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IMPRESSIONISMO

La storia dell'impressionismo nasce ancora prima che si possa parlare di un vero e proprio
movimento: nel 1863 Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés, per ospitare quelle
opere escluse dal Salon ufficiale. Vi partecipò, tra gli altri, Édouard Manet con Le Déjeuner
sur l'herbe, che provocò un notevole scandalo e che venne definito immorale. Due anni
più tardi, lo stesso Manet scandalizzò nuovamente l'opinione pubblica con Olympia. La
prima manifestazione ufficiale della nuova pittura si tenne nel 1874, presso lo studio del
fotografo Nadar, alla quale parteciparono Claude Oscar Monet, Edgar Degas, Alfred
Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Camille Pissarro, Felix Bracquemond, Jean-
Baptiste Guillaumin e l'unica donna Berthe Morisot. La mostra del '74 fu di per sé
un'azione eversiva in quanto, al di là dell'estrema modernità delle singole opere che
sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e
gli studi accademici in generale. Il nome di battesimo del nuovo movimento si deve al
critico d'arte Louis Leroy, che definì la mostra Exposition Impressioniste, prendendo
spunto dal titolo di un quadro di Monet, Impression, soleil levant. Inizialmente questa
definizione aveva un'accezione negativa, che indicava l'apparente incompletezza delle
opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento.
Nonostante un filo rosso molto evidente colleghi tutti gli artisti impressionisti, sarebbe un
errore considerare questo movimento come monolitico. Ogni artista, infatti, secondo la sua
sensibilità lo rappresenta in modo diverso. Per esempio Monet non si interessò
principalmente alla rappresentazione di paesaggi urbani, ma soprattutto naturali,
arrivando, negli ultimi anni della sua vita, a ritrarre moltissime volte lo stesso soggetto (le
Ninfee) in momenti diversi, per studiarne i cambiamenti nel tempo. Altri, come Renoir o
Degas, si interessarono invece alla figura umana in movimento. Molti sono gli artisti che
non si possono definire del tutto impressionisti, ma che dell'Impressionismo sono evidenti
precursori, molti quelli che, nati in seno all'Impressionismo, se ne distaccheranno per
intraprendere nuove strade. L'unico artista che sempre, per tutta la sua vita, rimase
impressionista fu Monet. In sintesi, si può affermare che l'Impressionismo sia ai suoi inizi
con Manet, culmini con Monet e si chiuda con Cezanne, che poi ne uscirà.
TECNICA
Gli impressionisti rifiutarono non solo le idee preconcette su cosa un artista debba
dipingere, ma anche su come lo debba dipingere. Introdussero un interesse per la
registrazione del tempo, cogliendo l'attimo prima del suo trascorrere, la luce prima del suo
cambiamento e il gesto prima del suo divenire posa. Gli impressionisti cercarono di
restituire sulla tela ciò che l'occhio effettivamente coglie. La tavolozza rinuncia alla gamma
di colori adottati nella prima metà del secolo dai pittori romantici. Si riduce ai colori dello
spettro solare che saranno usati puri, stesi a piccole pennellate, non mescolati ma
giustapposti secondo le leggi ottiche dei colori complementari. ciò a cui erano interessanti
gli impressionisti riguardava quanto avveniva nella retina, e non quello che succedeva
nella mente umana. I quadri erano visti come espressione di luce e atmosfera, mentre il
soggetto aveva perso completamente il suo valore. La tecnica si basa principalmente sulla
pittura en plein air cioè l'esecuzione all'aperto anzichè in studio, col soggetto illuminato
dalla luce del giorno invece che da quella artificiale. Un quadro iniziato all'aperto spesso
veniva completato in studio.
CARATTERISTICHE
Caratteristiche della pittura impressionista erano i contrasti di luci e ombre, i colori forti,
vividi, che avrebbero fissato sulla tela le sensazioni del pittore di fronte alla natura. Il
colore stesso era usato in modo rivoluzionario: i toni chiari contrastano con le ombre
complementari, gli alberi prendono tinte insolite, come l'azzurro, il nero viene quasi
escluso, preferendo le sfumature del blu più scuro o del marrone. Fondamentale era
dipingere en plein air, ovvero al di fuori delle pareti di uno studio, a contatto con il mondo.
Questo portò a scegliere un formato delle tele più facile da trasportare; si ricorda che risale
a questo periodo anche l'invenzione dei tubetti per i colori a olio e al cavalletto da
campagna, facile da trasportare. Il pittore cerca di fissare sulla tela anche lo scorrere del
tempo, dato dal cambiamento della luce e dal passare delle stagioni. Si ricordano a questo
proposito le numerose versioni della Cattedrale di Rouen, riprodotta nelle diverse ore del
giorno e in diverse condizioni climatiche, di Claude Monet verso la fine del 1890.

MONET

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