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RUMERI O ISTROROMENI ?

Il problema della denominazione e dell' origine sei Istrorumeri (Ciribiri)


dimostra , nel modo mogliore, in che cattiva situazione finale e preoccupante si
trova l' Istria a causa della mancanza di etnologi, sociologi, operatori culturali,
linguisti ed altri esperti i quali si impegnerebbero sulla eredita' culturale,
identita' contemporanea, come pure del suo futuro nel periodo postradizionale
della postmodernita'.
Questo problemma lo ho gia' posto in rilievo nei miei interventi su questa web
sito.
Qui non voglio discutere ampliamente della presente ignoranza e
desinformazione della cittadinanza sui concetti ed i rapporti etnia-popolo-
nazione. Per la maggior parte della cittadinanza cio' e' comprensibile ed un
aspetto normale rispetto i sistemi educativi i quali erano ed oggi sono presenti
nei sistemi politici del' Istria. Preoccupa la posizione e la riflessione dello strato
intellettuale. Su cio' ho esposto le proprie riflessioni nei mio intervento sulle
premesse teoriche sotto il titolo:» Gli intellettuali e la realta istriana».
Desidero prima ricordare che nella tematica sulla cultura tradizionale dei
Rumeri mi appresso come una persona che si sarebbe totalmente fusa con
questa popolazione istriana, avrebbe conosciuto quasi ogni casa, famiglia e quei
singoli ed organizzazioni che si sono occupati di questa eredita' culturali
istriane. Nello stesso tempo sono quella persona la quale un paio di anni ha
preparato con la propria iniziativa e fondato l' associazione con la
denominazione «Dieta della cultura istrorumera» 1955, in onore del Congresso
mondiale degli istriani, la quale purtroppo, a causa dei politici, non ha
funzionato. Si sono persi undici anni di lavoro per la conservazione di questa
identita' culturale, sviluppo dei turismo culturale e cosi via.
Devo far osservare che la denominazione Rumeri e' la piu' vecchia per questa
popolazione istriana, e la quale io da adesso la impieghero' nel mio seguente
lavoro, per il fatto che e' in piano di lavoro di HISTRIANITAS XXI nuovo
tentativo di organizzare questa preziosa cultura tradizionale dell' Istria.
Pero', che brevemente esponga le proprie considerazioni e conoscenze in
merito alla domanda dal titolo.
Certamente molti si sono chiesti perche' ho, durante la fondazione della «Dieta
della cultura istrorumera», evitato la denominazione Istroromeni ?
Per primo, essi non si sono mai cosi chiamati, ne' considerati.
Secondo, essi non erano mai e non possono essere Romeni.
Questa denominazione e' quella che e' stata imposta dagli scienziati Romeni
nel passato. Per il fatto che i Rumeri e la loro regione nella storia, sono stati da
tutti trascurati, e purtroppo anche oggi, questa denominazione e' stata accettata
senza riflessioni ed analisi spezializzate.
Chi e' stato il primo in Istria ad usare questa denominazione non l'ho saputo.
Pero' e' stata imposta nel periodo del sistema politico dopo la seconda guerra
mondiale, perche anche Andrei Glavina, maestro a Valdarsa tra le due guerre
mondiali li chiamo Rumeri.
I Romeni sono una nazione composta da piu' etnie, che si chiamarono daci,
valacchi, traci, cioe' con una simile, pero diversa origine culturale . Dopo grandi
dilemmi ha imperato la parlata dacio-latina su di una slava. Oltre a cio' in
Romania, nella Transilvania vive un paio di milioni di etnia ungheresi. La
conclusione e' che i Romeni sono una nazione etnica plurale, composta da piu
etnie nello stesso teritorio, cioe' nello stesso stato. Queste etnie nel 1859 si sono
accordati di constituire, con l'aiuto dello stato, in nazione , alla quale hanno dato
il nome di Romania.
Il contemporaneo sociologo inglese Antony Smith cosi definisce la nazione:
«La nazione e' un insieme di essere umani, i quali hanno comuni e diversi
elementi culturali, un sistema economico unitario, il diritto civile per tutti i
membri, il sentimento di solidarieta', il quale nasce dalle esperienze comuni, e
comprende gli stessi territori». Dunque e' necessario lo stato come istituzione, e
e territori comuni, per formare la nazione, e che i singoli gruppi culturali in
questo territorio siano parte di questa nazione. Cio' significa che la nazione non
e' un concetto culturale bensi' social-politico. Oggi, nel periodo postmoderno,
con processi di globalizzazione, la societa' odierna sviluppata in Europa, entra
nel periodo postnazionale, cioe' nel periodo nel quale le nazioni, cioe' gli stati, si
estinguono.
I Rumeri istriani non hanno mai fatto parte dello stato romeno, percio' non
possono far parte di questa nazione, e nemmeno chiamarsi Romeni.
Se talvolta, nel passato, appartenevano a qualche unita' culturale dell' odierno
spazio Romeno, non si sa, perche nessuno ha cio' dimostrato. Anche se hanno
appartenuto, ugualmente scientificamente, non si potrebbero chiamare Romeni,
perche in quel tempo la Romania non esisteva.
Gli scienziati sono d' accordo che la parlata Rumera e' una parlata « latino
rustica», e che la somiglianza lingustica esiste tra tutte le parlate di origine
latina. Antonio Covaz di Pisino ha scritto nel 1846, nella rivista «L' Istria»: Pure
questa lingua tuttor viva, e' quella che parlava il popolo che 2000 anni or sono
conquistava l' Istria, quella che per 2000 anni ha durato...». Forse i Romani,
prima circa 2200 anni hanno immigrato la popolazione della Dacia in Istria? Cio'
non si sa. Interessante e' che al foce del Danubio un rudere si chiama Histria!.
Resta il fatto che con il disfacimento dell' impero Romano e l' arrivo degli
slavi nei Balcani, la popolazione di cultura latina e' stata in sostanza slavizzata.
Pero', ugualmente, in realta' si sono mantenuti piccoli gruppi i quali, sino ad
oggi , parlano la loro lingua latina. Sarebbe un modo non scientifico chiamarli
tutti Romeni, perche' cio' sarebbe un' azione politico. Il loro collegamento puo'
essere solo di carattere culturale. Percio' reputo, che la messa dei Rumeri in
qualche cornice nazionale sarebbe un atto politico, la qual cosa, nell' intanto di
salvaguardare questa entita' istriana, bisogna evitare.
A causa di questo problema ho interroto temporaneamente la collaborazione
ed i contatti con l' organizzazione di Trieste «Andrei Glavina». Nel contempo
cio' non significa che non continuera', se la collaborazione si basera' sul
fondamento scientifico – culturale e non nazionalistico. Gli Istriani sono sazi dei
vari nazionalismi, i quali soltanto distruggono l' omogenita' del paese nativo.
Dunque, chiudo con la constatazione che alla popolazione istriana dei Rumeri
bisogna avvicinarsi con severita' scientifico-culturale. In questa direzione e meta
agisce pure L' Accademia HISTRIANITAS XXI.
Resta, alla fine di questa mia osservazione introduttiva sui Rumeri, constato
questo dato di fatto preoccupante, e cioe' che tutta l' Istria non ha neanche un
operatore culturale – latinista, sebbene in tutta la popolazione autoctona e'
presente il resto della cultura latina.
Da cio' e dalla mia considerazione, come risultato delle mie conoscenze finora
conseguite, bisogna arrivare con questo fato, il quale mi constringe a lasciare
spazio per la possibilita' di eventuali corezioni.
Quale dirigente della Sezione per la cultura, invito gli interessati alla
collaborazione, al dialogo e alla discussione.

Vito Dundara

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