Data e Ora: 25/08/07 00.

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38 SABATO 25 AGOSTO 2007 LIBRI Giornale di Brescia

LIBRO INCHIESTA DI UN REPORTER AMERICANO NELLE EX CITTA’ SEGRETE DELL’UNIONE SOVIETICA

La leggenda dei furti atomici nella Federazione russa è sfumata

In un fortunato film di qualche
anno fa, The Peacemaker, con
George Clooney e Nicole Kidman
si ipotizzava il rischio di un’atten-
tato atomico al Palazzo di Vetro
delle Nazioni Unite. La trama del-
la pellicola hollywoodiana raccon-
tava di un serbo che riusciva a
mettere le mani su una bomba
atomica russa e provava a far
esplodere la sede dell’Onu per
vendicarsi delle mancanze delle
Nazioni Unite durante il conflitto
jugoslavo. Il proposito veniva me-
no proprio grazie alle capacità
della coppia Clooney-Kidman, ma
il messaggio passato dal film era
quello che ciclicamente ritorna
anche su tutti i quotidiani di mez-
zo mondo. È davvero possibile
ottenere una bomba sporca dagli
arsenali russi? Al Qaeda o chi per
lei è già riuscita a mettere le mani
sul materiale radioattivo per po-
ter realizzare alcuni ordigni con
cui colpire l’Occidente? A queste
domande prova a dare alcune ri-
sposte William Langewiesche,
giornalista d’inchiesta americano,
corrispondente dell’Atlantic Mon-
thly che per documentarsi ha fat-
to un viaggio anche nelle ex città
segrete della Federazione russa.
Il quadro che emerge non è così
sconfortante. D’accordo, è vero
che con il crollo dell’Unione Sovie-
tica le norme di sicurezza non
sono più così ferree e che il perso-
nale che lavora nei grandi arsenali
atomici russi spesso è malpagato
e insoddisfatto. Ma questo non
significa che l’astuto terrorista
islamico possa impossessarsi agil-
mente di uranio ad alto arricchi-
mento (Heu) che contenga più del
novanta per cento di isotopo fissi-
le, l’U235.
Dal punto di vista operativa è il
meglio che ci possa essere per una
bomba fatta in casa. Gli america-
ni hanno investito molti soldi per
coadiuvare il Governo russo nella mi sarebbero difficili da superare.
sicurezza dei due o tre siti in cui Nel libro l’autore accenna al «fat-
questo materiale è custodito. Ma tore umano» dei russi, pur senza
a parte questo, va detto che met- soldi e con il controllo degli arse-
tendoci nei panni di un malinten- nali affidato a truppe non certo
zionato terrorista islamico per en- d’élite. L’ostacolo maggiore sareb-
trarne in possesso dovremmo cor- be convincere qualcuno a chiude-
rompere mezza base. Poi ci si re un’occhio su un furto atomico.
presenterebbe un’ulteriore proble- Il teorema è il seguente: poveri sì
ma: fare uscire il materiale dal ma non scellerati.
Paese. Le cose si complicano visto Carlo Muzzi
che gli arsenali russi sono tutti a
migliaia di chilometri dai confini e IL BAZAR ATOMICO
che il trasporto aereo presenta AUTORE William Langewiesche
molti rischi proprio per la delica- EDITORE Adelphi
tezza del materiale. PAGINE 196
Ma è a monte che i veri proble- EURO 18

Con «Nelle Mani Giuste» Giancarlo De Cataldo rilegge la stagione delle bombe mafiose I TASCABILI di Alberto Ottaviano

Esel’Italiafossesolo...CosaNostra?
Inganni e ricatti consumati all’ombra dello Stato
Rosario Rampulla
Roma e il sogno di conquistarla
sono un ricordo sbiadito. Così co-
me quella banda di criminali che
tentò, quasi riuscendoci, di assog-
gettarla al proprio dominio. Finen-
do decimata. Da quelle ceneri, de-
scritte straordinariamente dal suo
«Romanzo Criminale» (che raccon-
tava una versione riveduta dei mi-
sfatti della banda della Magliana),
Giancarlo De Cataldo è partito per
scrivere «Nelle Mani Giuste». Un
percorso letterario febbrile, affasci-
nante, con la virtù di non lasciare
scampo a chi, stregato dal suo
romanzo più famoso, non ha potu-
to fare a meno di immergersi nella
lettura della sua nuova fatica.
Abbandonati i sanguinari bandi-
ti di strada De Cataldo alza il tiro e
ripresenta, in veste più matura e
cinica, il personaggio di Nicola
Scialoja, diventato un alto funzio-
nario della Repubblica. Dietro
Scialoja si staglia però, ingombran-
te, l’ombra del Vecchio (anche lui
reduce di «Romanzo Criminale»),
misteriosa e perfetta sintesi di
quelle pulsioni tra Stato e Antista-
to che governarono a lungo le
stanze dei bottoni del potere italia-
no. Un totem che si muove perfet-
tamente a proprio agio in quella
Il camuno Domenico Tosini, docente di Sociologia all’Università di Trento, analizza per Laterza il nodo della guerra diffusa
zona grigia dove tutto è lecito.
Proprio Scialoja è stato scelto
dal Vecchio per custodire i suoi
archivi segreti, raccolta di fatti e
misfatti di tutta una generazione
di politici, tutori dell’ordine e crimi-
nali. De Cataldo affianca a Scialoja
inquietanti personaggi. Come An-
giolino Lo Mastro, homo novus di
Cosa Nostra, piglio da manager
del crimine e in lotta con i vecchi
metodi dei boss. O Stalin Rossetti,
prima uomo di fiducia del Vecchio
(che ne ha fatto l’ingranaggio prin-
cipale della sua Catena, organo
occulto e pericoloso) che, al mo-
mento di passare le consegne, gli
preferisce Scialoja. Scatenando
l’ira del suo ex tirapiedi. Poi anco-
ra c’è il killer solitario, Pino Mari-
no, sicario votato a Stalin Rosset-
ti. E Ilio Donatoni, finanziere inca-
strato dalla mala siciliana. Loro i
protagonisti di un momento in cui
Mafia e Stato si cercano e si scon-
trarono come non mai.
Ricorrendo anche ad atti proces-
suali, l’autore ricostruisce le stagio-
ni degli attentati mafiosi: via Fau-
ro, via Georgofili. E quello fallito
allo stadio Olimpico. Pagine fo-
sche incastonate in un Italia in cui,
senza avere nemmeno il tempo di
assorbire le morti di Falcone e
Borsellino, lo Stato decide di trat-
tare col nemico. Inseguendo que-
sta suggestione letteraria (ma sarà
davvero solo una finzione?) De
Cataldo scoperchia una cloaca dai
miasmi mefitici. Un girone inferna-
le in cui ricatti, violenza, illusioni
convivono a ritmo incalzante. Tra i
mille personaggi messi a corollario
dei protagonisti si ritrova anche
Patrizia, l’ex prostituta rimasta
«vedova» del Dandi e che si trova
in un cupo triangolo di inganni e
bugie, stretta tra Scialoja e Rosset-
ti. Fragile, curiosa simbiosi tra vol-
garità e sentimenti, Patrizia intrec-
cia il proprio cammino con quello
di Maya Donatoni, altra donna
soffocata dall’ombra ingombrante
del Fondatore, padre autoritario
che le ha lasciato in eredità un
impero. Donne sole e amareggiate
che incroceranno destini diversi,
tra sconfitta e rinascita.
Chi ha amato «Romanzo Crimi-
nale» difficilmente riuscirà a non
farsi travolgere dalla prosa di De
Cataldo che torna a far pulsare di
sangue vivo quegli sfregi che Cosa
Nostra inferse al cuore dell’Italia.
«Era la bellezza. la bellezza rovina-
ta. La bellezza corrotta. Era l’Ita-
lia, in fondo».
NELLE MANI GIUSTE
AUTORE
EDITORE
Giancarlo De Cataldo
Einaudi
PAGINE 333
EURO 15,80
C
Leader dell’antipolitica
harles de Gaulle, Ronald Re-
agan, Silvio Berlusconi: tre
leader politici degli ultimi ses-
sant'anni molto diversi tra di
loro per storia personale, riferi-
menti ideologici, culture politi-
che dei rispettivi Paesi, situazio-
ni ed epoche in cui hanno opera-
to. Eppure sono accomunati da
caratteristiche che balzano
all'occhio dei politologi: non solo
de Gaulle, Reagan e Berlusconi
sono espressioni dell'antipoliti-
ca, fenomeno che ormai caratte-
rizza tutte le democrazie occi-
dentali, ma rappresentano esem-
pi di antipolitica al governo (tut-
ti e tre hanno raggiunto le massi-
me cariche dello Stato). In un
libro non più freschissimo (è del
dicembre scorso) ma di grande
interesse e attualità, Donatella
Campus, saggista e docente di
scienza politica all'Università di
Bologna, mette a confronto le
esperienze dei tre leader: L'anti-
politica al governo recita il tito-
lo del volumetto edito nella colla-
na «Contemporanea» del Muli-
no (14 euro).
L'antipolitica - una forma del
populismo - è una modalità di
ricerca del consenso da parte di
leader che si oppongono all'esta-
blishment politico, tacciandolo
di inettitudine e corruzione e
PUNTOGIALLO
Dopo «Romanzo Criminale» Giancarlo De Cataldo torna sulle zone d’ombra italiane
«Nuova» George e debutti
E lizabeth George aveva chiu-
so «Nessun testimone» con
la tragedia che si era abbattuta
puntando a un rapporto diretto
con i cittadini. L'autrice mette
l'accento sulle modalità del lin-
guaggio utilizzato dai leader «an-
tipolitici» e mira a dimostrare
due tesi: l'antipolitica non è solo
un approccio tipico delle opposi-
zioni che scendono in campo,
ma può essere anche un linguag-
gio di governo a servizio di un
progetto di trasformazione del
sistema; i mass media, in parti-
colare la televisione, diventano
l'elemento centrale dell'antipoli-
tica giunta al governo.
Al di là delle differenze, la
Campus sottolinea gli elementi
che accomunano de Gaulle, Rea-
gan e Berlusconi: sono tre lea-
der outsider provenienti da espe-
rienze estranee alla politica; la
loro leadership emerge come so-
luzione a una crisi di vaste pro-
porzioni nel rispettivo Paese; si
sono serviti del linguaggio
dell'antipolitica per ottenere
consenso e legittimazione; tutti
e tre sono stati pionieri dell'uso
della Tv in politica. A proposito
di Berlusconi, l'autrice conclude
sottolineando che, se non è riu-
scito a trasformare il sistema
italiano, ha tuttavia apportato
cambiamenti irreversibili nel mo-
do di fare politica, soprattutto
sul piano della comunicazione.
di Marco Bertoldi
pochi scrupoli che ha costretto
il figlio Jackson detto «Sgobbo»
a intraprendere la professione

Tutte le pieghe del terrorismo sul «suo» ispettore Lynley di

New Scotland Yard: l’omicidio
dell’adorata moglie, lady Helen.
E proprio da tale crimine, parte
forense e ha reso la vita difficile
e infelice alla moglie, della cui
morte è forse responsabile? So-
spettati sono prima la figlia e

e i grandi rischi del XXI secolo Prima di ucciderla (Longanesi,

Fulvia Scarduelli
Approccio scientifico di ampio
raggio e linguaggio divulgativo sono
i punti forti del saggio dedicato al
terrorismo internazionale di oggi da
Domenico Tosini, 34 anni, docente
di Sociologia all’Università di Tren-
to, originario di Edolo. Il tema, pur-
troppo, è ben noto; meno lo sono
strategie, motivazioni, finalità di
gruppi estremisti, da alcuni anni
ormai concentrati sugli attacchi sui-
cidi a inermi civili occidentali.
Nel suo lavoro, condotto utilizzan-
do non soltanto fonti occidentali
ma anche archivi giornalistici me-
dio-orientali e arabi on-line, Tosini
ha elaborato, con alcuni colleghi
stranieri, un data base sugli attenta-
ti suicidi degli ultimi 25 anni. Il
primo capitolo del saggio è introdut-
tivo e propone alcuni episodi molto
noti; il secondo capitolo ripercorre
Bin Laden, lo sceicco del terrorismo che alimenta posizioni anti-occidentali la storia dei principali gruppi terrori-
stici dal secondo dopoguerra a oggi,
configurandone fisionomia e scopi,
per giungere all’attualità nel terzo
segmento del libro, dedicato all’on-
data di attentati che si è sviluppata
dal 2001; compaiono qui le campa-
gne terroristiche di Hezbollah in
Libano, dei Tamil Tigers nello Sri
Lanka, quelle dei gruppi palestinesi
contro Israele e, per finire, quella di
Al-Qaeda.
Nel quarto capitolo vengono inda-
gate le cause del fenomeno, compo-
ste da fattori razionali e da scopi
ben precisi realizzabili grazie a risor-
se umane reperite utilizzando la
politica, nazionale ed internaziona-
le, o la religione come argomenti di
convincimento e di arruolamento.
Gli ultimi due capitoli sono dedicati
alla reazione occidentale al terrori-
Pagina a cura di:
MAURIZIO BERNARDELLI CURUZ e ENRICO MIRANI
smo: controlli aeroportuali, intercet-
tazioni telefoniche, videosorveglian-
za, tutte misure che potrebbero ap-
parire una violazione della privacy
se non fossimo costantemente in
stato di emergenza. Servono a dare
una certa sicurezza ai cittadini, ma
quanto risolvono il problema? Poco,
dice l’autore, convinto che la soluzio-
ne stia piuttosto in una politica
internazionale meno aggressiva e in
una rinuncia alla violenza che, in
alcuni popoli convinti che il martirio
sia una giusta causa, genera soltan-
to revanchismo.
TERRORISMO E ANTITERRORISMO
NEL XXI SECOLO
AUTORE Domenico Tosini
EDITORE Laterza
PAGINE 177
EURO 12
pagine 573, euro 18,60), un poli-
ziesco atipico della serie sia per-
ché lascia le ricche dimore piene
di scheletri e vermi ed i loro
abitanti per North Kensington,
zona degradata in cui vive il
giovanissimo assassino, frutto
del degrado familiare e sociale
di un ambiente in cui la violenza
è la regola e dove, come già ai
tempi di Dickens, i ragazzini
sono sfruttati dai criminali adul-
ti. Un giallo che spiazza e può
dividere i fan della George fra
entusiasti per il cambio di pro-
spettiva ed i retroscena sociolo-
gici e quanti invece lo ritengono
riflessivo sino alla lentezza e in-
tessuto di luoghi comuni.
Violenza e prevaricazioni di
famiglia, ma di ceto elevato, so-
no anche lo sfondo di Re di
bugie, opera prima di John
Hart, uno di tanti avvocati Usa
che si sono dati alla scrittura e
che sembra essere partito con il
piede giusto. Chi ha ucciso Ezra
Workman Pickens, avvocato di
poi «Sgobbo» che per scolparsi
si addentra in un putrido grovi-
glio nero di colpe del passato.
Molto buono è anche Baratro
di Cara Black, prima indagine di
Aimée Luduc, franco-americana
che vive a Parigi occupandosi di
sicurezza informatica e si ritrova
detective alle prese con delitti.
Un personaggio di successo ne-
gli Usa che ora meritoriamente
Hobby & Work comincia a pro-
porre da noi (pagine 418, euro
18). Dall’omicidio di una vecchia
ebrea Aimée risalirà a rigurgiti
neonazisti, crimini del nazismo
e – più scottanti – del collabora-
zionismo, pagina nera che la
Francia ha voluto rimuovere.
Decisamente colorito e talora
provocatorio con il suo via vai di
religiosi e religiose più dediti alla
materia che allo spirito, Rosa
Demonio di Piero Soria (Monda-
dori, pagine 284, euro 18) am-
bientato nella Torino satanica e
che si svolge in gran parte in una
casa di cura per suore e preti
con problemi psichici.

UN SAGGIO DI GIROLAMO FAZZINI

Il libro rosso dei Martiri cinesi: la vita dei cattolici perseguitati
e la storia dei rapporti tra i vertici dell’impero e i missionari
Si legge con grande interesse «Il
libro rosso dei martiri cinesi» a
cura di Girolamo Fazzini, un pub-
blicista facondissimo, esponente di
primo piano della Pime (Pontificio
istituto missioni estere) che possie-
de un bel museo di arte cinese in
Milano. Il libro, con la copertina
rossa, edito dalla San Paolo, costa
16 euro e conta 271 pagine con gli
indici. Il volume reca l’autorevole
prefazione del cardinale cinese Jo-
seph Zen Ze Kiun, nominato recen-
temente Vescovo di Hong Kong e
membro di quel clero cattolico cine-
se che ancora obbedisce al pontefi-
ce romano.
La Cina è oggi di grande attuali-
tà, tanto che il sinologo Federico
Rampini ha parlato del XXI secolo
come di un’epoca sicuramente cine-
se. Questo dal punto di vista econo-
mico. Dal punto di vista religioso,
possiamo ben dire che il secolo
appena trascorso, sia stato contras-
segnato, in Cina, da un vero marti-
rio per la chiesa cattolica, soprattut-
to per la cosiddetta «legione di
Maria», dipinta dalla propaganda
maoista come una entità pericolo-
sa di carattere militare (soldati ne-
mici senza fucile li chiamava Mao
Tze’ Tung).
Il racconto di Fazzini si sofferma
in modo particolare su cinque au-
tentici martiri che hanno subìto
persecuzioni di ogni sorta fra cui la
bella Geltrude Li, ardente di passio-
ne per Cristo, disposta anche alla
morte.
Quale confronto con il XVII seco-
lo, quando il Cattolicesimo fu sul
punto di conquistare il Tien Kuo’
(celeste impero) se non fosse stato
per il culto degli antenati (xian ren
libai). Dopo la scomparsa della di-
nastia Ming (luminosa) ostile ai
culti occidentali nel 1640, grazie
alla nuova dinastia Quin dei Mance-
si si registrò un notevole successo
da parte soprattutto dei missionari
italiani, dei quali uno era bresciano.
Persino gli ambasciatori italiani
di nuova nomina a Pechino si reca-
no a visitare la tomba di Matteo
Ricci a Bei Bing (Pechino), arrivato
nel Chung Kuo’ (impero di mezzo)
nel 1601, quattrocentosei anni fa.
Matteo Ricci era recanatese,
mentre il padre Intorcetta, tradut-
tore di Confucio in latino, era messi-
nese. Bresciano invece, nostro con-
cittadino, quindi, era quel Giulio
Alenis, forse di origine lenese, ma
nato (1582-1649) a Ospitaletto, che
nella prima metà del ’600 divenne
provinciale gesuita di una vasta
regione dell’impero.
Era molto gradito all’imperatore
(Shang Ti = supremo signore o
Mao Tien = figlio del cielo) perché
oltre a scrivere testi cristiani in
cinese, disegnò per lui anche carte
geografiche dell’Occidente.
Nel 1954, alla mostra cartografi-
ca della Marciana di Venezia, la
professoressa Tullia Gasparini Le-
porace dimostrò che alcune impor-
tanti carte geografiche erano state
disegnate proprio dal nostro Ale-
nis.
Giancarlo Piovanelli
IL LIBRO ROSSO DEI MARTIRI CINESI
AUTORE Girolamo Fazzini
EDITORE San Paolo
PAGINE 271
EURO 16
Testimonianze sul Secondo conflitto mondiale e sulle scelte compiute dagli italiani dopo l’8 settembre
Dal caos ai sentieri di fuoco della ribellione
Franco Panzerini
Alberto Piccini, studio-
so dei fatti della Seconda
guerra mondiale nel suo
ultimo libro L’ultima guer-
ra - testimonianze della
Resistenza, riporta i rac-
conti di uomini e donne
che hanno vissuto di per-
sona gli anni della guerra
civile e descrivono le tap-
pe di una vita passata tra i
partigiani o nelle file del-
l’esercito di Liberazione.
La decisione di questi
giovani e non più giovani
di schierarsi contro tede-
schi e fascisti, la presenza
incombente del nemico, il
ricordo di tanti Caduti e la
delusione per un dopo-
guerra lento a concluder-
si, scandiscono le pagine
di questo libro storico, li-
bro che inizia con una se-
rie di ricordi presi qua e là
dalla gente comune sui pri-
mi giorni di guerra, i primi
Un’immagine di giovani partigiani bresciani
bombardamenti, la fame,
le partenze per il fronte.
Poi continua con i fatti del
’43, la caduta di Mussolini,
l’armistizio con i suoi
drammatici giorni con i
ricordi dall’aggressione te-
desca ai nostri soldati che
per non farsi catturare get-
tarono armi e divise dan-
do vita ad episodi non cer-
to esaltanti; ma ci fu chi
reagì salvando l’onore del-
l’esercito, combattendo,
facendo resistenza o rifu-
giandosi sui monti per con-
tinuare a combattere.
E proprio da questo pas-
saggio che l’autore entra
nel vivo dell’argomento re-
lativo alle testimonianze
sulla Resistenza «fatto ine-
luttabile».
Testimonianze infram-
mezzate da considerazio-
ni esplicative dell’autore.
Tra queste ci sono parse
particolarmente interes-
santi quelle che trattano
della libera scelta di chi
decise di combattere tede-
schi e fascisti e quelle che
affrontano i motivi - tra
spinta ideale e scelte forte-
mente indicate dal mo-
mento - che indirizzarono
i componenti delle prime
bande (e fra le note del-
l’autore troviamo in che
modo esse si costituirono
e come funzionavano). Il
libro dopo aver accennato
alla lotta partigiana nelle
città ci parla della guerra
vera combattuta dai repar-
ti regolari (ricchi di volon-
tari) del Regio Esercito
rimasti intatti ed efficienti
al Sud dopo il disastro
dell’8 settembre (e in que-
sta parte del libro vengo-
no ricordate le gloriose
battaglie combattute dai
nostri soldati a Monte
Lungo e a Monte Marro-
ne). E si parla anche della
nascita del 1˚ Raggruppa-
mento Motorizzato che
raccoglieva 5.000 soldati e
che fu l’embrione di quel
organizzatissimo Esercito
di Liberazione che risalì a
fianco degli Alleati la Peni-
sola. L’autore successiva-
mente conferma che se
mai un esercito ha dovuto
conquistare la propria di-
gnità sul campo questo è
stato il Corpo Italiano di
Liberazione (che diede
poi vita ai Gruppi di Com-
battimento vere e proprie
divisioni).
Il libro ricco di riferimen-
ti storico-militari termina
con le testimonianze sui
giorni della Liberazione al-
la quale seguì un lungo
dopoguerra con «il ritorno
alla vita ed alla fatica di
ogni giorno».
L’ULTIMA GUERRA
AUTORE Alberto Piccini
EDITORE Mursia - Milano
PAGINE 283
EURO 17