristide Antoldi e Angelo Frisa
Dalmine, con Sergio Nicola e Aldo Rizzotti
Guerrini, con Carlo Mollino, Carlo Bordogna e Sergio Musmeci
Nervi & Bartoli, con Pier Luigi Nervi, i figli Antonio e Mario e l'ing. Gino Covre
Di questi, a parte il progetto vincitore, furono particolarmente apprezzati i progetti delle imprese Dalmine:
e Guerrini:
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Il progetto di Nervi e del figlio Antonio si distingueva dai precedenti per la scelta di una pianta quadrata anziché
circolare, e prevedeva la seguente organizzazione volumetrica:
In questi solai erano ricavate delle "asole" quadrate per le scale, 15 fisse e 7 mobili per la salita, nonché 6 scale
fisse per l'accesso allo scantinato.
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«La soluzione di Nervi convince per la semplicità, la leggibilità strutturale, rispetto alle altre
proposte più articolate, che instaura un rapporto maggiormente integrato con il terreno
mediante la realizzazione di pieni e vuoti, e concretizza con un'enfatizzazione della
struttura, un simbolo di straordinaria esattezza tipologica e coerenza costruttiva».
Progetto PRIN 2008
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Dalla presentazione del progetto redatta da Pier Luigi e Antonio Nervi, allegata al progetto di
concorso e pubblicata su Casabella n. 235/1960:
«La nobiltà ed elevatezza degli scopi dell'opera (glorificare nel lavoro e con il lavoro il centenario della
unificazione del nostro Paese); la grandiosità quasi senza precedenti delle sue dimensioni, la brevità dei
termini di tempo concessi per la costruzione; la possibilità di poterla, a celebrazioni ultimate, adibire ad altre
utilizzazioni, ponevano una serie di problemi quali ben raramente si trovano riuniti nello studio di un sia pure
importantissimo edificio. Agli aspetti formali e spirituali della ideazione architettonica si venivano a
sovrapporre i problemi tecnico-costruttivi e particolarmente il fatto che nel periodo di 17 mesi, compresi due
inverni, l'opera dovrà essere assegnata, iniziata ed ultimata pronta per l'uso.
Pertanto l'impostazione del progetto doveva andare verso soluzioni costruttivamente semplici ed uniformi, tali
da permettere l'impiego di prefabbricazioni di serie, e, soprattutto, una progressività costruttiva che rendesse
possibile iniziare le finiture su una limitata porzione di edificio e proseguirle di pari passo con il progressivo
completamento del rustico. Infatti qualsiasi fornitura o accessorio di questo edificio acquista dimensioni del
tutto inconsuete: dal perimetro esterno di m 640 e conseguenti vetrate di oltre 10000 m mq di superficie, agli
impianti interni di illuminazione, impianti idrico-sanitari, tinteggiature varie, etc.
Di conseguenza abbiamo scartato tutte le soluzioni strutturali basate su grandi cupole o coperture
staticamente unitarie tali, per la loro natura, da non potersi rendere utilizzabili per le finiture e il montaggio se
non dopo la loro ultimazione e relativo disarmo, orientandoci invece verso una copertura formata da 16
quadrati a fungo di 38 x 38 m sostenuti da altrettanti pilastri e tra loro costruttivamente e staticamente
indipendenti.
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… Sempre nell’intento di facilitare il contemporaneo e armonico sviluppo del rustico e delle finiture, ci siamo
accorti che se i funghi fossero stati realizzati in cemento armato, come previsti in un primo tempo, ci si
sarebbe trovati ancora una volta di fronte a problemi molto ardui e di dubbia riuscita: un periodo invernale più
lungo o più rigido del normale avrebbe potuto irrimediabilmente compromettere un programma di lavoro.
Ci siamo quindi indirizzati verso la soluzione mista che prevede una struttura in c.a. per i solai e i grandi
pilastroni di sostegno dei funghi, e una struttura in acciaio per i funghi propriamente detti. Il montaggio dei
funghi, e quindi l’inizio di montaggio delle vetrate, potrà iniziarsi con notevole anticipo rispetto alla soluzione
interamente in calcestruzzo.
… A parte le considerazioni costruttive suaccennate, e che hanno avuto una determinante importanza nella
definizione del progetto, riteniamo che la chiara regolarità del complesso, le sue dimensioni, la particolare
sagomatura e la imponente mole dei pilastroni, la ricchezza plastica delle nervature in acciaio, il profilo e la
esattezza dovuta alla prefabbricazione delle travi dei solai, la luminosità (temperata dai parasoli orientabili)
delle vetrate perimetrali ed infine il giuoco delle strisce luminose (di giorno e di notte) dei lucernari che
separano i funghi, possano effettivamente raggiungere una severa espressività architettonica degna della
nobiltà del tema … »
Il progetto presentato all'appalto-concorso subì tuttavia, da subito, una serie di modifiche, sia per assicurare
una ancor maggiore rapidità di esecuzione sia per andare incontro alle esigenze dell'allestimento. In
particolare:
Si tratta di un edificio a pianta quadrata e simmetrica secondo gli assi principali, di 158 m di
lato.
Lo sviluppo in altezza è pari a 25 m.
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La struttura portante è composta da due parti distinte e non interagenti fra loro.
Il pilastro in calcestruzzo armato è alto 20 metri, e ha una forma rastremata: la sezione di base
è a croce, con bracci lunghi 6 metri e larghi 1, mentre la sezione di testa è circolare, del
diametro di 2,5 m.
La scelta di questa forma così particolare segue il principio nerviano dell'uniforme resistenza
lungo lo sviluppo dell'elemento strutturale, che richiede una variazione di sezione in funzione
delle sollecitazioni agenti sulla struttura. In particolare, il fatto che i 16 pilastri abbiano una
disposizione simmetrica in pianta avrebbe suggerito una forma circolare per l’intera altezza, in
quanto la più naturalmente adatta ad assorbire le sollecitazioni in un organismo strutturale
perfettamente simmetrico; ma l’azione del vento, a causa del notevole sviluppo in altezza
dell’edificio, era tale da indurre al piede momenti e tagli molto elevati (la progettazione non
prevedeva gli effetti dell’azione sismica).
Fu scelta, dunque, una forma alla base in grado di elevare per quanto necessario resistenza e
rigidezza, mantenendo al contempo un’accettabile snellezza e limitando il volume dei getti e
l’ingombro architettonico: appunto, la forma a croce.
Progetto PRIN 2008
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In questo edificio si enfatizza l’importanza della forma di pilastri e piedritti, peraltro fondamentale
in tutte le opere di Nervi degli anni cinquanta e sessanta.
La riluttanza nei confronti delle trame geometriche neutre e iterative, tipiche della prefabbricazione
industriale, da un lato deriva dalla fedeltà al suddetto principio di uniforme resistenza (che implica
variabilità della sezione), dall'altro dalla volontà di sfruttare fino in fondo la plasmabilità del
calcestruzzo.
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La totalità della documentazione strutturale è stata ricavata dalla consultazione delle copie
delle tavole esecutive di progetto custodite presso il Centro Studi e Archivi della
Comunicazione dell'Università di Parma.
Non è stato possibile ricavare informazioni dirette su analisi, calcoli e verifiche strutturali,
non essendo disponibili copie della relazione tecnica e della relazione di progetto.
Riguardo alle caratteristiche dei materiali, a causa di tale mancanza, è stato possibile fare
riferimento alle sole notazioni riportate sulle tavole (calcestruzzo confezionato con cemento
tipo 680; e le barre di armatura con acciaio semiduro R50/60).
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Il numero identificativo del cemento rappresenta la resistenza a compressione del cemento stesso,
espressa in kg/cm2. Si tratta di un materiale che all'epoca era impiegato nelle strutture importanti, in quanto
ad altissima resistenza per allora. In tali strutture esso veniva dosato a circa 350 kg/m3, il che equivale ad
un rapporto acqua/cemento di poco inferiore allo 0,5. Per questo dosaggio, si ha una riduzione fra il 25 e il
30% nel passare dalla resistenza del cemento a quella del calcestruzzo:
Considerando i 50 MPa ottenuti come una resistenza caratteristica cubica, si può passare alla resistenza
caratteristica cilindrica:
L'acciaio è indicato come "semiduro R50/60“. La distinzione fra acciaio dolce, duro e semiduro per gli acciai
da cemento armato era stata introdotta già nel R.D.L. 16 Novembre 1939.
Con la Circolare 23 Maggio 1957, si introducono gli acciai di qualità Aq. 42, Aq. 50 e Aq. 60 corrispondenti
alle tre suddette categorie, e per la prima volta si forniscono indicazioni sugli acciai speciali ad aderenza
migliorata. Solo nel D.M. 30 Maggio 1972 si stabilisce in senso normativo il passaggio definitivo dalle barre
lisce a quelle ad aderenza migliorata.
Questi dati consentono di concludere che le barre utilizzate per l'armatura fossero lisce, con resistenza a
rottura compresa fra 50 e 60 kg/mm2, tensione di snervamento non inferiore a 27 kg/mm2 e un
allungamento a rottura valutato su 10 diametri non inferiore al 16%.
Da prove effettuate su questo tipo di acciaio (G.M. Verderame, A. Stella, E. Cosenza, "Le proprietà
meccaniche degli acciai impiegati nelle strutture in c.a. realizzate negli anni '60", Atti del X Congresso
nazionale "L'ingegneria Sismica in Italia", Potenza-Matera 9-13 settembre 2001), è possibile ricavare i
valori medio, caratteristico e massimo delle tensioni di snervamento e di rottura e dell’allungamento
percentuale a rottura:
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Tra i dati elencati, si è scelto di adottare, in mancanza di informazioni specifiche, i valori medi:
Rapporto di sovraresistenza:
Acciaio da carpenteria
E’ stata individuata un’unica notazione, qualificante l’acciaio come di tipo "Aq. 48 UNI 815 ".
Tale categoria corrisponde in buona misura alle caratteristiche dell'odierno acciaio S235R (alta qualità),
come classificato nelle norme UNI EN 10025.
3.
Realizzazione del primo modello strutturale agli elementi finiti (lineare elastico –
generato mediante il programma SAP 2000 NL – versione 14.0.0)
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Ogni sezione, dovendo essere cava, e in generale di forma piuttosto complessa benché
simmetrica, è stata disegnata con l’ausilio dell’applicazione Section Designer, che consente
di assegnare sezioni di forma generica con o senza armature.
Problema iniziale: gli elementi beam della copertura metallica e quelli costituenti il pilastro
sono semplici aste orizzontali e verticali disposte a diverse quote e non in connessione
fisica tra loro.
Tale connessione è stata realizzata facendo ricorso all’uso di constraints di tipo body: infatti
questo tipo di vincolo è definito in SAP come vincolo che “obbliga tutti i nodi vincolati a
muoversi assieme come un corpo rigido. Per default, il vincolo coinvolge tutti i gradi di
libertà di ciascun nodo vincolato”.
Per tener conto della connessione fra le teste delle travi realizzata dal profilo perimetrale a
C, si è modellato anche questo profilo, e si è attribuito il vincolo di piano rigido (diaphragm:
assenza di spostamenti mutui fra i punti ad esso appartenenti) a tutti i nodi appartenenti alla
stessa quota.
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Elementi beam per le campiture di solaio (sufficiente ai fini dell’analisi del comportamento globale –
successivamente sarà riprodotta l’orditura a nervature per una singola campitura, per un’analisi di dettaglio
della stessa)
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Analisi modale
TABLE: Modal Participating Mass Ratios
StepNum Period UX UY UZ RX RY RZ
Unitless Sec Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless
Unitless
1 2.5483 1.25E-05 0.13718 2.15E-06 0.00746 4.18E-06 0.04528
2 2.529198 0.13506 1.01E-05 2.48E-10 5.46E-07 0.00746 0.04363
3 2.468658 9.53E-07 1.02E-05 5.83E-09 5.8E-07 1.22E-06 0.01677
4 2.451827 8.3E-07 3.47E-06 8.37E-09 1.38E-07 1.83E-07 0.00921
5 2.380659 4.37E-06 1.82E-05 1.05E-08 8.38E-07 1.2E-06 0.02568
6 2.345953 0.00088 3.47E-05 2.41E-09 1.98E-06 5.89E-05 0.00071
7 2.3426 1.05E-05 0.06514 2.61E-06 0.00336 4.87E-07 0.02084
8 2.325905 0.06393 1.23E-05 3.06E-09 8.66E-07 0.00335 0.02271
9 1.935984 3.21E-08 1.9E-08 3.93E-09 9.3E-09 2.51E-08 0.00091
10 1.392639 8.21E-07 5.84E-08 3.97E-06 4.62E-06 0.00014 4.3E-07
11 1.392071 1.33E-07 1.41E-06 7.92E-06 1.63E-05 2.15E-07 2.13E-07
12 1.389386 2.74E-07 7.63E-11 3.21E-06 4.46E-06 7.61E-06 2.67E-06
13 1.388971 7.88E-06 1.69E-06 4.79E-06 4.98E-05 2.98E-06 7.06E-06
14 1.388164 1.98E-06 1.26E-05 9.94E-06 3.93E-05 2.01E-06 1.17E-06
15 1.385918 3.29E-07 4.05E-07 5.22E-06 2.03E-05 1.54E-05 2.53E-06
16 1.385316 0.000018 9.75E-06 6.91E-06 0.00171 0.00213 1.76E-05
17 1.384898 8.28E-06 1.49E-05 5.45E-05 0.00329 0.00227 1.58E-07
18 1.379475 1.81E-06 7.94E-07 0.00183 0.00157 0.00432 1.82E-06
19 1.379262 1.03E-06 5.22E-07 0.00145 0.00119 0.0008 2.33E-10
20 1.360635 2.22E-05 4.87E-07 0.00108 0.00083 4.45E-05 3.15E-06
21 1.36029 5.16E-05 3.88E-06 0.00228 0.00206 0.00338 1.28E-05
22 1.360194 4.91E-06 0.00018 0.00035 0.00108 0.00012 8.11E-05
23 1.356831 3.92E-07 4.81E-05 5.44E-06 0.00091 0.00024 1.56E-05
24 1.356508 3.48E-05 5.02E-06 4.47E-05 0.00018 0.00106 2.16E-05
25 1.353689 0.00014 0.00076 0.0013 0.00049 0.00079 2.13E-05
26 1.339514 2.64E-07 9.5E-07 0.00392 0.00542 0.00245 5.26E-09
27 1.315942 0.12847 0.00235 7.16E-07 4.15E-05 0.0028 0.05283
28 1.312398 0.00178 0.14126 1.49E-07 0.00284 4.12E-05 0.03844
29 1.311705 6.14E-07 1.71E-06 1.04E-05 0.00018 2.35E-05 1.73E-07
30 1.272291 3.98E-05 3.9E-06 2.22E-07 9.78E-08 7.01E-07 0.00013
31 1.27095 0.00035 0.00178 1.6E-06 2.41E-05 1.42E-05 0.00011
32 1.237518 5.72E-05 0.00036 0.00106 0.00088 0.00067 8.75E-06
33 1.23261 1.98E-06 2.2E-05 0.00121 0.00088 0.00084 0.00013
34 1.228349 0.00368 0.00044 4.01E-06 3.44E-07 2.76E-05 0.00895
35 1.222854 0.00183 0.00844 1.06E-07 5.83E-05 1.45E-05 0.00702
36 1.222614 0.01454 0.00941 1.97E-06 4.2E-05 7.34E-05 0.00142
37 1.163146 5.52E-07 9.25E-06 2.1E-05 1.43E-06 4.81E-05 0.00034
38 1.159378 2.6E-05 9.62E-05 0.0007 9.11E-05 0.00056 0.00029
39 1.156168 0.00109 1.57E-06 3.5E-05 1.15E-09 5.63E-06 0.00219
40 1.152296 2.52E-05 0.00064 0.00016 0.00024 0.0001 7.63E-05
41 1.109785 4.32E-05 0.00213 1.8E-05 0.00056 1.88E-05 0.00078
42 1.106185 4.76E-05 6.93E-05 4.75E-05 0.00035 1.15E-06 0.00047
43 1.103209 0.00192 4.57E-06 3.69E-05 2.67E-05 0.00085 0.00084
44 1.088209 4.84E-05 0.00018 8.05E-05 1.3E-05 8.94E-08 0.00025
45 1.059912 0.00659 3.19E-05 9.52E-06 5.64E-06 1.02E-05 0.00205
46 1.054483 4.43E-06 0.00895 2.5E-06 2.26E-06 1.96E-06 0.00302
47 1.023236 0.03988 2.77E-05 3.48E-06 9.18E-08 0.00031 0.01108
48 1.019925 0.00102 0.05252 1.33E-05 0.00037 5.68E-05 0.02424
49 1.016503 0.00028 0.00353 7.02E-07 2.27E-06 0.0002 0.01061
50 0.999868 0.01146 0.01166 0.0008 6.23E-06 1.45E-05 4.89E-05
Progetto PRIN 2008
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Analisi modale
Progetto PRIN 2008
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Passaggio da modello beam d’insieme a modello dettagliato con mesh in elementi shell ai
fini delle verifiche d’imbozzamento dei pannelli d’anima
4.Realiazzazione del secondo modello strutturale agli elementi finiti (non lineare
fratturante – generato mediante il programma ANSYS – versione 11.0)