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s

contro il fascismo, il razzismo e l’ignoranza!


italia
Antifascista

Per la libertà dell’individuo,


l’ugualianza,
la giustizia sociale,
la democrazia!
Sfogo Sociale

Il popolo viola in generale è figlio della sinistra italiana, sempre pervaso da corren-
ti e protagonismi. Se come opposizione, perché il popolo viola è opposizione, c’è
già la sinistra che si sfalda, il popolo viola a che serve?
Serve forse a taluni personaggi di raggiungere la vetta politica per poi fare quello
che hanno fatto i suoi predecessori politici? Serve forse per dare un volto ad un va-
stissimo pezzo di Italia stanca della politica corrotta? Serve forse per far fare qual-
cosa a qualche ex “bombarolo” o ex “autonomo” o ex “sessantottino” o “rivolu-
zionario dell’ultim’ora”? Ditemi a cosa serve Il Popolo Viola? A livello politico ed
intellettuale mi sono sempre sentito un “cane sciolto” il popolo viola mi ha legato
al perbenismo infarcito di vaffanculi e porche madonne varie rivolte a quel fottuto
pezzo di merda di Berlusconi. Sono definito e mi autodefinisco Comunista, non so
di per certo se sono Comunista, dico che sono d’accordo con Marx. Ma sono anche
un antisionista, si ANTISIONISTA! Badate bene non ho detto Antisemita ma bensì
AntiSionista! Perché i Romani dissolsero lo stato d’Israele più di 1800 anni fa! Io
desidero, voglio, PRETENDO la distruzione dello stato Capitalistico-Borghese in
favore di una società dove la propria libertà finisce quando comincia quella di un
altro, una società dove viga solo la libertà dell’individuo in quanto parte integrante
di una comunità con pari diritti, una società di euguali! Sono una persona utopica?
Forse! Ma un’utopia se condivisa da moti diverrà realtà! Chi siete voi per auto-
definirvi nel giusto politico in qualunque corrente v’agitiate? Ditemi! Chi siete?
Qui non esiste più un qualcosa con cui identificarsi, tutto si scioglie, si divide in
una maldestra visione del nostro tempo. Perché si dice che i giovani sono morti
intellettualmente? Volete saperlo? Perché i giovani non hanno nulla da perdere e
nulla da guadagnare! I giovani sono degli inetti manichini dei media! I media sono
l’unico Dio in cui realmente credono, è per questo che sono Ateo. Pensate forse
che l’ateismo si identifichi con il rifiuto intellettuale e pratico di un qualcosa di So-
prannaturale? Bhè vi sbagliate! Il Dio cristiano è già morto da tempo! Così parlò
Zarathustra! Come diceva un famoso libro “tutto ciò in cui credi è falso!” bhè quel
libro ha ragione! La storia è l’unica cosa che è vera! Come già scrissi in passato “la
storia insegna ma noi non impariamo mai un cazzo!”.
La destra è morta con Berlusconi, il Socialismo reale è morto con la caduta del
muro, il Comunismo non è mai nato, l’Anarchia esiste da sempre!

M. L.
Arte e libertà re questa vastissima ricchezza culturale che viene così poco valorizzata e tutelata.
A questo punto vorrei porre una domanda: abbiamo ancora, in Italia, la libertà
di fare e di occuparsi di arte? Senza dare una risposta ben precisa riporto alcuni
Sono nata e cresciuta in Italia, un paese che per quanto riguarda l’arte è forse uno dei esempi che posso essere esemplificativi: nell’ultima Biennale di Venezia, il padi-
più forniti (nulla a togliere agli altri paesi del mondo). Fin da bambina mi sono sempre glione italiano è stato considerato uno dei peggiori; erano presenti, per la maggior
interessata all’arte, fatto sta che già all’età di otto anni avevo deciso che da grande avrei parte, grandi dipinti stile anni cinquanta che, secondo me avevano poco o nien-
fatto l’artista. Col passare degli anni però ho scoperto che la cosa non è così semplice. te a che fare con la “pura” arte contemporanea presente nella maggior parte dei
L’Italia infatti, pur essendo la culla dell’arte, non naviga di certo in acque tranquil- restanti padiglioni. Allo stesso tempo per la prossima Biennale di Venezia (che
le: i fondi per arte, teatro e cinema (insomma la cultura in generale) sono sempre si terrà nel 2011) è stato scelto come curatore Vittorio Sgarbi, un grande criti-
meno e il nostro ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi non co anche se tutti siamo consapevoli delle idee politiche e della eccessiva vena
si preoccupa di continuare a tagliare, facendo rimanere i giovani artisti, cinea- provocatoria presenti in quell’uomo. Un altro esempio che porto proviene dal ci-
sti, teatranti e musicisti completamente privi di ogni finanziamento. Complessi- nema: poche settimane fa è uscito il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, che è
vamente (giusto per portare qualche numero per chi è più scettico), il governo stato presentato pochi giorni fa al festival di Cannes e che ha scatenato numero-
Berlusconi solo nel 2009 ha quasi dimezzato i sussidi a film, teatro, opera lirica se polemiche. La prima polemica infatti è stata fatta dal nostro ministro Bondi
e concerti, fino ad un totale di 450 milioni di euro circa. Nonostante i numerosi che non ha partecipato a Cannes perché considerava il film un’opera che raccon-
tagli il nostro ministro Brunetta considera la cifra stanziata ancora troppo alta e, tava bugie e andava contro la verità. La seconda polemica è stata scatenata dal
in uno dei suoi tanti comizi, ha urlato con la sua solita arroganza (tutti si ricor- quotidiano Libero che, pochi giorni fa, ha definito il film un flop totale, nono-
deranno il tono con cui aveva definito gli intellettuali di sinistra “elite di mer- stante, proprio questa mattina, Cannes ha decretato il film un grande successo.
da”) contro tutte quelle persone che lavorano nel campo del cinema e dell’arte: Riprendo quindi la mia domanda precedentemente posta: è quindi possibile per i gio-
prima ha fatto una “preghiera” a Bondi chiedendogli di chiudere il rubinetto dei vani artisti italiani riuscire a creare un’opera, girare un film o realizzare una qualsiasi
fondi stanziati per la cultura e poi, non ancora soddisfatto, ha considerato tutti cosa attinente all’arte in completa libertà, senza essere giudicati e valutati da un mecca-
gli artisti, e, nel caso specifico le persone che lavorano nel cinema, dei nullafa- nismo che oramai si avvicina molto a quello di regime? Lascio a voi l’ardua sentenza.
centi e ha concluso il suo grande discorso con un “Andate a lavorare!!!” urlato
A.B.

LA
e ripetuto più volte come per sottolineare l’inutilità sociale di questi personaggi.
Lo scorso febbraio però, il nostro ministro Bondi ha siglato un accordo per lan-
ciare la versione italiana del canale Arte, un canale dove si parla appunto di
opere d’arte, un programma perfetto per tutte quelle casalinghe che tra un “Uo-
mini e Donne” e una “Buona Domenica” vogliono un po’ acculturarsi! Certo,

CULTURA
grande iniziativa, ma questo non risolve comunque il problema di molti ragaz-
zi e ragazze che non possono perseguire un sogno se non relegandolo ad hobby.
Come non se la passano bene i giovani artisti, la stessa cosa accade anche con i mu-
sei e le opere d’arte presenti in Italia: manca personale qualificato sul territorio, c’è

NON è UN
una scarsa conoscenza dei beni dello Stato (cioè è molto carente la catalogazione di
beni culturali) e, nonostante l’università italiana prepari persone qualificate a questo
compito, di queste ne viene utilizzata solo una minima parte, soprattutto a Roma e
a Firenze, lasciando senza storici dell’arte la maggior parte del territorio naziona-
le. Sempre per portare qualche numero, in Italia vengono investiti circa quaranta

OPTIONAL!
milioni di euro per il patrimonio culturale, una grossa cifra se si tralascia che ogni
anno, nel nostro paese, abbiamo circa trenta milioni di turisti che vengono a visita-
25 aprile: timi nipoti a cui la nonna può aver raccontato di come in campagna si nascon-
deva la mucca per evitare che il tedesco la portasse via, o di come se a Roma
passavi davanti a via Tasso (sede del comando tedesco) per andare a lavorare
Non solo una data. in trattoria potevi qualche volta sentire le urla di chi veniva interrogato dentro.
E forse per questo la nostra responsabilità nei confronti della custodia del-
la memoria di questa giornata è più grande. E colpisce quindi l’indifferenza
Il 25 aprile è una data segnata in rosso sul calendario del nostro paese: festa na- con cui molti giovani l’approcciano, o la certezza con cui qualche buontempo-
zionale, gli italiani ricordano e celebrano la liberazione della nostra patria dal ne (quest’anno anche su facebook) afferma che questa giornata non la festeggia.
nazi-fascismo. Parlare di 25 aprile, scriverci sopra un articoletto, ci fa stare un Colpisce anche la posizione sostenuta da certi esponenti politici che nei ma-
po’ in campana con la scelta e il peso delle parole, perché forse nel nostro ca- nifesti hanno rimosso il contributo della Resistenza alla liberazione del no-
lendario non c’è una data che divida e al contempo unisca allo stesso modo. La stro paese, attribuendone il merito solamente alle truppe inglesi e ameri-
cronaca delle celebrazioni nel nostro paese, dai piccoli borghi alle grandi cit- cane. Colpiscono lo stesso altri esponenti che citano le varie anime della
tà, da Nord a Sud, è infatti solitamente occupata da polemiche sul senso del- resistenza, dimenticando quella numericamente più consistente, la comunista.
la ricorrenza, da commenti sui discorsi tenuti dalle varie autorità, dalle con-
testazioni che spesso hanno luogo contro questo o quell’esponente politico.

R-esistenza!
Probabilmente ciò accade perché un po’ tutti proiettiamo su questa ricorrenza, che
appunto ricorda e celebra degli eventi storici, quelle che sono le nostre idee, i valori, e
le battaglie politiche dell’oggi, dell’attualità. Considerare quindi con obiettività gli
eventi che portarono al 25 aprile 1945, e valutarli senza filtri, è questione non semplice,
dato che come sempre la storia è, sembra un gioco di parole, vista da un punto di vista.
Tuttavia alcuni fatti sono inequivocabili. Anzitutto che si è scelto proprio il 25 aprile
come data simbolo della liberazione dal nazi-fascismo perché in quel giorno le for- 25/04
mazioni partigiane e le popolazioni delle grandi città del Nord, Milano e Torino in
primis, insorsero contro ciò che restava dell’esercito regolare tedesco e dei milizia-
ni della repubblica fascista di Salò. Si può dire quindi che tale data segna la fine del
secondo conflitto mondiale per il nostro paese, nonché la fine della dittatura fascista
dopo il “ventennio”, e apre a quella rifondazione e ricostruzione dell’Italia di allo-
Sempre!
ra, morale e civile oltre che economica, che per varie strade porta all’Italia di oggi.
La storia della Resistenza italiana non si può riassumere in poche righe qui, né Letture come questa, che tentano di riscrivere e di modificare gli eventi storici,
ovviamente concentrare in unica data. Essa inizia ben prima, dal sacrificio di sono nel migliore delle ipotesi diciamo inesatte e storicamente ignoranti (o nel
quanti con la vita e/o con l’esilio si opposero al regime fascista, e potremo dire peggiore forse tese più a qualche fine politico attuale che al giusto omaggio al
ufficialmente dall’8 settembre 1943, Armistizio di Cassibile con gli Anglo-Ame- 25 aprile). Proprio perché il bello, e il positivo, e la lezione sempre attuale che il
ricani… per dirla con una canzone “Erano i mesi del dopo settembre quando 25 aprile ci da, anche oggi a decenni di distanza, è proprio l’aver saputo riunire
il re fuggì sulla nave furono anni di lutti e dolore di coraggio e di patimenti”. per un fine comune persone di diverse idee politiche, di diverse tradizioni: co-
Quanti la conoscono davvero questa storia? Quanti possono mettere in fila in munisti, socialisti, azionisti, cattolici. Ricordiamo ad esempio la figura di Gino
qualche modo una sorta di cronologia degli eventi di quegli anni nel nostro pa- Pistoni, che, colpito da una scheggia di mortaio, prima di morire lasciò scritto
ese? Quanto e che cosa e come insegna la scuola in merito? Domande pesan- col suo sangue “Offro la mia vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia, W Cristo
ti… Forse la nostra generazione è l’ultima a poter godere del tesoro inestimabile Re”. Ciò per dire che dentro il “contenitore” Resistenza troviamo uomini davve-
della memoria diretta dei protagonisti di quell’epoca, i nostri nonni, che giovani ro delle più disparate idee politiche e religiose. Sbaglia chi dice che i partigiani
o bambini videro e provarono sulla loro pelle quegli anni. Forse siamo gli ul- erano tutti comunisti, sbaglia chi dice che non c’erano comunisti tra i partigiani.
Se quindi vogliono cancellare un pezzo di questa eredità del nostro paese, rischia-
no di compromettere l’intera struttura. Perché il frutto di quella Resistenza che
vide combattere fianco a fianco uomini di idee così diverse, è proprio quella Co-
stituzione repubblicana che venne elaborata pochi mesi dopo e che ancora, no-
nostante ad alcuni faccia venire qualche prurito, è una delle più avanzate al mon-
do. E soprattutto ha permesso a questo paese di essere, nel bene e nel male, con
qualche limite nella sua applicazione, una democrazia e non qualcos’altro. Può
non piacere, è sicuramente perfettibile, ma la democrazia rappresentativa garan-
tita da una Costituzione è quanto di meglio le società umane hanno finora pro-
dotto per organizzarsi da quando esiste l’uomo (speriamo siano tutti d’accordo!).
Citiamo le parole di Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel
luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove cadde-
ro i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furo-
no impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la digni-
tà, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione”.
Se dunque qualcuno cancella un pezzo di resistenza, le toglie un pezzo di anima
diciamo, rischia di togliere e di svalutare parte di quei valori che fondano la Co-
stituzione e l’Italia di oggi (o dovrebbero fondare), valori che i padri costituenti
seppero fondere assieme in uno sforzo di compromesso e di impegno per il bene
comune a cui la politica di oggi, spesso asservita all’interesse di parte e non dei
cittadini tutti, dovrebbe guardare con rispetto e volontà di emulazione. Stessero
ben attenti quindi quelli che vogliono negare o sminuire il valore di qualche parte
del patrimonio della Resistenza, perché rischiano di far crollare l’intera casa pic-
conando qualche mattone.
F.F.
quando mi chiedono
cosa voglio per regalo
Ecco, ecco, a me tutti i Natali e Compleanni mi chiedono cosa voglio per regalo,
ecco io voglio...io voglio..io...voglio un mondo senza servi né padroni, voglio un
mondo libero ed uguale per tutti, voglio un mondo dove tutti possano aspirare ai
loro sogni, voglio un mondo dove sia possibile sognare! Voglio un mondo dove si
possa esprimere la propria idea, voglio un mondo dove si possa parlare e discutere
liberamente di tutto, voglio un mondo giusto, voglio un mondo dove la violenza
sia bandita, voglio un mondo di pace! Voglio un mondo dove la cultura non venga
guardata con scherno e disprezzo, voglio un mondo dove il lavoro sia sano, voglio
un mondo senza sfruttati né sfruttatori, voglio un mondo dove si possa studiare
liberamente senza dover elargire agli enti preposti allo studio enormi somme di
denaro! Voglio un mondo senza denaro! Voglio un mondo dove chi ha del talento
lo possa sviluppare liberamente! Voglio un mondo dove non si debba più com-
battere per i diritti fondamentali! Voglio un mondo dove non vi siano più lotte,
perché le abbiamo fatte per costruirlo! Forse sono troppo esigente, ma a me piace
chiedere sempre queste cose perché forse un giorno a forza di chiederle per regalo,
di lottare, di votare chi possa far avvenire il cambiamento...forse un giorno questo
cambiamento avverrà davvero e così saremo tutti più felici e liberi!......Comunque
alla fine come ogni volta mi comprano una felpa!
M.L.
Soldi, soldi, soldi...
...Debiti, debiti,

Fedeli
debiti.
In Italia il debito pubblico è di 1.797.6 miliardi di euro....il debito pubblico è quel
debito che lo stato ha con altri soggetti, individui privati, imprese, banche o sog-
getti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni (quali, in Italia, BOT e CCT)
destinate a coprire il fabbisogno finanziario statale. Ma dato che lo stato siamo noi,

alla
questo fottuto debito con chi ce lo abbiamo, chi sono questi “altri soggetti, indi-
vidui privati, imprese, banche o soggetti stranieri”? No perché se è gente che non
conta vabbè gli abbiamo tirato un pacco è bon, ma se è gente che conta, 1.797.6
miliardi di euro! Prepariamoci a pagare in natura!
M.L.

Lira!
l’italia è un paese
strano
“cosa
pretendi
L’Italia è un paese strano. In Italia succede che quando in questura ti distrai, ti ri-
trovi a volare dalle finestre. In Italia quando dici quello che pensi ti ritrovi isolato,
senza lavoro o nei peggiori dei casi sotto un treno o con addosso chili di tritolo.
In Italia quando chiedi il diritto di parola ti viene sempre negato. In Italia quando

da un
si va a fare la guerra la si chiama missione di pace. In Italia quando vuoi far star
zitto qualcuno o lo paghi o lo ammazzi. In Italia c’è la Dittatura e la Democrazia.
In Italia ci sono due stati interni che hanno piena autonomia e ce n’è un’alto che

paese
ne vuole, cioè alcune persone che vivono in quello stato vogliono l’autonomia. In
Italia ci vergogniamo di essere italiani. In Italia comanda una sola persona. In Italia
conta di più chi ha un posto in televisione che un operaio. In Italia siamo tutti felici.

che ha
In Italia non ci frega niente di chi sta peggio di noi. In Italia siamo tutti razzisti. In
Italia non vogliamo gli stranieri. In Italia abbiamo paura di mandare a fare in culo

la
chi di dovere. In Italia ci siamo ROTTI I COGLIONI di fascisti, razzisti, xenofobi
e omofobi. In Italia ci facciamo schifo da soli. In Italia qualcuno si è arreso. In Ita-
lia molti si sono rassegnati. In Italia altri sono d’accordo. In Italia in tanti non capi-
scono un cazzo. In Italia alcuni non sono d’accordo. In Italia c’è anche chi lotta.

M.L.
Forma di
una
scarpa
??”
Roberto”Freak” Antoni
APPELLO AL POPOLO
In questi oscuri mesi la Repubblica Italiana è caduta nelle mani d'un
demagogo che appoggia il fascismo, il razzismo, la guerra e che insieme
ad altri suoi gerarchi vuole ed otterà il pieno controllo della Repubblica.
Con costui alla presidenza del consiglio la Repubblica Italiana è caduta
in un oblio di censura, restrizioni delle libertà personali, terrore di co-
loro che dovrebbero preservare la giustizia, e quest'ultima parola, giu-
stizia, con costui a capo del governo non avrà più senso, non ci sarà più
giustizia, non ci sarà più libertà, non ci sarà più futuro.
Non sto parlando di Benito Mussolini ma del Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi.
Sia al Senato della Repubblica che alla Camera dei Deputati non vi sono
opposizioni di tipo socialista né di tipo comunista, in sessant'anni di Re-
pubblica tutto ciò non è mai successo.
Nella Repubblica Italiana la democrazia è morta, quando fu approvata la
legge elettorale vigente che con l'ignoranza delle persone che hanno vo-
tato per lui hanno fatto sì che insieme alla democrazia morissero libertà,
giustizia ed il futuro di noi giovani.
Non guardiamo le parole dei nostri rappresentanti come oro colato, per-
Kontatti
chè tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, in questo caso l'oceano, le
promesse non saranno mantenute, i ricchi saran sempre più ricchi ed i
poveri saran sempre più poveri!
Per questo mi rivolgo a chi ancora crede ancora nei valori di facebook:
LIBERTA', UGUAGLIANZA e FRATELLANZA! Produci, consuma crepa! (gruppo)
Mi rivolgo ai miei coetanei che come me VOGLIONO IL MONDO
E LO VOGLIONO ADESSO! E-Mail:
DOBBIAMO INSORGERE CONTRO L'OPPRESSORE! italia.antiFA@hotmail.com
RIVOLUZIONE!!

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